I MANOSCRITTI
ITALIANI DELLA REGIA
BIBLIOTECA PARIGINA
DESCRITTI ED
ILLUSTRATI DAL...
Antonio Marsand
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I MANOSCRITTI
ITALIANI
DELLA REGIA BIBLIOTECA PARIGINA
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PRESSO GIUSEPPE CROZET, LIBRAIO,
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I MANOSCRITTI
ITALIANI
DELLA REGIA BIBLIOTECA PARIGINA
HAI. IMIT'I'DHK WMIMO ÌIAIISVMI
PARIGI
DALIA STA MP EHI A REALE
autohì/.zat.iise dai, he
m licer, xwv
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A SUA MAESTÀ
LUIGI FILIPPO PRIMO
RE DE' FRANCESI.
SIRE,
Un Italiano che melle in luce tesori scientifici e
letU'rarj italiani posseduti dalla Francia, a chi poteva
egli meglio offerire in omaggio l'opera sua chi- a
Vostra Maestà, al protettore illuminato delle scienze
e delle lettere, e con ciò stesso al promotore zelan-
tissimo della nazionale prosperila? Egli era appunto
questo, o Sire, il mio voto; e la sovrana Vostra in-
dulgenza degnò di farlo pieno.
Del quale amplissimo beneficio Le ne rendo quelle
grazie i-h'io so c posso maggiori, u prego il Ciclo,
clu; in.Ti'iinuiju'iitc feliciti pcrVoitni Maestà la Nazione.
« la Nazione in Vostra Maestà.
Sono col più profondo ossequio,
SHUi.
Di Vostra Maestà,
A. MAE3AND.
PROEMIO.
Ef;li fu Dell'alino nulli' otlocento venlollo, eh' io me ne
venni in Parigi avendo in animo di collocare sotto la pro-
I'-zicjik- dulia Fraiu;; : ili fp.ii.'lia FijikÌj iWCjui' (iolni.
che colle sue virili e le suo graite inspirò nella mente e nel
cuore di Francesco Petrarca i versi più soavi e leggiadri
stampate e manoscritte, tutte, appunto ronr.crnejili li:
poesie volani di lui, f.' li.1 illustrazioni che si; ne fecero in
ogni tempo, e le memorie letterarie elio la beata eoppia
(li:_'li amanti ris^naidano: riuniti avendo oltre novecento
volumi, indefesso frutto di ben treni' anni di fervorose
'une indagini. Ma ognuno ben vede il destino, clic a questa
min liildioteca nserhavEisi dopo di inu: destino o presto o
lardi irh'i inm ilahili- ad fidili \>ns ala eulle/.iiirie o sneiililica
o letteraria, sia essa pur rara e preziosa, sia pure allidala
a ricchi e a potenti; ed egli fu per ciò eh' io mi adoperai
quanto fu in me e da me, il confèsso, anche pei soddisfare
alla debolezza del mio amor proprio, nel procacciarli'
possibilmente la perpetuità. Rivolgimi quindi nelle do-
nile forme all'Intendente generale di questa Corona. La
' tVIUsopraildrtUnmilla, sotin il lilnln >li — Hìtilmltra /'limitimeli. <li«li
sù in ln.f in ii il. io ih- la j 182* fn'i le ari-iti'!ili<*i lami"' "6- fml°-
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ii PROEMIO.
l'uri mia un arrisi.-; la mia proposizione fu pi ni ita meni e e ^ra-
ziosanie.nl e arcuila; ci] i mini libri fi quali . per alcune
noi) prevedute pcrcliù i eramtnlt1 straordinarie dirns-
Unse, non giunsero in Parigi che nel cono dell'anno
niiilc (■.■itoi't.'iilo Irenta. Dio pervenir ni! dolevano il pii'i
tardi mese ai novembre dell" anno mille ottocento ven-
tolto) formano adesso parte del galli nello della particolare
biblioteca di Sua Maestà Luigi Filippo 1° re de'Francesi.
Ho premesse queste poche linee estranee all' argomento,
di'l ipinlo .sono ora |>cr render conio j lettori , a line eh'
es-i sappiano uoine a mr, loivsliere. suddiln dì Sua Maestà
I' hiipi:rnliiiv il' A usi ria l'enl inani lo !'. i: pensionano della
'■atledra di Statistica nrllu itl'Ìu l'uiier-nia tii l'ai.lu'.a. -iasi
olTerla l'opportunità d'imprendere e di rondone al suo
termine il presente letterario e liibHouTali'O mio lavora.
Pre<\ nei itami i> io iliinipii1 allora secondo il mio tosliime,
e sempre e, m :mìieihil p:,nne. In reeia puSdilira l'ihlin.
leea, e massime il gabinetto de'niaiiosi.Tilli ; oteupundomi
utilità alle scienze e alla ri-pnliblira letteraria, e special-
mente alla storia e letteratura italiana, non che di onore
alla illustre Nazione posscdilrice ili laute ricchezze. , il dare
una descrizione eenerale e particolare di lutti. Non mi spa-
vento il loro numero elle pur ascende a più li'iiu mi eli;, in ;
né mi sgomentai punto della mia eli, la quale se non è
grave , dirà col mio poela , |iur cerio è grande ; ed in quell'
anno medesimo mille ottocento ventolUi. se 117' averne avuto
dapprima 0 consiglio, od invilo, o comandameli lo da chic-
chessia (ciò dico soie perche vo' clic si sappia), spontanea-
mente io mi accinsi e risolutamente all'impresa. 11 diletto,
eh' io m'ebbi sempre in cosi Tatlo genero di travagli, ed
obbediente alla ina?siiua milk dhs sin:- Unni: dopo di essermi
ritornalo in Italia noli' anno mille ottocento Irentailne per
ritrarne alcuni.' pai-titolari notizie, eli' tramili necessarie,
consultandone spoi'ialiiiciilc Ir f 1 1 1 1 1 ;.=■ I ì r.- J- n_- biblioteche ili
Milano e di Vene/in , lidi finalmr.nle il tumpimcnlo . ed ora
la pubblicatone del mio lavoro1. InLonio al quale, e coni'
esso sia sialo per me condollo, egli è poi tempo die il Jet-
tori; possa e deliba pienamente chiari incile. Parlerò franca-
mente, com' è di mia natura.
Due giuste dimande qui subilo mi si faranno; rispon-
dendo soltanto alle qiiali io penso, che avrò soddisfatto
pressoché in [ulto lo studioso lettore. La prima è questa :
F, forse clic In regia liibliolcca non aveva di già il cata-
logo de' manoscritti italiani? La seconda è questa : Essi
manoscritti sono poi tali, che general melile mediassero
una sì lunga e penosa fatica, « questa si utile da reputarsi
Priiiii|»' r.ii. iilin'i K.i'iiiTi ,.ir!'i>> il.'l ridili. I . .mli. i.lu Vh'lii-i,. ili f.Tlii.ir ijil'i .
-11 lo.-il||'Lm iti 1 i. ili: .1 itini ■ ■ ■ : -. 1 1 - |";'n I 1.1 il. i. li- I. iv ? .|.|",
mi., if ti.l .rji'i L illudi.» I.lv ..■•i <■ ji: [.■ ■li 1 iciy.i [Juj 1 1 ■? U- II' >euliUmv .'.1
:l, ".■.li -< lliniuilir.i ili LI' <■ \ ^-1.' 'il il i ai l'., .-ni., i . j l .i ili Si jl UL.'ll.
tutti! le notizie, lo quali ne' diversi addali lempi furono dall'
intorno -a* codici , die sono nella Biblioteca de] re, si come
da' signori de RocLefort, Va uv il li eia, de Sacy. du Theil. de
Keralio, de l'Averdy, de SatDte-Croix e d'altri, non si rife-
rirono mai a' codici italiani , ma soltanto a' greci, il' latini,
ed agli orieotali. Sappiasi pure, «Lo nella grand' opera, di
cui dovrò Far menzione uni appresso — Nolices ci exltnits
dusmanascritsdeta labHol/ièt/ue ibi Hai, non sì parla adatto di
manoscritti italiani; ma sappiasi altresì, che fra tanti dotti
e lellerali. i quali prestarono l'opera loro per illusi rari'
cotale preziosissima parte del tesoro, che rincliiudesi in
essa liiblinlcra, l'ovvi eziandio chi in qualche modo volle
prestarla a' manoscritti italiani, e questo hi don Bernardo
MoiilGmr.on nella sua — Bibliolhcca bibttalhimrum manm-
diplomili nomi, stampata in Parigi l'anno 1739 in due
volumi in foglio; proponendosi In essa di far conoscere
anche luti' i manosa fili italiani della regia Biblioteca l'a-
ngina, cioè a dire tutti quelli eh' era [ivi al tempo suo;
molti e ragguardevoli acquisti essendone stali fatti di poi
da' zelanti e ben avveduti conscrvalori della biblioteca ine-
■ itigli ocelli r 51 rr.un' in un <|nadin. il
,'.:,<.;p felli iviri |,i.;lif.l:t:i Hi , I i, .1 n i : s li"
te Cark V, compoiiewi ili 911. volumi; atV! ani
di iBipo volumi; iicll' Dmm itin, ii-»iioili Liuti ni™ XJIlMli 1 : nel
n^uodi l.iilinii-., \U- . ili jo.ó.in 1 1 1 ■_■ I i;lio. 11-jiii ili Li.iìi.iii i. .\V'",iìi hjc
en(li7B5, n^pn di Lodovica XVI'. di oro aw.000.— Oggidì, dei nel Cffl
Vediamo adesso quale utilità ne risulti, generalmente
parlando, alla repubblica letteraria, c particolarmente alla
letteratura o alla storia italiana per questa parte del suo
cataJogo, che consecrar volle il Montfaucon a' manoscritti
italiani. Diciamolo con francherà, poiché la verità deve
sempre aver il suo luogo, ma compiei insieme ili (|in-l
ri.Hpetlo, ehe ime dobbiamo ad un si beni; me ri lo letterato;
nessuna, l'ere mri:|iè Drilli li sa . eli e dove Ira Itisi di un libro
stampato; datasi la [letizia ilei (italo doli' opera, della liuina
del volume, del! anno e del luogo dell' impressione, e del
mime dell' autore e dello stampatoli, india più manca all'
intera cognizione del libro, I.^.ldoic licitandosi di nn co-
dice, e soprattutto necessarie, oltre la notizia della sua
fonila, c della qualità della carta ed altra materia su cui
è scritto, e della natura de' caratteri co' quali è scritto, e
del tempo a cui può attribuirsene la scrittura, ove ciò non
apparisca dal codice stesso; c della quantità de' fogli di
cui è composto; e della sua legatura; e degli ornamenti
interni od esterni de' quali per avventura tosse fregialo:
ile ccopinìirhr: , ■ rti iiii'd.lpJiL- . 0 di mencie, 0 di nielli,
li, ad opini» didls più rinomalo MiliolecLc di Europa.
ria cogli ocelli
«iij PROEMIO.
egli é, dico, soprattutto necessario, clic se ne dichiari ii
pregio suo hi iniisico, « sommariamente se ne dia il conte-
nuto a fino clic io studioso lettene, volendolo, possa gio-
varsene. Ed in ciò appunto, o per mancanza di tempo o
per altra cagione che. ih; avesse il Moutlaucon , certo è che
torna d: ben poca utilità il ino catalogo. Dcn' ei scontra vasi
mento, che vi si trattava, non Iacea che notare riempi
grazia cosi : Anni" GX-j'i, i Trinn/i ilei l'elnaro; linai" 7003,
la Commedia di Dalile, e nello flesso modo intomo ad altro
opere d' importanza ; il che veramente è. troppo poco anche
per un catalogo ili libri stampati trai [ondosi di autori clas-
sici; ma io fine, vogliasi 0 no, conveniva contentarsene,
(•■.-.ch'Io pur meglio giusta 1" antico pnn «rimi aver qualche
cosa che niente. Ma ciò clic ronde il sopraddetto catalogo
adi Studiosi pressoché inolile e. elle venendo egli a rogis-
Irare quo' rodici , i quali coni olirono piò scrini di diverso
,1 ironie rito. di Jh dìo tempo. e dt di\ci>o ao'orc . ne dà la
notizia con parole si conerà li ed ii idei .-'i ioin.de , clic io line
nulla ti dicono, li perchè il lettore non dubiti punto delle
mie asserzioni . portel o in esempio sullo de' sooi ocelli due
soli codici . trascrivendo ciò elle il Monlla 11 00 n ne dice nella
lor desciizione. Consideri 1:11 puro il codice seduto nella
liililiotc.ca sotto il num" 10070 (pagina del presento
volmnc), e sappia elio onesto codice, il (piale contiene ben
olire ad una ventina di scritti di diverso argomento, e di
diverso autore, e nel .iopraddoLlo citologo annuncino sem-
plicemente così : (Vum° 10070, Divcrses inslraetiuns el reh-
lìmis italkitiìet furi, nin'eiises; e veggano un alito registrato
PROEMIO. ir
sotto il num" della Biblioteca 10/178 (pagina 5oq del pre-
scnte volume], il quale non vi si trova indicato che con
queste sole parole- — Num° 10478, Pièces diverse! itatiennes,
e giudichi quale sia il vantaggio, che per essi titoli risul-
tarne possa alle scienze c alla repubblica letteraria, c spe-
cialmente alla letteratura, alle scienze, o alla storta ditali».
Il vantaggio più grande, poiché dobbiamo sempre esser
giusti, l'ebbi io solo dal sopraddetto catalogo; perciocché
sema la necessaria guida de' numeri era a me impunibile,
ed alle persone medesimo che all'interno ed immediato
servigio Ari Kiiliiiifìlo pn'.iiiEin l'opera loro estremamente
difficile, in quell' immenso mare di codici d'ogni specie
e d'ogni natura rinvenir quelli, s quali soltanto mirava
l'intento mio. Del resto parmi aver soddisfatta a bastanza
la prima delle due dimando, ciò e a dire se aveavi 0 no
presso la Biblioteca del re il catalogo de' codici manoscritti
italiani.
Ed eccomi ora a soddisfar la seconda sul pregio loro in-
trinsico, 0 letterario o scii'iililico; e si; quindi meri lasserò
il lavoro, quale egli si sia, ma certo, H ripeto, lungo e
penoso eh' io volli imprendere. Intorno a che io credo di
averconvcnicutcìiifiili' risposto, ricopiando soltanto alcuni
di que' passi, che, nella prefazione della bell'opera testé
nominata che ha per titolo — Aulirci et extrails des inurcus-
crih de la UiUii^tiieijin- da Rai. si leggono su lo scopo, me-
todo, e divisione dell' opera stessa; poiché tutti 0 presso-
ché lutti parmi si possano applicare appuntino a questo
nini Lmm sui nt.i 11 os.c filli iliilhu! (Min liiblsult'cii iiifde-
sima; ben cerio che la cortesia del lettore vorrà essermi
, PROEMIO.
d'aiuto qui e là ne.ll'.ipyilicaiìnrii* uppnrtiiim ili:' passi mede-
simi. 'Ce travail {cosi luciamo m'Ha sopraddetta prcl'a-
» zione), ce trincili n'a rien d,' ci mini un ii\ec eclui quia lien
■ Miict des ridi esses doni lontre nr seri qua iiispiror
» io desir. Lo catalogne dea roanuscrils du Roi ne pcut
■ elleelivemeiil qu'ipidiqncr le* ouvrages par leurs tilres et
- leurs numéros, et ii in; fai) proprcinenl qu'assurcr l'eiis-
» tence de ecs ouvrages, et lai.we au.\ persoiinc.-. olili^ees
« d'y avoir recours Icssoinsde les consullrr, d'y rccherdier
■ ce ffuc le titre semole lem1 prorneltre il'intércssant . et
« soli v cut le desespoir de pouvoir l'aire tei exaiuen par
leur doigiicment. (lei ouvragc t'era disp.-irailre Ioni incon-
» véuieni. L'ti sai ani eira :i uè- pouri li déserniius proli Rt des
» tresors qi»; reiil'cnlu: re dópèt, et saura ce que les ina-
li miserila quoti y consone conlienncnt . ol d'csscnlicl eli
» om-mèllles i;l ii'ii|i|)lie;dili - ;i ses I invaili, à ses rcclierclies,
■ à son goùt, et roème à sa savantc curiosili;. — Mais quels
«qui' soicnl Ics avanta^cs quoti peni -e jjioiiiel In di. col
. guvrage, il faut cepondant se gallici' de eroire que lous
- ics manti scrii s que rcnlermc i;i liibliotlieque du lìoi soient
■■ ctìalemciil di^ncs dèlre eoniius, et puisseiil donnei' ruu-
« liére ii des extrails c<>alcmi'nt ciirieui, égalomcnl inté-
« cessini ts, C est une mine où l'eli Irouvei'a des purrelles
« d'oc mèlees à des mcitaiu inoins pi-éeieux el à ime plus
■i grande quaiitlte de salile et de terre sterile: mais quand
mème il s'en reucoulrcrait un granii [umilili: doni il n'y
« aurait aucim parli à tiier, ce serail encore rcndre un
PROEMIO. ij
n nsscz grand service quo d'en bien constater l'inutilité, ei
•■ J'ii pai^'i iti]1 u d'uulies drs LLLliL'i-chea penibles ei infruc-
■ taeuses. ■
Seuil >r li [jii pero i ii' rgli sia rissai di (li ri le nel mio caso il
|niU-r delerunnare l'assulnla mutilila il! imi' ci[icm-;i qual-
siasi Ira quelle clic mi l'arò a (lesevi vere. Perciocché, come
se n'avvedranno i lettori, se potrà giudicarsi inutile tale o
[al altra opera (pianto al suo argomento , o quanto al modo
di trattamelo, potrà forse nini esserlo quanto al nome del
suo autore, o quanto alle circostanze o tempo in cui fu
quanto al nome di qucll' amanuense che ta ricopiò, l'cr
conseguenza, allorach'io mi accinsi a questo travaglio liij
Inslo cniiviiiln della neressilà ili estenderlo a tulli, ninno
eccettuato, i manoscritti italiani delta Biblioteca; e molto
più elle iiileudnsrue pur l'are una scelta, n questa non
avrebbe inni, a parer mio . il giusto mìci limile, o questo
potrebbe desiderarsi ed aspettarsi d'allri più valentiili me.
Ora, allineili'' il lellore possa vie maggiormente chia-
rirsi di tutto quello che concerne l'eseguimeli lo dell'opera
mia, dirò in breve di ciò che riguarda non solo gli studj
che ho fatti, c le ricerche e le sollecitudini eh' io adoperai
onde conoscere se quello o tal.' ulivo si-ritto, s;iecialmei:U:
leriab dell' opera slessa ; povriorclic. parlare de' suoi difetti,
benché inevitabili, o rie' suoi menti se pur ne avesse, è con-
tro natura di ehi la compose, non appartenendo che a' soli
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■ij PROEMIO.
lettori il giudicarne, fluaiil' è dunque al far conoscere «e
quello o tale altro scritto di cui do notizia sia edito o me-
dilo, altro noi) dirò -e non che io ho l'atto quanto Ilo potuto.
Oltre clit; mi giovai rie' (inni de' più dolli bililiugL ali , r.
specialmente in Milano, in Venezia, in Padova de* nostri
enidilisdini Gironi, lltlliu, Fiancosconi , r Gamba, dell'
amicizia do' quali veramente io mi onoro, consultai pur ad
uno ad uno gli scrittori lutti, che intorno alle cose italiane
più parti cola ito ente consacrarono gli sttidj loro, si come il
Mazzuchelli, 1' Haym, il Tiraboschi , il Quadrio, il Fosca-
riiii, il Creschnhe.rii. il ("itili;! i, ii Moreni, il Farsetti, l'Al-
lacci ed altri molti, non esclusi i cataloghi delle più cos-
picue prlioolari biblioteche . ciò o del Pinchi . dolio Sinilh.
del Capponi, del Thott, del Poggiali, e in somma io ho
fatto tutto consciencicusement ; e valgami di questa parola
francese, che mi è cara oltre modo perché sola rende in—
tura il mio concetto. Chi: se ii soprallodntcì -Ìli. Gamlia par-
lando della sua importantissima, anzi nel genere suo clas-
sica opera della Serie dei Testi di lingua italiana non dubita
dì dichiarare nella sua prefazione, eh' egli è un libro che
ninno forte arrischierà mai di leggere da capo a fondo, tanto
più debbo ciò asserire del mio, com' é ben per se ma-
nifesto. Quindi volendo io pure, eh' ci aggiungesse allo
scopo per cui fu fatto, cioè clic per esso se ne avesse una
qualche reale utilità, deliberai di comporre tre tavole, per
le quali potesse chiunque facilmente giovarsi di lutto il
contenuto del presente volume , cioè di tutto quello che
fosse conforme alle particolari sue indagini ed alla natura
de' suoi studj ; ed imitando l'esempio di qualche antico
PROEMIO. >ìij
scrittore piacquemi ordinar esse tavole copiose cosi nelle
lor citazioni, die queste fossero bensì al di sopra, ma non
mai al di sotto delle occorrenti.
Ed eccomi al fine di questo proemio, o più veramente,
come dirà taluno, di questa lunga dicerìa. Ma dicasene
pure tutto ciò che si vuole, io non farò mai fine seni' aver
dapprima soddisfatto ad un obbligo strettissimo eh' io con-
trassi verso tutti indistintamente questi signori conserva-
lori della regia pubblica Biblioteca, i quali . incominciando
dai chiarissimu Ymi-lYaet, io non ne so il perchè, essi siri
veggano, ma certo per generosità loro e fortuna mia . ado-
perarono sempre verso di me tali e sì fine cortesie, che
quasi io n' era per essi considerato più qual loro collega
o confratello, che <maì forestiere. De' quali tratti di bontà
ognuno vede , che più particolarmente io ne abbisognava
al gabinetto de' manoscritti; e fu là veramente dove mi
furono largamente profusi, non solo per l'estrema genti-
le/./a (II*' chiarissimi cunsei'valori Cliiiiiipollioii-Fiijeiii; i'tl
Hase, ma altresì da tutti que' signori che all' interna dire-
zione del gabinetto medesimo prestano l'opera loro. Ira'
quali il sig. Paris ha certo un diritto vero alla mia memoria
ed alla mia gratitudine. Ora fo fine.
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AVVERTIMENTI E DICHIARAZIONI.
il numero ch'o so|ira|iiH*tu all' 1,13.1 ii^„ ili .-ij» ..lict .■ ijm'Nii «Ita
, ili il ti-ilii'i: fla hl;^[i,i[ij iti-Ila IlibNoli'La.
-I;ip,i;iI.i SHUniliianitiil'' la |ia'ii-i,'a Irll'i.i. i .[Mali ji.'i... rimi,' ui'.uiui
'.!'.■:■ ,111'. . |i- ■ I -llirji, li l1.- I:- I r.,ilr ! i .Sin!,, ,!i-l.lra !■■
In li la i: ;i ilirkiarj . i-bn- «■ jii-iIli i r-irnii i ' i li <[.■' ioirli !'u j<lr.|ii:iau I;, |.||. panili-
■I:li",n.; . ri-i :u |:r inili-viiii.-. I ri|.-..l.i: i- ì |-:,--: 'lidi t-ÌIImi. r Ila |,nr i,,
fcrip il tptlnre eli? l^li '|iu -i I.-^imi.i ■.■ ■ -.Ln Trilli ne rodici.
DESCRIZIONE
DE' MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA UlltLIOTlìCA DEL RE.
i. La Divina Commedia di D
Allighici. Il lesto vi è dispaio a due colonne, a' margini
libile ij'juii iin'io ali-imi lire vi i-cincrili , o pini lo^.tn lutino iri-
ttrprctaiiom. Leggeri in -ni principio in caratteri rossi: «Qui
■ comincia lo primo cuoio della prima come-dia di Dante
■ ili l-'i:-™?.!' n-; I qual la proliemin di tutla la sua
- opera et tracia dell' anime clic vanno in inferno ordinala-
« mente et delle loro pene si conio appare per li capitoli
« inS'rasmpli- ■ — K nel fini» ilei codice li'g^i'.si così : ■ Kipiicit
.. Ubc-r- Danila Alli'-hi'rii ilr rinri'iili... Amen. Di'ti griilias.
. Amen. • Quanl' e al cemento (scritto con caratteri sì minuti ,
eli' b quasi abbisognava della lenlc per leggerlo) non potei
i MANOSCRITTI ITALIANI
reputarla fatica di multo studio, o di grandn ingegno. Per
esempio : .Nel mezzo del eammin di nostra vita . — hi medio
durami haitiana vita. — ■ Mi ritraisi in una selva oscura ■ —
In eia tenebrosa, ce. Quant' è poi al lesto, parvi'ini geueral-
mcntc parlando di buona lezione; anzi notai, che i famosi
versi del canto xsxm dell' Inferno:
Riprese il tftschio misoro co' denti
ia quale lezione ò orinai ricevuta
la forza de' denti d'un cane non
accingersi a forare e stritolare u
accadde, ebbesi talvolta ,,l ioiralienere cor, Innube e diuturne
meditazioni quaìclic illustre letterato. Essendo a me affatto
iuipoHMlilie di l'are .'dlrrlhnto intorno ai coprono numero di
iinliclii n.iilin, din' flcllii Oiiiiiii Gj li.i ii i-iistodiscomi in
questa regia biblioteca, non che intorno ad un solo, mi de-
terminai a tenermi contento dello trascrivere (se non di tutti ,
almeno di quelli die, fattone no po' di studio, parevumi il
ni cosi i-i. oh- vi si limono sciite le din; c.eli:ti:i
DELLA BIBLIOTECA DEL RE
3
tli:'. nr.o ì hr.lltoliii- Spvra ciascuno.
I;. duo 'I: ii dii.i'ini dacché Fair niortii
Poiché '1 dolor potè più clic 'I digiuno.
Quand' chlic delio ciò, con gli occhi torti
Ilipir-e 'I te.-rliio misero co' denti.
Clic forar l'osso ooms d'un con Forti.
] due ultimi versi specialmente dello quali lenirle danno an-
cora incentivo alle quistioni fra i letterati; i quali potranno
ricorrere ad UDO o tal altro codice , che, anche giusta il saggio
daini»', liiM-e a lenersi, seiamdn il Imi: pildifiu, in iinigf(inro
pregio, e perciò a se irnij-:; od al memi a consultarne la livaone
ani lumini spriaii7.ii ili t ranni [rutto maggiore sopra degli
.ilh i. Mi -.rullila intimici jH'l'T :illi r v rs.'ero il I i i>> pre-
sente uno de' migliori chi; della Divina Commedia si conser-
vano in questa biblioteca.
6875.
:i. ). Trionfi (li Francesco Peli urea comerr.ati.
Mfailiranoceo. jeculn il", in foglio grande, caratteri tonili, ili snffirinili-
Senni in questi i liei ( ori ire i Trioni! ilei IVliareii col collidilo
ili Beili :i rilo lllicinio, adorni tutti di una miniatura della
grande-™ .Irl loglio ; e In nel ir non possa dirsi opera d' urte Li
più squisita quanto ai disegno, pur n' è assai commendevole
la composizione, ed il e.ulorìlo. l'eccatn die la prima minia-
tura sul trionfo d' Amore non è più; e eertamente vi sarà
itala; ina tal è, generalmente p.irlmnlo . il ilesino ricali an-
tichi cniliei ornali ili Indie miniature. Ir quali damili ucci-
sione spesse volte agli amatori di cedere alla tentazione
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4 MANOSCRITTI ITALIANI
d'impossessarsene. Il cnineiilo dell' llliriiiio è tradotto in frau-
c.i'si!, et! Il tcflij t!i'] («mi.1! è nel suo ori cimi le. l'rcci'de un proludo
del Irati a 111) re. e ,ippv!'.^:i emiimcla il piolo^o del ffiH'.enlali -tv.
eh' c seguitalo ilal suo computo come leggesì in lutici i' edi-
zioni, che lo pubblicarono. La scrittura a.' è tanto accurati
quanto yiMndt' In la par.ifuia rie! Ii'adutlore di un COmento.
rlie oggidì certo non si riprodurrebbe più. Ma quanto al
lesto del poeta dico il veni, maravigliai non poco nel rico-
noscerlo cosi bini corretto come potrebbe desiderarsi se scritto
fosse da un Italiano e studioso amatolo e coltivatore della
lingua nostra. La lezione è buona pressoché da per tutto,
6996.— 6097.
Il primo volume (con qualche parte dei sccoudo) contiene
il vecchio Testamento; il secondo, il nuovo. Ogni libro, anzi
<ii;iii capitolo di n;i«-im li Imi di ■:!.'■' Uihliia e pivi.( (|Ulo da un
pilolo stesso. È questa ia' traduzione della Bibbia, posto in
Ime, del M.dri ini, ed ìm|iiI -cri: la i;it.ni!n I>:i.-.i.i dd urentemente.
An/.i iti ledendone i|iij l,i alcuni passi potei conoscere, che
.i.i-i.ii più fi ondi1 e il ii!iiin:: 'j di'eji errori . li l ■ occurr-ero nelle
vecchio iidi/.iiiui della jiir-cnte opera, r.be non sono in questo
endice; il [piali' nel ca-o, però miti probabili' , clic si volesse
ristampare questi vtil';-.irii'.janifn,i) mi -emina die potrebbe
consultarsi con qualche Trullo.
DELLA BIBLIOTECA DEL KE.
G998. — 6999.
4. La
Bibbia tradotta.
[>...■ .,:l:i:nì mr'inbranam, in foglia granile. curali., i l'Urli. -:i^ln \:". eli In .1
antecedei] le, 3; ma qui è scritta coi: magiMm' diligenza. In
line del primo volume lesesi tosi : » Completimi est hoc
■ opus p. me liiilii'iii Micolauni de Ncrittmo ordinis pia'dr-
■ caloruin. Anno do. lifili di.; ultimi ncli:!iris. indici, xv. »
Ed in line del secondo volume, compiuto il libro dell'Apo-
calisse, segue una tavola contenente, alcuni vocaboli ebrei
tradotti in latino, e dal latino in italiano. Dopo dì questa
tavola ne succede; un' altra degli argomenti de' libri tutti si
dui vecchio , che del nuovo TfiHliiuu'iihi, e cori (piemia invola
si dà fine all' opera.
5. Volgarizzamento della terza Decade di Tito Livio.
. ;ll :';t3ìo ^mvlp, n iUi^ 1 1 ■ 1-.11 e : i 1^-jlIj , -im!m ^^ ■. jil.l
Si dà principio al endice cosi, come v-^ii: : • [nc:.-uuit;.:i;i
■ il primo libro de la terza Deca de Tito Livio Padovano
■ dello guerra seconda stata tra li Romani et lì Cartaginesi.
■ Et primamente il proemio de l'autore. ■ Dirò in pure ili
questo volga ri izamenlo ciò che trovò scritto 1' Andifmli in
della qi
7000.
fi MANOSCRITTI ITALIANI
torta c quarta Deca. Roma appresi» (d Palatìo di ttm Marca 1I76;
'«>' ('In' qnoslo |iri]]ii) liln u d i'l Ìjì le™ llorado conleriiilo nel
presento endice è assai bone voi j.'arir, iato, e- sembra esso pure
prima dei Villani, Do un piccolo sa^io (lei rommeiamento
rial capìtolo XIV°, onde se ne possa giudicare: — . Mentre citelli
■ r.um.im i! i.Tiipo mllc lciralioM concimavano, le quali in
■ lina parte et ora in un altra mandavano Cannibale perciò
- elicili suoi cavalieri faticati aveva nelle battaglie et nelle
"opere diede loro riposo per akpianii di avendo io guardia
■ dolio vi ;ì r«! "I ilei ì.i II ri; i:|).'r.' ili.pitìlii sia t ioni, oc. Peccalo
die questo bel codice, dico bollo quanto alla sua denatura,
sia mancante nel line!
7001.
6. La Divina Commedia di Dante Allighieri.
Membranaceo, in foglio grande, élnUeri seniigolici, molo >t*. e forse siv". di
Per lo stile coti cui sono condotte le miniature elio ador-
nano la prima pagina, sembrami poter asserire essere forse
.ila in scrii In il pie ioni e. codilo a' lem pi del pocla, 0 poco dopo
i tempi suoi. Principia in questo modo: — ■«Incomincia la
Comcdia ili Danio Alloeliiiri noda Morcnlino nella quale
■ tracia de le pone ci prinimonii ile vilii o demeriti e premii
■■ de lo virludi. Canio uno do la prima pale la quale si (dilania
■ Inferno ne la quale laUtore fa probemio a tutta lopera. a E
termina cosi, corno leggi'*) in fine dell' ultima pagina: —
■ finito illiliro di Danto Allo^iìeii pocla Morcntino d quale
.passo di questa vita ne la eilti di Ravenna il di di Santa
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. -
■ Croce adi imi del mese di siatcmbre. Anni diii. m.cocasi.
• Ladini anima requicscat in pace. Deo yratias. Amen. Aiiicii..n
— Ho Itilo qui là allentamenti' alcune terzine, e polei co-
noscere che il codice fu scritto con da un amanuense soltanto
'li professione, ma da persona letterata, c, se pur non era
tale, con somma diligen/.ì e pa/.ieu™ spiandolo da quel
manoscritto eh' ci teneva sotto degli occhi, e che certo era
ili buon.'! denatura , poiché- timi accaddrini di trovar in questo
il jiii'i piccolo eniirc di scrittura ; e quanto ad ideimi.' Ic/.ioni.
le quali danno ancora die dire a' letterati fv. cii che s è
detto del codice a" i], sono qui, |n essocliè tulle, come si
leggono ne' più famosi manoscritti, e nelle moderne edi-
zioni le più accreditate. Credo per tanto poter a 11 e miai e
de' più corretti codici di Dante di questa biblioteca i e ris-
tampandosi, si come accadi; ben Ice qnrn teme lite, la Divina
Commedia, vorrei consigliare l'editore di consultare anche
il presente codice.
7002.
7. La Divina Commedia DÌ Dante Aditili ieri.
Ciirt.ir ìli filali:, iir h-, H 1 1 m ' . i .r.el.Ti ..mi '.i'.Li 1 . ]■<■[! i.nv.iW
Comprende questo codice la Divina Commedia di Dante
Alighieri con qualche comento, però non nuuvo, intorno ai
primi dicci capitoli dell'Iuferno. La lezione generalineiile
parlando 6 poco sona, e si conosce in vista die la scrittura e
di un amanuense poco insiniifo e quasi all'alio ieriuraule
della lingua nostra. Principia senza più ; • Nel mezo del camiti
8 MANOSCRITTI ITALIANI
«ili nra vita- e termina col verso ultimo ilei Paradiso:
Lamor clic movclsole e laltre sielle,
«■ni' alcun' altrii inilii'aiitmc iif ili eòi scrissi; il codice, sic del
tempo, o del luogo in cui fu scritto.
7002'.
8. La Divina Commedia di Dante Alighieri.
V-Tjil.r:.i:ùii':.. i:i l.-^li.. ^rl.i:.l c-.ln .-.irùll.Ti I L'Hill, ili i.n.,nj
In sul coni ine:.-, meniti di i-iasi-ona rifili; !re cantiche ò una
grande niiiiialura ad oro f colmi allusiva all' i.rgMiiif ulu p,ir-
titolari; d' ognuoa d' essi: cari tic In;. Ma a dir vero, dall' essere
tpiestc miniature. ì>en conservale in fuori, non può l'arsene
lode alcuna riè quanto alla «imposizione, nò quanto al di-
segno , né quanto al colorito. Tutto le grandi iniziali dei prin-
nin c.i i-allori flimrsi ih quelli con cui e senile il codil i', fjuc.slc
.iiiiiiilii'/ioni : — Miu-flli Muli il umininuu. I! appi-esso un po'
al di sotto, i: con altro car-allerc : .Yri'ii: .ìmiuii'n lìissaigha Ca-
umiilì. Situi (iiniui Cf/.si '/ Julwni il" Urla:. Comincili il codice
i oli in la limila ni: ili- li ci ile gii iirciunenli , uni lindissimi perei lè
ili una linea o poco più ci nidi cileni: . di tu!:' i Ciipiloli rifila
Divina Commedia. Dopo di essa tavola t un indice de' primi
versi d'ogni capitolo; ed in fine di essa tavola sono in com-
licnilio li: uotiiie storielle sulla nascita, morte, c scpultura di
Dante. 11 testo , preceduto da un prologo iti Ialino, i scritto
in una strettissima colonna nel mezzo della pagina, no' cui
DELLA ISIUL10TLCA DEL RE. „
margini sono de' ben lunghi conienti, essi puro lutti in la-
tino, sì come nel codice n° 1, dove perù s' è velluto essere assai
brevi. Omeltcndo (li far parola intorno ad essi conienti, i
quali veramente mi parvero tanto noiosi quanto scipiti , 6 più
importante dir qualche cosa intorno alla Iciiono del lesto.
Aneto qui trovai quel verso scritto si come nel sopraddetto
Genera Ime 11 te parlando riscontrai pur in questo codice, non
diro pressoché- (lille, fc.nn' mi coi!iec ci" fi, ci:.1 lieusi limili»
e multe di quelle linone e sane Iciioni, die orinili universal-
mente sono siale rici-viiie. Sccuiuloclic. leijgi'si nel fine di
questo coi lice, ci ilovrebiie riferirsi al sccolj \i", ma uvvcrinemi
di scoprire, come farù adesso vedere, che non al iv° ma al
xn° secolo delibasi iillribuirne la scrittura. In fine dunque
del codice ìcggousi ir. caratteri cessi queste parole: liipliat
liber Danti, si-4 unni Dni. MCCCCWIVniI, die vidimo unto mmù
fibntariì. Chi non direbbe per tanto essere questo un codice
del xv° secolo? Ma il fatto si è, clic svolgendolo io qua e là
nel li lei eneo. ■din sopra 'a scrollila eanVea, cioè su! Pur-
gatorio, col earullere stesso, •■ tenia dubbio l'identico dei
tomento mede.- inni questa aoiioLiiioiie : dose ci. liìni dic\ marcii.
iWcrlcucui Itrlttt . commetti, sii/). ■).. mille. cf/ìHtittid. V'ugliaum
dunque dire clic- questo cimienlainrc abbia spesi 45 anni nel
r.on lei ilare la ter/a cantica ilei Paradiso, o l'amanuense nel
trascriverla? Ciò -arelilie rìdìrolo. Oppine ohe il fomento sul
Purgatorio sia stato fallo e compiuto nel!' anno i3o.i, e che
quello sul Paradiso, fallo d'altro cementatore, abbia avuto
io MANOSCRITTI ITALIANI
caratteri del lomento sul larari™ e. i conienti stessi fossero
[li verni da quelli sul Purgatorio, Ma cosi È, clip la penna e
per (igni riguardo la iliwi rial principio (Ini codice sino al
line : ti li il r[ li.- nini rimani' il poter [lini se non i:.lii' la sopraddetta
snlliisiii/.inm': li'.ijiii. il HI; r Dmilis /uh mimi Dui. in.ri i. ru llìi, co.
sia siala illuminila posterioi niente 'li proprio arbitrio ila [inai-
mi accorsi ]>prtt> che Il carattere .li essa sottoscrizione imllii lia
i-luì fare con jjli altri caratteri tu;; i usi oli . olle si scontra tiri nel
endice sileni se si (osse anoihit'i delia urijiirsjilc rrl autentica
[lata uri finn del Pureatorio, non sarcbk'si posto in si aperta
con trai Idi iione. \ olii un |in' il il rattencrmi su questa scupcrla
clic aweiiiiemi dì fare della vera dala del presente codice,
perc.hù in tujini sempre oltre modo cara tjuelia sentenza, che
■inalilo pili l'atipia f'; vii. ina al .suo l'unte Ijnto più pura esser
ilcliiia. i: ii in !■!;[■ i;^nl ri^nl.-i patisce i navanni'i e si mia.
un anpu anelli.' vicinissima a; propri» tonte può esseri; per
ipndclie aeeiilente latta torbida , eosi un endice de' pili vicini
al tempo deli' amor'' pur. essere malmenato da uno sciocco
amanuense. Ma. iteiieralmciitc parlandii.il latto È per noi .
e I' esperienza A' ordinari» eel la \edoro. Panni dunque poter
coiichiurlero. special nienti' per 1' esame eh' io no ho fatto,
che riporsi dc^ba pur questo fra 1 bulini [salir i di Dalile, de"
quali i ricca la liiblioleea Parigina.
DiqiiizM by Google
DELLA BIBLIOTECA DEL HE.
7003.
9. Il Canzoni t'ii: ili Fisotoro Petrarca.
Leggcsi in su la prima pagina tosi : Cominci,! ,1 prime Uhm di
Francesco Petrarca col exposllioM di Francesco l'iaklph». Smetto
primo, ce. Circa al cemento niente io dirò, essendo ben nolo
per le molte impressioni che ne sono slate latte -penalmente
verso la line del secolo If '. Quanto al testo, non è veramente
de' più corretti, e chi scrissi! sa pei a ben [meo di lingua e
meno di poesia. i\i>t.ii però che d coiricnlu l"n ricopialo dir:
vie maggiore alten/.ione del lesto; per cui in' indurrei a cre-
dere che forse ii codice sia stalo scrino a' giorni ilei riiello
medesimo. Mancano alcune carte in line.
7004.
10. Il Decamerone (li Giovanni Boccaccio.
Cnrl.nn. (■<!.• r:r..iiilc. *r<7«ia '.r. . dm- n'Irmi' h .i-HL-.r- c^-À I 'u. :l:
Incomincia il rodicr tedia lavaLi de' l il oli ed arsomi-riti de; li'
novelle. Si di principio al proemio con le seguenti parole :
hchonància illibro chiamato Dcchamcmn principe tjlmicviiu uri
ijunir si r7(iui(rjiipni) citi" iiuri-lie é-lU' Jn setti Jniine e (re giovani
nomini, ec. Non posso dire che generalmente sia scorretto
questo codice, ma non mi parve rhe meritar possa min studio
MANOSCRITTI ITALIANI
particolare, t. stato copiato con molta fretta; cià die facilmente
desuntesi non solo dal carattere stesso, che poco a poco va
impicroli-iiiloii e. divenire nini chiaro e piacevole all'occhio,
ma altresì perdio verso la line accaddero spesso emissioni im-
portanti di parole, ciò che ne rende in molti luoghi se non
affatto iliìutelligiliile. reili, assai oscuro il senso.
7005.
Il, 11 Filocolo di Giovarmi Boccaccio.
La prima p;i<riii;i è or ini.: d' min miniatura a eol'iri. i: nella
gl'ini,! granile iniziali! è il lilraUn ilei llor'.neeio clic tiene il
Dccamcronc aperto fra lo sue inani. V, vestito si come costu-
matasi a' suoi tempi; e quanto al lavoro del pennello «in-
Egli è ben vero che cinesi' opera del Boccaccio non è che
frutto de primi suoi studj, o che pochi giudicheranno hene
speso il tempo per darne con I aiuto di questo codice una
novella risLampa, ma è vero altresì clic degli uomini grandi
lievi-, l riiasetili lavino li-nere io pregio , se rimi per nitro per-
DliLLA BIBLIOTECA DEL RE. i3
chè ci fa conoscere i progressi della lor mente. Termina il
radice cor. queste parole ; l 'ìn\;.--; i! r/aintc ci ullinia liliru di
l-'ìlocoh. Dro ijraiiiu,. <\mm. Dopo le quali parole, da penna
differente ma con carattere di quel tempo ( semtiraiitLuiii
scrilto il codice verso i.i line del incoio siv'J, loggonsi questi
brulli e misteriosi versi ;
Ben a la testa vota
Chi sen divota
Dove so volgo ruota. Nola.
12. Lezioni di geometria e di forti fica doni militari; opera
di Giovanni Scala.
<_.ir:a.v .. lil l-.^i.:- filili.- : 'r.v.-.tlrii r^r.'ni . ■ ■■iik- nr. -.-.n k Ii::ie r 1. 1 1 ! jì . In-
Fu scritto questo codice, come vedremo, nel secolo svi",
0 seni lira veramente esH'>/i< I' ini libraio. Sul | n i nei pio >' ili Li
seguente semplicissima ti.Hli.-.ìti'i ■;■ : ,U\ ìw.s dr ina hi-lh mai-
tresse. i568. E nel lìce del volume leggesi così: Finis. Jeanne*
Scala matienuUicos ferii liomv. Aimo Domini mblmxyiii. L' opera
è tutta concernente 1' arte militare, e segnatamente sulla cos-
truzione e difesa delle forteize . si come il dimostra nella
prima pagina questo titolo : . Operalioni bellissime di geome-
■ cria appartenenti alle cose che scfr-jit.n:o pur lo fortezze.!
[.'accuratezza con cui sono slate eseguite le ligure, la fran-
chezza con cui sono esposte le lezioni, la sottoscrizione nel
fine del volume qui poco sopra riportata, e possiamo anche
aggiungere quella dedicatoria che pur è dello stesso carattere.
,4 MANOSCRITTI ITALIANI
e die non pare probabili; isserò fatta e inciirilta da mi ama-
nuense, iii!|i> f.ic'i mi purla .1 crederi: clic il codice sia .slato
scritto di inailo propria dell' autore, dei qnair è «ìà nota l'opera
stampata in Roma, clie liaper titolo: Delle fortifica sioui marma-
tili,, . ri-i (|iiaìclLr altri: lavorìi citato rial Marini nella ina
Biblioteca delle fortifiauioni.
7006'.— 7007".
l 'i. Trattato di Vitale Giordani stille acque correnti.
Il primo di («si codini lia qiirslit lil..iii.> : 't'ntUnr» ildll anturi: .
moto, e misure dell' acqua coirmi!, l'arie prima, ec, di Vitale
triul-iltliii Jti /ipriti, ; dnlic.audiiM l'opera — All' Ulna, et Eucll'
5if Gio. finti". Calbrri. e contenendo i primi quattro libri
dell' opera -.lessa. Il .secondo comprende gli altri quattro, e
termina con un iodiee generale delle materie trattate in tutti
due i volumi, ì'u questo Giordani, come risolta dalla trillerà
de.dicalnrin, nominalo IiiUoit di maleoiatira urli' Arcadi-min
francese, eretta il. IW da Luigi XIV" per l'istruzione della
che di' Roma fu mandato dall' autore al Colbert, e tutto mi
vorrebbe lar ci ri le w esser qucito codice l'autografo, non solo
per la sottnscriiione dell' autore io line della dedicatoria, eli' è.
della mano nu-dcMimi di tutta l'ojn-ra, ma air, resi perché, il
(Ijiii-dani ,n n i ii a' i-nlto un ani. imi; use. mi^liorr. tioiimnipir
sia di eio, pare the il personaggio slesso cui fu offrirlo questo
lavoro, eh' io non conosco a stampa, si come del medesimo
DELLA BIBLIOTECA DEL I\E.
ammisi mluwi! uh ni opera aitala dall' llajut, possa [in na ine
l'imporlao/a ni li oiuiiUi, ma i dotti ne eimlii lieraiinn. Quaul'
è poi a ciò clic concerne lo stile con cui è scritto, posso dir
IVaiir.aiiiiijitd clic non v' Ila |iuiilo di lassuoiigliaur.a allo scri-
vere elei Galilei.
i4. Epistole di san Girolamo volgarizzate.
Principia l'opera i oli la (avuti dell' rpislele in tp lesiti inocki :
Comincia la tamia Me miriche delle pistole (clic sono 108) del
bealo messere sunto (.'t io fu .'!■■■> tru'iotn!:- ili ialino in riieyctrt />. noli!
inumo sor .YiV/iufiu. Diberto ilo San (iimininno oitUidiioi joneuiiioi.
li finisse ìl volume con le pai olo sezioni! : Qui veipsil. serilml.
et semper cnm Domino riY.-.f. l'eo •irulins. Amen, miuius stripluns.
siili-etur. omnibus, bori,. Amen. Dea tjiatias. Sii. La prima epislola
ma urlala ila .-.iti liirolaiiii! ad E 111 aio re sul dispiego di'! mondo,
e Indù della vi la Militarla, comincia cosi : - Cimi quanlo amore
- io mi sfonai, clic tu ed in insieme dimorassimo urli' eremu,
«salto il petto della tua caritelo; e con quali bruenti, e dolore,
■ e concile pian: u io il armili pannai uu poco tpiando In liilipar-
.tisti da me, queste lettere testimonio sono le quali lu vedi
■ bagnate di lagrime. ■ Per questo cominciameli lo può ognuno*
olio allo studiti delia lingua nostra si dedica, conoscere la va-
lentia dui Iradutloiu, e posso assicurare -li amatori dol belìo
scrivere, clic il culliti noti stilo ([minto .d iiiriito iit'.iinsico
dei la di:' ione, ni ri ,il trust ipiaulo alla 1:1 ■! r.f-.i t mi' . e ali'.i dili-
KOHiil dell' anntniiense, è sisiij|iri; ili ti l'unno dal princÌ])ÌO al
line. Confrontiti la tradur.iu.nu della sopraddetta lettera ad
MANOSCRITTI ITALIANI
Lìiuiif.ivj col l'ilo stampalo, f liei pur è ri p unitissimo , dello
lettere mlijiii-iiznli' (I: .-.-ni liirolanni, rmblilicati; in Ferrara
I' limili I /(()-, e potei convìncermi ili-I !.i ma::;.-ii:r le;, :; hi ri ria elle
olire il proseiitc wil-ai i/./.iiiirrilù. lo non 60 so sia inai staio
posi" in lime. .Sé il (lanilia, né. il ISruuet, un altri ile' nostri
]>ib!io,;r.ili ih- (Ianni:- ront<'7/.a. Ma certo è clic specialmente
il primo (il (po' due. uomini v:.toi)ti s' iiilfrlrrichlic assai vo-
buEiori nella lelliira di rjiirst' ijpcj-a, elio o mìo credere ìioii
ni: ineril'TeUi'1 U. 1 Llfil , L i ii'li h'li oi cosi ili. non lìev..' htv]|;:i)
a' lettorati, od a coloro altresì elio noi sono. E nel caso che
(inetta traduzioni; los.-e ;;ia .-(ala |ml>l irata . supini inficile vo-
lendosene fare una novella ristampa, dirvrcLbc l'editore, per
operare roti buon frutto, tenersi per i-.r-.tjj L:i II pre-onl;- eodìei'.
7242.
i5. Solino, del Sito del mondo; volgariiiamento di Joan
Marco Cynico.
Cartaceo, in foglio piccolo, caratteri tondi, secolo IV e ione in lui priati[ijo
Comincia il codice nel nudo Menenio : -j- JC f Epilhoma
de Salino del Site del manda ri de le mirahìlr ru.-c in :ji:,a sene ; l'Ji.'-
ijiirii:tila da. lima Munii C.ynira nllu Mia. del S. ili: l'rramlah, ne,
L'anlore oc fa la ile dilatoria al Min principe, ma non risulta
elii .-i fosse (|iie..tu suo principe, nulla piu dicendo in sul prin-
cipio olio ipie-tc parole : per ehi: decidi ni V. M. riimprnidu sua
ji.Ar.-_- a; .'(Lei libro - lì Sedino ] . dirà jir aldine d, Inali l,rre.,lri et
maritimi miranti ni. tee. caie imuminciundo dalla origine de Roma
Domina del mondo, ec. E finisce così : Quale elpiii «lire cektre
et mirande cose contiene il copioso et fiaamk isterico Solino de mi-
DELLA rìJJSLlOTECA DEL RE. i7
re'e/r^rti <!;>it<t!< ee' U<:!tr:i>.tno Ì!i\p.r.ih>r? Aìt'iu:''' ìr,:-,r/i-l'> ir.n'/i.-
lui". Si mei posti ne' margini riatta pagine con ima o due pa-
ro.r; gii argomenti nuli u-allali 'H'U' operi. !)i q'.icsla versione,
clic certo i; (hi -ii|ipi>r>i ini dica , m ir: liwaii ffiimi air unii né
iit'ir A [gelati, uè nel Failoiii. QiiiiuUi alla favella, essa a dir
vero non mi sembra mollo ncturaia, e si conosce che il tra-
rliitloii!, coiilento di nmdi'r i invi al lelliiri' l'iddi dir veni-
vagli in inculo, poco si curava dulia frase, o dulia scella del
vocabolo.
7245.
16. Volgarizzamento della tetta Decade di Tiio Livio.
jil nr.i uri . :| il Nv ||I,,:]|L.' . ,!i ].ii;iiji. [■•[.. .• li.'ll. jiiii -..|Lii.il,i 1.
l)à la sLcwa le/in un che rji.i'lla del crii lice ri" fi, ina culi quesiti
differenze : 1° Che il codice presente è scritto con molto
ma^-ioi'C diligo dell' altro: :;" eli' esso porge colla la data
del lanini; 3° che di più esso è purfullo in tulle lu slip parli.
Termina il volume in qne-ta me dora : (Jui /in iste il decimo e(
udii™ litro de la Una decadi Tito Livio padovano. M. ecce. unti.
Finito neh macie Allunilo. Velari ciò i:lic s' è detto dell' opera
stessa nel sopraddetto codice n° 5.
72Ù4.
17. Volgarizzamento della ijuarta Decade di Tito Livio
sulla guerra di Macedonia.
Uemliranaceo, in Ioli I i li. M .:■>■., v.'l ,1 .1 li i- ii.Ii.lliii-. ..il. i:1. iv l.irL-.l.i. ili L i ri ■■. L.'ir..
ornala di gniijoK Diiiiialiiiv>ecDiiKrvau»Ìmo.
Inromiticiii il todici: cosi : i'fiJ-.tmiù tii i:al:jtitti:?darcdi l;!;l'ì!:l
vìi MANOSCRITTI ITALIANI
quarti drrti di Tito Uiw pattuino . la nanfe tracia ife beìh ma»
tbi'ain. VA A principi» (L'ir ni l'i-.i ii'^i'-i. Qui rumini ut il /imi.*
libif ili Titn I. a in tl^'n i/iurm mw,iln,,„„ , ed iti fini: ilei volume:
Qui finisti- In ijiì,n1,i Urtili: 'lì Tìtu l.i'-i" pittavi/m ili brilli mnrrilo-
itirn. \on sa f irci lodar a liasinn/.a li ln'i k'7.-/n. ili questo endici- .
i- quaiilo alla iwillura sua malerisle, e quanto, ciò die piò
importa . alla unir/i ■. ;illa .-[ili ^i-lira , al a ci' uni Ionia su ia
fon ini e suri ti». San risulta -I' alcun limi) ilrl aulici- chi sia
stai» il ™lHanmal»re ili quesla qnai'l.i deoaile, ma sembrami
i-.lic nieritiTcUlie il' i-^i'ti' cotiiMÌulr) tale suo laguro. Trascrivo
l-ilir.ltl' li'-^l-si ili li r: e il ri vip C.ld del I o | 111 H- 1 1 lil i. ululi' |H> .-a loisr
I. elevisi cosi ; .1 E si' ili colmilo e tale allan no» [cioè ili-Ila
grandi' lalica eli' cUioa durali: il I rati ni leu-i- in quesla versioni^
• ma a colui i'Iic a ciii mi indusse-, irioò al nuliilc r.a\alierc
• mestiere Ostatili ila Polonia .speciali ss ini» mio signora. Ad
- iiislantia ili-I ijiiali' ad opria cesi granili- in ini ili.spnsi : nini
■ la ulii della mia poca n-ilù coulidauiloiui i|niiiitn della gi alla
. di rullìi clii' lilierauiimle e senta ri mprov erari' a iulti (lana;
- il quale- io supplichevolmente priore , clic poi eh' cfjli non
. ]ier mio merito, ma per sua pi-opia lii-ni^nilii in' ani concc-
■ dillo di TOviirlfi a line doliito, i-li' osso rosi lei i-oine mi! ila
■ morsi della invidia ildeurla se i>li piare.-
72A5.
lo. Vite degli im|iera(ori i-umani.
M>i pili,. un,-, hi. In l'ii^lb^ . h.-.iiI.i riunii- -il tinnii . nitorri.. il i i:il;I;.- ili jiki ri-, e
Le lite die si contengono io qursio codice sono quelle, di
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DELLA BIBLIOTKCA DUI. DE. ,,j
Giulio Cesare, di Caio Caligola, di Claudio NeroDC, Calba,
Ollu. \ ile] 1 ili. Man o Aureli:.- Antonino. Lucio, Comodi > An-
tonino, Pertinace, Giuliano, Severo, Caracalla, Macrino
Opilio, Elingahalo , Alessandro Aurelio Manico. Massimino
secondo, Gordiano Imo, Aurelio 'l'auto , l'robo Aurelio,
Costanzo, Calerlo, Costantino, Giuliano joniano, Valenliniaim,
è eli' esso è copiato d' altro antico codice; il clic risulta da ciò
che verso la line della vita di Valeiiliniano terzo, ultima del
volume, l'amanuense fa sapere elio irli inanc.Da il ciinaiicnle
quel codice da cui fu questo tratto, leggendosi in fine le se-
polenti parole : il. tote. ini. die pmnitiiKO Martii finitimi. Pioli fi
può dire clic non fosse buona la dettatura di quel codice , die
a questo servi di esempio, ansi io la reputerei buonissima , ma
lo presente copia è piena di errori : ibi quali però da elli ue
avesse il tempo e l.i pa/.ien/a, polrt'hbesi facilmente pui-irare,
e quindi ridimi! .din prima uncinale Ic/icnc. La prima vita,
eli' é quella rie Giulio Cesine , incomincia ci ini ; n .lidio Cesali)
- quando ebbe scileci anni mori suo padre. Lo ; o seguente
■ fu fatto prete di Jupiter. ■ E 1' ultima delle vile die ii) questo
ci h lice e quel hi ili Valrntinianii IH', i min ni nei il cosi : ,: \ aìeil-
. liuiaiio ter/o Cesare iiu|ieriilore Angusto fu ilojipo Cesare
• Julio I.XV imperaiore In occidente ei imperatore in tutto
■ anni XXUll. • K terni in» con qiicslc pinoli: : ii Questi) oilonaeer
■ tenne qiiatordere anni lo ini pei io cimi grande pace, poi venne
« unoThcodorico re ili Colti, et tolse lo imperio et oc.risc queslo
• odonacer. iDopodi che Ingiunsi le parole poro sopra riportate-
Qui meateka In evi timi!' : colie quali si dà line al codice. ■
MANOSCRITTI ITALIANI
72Ù6.
i i). Traduzione dell' opera di Ve^e/io sulle inl'eiuiilà del
cavallo.
o 1 i ^ 5 l : ; . 1 1 ■ ir. lia..ilia ['.inno ìlisH, por le stampi- (li Giovanni
Emmco.in 4% col titolo: l'ublii Renati Vestii arai veterinaria,
sii e muliwiHaiìie libri i/iialuur, eie. Sulla in dirò inloruo al
pr^^io scientiiiro di qnosL' opera, ch'i: ben conosciuta, oche
meritò non sobdi fi.serc.il a la riprodotta in lla.iilca l'anno 1374,
e di più traslatata più volle in francese dal signore Bernard du
l'ov-Monclar, 0 e i ; 1 1 si finire S.ibourcu.v ili- la llonnelcne, ina
dirò solo elle quanto alla Iradiniimc italiana di' t in questo
endice . pi 1 Lei faci linci ili: com.wi.cr.- r.lic il Ir ìi il ultore era l'uomo
rlell'arlr ■sua. 11 1 della lingua no.-lia. Mi pare pi-ió clic
curi [luca fatica, pnirliè Li ni;,g_'ii;ic e falla, |!otrcliln' ridursi
il pi c^ntc collie..! a miglior dolomia . e renderne r.o.ii un utile
servibili agii ainatiirl ilcll'aite veterinaria , i (piali non liissftru
a bastanza esperti dello lingua Ialina.
7247.
■>.o. Volpai ti,, a ni onto del lihro di Mascalcia, già composto
da Giordano Rullò.
In due parti è divisa l'opera. Sì parla nella prima della
I1vj.i1 del cavallo, della sua utilità, di alcune sin; infermità.
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. il
e dei rimedj loro. Il codice incomincia così : "Questo libro
■ foce donlauo linwo ili Calaliiii , cavaliere e IVi miglio dolio
■■ impera dire l'eilenoo secondo : lo ijuaìo fu insidi] adi (la lui :
« peroooUc lo iloti! uno ijr.'iiiili; icmpo no Li manescalcia del
■■ ili' Ilo signore, .i [.a scrunila parie ilei codice Ira Lia dello ma-
lattie de' cavalli , Ìii.-.ol.'ii.mii1..i li inoi'o I :i e-.iari[>iono loro. —
■ Questa è la memoria » (così sul principio di essa parlo se-
conda) . la ijiiali' missere .loanno lù noi I pò rie! ro Ilario
: Manlio i rupe ■-alo io. Qoaio minori Joaune s.lpca la eoiullidon
» et lobro tu Ite el nitro inlirniitato olio se generano ne li curpi
ii didli taiaìli. Tu adrci'li maestro eL intendi licne le possi
■ adoperare parte per parte. » Non è dunque quost' opera so
non clie il volgarizzamento della Hippintria .Umkui Hu§ ( .'«/«-
bn-ìiii.-, olio dai valente prò few ne della univcisità di Padova
Girolamo Molin si pubblico in Padova l'anno i8a8 in 8° con
veramente dodo illu-trnzioni , tra In quali non è di poca irn-
poil.irizn 'quella di fam noie auolio io [raduziinu italiaiie a
di presure una lioii inutile notizia ad r.n oolle^r.. olio taotc- io
slimo pel suo saper', ipianlo amo per le UelU iloti dell' animo
72ii8.
ai. Scrittori antichi di Mascalcia.
Questo codice lei por [dolo. Muhiiii::ìi::ìn.n , od è una raccolta
di quelito ili più i 1 1 1 ] ioi t.i nttj l'u dotto ilnoji autielii scrittori
intorno alle diverso inak'ttie e diletti cui so^iaciono i cadili.
il MANOSCRITTI ITALIANI
e ilo' var] modi clic sono s'ali o Migrili o adoperati a line ili
averne la lor guarigione. Lo raccolta certo ò imperlante .
pi tirili; luilit quello dir .[ni e scrino non è che tradotto da
dassic.i autori. Gii sia, o sieno siali i tradoiioei nuli si mani-
festa in alcun luogo ilei codice, ina non c traduzione da
spregiarsi, massime rmisidoi-ala la maleria di cui si Iratta in
tutto il (.'Uiliee. l'orse gli srii'iiiiiili, Ira' (piali ii (|tii |HD sopra
lodalo prol'essurc Molili , avrebbero in grado di poter farne un
iji;à la inorili' ila ipiaiebe dotte, nell arie. Intanto è bene
(dir si sappia dell' rsi-len/.a di questi i codice, in lini; del ijiiale
-coTiiposla da più anturi greci, e Iradoltn dal greco in ud»ar
. italiamt. (Ili animi elio hanno composlo il greco vino li ìn-
• frascripti : Absyrlo il principale; H i eroi: ics ; Theomnìsto;
■ l'olagnino; Anatolio ; Tiberio; riumcl.i ; \n liidruio: Ilippo-
■ reali'; l'idilli] llìspimu; l.iit.mio llejievenl.'mo ; lleliieteio e!
• alcuni altri. • Li scrittura i diligente.
7250.
25. Volgarizzamento del lihro de Arie amandi, di Ovidio.
Membranaceo, in liij tondo. jkoIo tir-.
Comprende questo codi™ tutto il lihro de Arie amandi di
Ovidio, traslalato in lingua volgare. In alcuni luoglii sono
riportati ne' mariiiiii i princioj di qualche leeso dell' originale.
Precedo un proli >;ji> del iraduUm-e ; ni quale si rende conio
dell'opera, intorno aleni autore leggesi cosi: . Publio. .Nasone
■ Ovidio. Poeta nobilissimo scrisse questo libro in versi; il
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. *«
. ijiiaif I li iu!» i!i l,in>p.li;i;.i : In liciimn vi iUium.i v lumrij
• nullo avesse impalilo: studiò in Grecia Alitene; fi"' a
■ )loin;i al ti'iuji:> d'Ottaviano Au-u-.n im | .rr.irl in , tifi quale
» q;li l'ut' liiiiiiliarissiiiii). SA f | Ltn. I li:nipi; il |ineglii ■ T li I tj; 1 1 i i j ■ ; ■
■ Immani -iniiini ili «ninni' nubili mtÌw [|iit>sln liliru ili- lariv
. de ornare, • ce., eo. Ho veduto qualche, alitici stampa della
versioni: diri dello iihro; ma niente lui ci»' lare col presente
m>I ìv.j^Ki.'itlu. I\ se «li \ctiiileuiici della Cruva eilatttlti
quest'opera Li ri i [c .11 a , .-i sono sen ili . mine min e a dululaiw
de' più buoni lesti a pernia, io penso clic sccurain™le , .se lussi-
stalo a loro noiiiia, anche di questa avrthbero potuto lait
7251.
ni. La Divina Commedia di Danle Allighi e ri.
'.[.■iul.:;i]i;,.-. ■.. m I'.i.;li. ^i ;■ r;.li- . ,1 ■>■■■■ !■. limili' . <*r li ^. ■ i p 1 1 ■ » L^- r , »'i.ili, tv.
di ottima cnnwif aziona.
.Nini ;i.miiriit' i|iu>lti i. udite tlie i. ;ulo >.-..|u, senti imlit-a--
itone alenila né del luogo, ni; del tempo in cui In scritto.
Esso c veramente scorretto, e quindi nulla più delibo ag-
giungere.
7251'.
a(. La Divina Commedia di Dante Allighieri.
S.'li^i' lli-l Jll-ir ^ i;ih- J.-l v,.]:javi'-..- ,iiv ■1„|L':]L.. ] I — -i.'. .Il - I.;:lJi <i i:i l'.l:.- , l"'.| '
Quanto alla cornatone ilei lesto, benché te due leriiuc del
canto min dell' Inforno non si no qui riportale appuntino si
là MANOSCRITTI ITALIANI '
conio, nel codice u" i, pur dove (.irsene qualche lode; e ili
ciò io m'avvilii in indi' prima ili conoscere il nome ilell' antii-
uuenso, ainaiure >;•. mi insù 1 1 o ■ [ .! uoslra lingua, quale certa-
Incillo ossee ilmi'U Meniti l.iiinti iipp,l]'loiioillc ari min fajlli-
-lia (ioioiiiinn si I emocita delle lettore Il suo nome è nel
lillO ili tllti.O 0 IrO lo ■: aniiihc. I )■;;(>■> l[llr! i.i l'oli' hi]. ] III. lojLTi] :
Chi sreii.w tir/min nini Damimi n'iupee fiori. ;\iìilg ili Cintila tj.
[air. ijtitlias. Ai». — V dopo Ih cantica ilol Purgatorio ■-
Lxptiiil /.email» limititi cataeiltt Dittili! AUiijhtfii ite Fhirenlitl.
Dea t/ratins.- A». eS tritala di (Unitili ehe scrissi:, ec, ec E cosi
rio [io 1' ultima del Paradiso; per le quali villo.-: ri /.inni ci lib-
rameli le risulta ole piò ni ooini noia inni l.<> ilol xi J" secolo che
lilla lino ilol \\" l'Unirsi iloliba la scrittura di questo codice.
Ilo :lato queste uoli/ie por olio «m ivr::j di f;ir cosa piatii agli
amatori della ] instili lei loia lina , elio mia lino l'agili il! studiale,
ove occorra, e consultare anelli? quesiti enrlioe, il quale (.lire
all'essere serrilo eoo la più granilo il ÌÌÌl'i ium . olfro. gcncral-
uienle parlando, una hiiona loidono, e dà pur luogo a jiro.n-
uicre oli'ei sia stato tratto so non ila un autografo (ciò che
non e certi in nule) a In inno da qua (elio- esemplar? de' più cor-
rolli, poti']] ilo ! Hill u il! In ine la scolla , direi, a mio piacimento,
specialmente in |-'ircn/e. dove è prolialiilo i più linoni l'orlici
della Divina Commedia si Iriivassorn anclie allora , se ci sono
pure allessi Ile pili il il ielle e pari irolari Ili hi lui or Ilo di quella
floridissima capitale.
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. aS
7252.
■i 5. La Divina Commedia di Dante Alighieri.
Vi ::k.r;LLi;:..:i. in l'i j:.. -i .ai.] •. i .ì:i.: n::. .],::■■ . i iirll. ii 'i miiaeiri . grulli iv\ ili
dice. Non solo le iniziali tutte di ciascun capitolo delle tre parli
della Commedia .-orni linamente miniate in ohi e eolori, ma
nel principio a luv.-i d'ugni canti:- r un,: ;;rauil ni, ti allu-
siva ali' argomento del canto medesimo, la quii le e per l' im-
pastamento de' colori, e per l'c^renia finitezza delle figure, e
iiienlc menu pel loro disemio, forma un pregio non tenue di
questo Cadice. Esso pure è birillo eon grande aecuratezia per
ciò clic concerne la penna, ma il lesto non fu ricopia tu da
e -empia re curivi lo. numi l'ama il ni ti-ji' ne :< er <| lui III ir «1310
.'dLeraziiMie in ineauivemluln. Ciò ii pao ili-umece da quel m.Ìo
per cui rìiiimsfrasi elnaia I' imperiai! i1"llu Mintimi- eusi della
linjjna rlie della poesia. Termiiiii il eoiliee con quiete parole:
(''l'ril.'a flim rrfmitnus ifni. A/'.J. /Ini ijr'as. Aia.
7253.
26. La Divina Commedia di Danio Alligbicri.
Membranaceo , in toglili |;r;,rali'. ■- .tu.' u leni* , :. ::-ilo .1. '. i:u;.e..-:i .a !]!]-■. li. : .
È in questo codice il solo testo; e quanto alla sua corrciione,
non può veramente l'aliene lode ulama. Uopo l'ultimo capitolo
ili MANOSCRITTI ITALIANI
(lo) Cimili (lei l'ar.liliso leggi-si rosi : Iiirijiil ijunhim Ufiltyiilu-
super loia mmmnlii, Dumi.' .Mlvjhn ii farla a filili riiis.
0 voi clic siete ilal verace lume
Atyuanlo illuminali nrlla melile, ec.
chè già i nolo a tulli il resinile dì questa poesia. E in fino
dell' Epilogo Iugulisi .le seguenti paroì<- : Qui- sentii scriiai:
.intoiiiam <fe (.Vtom Dominili L-ixdiad. Por U quale sottoscri-
l'amanuensB, ovverà mente quelle, elle, bevagli ordinata ia
|ne-i:nle copia. Ma noi lasti-reinu a chi può ii rifmiiiiic hi scio-
glimi.'!) In di questo dubbio.
725/1.
■IT. La Divina Commedia di Danto Alighieri.
Istanza lodare l'accoratela e ia dilige™ somma. Olire le
,,-iglie iui/.iuli in uni e ciiui'i tlipiiile. in luti' i c.i]jtl(ili Hella
Commedia, è al principio di ciascliodun canto una miniatura
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allusiva ,il suggello ilei caritè medesimo. 1.1 r.|iule non solo pel
riti ori ho , iiin |if'l disiano nllio.i inorila nj*!li li irli'. Oliarli» alla
lezione, io In riconobbi pie.-^ubé ctisitorjm- a quella del co-
dice n° 3i; e qiiant'c allo sialo ni, delirile tini volume, esso
non invidia pillilo quasi direi mi codici! scritti! a' giorni nott-
tn; tanto è nitido e pulito il. il priiioi pio ili fino; ed in questo
riguardo è uno- de' più bei rodici aiilirlii di Danio, eli' io
m'abbia veduti.
7255.
i&. La Divina Commedia di Dante Alhghitri.
\1.-,iJiL..r mi Palili ,.M..l!.ii -i mi-., li. I . mT..Ì<i .V. .li Imi-IIII
È ornalo di belle <: grandi iniziali dipiule in ogni oapilnln
de' tre canti: e nel principio il' ou"'d 'auto u'de.-i nella iui/.ialc
il ritrailo di I ìnule rissai brìi coni I olio, ina sempre nello Messo
a Medili melilo, tenendo cioè un libro fra le inani. D'iti tomo
al testo è un lungo comeuto, ch'io non saprei a chi attribuire,
non essendo pur quello dell' Incerto, di cui la menzione il
.ignoro ("intuba nella sua .Sem Testi ili /rn.yrie. Se merita ogni
Inde il radico anlccedente 11" 37, egualmente pur ne ine-
rita qiieslo, il quale pud 11 urbe dirai , olire elle bello, magli i-
lico. lì ciò, sì come panni, esser doveva per poco che si
i niisidi ri alle pi.r.ile riie liggon-i in line del minine, e 1 li' iu
sono ndesso pei' ri pollale. Qnonl'e ali ri lezione del testo, debbo
dir altrellanlo elie ne dissi dell' alilo rimi del dello endice
ti' 17, il quale ami sembra copiato da questo. In fine leggesi
rosi : F.rplieit tenia et ultima L'aelrV.i oéi,ìr;Jii Danti. Mltiji-rit de
Montili. !)•>. tjTits. Finiti! ifta libra refi-rama.' i/ralìas X/iei. Am.
Scripto per maini ili me Paula ài Diie.ea: Tufi di l'isti, titilli aliai
iS MANOSCRITTI ITALIANI
Dammi HCCGCiu. a di ih ottobre. Et e il ietto libro del Nobile
Imeni', l-ì-Miccsm di Ikirtk'.diirmii dr. t'ctnicri dn SU'nu. :\el Irmi»,
rhiyti «k himoniulf ravi'ìiierc dritti t ildi ili Pitti lo fece scrivere. La
■ lili^-uia ,idi...peia(a tini Tosi ù in vtq < [t i ì l n '.0 inni possa pen-
sarsi -r.uiili' in nuoto lavoro.
7256.
i<f. La Divina C.onmietlin ili Dante Alligìiirri.
Ginlieue ipiesln endice In siila prillili ]i,nli- della lliwiin
Coni ili;] , tini: l'In li' ino. Non .si può dire rwrf [[ili esalla-
mente Iroscrilto il i:otiiì!iiIo comi; lesesi nel codice anler.c-
tlentc 11° 28, ma fattone di' io n'ebbi il «infralito in alcuni
passi puffi cu riuscì' ri; iscnic lo slesso niilorc in amliidnr.
.selihenr ([ni, (orse pur altra mano, sia stalo un po' compen-
dialo. La Ii'EÌout dui testo non mi presentò nulla d' importante,
SpOcÌBlineDlc in cjuc' luoghi pe' quali si corre avidamente a
conati I la re i leirlii cmlici; miti general mente vi si drsìiler-J
una correy.ìiini; ma ingioi'''. Ma ci ó die ri'inlr' veramente preiiuso
ipieslo endice, sono li; miniature ili cui è adorno, e spedii I-
llHlllle la prima, clie Va immuni litio scrino, l'issa è granile
comi- Ini: il il ìoii-lio. ■„■ i :i;i|,r,'-i'iiia l' liili'nio eu 1 vjrj toriin.'iui
che vi si soffrono in pina ile' dillercuti peccati couirnessi. La
r i)iii[io-i/.io;u' a dir vero è un pn bi/./.arra, ma è piacevole a
u'dcr.-t; e puhl'ln'ocdi.li pi'i le slam]':' 'I uit.iijiu. :u pen-u
rlie sarelilir benissimo accolla, rum erede di esagerare in di-
cendo, elicvi sono dipinte pimli renio liirure, e tulle inalle^iiia-
meu;i diversi. I llii elilie la cura 'li far legare ili liei unnici questo
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codice, ebbe altresì la cautela di salvare dalia perdita un brami
i!i giurila per^aiin'iui die S h > ricopriva ionicamente, i' sopra la
<pudc cuii caratteri Indubitatamente, almeno a mio e i -ed ere,
del secolo sir' e l'orse un", legnisi rj li t - : parole, clic ',rasci-iw>
perche ci sone : Hiyitm r.mts/i'mrr'w ani iw/.'j fs.se uni refluiti Nin'inoi
SaÉrre ojjorKre.
7257.
30. La Divina Commedia di Dante Aliijdiien.
Mi'HiIm; ri'.., ili Iii^Il... ., ,,.| ■. ' i.i IL ': - ^:iil^..1Ìi n , ili; i'", .1! I>ib,,,.i
Ciò die sodo per dire del codice seguente ti° 3 I può ap-
plicarsi a questo. Termina con queste parole : ExpÙàt liba-
Comedie Dantis Ji; AlUijìmriis ili-. l'iairniia. Dea <;i™n. E di poi
con altro carattere: I.ihen Geurtjii Automi Dcspaalf. La sola
liUlonvii/a rìie può notaci Ira il codire. presente ed il ti" 3 1 ,
-la m'Ha m;i!i-na!il;ì li IL |.™n, i ■. 1 1 . ■ il: [|iiesli> e |i!i'i ricalili'
che nell'altro.
7258.
31. La Divina Commedia di Dante Alligliieri,
fiirlv i. in I'i.^Ipi. -i :h I H\ i:...:;ir'v -■iiii^iiL.-.i. mt,.1ii -,v , I hji i.ii;s,n .ilii.
Principia il cedu i' [ht li; segui uli prole : Comincia la. Oi-
media di Danio Alighieri di Fina;e nella ijimle , ec. indi : Cominciti
il canto primo della prima parte, la qaalc si chiama Inferno , nel
tpial. capitalo fa t'alitare pl-dciaia n latin l'api ni. l'ai in lille del vo-
lume lesesi cosi : Lrplail Mei cena Hi: Dantis Mìiajiitiii ■
Fkrenliaetc. eie. iji-i di.e::i.<il iini.ilaie /fanne ( una IMaùnke mir-
nalionìs »CCC\\l". Ha. anima cnjas rrijiiineal in. pam. Amen. Istilla
3o MANOSCRITTI ITALIANI
Sbrani itnjntL A. 5; MnoncOTurjfio Sirti, flro grónuj. Amen, il
codice ò nitidissimo, e brillo con molta diligenza, e sembra
veramente elio l'amanuense fosse pur buono coltivatore delle
lettere. Non ritrovai però cosa alcuna che in quo' luoghi ne
quali la lezione e ancora suggello di quistioui, possa essere' di
giovamento. Fu questo codine proprìoia di uh Agostino da
(j;i^Iiniio. .si ronu' lesesi sprillo sul principio, ma con ca-
ni lini' di htm i da (jiiclln con cui i' mi-ÌINi il rudi iv : ili \ijtM\iio
da Gagliano c! (lelli Amici.
7250.
3s. La Divina Commedia di Danle Alliirliieri, romentala
da Cristoforo Landino.
Non contieni' qiir-fo codice se inni t-lie il limerò i-omento
della Divina roiiiiiii'ilin ronijiosln (hi f ivisliilfiro I .ululino; rn-
nicnto ben nolo, clic apparve alla line con pianile magni-
llmui/.a li podalica ed ornalo ili ligure di li.irrio libidini,
l'anno ii8i, in Firenze, per le stampe di Nicolò di Loreoio
della Magna. Quanto fu tenuta in pregio la lezione elio del
testo dà la detta edizione, tanto si sa essere all'atto decaduto
della sua stima il comenki, del quale io non diro più oltre, se
non elio mentali iodi' i bei curatici-i co' quali fu qui tras-
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
7260.
33. Il Dccamcrone (li Giovanili boccaccio.
■inliidii cullici che del Occ.illicnille lui ledili! in (jm-sln liilili,,-
tcco. E adorno di ben condotti disegni a penna, e talvolta
rinfuriati eoli' acnnc-rello. Qiwsli disili sono slati fatti al
tempii medesimo clic in scritto il endici'; ciò clic io desumo
non tallio penile Inumo il [in i| n ii. lor lin.e_-inli già [in '| invilii,
quanto perché ricordano versine li li; i liei tempi della iv.sLui-
raiioiic deli' ani, e special ine.nlr ilcllii pittura. Quanfc- ai
sn^-i'lli de' distili incdcinii , suini già lutti allusili iigli ac-
^oiiii'iili (Ielle iKiii'lle, uni la lece ''ii[ii|iL>-i/.miii' e lien dillr-
rcntc da quella che vedremo nel endice ir 35. Senza più,
principia l'opera cosi: ( .'inimici a ne !■■ fatiti* ttv Jcilu jiin*\ iji*itiit*lii
de! Kameron nella quale, ce. ; si come pur senza noia o indica-
zione alenila o ili luogo o ili leinpo, termina il volume nel
limilo neenenle : Qui jiliisi*- In «Vinai ti ultima ijinumta diìliiuv
rl*i,;a:*it" l>!: -im:-f.m :-*i:ila*f:i.i:inVi il j.nt,* uà/™.',1'. : e può netsr.'l
il vocabolo Dtrumtniii, itti Cauittim , e /lame™/! adoperato di-
versamente in tic Inolili nello stesso codice.
MANOSCRITTI ITALIANI
7261.
fi Derauiertmfi (fi Giovanni Boccaccio.
eit-itte murili- Cumini ui il lilnn i-hiiimnW De C.tunertu! i.illra
ilivcrsilà ueìUi tci-iuTv ipie.sli> vuralxil.); v. il codi™ antere—
i Ionie n°i.'i j iiomiiitWi principe galeotto nel ipml .ii. iniitfirjim • rendi
niiri'lle tinte 7. \. giunti tlit fette ilnnne et ire buotiiint '/iorntii.
l'raetnio, re.. Gra lidissima diligenza Fu adoperala in questa
inauriseli Ilo, il linaio, esaminalo ch'io l'ebbi in varj ìuojjlii,
^'nilirauii poter dirsi ;i li ristai iz.a correlili. — «Colui liiunile-
■i niente ringrazio dm dopo si lunga fatica cnl suo aiuto nha
- al desideralo line t'ondili tu : et vili piacevoli ritmili' T pace vi
■ rimanete ili me ricordandovi se ad alcuna forse giova ilaverie
i Ielle : Deo goalias. Amen. « l'i cosi , .senza pi l'i, fri lisce il vi illune,
di cui volli trascrivere i|ucsto ultimo lince, mule passa giudi-
caci ilei mento delia scriCura in tutto il resto, clie parvomi
j»ener.iliiicnle uniforme.
7262.
35. Il Dccamei'one di Giovanni Boccaccio.
Ini Idii... il. '". ., -1 i r - : ■ t 1 1 1 . b - _ --i .li.. ...Ili ■. 1..1 11 .!■ -, ili;'. I il i. . ■!■! |.: i..| ,iii il,|
cetile natomi; ii-i-.ll. |ih .- U i.^tì-.ì.iiil' in Ime. r.i; Inuma i.i^u-i.munr.
Incomincia al .solilo il collier culla lamia degli argomenli
de: Ir novelle, li car.iticie è costantemente. imiiViniio dal nnn-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 33
cipio al line di tutto l'opera, nello quale nero si desidera una
maggior correzione. — ■ illumina cosa allinei' a e tinnì |>;issioii<;
■ agliairitti. • — Per le quali sole parole, che danno il comin-
ciameli to al proemio , si può dedurre quale sia la scrittura di
tutto il rimanente, e massime verso la line del codice, quando
venne a stancarsi lo pazienza dell'amanuense. Il volume ter-
mina in questo modo : Qui finisse la decima el attinta o /omnia, ec.
t/ui nri/uil iiescrìbat! séper tura Domino vwat. Amen. Traxripto p.
munii di me Lodovico di Satecitro Hojjìni : per me propio: et compialo
ad 3 doilobrt 1&2T. Deooratias. Amen. Palientiau iuiheas et umniu
rcliittm tì'iì. Ciò che ili sìuire-lave io tidlai nei presente manos-
critto e, ch'essendo egliornolo di molti disegni colorali allu-
divi agli argomenti (Sfili; limette, nini seni! lincojilii per imo
che offender possa l'occhio il più casto; ciò cha, come ognun
vede, non era cosa la più facile a potersi eseguire.
7265.
36. II Decamerone di Giovanni Boccaccio.
Caruso, in foglio grande, a due colonne, uratlerì Bemigolicj. di ottima
coqaeirexione, del «ecolo xv" c forse in sul principio de] secolo in4.
Comincia !! Ridice colla sul i hi Turi-In ■l-A!r i-wl:riil,L - e [iiiisce
scoia più con l'ultima novello del Marchese di Saluzzo. Esa-
minai qua e là Cjucsto codice , ma il riconobbi assai scorretto;
ed oltre a ciò sembra anche scritto con negligenza, avendovi
io notata in alcuni passi, e non pochi, la mancanza di qual-
che parola, per cui rendesi oscuro il senso o logliosi affatto.
Niente più. dunque io dirò sopra i) presente volume.
34 MANOSCRITTI ITALIANI
720Ù.
37. Il poema de l'Acerba di Cecco d'Ascoli.
del li*", di luOkieDte consemiioae.
• Incipit acerba ctas magr. cechi d1 Asolilo libcr primus; el
■ capitolimi primimi de ordine celorum. ■ Così incomincia il
codice. I primi sei capitoli ili questa ben nula poesia di Fran-
cesco de Stabili, la ipialo vide la luce più volte ne' secoli Wé ti"
sono comentali ovveranicntc interpretati in lingua latina ; dopo
de' quali 0 sino al fine del codice non v'iia clic il solo teslo,
ch'io riscontrai a bastai] la corretto, e scritto con la più grande
diligenza; di guisa che colendosi riprodurre (ciò che por altro
uon è lorac molto probabile) questo antico lavoro poetico, del
quale abbiamo già buon numero di codici e [ielle pubbliche e
nelle privato biblioteche , io credo sarebbe utile il consultare
iinr.be II presente, nel qnnle dal principia ni line li la mani-
festa la periiia dell'amanuense :
Qui non si canta al modo della rane;
t.Jni il' i i;.i:ta ri ! mo:le .:i:l eoal.i.
Che finge iniaginando cose vane;
Olii non si Hijjna |]i>rln selva olisco™, ec.
Kiporuu cosi come stanne quelli quatro versi , ehe mi caddero
sotto flesrli ("■(■ Li . min perr.lié siem. ile' più li alenili dell' opera,
ma solo per poter far conoscere che tutto il codice è strino
collo slesso grSdo di correzione. Certo t clic Celso Cittadini
fu ben contento di possederlo, avendo lasciale scritte di sua
propria mano in fine del volume queste parole : Comprai amilo
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 35
/lira io Celta Cittadini in Siena da tiio. Moria piziicarìok nei!'
anso 161 3 per giuìj V A' nostri pomi gli amatori de buoni
libri fjritiono lini dillieiltoenle di -.i iattc lorLinie , o, fonie
dirimo , j.'liinll(i[ iiii! leher io ie.
7701.
38. Traduzione de' liln i del vecchia Testamenlo.
Cirti.vi, in l.i^li ,. ,-d-i LL.tv ::. .liin. SMfllo ir", bea conservilo.
lucomìnciu il codice dalla Genesi, e finisce col lihro di
Giosuè. Do il princìpio riella prelazione al libro della Genesi,
le prime lince di questo libro, e le ultime del codice, e per
tal modo si potrà giudicare del merito di quest'opera, che
sembrami, quanto alla purezza dello scrivere, dover tenersi
in pregio. La prefazione comincia cosi : ■ Ytus Deus adiutor
■ meni. Prefatiooe per cu irsalimie del vocali calore. Li liuo-
. mini si dileliiino più di raluinniare le opere daltri che di
■1 r.oniendare. I! se li sancii Dot Lori ''1 li doe'.issimi nomili i seno
«stati morsi, die sarà di eie pei>oin.ftla indotla? Certo sarò
u ripreso iin.i-iljniciilt' ; iinperorlié mulo [«iinriniic. Et confesso
• eliio posso nei traslatóre di questo libro mere spesso errato.
■ El quando deliilamenle sarii ripreso, -aio presto a portar ciò
. con patientia. Ma ben vorrei non essere cai 11111 11 iato ove non
.. .IVi'SM fallito. , er. — l.e prime liner ile II il l.i'nci .sono qiifMr :
- lo principio creò Din il i:ìehi et la terra. Ma la terra ora vana
• etvuola. E le tenebre erano .sopra la faccia dei abisso i'i lo
■ spirito del Signore si portava [era portato] sopra laque. Et
.disse Dio sia fatta la luce. Et fu fatta la luce [et fatta è la
■ luco]. Et vide Dio la luce che sarebbe [che fusse]. Et vide
• Dìo che la luce sarebbe buona. Et divise la luce da le
ìli MANOSCRITTI ITALIANI
■ tenebre,» ce. — Per queste podio linee scorgesi ben chia-
ramente che non Tu un amanuense il quale abbia material-
mente fatta la eopia di questo codice, ma ebe il codice è
oniiiuale ; si trulli? pur si-mlirami . pili- l'esumo elicne ho fatto,
die la dij.iono sia ila perlnllo mollo ('libatile. Tonnina il vo-
lli tir i'oii le seguenti paiolo : » l1' in ilo è il libro di Josuc. iic?, ui M
■ il libro Judicum. In feste- beali Apostoli Andra?, laus. Deo.
■ fusillo a qui sono l'ulti li cinque : il tri ili \Ioyst ut il libro ili
• in uno altro volumi! slmili! a quoto pulii! lutti insieme la-
■ rebbero troppo disadatto ii libro. Deo gratias. Amen. ■ — Il
secondo volume di cui qui si parla , se il vniy.niv./.iitoir i! com-
pose, si desidera nella Biblioteca reale,
7702.
3<(. I! libro de Gvi tale Dei di saut' AgosLiuo, tradotto io
volgare.
Cartaceo in ptrtó ti in parie membnniceo . in foglio, «nitóri ipuui luridi, de)
Brolo tft forse <raitcnelempoprini>. e di boom consemiiime.
É opera di diverse pinne il presente codice quanto alla
materiale serittura. Con l'i. miai que-la tradu/.itine con quella
che abbiamo alle stampe del secolo xv' in piccolo foglio scnsa
data , e conobbi essere la medesima ; sia . poi essa dì Nicolò
Piceoluiuim Sanese, 0 sìa di Jacopo Passavanli , conio inclina
a credere ii d'araba , lasceremo a lui ed a' suoi amici fervorosi
roitiisiori dcllii lingua n.islia la cura ili «cii.jj li-re qoislii quis-
liene, die pur susiiiteva tra Isidoro !."::;■ ;i r i e .lampo Cot-
binclli. Quello ch'è certo quanto al codice presente è, ch'ei
non può molto giovarci nel caso di una novella ristampa di
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 37
qoest' opera, la qaale davvero meriterebbe che la fortuna ci
donasse un codice più corretto e più puro dì quelli che lìnoi-.i
servirono di esempio alle fatte impressioni. Non solo é questo
assai intralciato ed oscuro in moltissimi luoghi per cagione
della strane e barbara abbreviature, clic vi si rincontrano
frequentemente, ma potei anche conoscere che in alcuni passi
i mancante di parole, per cui talvolta riesce inintelligibile
affatto.
7703.
io. Volgariizaroeuto del Dialogo di san Gregorio.
Incomincia il codice con le seguenti parole : Questo e lo
Dynlico ik lancio Gregorio. Non e in line la vita eli san (!reg.:uiu.
si come leggesi in pressoché tutte le prime edhioni di quest'
opera poste in luce nel secolo IV*. Che la traduzione sia del
Cavalca, o del frate Leouardo da Udine, o d'altro autore ciò
forse potrà risultare facilmente dal confronto de testi dati alle
stampe, che non però tutti potei vedere, col saggio ch'io sono
per dare del codice presente, ciò è del principio ilei prot'iuio
ossia prologo, che in tutt' i manoscritti e le vecchie edizioni
precede qiiiSt' !>pcra. Ne ti-.m-.rivji ri il i gerì leu ionie le primo lineo
a fine che lo studioso lettore possa con buona fedo ii istituire i
suoi esami. >Lo intendimento de chesta opera e recontare la
• intentionc de sondo Gregorio papa in lo libro eh' chiama
• dialogo e dato eh" èo no dita in vulgaro le proprie parole
■ £och ilio dita per ledere. Tamen sforiaro me,' ce. Cosi
contìnua la dinone, così l'ortografia e le abbreviature dal
principio al fino. Le ultime parole in line del volume souo
38 MANOSCHITTI ITALIANI .
queste : ■ Dio no lu concéa n Imenti de èco. G. H libro de )o
■ quale si e finito- ciplicit liber dialogorum Iteli Gregoni
■ pape. Dea gracias. Amen.. La romena dell'ortografia: il
insto elio spesse -volto manca di costruzione; il non esservi 1*
vita di san Gregorio, che leggesi in latte l'edizioni; il dover
confessare elio questa versione fu fatla certamente ne' tempi
favorevoli alla purità della nostra favella, tutto ciò m'induco
a credere clic il presente volgarizzamento sia quello stesso che
fu posto in luce l'anno 1475 io Venezia per P. M. F. in 4*.
V111 -t i-.i'.n: Irl- : mi di vedere quieta eruzione, eh' è molto rara, e
che non conobbe pure monsig' Bottari.
7706:.
4i . Volgarizzamento del libro de' morali di san Gregorio.
Cart.'i i'U. ìli l'urli'., n dui' ciglimi'. riiTjiltfir sinii^'.liio, ^inliiW. ili tnnin.i
E.ii lriidni.il è quella dello mirata, e non soni) in (jueslo
codice che i primi diciuollo libri, ed una sola parte dei libra
decimonono si lui al cipitoio den mudavo del ilitlo mio velpa-
rizzameulo; ciò che corrisponde perfettamente anche alle no-
tizie dateci nel proposito dal siff Gamba alla pagina 1 1 3 della
pi* volte lodata sua opera della Serie Tuli di lia3na. Posso
accertare il lettore, per lo attento esame che ho qua là ius-
tit.nito di ijin'sto bei codice, che dal principio al line fu
sempre eguale la diligenza dell' amanuense si nel condurre
inii'eriatiiii'iilo !:i -ini pelila, clic nei trascrivere uccurata-
inr-nl..' ,- ied ri turni r tulio il libro - e {ho vera melila è un codine
da pregiarsi , non essendo nè con barbaro ortografia scritto,
uè <f infinite e strane abbreviature carico, né soprattutto
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 39
scorretto cosi coma fu quello che servi di esemplare a Nicolò
della Magno nella sua edizione pubblicata in Fireme l'anno
i486, die confrontai in più luoghi con onesto codice. Ami
soggiungo, cìie volendosi ristampare questo bel testo di lin-
gua , io consiglieri in buona fède il novello editore, non ba-
ciando di fare i suoi studj sopra l'edizione datane in Napoli da
Giovanni ci! Simone negli anni ij/iS-&G, in & voi. in 4°, ili
consultare altresì il codice presente.
7705.
Sermoni divario argomento.
Drl.irr.,. m pirr.".[n f<rlin . cr.ml Iol i ll:i:di , :cc--'lc IV, lIl l.'l^iir. ron^n nTinrr.
Gli argomenti de' sermoni contenuti in questo codice si
riferiscono intorno alle principali solennità dulia Chiesa. 11
primo sermone tratta del sacramento dell'altare; e nell' ultimo,
t-h'ii il fjiisdrajri'simu sesto, si park de le sublime aatSmtU M
Patriarca de poveri Francisco. Siccome il codice e scrino per
diverse mani, c con molla differenza "elli? iililiruvwlnrc t: nella
ortografia, cosi jiiiri-viLini Ir, vista clic fossero pure di diversi
autori queste prediche. Ma fattone un po' di studio conobhi
eh' è sempre lo stesso autore di tutte. E perchè abbiasi un'idea
del modo con cui sono dellatc, che a parer mio non mi sem-
bra di poco pregio, penso di trascriverà qui, come sia, il
principio i;ì.'1 primo sermone sul sagramento dell'altare, eli' è
una trndoiione di ciò che intorno a Gesù Cristo scrisse Lcntnlo
officiale romano in una sua lettera Ialina a Til-ei m impci-nierc.
lApparuil temporibus istis, etc. F. apparso in questi tempi et
. ancora si vede uno huomo di gran virtù nominato Jesu Cristo
■el quale e diclo de le Genti profelade.la verità et lì suoi
So MANOSCRITTI ITALIANI
«discepoli lo chiamano figliuolo di Dio peroclie resuscita li
■ morti et sana tutte 1 infirmila | e homo di statura menane
■ e spettabile et la sua lana e venerabile la quale a chi la
. guarda da timore et amore | lì suoi captili sono ad modo de
.le nocelle ben malore | un poco biondi rivoltati indietro
« alle spalle la fronte sua e piana e serenissima e nella faiza
■ non e groppa ne macula alcuna la quale e molto venusta...
-nuli e n-prt'iiiìmm alcuna nel naso e ne la bocca | ha fa
■.limila copiosa del n.lnre ile «pilli non lunga nei iiiruti
h biforcuta o spartila [ ha lo aspeclo siniplice et maturo co li
■ occhi chiari et lucenti | nello riprender e terribile ne lo
■ ammonire tutto blando et amabile | E allegro servata la
■ gravita et mai e slato veduto ridere ma pianger si | nella
■ statura e levato et diritto et ha le mani et lo brezze ddet-
■ tevoli ad vedere | nel suo parlare e grave raro modesto|
■ beffo in fra tutti figlinoli de li nomini, . Ognuno cui piacesse
paragonare insieme questo volgare col latino uvvedrebbeei
della esattezza e fedeltà della traduzione.
43. Considerazioni sopra diversi punti di religione;
giuntivi i Fioretti di san Francesco.
O.vU^ii . i:i É:.:'\i.-. ,| .].:■■ !•■.>!.'■ il 11. . <\i:-,il !<':■: riu^i li -ni.: . ci', di .m.jii:.
Hoc epos (così sta scritto sul principio di questo codice con
caratteri differenti da quelli , con cui è scritta l'opera , ma però
non affatto moderni) est idem cam 7283 - 7584-7189, «1 /ni!
compositum gallici afratre Laarenlio ordini! predicatoram Philippi
Audaci) nyii f'rnncoruw confessarli et dicci/alar lune cufjo fa Somme
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. &■
le Roj. Aalìo 1378 de isto. confettatili fit mentio ili testamento
Pelli Doris... in Vita 5. Lniliwiei 11 !.. Ai Cn.'i.je aUecla. Ciò elio
contiene- il presente codice, lutto scritto in lingua italiana, si
fa manifesto per quelle parole, clic leggonsi nel fine, e sono
le f elini:: : Krr-ìicit hlcr Ih a ijiatiiis. Amai, in iiuMu .';iVe ì;i;;i
i dieci comandamenti, hit i mi. aiwvliitimc si di li un inumare partì-
ruliinntnUi. F. da imi ijlieili si/jllissf i V E r. /i.vinn morliiìi i- i;JJ(>!; 11'c-
rrixint ; n.T-ffi uVemr il'1».-., r' ■/:■( irai 11 jliuiji i vii. (foni ;/e /o
Spirilo Sondo s come i ir ™™ ; <pm'ij™ri n riptr.io de i vii. p«-
i-iiii «urtniìi. IN 1 1 1 3 ;i in dirò sui pn^iy intriusico di quest'opera;
ma certocdiequcstc prime scritturi' italiane meritano di essere
sempre riguardate con molta revereiua. i' tifi tm'tierclilie miche
utile la pubblicazione.
In questo stesso codice, e per la stessa mano scrini, leggonsi
i Fioretti di snn FrimiTsi:!-: F, benché l'amanuense dia a veliere
qu.iif.lic imperizia o almeno negligenza nel trascrivere, pur mi
sembra aver da per lutto riconosciuta assai bella e pura la
lezione del testo. E credo che se il P. Cesari avesse avuto sotto
dee; li incili questo 101 ì tri-, [.di rivivili, ,1 drilli h pi rlcreii/,;! snpr.i
il te-io ri p<ir t;i r 1 1 d.i quella edi/lone. i:ln' in Vcne/i.i pnh'lili-
afoiic il Bindoli! e d l'asini r.nnu) 1 .Vili in li". V. poi eli1 j 1 1- 1 ■
l'utilità dee;li studio.: nincque ai sii;" (iainlin di ricopiare le
prime, linee si della edizione veiie/.iuim 10,'ifi. the della vero-
nese 1 Bai, darò in pur;' le medesime uonii- ;i ir fr.'C'iirj 111 qui sin
codice, le quali a mio parere mi sembrano più pure e più
chianti dell' ril;n; : d'i cosi san Fra nrc. co elessi! al principio
■ del fondamento de l'ordine dodici compagni professori de
l'altissima povertà.» — Lascio a'iettori far il dovuto con-
fronto. In somma io tengo per fermo che un novello editore
de' Fioretti di san Francesco potrebbe trarre molto profitto dall'
esame del codice prosente, il quale termina cosi: Qui finisce
ij MANOSCRITTI ITALIANI
il libro dei Fioretti di san FramsMon. Amen. Seguono di poi dodici
pagine contenenti il racconto ili alcuni miracoli del santo
ihfdfiimo.
7707.
fi/,. Trattato sopra il Credo, composto da Giordano da
Pisa.
( :.| :-|.ii-...p_ in fucili. .1 (lui- .■.] ■ . -..r.l'.^i l..nr!i , h- .ilo -, .li |.a|;mc !Ì:>.|. l' jli
A! nome di Dia ci.ìm pimripia il endice ; c delia \'eri/iite M: c
11 Credit il Ijtltlle full.- Il in id.jn: da l'iyl de j tati j-r: rVr" TI (ilei j-eeiUai
in Firenze Ialiti una qnareiima nel quale si contiene la nostra fede.
La .patte Jetle e utilissima a noi perocché la fedi e fondamento di
ittita li ìifttia spiritatile, ec. Kon trovo che il sig* Gamba faccia
menzione paiticuia re di ijucs-.u lungo trattolo, clie servì ali' au-
tore dì argomento per tutta intera una quaresima. E sì come
accadeva a' sani oratoli ili quel tempo, le cui prodielic ve-
nivano dagli uditori raccolte dalla viva voce del predicatore,
indi privatameli II trascritti;, lom pur avvi 'ime di questo trat-
tato, che bea sì conosce e per ciò die se ne dice nel prin-
cipio, f. pel mudo rou cui iu compilili'! a il-trctLo, non essere
stalo lasciato scritto si coni'.' qui k'L^e.si dal proprio autore.
Parendomi però [adopero le pan.ic. dei .Sa Iv iati ne' suoi avver-
linienti, Iti) Il, e. su) che questo lavino .-ia casa finissime!,
opera di parità, 1 di scmidLe Uvaiiulria, do il principio della
ciilnpilii/.ioii'' dui Imitai» iiinlesimn. onde se ne giudichi del
lucrilo , ed o'.:cui :y mio di pubblicarlo sappiasene quanto basta.
Incomincia così : «001110. La quale parola non e articolo di
*l'ede anzi e articolo degli altri articoli. Cosi dicendo Credo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 43
« questa parola a grande materia in se. La fede e convenevole
d e necessaria allanima rationalo som malamente daquatlro
■ porti, p la necessito : p io merito : p la granile virtude ; e
• j) la iri'itndi! cerliiuiìine. Prima dunque dico elio la fedo ne
■ mestiero p necessita o po no convenevole la fede ìichcHa
» ni! mestiere e rieressaria iti tutte le riHe, • E per ]ii[L<rj;i(>r
lume di chi forse crederi utile il giovarsene, do eziandio le
ultime linee del codice. Termina così i .Insegnati fare il di-
. giano buono accio elio tu meriti. Poi apresso (insegna come
• tu dei lare thesoro in cielo, li mostrai: le cose elio ti danno
. ini pili mie. n lari- quc-ld illusorii, lil iimstrali il unirli, corni!
• se de fare il thesoro come detto odielro. Dco [>rJitias. » !"ion
trovo pur ricordato questo trattato o quaresimale neU' indice
de' testi a penna dejjli A.Tiidenici della Crusca ; eppure i-eiii-
brami importante a<l accrescere il tesoro degli esemplali ili
bello scrivere.
7708.
/i5. Lo Speculilo ili (,>!« ti: opera del fiale (Cavalca.
Si rLi II tiioio .-II' iipr iv, per le «e^iicnii panile ; Questo libro
e spechio di Crnee depilati! per fiale dionnai Citar alca Jn l'ini
dellordine di lancio Domeniche. E termina il codice cosi: Putite
n'i'rijru i tannati:, spettai- ili l'.tt,ir fritto in i-olttuTC fhonvptìnln /in-
fra te Domenttlta Clairaltlta dn Pisa delltirdtìi, di saliti: ik.me:iit:h:.
Amen. — Quatti libro iscriue Piero di Jacopo Pintegli a hoaort di
Dio e della Vernine Maria e dcllarcantfiofo lìaffaetto. mio imH>.
Amen. Io non so se alcuna delle molte edizioni che furono
pubblicate di questo nostro testo di lingua, sia stata fatta
44 MANOSCRITTI ITALIANI
sopra dei codice presente; intorno alle quali edizioni rimetto
i lettori a ciò che m; ilice il eli" Gamba ai n" a5i della sua
Serie lesti ili lingua. Credo a buon conto e conveniente ed utile
trascrivere, come qui stanno, le prime linee dei codiai (che
ni verità sembrami pre7.io;o nulla sua lezione) n line i-|;r idi
.-ludiosi della nostra l'avella posano instilune i confronti e gli
esami opponimi ; o io stesso si gf damila eli' ebbe a consultare
111:11 suli 1 li' vi -cj-.il ii- 1 il iv.ii 11 li . ma altresì al ni ni un in- hi rodici,
(lari il giudicio suo anche intorno a questo. Reco per tanto il
comi nei amen Hi dell' opera. .Narrai! santo Vangelo d sinu-
. alli suoi sui certa pecunia colla quale dovessono guadagnare
s e ad uno diede cinque talenti e ali altro tre c ali altro uno.
• Et disse a ciascuno rie inve.stis-se e guadagnasse ì talenti in-
■ fino alia sua tornata. E tornando e ricercando la ragiona
■ ileilelli talenti cumossi. ■ ce.
7709.
46. Il libro elle eliiiiniasi : Fiate ili virtù.
Lecitisi in' 11' ultima fu cria del ci ni in; i|ui;s1e ji.iiule ; Vitato
iftu-ski iihiv ad honore di Dìo et di sua maire— -in l'anno (475 a'
vii. di Warto. tifisi preziosa operetta qual" è rerlaiiiente il frarc
dì virtù, più volte pubblicala colle stampe, non si vide mai
scevra (V errori ; e specialmente nelle prime «li/ioni, che
vennero in luce in Venezia, in Yic.ciiv.a, in Bologna, in Tre-
viso ed in altre elmi dell'Italia, lo non dirò clie ijmilclie menda
non si rincontri anche nel presule codice, ma non dubito
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 46
altresì dì affermare che s'esso fosse slato noto al Boltari, vi
1' avrebbe studi. ilo e i;uiLsuli.jt.j con mollo frutto pi.']1 la romana
sua edizione elio pubblicò l'anno 17J0, edizione c.htj cerio nel
merito ilei la le/.ione e. su umori' a [ulto le altre, l'enso quindi
far cosa grata ajli studiosi amatori delle nostre lettere col
trascriverne qui alcune li ■ quali 11 raso svolgendo il eudiee
mi vennero sotto degli occhi , a fine che potendosi fare per
dicendo, che volendosi ristampare ipu-sto losorcilo ilelia nos-
tra IjveHa sarebbe assai util' 0 lorse nrii'ivin'i il consultare
il codice presunto, IVr tanl» alla pagina 'j' leggesi cosi : • Lo
«quarto amore si chiama innamoramento 0 Vito dilettami : vi.
• è di tre maniere. Lo primo si è amore di conciipiscentia. ilie
iè quando loliuomo amala douua perdileclo che volo da essa
■ et non per alLi'ii, eotoe latino la maL^iore parte delie per.-nn;-;
.fit la ilili-Llau/a ili questo alunni tillla è nello corporale
■ ledo. Perchè secondochè proya santo Thomaso niuno ama
■ mai alcuna cosa se uno per lo bene elie inde aspella di avere;
• et ciascuno amore muiieue elle sin con delectntinne corpo-
■ rale,> ce. Tengo fra le unni ima bella e rijiuSutu cdiziiiuc.
moderna di quesl' opera, nella quale, ricopiandosi al solito [e
altre, leggesi cosi : Il quarto amore si chiama iniiamuramealu . 0
veni LHTESD.if/i. (Capisco benissimo che una abbreviatura al-
i]uautu strana può essere slata la cagione d' hileiprtifine e quindi
scrivere <rdcni!anza in luogo di dilettanza, ma non so darmi pace
del pi'i-elié liilvolla si p i-eli ■ii.e.,i ioliiidiirv una mei' rlie nienti-
Ila che fare nel proposito piuttosto elio lasciarla in penna; e
mollo più nel e.-iso nostro ehe pini (arsene seni,!, nuli essendo
che una spiega/arine della voce in a rimi.™ mndii, spiegazione elie
vico subito dopo per quelle parole ; Lo primo i qnanilo lo /inumo
i& MANOSCRITTI ITALIANI
ama ia donna per diitcb). Ju sono ccrtii-imo clic \iìì Acc.idc-
111 ì ci della Crosci avessero potuto consultare questo codice,
adi esempi ti si 1 i cu.! nuda voce ililrìum:u avrebbero aggiunto
auclic questo, e quindi poi omesso quello clic ci danno alla
voce intendenza , tolti. appunto nel dello lungo dal Viarc di virtù.
Spero che i mici lettori ne converranno,
7710.
!,-,. Consigli spirituali del P, Antonio Francescano.
Lesesi in £"1 principe) (!cl codice : » A! magnifico ronsor-
■ valore et cavalieri lenerahdi ei fievoli Cittadini ilei lìorgodi
■ Saocto Scpultro frale Antonio professori» del ordine e regola
■ de frati minori manda mille saluti cuoi pace sciupi leena.
• Avendo io fallo alcuni sermoni in forma di predicanone...
■' i-t predalo io ila la ìn.i^^ioi- pan.' di' li Cittadini principali clic
N io per opera ili cai i1.ii ci ma '-■.imi' per uliliui ci salute de le
■ anime me digiiamo mler solili lireve epilogo et compendio
«in sermone vulgarc componcrc et scrivere li cnnsilii di sa-
■ Iute... io come sili ini lido ili -a: i-la ir ad n;;ni sa lieta et liunesta
- jietidoiiii el domanda, « ee, ce. Si conoste per questo modo di
scrivere, e per la sol tose ri ri™ e. elle riporterò qui appresso, clic
ii detto frale Antonio era al suo tempo tenuto in grandissima
estimazione; ed io penso dio non già a superbia ma a vera
seiuplifllà evangelica nllcilmirni delibatili alcune delle -o-
praddeMii parole, le ipiaìi coi wvii 150110 pi'o pria melile al pas-
tore riguardo al suo gl'eie, Kiniscc il codice in questa guisa:
fa/ilicil lilier de caiisìhis 1 wraliilis in I .'/irtiiu patrisfratris AnlQnii
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 07
de (qui fu cancellato il suo cognome ) ordini* fratrum minora»
ad honorem et laudari Dei omnìiMuuii, «<■■; ivj» , de, eie. : qaodcom-
pìelam fmt anno Domìni a nativilate millesimo qaadrinqenlnimo
JiUYJf/fjR'i'i vyi.'n.'if i :.-i,'i .';)■'< r.'n.'j i pvr mi- ìiìrrnijnin de Saxonia die
et mense predici», eie. Paro die il frati: Antonio scrivesse nel
secolo 11V, poiché quiiiiiniiqno il Ritardo die ne trascrisse1
l'opera abbia forse inolio faticato por ridurla il più eh' ci poteva
in vul^n'e pii'i chiare- e -covro do' ooii'.ioiii hiliiiiniui ebe molli
de' nostri scrittori adoperavano a quel tempo, pur ne sono an-
cora non pochi (li per tu::o il codice, clic lcj:f;eii quindi non
senia stento. Sembrami però clic ridotto ch'ei fosse a buona
dettatura, ciù che non sarebbe punto difficile, potrebbe me-
ritarne la pubblicazione.
7711.
48. Spiegazioni del Vangelo.
Questo codici' noi la prima pelimi porla il titolo di Leggendario
de Stinti, ma benché di alcuni sunti ■: Aiuto ledali visi lo vite,
pur queste occupano la minor p; r:o dei volume, il quale con-
tiene principalmente la spiegazione del Vangelo incorninoli è
in scrini) ila tutti 0 quattro [rli cvaiio,eK;ti Tonnina il coilioe
nel modo seguente : Lara sii Dea, gloriai/. Xìo Domino ara. Amen.
F..ri;ì'n.iS ir<i<:mi s<iiivl„v:;ii ó'f'rof; U>inin- ,;et..-!!mtissimiE domina
ilapcrme keclorem marmimm de Agr.ta
indltjnasìmnm trrra.11 sua: lU mirv.Umii-, su!, iiKTia t),imiwm hiuir-
natioriis miilciòmifnntriceiituimo lecinageiimo quarto. Non parvemi
ili ritrovare in questo codice, né quaolo agli argomenti che
MANOSCRITTI ITALIANI
vi si discutono, ni' quanto ni mollo mn cui vi sano trattali,
ne quanto concerno ia nastra favella, tosa alcuna che meriti
li' sollecitudini de" teologi r ile' letlerali. Quindi non ne dirò
più oltre.
7712.
/io.. Antiche operette , e iej^mdi- (li arpiini'iilo religioso.
Cartaceo, in dn. carnieri li- ili .■ nnrri . . :li.i- i-.ilonne, lettolo il*. hen
.Sì da |iriiir-i|iio ii questo [im'/.Iiimi codile con le .svjimiuli
parole : Omini-in In Vita de In beato sancio Geronimo et lo transito
Min san nuair: et h miracoli clic Din (ne per essi. : et come apparse
nxmete, Augustine, et a lo Veseoco Cirillo: et come manifestò la am
sanctissima gloria ri loro, ce. In ili in cornili eia cesi : .-. livemnimo
iti fu figlinolo <lc uno uomo clie liavea nome Eusebio, et fu
• nubile Iinonio; ri fu naie, de un casli-ìiii rlie si liiiamaia
■Stridono tra l.laliualia ni l'anuniiia. Kt. essendo lijeroilimo
■ fanciullo .si andò il Rollili i:t fu |>iruaiiienle ammaestralo de
ìc letlcrc irrsclic ebraiche e: latino, ■ ce. Dopo di quieta vita
di Siili (iìruliiiiii), scrina prr la -Ir.wi iiiiino e uii'operolla l'Iu-
rta il titolo SCgucnlc : Iic i/'it w,- (ferii.-. ■■■,:iynl<i.<.i,;hi; c.nintr et -or
para : introducilo et producilo inlec.itl inidilationìs. io co tenere il
modocke tengono ijodli II r/Wr lonritnno alimi, ec. E in fine ili
i's.-j opere LI." lesesi : i Dea si-iilij!.. Amen. In ho ìr.lslal.-j ([iicsl.i
■ liislorla. Dipo eli' io la trovili in uno filini aiiliquissìmo cri-rio
. dir bavea più ile anni ln'r.-1-nloi.-ln - f-i-ii scrijilo: li1 quali- bi-loria
.inl.i •iplanaint 1 1 ■ r- ■ in annoi, si,- 1 ivi la Ir [ li mi ini Millio.l ..x". ■■
Traila quesl' opera ( clic chiamasi Meditazione) della vita di santa
Maria Maddalena , la quale , si come e manifesto por le sopra
riportata sottoscrizioni', fu sellila in latino, c did traduttore
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. àg
scrini per la stessa penna, seguono i Soliloquj di Sant'Agostino.
Qui tori) lucrino li Si.l U i . [1 1 ì i <!'■ Sjìicto A l : 1 1 7. 1 imi et prima
■■ Iti prologo: import Locelió Irn (ulti li divini libri dio si trovano
» lo libro ile li SuliltKjiij de Salirlo Angustino me pare ile sin-
■■ ^liLir doi olionc ti Ilo pinsj'.o ilo i tlp;:ii-i/./a:-lu, r ce. L torni in,.
■ fetta in secala scculorum. Amen. Esplirit liher Soliìoquio-
per la Slesia mano e la s lessa ortografia, eonlengoiisi lo oporelte
sepirnti , dello quali L'ascrivo or, mi: vi pi leggono i titoli.
I" . Queste sono le un. revelationl clie revcló la Vergine Maria
■ ad sanota Elisabeth, per le quali fu perfeeta amica di Dio
■'nostro Similoro. 1 li" i- '.hieslo '■ lo scrimino olio iVcfi snnctn
■ Bernardo ali uno elle volea fare penitenza : per la quale de-
■• ventò Siro: ride a ni ito (io Dio rostro Similoro. '■ 111' l'i 11 11" operolli
di santa Catlcrina. la quale incomincia cosi : • Carissimo parile
■ in 7\ irj dolce Jesi!. Io Cailiriina sor, ,1 ri sellini a ri olii stivi ili
i.lesn Clirislo. Scrivo adunque il, dio profuso sangue suo con
' desiderio ile ledere In Um I lo Foto ili- In Spirito sancto », et.
bi lormina ron queste pai olo : < Altro nmi 1I100 imianole 110 In
. sta et duìce ililettione di Dio Xfo dulce Jesn amore. . IV" Ed
Francesco d'Assisi. 00:1 Li quale lioi.-oo li mìmne. l'onso elio
i nostri aitialori dolle primì/ie rlidln volgrir l'avella trarrebbero
buon costrutto risii' o.s.:ri;o dol prcseiilc iodico.
MANOSCRITTI ITALIANI
7713.
5o. Vita di san Patrilio.
li iil,.<hii. in f.:lo idilli, ì 1:1 1 li ■ .m! . i.tmllnv •'■m'.<'H':- i. mv.mii IV. I .r- 1 1
PaiinlitolarsiqaestocodiceiVitffoLe^andadisaii Patrhio
ratiere È si brutto, l' ortografia sì binarra, le abbreviature si
insolite, la limone .-i con 011:1, 1 l ■ : ridiii.'derrbliesi £rai] tempo
ni altrettali!.! pa/àrim, a jioter trame una copia. D'altronde
iu-ii hml~i. li-i" i.i 1 ira ili H'uper.1, la poca abilità il, -Ilo
urrittoriMui pare, di'.' il tempo u la fatica sarebbero male spesi.
« In questo loco Fermio le Ir tv ut la di; sa ceto pa tritio 111 iiiquetu
« inolio facto nel suo piicipio del miscr santo patritio «narra
■' h storio ilo salirlo patnlio, » re. ce. Cos'i in comi!) ria il codice,
e gii r*i avviale il letture por queste primi; lineo rli ebe e come
si tra:ta. forse soll:m!o idi slcionliiinij , ;in;i ili-ai acuiti mi-
racoli, che vi ti raceoiihno posreldiero intrattenere, se non la
devozione, la curiosili1! de' lellori. lumia ÌArn sii luta Xio; cosi
termina il volume, e noi pure facciamo fine.
7714.
.il. I Fioretti di san l'Yaiircsco, giuntovi un aulico viaggio
ne' paesi Orientali.
i;arl,n.:i.. in 1". .1 ihir cito"»': , ci™ I Uii M in i;;ii i i: i . <i iot.j \r, di ouiEcien le
« Al nome di Xto crocifisso et della sua gloriosa Madre
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. Si
. Vergine Maria. In questo' libro si contengono i certi mira-
■ choli del glorioso poverello di Xto messere santo Francicsco
o esposti diilqminti simi e pagni. ,\ui«n. « Cosi inr.oinin.cia
questo codice, il quale termina con le seguenti parole: Qui
fauste la i.'. ri. la ki)\-:n-ìti il-.' i)U.n-.s.a misuri- .snnl'.- l-'r-u-.r jr.se jurii
Oli filili inaili .'7 pi .) (issi «in i le sia. fa- ,- in-i 'in-iicnj'i innanzi n Cristo
benedillo. Et da lai sia a noi falla graffa di saltare lanima, ce.
Benché ne' registri dulia biblioteca abbia altro titolo, pure
conobbi nidl'jiliro essere questo codice ebe una ripetizione,
salve, alesine pìccole illutazioni, de! codice coiìtcricnlc i ì'ìi.it.Ui
ili san /'Vjrjirrjn. ctiilii giiiiri,! in l'ini: dr.' ini;-,ieoli ri' i'ìs.i santo,
sotto ii n° à3. — Ma altra opera, scritta però per la slessa
inailo, comprcndesi ird jircfeiili? codice, i: ni; tju^.-ln il ti-
tolo si clinic risii lo Inscrivi! : , il filini del Ih peregrinatione
° di irate rinlialdo dcìlordine de frati predicatori e in qui- io
■■si contengono tolto brevità parlando tutti i lesini e le leggi
• e io proviiicie e gli ordini e le sepie e le rcsic e le maravi-
. die le quali :o trova: orile parti di Oriente ;sruo che i loti
, i ipnrli volessnrid p'i'iirl',i,i - :.ilie:i p: r ',, .sinore -li Xto e p stc-
crescere la Fi/de \hsi -appisolo rpii'llo che si Ioni fu mestiere e
elle in VÌSU1 si union™ essere stala Mu-itlii qllest' opera tuo
liuooa fmle; in -lice ri (hi, che le brevi notizie clic vi si danno,
benché non lutti: nuove dopo tanti vi.i^srj die sono stali felli
in quella parie del mondo, pur sono tulle pili o meno di
qualche importanza; la terza, che sebbene non sia scrina in
modo da poter l'arse ne gran Indi', pine con molla Ijcilit.'i po-
trebbe ridursi a buona dettatura. E forse sarebbe gradita la
Sa MANOSCRITTI ITALIANI
|nil>l>lica?.ionc di questa operetta, ia quale non abhrncda the
trenta colonne dì scritto.
7715.
■ti. Le Vito di Gusii Cristo i: di S'M' MjiLìIqIì-iih, con JÌLiv
leggende,
l.hrbu-'- in Ii.-Ilmi l. ilj!' ci-] jiljIi'. i 1 1 r,- ; L-.-u il L- h;.il.:i, Liti spillo iiv.
Unii (ioni: il presente end in' in vi la iti (icsi'i Cristo divisa iu
molti capitoli ; indi distesamente la vita di santa Maria Madda-
lena; mi appresso viri-.; legende, ili san La Orsola, di sari Glo
Italia, dì filila lloroLea e di santa Menta, con la quale linisce-
Il volume. Peccato eli' l'i manchi di multi fajdi nel principini
La vita della Maddalena e pre.eedulj da un lavoro poetico in
lode di essa santa, del quale do qui un saggio, poiché panni
essere un lavoro de] quale inerii! [".irsene eamor
Lavando i piedi dia lavi
— Legata eri si forte
A pie del tuo Signore , t
Digiiized Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .lì
■ divina andò a stare in luogo molto diserto. Et quel luogo fu
■ facto pei- le mani dolli Angeli. Et stette che non fu psona
« clielLa conosci'»!- por trenta anni. Et in quo] luogo miri ora
■ ne aqua ne erbe no avWi clic jiolossero ossero a sua oonso-
• lalioilC ; accin elio si r>i;ni! Ics lasse olio! 11 K Irò rode oq itole c::il
■ Cibi celestiali, i tx. Por l|oesli piccoli n ;;;:] v odivi uno l'osi gli
slmlicfi a lor agio se lo vile e lc;;-oiLde comprese in questo
codice corrispondano a quello, clic stanno nello Vile de salili
Padri, eitato nel vocabolario degli Accademici della Olisca
77153.
53. Specchio della Croce.
Curari"', il] Inaili, ;i UiiL- intontii', rus'.kiv ([uhm lamio. m.',.iii[, -iij |.liv
I ]jLÌni.i|iio duljifcolii uV e forse intuì finire del un", ben conservalo.
Sono il sopraddetto a" 77 1 .Vò inni unciniti questo codice si
corno con lenente la h;,t ili Htm i.V'ff-;; ma noi line, come ve-
dremo, e come pur risiilla dalla lelluin stessa dell'opera, è
aperta nenie dichiarato esj-ore (ruc-tu sevi Ho Ili Sputi,!:- . ii 1 .1
% 1 1 1 J a però Ila eh'1, lare ii prosonle cooioe con I nitro cb*è ri-
trascrivo il principio, eh' e questo: «Inter Inltre verbi che se
■ narra do sia Cecilia verdino si 0 questa gradissimn 0 l'olla
veitn eiii e elicili pollava -empie lo evap'Ho di \'..u ci -li- lo
• nel suo pccto e 0 quesiti =;: deve cussi infedero cose più
• devate de la vila ile .\to elio se logorio nel suo slo evaoolio
■ nel quale pensava di e notte con tutto ci so core et spirituale
« lorvorc et colo pillici ione, » oc. Uopo due 0 !rc pagine di pro-
logo comincia la vita di Gesù Cristo, la quale « scrina cosi
come abbiamo veduto nel piccolo saggio, che ora s'è dato del
SA J1AK05CR1TT1 ITALIANI
principio ilei codice. Ed i" lino sì chiude Top™ con queste
parole ; 'Or heue ad ti rtq ut: i [in-.-iUi opera e elicla specchio de la
-croce ini pere io clie Xto in croce ne mastro la stia pci-fiictioiie
■ io quale jp suo eiemplo devetuo assoni In re. Kipìicil opus.
■Deo gratina. • — Forse cbi compose questo scritto volle imi-
lare anche nel titolo lì (lavalra. Orto è ehe può essere opera
molto opportuna per lo studio della favella.
7716.
5A. Prediche del padre Toledo.
Cirino». in IT, caratteri toocti. Meato ITI-, di bum coMHYutotte.
Prediche del liner. l'vdr,: Tn\,i!<> jiiiic ttlh prcxnza del l'apa, et
Cardinali. Così incomincia il codice. In qualche predica è no-
tato l'anno in cui il Toledo la recitò, si come ptr esempio in-
nanzi 11 ipn-llj ili.' 1 )■.-.: n le paiole ili Cristo: (Jais et militi arijuel
me de peccalo? leggesi cosi: Predica, falla fanno »dlxxdi. Non È
a mia notizia ci 111 (piesl-.' nir.ilir.lit .-ieno itale posi e allo stampe.
Ne ho letto alcuni tratti qui e là, t: a dir veni rimusi maravi-
gliato cerne in ([nel knipu, nei quali; pressoché tutti 1 predi-
e serietà di' è loro comandala dalla natura medosimaidel lor
ministero, in questo prediche dei padre Toledo nulla si rin-
eonlri clu; niictidtr po.ssn l'II orecclii i più 'Muli e nuiil'-Mi pur
il' 111: ridi, li perclie si sappi. 1 .sltivsi coinè smisi esse scrìtte, ne
rio qui un piccolo saggio che ho tolto appunto dalia sopra ddetla
predica, nella quale volendo l'autore provare clic i (niidei
non credevano in Gesù Cristo se non per malizia ed iniquità
loro, dice cosi : «Per una di tre ragioni non è credulo quel
• che uno dice: 0 per mancamento di colui che dice : 0 per
DELLA BIBLIOTECA REL HE. bb
* mancamento di quello che dice : o per mancamento di clii
■ lo ascolta, ■ ee. — Svolge la prima di questo tre raduni
sì;.ii ideili di fhi parla; [a sei-onda per ir: falsila che s' iri.%e«iiii!n>;
e la terza per la Mila malizia ili chi asolila. Indi segue in questa
maniera: • Vediamo .".desso anni: Xto convince li Giudei; » e
jirm.i die 111)11 viiLidi'.iiioi'iedi ri.' n.'il,-: sua iloUvìna «din per ma-
lizia ' il infedeli.:'! limi. Guise.!- ■u/.r..- /ri.ycr-l ni-.' <!*■ iiwuta'.' kc. ludi :
Si writatem 'lieo . ce. . n cuncliiude colla l'orza la più chiara del
erano malvagi per se medesimi, lo non diri chi' tutti questi
iliiior-i possano menlare la luce. e. massimamente a' tempi
nostri, ma dirà limisi essere desiderabile che da' nostri pre-
dicatori ne fosse imitata la semplicità, ch'i la qualità ]: ri ma ria
ed essenziale del Vangelo. (Veggasi il codice n° f>G.j
7717.
55. Prediche del fiate Girolamo Savonarola.
Ila i. Ili | [..'-ilii ii-.^lia. ci:-.ill.:ii ■■:ia:;.-i I.ll , .."il \, . .Il |i:i-:iii' mi... .
bto commutò.
È il codice scritto con un carattere sempre uniforme dal
principio al fine, ma egli è si minuto, e le abbreviature cosi
[requisiti, die non può leggersi l'opera sen/a milita dilmo'ia.
M.so ('(.ni tieni) li' [irvi! irli i- ili'l liuim-o Irato liiiulaiii'i Savonarola
ili Ferrara. Sono precedute queste prediche da due prociii].
l'uno è di un frale Luci Bettoni fiorentino dell' ordine de'
predicatori; l'altro di un Lorenzo Vinnoli notaio pur fio-
rentino, lo non farò parola alcuna intorno al merito in tri usici,
di queste prediche, poiché di molte altre opero anche italiane
di questo scrittore se riè gii dato il giudizio. Noterò soltanto
56
MANOSCRITTI ITALIANI
clic a' jiiar-jrinì delle, sc.rhlo il trovami qui e là ri?' pjssi latini
tulli or dal Vii n^iil, invi da srri Uni-i el assiri prolaili . e clic vi
si rav\ isano assai opporlii Memento ridlucall .si colili: in confer-
mazione di ciò, cliedice il -Savonarola nel curio della sua predirà.
7717".
.16, Contini in zi "in' delle predirliedc! padre Toledo, puntavi
una predica del Monopoli cappuccino.
\ i-^gn.si il codice ti" cui quale ledisi ipicsln, clic ctlll-
tii'ii!' hi |i.i:li!.'cci.nnl.i di IL' j: n. li ci unici padre Toledo. Forma,
caratteri, e tempo in cui in scritto il codice presente, tutto
corrisponde all'altra, che contiene di esse prediche la parte
prima. Incornine, ia questo con le predica .-opra l' in cara azione
ilei libinolo di Dio, e lei-, -si nella prismi l'ardii (piiiulo ,c;:m-;
Concioni hiic itjnj'nil PituinuvUt mia aliif Theohtjis CfkUrrimis
in Asia Conslaulimi turata i.iinjuriv sm°. Sono pure in questo
stesso codice alcune, cosi ivi riette, tarmile, die d'una o d'altra
predica del Toledo andava facendo qualclie suo devoto uditore
a religioso a .seco In re ; cii'i che dimostra di' egli era un predi-
catore che godeva di una prende ostinazione. Ed egli pare al-
tresì, die l'ossero pur tenuti in pregio i .sornioni d'un Frate
Miiiiopoli cappuccino, del ipiale è in line del presente codice
la Predici dulia pattume di N. S. Gesti Grufo delta dal frale cap-
puccino Monopoli alla pranza di A'. S. Clementi VIil.d £io. Car-
dinali il limali sai/lo l' ntit\n i "iip. Tìenclió lo scrivere di questo
riqijiotf.ini.), quali t' è alla eh^.n/a. sia un po' inleiioie a qu.-:ìn
del padre Toledo, pur quant'e alla evangelica semplicità del
va cucia me n lo I' ,i^L!-i.-:Hia. e l'orse il vince. Do, poicli'è. breve.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 57
tutto l'esordio eli questa predica, il cui argomento è della
massima importarmi. Incomincia così ami' era il costume
d'allora: ■ Proponilo. P;i»ì<i Dniuiui im.slri Jcsn Cìirisli. Tre
i cose si con Ini punti in quesTS iirtvi parole : Pascione: Cristo:
« et unioni; li ìi ipifsln due. Pastinile ut (! risld mimo due cose li;
■ più contrarie clic si postino imnin^ii.-.ii'. Che ha da far
« Cristo con la Passiono, che n'ò più lontana che non è il ciclo
■ dalla terra? Cristo figliuolo ili Dio? dunque gli si deve gloria,
■ onori;, jrrandczic, ridili, ! icneumoni. Pa-sionc? ilmn|ue e
■ pssiouc d'uomini, e d'uomini elle haimo in se colpe e pec-
• cati de' quali è propria la pena. Gran cosa Insogna dunque
■ che sia stata questa che ha unite fra se queste due cosci
« Bjij;ioii,;i-ò nulla prima parte delle due prime, nella seconda
■ dello Amore, ch'tj ;l,it<j luulo pulente- in Cristo clic lui unite
• queste due cose tanto contrarie et lontane tra di se. ■ — Questi
due codici, cioè n' 54 e 5tì, contenenti le prediche dui padre
Toledo, sono stati di proprietà particolare di un arcivescovo
di Reims in sul finire del secolo su", come leggesi nel prin-
cipio del codice presente.
7717 ''*.
&7- Tutte le Prediche del padre Toledo.
CarUcto, in i", caratteri conivi, il! pginc Soo, scoilo mi', di buona
Contiene questo codice ciò tutto ch'i nek'allro sinuato
n° 54, e nell'altro pure col 11° SG, vale a dire le Prediche
del padre Toledo; intorno alle quali puù U lettore, se cosi a
lui piace, conoscere ciò che s'È detto nella descrizione di essi
codici contenenti le prediche stesse. Se a taluno però cadesse
58 MANOSCRITTI ITALIANI
in .Kiiiixi di L'i; .'.iti;,; '[ualelieduiu!. io ]n Lerci ad atte-
nersi al codice presente, clie certo è scritto pii'i diligentemente
e pili corre IU me il le. degli allri due.
">K. Discorso di Tommaso Campanella contro i Luterani,
e contro i Calvinisti.
Discorso politico cantra i Luterani e Cufoinuti £«a fera reti-
li discorso clic vi si contiene è ridotto il) un dialogo Ira un
Girolamo del Tufo ed un Giulio Cortese, ed è dedicato «
\lm.'iijimr Vmorn il' Aliami f'.aidm a!,- d Irsfamlriao. — Per ragioni
naturali e divino, e por Is storie si dimostra in quest'opera,
ilio i principi dell'eresi,! luterana e calvinistica, per necessità
della loco credenza Mino <> diventano tiranni; i loro pupoli
sediziosi; e certa la loi roviiiii filiera. l'I di pili ni sngKerifce
ij modo, elio l'nif turi- dice c.^ore s/inlila, fm-ih, ni rjfuu:e , ili
■■..I I m I" L e- li rieini 11:1. C.:o ci li' ila di iiin^.ilii l'i qit'.'ii'.;; cui ice v. limi
I i'iter.1 a n Ingrata ilei ( !a in panel la , che sia in line dei volume,
e indìritla: Al limo, l'ir l/iiesfm F. Alh,rli> Tnajatjliyì; di' l'rt-
Jinttori, Oimissari^ ihim.vitìi-! ,■(■■.' S" /■ .ij (,'; li/iimi. Incomincia
la lettera in questo modo; « Conveniva , clic questi) mio primo
d:!.rii:'S:i l;-".0 ileiiiciito :i]i"llli[;(i. et i'.iiinii. C. mlin.de Ak'ò-
•sandriim per le ragioni nella -.ini .illegale, ina non andar, a
■ Ini senza passar per maini di V. S. . si perclié ella feee ufficio
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
■ di pietosa madre con me presentandomi fi rai'foinaudaiulunii
■ ad esso lllfiio. Padre colmine della tira religione, sì pcr-
. chè, ■ et. È scritfa questa lettera di S* Subii*, a din. Dicem-
bre ]595; e vi si parla appunto della presente copia .lei dìs-
sopraadettb. Nella raccolta di Lettere mt&b di «omini Mastri,
pubblicata in Eircnzc gli anni 1773-7!), in line volumi in
per npera e studio .lei aulire Angelo Eal.ro.ii, meritarono
pur luogo alcune lettere del padre Tommaso Campanella, au-
tore di questo discorso; esosi attenesse la promessa già fatta
'li f 1 n ! ! È 1 1 1 1 l 1 ■ un ler/u sul .' , fnj! n '! ibi ' ri ■. al ; n ■ r;i :! novelli
editore ,ì questa llildmlecit ri-ale; clie del medésimo Campa-
nella, e ri' altri pur in quella racrolla compresi , ed inedile,
|iuà dirsi ben ricca. Questo codice intanto È scenramente ine-
dito, ami tra gli inediti il trovo registrato anclic nelle addi-
zioni, che sono state falle iilln biblioteca napoloiana del Toppi.
.rj[j. Uietirdi politici di Lelio .MiiM-elll.
\: dedicata qeesr' opera del Carrelli .1 Cosimi! ^i an duca ili
Tosca il il , f le^ge-i in sol pei oc i pili ile! pri voi 11 ine la de.
diraloria, elie indirizza l'autore al gran duca. Dopo la quale
■■elle lisi ie. le Lie.e ::er:lle 1I.1 L.'ravi e. Janit'si :cr:l t-jii di si cric
. cavarne avvcrlìmcnli e ricordi da servirsene in tulli gli affari
■ di considerai io ne, che nonni) accadere nello ationi umane po-
• li lidie ■ ce. ce. E più oltre : • Sono 1 11 Ili questi avvertimenti
DigilizM Dy Google
60 MANOSCRITTI ITALIANI
«e ricordi fondati sopra particolari ^Ui accaduti; ni di mio altro
■ vi si ri-'ouaa fjiCjio, clic 1' applicazione ci. ii dorimi, ■me. tu-
li pra cosa da svilirsi o fuggirsi. » Dopo questo proemio segue
la tavola dei Ricordi, i quali nino lutti indirmi al principe, a
line eli' ci sappia come lime condurre se sfosso, ed il governo
de' suoi popoli. Kon so su sia mai stala data rilli' slamili; questa
opera (della quale, come vedremo al n' G4, non ne compren-
dono questi tre volumi elio la parie prima ) elio sebbene non
sembri scrina, quaul'è alla dmono, da mi gentiluomo Sa-
nese, pur contiene alcuni*. odiisidiTa/.ioni , li* quali mentano
veramente esser lette e ponderale; sì come per esempio il
capitolo nel quale si dimostra clic un principi' potrà regnare
tranquillo auruiclié jivc.-i* qualche calliia qualità 0 fosse di
poco valore, ma di sten il esse da un principe valoroso e che
lussi*, stalo in multa graiia del popolo; ove pel contrario non
potrà durare so non con grandissima dillicollà nel suo regno,
beoeir ei fossi- vaioloso, ma soffri lesse ad un ^cniLorc ™u avuto
in oiliu dalla najioue. In tutti questi ca|iil.oli pur tallio, co-
muni pi ; senile, pur lo riodo semluaiii: cui: Irne:;; ridi.; lui Ir
scrittori non sooo stati' |irupnslc sello quel pillilo di vista, in
cui le propone il Marrclli. Non vcnneuii fatto di trovare di
questo autore menzioni; alcuna ne' nostri bibliografi.
7719'.
So. Lettore di Lorenzo Magalotti.
Lettere Jnnuijti.tr '. in mah riti ili i-:litiiui>.i del ccnli !.:ma:ti Ma-
ijitUli Ciinsitjlic.ia di Stata ili sua Aliati Retile il Gran Duca tli
DELLA BIBLIOTECA DEI, RE. Oi
'i'iuntm. Parte primit. Cosi i': intitolato questo codice, che la
Jiibliotrca muli! clihc il.i l'ircu/.c l'unno 1701 , si come risulla
(la una noia, ch'i sulla prima pagina del codice slesso, e
dice cosi : Entoyó de Florence cn 1 701 , par M. L. D. L. — Il
lettere, fu scritto, secondocho scorgesi per la dedicatoria del
Mn«iilo!-:i li ma veliche Cario Tcodoli, J'simo 1(190 ; e fu scritto
con tanta ddi^i'iiy.a , chi si linda in-ln^ralìa 1: niliile/ta, eli' io
noulio diirtcoltà ili eludere L's.-er questa la copia medesima, clic
fu mandala in ilono al siipi-aiidell'i mn ivm.se Ti mi eli. ila in-
torno a queste lettere, elle, come si sa, hanno per argomento
l'Ateismo, rimetto il lettore a ciò ch'io ne dirò nei codice
n' 56i.
7710*.
Si, lustrazione del do:lore l'asipaìout sui processi del
minami t li I ■liliali' di-'h, lii'/u':si:i<,nr.
Cartacei, in i*, carall-:ri nu-l. i . "ini mi e. ili !jliuuii i-nri;,-i i-iniiku,-.
Il codice incomincia tosi : llreec: instraltioiie generate per fab-
bricare li Processi nelle nin.ii' spinanti ni. Trìl'imale Jelk S" ìi.ijiu
sitimi': di /iu'iin, rvWT.esfa li::! li- -. I.h:t (Ho. /Viene !(,;.'! DaUwi
dell una e l' altra leipjc, e filiate del iia-i!'-siiir> Supremo Tribunale.
Nulla io dirò intimo a questa instruzionc, lasciando a
quo' lettori, cui piacesse di conoscere come si fabbrichino 1
processi riellc emise spettami al romano tribunale ib lhi in-juiudunc,
il giudicai* del mento ili raso lavoro del i'asqualoni.
MANOSCRITTI ITALIANI
rutiic lagosi nella primi, pagina : hstrattìoni <W <.'««ipm-'««
CnJaireje a In Manti & «e Caitoii'm po' amVar atta mannrefoo
unitcrsalc. 11 personaggio .il ("piale sunti ini li ri Uff quesiti histra-
/inili , ci Hill] liaslil il poter dedurre, M'Ii/.l leggere 11' seri Ilo .
.1 l'ili il fiale (.!ai]ip.l(l('ll:i VOlTrllllC (btiv t.i almeno |ires:igili'
la monarchia universale. Mou san petti discaro, come credo,
a' lettori, ch'io h'anscriva qui aleniti; lince eli' esaminando qua
r Lì il codice, ini vennero oppirlumuiiciile s:.ilLa dei/li ocelli.
Nel capitolo i' leggeri cosi : u Uor veniamo alle rosi; partico-
lari di Spazia. Se sì ]xj|]-j tra' Cristiani e.-ser,' monarca uni-
versale altri noi potrà che il Papa. E come si deve trattar
con lui; si come provai con ragion divina, ora proYO eoo
r.:-ion poliika rlic Ìli tiri stia t:i ti', non può esser monarca che
remili con sola religione non che ani anni come il Papa, mai
non polrà arrivar alla monarchia universale; [leielté ogni
cosa che tenterà yli verrà rotta in mano dal supcriore; pcr-
eliè la religione o vera o falsa sempre ha vinto quando è
civilma, perche lega -li mitili iiinie (hneiiil'inn i roriii, e li-
spaile cosi eonie. le lingue suini insIniTtietiLi ti' imperio, ■ ec.
T eoneliitttli si con queste parole : ■■ Questi scrini si:ino scritti
.perché quando gii rinnovarti saranno di più conto. Seti ho-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. fi3
■ beni sua fata libelli; e a V, S. con questo baccio le mani. >
— L'opera ù radicata ai signor Don \ tonfo, r chi scrive, come
si sa, è un Frale donihiirano. l'Iella laule opere composte 'la
questo famoso novatore napoletano si trova ii catalogo indie
addizioni alla hi a li: il. 'cri napoletana ilrl 'l'oppi, dove ita re
gistrata anche ia presente fra le inedite, e allora posseduta
dal cardinale Sangiorgio.
7719\
63. Discorso di Olimpio Ricci su gli abusi della città di
Cartaceo, ìd à". caratteri tondi, :l.jjIu v,:r. ili I r:.i ..iiiiscnaiione.
La gloria de' Princìpi elettivi c naturali che siano: Discorso po-
litico, erudite, et histurìco d'Olimpio Ricci, dato a (Vro. Signore
l'ape ìiniKiMo A/J. per ly.-rrajijer,: r.i.V uh/ni d-.r v/ia; n:'.« li
Rama. — Tal è il titolo e l' argomento del presente codice.
Che Olìmpio Ricci sia Romano, non risulta d'alcun luogo
ilei codice; ma ciò pur sembra dall'ossei- egli assai bene ins-
Irulto delle faccciuh economiche e poliliclie le più segrete
ed interno di Roma. Certo è che quanto al modo suo di scri-
vere non è a ri porsi tra i Itici: lindi Mirlielao;;el(i, u
Pietro. QHarìt' e poi alia tra Ita/ione del mio argo nio. In
non vi rinvenni cosa che, o per esser nuova o almeno in
novella guisa esposta, meritar possa l'attenzione del lette-
rato, o del dotto. Quindi se questo codice, come credo, è
inedito, poco ciò imporla alle scìciim e alle lellere. Ciò solo
che potei notarvi di singolare è la franche™ somma ami li-
bertà con cui l'autore park al Papa intorno a' suoi obblighi
non che intorno agli abusi del governo romano. Che poi questo
6i MANOSCRITTI ITALIANI
Olimpio Ricci abbia veramente mandato a] Papa il presente
suo scritto, clie il Papa l'abbia letto, e quale sia sialo il ri-
«i il in io della lettura, ciò resteri a sapersi.
7719"". — 7719".
(i'i. (ioni umazione de' liicordi potilici di Lelio Marretti.
Formano questi due codici In parie li" e la parte IH' de'
Ricordi pulitici (li Lidio Mirrati Lriitilnonio Sancsc, de' quali
colili l'usi In parte I' no' Ire codici al n" .r.g, a' quali [■inietto
il l'I tuie. Niente più il uni [ vivi il' iippinitsrijri! su questi rlue
a ciò che dissi de' primi tre. Esaminandogli perù qui c là potei
nolare, che qualche argomento vi è trattalo in guisa, che sem-
bra aver un'aria dì novità a quo' tempi; sì come esempigrazia
il capitolo miv della pardi UT, (ivo si dimostra elle — -Chi
, [.'iierri'i^ierà e mpi/ierà con uoiiiini barbari non si potrà
« valere per l'appunto di quelle arti deile quali sì varrebbe con
venti- ili miglior Lm 1 1 pur-ii ; n iiu l.i ti <:i istilli io , e per ordinario
« quello chi" piemie i. -blu* questi iri ileià quelli. ' Dissi novità
di dottrina a quo' tempi, poiché essendo questi cangiati,
enneLo-imu ii|iiiiioui .ni cangia r.-i i Ielle esperienze, i Francesi
l'anno ] 839 conquistarono Algeri vincendone tranquillamente
ami, direi, pae.ilitainenle loci gli ostacoli.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
65
7720.
65. Statuii della città di Firenze.
Alia raccolta ricordala (hi eli" Ab. i adornllo, di provisioni.
dici ria la/inni, leggi, decreti emanali iniiirj I [li e in rliiciM?
materie dal governo e da' niagi-l rali ili l"i ren/c : al voi ri hip di
leggi e bandi ris^u arda uh la '/.reca, r \r monde ili Firni/.e pns-
si al ri In dal - il.'' Il.irlolnminen Gamba; (di' a lira raccolta jiui1 con-
cernente la città di i''ironzr sopra ari;omenli diversi , la quale
liova-i ru lla liiiil io:-ca ri: sloi ii' parlieolari 1 1 . ■ J sigr Glieli In
Vc-ne/.ia; all' altra rifili ordirli ed in.tru/.ioid date ni ministri
tlelleportedi essa città di Firenze;; ed in fine alla Tariffa delle
gabelle toscane, già pubblicala in Firenze lamio 1781 per le
stampe del Cambiogi; devesi pur aggiungere questo t-odii.v, il
Inopi sono siale pubblicale io Firen/.r sui dtuori. clic special-
ninni e concernono i coni marnali li non mio riguardo a quo' di-
ritti, ebe ne ha il governo, ma riguardo altresì a quelli della
buona ledo e della lt.ro coscieii/a. Chi.- se giosta il saggio rorisi-
glin 1 1n: I Gamba debbono ;l vc-rsi in pregio Irriti: le sopraddelle
raccolte potendosi trarre da esse (Itili ■ buone ieri .-ri quegli argo-
n ino li parli cola ri die I r.iltano. mi sembra che per questa ili:-;i
ragiono farsi deliba gran nullo aurlie drl codice presente, e
mollo pili ci le ' 1 ài troi ano dist US!C in lori 10 al commercio ni ni le
mercanzie alcune (piislioni, e vi si stabiliscono alcune dottrine,
che forse non sono in lulte Talli e opere ,jin poco >o:ir.i omni-
nate. I.ir più aulirvi delle legr^i rarmili: in rpac:!.. codice
monta, clic al Tanno 1 /di/, e la più recente è dell'anno >5ii).
UH MANOSCRITTI ITALIANI
Trascrivo il (itolo si comi' Icpgi'si in latino in sul principio ili
ijiscsifi codici', perché: merita in 1 1 ■ : U: } i ■ ■ inaniem di' ei si tn-
■usc.i : i II ir' li I : ■ ■ i .SI ii lui di uni esl uni Luiirnlii l'r t!lin:i!ih:i.-
■ eivi. noi,' i li pulililiei rlorciiliiii , iicc non |irocn]Éiti.ris in
• Curia msjrcmitìii: c.ivilalis Klorenlne, (jucm somptibns mois
■ scripsil llvmmimus de Miliis Nol.lrius l'I omo li 11 US, cui prò
.qui latore solvi Jiliras scptem : bibliopola! autem prò ìiga-
inento, per cui ne riesco assai diil'icilo la leiuna. esso generili -
mente fi scritto assai bene.
7721.
più, (lo tutta imci-a la soli rise ri/.uuie; .nule avendosi so Ilo ricali
ocelli ili mi «pura i' edizione di Vcne/.ia i .'i.Si per Antonio da
Alessandri:! della Paglia, e ([nella <li Napoli i(itii) per Egidio
Long», possa giudicarsi del nierilo di questo volgariwaini'iilo,
ed a clii attribuirsi debba, od almeno a ([uale sia conformo fra
i molli codici, die sonii stali velluti ed esanimali dal licnci, dal
Gamba, e (l'aliò uomini di lettere. — Qui conine™ il prnioijti
sripra la Storia ili TVnjn ctmijiaslti prr In i-iibiiic ri J'Ii'lu Htltrstni
tiniilo Ciarlio; delle colmile rie I «ntiai Mrssina. le riynrtrlir ,-nnli-
JlHnmeHfc le cu»' n-nliie tnpni nijinndn Ir nnurt oupjii.m per tttntn
allumile cose terrine eia prr ehi/dm sono jininilc (e quali per In
lue, seirntia « do/re di eira memnria, >•<:. ec. Indi si dà prin-
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. e,
cìpio al testo cosi : < Nel regno di Tcssalia ciò e no ìa detta
ii provincia di Romania li abilaiori de la quale soli rietti Mir-
■• immillili il [piai: imi ul^Ì elimini i eliminin oli' prr mime
■' S;ilotìit|[: j, re-pnrn ìi in i[iielln I empii uno Ile jnslo ol geni ile
«che aveva nome Pelco, ■ et. E termina il lesto con queste
parole: «Et ebbe molli figliuoli et maschi et femmine die
■ appresso lui regnarono c quando vivuto fu ottanta anni si
■ iranassu :li (|ne.sla vila iì! fu sepellilo. Qui finisce il libro
■ Tii: j;.iin. . iodi li.'c^.'^i I.' M>i li isci i/.i iji le Manente : « Finito il
. libro Trojano. Et questa e lo verace storia di Troja. Et trovato
< fu questo libro nel armare ile san Paulo in Grecia. Et santo
■■ Pan tu In preti. Va molti libri si trovavano ili questa istoria per
■■ i-I il in l'I in piun-a 11 (|ii;iìi ai e va hi. imitili !ihti/d};iii.'. Mli questo
■ e il diritto libro de||;i Sturi:: ili Trnpi mn/.n nulla gioma et
.sensa nulla mancanza. Et Iddio iibbin guardia et mi.serirur-
- dia di colui (dir questo li lini iscrive. Amen. ■ — Mi pare, clic
gli amatoli ■■tr.dinsi della nc-Htra favella pi.tirbòrro trarre
binili li-n'ln iinelie dalli: -tiiilio di qiies:o eulne; non avendo
finora la li t'erutnra indiana una bella e cunetta edizione di
un i-oii cebdiratii veliiiiiiz'ianienlo i.MaUi più iclir dagli \cca-
deini'i della Crusca sopra testi a penna stuiti-UÌ assai più che
non mi pare il presente.
7722.
67. Volgarizzamento della prima Decade di Tito Livio.
Cirlacco. in fofilio liiiv ili:. lUrr.'.luj l.l;l:li , ri'i'jli. ìv". mi] 1. 1,.,-iv ilo. [it.Iil
Principia il collier 0011 la spi e gazi One ile' ninni delle dignità
ile' Romani, cÌ6è Consoli, Dittatori, Tribuni, Imperatori, ec.
68 MANOSCRITTI ITALIANI
— i Questi sono li nomi (cosi incomincia) delle dignità de
- Rumimi sopra la cri mica di Tiln Livio padovano la quale
■■ racconta li falli della aulici l'ionia. ■■ ce. Kri io fine ili questa
spicga'/.ione, ch'c compresa in tre pagine, l'igeai cosi : . Inco-
. mincia il proluso di Tito Livio della prima Deca sopra il suo
. libro do le istorili antiche romani! il quale Tito Livio fu dot-
. (ore in leggìi et fu cittadino di Roma et nato in Padova come
i che racconta la istoria.- - lo non so a! midi bene coni aie s'io
«l'arò alcuna utilità scrivendo le istorie del popolo di Roma
■ dal cominciameoto della citta et so io lo sapessi io noi lo
cara edizione fattosi u/venezia per maestro Antonio da Bo-
logna l'anno 1 478, o quella di Fi reme pel Bon accorsi l'anno
i :>o, ambedue ni foglio eli io non potei avere sotto desìi nerbi
\ buon conto m-.ia pei ina le:' io elle la 1: il Io-ri i/.ione di'l rodi-
tore dataci dal (lambii, tolta il; s'.io proprio .■seinpiari',
può dirsi, almeno per rio die più importa, pretorile conforme
a quella clic leggesi in fine di quesiti codice, ed è la seguente:
Qui (ice (/A. AV'oi iltHn prim/t Lh-.-ha di Tito Uria Padovano delle
Asdinr rumimi- il lyjiu/c r fritto et t'impilai» y.tr me M.ìl-.iu di fj'w-
iilimiili lìnrtiiti-eiltndiiiii ji'iieidin-' et eia- uimpiAlu ili ieiviee mi i p" .
ottobre iii7, eiscudo godala ili CktateUo Fiorentino per io comune
ili l'inmie. Da i/mfnu. Amen. F, vero, clic nella edizione veneta
sopraddetta 1 editore '/i ile tal in ina Minho. e ipp Mi ì-.l-i; ni;i ijientc
più liliali; di questa alterazione ili cognome accaduta nella
stampa, (litva poi idi li/.i; li i'iri n/.e, della (|liale dice il
(iamba aver aiuto qualche indizio, nei non sapere ben ren-
derne eonln, mancando il ine pure 1' occasione di confrontarla
con questo codice ne lascerò la cura agli studiosi ; eh' io posso
intanto accertare essere esso scritto con molta diligenza ; pre-
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DELLA BIBLIOTECA. DEL RE. lig
g'.inr lugli u isii ■ rtLf ili inni ditticrilicaro essate mi codice lioren-
tino, e .urino e compilato il.i itti t:ì ti.nlìiio fiorentino. P, simili
pur quindi permesso 'li soggiungere, elio nella circostanza di
pubblicare una novella edizione di questa volgarizzamento ,
non dev'essere negletto il presente codtce, poiché avvicinan-
dosi egli a' bei [< m - . i ridia nostra favella, si coni' è iiianiji'slo
per la data dell'anno in cui fu compiuto, richiede eli ci si
riguardi con molta reverenza.
G8. Libro della prima guerra punica Ira' Romani e Carta-
ginesi composto da Lionardo Aretino (Bruni).
Membranaceo , in i>kfub ftclin. eira lievi leniti, secolo 11* di non beili
Incomincia il codice cosi : ■ Parerà l'orse a molti clie io vada
■ drieto a cose troppo antiche, » oc. ec. Essendo stalo tagliato
fuori il primo foglio, ili cui ri in, oigi uhi ancora io I racco, il quale
ilmevr. pvobaliibieire i/oiilcurre il .?oli:o litologo n proemio
del Untili, aoloin, rome ognun s.i, e in latino e in volgare di
quest'opera (benché il suo nome sia qui taciuto], non può
l'Ooosi'.'rsi se il presente rodo i- corrisponda o no alla prima
edizione ripina:ia, ridia iju.ilr di inno oi'l segni ni [e ')■' liei. Certe
intanto sono due cose: la prima elio tpiesìo co: li re è assai dif-
|*>riVil< ••- M" 1° '."I.- -I é .|t|«l].., i li -> .il d-ll-' r." i -, , ,|-, - I,-
t-isul':i soiiiiu per ÌP sole ileo linee, cìie ne lui date qui poco
sopra. Aggiungo poi che questo è molto superiori:: n queiiu per
la diligenza, eri accur.i ic/./.i giiiiiili-.sitiia cuti cui Fu scritto, lo
clic vedesi fiicilineiile esaminandolo qua e là sino al fine.
MANOSCRITTI ITALIANI
7724.
69. Della pniim guerra punica Ira' Romani e Cartaginesi,
libro di Lio-Dardo Bruni.
Carino:», in CurIìii pinoli,, .1 lini: c.Ili:i:i:, Ljijllcif loado, secolo IV.
Si dì principio al codice, con queste parole ; Della prima
u\>t:<ru pili ree Ir.t lint.'uitr. ■■ (.t;rliu;il\<ìi i/i Ia -..'k.-.'.'h /i'.'-.'Jm' <e- .Irvrn..
Noli mi acculile di poter avere sette (ledi occhi l'cdilione,
in Roma nel secolo xV, senz' alcuna data, in forma di à\— Ma
i- | j 1 ciò elle il (lami., mei lesi nei (lice e-see quello (di lìoma)
un ottimo K)i^,-[[Ì2Ziiiiit;tu. e per ciò che il principio die: ne
(hi del liti. In tirila MljUMildeltil l-(!i/.i(jl!<! 111.11 ti ujeu r- 1.1 ri, Il
quello ili 1 1 ui'-'-ti.h cullici-, trai» clic m'ii/ìi liniere alcuno ili sba-
glio si possa comi limi eie, clic l'opero preseli le sia bensì quella
del Bruni, 11111 In qualche Jiiojju alterata, ni in molli barbara-
mente svisala dall'amanuense. Do le prime lince, onde possa
giudicarsi m- heneo male io mi apposi. — ■ Proemio ilei autore
■■ cioè miss liuiianlo ilo Arem, l'arca Torsi a molli che io vadi
. -ei iieic ee: la [iiinia guerra jniliirha la quale pi e Inr.Hic/-/;,
• doncie molle cosi: moderno et nuove da potere con dimoila
. slruiarc et producierc in lucie, . ee. E cM sa clic il Giunti
nella sua rbl.unpa di quest'opera l'anno listi in Firenze in 8*
nini dicesse il vero atnmririaiiilo eh' è una traduzione falla da
un amico di l.ionardo Arelinol Coloro che potranno avere
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 71
l'opportunità ili conico 11 la ir, pel saggio eli' io nr diedi, 1" edi-
zione di Roma con questa di Firenze, ne [dm bolleranno.
7725.
70. Volganz/ninenlo de' Comentar] ili (!. (ìndio Cesare.
I.,..l.* v... in /|: i^-l-.h : 1 - 1 . ■ . 1-r.1l Ih-m- liv.li,. * I.. IV, .Ir 1 rj.i imi-i'n H 'LO'h \ ■
Il codice principia <■■>-! : ltunntiiu-i« lo prologo hi li t'.omi-.nlnrli
Ji Crsare trinbulì in co/yrirc ; e terni iiia col Finii, 0 nulla più.
Il nome del traduttore, di' è pur, seconrloclio mi sembra, l'au-
tore del detto prologo, non e dichiaralo in alcun luogo del
cullici-, ^ij ipiesta ìli v. 'telone ri: Dante Popolici li: pillili] li" al 1:1
In prima vi il 1,1 in l'i milze per le > 1 ;i 1 1 1 1 n ■ ili Sii-iano ili Carlo da
Cavia l'unno i;"n8 in 4", inverameli lo sia quella di Francesco
Baldeili die per la primo volta vide la Iute in \ enezia pe'tìiolili
l'anno i57o in la', ciò potrà facilmente conoscersi pel saggio,
presente c eli i. ira, lo siile ;i lei 11 a» di semplice imi poro; e panni
in somma elle ad essa appropriaci possano le piirnle, clic nella
preiaii. 1 t 1 ■ ■ a' lettori scrisse Carlo Aldobrandi intorno al volga-
iletw qui por.u sopra; Li q.iali parole sullo iip.irl.it - dal ti. 11 11 Ìli
alla pugiua 3S1 delia sua Stiìr Tnli ili lìiii/na. Trascrivo per
tanto alcune linei' si del principili die del line dì questi > endice,
per le quali gli studiosi ornatori delle lettere ne giudicherà 1.
■ Tutta. la Gallia (cosi incomincia l'opera) In tre parli è divisa:
«delle quali l'uno, è abitata ila li Heìgii , l'altra da gli Aqui-
lani!, la terza ila quelli cln1 in iu ri > linoni (adii se diriiim .
■ imi ■ la mistia fi-.illici -.1 a ppelliinn. Hnesti |iti|iuii fra se de
■ parlare.de costume, ci de ie^e sono dìilereuli, ■ ce. V. termina
■p MANOSCRITTI ITALIANI
nel modo seguente : ■ Et noi il un li' qurslr virlnrio ad Roma per
.sue lìtlcre le processioni per giorni trenta (Ini Senato ortlì-
« naie furono. Finis.» Volendosi riprodurre questo classico
libro trasportilo in lìngua italiana, potrebbe ben meritare
d'essere consultali) anelte il codice presente.
772G.
-, i . Volgarizzamento della storia di Alessandro Magno
scritta da Q. Curzio Ruffo.
Contiene questo prezioso codice ia storia di Alessandro
Militili sel lila da Oninlo Curii» llutlii, e posta in volgare da
Pietro Candido ; /j ivi e. fu Julia etmsp<iriiti<iiir Ji Caia lalk Cesare
/lìijwatujv Wuinw 1 1 de .1 '< ,;'Ma'™ Mu./no He de MxecJnnia , crili-
mtla ti l'ann-^la JiJh< ;!e.;v. IraJuKuie. Qnesl' i .pera, coni' e ben
;ic cium li -uà somma fon ini è scutlodal principio al fine, la data
rbe porla, ola coii-eiione ^i-.indis-i ina della seri dura, tiiltutn' in-
duce a credere die sia 1' esemplare medesimo clx il Candido
oll'erse a Filippo Maria \ isconli duca di Milano, al quale ap-
punto è dedicata l'opera sì come ìeggesi in sul principio del
volume. Trascrivo disi esani i-ti te la rollosf n/ione eli' è in line,
perla quale io penso [mi noi no i lei lori eoi (venire nel parer mio
intorno alla preziosità ilei codice slesso. ■ — > M nume di Dio
DELLA MliLIOTECA DEL HE. fi
• onnipotente, finisce il duodecimo et iu] timo libro de la Uto-
• ria de Alexandre Magno figlio cip f'ilippo Ile ili Macedonia
«scrini a da Quindi Tiu/iu lìuilii .'rnditis.inin el fariniili-siino
■ auiorc: et traditola In utlgaro al sentnissimo principi- l'hi-
. lippo Maria loj'lio Durila di Milano di Pavia e Angina l'onte
• e di Genova Si suore- o. I'. Caudillo derenibre suo servo.
.MMcsimoCXCCXXwm. Adi xxi. del mese d'Aprile in Milano..
quale cri-In essa min fu Irai: a. | ir «die i [ni non m trovano di (pie'
«rossi cri-ori, elio Mino orcor.-i m'Ha fili/àmie. Per l'in volendosi
riprodurre quieto vc-ljanziamemo in cot'.sidterei di buona
fede l'rditm'r a voler pur [rimarsi del maiinsr.rittn pirsonle.
7727.
7 a. Il libro dell' Aquileida.
>T. ■■■ 1 1 . i- in fina- ''in parte cartaceo, in foglio [linnln. «.sralki-i M-iiii^ilin .
Incipit proltìtfut. /.it« di-. t.it<i<iili-iifa. Do il principi I it line
di questo prologo, por cui potranno conoscersi le iiiati.'riij elio
miiio tra Ibi,- imi presoli le I il ini, ci I il modo con cui sono ..ori Ite..
■ la metafisica tutti li lui orni ni mi tuia Imeni e desidero no di sa-
. pero in.-, tulli [pianti 1 di'fiil.-iano ni sapere ad inni lini':
• clic conte dice -auto lienianlo altri desidi-iaiin di sapere por
■■ ersero saputi ohi c roitoifiuli si vii r tenuti : r di questi cotaìi
• dice il poeta : lo too sapere È nulla se altro non sia clic tu
■■sappi. Altri sono i rpialt desiderano di sapere per giriilam
. liiare ilei quali liito il poeta : ciascun vuol il sapere ma il
7Ì MANOSCRITTI ITALIANI
- inai'slriì non uiol paguro : a 11 ri sono dio violinilo sa]it:ri? per
' ;illrui ani ri laesl un1 ri odilioare por dir .mìii^i scieii/u u infili,!
-i> aequi.ilala non [uni riniuuio a in in arsirai..' et cdificaro al-
< trui, > i>c. L ni'! line di queslu [iriiln^o , dandosi in compendio
ie ma te ne tu Iti [ut quali compoiii'si l'opera pi fibule, Iri^csi:
.Noi primo lihro Iractareino di-I pi'indpiii dol mondo dcscfiii-
n dt'iido por la stirpo di Giovo.. . imi socundti trac Laroiiiu dol
■ pari inumili di LuiM d.i Tniia ri de lo Imlnin: dioljlxr por lo
■■ cullimi... iii'I li 'i/o ìiaolarruio 'lo! li ni li l'ali i ol il ir li ili .Sol io
i. Cosa rr ri di'! mio oaMuiiioniii lino iilln .sua morii'... noi rjuarlo
» Iraclaromo dei dosconilt'iili ilo lo lignaggio ili Cosare ilo lur
i ha il il -d.il' i;( foi'tiuie . . siilo) .dia morii' ili'l idi imo imperatore
■ do lo li^na^ii) di Cosare olio, por sua dill'alta tulli ìi suoi
■ parenti furono mandali Ìli oidio di fuor di Fioma.i II co-
dici Ila noi (ino la snlli.iioi i/.iono Menenio : l'tittlu Itimi sir lutti
\ u. itateli. Sali ti.i,tttt Dtititiin. milli-tititn tjitn h iì t t: lfii.tn.ti ijtlitlrit <: d'un.
«■;./. ','jiii. Qoaoliui([oc il ilo ilo ili ((cosili uiaiiDM- rido sia .lyn/i-a/ii.
Ili 11 il ti il a libra ed. 1 juc.-.in'lió HU.'.a qui U'opor.i, olio Millo il iirjnic
di l'iurìln il'ÌUtlitt viono i.ilata sopra Io-li a piuma noi vocabo-
lario) lidio Crusca . od ima porzione (lolla (pialo, olio riguarda
i latti di Lima (dio. noi presente o.odito, conio s't veduto, con-
lougonsi nel si'iondo librili si pubblici sopra un lesto a penna
ildla Marciana por la prima volta dal Gamba in Venezia l'anno
DELLA BIBLIOTECA DEI. UE.
75
7728.
73. Il libro del Segreto de' si
È l'opera stessa, della quale diremo nel numero seguente 74,
cioè del Segreto dei segreti, di cui la traduzione altresì è la me-
desima; con questa sola diflerema, che noi presente codice la
lettura u'è assai più tacile.
7729.
74. Il libro de! Segreto de' segreti.
- .Liiu 11 ;imi colico ma * .■ ra inen Li' ballalo.
Contiene questo codice In traduzione 111 lingua italiana di
tpi eli' opero, (■!)■■ 'iil Mi|ii":di:cM-.:'itli: li',, .l-i del .SV'irere di' st<:relì
falsamente viene attribuita ad Arislotile: ed il traduttore di' è
in eli]-." ir 11 ; 1 i 3 ■. ■ i:l:li dall' ebraici! iu I ir-.- pei in lui mi); da
questo in lingua oalnlfuin ; ed in line per lui (iiu ninni in rulty.u.-
itaìiuno. Creda chi può rotali asserzioni. Quello ch'i eerto si è,
che alla harliara scritturo materiali; corrisponde pure la più
barbara Iradu/.uine. Iiieoniincio il codice da una specie di
proemio coi) ipiesle parole: «(lussi conio la piamo desidera
, Li rosala di Ni eie.lo el In lerro la fon'..: dehiqua ci lo pircnlo
» infami' le niainenlc de sua inaìre cussi jo, ■ ce. ec. F, perchè
abbiasi unapiù giusta idee dello Induzione, don leggere alcune
7li MANOSCRITTI ITALIANI
parole, che Irovo senile al IV capitolo cb' è l'ultimo dei V libro.
— :. rutilili ili i! rollili .limi man gin lo il» In ina ni ani ili ivi re fi 11 l?
■ ijiii' :iit> vnliiiilalc adue cui no In jiriniii vivanda surs debutila
■ la quale,, ce. — Vede per ciò il lullorc . clic volunilo.si ri-
II. ululili (Lilla lincia —a lidia |u i'..i i'n tradoUo, clic -l'in-
inam: ] 1 1-: i:-i i . b vid^.ii-' .il ni: la plrU-.i :ia p- il ciana ; ciò die in
deduco al Irosi dalla seguente sulliiMTi/.iinie, die sta in line del
milite : l^llif" 111 Kivi a ijiU, fi rainjìntu /iir JKr (j (Mini! Oiìtl de Ir
mani ile \iij.aii Ann lìiil Mcccn.wvilll.
7ft. Boezio; della Coii.sola/ioiie. della Filosofia.
Non è questa dell' npern sopraddetti! ili llue/io la irai Ingioile
l'alia ila iiui^iru Allunili ,'si come veri renio esser (] nel In del co-
dice seguente o° 76), e uè pur è quella del Varclù, ma deve
riporsi Ira le sconosciute del secolo xV. — lissa ò lulla corre-
dala d'illuslraiioni e noie ne' margini,
l'iL.-l'ilci lume lihruns \i'.'il:ii^ ik'aiijii'.- ■ui|':i:.
Iste lìoetius liberile toboribus auctus;
i il.l uri line di'] rolliti', li perclic >1 pnsvi (Il qucUl Mirsioilc
dar quel giudizio die si melila, Irasen ierò airioiu linee dui
(-iioiiiiriaineiilo 11 del line f lf 1 1' i)|ii'r;i . e vcdiìiiinn gli studiosi
essere questa una Iraduziorie terlainente posteriore a quella
di maestro Allerto 1 dulia quali: pero si ritengono alcune voci
e morii di dire, so.stiluenilux'iie poi (li dillcrenli in più luogbi.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 77
Ver lanlo dopo i soliti versi, de' quali l'ultimo è:
Colui clic calie non ha fermo stalo,
principia ii rullici; cosi : ■ Uu.-iuilo 1 ! i < . 1 . qm cose tacito pcn-
■ sava ci lacrimosa lauieiitaii/a cullo stilo se mei a sopra il mio
■' capo essere slitta da me 1 ed 11 la una lem mina ili volto multo
. a revcrire con ocelli ardenti et oltra In comuni; possanza de
'li Immuni! ciliari," ec. co. l'i Unisce così ; ■ Coni l'amie duu-
« epe li vilii : liuiioratc le virlutì ; alle dirille speranze le a ni ine
• SU levate ; homi li preghiere a l'alio Dio porgete; grande ne-
■ cessitele di prudi ma è a voi ingiunta, se infingere non vi vo-
■ leti; rpnmiln vi i ariuperale di ria riti li ocelli del imi ice eie' vede
■ (lille e. 111'. , — Seni lira ni i ri 11' del pvevnle eulhei' potei: lihr.M
far uso in più luoghi che in; parvi'in niol'.i' più rlunei che nella
traduzione di maestro Allun ili, la' annotazioni in jjrau copia,
delle quali s'è dello di sopra, sono seri Hi: d'altra penna.
7731.
76. Boezio; delia. Consolazione della Filosofia.
Cartaceo, in 4\ caratteri tundi. iwolo iV, di boom conKn'uioflr.
Ponendo mi ad esan ii oar questo codice, pareva mi dapprima
di quelle Laute, clic si fecero rleiia eeli'liro opeia di lloc/.io.
qui sopra descrìtta , ne' secoli iv", ICTfO MI", e clic forse,
quantunque molto scorretta, almeno pciclié noi; conosciuta,
meritassi: darsene 1111,; partir,, Pir lizia; ma inslitnitoue di
poi un confronlo eoo alcune delle principali udizioni, che ci
diedero di essa opera ii voi gari;ia:iu:iilii. mi avvidi essere questa
la traduzione già nota di maestro Alherlo della l'iageiilina di
78 MANOSCRITTI ITALIANI
Firenze, che fu per in priin.i valla pubblicala in Firenze
l'anno 1 735, per cui» di Domenico Maria Hanoi; ami in questo
cDiiir.r si Infuno in ^i\ir: copia ili quegli riTmi, dir per i!ili-
ifetna e studiti '1.1 Mulini nuli fumi nel In fila i-dmuiie, i> inrsr
non erano in quel teslo a penna ch'esso alluperò. Termina il
presente volume colla s-otloscn/idiin firn segue i II litro ili
lltiicin e qui Jìtiitti. — L'alati, sin Dm the uve infinita: Amen. —
li. ile Ititjitijl-.eiiis: il quali' salvi slatti i) ì'uiuaiiiit'iisf. od il
pnssutlikire del codice.
7732.
77. Discorso iniomo allo arti pili nobili.
Il tìtolo o l' argomento di quesiti liei codice si dichiara sui
principio nel modo seBumlr ; Disenna di tutte kpiù nobili arti,
il, ìli ùuttrine inorali, tt-'lh il ien;? ;p,::,::ti<ii:'\ i! ileìlt jaoil:,i di lui-
tmmmtttU, dimottrondo astile sia il laro siiggctto et il lur fine, as-
51 i;(i idi 'i'ì' jiiirimiiitt il liuti timi In tati jirefyitl tleftrihiolit , el fìnit!-
mwitc litiiitulr/iiitlti 1 A. Pilline v «ra :ì rado si cùiitmya a ciascuna in
discorso lli'llii ci'viislaiua i I ■■ I li- lurrn: leu un ilinu r 3 . ■ 1 1 li fami-
glia Medici ni una pnnciprssii (1 \ustiin; ch'i dir panni rifili-
la 1- possa min siilaUit'Iil.' ria! pi ini ipiti il ri tlisrors et lesiniti,
111.1 in isp'v.i.il unititi 'lui]..- ]"arnk'. di;- le^ousi :n ! ii:ie, 11 sono
ijliM-.lt': « l'arti li 11 il Ini Mule lliiii-i. .Si" imi IViiiripr ri Si 11:11 issi imi
• lìcina, ([iianlc et quali siami le arti , lf quali servono al corpo
< umano ; le doli ri ne morali, le quali mesi rimo coinè si moderi
• lo appctilo sensitivo : Ir Minine sjiecuìalive, per le quali si
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. JB
.fa adorno ci perfetto io intelletto: e le facoltà inslromenlali,
«Inoliali a queste servono... Li perche V. Kccellenzii lllina.
.signor Principe et V. Allena Screi) issi ma Reina le favoris-
« euiio et defemìono, per ciò ogni homire el lode si conviene
■ |iri ne ipal melili il] la Minia. l'à-.ta'Henza ili' l'unii, ni Sonili Lviìlllcl
■' \ Itemi tle l' altra. . La quid cosa arnioni in' mostra Iddio, il
«quale non può errare, poi che inspira al presente io Mino.
. S'. Duca el lauti nitri Signori et Cittadini ad honorare supre-
■i liane le Divine urinili ile' l'inn i ci ili' le ÌLiiSri el ricali nitri
«antecessori de l' lllma. famiglia de' Medici, el de la Reale et
• Imperiale casa d'Austria, a cagiunc clic in quelle sia sempre
■■ lui Lite el lioiii'i'Jlo, hi j ut ria In i rista -empir ili niclà, di jjins-
■■< tizia ri. ili Milli' l'allrn virUnli, l'I elleno vivimi) gloriose rosi
» ne suoi successori come ne le memorie ile' buoni et de'
«savii. ■ — .Stimai bi.'oe trascrivere tutto ciò : fine clic nel caso
che questa operetta non fosse si. ita dala alla Iure, ciò che non
sia stata composla l'operetta medesima, e chi ne sia slato
l'autore; notizie ci in non apparisi ooo in .il con Inopi dei co-
ilice. Del cesio la Siellcz'a rielle | uvea mene, la loro eslerior
doratura, le molte iniziali anzi pur le molte paride dili^ente-
I in ■!!!■'( li. Ci te. la 1 1 i;: g i li :iri:n 7;. i iella Voltura secondo I' ii.se i di
ime' leiupi, l'armi d'ainhedne le nobili famiglie impresse so-
pra lo coperto del libro, tutto ciò induce a far credere che
8o MANOSCRITTI ITALIANI
questo codice sia (jiicll ti stesso che fu nHerlo o v'olitasi offerire
dall'aulore a gli sposi.
7732'".
78. Compendio ili'llii Storia del Mondo, di Giovanni
C.LilLiui'. in i^i^li'j |]i"ì'l'f. ■■■"'l'J v', t?iriiLfii-i .Lui n]ir.i [.irkiri f quìu
Questo manoscritto, il coi litolo sul principio è, Tesoro di
jilusiijitt, esaminato ch'io l'ebbi il meglio che polei, riconobbi
IliouLe più essere, clic lina succinta storia del mondo, divisa
in altrettanti atliculi, e i[in\ili (ni li un ti per <■ pn<-(n-, [11 coni ilici ji
dalla vila di Àbramo, e termina con quella di Cesu Crisi»,
queste parole : i\.rplirit lili-r Th-muri filtiujL: Dm ijrniins. Amen.
Iste lihcr ctiiiipnsitus j'iiit ptr «11 Jaliitnncm ltuh:uiu... sui omin
Dui. «Drenili, itir prima intirtii. — l'or ip I» in ninnisi pel
pieci d» si iidin eli' io l'iiii» sopra di questo end ite, non mi sem-
bra di'ti presenti t<™ aleni:,! ri' importai:/.! tj nari tu alle ma-
terie elicvi si espongono, né quanto allo stile con cui vi Simo
esposte,
7733.
70,. Traduiiono del trattala di Simone l'onio Milla mente
i:.,r:nr.'n. i:i l'n-liii |.ii rr:L.,. e, r.ill.'ri :r,[;,li. : ìli. v, ■. rli nlli'nr, condri .ni uri-.
La prima volta che comparve alla Iure il sopraduello
trattato di Simone Porzio nel suo originale latino si fu in
DELLA BIBLIOTF.CA DEL RE. 81
Firenze l'anno i55i, in — Vario operette e dispute <lì esso
Porzio, tutte di qualche impoi tair/,t, .muo Ht.it'.1 u'iii posie a su»
tempo in volgare dal Celli, si rome il Tndtido di' ruturi degli
«echi stampato in Firenze pel Torrentìno l'anno i55l, in 4°i
la Disjillln su/ini il 1 r.- "'i'.'ì fmii-iaHii drilli Mdijmi , /u truffi- crisi' Jw
unni e pili sei,:tt niuiu/iiiir ; fallili Dispaio n i' 'mimo dimili lutami
" '-ittiro tt-iìntaittunt ut.: . ed li ii-.it^.tti ìiv p.i! ni'^io di rr/irr i n.-tia-
n 11 mi- N /e, rose l.utli', chi; si pulililiraiono in l'ìi eiiì-.i- l'anno so-
praddetto i jji. Della pirsroto , J)« Immusii mcii.tr dispu-
tatiti, rom'e noi atu m'Ha prima .mi la liei rod i 1 ■ , io noti rotm-ro
traduzione alcuna in volgare uè antica nè moderna; e se il
Gamba, che giusta il suo costume di accuratezza novera tutte
le sopraddette traduzioni, non fa menziono alcuna di questa,
possiamo quasi esser ceni, clic il presente codice è inedito. Ed
essendo l'a rgoni iti lo. come optimi vedo, ili più fraudo impor-
tanza di tutti "li altri, preso rhe re riderei)] lesi un vero ser-
vigio alla .sci 1:11 in (usi chimi; alla Irli ria torà ponendolo in Iure.
■ poca lorliin.'n. tuo padre Giovanni llattista, nonio illustre
■ d'ogni nohiltà, prudenza, ci fortezza d'animo, già tempo
■ m'aveva nella sua amicizia riceuilo, non di meno per la tua
• singolari; umanità, salititi dr' costumi, et grande inchma-
• zionoa' nosl ri studi i Unto veggio alla nostra stretti-/-/..! esserli
■ aggiunto, che con una certa forza d'amicizia ti sono grande-
■ mente debito; e questo perchè principalmente ohm-acci la
« nostra fdosolia. IVr tanto cuiicios.sia di' io comprendessi, die
«tu hai deliberalo approssimarli con perfettissimo consiglio
.■alla I lallazione dell'anima, i pi ale ap| nesso InLti i Peri patri i ri
" e. stilla sempre iiol.nl i-..- ima. ri ali resi opi.diiieiUe o.sf iiris.siiiia
Sa MANOSCRITTI ITALIANI
• e spinosa, lio pensalo,» oc. oc. \~, senia data, e senta più
Ii^jiiiw in lini: tjni'Me ..11 li' paniii' : Dilli'. \,.-<ulriii>-:i f'rsnlui. Dopo
ili(li:e.-trj 1 :'lti'ra dedicatoria .srp;i]< 1:i ! 'rt /azione ci .Vmore. J'er--iV)
rM/« m:n((! timitnti. — « IScnclie gli mi ii lini cri iliiim clie l'animo
■■umano sia elenio por -vii rial: consenso ili tulle lo genli,
■ appresso le [pulii o ipialrlii' pi'iMuiiimie i ! i ■ I li llii, n più -usili
■ por certa voce di natura, non di meno Aristotile uomo di
■ mirabile (li il trina, e (1: similori piHri, rivolli) min pei li olissimo
• consiglio, » oc. oc. .Smino «Li 1 ilul.ii . elio il Ponili nelle suo
opero non fa che seguire appuntino le dottrine tutte d' Aristo-
tile su l'anima; e quindi non ne dirò più oltre,
775/1.
So. Il libro degli Ammaestramenti degli antichi.
iì codice) ktpeJy. Delle nalurulì disposizioni dei corpi. Ma la ve-
rili è. elio tjin'.l.a i- l'opina si ^itis tanionlo coni mondala per le
iii'lliv/i'. r!io ili'llri l'rur llri nostra essa contiene, ciò È B diro,
JJeijii wrjiwsirittM hit i/i-y/: ui.n".''u. L' amanuense, che certamente
era un letterato, e giusto «stimatore de' pregi di quest'opera,
la trascrisse cosi, elio bendi' egli stessi) non si denomini clic
scrittore, pur rincresce il vederne torso per sua modestia celato
il nome. Pertanto ipirintiinijiie seeondo il «iinlieio del Poggiali
sia buona l'cdiiiouc datano dal Marc-scotti in Firenze l'anno
lÓBó, in 1 1°; e miglioro reputarsi dolili:! quella clic per cura
o studio del canonico Francesco Midolli fu pubblicata pur in
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 83
Firenze all' insegno della Stella l'anno 1661, in 11°, dedicala
a (j)siino granduca il! Toscana; •■ pre-so l'Ilio poiielta { pr.ii-ln'
il Gamba la chiama oltima] quei la altresì, eie in Firenze diede
iu luce Domenici) \l.uia Marni! l'ai imi 1 7 in /]", pur avendo
in letto i|uii là in varj luoghi questo codice, e non essL'jirlorni
mai scontrato col più piccolo sconcio, 0 dtfetlo, od errore
alcuno, mi pi.- die voli-uitosi ii|inntiiire ir.ini.sto prezioso leste
di lingua, avendo puro sotto d.^li (■celli le sj orali del le edi-
frullo in que' possi, che tuttavia sembrar potessero □ duibii od
oscuri. La sottoscrizione che leggesi in fine ilei volume è la
seguente : Finita il lììmt 1LII.1 timmtit-slrtimrnti tintitln tmlintttu et
niifian::n:i- ptr frdii Ihrtholommco da Pisa de frati predicatori; ri
st rittu per me scrìpture die hm. jnuwtirli fjJt.v.j /lai. M1IIXLI, in ua-
iir;"! e,:i::,i:-tiidiiì':m l'isuemnin;- Amen. — ■ Dopo di ciò succciioiio
nel medesimo codice due. operette scritte per la stessa mano,
ma non se ne tildi in ni l'iiiitoie: rumi è munì le. ed è imi loia la
ogni uomo per /mima exi'inpln ; l'altra opero! ta è morale insieme
e religiosa . ed lui qnc-il.o : itolo : .4 umani tramenìi di molti sanai
/)'..■ ,'urr. fi'M .'(■■■ y,.-irul-J sana tra !i: di umile l' t-.it t:tt-. di :.ti\ii et i'ijrit
le altre cole dice il maestro guardati di tatto le extremitadi , ec. oc,
e termina come sopra negli nnimaot.r eoli rleijli antichi.
die mi. jiinunrii unni) Piti. Ul.ccCl.l. miuidum ettnsitetildi t/i In l'isti-
nonxm. Sembra per tanto che l amanuense abbia voluto racco-
glici,- In qile.-tn rodici- ijirnnlo j mi III ri^rrnai.i ili ilolliiim , ili
cousÌL'ti, ili .iniiii.'iL'.jtraiiieiiii eli' nano stati scritti sui modo di
bene condursi nel nostro vivere. Queste due operette, che,
come abbiati! veduto, seguono la prima di fra Burtolommeo
U MANOSCRITTI ITALIANI
da Pisa sono scritte osse pura con molta eleganza, a non dubito
udite (i inolile; (li tulio ciò potrà lorse venirne a capo chi con
i|<]<'ll'a}>Ì!> tli'io Inni Ini ìi ut! pur.si ini nislitnirne li! nppor-
liiiii! ri cerei in. e iliiiL'niori ili ([in/Ile, cli'ii) poli i l'ere.
Si. Due Tratlaii; l'uno di Mascalcia , e l'allro della
Fisionomia, dell'uomo.
terileni, in 4*. laratlim cuniii, scoilo xvfo tnf. di linoni mnu^aziimi.,
I: 1 1 1 I i i~ i ■ ii.com inria cosi ; .S, li ci /(.min/i di i,W.vrj;«. Indi :
Tamia n trovar ogni sorte ili Sentii et Rimedio. Rimedio a qaal il
ivyfm ji-ni ™ fin II e (fi iMiijr , c/tc ti/l'e f/r.sfit putisse!:! venire peri he si
i «Jis'inu /.Ti" Jil'li wi'fi — ej i7 ivmn/m è panili ri ruffe 1 , ac. , e COSÌ
ruutinin la Tal ola de' mali e ile' rlmed]. H lini-;'::: il codici; In
questa ^uiea : Medìatui ii (fu /i /,('.'■<■ sarà, /'f/iiii i anco (f acqua
/■"('il i'i. /.ni.'i Veti saaj.rr. Imtn. 'l'ulto (jii'.');o codice, eli' io clami-
li.u culi qualche iiltcll/.iuue, inni hallii da capo a limilo mi Udii
clic delle ina la ti le de' cavalli .e di l]lie' ninnili (die -i Miseri •.-
cono per jjuarinicle. l'uò dunque inlilolarii un trattato pra-
tico dì mascalcìa, il quale pero niente ha che l'ara con lì codici
m'iti iati solio i numeri li), iti, ai. fili, fio, ■••fi; e.i.senilo ,i riatto
iliirercnli il suggello, il modo di scrivere, e l'autore di qncst'
opera, sul merito intriniico della quale ne diranno i professori
dell' arte, se per la speranza di rilrovaie qualche cosa di
nuovo in questo mam.i.crillo uascrs.se in loro il desiderio di
in ■ ne un esame. — Ma ciò ci)..' seniliimiii di iiia^^Lor impor-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 85
tarj/3 ili! i prc-nìlci i-.<>: 1 1 ch- è il il Vivifici >nl7.i /i.MiHM.'im drit' mimo.
clic sfa in line del corlic.e Mes-o. Né lo scritture jdn', quaul'è
alla penna materiale, c in stesso dell' altro trattato che lo pre-
riirle nulla ]]iiJM-;ilc.i.-i J si anrsl.n ri ili]- Milo (Ili' lineamenti del
volto, ma corniiifiiiiiilo iljll.i fiorite, da He cìl'Hìi, daìle ojl-
p^bre. discoiTe. per tutti' le parti del empii lino alle gambi?,
parte morale o spirituale dell' uomo. Chi sia ì' autoradi questo
trottato IIOll è ilello in alcun lunjio, ina wi ld non e qni'lì.>
iti'ihi l'isiimiimtn di lì' f,/Ji; r.-A-.^c, lilin IV, stampati in Ve-
nezia r anno 1 65a, in 8°. — È vero, che dopo tulio ciò, che fu
pensa Lo, SI ri I li i,<- pili ibi ica In mi questo ai gorneulo da dnUisninii
in;inii)i: Mirili! a tempi nubili, purmi ln.'u rUllicile. elio rinve-
nire si possa in questo codice rnsa alenila, che sfuggita sia alla
n ieri ita/ione e pcnelray.ionr li un; ma in avrò .seni pre in animo
la sentenza, che non v'ha libro, per poco importante eh* ci
sia, dui quale non ȓ pi issa impariti1 (jiialcln: cii-ri.
7736,
82 . Aiuti delia medicina nel caso di pestilenza proposti dal
medico Nicolò di Engegne.
La pestilenza in genera le cil in particolare 11 il Irislo argo-
itienlo di questo codice, nel quale pur si dichiarano gli aiuti
gaucrali e particolari, ebe la medicina suole proporre per le
diverse pestilenze, e di verni tur gradi. lHilxi eontenlarini di
S6 MANOSCRITTI ITALIANI
h i : i -, i - h I \- . ■ 1 1 ■ il tili.ilu, ij-.L.i li' | :f i un- lin^n i:ìiv -pillano ili l ìu- <1
traila in questo cullici; ; Incomincia il libretto di palili <iti,i ™m-
imilu per mwiv Xi'nlìi ili ijyriiiiL-iìiuilinvet inntirv. Ahuv ijh,ri,ao
S'.'jin'iì- Julitwn." Aiitunw ili ihiiu-ii. il, Crtìiti I'riw.i]K ili Janni» ci
«■(era nio singultir,: et spii-i'il Sir/mire urlìi anni ih-l Signore 1Ì48
liti iiifii- Jt 1/iuTo. /■> firmi* si medi- /n /((lini »i mnJ* i» Prologu.
ììMn ìetliu-.-t ili'l quale pnilogri sembra chi- il sopra ili lotto
principe avesse invitalo l'EnRi pne n scrivere iniomo a questo
lo, il quale se sia bene o no trattalo ne potranno
quelli ilell'arle «ululare, ma a dir varo è molto bar-
e trattato in ciò r.lie ri^uai.b non solo lo siile, ma
ì. I bibliografi non ne fanno menzione.
■ ■ ■ 7737.
S'i. li libro di Vcgeiio sulla medicina delie bestie. .
h:r:in ;.\ lìrr.o'^iti1 nvlin- fiorii :o ne ^cri.'.^i jitl codice .-''^uato
col n" l rj, il, il (|si;i!c -ni: Inumi -in (jiicstd Malo rupia lo. Ma se
turi poca latici unirebbe ridursi fj ut-Ilo a buona lezione, la ci
vorrebbe ben grande per questo, elle fu assai maltrattato dall'
7738.
84. Trattato di Mascalcia.
Intorno .i (jueilo rollici; l'imet'o il lettore a quanto io diro
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. S7
della parte II" del codice n° 88, della quale è qui la copia
esattissima nucln: per ciò dir romerno l.i parte inai,::!;. lo della
penna, e non saprai dire se questa o quella sia stola ia prima,
1 7538".
85. Trattato su l'arte della Mascalcìa, scritto da DinoDini,
Cariaci*), in 4". :-.ir,tliTÌ n'r--vi . 'li [.v.m.. ì,,n, r.tiiI.] hi", .li burnì.)
eoucnruiqae.
Tu Itu questo codice « eo esecra lo alla [j i ii tlr.ii dell' erte della
maliscalcia, o mascalcìa, o bestie medicina, o ma mascalcia, o
mulo medicina, o con altri nomi analoghi, si rome abbiamo
veduto in malti codici di questo biblioteca, i quali trattano
dello slesso a rimiri! lo, <> segnatamente i eodici sotto i n' 'JO,
1 1, 86, 88. 11 presente però sembrami pel suo aulore debba
meritare la preli-ieii/.o sopra InSli gli idlri. I ,'hi'mi- ne In Dino
di Pietro Dilli iimliscaìco della città di Firenze, e compì
quest'opera il di in pernia io del;1 anno i Sin ; In die tulto si
fa manifesto oel proneio delì\>|HTa .-lessa. t\>uatit'i a ciò, che
eoo cerni.' la pra:i<-.a deli' arte, è indi ili: tato elie dopo quel
ì i -i 1 1 [li.) essa l'ei e tanti piovessi, elle loi^i' -arehlie l'irliroie di
proporre questo scritto iti utili La dcyli studiosi ed esercenti
l'arte medesima; ma considerando i ineriti dell'autore, elle
certo visse ne'buoni tempi della nostra favella; clic ci è datu
di poter conoscere lo .stato dell'arti! a qui;' tempi medesimi;
e quindi insti taire i confronti pe" tenutivi, clic dopo il Rosso
o Ruffo si fecero per farnela progredire; tutto ciò rende cer-
tamente di molla importanza il presente codice. Ma fu egli ìn
alcun tempo dato alle stampe ? — Nella dotta prefazione alia
S8 MANOSCRITTI ITALIANI
flippiniria di tiinril.ir.ii I in Ilo poi iMirala li. 1 T originale Is-
tillo dal professore Girolamo Moli» in Padova l'anno 180K,
pagina 54, si ricorda rjm -ita Mascalcia dì Pietro Dini, clic tro-
vasi pure inediia nella biblioteca Leopoldi na-LaurciMÌana di
Firenze, f di cui rondi: editto il B.indjiii nel calalo;;'!! della
biblioteca medesima, l'i benché quanto all' arsmmeTllo sog-
giunga il Molili die — parimi britn-t alilil-tlis , t/auni nihil aliati
'tu: lincili, tinnì,! imi-t-r:mi dt.tUÌ!>/<: ncl-if jam nolisnnt, —
1 1 1 1 Invidi anelli' pei- li' vini proprie tlell'ailt' M'iiiliranii àie lol-
iiiir potrebbe utilissima la pubblica /.ione ili questo codice, di
cui do lo. prime e le ullime Muro, onde se nr giudichi. In-
l'nm incili com : » Da poi elle in' è vernilo pensiero ili essere ilare
■ il mio debole ìh^c^ihi in voler dichiarare la scurità de la
• medicina ilo' «rajirli unii 11,1 li usa [il eri issa niente i el ve ::!:■.■ lido
:. ne jr[i ih|)er,iLon lenlo ili poca discnliuii.'. Ini voluto sostenere
« l'allea d' animo, i> ce. er. Terni in. i poi il vii In ine col Miseri re
I liiiersi nieilir; ■nti da timer usarsi m/Ile varie maialile cui
soggiacciono gii animali, e le ultime parole sono queste : ■ Et
. et se non è iudegnato non vi mettere olio. H fine. —La co-
pia di questo scritto fu latin da due diverse penne , e a quel
che pare altresì in tempi diversi.
7759.
8tì. La Mascalcia di Maestro Facio.
ClrUKTO, in-V, 1-aratSiTÌ l'unii, si fili' vi", ili fiLIimi riiiuraraiiono.
■ Mnjfro Fatiti. IJrr'ii. <■■.(£■ ira di mmtn Fano. » Sono queste le
prime parole del codice , le quali ci avvisano dell' autore
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 89
dell'opera; intomo olla quale peri rimetto ì lettori alla parte
prima del codice segnalo col n* 81, di cui e il presente un
compendio. Noterò soltanto, clic per in siile con cui ù scritto
può credersi il l'arni l'untore di quel trattato.
77Ù0.
87. Trattato siigli animali: od il lih™ del Scfp'Cto de
msl ccnicmlo. |i. 1 : 1 ( .1 ._;r../:.il?.i[.i 1,! umilile di alcuni fogli io più luoghi.
Une opero si contengono in questo codice. La prima lin il
seguente titolo : Qui si cumincia il Uhm de i/li /mimali ri de gli
ureelli ei de le loro nature per Ulti esempli. Per verità i racconti
eli.: m lanno per iliniovr.tie il grande iiilendiiiiriilo 'li aliami
animali Mino spesso favolosi, conio panni, o almeno incredi-
bili: e cosi il mudo con cui ò scritto il codice non dà molto
piacere nel lecerlo, perché triualniciite ami Ivi il iaculi ente,
scritto. Ma ciò clic il rende, secondo il mio avviso, assai pre-
zioso sono i dìseL-m a penna, e rtiilor/.n[i eoli' acquerello, de'
quali è adunili, rappceviilanti l'unii 0 l'ai Irò anìiiiide di cui
si park. E per ciò dissi die 11 codice è di^Tii/.ialamciito man-
.-.mie ili ideimi logli . niellile sema il idillio inaura di molli di
essi disegni, de' quali alcuni vedisi cbiuraiuellle essere stali
tagliati Fuori nel bel nie/.io del loglio per impossessarsene, ed
altri furono crudelmente traforati colla punta di un ago, onde
trarne la copia con qoel metodo ch'eia allora il solo conos-
ciuto della polvere ili carbone; ciò che per altro Torma argo-
mento del pregio, in cui siti d' allora lencvansi i disegni me-
desimi. — La seconda opera , clic con tic tisi in ipir.-lo codice,
MANOSCRITTI ITALIANI
È la traduzione ili'l Uhm, aiti-duiiio ad Aristotile, del .Voltiti
de scarr.ti, e primipia m-ì : Orri n™i»™ fu ìV'h» Jb (i roitumi ci
rrijilHY»ln di-Ili .S(r,'iwj;. fu eim/o m rt/fm m.-Ji/v ss afflila k scerete
de It secreti eia: fu .viìfUi ci fiata ci • emp.Kiln d A ri statile la quale
ma.iul-> al \!ia/li.ifica tic Alaamlra. Indi rlujic alarne pai ole (lolla
dedicatoria, Ai. Questi., attissime el in cultura (Wfc Aia. rcligianc
. lo Sole è più splendente do la chiare™ de la Luna, tanto
" la chiarori del min Signore, et la proiinidilà della nostra
» sdentisi Inni li inni Inni in lillcrstur.i avanza, . ec.ee. Non ri-
sulta d'alcun kiugo dell' iiy.< ia c--ii .-la l' n:ifur l- (li questa 'Ri-
duzione, e eerto non è quel Givranni, di cui s'è delta nel codice
li" T.'i; ma esso è imi) dirò piò. di ini espello, ina botisi memi
inesperto della lingua nostra.
7740"'.
Nȓ. 'l'iellato delle euro, clic nwi si debliono i 1 di;' Falconi :
■i° de Cavalli.
suge e ri sr rmo i i-micdj opportuni, l'm i diversi argomenti clic
vi si Iraltanu, v'ha, pur quelle del cancro cui li falconi vanno
talvolta soggetti; e dal rimedio clic si propone, ed a chi vicn
proposto, ed iti qual tempo, può trarsi la con segii Cina della
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 9,
grande stima in cui sono siati sempre tenuti questi animali,
die formavano in nitri tempi il divertimenti), e quasi la de-
lizia de' principi stessi. iì,y, <p la ij,-l tissi ni u (cosi verso lo line
di quest'operetta leggiamo scritte) da pillale umilili il cnurm data
per hi Piinripe ili Siiirrnn n' sS jiniiiirii 1470.
La seconda parie di questo lanlicf: contiene im'opeiicrinola
ili mascalcia, e non tratta clic delle -ole malattie di-' ['avalli,
pi('p:)Tii.'ii[lo'ji.-iic le meditine, 'l'inerii e. il titoli : » Onesta e la
■ memoria la qnnle messere Joliamic fè ne! tempo del Ite
'•ili-I" M;-.j;r.(i Imper.iJoie : quale messere Joiiniiiii sapeia ile
■. le. i,-iii-ri:ieiii de Ielle le lelire i;t altre inlirraitale che genc-
■ tendi bene le possi adoperare parie per parte, n Si rlr.seriv.iiLij
titolo, che ne ho trascritto.
La ter&ì parie del ['.ridice, lieurlie continui la stessa materia
sulle malattie [le cavalli, pur la parte da se, perchè non è
copia d'altro codice, ma sembra cosa allatto nuov:i in quel
tempo. Cosi incomincia: < Questo è un altro capi tulo utile più
■ di tutti gli altri iid [iL'iii ^eneriitione di lei ire rlie avesse ca-
« vailo o mulo. ■ Quanto poi allo stile con cui sono scritte le
Ire operette, che si contengono in questo codice, mi sembra
non possa meritar molta lode.
MANOSCRITTI ITALIANI
77/1 1.
89. I libri deH" Architettura di Vitruvio.
Comprendi! questo codice la traduzione di lutt'i libri di
Vitruvio su l'architettura. Chi tic sia ì'outorc non risulta d'al-
cun luogo ilei codice. Uopo il proemio legjresi cosi : Di ijml
cosa è composta In :miililli:'ii'.' /' aniàlictliìni i nmpusn di ordina-
mniln [fmm] In tynu/c tft i/ivi è dilla T.IMS; e! ili ili-jimiliimi- ti
i/acst» rhi,imM:n ! tìrcci, ec. ce. He trascritte queste sole due
linee a fine clic sì cnin.i.-ee c i 1 1 il endice probabilmente o ò
l'autografo, oil è coiti' (in da nonni il .irle e letterato, niellilo
un amanuense non è d'ordinario cos'i bene ì ostruito, uè si in-
discreto (ii poi- mano all'opera die gli In (bla a trascrivere
enrror;i;o[idouele voci,.-! ci ime accade l'r equon tei nenie in questo
codice, nel quale ii veggono spessissimo non già tolti soltanto
gli errori di orlograln. 1 -angiali i vocaboli, sì come nell'
esempio ijiii poco sopra rijiuitato all' e; '.Via ((memo in cos-
tituito il vocabolo urtliaalietu: Ilei resto dopo la pubblica rione
del Vitruvio illustrato da Sion, ne Stiatieo, e con tanta magtii-
licetiia, clic ben pi meritava, prato in luce in a volumi in à°;
dopo i Milgru'i/.v.iinniiili ri i questa ri assira opera, ilei quali bruno
iirfiecbita ed anacrlnseotiu l'Italia tanti benemeriti letterati.
Ira i quali prinripalnienle i (ieìialii, gli Amati, i Viviani, é
da reputarsi ebe di pnen giovamento risnllar [«issa l'esame de
codice presente, di cui tuttavia come forse ignoto nou sarà
discucii questa notizia.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 93
90. Regole di Archi lei tura esposte da Pellegrino de*
Pellegrini.
E iti su) principili j! litolo ohe .11 il.ì .iì presente manoscritto
eolle seguenti parole: Are!, i.v.'fc™ ili i'i-ìtiyiun tir l'ciktjrini
Pillare ci Architetto. In due porli i divini quesiti codici.- ; nella
pini M sono 1 Sicilia ni lo dui]' mi lo ri- io rosolo jr Tali drl I '. ■ I ..—
bricare., e parili i ni ciascun.! l.ililinc:i ; nella seconda e
una traduzione i Liliana de' libri di Vilrnvio. La prima di queste
due opere sembra vcramonio hcriua per mano deli' autore
medesimo, lo clic risulla non solo da quegli indizj, che d' or-
dinario dà la pollini di un nierconario amanuense 0 da quelli
che ne dà V autore, ma al (rosi por lo formi ti ni o ponti inni ti
dì vocaboli, anzi più di cose che di vocaboli, che qui li si
rincontrano. Non mi sembra meritar lode alcuno la dizione e
lo stile, e quindi dovrò contentarmi di dare gli argomenti di
alcuni de" primi capitoli: i°del modo di fabbricare una ba-
silica; a" la curia ecclesiastica . 0 quid la del sonato; 3' la li-
braria; V'olio nel fabbricalo i leiupli devesi l'aie ogni sforili
di iniipruilicujiM. e ;;:! nitri cdili:ij secolari costruirli con molla
parsimonia ; 5° il teatro, oc. 00. Ilio pini bastare onde conos-
cere so ipiost' opera di iiicliileltiira del de' ì'ellii^i ini da -.luta,
pubblicata 0 no, e nel caso negativo, gli scienziati, esaminan-
doli!, pnlraiino giudicare del luorito suo seiontilioo. — Qnaiit'ò
alla porte II' eli questo codice eli' è sonila poi- la stessa mimo,
i- dispil/iiitamento inaurante di niellilo curii: sul principio,
rime'.'.o i: ielloro a rio oli' io ut dissi codice antecedei! f
ga MANOSCRITTI ITALIANI
11° 89. e credo ìnulik' fnr piò parola alcuna. Stipali iti sol-
tanto, che nella KUictcca iti Anltitrtlvra arile pubblicato da
Angelo dimoili in Roma l'anno 1 788, in a voi. in 4°, non è
fatta punto menzioni' uè di Pellegrino di'- IVllegrini, nè della
sujuaf hit'! lu sua opera.
7765.
ni . Raccolta di T l'aliali siili' Ariliilcltura mililarc-.
r:.1firn- ■' . Ili E1L1-1.-. -In l'j^lr.. H.u.ill. I i • i. iti |"' I i ^ ■ ' ? — I ' . m V 1 1 1 . \ I l'. ||i:i|
consertato, fl dueUqo in wj lunghi.
Diversi sono gli aulori de' trattali, che sì «imprendono in
i]ui:stu endice; e la più parlo «ino in lonna di lettere a prin-
cìpi, a cardinali, 0 ad altri gran |n 'rsniiii ggj ; ma non v'ha il
nome, nè degli scritturi, ne di cobra cui sono inilirilte: dal
che può dnrlursi, die a colui clic le Ira se ri su- nulla più im-
portasse se nun che averi! per propria islnuiune la copia (li
esse lettere, e quindi degU .'ìl'ouhtiIì . the vi si di.sc.ntoiH,.
poni rnrumbsi ile' loco anturi, né de' lur nnreimli. Sembrami
pero di <[n;ileli(> importanza hi p reseti le collezione, della quale,
considerali i Inumili e le tiltà. che più parlicolarnientc br-
lic.i/.ioni e l'arcliilcllura miniare, credo che pe.lrebbc riiiM'irne
utili» lo ^tlnl io si 1 nun pei- la scienza, allucini per la storia dì
quel tempo. Oirirnii c.-cinpiiria^m nun cadercblie in animo a
nessuno di dimostrare, che la città di l'arma possa rendersi
iuespn^iìtliilc; ma nell'anno i55i, nei quale, o spontanea-
mente o per autorevole eccitamento lo scritta su questo punto,
si come lediamo Ira 1' al Ire cose in questo codice, non la
si pensava cosi; ciò chi: ben chiaramente dimostra 0 il poco
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 95
valore ile" nemici, od il granili- iiira^m ili rolnro, elle dove-
vano sianone su In difesa : » \veudo io rousirlernto (cosi in-
comincia uno di questi piccioli trattateli!] .lapilli di Tamii.
. L.r.5i,^ni parve clic I» si pc4iia fc-rlilieare bendino et
■ facilmcnlc. per molte bone qualità clic Dia in se prima
■ clic li nemici non si possano accostarsi n le mura da bornia
« nessuna per fari' batteria rbe siano a] coperto so non fanno
■ li ripari rnfliiovalinciiio !i quali sogliono costare eh ari in
. diversi modi ancora, ■ ce. ce. Ma ciò basti su questo codice,
'■ passiamo a clan1 notizia d'un allro, elio panni di ma^-ior
linaio nell'argomento medesimo.
77hh.
():;. Trattalo delle I''ort!Ìie,:iioi]i militari.
Chi sia l'amore di questo codice, c se sia edito o inedito,
ciò potrà risultare trascrivendone, si come io, alcuni' lince,
per le quali gli studiosi potranno cliiunrsono l'alti i couironli
con tutti quegli autori. 11' cui opere nei sopraddrscritlii argo-
pernlone ora resisterli,'!. |. |I imii. ii -. i-Miur. Ir. li -indir nul-
li codice e diviso in due partì. La prima (ratta delle regolo
generali delle iorlifii-Miom ; Li soronda delle l'urli lira/.ioili in
pratica. La prima incomincia cosi : . Pai* che 1' Arcliitettur.i
g6 MANOSCRITTI ITALIANI
■ militare, cht' noi !o l'I si'icM ioni' aildiiiiandiann
• quantità, sarà per ciiiiscs/imtiiKn nrnsiriii, clic prima delle
• quantità, dir d'essa Andiitcl tuia Iraniani». Ma perchè le
• quautità son» di dm' specie, cine discreta e coulinua; prima
■ dell" mia i-I poi di' II' alir,i per indilli' parlar doli Inaino. I .'lille
. prima alia i lisi' [ eia M'Iii'ndi), cosi laremo clliaro clic, ■ CC. ce.
— La seconda parte die tratta di-Ile fortificazioni in parlìcolare
incomincia cosi: .11 fine della guerra è la vittoria; la quale
• si olliouo dalli pitc pili |::il!'it[..\ (.lilirsla me;;L"ioir pollina
■ UDII consiste soli moni e in muli il urline d! vassalli, et ili de-
■ uari, ina in una niulliludiiie (piasi inliriila di cose, le quali
i si riducono a due rapi, l'rrcio'ché alcuni' sono rose appar-
. lenenti al corpo, come l'eli, la sanila, et le folle; e altre
■ appaiteli goiio a l' anima, coni e il cornicio. l' indegno de stra-
. «gemmi, eia cognitionc dell' arte militare; et tanto quelle
- cose quanto queste sono di due sorli, alcune naturali, allre
• die s'imparano, ■ cu. ce. Tutto il codice c corredalo delle
0,3. Libro di Aritmetica.
iLiTolo. .iiratlm unii inolici, ni assai brutti, del «mio iV.
Il titolo die lia il previile nnlim è ili Aiutai. Ma esso e un
libro antico di aritmetica formata e dettata in Firenze, nel
quale si trattano alcune quistioui intorno alle monele, intorno
DiQitlzM D/CoOglc
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 97
alle diverse Ifdii' ri' ori o .i'n i^nln, ni nitri simili argomenti
sempre aritrae ticamcn le proposti e discussi. Nelle due prime
pagine sono dichiarati ì pesi, il pregio, ossia come dicono la
hnnlii intristiti, ri I il valore ossia io™ ili alcune specie di
monete d'oro n d'aiponin coniale e pubblicate nc' principali
stali d'I lai ia, ÌTiro:)i ilici noi Io di quello ili l'i re ni'1, clic aii'.iu-
poi a stabilire le sue regole, e calcoli d'aritmetica sulla boat»
e sul cono dell' altro monete d'Italia, finito questo lavoro, si
insti tu iscono pei' appendice alcuni onnlVnnli ilcllr monete
d'Italia con quelle d'alici stati Inori d'Ila: ia . e iiiccijlmciite
della Francia e dell' Inghilterra, Potrebbe forse in vista sem-
brar quasi imitili.- lo studio di questo codice dopo tanti pro-
gressi l'alti sino a" giorni nostri dell'arie, e dobbiamo anzi
dirla sci"n;a ( n.Mnatiea, e iikuiim ria. Ma ,,. si consideri in
pi imo luuiio. eli' esie tulo scritto il codice in Firenze e per la
penna e studio di un Fiorentino, come sembra indubitato
pe' molli ìndizj che nel comprovano, polrel>l>i' la lingua nos-
tra trine qualche militi dal:' uso proprio e conveniente di
alcuni vocaboli italiani in una materia, i cui classici autori
non trattarono, che in lutimi, o in lijilesro, o in francese-; se
si consideri in secondo luogo iì vantaggio, clic le notizie de'
calcoli di quo tempi in cosi latto a ironie nlo monetario po-
: re bl.i evo recare aidi sludj nostri nel!' argomento medesimo;
ed in fine il piacere di ritrovare io questo codice quasi la
storia ed i progressi dell' arte monetaria [nesso di noi, lutto
questo potrà forse indurre qualche dotto o letterata a voler
porsi all'esame del presente manoscritto, di cui ho data no-
tizia. Non v'ha nome di autore, e non v'ha pur in fine sottos-
eriv.ii >ne .1 Icona, por cui cor certe//... riosvi determinarsi l'anno
in cui fu composto; ma per alcune leggi 0 regolamenti, che
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9B MANOSCRITTI ITALIANI
(rovai sparai qua ìà nel codice, segnali colla data dell' anno
in cui furono pubblicati, posso francamente asserire non
essere stalo scritto il presente codice uè molto innanzi riè
mullo ilo]>:) il coni in eia mei: lo del sodilo quiiilodi'eimo.
7740.
<)/\, Tradato di *iiov,iimi Ambrogio da Pesaro sull'arie
dei danzare.
tarliceli, in V ubluiifiu. anidri militi, s«(ilo 11*. di burnii comi: n .Mimi,-.
11 titolo del pivi.'iitc eoditc, c 1 1 1? leseti Tll'l pri n-cipici della
[ii-iniii jiairiiiii. >': questo: Dninon .luiuinuis Aihhtviìi l'imuivnsis
ile pria -lira nv«il<- ì'rip'jdii v,i ■: yiisatlunlfielicitcr incipit. Dopo
il .quale titolo segui- mi wmollo, ben pino felice, mila soda;
nel quale si esponi! l'arco ni", che l'autore, imprende a
trattali: ; ini li c un proemio '-ull' ■■risiile, uso, e lino della ins-
tiliiv.iono <lt: balli; alle quali nw Itilte precede una tavola
de' capitoli, de quali ciascuno È consccrato alfa spiegazione di
un diverso genero di ballo nello varie nazioni del mondo. Ed
in lini' di-!l'<i|M'r,L -oiiii Ir noi usioali iMn-is|ioi]denlÌ a quel
ballo, clic nel tale o tal aitro ile' capitoli lo dioiibva'o. \:'. ciò
che forse per la storia ili quest' urlo del damare può ri uscire
di qualche imporla nza è In notizia, dieci dà appresso l'autore
di tutt'i più solenni brilli, rh'egli •.tesso aveva veduti; la quale
notizia è preceduta da queste panili': » Io Glohanno Ambrosio
■ iIj l'e::aro me so animalo a tuele ipies:... lesi-.: sue tosi: fiele
. de Inqieralori et de Re et de Marchesi et de gran Signori,
net anelu' me soli attrovato a molte altre feste de Citatimi le
.quale elio io ne fo menziono.' Lasciamo a parte il modo
con cui, quanto alla dizione e allo siile, è scritta quest'opera,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 99
polche pel piccolo saggio, ciie se a è dato, pu& facilmente
conoscersi la poca perizia dello scrittore nella nostra lingua;
e d'altronde si come li: belle parole non dicono sempre buone
cose, cosi le buone cose, come pur sembrami averne questo
coditi', possono dirsi anche senza belle p.-rule. cei'hic chi;;
l' argomento ciie non fu trattato da molti, e ebe ci move na-
turalmente a farne im inaine; Ir noie musicali, ebe, il con-
fesso, è la prima voli» eli' io vidi «con pugna lo rie i balli del
secolo xv"; e k notizia e descrizione do' più iamosi balli, die
nelle solennità specialmente di nozze de' più grandi personaggi
di quel tempo sono stati eseguiti; certo è io dico ebe tutto
questo sembrami dare al presente codice, il quale per le in-
dagini che ne bo fatte è inedito, un pregio ed un' importanza
non comune. Di questo (iiovanni Ambrosio da Pesaro non
ll'OVO fa Ita 11 /.ione re por..- ri;,; Mii/.iocilndl:.
7747.
o5. Teorica dell'arte del Ballo, di Domenico da Piacenza.
Orlati», in i", raroltoi tondi, xcolo ni", di sufficiente tonscmiionir.
L' argomento del presente codice è quello stesso del codice
antecedente n°oi; ma con questa dillrrcoia. elle quello tratta
dell'arte del ballo in pratica, e questo dell'arte del ballo in
Inori ca, dime sia scritto il endice risultar» daiir prime linee
del proemio, elio incomincia cosi : * Ilenia timido ci grande
■ et Iriumfantc Idio de li intelecli che por grafia da lui sono
• infusi, et a lui solo dato li sia bonore t-t gloria de tutte le
■ operationc inteleeluale e murale. V. vociando ci special» le •■
1 nobile Cavalieri) Mcss. Domenicano Piacentino tracio re dei
■ moto corporeo cum grande reverentia impetra a quello ebe
MANOSCRITTI ITALI AM
dcsimo del li-;ittrjti>, rumi- riMtlta dallo seguenti parole: «Le
i Ì!lf|-;iM.TÌ|)li' (li' lliv OlìlUJKisIr cuti il Cil[itli finir 11' |iati>Itl per
■ iij succiat-il' i i 'io Ci vaglie ro mif jlt UojiujiiÌio da Pi.t-
• senia, salvo elio II calilo de la l'i j^ic^uilit'lniiiio, ■ (e altrove
Bagnislmina, o fia-guilmin ) ■ clic è ballala francese; et sopra
■ esso conio el dillo Giva alici' Isa composti i h lui balli. ■ Kon
so clie uè pure questo codice sia mai stato pubblicato; i dotti
urli' arte (.!(■] dan/aii'iio pLidiidiumimis dd murilo, esaminando
i principi ™' 1ua'' 51 fondano le dottrine dell' autore sul molo
corporeo.
7748.
if'.i. t (ridinne drl Ilijiii in U ii I . ■ di Allignilo i li Rirhidìcu.
11 Idilli! di ipuslo rinuinsr.iilli. « i: M—'ii'ilìi' : il l-'ihsnh in-
ili/f-n-iUe ui piedi di Armiiin.lv il i/mudi: di llicluAieo. Pimi fruii rii
P. Ripa. Tutto intero questo codice non comprende, ebe
un' orazione continua e ben lunga, di aoo e più pagine, in
Iorio ilei sopraddetto Armando di II icliclieu. Quanto allo siilo
con cui è scritta, e quanto al modo con cui l'elogio è (-«ridotto
ne giudichino ì lettori dalle seguenti linee, per le quali si dà
cominr.i.lriii-ir.oal L-,:(|jci:: t Air ira ri ri;:. Ktxo ;i i vosi ri ]:ii;i;i latti)
. T r<ili i> rlrllii viisli-a sii]iii!ii/..i (ju.'l li limolo, clic scni|iv(! vini,'
» rii'irim:.(jrli';-/.a ili pokT ira' nioi-[;di li li ^ini-iin adorar- ■ snizj
velo dell' opinione la vera e luminosa iniagine
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. io,
i della virtù. Ecco finalmente ai vostri piedi convinto dal vero
rdclìc vostre (:io:io quo: savio indi Gerente, the avendo oci-
» roto questa Dr.-i h I.- 1 -iij.or-!- Unito tempo I" vano, l'ba ritro-
■ vaia nel vostro di\ ino sembiante 1 ia più Incelile, elio non
« si vide udì ' ;;ra mariolo d'Alt ne... A ciie ÌTiips-i;s.i io mi
■ accinsi?... Penetrai gli occulti significati degli Egiij; osservai
■ sili oscuri simboli (li Pilato!'.) ; investigai eli ascosti cubimi
■ di Empedocle; t sensi mistici di l'ialoiii:; i diihcnllosi roiu-
• menti di Protagora; le fallacie acutissime di Gorgia; gli
■ impossibili di Y.t none; e l i dillicile Acroamalita rialto S:«-
■ girila ; e pure non feci altro, clic salutar come da lontano
■ alcuni rapidissimi lampi di questo dono degli Dei, confu-
■ samente sparsi (Va Uniti varie sette rie' I i 1 uso la il ti. Fu mia
■ fortuna, 0 Grande, nuli \oslra -li aia, clm non può più tres-
■ serena del vostro aspetto Reale, « tx.ee. Ed in questa guisa,
anzi sempre crcseciido ne' sensi di lode, di devozione, di ma-
raviglia, continua l'elogio sino al line. Coloro, che non solo
dissero, ma scrissero e pubblicarono, clic reputar dovevasi di
esagerazione e quasi di scandalo ciò die fu detto, scritto e
pubblicato il! inde di Mapolcoiu-, io leie;o pur (eleni elle bi'n
d'altro avviso sarebbero stali se letta avessero questa orazione
che molto tempo innanzi era stata composta in lode del so-
pctdifel!,, A ri e, il ul il di il irli elle e, i cui unii:; io per me reputo
assolutameli Le nulli posti in confronto eoe quelli di Napoleone
E quasi i piasi ic aldi mi di Migrai usuiti-, eli e riuscir potrebbe di
4ii,>lHie vauiac^'io la ìuibblira/inne di questo scritto a fine elle
si conoscesse sempre pio quanto «rande Ma Li connine nostra
miseria, e conie l'uomo talvolta o per finzione vile, o per
ignoranza, o per ambizione, o per interesse, o per pazzia
elimini si possa verso d' un proprio simile. Nienlcpiù mi rimane
MANOSCRITTI ITALIANI
se noi) clic implorare 1' itnluli;eii7.i do' lettori se gli Lo di
troppo intrattenuti inforno al presente codice.
7749.
97. Leiiooo politica, di Scipione Ckiaramonti sulla
educazione, de' fanciulli.
' i .in 'e. cinturi rr-.f=i. L , secolo ivng, mal consonalo, e maculile di
Contiene questo codice mia le/ione, politica aopra un passo
ili Cornelio Tacilo ove dice : Non lumen tubo viriate sterile tm-
cn/arra, etc. _\ella cpialc lezione discori e principali!] cu le della
l'ulti {■TaiiV.ij, iimIj ÌiiIiimiii alili edniaif.ioiic de' limili Ili. ni
in generale si vanno investigando le cagioni della bontà
umana. Non apparisce né. in sul louimciamciite né in .su la
lino del codice chi ne sia stato l'autore; ma nella carta che
precede il plinti pio della le/ione é strillo, con un carattere
elle seinlirami eguale a ipiello ili Inlla l'opera; ch'essa <'■
Leccdcotc, e tuttavia liella stessa penna, lesinino sfi'iUo:
1618. die 1." Martii. Imlkt.' prima. VÌbshU Sermo. D.D. Cesari
fair/ir. l.'v.c tU'-rr.t ci Mntiv.t. i..i ne^Jìip:c]]7a «Iella ■cntlura. la
lirulta forma rie' earallcii, la irregolarità di dis|irjsi/.iiiiie delle
pagine, e sopraltolto le- eoe re 7. io ni non di octojjritlia odi
punteggiamento, ma di voci, che rraà e là si rincontrano, e
le cancellature di alcune linee, e la sostituzione dì altre, tutto
ciò m'induce a credere cver questo codice o-i^i ili le cioè
l'autografo slesso del Cliiaramniiti. Kon so sei sia stato pulj-
blicato; e benché io non ne trovi fatta menzione da' princi-
pali bibliografi , pur io pino uhi dirlo seenra mente né erti In né
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. io3
inediio. li.coiiunr.i.i cosi : -Tre sono le cagioni (lolla honla
■ nostra secondo Aristotile : la natura, la persuasione, e la dis-
■ Ciplillil O CLfttUlllC. f.os'i etli (lire ; Li te] LI E bulli '-| .stll'liusi Illlll-t
«per trio. Sunt autom Iure (ria, natura, iiios, ci ratio: la quale
. dottrina da Platone non parie come da multi luoghi in Ini
.■sì i-amiidie. To dunque secondo l'ordine |)i-c>|ic i^iu di Ari.-
-lutila d'ognuna di ipicslc scparalamriitri prima discorrerò.
■■ IVr ci.', il. .11 luca iriiMuiìuMiiinlo, due cose a me pare che
■ si debbano di qncst» dapprima conriderare} quale sin lu bontà
• e la virtù che per natura in noi s'ingenera, e si cultiva; e in
. 1° luogo quale sia e in chi; cunsi.sta particolarmente questa
«natura, che imi n'pognìamo )V;i le cagioni dulia umana
• virtù, ■ e-c. Per quanto i caratteri, per la frena somma con
cui furono stesi in moltissimi luoghi, pressoché ininlelligi-
bili, mi periiti-ero ili far un ipi alche esami' ili qne.slo scritto,
mi pare ch'ei meritar possa i riguardi de' dotti e de' letterati.
Non può dirsi uno senti» italiano elegante, ina ne pur basso
11 trascuralo, come inni ^indicarsi pel Mir^io dal» epiì sopra.
l'autore da qnaMic dollrina liir-i- mi pn' Iroppo inetjilisica in
liinrì, sappia assai bene dell' argomenti!, cln- ]ia pi.'r le intuii .
7751.
98. H Panegirico di Caio Plinio Secondo in lode dell' Im-
peratore Trajano, volgarizzato da Lippo Brandolino.
Cartaceo, in d° piccolo, cani III' ri lumi;, m-ulu 11", ili nllimii 1. 11 ne ria 1 ione.
È contornata ia prima pagina, ove incomincia ìa traduzione
del testo, da una miniatura ad oro e colori colf armi ili Don
Ferrando d'Arragona, cui é dedicata l'opera, la quale ha il
■ od MANOSCRITTI ITALIANI ■
principio seguente : . Incomincia il (ji-oomio di Lippa Brando-
■ liuo fallo nella, traduci ione ilei panegirico di l'Iiniu al So-
» rriiipsiiiid lii' ["lini l'errando d'Aragona, ■ et. Indi : « Molte
- ci prohatl5.i1 m 0 si-ri l'ore, f iloi io.sis.ìiino l'u' , ma di tutte la
• principale et potissima è l' Amore.Altentocliò l'altre cose tutte
. souoal'obedientiact comandamento del Principe sottoposte:
- ni si possimi) 0 violentamente romaiidair o conica la voluntà
■ ,■! disposinoli Mia fare. L'annui' .-olii no» è a comandamento
■■ .1 1 nino subietto; nò può par 1 iolcntia ri for/a alcuna e-serc
• cantra la vnlnn là ma runstrel In. Imperocché. .. oc. ce. Finito
ij netto | ii f 1 : < l 1 j i 1 1 . toc non è breve, leggest cosi 1 lixoiiiiiitia il
■■ panegirico o iero orati une latta ila (i. l'I imo Secondo in laude
■ di Tra] a no Ini pera loro et trai Ine la in romiti uno el vulgar lin-
■ gua da l.ippo L'u; mini ino al SÌltiovO lii' flou V'errando d'Ai a -
. golia, lnvocatione allrnvc latta per polore le laude di Traj ano
■ la- 11 dire. — Hanno li noti ri maggioi i bene el sapii-n Irniente
. ordinalo, Padri coescripti, clic come nel fare l' altre cose, cosi
» liito ordì I providciilia principiare sona lo aiuto, et coii-
1 sibilo, el venni alionc itegli ini tali Idilli, la (piale ronsuO-
■ indine da ehi più presto elio da un Confuta, o quando più
■ prestasi debbo in uso et in onore riduccrc, die [piando siamo
. per rniuandc lunilo dei Si nato et per autorità de la liepub-
. Mica invitati a liugr.ii.iare un ollimo l'ilucipe? privili: (piale
■ è più bello 0 più prestante domi degli Iddìi, clic un casto, et
■■salirlo, et ad cf=i Idilli limile fi i:u.-.=i a p pareggialo l'iin-
.cipe?- ec ce. E termina II collice col solo finii. — Penso
che -e (piiMa trr.dimonr lo.-..!, darà 1 luce, iiieri'.ei'i'lilie:!: gii
clogj de' lelloi ati. lo ne lui trascritto un passo piuttosto lungo
Oigiiized oy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,n5
a fine elicsi pos=a ^intlsc^ro se bene o nule in mi apponga,
i' se lotlfvoli* » mi sia iì iiiki desiderio ili vedere un eli pub-
blicalo questo volyin i^-.ini'i'ii'u del liiniiKolino. Uó ili clic
tinta, rlir Ini il snidili fili' ne Ini dillo, dal piiuripiù ai (il'.c.
si (-oidi, pulì' dai principio al fine è M in |.ri' e;;ualf la d Mirre ili- a
ridi' a ma ir licite; per cui ordina lascile ani buona orlOL'ralìn ed
opportuno piiiitiM'L'iarnerito la lettura, lavoro Imo fucile ad
escanosi, nuca fai ics avidi! ic a (1 -,j ■ l'editore di questa tra-
dazione finora ignota, 0 almeno a me ignota, e certamente
non ricordata da' principali nostri bibliografi, tra' quali il
Mniiucclicll).
7752.
<((,. Vol^ariiMnieiito del Panegirico di Plinio in lode
dell'Imperatore Trajano.
\o!i v in fjiinsln endice :a: non che ima copia lellciT.li' ilei
codice antecedente n* oS, cioè del volga rizza mento fatto dal
Brandolino del panegirico, clic in lode di Trajano compose
Plinio. La sola diflerensa tra questo c quello e, che la dili-
genza dell' amanuense, e la corrciiono. dell'opera, sono più
tmiiinicndcvoli in quello, clic in questo. Ilei resili il romincia-
menlo. il progresso, ed il line, lulloc pei 1elt:linentc uir.foi'iue
in ambidue questi codici.
MANOSCRITTI ITALIANI
7753.
100. Lettere dell' Arcella.
Cariar», in fagli» pit-z-nlo. raiall.ri luridi, h.rnlfl i>". di ollinia
Comincia il codili: in i|in.:srj insisi, : . Diibiluv,! ili: non in-
. correre mniorc del mio honorc chinilo : che de fuma cele-
. hrato nomi' arquisLnv. Volendo alami! inepte, et più tosto
■ piieijhe de amici, clic da incitala voglia ci perita arto, pu-
■ blicare mei iiclerule. Ma le, mìo afiècluoso fratello Francisco
■ Arcuila, de lo quale non manco ine con?! ri il}"' precaria
- amichevole, clic indimi- In consiglio prudente! acroplo et prr
« consultatore mi (ni ardire, et per iinpetraclore de tale ado-
• niaiido! Troverai mio Frane- bai alcuno liete.™ de passione
- de amatori... alarne de donne in simile causa fiele, più tnslo
■■die per passione rospi indimi e laole... desti n^o mio operetta
" In (re lilirr: lo | ni uni con li d li ci era I. don oc... .Ili pri-gliom
- ile alcune mei .■.incile inaioi-oso; lo secondo |ioin'c.i lic.tere de
-amici... lo terzo sono lictcre con propone respinte: rinvi' ile
■ jimiiT Icu^eiai oi;ni allertu. Logo con frlicilà el piacere. ■ —
Indi seguo: ■ Listerà a la illustrissima ili va Madonna. Helyouora
■ da Ragoui. dei felicissimo Ferdinando Re Sicilia figlia. . Per
queste lineo, clic i]in Ini tcasciitle si colloco io.slo di che (ratta
tutto il codice, chi rìi l'aotorc [sotto il nome di Tonfilo odia
sottoscrizione delle scie lettere], il modo scio di scrivere, ed a
chi suini ìiidtntlc alcune delle lettere stesse. E ciò forse è anelili
di I coppo pei1 sali Minia re. il doliilo mio ili dar noli/in di tult'i
ma il usiti iti italiani della ISililioti ea del Re. \ggimigo soìl.anlu,
clic il codice non contiene quanto l'autore promcllc, poieliè
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. io,
termina inriiiriv.S lii fini' 1 1 ■_■ 1 riivoiuìo libro, e quindi manca del
tono, cioè dell'ultimo.
775A.
101. Voigaruaamento delle Metamorfosi dì Ovidio.
i..lriJo:.i. i:; l.f::li.i ].][.■. I i. oj : j l Ili": 'i ; L,i , i:col<. \;v\ lU brilli
UDKTTUtose.
Compari nlcii in (pirsln ned ice min versione ualiatia de' quin-
dioi lllm dello Mei nrl'usi ili Ovidio, i- coiiiìiuia dalla Invola
delle materie, che sono divisi.1 in altrettanti capitoli quanti
sono essi libri. Onesta favilla e preei'ilnlii da un lire ve iirologo
> I i- 1 traduttori», eliti principia cosi : « .\e' quindici 1 ilici Mclnmor-
■ phofces. Ovili io [ii ine opera nvv e n tu ratamente et con raaravi-
■ j^liosa arte rioonliiiiiln li sui pi unitati dal r.mi linciameli lo del
. inoilu in sino a' mi te ni pi. ~ ce. ce. E termina in questo modo:
• La vcrogna iiiedu.iima di rullìi ilie confessa la colpa basta
■ al perdono, e non e lecito rieliiedeci1 più cose. * — Dopo ia
sopraddetta tavola, le piarne linee sono questo: ■ L'animo mio
■ desidera di dire le forme mutate in nuovi corpi. 0 Iddìi date
. quelli. Deli late mciinrc cutiIìiiiivo verso dal primo coiti iu-
- ciiimerilo ilei mondo in fino n miei tempi, prima che fosse
■ • d mare e la terni e il cielo i" quale tuiiprc luti e le tuie. » ec.
— Non so quale ninnoscrilln abbia adoperalo Ilio, fiosso \ cr-
cellese, allora elio pei la prima mila pose in luce in Venezia
l'anno ii!)7 il i oleari /./ni uenio ili Giovanni de' Hoiisigiiorì,
essendiuie r iusi-ila asini .-.n .n ella l'eili/ainio, e ili maniera eli.'
gli Accademici della Crusca nou ne hanno fatto alcun uso.
Ma io sono certo, che grande profitto ritrarrebbe dall'esame
ioti MANOSCRITTI ITALIANI
(Irl [Hì-Sflilr ciidiiv, : [ 1 1 .1 ] i ! 1 1 ni 1 1 II' 11011 M'il/.a ([tlilltlie l'ITOH.'. In
li in: (1:11' ultima faccia l'iiriti'si cdsi : <jn: u-ripai, itn'irif : ic.'ii/'cr
rum Ihiuitia rimi. l'iVrif in tii-irs senior min liumirto jAìs. ludi
rou ora di-ri tinnii sia .scritto quanto soglie: Die isVI." melisi
Septrml-rii uri.' iaii''. M.ctcc.xvsvi." (;i,''.y;( ,':(■.•<■ tuafunch ifonal per
nniiliiviul Castrila ili I insidi. \uli. Utili tic Ntapoio. a mi JWlOTt
1,'c rWi« : mimo ppa,
7755.
102. Storia del Mainili, ossia di duenuo il uiesdiino.
line del ut*, scritto «in lltntlgttU rarjlteri chignon polrci dir ni purgolicì,
ma <|iiasi iuìutcllijjlljiiii l'ili lumini comma itone.
Il titolo, clu; porta qucf tu cedice ili jh.ii. la prima palino è —
Stiu-iH di I jiì(iiii/i); in i fatti,: ii' un | io' di c-aiiie conobbi iiir-ulc piti
lainittcralo ilei (im'rriiw Ji Duratiti, o.ssi;i il fj'umno irtt-iiliiiti,
die vide la luce |ier la prima volta In Padova l'anno 1 4?.1 in
loglio, pur li: stampi.' ili lìartoloinmeo di Val di Kocco, e del
cui testo si fa autore un Andrea tiorenlino. l'id i pur vera, che
dalli pi'im.' linci: iliuVilnicnle può f;iinlirarM . elio questo m-
ilirr contenda il Mi|)!adili'tl:.i ninnino; poiché tali ne sono io
1,1 ui piai un:, e le alterazioni si ili viM'ahnli, diodi cose, lille atti-
llandosi il Icllnri' a quelle [il i j i hr: linci' soltaulo nuli pulrclilir
più indovinare I' ;i viri ni: culo "ci coiiici' sIcmki. Ne ti'.isriivu al-
cune, onde abbiasi un saggio della sua Iciioiie. — « In nome
.do l'anlisòmo Dio et de la vergene Maria. Qui compia il
..pulii ! ili. i. chili malli il Mi chino ilidluario (plcsto nomi' fu su
.pra nome clic suii pino din-eclo nome fu.' iiiicrimo del sangue
i de reale de I'' lane la... et tracia tic tucte parte del ninnilo ciò
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 109
■ e asia africa et europa et de multi grandi facti de arme et
n rapinilo j 11 no. 11 Tonnina il coditc senni sottoscrizione nìcuna.
7756.
io3. Voi farina me 11 lo della Storia della guerra di Troia,
già scritta da Guido Giudice dalle Colonne.
Queslii eodiee eonlierie unti Ira I: l.inli iuedili i ulr/rl'ia-
1 1 1 f 11 ti dulia Storia dulln guerra di Tiuìa di Guidi) Giudice
dalle Colonne, c, fattone un attento esame, pare che non con-
cordi punto uè pure con alcuno di quelli, elle si trovano re-
iristrati dal Gamba nella iVrir Triti di ImjBÓ al u° ap,5. Il
testo incomincia cosi : • Fue ne lo regno de la Tlicsalia citi e
■ delle pertenencie de la dieta provincia de Romania, de lo
- quallc li aliilatuii se cliamavano mirniihiiies sirici 1 e rifiniva
» in eli il lo tieni |>o inni re nubile i'l Iniono ci justu lo quale per
«nome se clamava Peleo, • ce. ce. Lasciamo a parte lo voci,
l'ortografia, e ii punli'LjLik-uiieiilo, ri '; clic luti,) 1 1 1 1 1 r h ■ i ti 11 ■ iacil-
meilte accomodarsi, ina lo et .se; animile, le amjiUjiaitàtti die
qui si trovano, possono mai indurci a prestar lede al presente
eoi liei'? Siin lille lume quesia una copili della trarhlliìoilt , che
nell'anno i3sn foce Bmdwxio dello .Snìio; traduzione però
(come ce no avverte il eh" Henri, le cui parole sono ripor-
tale dal Gamba al sopraddetto 11" sii 5 della sua Si-rie] ciie non
da! lati ilo si deriva, ma da itti i dà;,! ri.-.- firn. ,i(.i ifw j,at« etili umili
amjdijuazmiù m FmiKia! Ciò veramente non è al tolto impro-
babile. A lume ile' iellori per ta.'ilo dovrò conteotarmi di porre
loro sotto degli ocelli la sottoscrizione, elio leggesi in fine del
codice, ed è in questa guisa : Quesiti p'fsi-Me tftt jìy pjccla ncU\
j.o MARO SCRITTI ITALIANI
rimi.' drilli riimini. ,1 •iKiiriìatiiiat: !!.«:. I.MiWIS. l'i-llt pian iiutkùme.
Amen. Qui finisci Io libro della oWtKf»n« ile troya a Dio Ita
afa : Aia. Qui scripsil scrii/al : semper cam Domino rivai. Viva! in
calli. Joha de incoscia nomine felix. Amen.
Nini din'), elio questo curii ce , eli' ic trascorsi in varj ! in isrli ! .
possa ir pillarsi di'' più oim-fli ode' più li i;;ii ilei m'ir le sprilli,
avendovi IO notala qualche slorpiatura e non picciolo anche
per omissione di parole, ma dirò tacisi cui imstro (iamba, che
non « certamente un.i liiinmain, quale si lii quella, clie ci pre-
sentò Feditore, il cui uomo a quel vocabolo consuona. Non
l'i indio /.ione alcuna in lutto il endice ni: di clii scrisse, ni
del tempo, né del lucido io cui scrissi' , e termina con queste
sole parole : Qui finisce il hhm di' r A-tio l-'ihstruto composto per
io magnifico di turante pvrla messi':,: Cannimi Ikccacci ila Cer-
laidi: Vvjivntino. Dcn gratini. Forse non si penserà pili a ria-
lamp.in: quost' opera ( clic già fu posta in luce cinque o sei
volte) la lettura della quale, dalla utilità iti fuori della
lingua nostra, e dell'uso di alcune voci gii dagli Accademici
della Crusca citale , reca più noia clic dilello ; ma comunque
ciò sia, non è male clic si sappia pure della esistenza di questo
DELLA BrBLIOTBCA DEL UE.
7758.
i o5. Comento della Teseide dì Giovanni Boccaccio.
Peccalo , clic altrettanta lode darsi non possa alla parte Sur
male di tpiesto codice, quanta ben giiistamenle nello data alia
inanimir. Clic se il Gainha parlando del Passi, il fui fomento
sopra la Tcsridr si pn Idillio In prima volta in Ferrara lanini
i .'i j j, in foglio, per Ir -lampi' di A gustino Ciri rumo, dice che
imbrattando co' surii perpetui conienti i margini di tutto i> li Uri'
nienle fere per rrnrìn-e miche .-li mali ile, rli'é pure si rara la
sopraddetta cilii-.ioiie; cor. liircbli' epii del roiin.iTito infinito non
elio perpetuo, eli' e in questo codice? Io non V lio letlo che in
porli! passi ij-iri poieliò !:i pa;nii/a iiii nid^andoiio. Cercai
di conoscerne, ma inni il meo Ir ì' ni il ore. 'l'i 'mi lori il cor lire con
i|ucste pai-ole : hw> ìli /Vi' firjr" i.'I.iiii ijin.l '.flit h«: jicrficititr
hodic. Dea gratili*. Amen. INulla dunque più nitri! dirò sul co-
ntento. Ma poiché talvolti! dove unni:' si m-prlta, si trova il
buono ed il hello, debbo far noto, che il testo vi i riportato,
per quanto mi sembrò, con molta diligenza e correli i me , e
elie siiMirameiils» è flato copiato se non d' niili'pafo. aìrnroo da
esemplare scritto con la più grande accurateiia. Dico per
quanlo mi seni lira ; poiché, per hen ne r.eilarsi della sana lezione
dì que' posai, che tuttavia sono dubbj od oscuri (e non sono
pocbi| con ver ioli he avere sodo dridi occhi il testo datoci dal
Carnorio, dal Pendio, dalla rarissima .-di/.ir.ne sema dala iles-
crilta dal F'ossi, ria rpir.lto ilei .Sii resici, dalla novella edizione
fiorentina di tutte le opere del Boccaccio, r d'altri manoscritti.
in MANOSCRITTI ITALIANI
che si potcs-sern avere, ci] ini.tituirr.e quindi C.l'.i lune.0 studio,
illi opportuni rniilrooli. (iió potrà [ani ria tjiicl Olivello edi-
tore flie pubblicar volesse Ìei ristampa della Trseide, In quale
por si ilesideiii 1 1 j i : : i ridotta alia sua vera lezione; e per ciò
spero non sarà per essergli nè discara nè inutile la notizia
ibi pre-nilc codici:.
106. La Tcscidc di Giovanni Boccaccio.
lembranicco; kpmp'.iin'ii,.. l,,li. ,■/ ,ni ik.l.j pi-ima all'ultima, inno tutte Kelte
neccio I nino
Clic se molte iodi date si sono all'antecedente codice na io5
contenente un eomcnlo sopra la stessa opera della Tescide del
B.i.-cnt!- io: li irli p.( e l'i clic l'iii [..irli ci th ni in ile si riicnscoDC, lilla
penna ili t-.hi trascrissi', ninh-i uiu darsi delibono alla Splendi-
dezza ilei endice presente, eli' è non ile' piò lielli e magnifici,
eli'io m'abbia velluti. >on cntitiene clic il solo testo. Nella
sparse qui e la ; ci io brevi parole li'aluee io questo codice da
per tutto il litiun ^uslii e la diligenza sujuiua dell' amanuense,
e ili colui che oc ordino qufsta capi.-,. Ouanl'c alia correzione,
cioè alla puriliì della lezione, per die vero non mi pare in
lista die sia piò da |uee;i.iisi io questa clic nell'antecedente
ci ni ice ìoi. G.m'.oltiajo noi i ilnvi.i certamente trascurarsene lo
studio nel caso, di cui s'è detto di sopra.
DELLA BIBLIOTECA DEL nE.
7759.
107. 11 Deeunif rane di Giovanni Boccaccio.
F* III J\Tói oUbu gnHn«m
Nella prima pagina il codice i adorno di una bella minia-
tili'.. i'.>|.i|)i«r'ril.tiLlr 1] ritrailo t].-: l(o< t accio, e le munii fino
dipinte a colori diversi sul rniiuuriniiiciil» di i-iafiflimluiia no-
vella, lo non din'), cli ni meriti la più alta lode per la sua eor-
re/.ionr. Li quali- vera monti: 1:1 alcuni Inoliti vili) desideraisi
tilacini.-; ina cerio è ch'esso È mollo pili cornalo degli ali ri ,
che sono posti sotto i num' io, 33, 35, 36 e io»! benché
quanto al l'aiiticliità deliba ([inatti imputarsi inferiore, .il se-
condo de' Menati qui poco sopra, cioè tini unni' 33, Ciò che
di singolare parnii notarsi possa nel presente codice, ri è il
seenne queste- lindo : jrit,.eiì.;j,:'u; il iibto ddii imo Murili ciiiuiRtt!»
Dechamaone cognominalo Principe Galeotto, ce. ce., si come in tulli
gli altri codici; indi: Compitalo cifrilo peb he M. Giovanni
BtKotcch ila lUrlaìdu poeta incoronalo. Ed in line dei volume
leggesi : Qnifinistxta X' ti ultima giornata de! libro chiamate De-
ihumiri'ia r e;; n, mi,';.', ito l',ii\i:ipr (inl,-;'ii. et compilato PER ME
(1/. < Umilimi lima:'; iti piedi ila t. r Ida. Amen. Ileo 'jmtitts. Cul-
lami (irT tarilo in animo di ledere 9 è. qui nel proemio delia
V. novella della giornata V'. il posso — ■ Sicuramente se tu
■ ieri ci aflligesli, tu ci hai oggi tanto diliticate, • come
ha iì testo Mannelli. 0 vorace:) te dilatati- come porta li ven-
ti sell.,11 in ;e I li. vai miri .'ira maraviglili e piaci 'ir, ilic non è. in
questo codice !i« 1' una né I' altra dì esso due le/ioni. Il passo
iU MANOSCRITTI ITALIANI
vi ij esul lamenta cosi come ([ili lo trascrivo : ■ Scema niente se
■ lu ieri ci fediti piagnere, tu ci lini oggi tnnlo dilettalo. ■ Dico
coli piacele, |if.'M:lii': davvero die I" antecedenti' novella al
pian tu piii fin; all' a llliii' eie tcixliicc ; e ilieo con iiijruviejia ,
poiché non e né probabile riè verosimile , clic un amanuense
jnre propri» cane.i, udii che un \ uditolo, un modo di dire in
un altro, e trai Uni ilo-i speciali limili: ili uno scrii loie ili si lilla
rinomanza a' suoi (empi medesimi. Panni dunque poter con-
cludere, che e per lo solenni varianti ebe si rincontrano in
questo codice, e pel singolare suo comincia mento, e per la
esame, e secondare cosi i sa vii suspnimenti del nostro Ugo
l'osculo, ebe nel suo dolio discorso intorno al Decamerone ha
fatto conoscere quanto importi 'li non i-l linearsi indio studio
de codici antichi onde pei-vcnire a pnler dai..' a perfetta li--
r.ioiie ridotta ijiiesia elastici opera. Mi resta d'avvertire die il
presente codice è altresì scritto con tanta diligenza e con ca-
ratteri si chiari e nitidi , che niuna fatica avrassì a sostenere
per leggerlo.
7760.
108. Il DecaEnerone di Giovanni Boccaccio.
li.li LJi. r , il] 1ni;li.i . ijull,:i i s< iiii-.,iii:i . in Mil in i:ni[,i<. <li'l m>.hjIi- ml,
di (sunna nmvrvazionr.
Quali l'è all' online ■■■■ ili^|iisi/inoi' f I . ■ 1 1 1.' lunlerie, ed ni me-
rito deila lezione, vedasi ciò ch'io ne dissi del codice se-
gnalo col n° io, di cui sembra queslo tuia copia. Quant'é poi
alla materiale serillura, quella del presente codice e un po'
più nitida dell'altro n° io, ed è pur sempre uniforme dal
principio al fine.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
7761.
109. ]] Fìlocolo di Giovanni Boccaccio.
Carlitco. ìd fojliu (miuln. a . I m- cui™™, raralleri jemignlici . del «culo ti*.
li litnlo è i|i].'slo . chi' i.'-M-r-i hcIm j i ri i i h pagina : /n.Yimm-
ein litro chiamalo filacelo il quale narra della vita ili Florio el
Biancofiore comminiti ri fatto prr mislrr (jim-anni ili lìorenrcio ila
(frinitili. E ìentiina ii volume elisi : Finito il ijii'uitii ,'l oìtimo
hlrn -ilrl !' iìorotr,. ere!.!^. Aio:!!. N 1 j 1 ". -:■ più per-so tiire ^ìil mi-
rilo del presente colliri so. nini rli'è. eompiiitn, e scritto con
multa rlilì:ji ii;:i : m: L|n;inlo albi le/.u)nc essa è ululili e limilo
ni (li sotio nella correzione a quello, che ci dà dello stessa
Filocolo il codice n° 1 i.
7762.
no. Diverse operette religiose, e leggende antiche.
Membranaceo, In If, cantieri piroocM tondi, «Mio ii\ di bue™
Parmi che di questo cealiee dehlia lui-sene molla stima,
tifi" contiene li' spienti operette; — 1. Dn In mimmi ilo- sono
ah Paradiso lerrealro ; e nel fine di questa leggenda si suggeris-
cono a ehi desiderava sa [ieri e (clic fu santo Alberto Vescovo
d'Alemanno ; quali sieno quelle cose, che sono necessarie per
adempiere iii volontà di Dio; e lermiiia imi le seguenti pa-
role: -Ora Dio per me poverello. Amen.- — If, Epistola de
lancio Hìenmyntf a morta Paolino, de In umore eìie porla Dio a U
i.G MANOSCRITTI ITALIANI
serti diluì ; < Lei quaf' vtjl^;irÌ7./,ji!H'uti> non timi. l'alia inni /.inno
alcun:! ria" nuv.n lulilii.^r.ili e letterali. — 111. Imoniiiiiiii tu
liijiji-niln tir stintiti (,'iry/iV/m.r jttiìada ite tu Ite. ti l.'.mjlii-fiit ; il-dla
r|i;;li; i e _"!.■<' I>< la pinv, l'Ii'e Ìjl'H [irrida, rilcflnli.nienll- scinta.
« che contiene cose mollo importanti intorno alla storia non
solo dell* Ungheria, ma altresì della [''lancia e dell' In gli il terra,
HOU so che alcuno abbiane fatta parola. — IV. JVrf nome del
nasini Silicatare messeli' Jesn Aln, ■ innaraiii /ir cifri ormo leijtjenda
t!: -.'r. ni-lai: ii.-jiiwilì ittita iic d' ll'J.ilt , C ffllll /ri t'ilitl'i-rtìlo
aliti jiik Ami /«e /u n mimi ri (Mirri! ri /u d'imo M/iffo /mino eremita
i /iiciiKiii- '«rr.Vwni. I". ili <ii:i li il..' si a ri: pi ! i pillila livellila il strilla,
lidia qnalo è conosciuta un' antica edizione senza data alcuna,
in-4*, che serbasi nella famosa biblioteca del marchese clic fu
Ilio. Giacomo Teli nl/.io in Mila mi; e clic nel succili scorso fu
|iulililicata in Koina |ier li! cure del llollari, e per le stampe
del Salvioni l'anno i in ri", indi nelf anno 181G riprodotta
jiur in lìoma pel .Mini Iaculi mi, in-8". — Io ho letti alcuni passi
ilei presente codice, e il riconobbi ili Inuma le/ione, e scritto
con grande accuratezza. Tonnina rn.i : Unita tallii che tene ui-
.MTrcra ti unir il'a li esempli di i;n-.ln trjipndn. l'ha ijralitis. Aliteli.
V. Al nome liti nasini Stilralait: mister liisìi \fr. ftijUaiv de
Dia mVo el rem. incomincia la kamda di sancir: Eufrosina Ver-
nine. Et in prima de In siiti niilieilalr. El tamr rssemln pai murila hi
fugi a uno mondile™ di mimati in al.-ilu -f Inaino el fresi monaca.
— VI. Al nome sia de! nostro Salvatore miuer Jcsit Aio. Fistiato de
Dio vivo c vero, incomincia la %1-niiii iti Sanciti Marma Venjine.
— VII. Incarnitola la vita d, Sonetti Pcllagia ìaauakfn convertila
ilei Vistoti! itami. Seni Ina mi clic con multa utilità potrebbe con-
-uitai'ii quertii collie.', e clic- la li.lie?atma. italiana, perciò che
particolarmente spetta alla lingua , dm ri'libe miniarsi ili ipiesfe
operette scritte ne buoni tempi, dandone alcune alla luce. Sion
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 117
debbo omettere clic un maggior pregio acquista ii presente
r.oilie.e |>i-' «vuiÌom riiwpni n prlilhi. 'li cui è adorno iqieoi si-
monie nella stona di Giosafetle. Che se Blenni di essi furono
guasti W secoli successivi per l'impernia di ehi volle colorarli,
anche per queste produzioni <!' arie non abJj:;i un merito insa-
pora.
7765.
111. Volgarizzamento dell'Eneide di Virgilio.
Cari Sem. in piiTi.l.i filala., a dui- n:tiji[ii-, l a ratle lì semigoticì , secolo II', eira»;
in jul finire ilei In", Ji buoni toiBcrvaiioDC.
Contiene questi) codice un voi -mi;/ limonio in pn&i ili ■Mo-
dici lilni dolì'l'.iicide di Vii-dio. I.'npeia è precedili? ils In;
brevi capitoli o proeuij de! traduttore, de' quali il primo ha il
seguente titolo: « Incomenia In libra de Virgilio poeto man-
« Inailo lo quale e elii.-iiii.Hii litieida però che parla de li Isoli di;
■ quello l'ine.! I min 00 ligliulo de A u eluse, il quale volume de
» libro è di-liulo l'I partito in \u libri, iiicoinenia el primo. »
— li <[ui non incomincia eia l' lineiile. ms il ir.Mntliji'.' ila io
breve un' idea dell' opra. Stiglio di poi un secondo proemio ,
che ha questo titolo : « De la [(«alitate et con diti une dì Enea
li!» linìo (I: Vin hi'-r IVojano. ' Indi seguo il terzo proemio , il
quale traila. — " De la i|nalit.'ile de \ iridio ci ilei ordene de
questo libro. ■■■ Nel line di quesio >.r.-:i.o pi-i:en:iu ri (a nolo il
nome del volga linea toro in questa guisa : ■■ il quale libro io
» frate Anastasio do l'ordine de' li'ati minori . biioino discreto
-et ìitlcrato cura multa fatica... l'il non multo lievemente
. translatai di grammatica in lingua vulgate. ■ È pur piacevole
; IfjVii-UJ-t-ì 0 Liei la .-peci e di elogio, che ti: il Irate di se sii sso,
)iB MANOSCRITTI ITALIANI
p non dubito, esaminando anche la natura della tradendone ,
sì come ho fatto . eh* eì parli cosi di se medesimo in buona
fede. Riesce senza, dubbio di granile importanza il presente
codice, che va annoverato fra i volgari zza meo ti in prosa
rie!!' IJc.t-i i.: t? . fin- lonnano ie.iki di ìinejia. — Dm: ccisc però
debbo far osservare; prima che nella rarissima edizione Vi-
centina 1Ì76, in !\° , del compendio dell'Eneide citata dal
(lamiia. la traduzione è attribuita ad Altmasio greco, ed in questo
endice a fruii- Anastasio, il che per altro pnlrrlih essere un equi-
votu dee,li amanuensi ; la seconda è che la lesione riportata
dal Gamba del cerni inda meo In ch'I libro 1" corrisponde perfel-
taniriilc a quella, che di esso lihro 1' lesesi in questo codici',
cioè — "Delle aspre battaglie Io Virgilio narro i faeli di quello
• huoino , il quale fucili™ pi-ima venne rie le contrade di
1 Troya fatatamente in Italia. ■ Il tili. Ani. mio licnci nella An-
tologia ili fiien/.c, nia^gid 18?], ci ha dato HI! dolili disrurso
intorno a v."V( lin'iclii ml^iiriziiimculi di-li' F.uelde. che giac-
ciono tuttavia inediti, e quindi io credo che non meno a lui,
che a tutti coloro 1 quali intorno alle cose della lingua nostra
sii it:idj loro eimsici'Lino , riuscirà col amen'. e utile il eonos-
cere l'esistenza del presente codice, esanimando più matura-
mente ciò clic concerne rn.-i ii Yiik":iri«au>ri', clic la dizione.
i''ii]i-co il Mihime culi le sei;nenLi parole ; I .i:n,b-l\ir Dnis. /'.':t-
plùìl Hixr Vinfilii. Dea jraii'as. Ama.
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7704.
112. La Divina Commedia di Dante Alighieri.
Comprende quelli codia; lullii iiilorii hi D:v'iiiìl Commedia,
data o sotloscii/.ionr finis™, l'orse inni suprrbbe desiderarsi
diligenza imiL'L'LOnj lll.]r.im::[3Lit:il^\ < s-etìdo dui principio al
line scrìtto tutto il codice con carattere sempre uniforme . e
bullo e delineato limiiuenk! cosi, che sembra più presto opera
d'impressione, die di penna. Ma altrettanto io vorrei poter
dire sulla correzione del testo, il quale è varamente mal*
concio per ogni riguardo.
■ ■■ 7765.
1 1 3. La prima parte della Divina Commedia di Dante
AHighìcri, commentata do Jacopo suo figliuolo.
Onesto i-lidio' iioo rimi irne deìl.i Divio;, Commedia, dil-
la sola prima parti-, ciò >■ !' Inferno. Il testo vi è scritto ron
grandissima cura, ed in varj luoghi eh' io mi posi uuà e là ad
esaminarlo, non vennemi latto di riucorilrarvi di <| negli errori,
o goffaggini, o storpiature, che d'indinano ,ii Irmano in (pirsti
antichi coditi scrìtti la più park' per solo mestiere. Ediricresce
\ eminente, die nel fine del codice, (e non saprei indovinarne
no MANOSCRITTI ITALIANI
il perchè ^ . dove in quattro Iìiit flava feriamoli li- notato ol-
ili' Il tempii e II luridi in cui 111 scrittili proiialiihni'nle anche
il nome dello scrittore, queste quattro lince sicuo state ras-
chiate enn ferro, c non vi rimangano clic le parole — Finito
di scrivere.., Quant'c dunque al testo, mi pre clic potrebbe
eoi isnl tirsi con frullìi in qnr iuue,:ii specilline:) le. che lull.i ■
via .Unno ohe dire e clic fare a letterali appunto nella parte
prima di essa Divina Commedia. Ma ciò clic rende più prezioso
Il carattere è diverso da quello con cui fu scritto il testo me-
desimo, ma non n' è poslertore . ami n è scuramente con-
temporaneo. Questo ci>iin-iii(i , couii' vedremo iti qui a poco,
è di Jacopo Allighici figliuolo di Dante, il quale fu l' autore
della ben noia poesia divisa in sessanta capitoli, già citata
da^li \o: .idem iri ilulin ( Irusca, e eli e liapcr lilolo— il Dottrinale,
data in luce per la prima volta nella H'im.lui ili l'ime anù>he
Toscane, pubblicata in Palermo per le stampe dell' Assenzio
ramni 1 Si 7, in '1 i ni. in /.'■. -fu e;;l: pure anime del capii olo,
elle vi l'n iijrjriunki, snpia Milla Li Co usi ned in ili lì.mle suo pulire,
il quale capitolo, sccondochè ce ne ..istruisce il Gamba, tolse l'As-
senzio dalla edizione, clic di essa Commedia fu fatta in Venezia
Panno 11Ì77, in loglio, per \ in de li 110 di Spira. In una epistola
ilmilerrulo, (i die lineai m ila pregiala edizione clic della
Divina (ioiniucdia in posta in luce in Mil.mo negli anni 1Ì77-
7K In inolio, file cniiliiiieuienle dilaniasi la N'Mnliliiiu , ili
essa epistola, dico, si annoverano otto commentatori della
grand' opera di Dante sino a quel tempo conosciuti, e tra
questi si nominano Francesco e Pietro suoi figliuoli, ma non
i nominato e quindi non eunosciulo fi come cornine aia toro
anche Jacopo altro %liuolo di Dante iiiedesiiuo. Ora si supplii,
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che i! tomenìo die ìcltltoì.ì io questo codice è appunto dì Ja-
copo! e poiché ne allora dal Nidobealo, né appresso d'altri
ne fu fatta men/ìone parlirùlai'e , spero sarà assai graditi!
questa Ictterarin scoperta , drilli quale non dubito vorranno
alcuni giovarsene. Dissi menzione p-.irli, ohm- , poiché general-
ninne ne p.'i ri ninno aìrur.i seritlori tra' quali lì air»' Gm;;uriié
(■.recisi r.irtlr,)l.> llivi;-: nella ( ! j e,; ,-, ij, li i <; •mietes-'df , ~ 1 . 1 r r 3 1 1 . 1 1 : 1
in l'in izi pc' IViUelli Mirlniuil . uni non r luce™ dove sin conin
dei sopraddetto comeuto, la quale notizia non sarebbe certa-
mente Mula omessa ri;:! dotto ed erudito tiniln .piai, lo dil ip-nl'
Gitigucné se to;«£ÌL vcii'.ito tri: le moni ii ;irrsrinc codice.
I conienti sono hrevi e Mirrici, ed incoili inclini cosi ; » l'er ciò
«che il fructo universale nnvellmnente dato al mondo per
. lo illustre Filosofo et Poeta Dante Alleghici-! Fiorentino con
«più iijrìuKih'iM si possa rntnisccrc Io Jacopo mio figli uni ri
■ dimostrare intendo parte del suo profondo ri ameni iclio in-
» tendiuu'iifn incominciainlo in prima 11 quello che ingiorir-
«volmente pare che si convegna.... d idi ima mio ove bisogna et
» quella parte del libro ]i re udii lido per titolo che a ciò si ton-
fi iene, uri quale incoili! nei In rosi procedo : ,Yi7 iìut_-i> tifi
• cammin di nostra vita.... mi ritrovai.... Avvegnaché questo per
r se medesimo assai sia aperto, niente meno vuole dire l' autore
1 che in quel tempo cimali enniimiò questo trattato era pec-
■ cfltore et vitioso, et era quasi in una selva di 1 ilii et il'i^no-
■ ranta si che dalla via di virlude et di veritadc errava , . et.
Io non dirà che perché Jacopo fu figliuolo di Danle, debba
perciò esser bello il suo coiuenlo, ma certo è ch'ei beu merita
d' esseri: conosciuto, poiché l'orse vi si posimi 0 rinvenire rose
non più dette 0 pensate d'altri. Invito per tanto qualche stu-
dioso , che può averne l'agio, a farne un maturo esame.
MANOSCRITTI ITALIANI
7700.
della Divino Commedia di Dante Aìlighieri. Quant'è alleato,
altro non posso dire si- non che per onici poco clic vi si trova,
sembra vera mitri li; sia -Min trai Li . ria Imi hi pm-ìii piare Di™ |F r
l|!li]l |HH:riclnil isi tl'OVil, JJl' iridio II i'IIO! I v' lui d: ciascun cu pillilo
si dell' Inferno, che del Purgatorio r di-I Paradiso, se non se
che la prima temila, supponendosi quasi che il lcllorn serbar
debba in un- un in. i lui in (] uri lo clic segni.-, l'i ciò di' e (li più sin-
golare è, ci"! le parole del lesto clic .si commentano non sono
scritte in guisa clic rimangano distinte dal comento , ma
soni, con esso, diminuii, impastale. Quanl'é. poi al toiucilUi.
ei non è ne quello del Tcrago , ne quel)., del Landino, nè
tpiello chi.' ali'.uiii aLd'ihuiicoiio a Hcnu'iiniii d Imola ed altri
a .Iacopo della Lana, lo ne ho letti con grande slento alcuni
passi, ma non pai-Mimi di riconoscervi per coirò nè quanto
alla Irattay.iniie degli argnuicnli , or (pianti, allo stile ed alle
paiole più spesso Ialini' clic italiane , un inerito lalc, clic in-
vogliare ne possa allo studio del codice. Chi ha più lempo
eli' io non ho, vedrà se bene o male io mi sia apposto.
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DELLA DIM.IOTECA DF.L RE.
7767.
1 15. Raccolta di rime antiche.
Cu lari... in lucili pilli I-i. li:] ^3 1 Lui li I ili . :.rr..li, r I'him: il, M]| priruijiii.
il titolo lii rpicsto codice i; (.Vmmiir ili Danti-; ma è vera-
mente una raccolta, come vedremo, copiosa mollo e prege-
vole dello rime pii'i rrlrornto ricali antichi ponti. La raccolta
noti ò preceduta da aleno prologo , <> prela /.ione, e Invola delle
rime; non v' ha indicazione alcuna ni ili lurido, ne ili leinpo.
riè ili chi scrisse; e nel line, finn tpicsti' panili' : Omnium nram
virisskailù est. Il codici' princìpi» così ; Qui iiimineiimo le. eunione
illi ■:!ii«m Pu tii l'uni: .1 ó',,'.''inri -li i'ircì:c; e dopo qncsln cair/jini,
l'In' sdì io Ili III- iji ir III', clic no j .,',1 qhb .il Ir Mimi |ir . sci;
i sonetti dt'll' Ali nidi ieri un ilesini'.; in ili le ciir/njii ed i sondi i
di Guido Giti nizclli ; e dopo di ciò le canzoni rli Guido d' Arci/o;
le cannoni e sonetti di Guido ili M. Cavalcante de Cavalcati li;
le poesie di Cino da Pistoja; di Dino Fresco-baldi: di Franco
di Henri Sarrlirlli; ili Nicolò tacco da Firenze, di llennlello
di Michele d'Ariv./ij; ili Mulinilo d' Ami^rj Tluvanzati fioren-
tino; di Francesco (V \ I te liia ino tirali Al he ili; ili \ ottimo degli
Agli; di Cinti di Francesco Hiiiuccini ; di lloniuiecorso da Mon-
teniogno; di Fazio degli t'berti; di Antonio da Ferrara; di
Smoccio lli'iiui-i-i ; di Giovanni lloceaccìn ; di Silurine Serrimi
da Siena; di Fi'ini'e-cli! no degli Allii/i; ili l.ioiiarrto d'Arezzo;
di Piero delle \ i«ue: di Lapo Salterello; di Lapo Gianni; di
HonaggioutaOiliicci.nii ila Lucca ; rli Giacomo ila Leu tino; ol-
tre a varie altre rime sparse qua o là nei codice di Bernardo
da Bologna, di Guido Orlandi, di Onesto da Bologna, dei
Ii4 MANOSCRITTI ITALIANI
V piceli ino , di Mastro liartolommco da Castel della Pieve, e
d'iillii umili i-ii'id Inscio per lii-cvitj. E T 1. 1 ■ ■ rn«- mi rimaritimi)
e S[>ci:iiiiniuiil« ili quegli anturi, die sono i omo conoscimi ;
la seconda multo importante è. clic il codice fu trascritto da
un letterato, e die l>en sapeva ilei In lingua nostra. Pie viene da
ciò, die con grande utilità potrcli!)' c-scrc consultato. In fine
del volume leggìi : i'nrtiufum ( i hriosissimir Laurcatianii Do-
mini Fraudici Petrarca Fiorentini Laureati Palm. E dopo tutta
intera la trascriiìonc di questo ben noto privilegiti, ii-iitcsi
di ilare dell' sole cose italiane che si contengono ne' coditi di
ijiiesta regia llililiolcca , pure risguanlaiuli) ipiel prii ilrgio
(eli' tu penso però non essere ivi stato introdotto per caso) il
mi,, diletto l'ianicsi o, mei seppi rimanermene, r il seppi
in altri codici iliiìiaiiì, i (piatì seihilno cose lutine, o francesi,
o d'altre lingue.
7708.
1 16. 11 Convivio di DanLe Allighieri.
Da chi sia scritto questo codice, da chi posseduto, ed in
qiial tempo scritto, niente ili tulio ciò risulta d'alcun luogo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,-jò
del codice stesso. Incnmincia.it Contro» «fi DtOM P. Fiorentino.
iJ™.'u.;o : i.ilf? n' è il principio : Deo orulmj. jinten. finito i! Con-
iti.'iu ,/r /linde /'Vius ; e lille n" ù il line, Pensando io, tenen-
domi salto tifali ocelli il piV-i'll'.i: manoscritto, allo grilli i' LI li'
e fatteli!' i-In: SOM. :i 111 CITI ili Milano il lllill'liesC Ilio. lii.1CI.IIHI
Trivuli.ii i , il cavaliere \ ineein'.n Monti j tulli e (ino ili lìvscu
rapiti agli ameni studj delle lettere, ed alia gentile società) c
l'erudito tanto quanto modesto Sig' Gio. Antoni" Maggi per
rendere tali? classica prosa possi liìlniente purgata da' tanti
errori, di cui nelle veeeiiie edi/ioui In liailiarameule iiuliral-
lutn , ini posi a l.iiue un allento esimi, ma in line nm dispia-
cere debho dichiarare, che i sopraddetti letterati non atreli-
bono forse pollilo mollo ;;iu\ arsene, percli'esso pure di gollag-
gini e storpi;^ Ime ripieno. Fi dico |«k, perchè ov'eì potesse
somministrare il vero seoso pur d'un luogo solo, elio alcune
volte que' dotti editori dovettero coiileularsi direi d'indu-
>inare , saiv]>!ie s [ire premei ole , trattandosi di lui' opera
dell' Allìgliicri.
arenisi di aver omessa la ik-serti'.ionr di un allr'.i ct'tlice poss'.'-
doto dal In regiii hililiii're;i , inolio pili ini pul lulili' di I .-oprud-
descritto, e toutetiente .'s;o pure l'opera stessa ilei Compio o
Convito di haute. .Non jìi>lnid<i io più riporlo ,d luogo suo pro-
prio \ rio elle sal-.-lilii' iuliiiediatainente dopo il ir' I i .1 penso
che appunto qui darsene possa upport imamente la uoliiia.
Egli è segnato nella liililiolera eoi n" 77<i4J.
mem tivr 11 nei a . in. piccalo ,'Ìa|,';i'. pT.yru.-ii ik l.rtHiiiinc. kihiJ-
leri tondi e nitidi, di pagine a36, terso la fine del ictofo m',
ma distjraziatttina'.U: inamariti ili yruii/.e fallir. Comincia con
mi lolg.uìf jrneiil.o del liliro delia Monarchia di Dante;
uri MANOSCRITTI ITALIANI
vois.-ari/;.anicntn bi'ii dcr-no, secondo clic ini pare, cip' più bei
tninpi (LnLla nostra favella, e certamente inedito; indi si dà
principio al Convivio. Clic s'io tlissi qui poco sopra dell'
altro criilv..'. di'vi ..iFvòlir ■ 1 1 1 1 1 1 1- pregevole ancnrar.Le 11(111 CI
somministrasse vliv la Iv/.imii' originale ili un solo passo, pre-
levo! issimi! dovrà reputarsi il codice presente perchè, ollrc-
d>o scritto assai dilij>eiileiiicr,t(\ pel hrew studio die potei farne
mi .o vidi , dir l,< in ili min ina ili rimiti passi sari! |>rr "Hin-
di essere in h'iitjxi di aniiini/iare. dn' il nostro distinto ceneraio
Sii:/ (iinscppo Campi, il (piale ]wi grande suo amore olle
colla edi/ioue datane dal Munti e pubblicata in Milano pel
l>Ogiiani, faiiiio iSifi. mi confermò nel mio avviso della
sminila utilità clic potrà risultarne dall' esame di questo ma-
noscritto, uri c piali', coni' edi me nv assi r si rò , non solo alcuni
legnisi alcune succose noteirlle autografe di Jacopo Corbi-
nelli già possessori' ilei codile presente, ctmi'ei lasciò scrillo
di propria inani in sul principili edla prima pagina. Si de-
vino |H'r ionio gii sliulinsì lettori di tali nriliiie, e molto piò
e con miglio r frollo poti ami n dovaci ili ([nelle v-serva/àmii .
ohe il Sirg' Campi pubblicherà in una edizione ch'egli ha in
animo di pon e iti Iure di tulle le opere minori di Danto.
DELLA BIBLIOTECA DEL HE.
7769.
i ] 7. Il Canzonimi del Petrarca col tomento di Francesco
Fileno.
Ai verso del primo foglio, adorno d' uuli i;ra£Ìo^i minia tura,
lesesi il f j^i n ■ ri (■ ■ tìtolo irnlln co» raralleri Incelimi: C'flffl-
l'iltl fi svarili ili iiMiir I-'iiiih-i-mIiii l'rlritirn Pula :injli:iUÌssimii
rum l ri:pi,sitìoa.:- ili inas-.r /-V-.f.'it Pili irly.j,., ,i.,...i,r Uii:n il.. , .■:
rjm(!.r,' pnilanlissiiitìi. Imi! .1] m [mici secondo tigli» incomincia
i! canzoniere ni solilo col solitilo — 1W ri' nscollnic, ec. Ele-
gante, fina, e lini condona miniatura occupa la melò di questo
foglio nella sua parie su pe ri ore. Essa rappresenta una starna
ymjB'. ec. ) Questi due persc-iigggi stanno al di sotto di una
l'altro, ch'è nel niei/ii, <r|i scocca mia livrrin. Tutto il primo
sonetto è umilio all' insonni di ars 1 1 ■■-:■-] l i pur vagamente mi-
niati ad oro e colorì. IV quali arabeschi miniali ne sono altri
molti spaiai imi codici?, clic Ici iuiici con ipiestc panili1 : Amai,
i'ìttiumas III unii» i.-ripsii. Ma flup.i tante lodi, clic nutrita munte
sono dovute alla bellezza esteriore del presente codice, nullo
dicendo del cemento eh' è ben nolo, debbo pur dichiarare
mio malgrado, die quanto alla lezione non è a consultarsi,
■ i8 MANOSCRITTI ITALIANI
■^sspiiiIo siala guasta dall' Hemola, o copiala da un manoscritto,
chi1 srunstuLi l'aveva.
7770.
H. I,f Poesie l'ilari ile! l'elr.-iira.
■i tondi, «™ U fine. KciindocLÉ mi
ll.cnm, lii qnaìrin- lii-ìlj [iLiibj aliLrù ; *
i tutto quello dell Elumili.
Trascrivo il c om ilici amen lo , non comune, del codice, ed
è questo : frimai libcr Jonerlfiiim tic mvrnlìum aintiìaitinim cx-
irllenlissiilli viri /''. l'elrnrar putta laureati, filini ididit tinnì ila-
ali hot steatiti ili.'i.r, ./.( Ui. Srtintns prima*. Il mi unii» è divino in
due patti; la prima è preceduta d,i una finissima miniatura iti
ruii n colori, of II ìi [piale ó r;i|i[j]i'.i'iitiiii) il poeta idir sta scri-
vendo, ed mi amorino clic scendendo dall'alto pli .«cocca una
freccia ;la seconda parie è pur preceduta d'altra lina e graziosa
miniatura ilivijj in the fp.t-.dmlli, ri'l .M]|)cri(irt de' ijiiali e
rappresentata (.aura mori enti' ns.si.s(it;i ili 1 Ir misi amirlic olir ne
eli roiidaiio il lotto, etimi' li^-iiinio nel Tnoulo della morie, e
noli' inferiore è il poeto pensoso con un libro chiuso fra le
mani. Non si può dire clic il testo nel presente codice sìa
guasto, ma nà pur ben corretto. Termina la prima parie con
queste paiole : tCiflidtml sonati il cantileni? morula qaos etiidit
prtcjaUti rir ehiipicnttsuaius l\ l'etrann tempori: iyno Limiti i in tal.
\iuiu: (iiifem scijiicnturit'i foof edvìtt posi wurlcm cinulaii. l'eccato
elle il codice, come dissi , inanelli nel line; elié forse avressi ni o
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. lag
iella qualche noia im p or lame, ed allusiva al poeta, oda Laura,
od a chi scrisse, od a colui che ne ne ordinò la scrittura.
7771.
i 19. 11 Canzoniere ed i Tri on li del Petrarca.
I.ir-.v: il, ■■iti IK.il prilli f.-.jli'i rV ,■ :;u,;ic( i . n, lineili,!! 31 , .;-.r.,1 K ri
T'.iriH il Ci 11 /.'lille IO fll i TlilUll'l I ! I ■ I l'i'Ir.UlM fi C(.l!l!i'rl<[lUUi
in quieto codici;. Dopo il tr-sco, e li e verainen'c e poco corretto,
s«j;ui! la mila Virgiliana — Laura rosi, e nini l.iiarai coni' es-
ser dovrebbe j pmpriis i-ìriiitiitu Minti is, ce; Ìtk!! li frammento
di quella rpiMola ialina, clic il poeta indi ri rn-, a Jacopo Co-
lonna vescovo ili Lombes intorno alla natura e qualità del
suo amore verso di Lanca ; di poi q ne' ben noti versi — 7'a/fc
locus clmisa, ec. ; ed in fine la vita del Petrarca , quella cioè
che per la prima volta fu pubblicala nella rarissima edizione
del Canzoniere, che vide la luce in Roma l'anno 1A71. La
glia, essendo la prima volta che ciò accatldemi di vedere é,
die i componimeli!! fono scritti ina con c.iralleri verdi, ora
melile , il' ni ri,' dai!' ,im:ii]ueine , eli' i I nei lo il ni m a In da
si sublime sentimento, ne si hene insculto, ma bensì da
colui eie' jr[i ordino quesla coni., aiibinn.i voluti quc'dille-
rcnti colori, do' quali appunto abbigliava? i Laura, ed a' quali
allude il verso primo del sonetto, che incomincia — ■ Verdi
■ panni, sanguigni, oscuri 0 persi — non vesti donna un-
■ quanco. • — Non risulta d'alcun luogo del codice il tempo in
■ 3o MANOSCRITTI ITALIANI
cui fu scritto, ma parmi certo niente scritto io sul principio
del secolo IV".
Millo derido cui caratteri rossi, mi assai pili bolli ili quelli
con cui fu scrillo il ciiiuouln; ma, sia lidio in pace ilell"
anima de] Sacconi, elio l'orse ne fu I* amanuense, la scorre-
zione vi k assai «rande, « coni rbe vi si scontrano i'rnqurnli:-
1 1 m- i l I >■ ''i l i» i ;;nll'iii;;.:ii.i li'li, |>er cui min nulo rimane stor-
piato il verso, ma ne lol^omi il senso . si come per esempio ■ —
u 1" la fanciulla ile tilonc — i.irrca ^i^iiala .illusalo su» giorno. ■
Termina il endice culla ^itlnscii/.ione seguente : Qui impii
pifat jclix: sl.txcc.l.x.'.v.vlll, ind. die. vili. Julii. Filmanti* Sm-
7773.
ili.] Trioni! ilei IVIiMrxa commentali ila lìeniaiito I, a pini.
Cadaceli, in II", i-.v.iII.t! ^-|jlì_t:iIl.-ì . ^ ■. ,11 l:,-..M1 r.uH.Ti ai.icmi'.
Contiene questo cmliee il lungo e noiosissimo comento
dei Trionfi del Petrarca, scrillo da Bernardo Lapini, o Bcr-
inn.lo da Mi.nlc-lllii-iiun da iiena. .Viti laro ipiinili paiola ili
tale eoiuenlo. eli' è ben conosciuto; ma dirò bensì clic il
insto vi e ripjri.113 con la pin grande diligenza, e lattone
DELLA BIBLIOTECA DEI. I
eh io il' clihi ijii.i i- ìà attentai!]! -li v qii.ildir studio, mi avvilii,
ch'esso èil test» medesimo, che ci diede Bernardino Stagliino
in Venezia l'anno l5i3, alloradtè pose in lime lutto il Can-
i Trionfi! quello commentato da Francesco Filclfo,
questi dal sopraddetto Lap
lesto, sopra un ir
formata, quanto al
sagralo, o tolto da un autografo
e qualche tacclierella qui si rincontra, cj
IO (Itila edilione sopraddi'-r ritta
7771.
. Poesie i oleari 'li Francesco Petrarca.
1) codice porta nella prima faccia questo tilo
ria l'i Ui e. l'utili Ir por-i'! |irtó, che in 'pira" endici
gono sono del l'eira i-iti , ih m soiiii strilli' e disposi
volume termina colla cari in ne indi ritta a Maria Vergine, la
quale incomincia: .■Varglne lidia die di Sol vestita, — ed
indi frolle min tavola ridir pnrne;. 1 Tnntih ]uir non ri muri.
Ciri die importa di sapere in oiirirc della verità e del codice
t, che avendone io fai tu un attento esame potei conoscere, clic
l'amanuense ne avea tratta la copia so non da mi autografo,
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MANOSCRITTI ITALIANI
pi.'SSCCilC '.[ 1 1 'l' pilSid . l.L CUI Icy.ioiH! (il ili tìllllllio pCf
molili Ioni | tu , ctiiiloinii pi mei ile il In lesinile (hi lime i] il Ile
In' i>.-!..'l..i l i(li;iior:i. clic limino felli; sopra m Jìioscritli aiilo-
grali, cioè Padova 1 S73, Veneiia Alilo i5oi, e Stagnino i5i3,
.sul fondameli lo dello quali in pubblicai l'cdizion mia in Pa-
dova pur le stampe di cruci Seminario l'anno ìBao, in 3 voi'
7775.
123. 11 Biltamùndo dì Fazio do^li (.berli.
Carmen, in fnjliu |iirn,l.i . (armieri limili . lini sui'olu iv, ,1 moie mi pire, etti
Non hnvvi siillose ri/ione alcuna in (ine, 111' in .sii la | .ti su i
pagina alcuna mila inloiiio all' iiu1r.i i' ili'lf opera , nr iiiloriKi
a nlii trascrissi.!, si tempo deiia ti ascri/iuiie. 11 titolo,
.scrii tu ■■"il m rat lei.' diverso ila 1; li l'I Indi lutili l'oiicra, è i|in--l.i
in sul principio 'lei cullici' : Giaintujritftii in riniti. Lettine peni
Ì primi versi m'accorsi ben insci imi!' altri) contenere il pre-
sidile cullici' .sotto quel 1 irLcrìf > ?.i ■ inni che il nolo poema com-
posto ila Fazio ili'uti I.'bei'li, clic dilaniasi il Uhlamvni.li, clic
ed mone, e pii'i o meno ili prcssoclié tutte le susseguenti , nie-
llami -sempre giuste ipicielc i lellerali per [a so incili une- filili-
dissima con cui fu per esso pubblicato il testo di Patio degli
liberti, altrcllantc e più pulrclilirin mi schi1 di cnleslo codice .
inlorno al quale non dirò più oltre.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .33
ii/i. Volgarizzamento della tragedia .d' Ippolito e Fedra,
già composta da Seneca.
Principia il codice collo seguenti parole : Qui imnincia... Ut
finirti! tniijntiu ili Sciirrhn (m i /in li d Ijhifihì i l de Fhalra, ei
aimin-.-iii In vki:if\i»ie jn-r rhe riicsii.. lira,'-, il lil ■[,-! -lui ili- ( tir. ne. stl/nilo
H ddtibom andarne a Tkeseo et cwife p& mvnt/uhtarla. Dopo di
rimati a teraiiie, che sono dui'conlo; delle quali trascrivo le
due prime, e sono queste:
lo creilo medilo il presente vulifini^iiueMo. e se no, cailde,
si cium1 panni, non iirgiiistaiiiinile, io tobfe diini'iilirariia.
MANOSCRITTI ITALIANI
7777.
isft. Fasli del Re Carlo Magno.
Qnlaciii, in pkti'l» rarjilrri scniifi^tL^-i . ili pcinc '^o. ^tcolo *v. .Li
I! Minio del presente codice e conio scgur: /vui; j.'W /;,- <.7u7.i
Mmfiiu, e (fcr JViWmr' del imi tem/«/i e n'è pili1 <|iif.slii l'ai-gn-
ffirò, r-lie su il suo autore non fosse stalo anteriore al lferni,
cmiii? ] i t ■ l; I" i f n K j 'Ijli'iii diii curilo' [iosvli aderire, si iliroblic
clie in qualche luogo e sarebbevì riuscito. Fu però sfortunato
fautore qual si sia dì questo lavoro quanti all'amanuense,
olii' n« fece la prrsi'iili! copili; j ini t i i r ledendone io alcune
jji'iitf* nello Mia profi'reioiif; (li (j(]])ii1!L. \ cv.i clic /Jjppicaim
scritta, de! poema, e potranno foria giudicare oltre clie del
merito suo letterario, del nome altresì dell' autore:
i\lli.-lfLHi ^IpiOl' Kl.'I lHI lllllll?
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i35
O Divina luslilia r> gran volume
Ultra ulule do l'anime beale
O via di Verità o ben disturne
Da cuy lode le toso create
O Stimma Pitre n Re de lo Universo
Crii s'avvede il lettore , clic Ìli colai modo noi) Tu cerio scritta
dilli' .jKlm'ij (|iio.?|j .?t;i!i/:;, (; kroiiil-; con h | Li ;■ n t.i l:iciiil;i
Irchlicro togliersene le storpia ture. Nella Bibliografia di'' llo-
manzi, Milano i8ag-3i , io 8°, ove stantio registrati alcuni
poemi relativi a Carlo Magno, non ve n'ha alcuno, il quale
corrisponda al presente.
7778.
i y. li. .HaULolla di opero l tu .niliuliu di vailo argomento,
e di autori diversi.
Molte opciflli' coiitoiijj.m-i in questi) pnv.io^i iodici-, prcv
suclii; Itilte ili Miiilloii di'l Imori Minilo, h I . ■ 1 1 . ■ (piali lieo lo-
loutieri do la notizia, c sono : 1. Canio/»' morafi di Biado Bonkhi
da Sima. Confo alla oente comprata d1 avaritia. Cmtf I'.— Sonoao
le unii/.oni di vario .ti yomcnto , c terminano cosi : K.tplii inni
C.niitileiie «ii.n !.'(.< Hindi retatiti di- Sititi. Amen, il. t'ntsir tlilrist:
di Lappo Gianni, cioè canzoni e madrigali. III. La camene ili
(iilidoCiivalianli , uln' incomi nri.i .-- limine, mi pttetjh,! p:'- li' ni
nitjiiti din. IV. Ini ululiti iitlm li' HÌh-ijiiri'.' ile! iit,ir*!n- lubimiii I i-rt/iliti
filini !t:!'iiij-A::d'l..>i:iAiii !d/:t!iamiii-iiiis;ui (ìii.-nst-: Irkrcracat*: in r-it-n
et in tersi". Mil per siti elle i ceni dietimi ijitil. m::ileiitnt.i tlelltt finivi,
et sono alquanto corrotti per vitio iktjlì ianoraiitt implori... non curo
MANOSCRITTI ITALIANI
iteti tini; con ciò sia cosa die basti Sem
ore™. ìvon sono qui però, che le soli
ile] puiiii'ficr in A vibrioni-. « E su Iridio ito-i leggesì verso il
■ memi della lettera) non av esso prestato a Italia un rinomo a'
■ ni nostri, il paese tutto et gli abitanti ambivano in Ischia-
- vonìa ec. oc. E veraititnic si' questo gli viene facto, bas-
» turi a Dio a metterlo in l'insilisi) ; m i quale niuno (li loro,
. o osso più agevolmente che gli altri suoi entrerà. Quanto il
i min Signore l'ossa i nnti'iitu ili quieta impresa io il so et voi
■ il s.ij:r;h; y; I ire! ■.< tu: suiji -:>i;i'tli . rimi il' il il n ire monda no,
■ ma d'amore di Dio et di dolore et di sancto sdegno dectati,
« Fonlanu ili dolore; il terrò. Fiumani tini tiri ; i <|uidi vi prego
.1 liliale. Kt se in iili:llllil rosa rum --ii i n lindfssi , ■< rosi;'.
. molti ebe sanno loro ilisposiiium'. VA str Insognerà, io di qua
■ manderà il testo et lo chiosa,» ec. ce. È inutile ch'io qui
appalesi il piaceri; iiunii'uso, di' io in' idilli nidi' incontrarmi
con questa lettera scritta in lode di colui eh' e pur mio Signore
per la somma reverenza, in ch'io l'avrò sempre. Del resto
non può negarsi, die i|iiai!t\'.' alla pnrilii didhi nostra favella
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i37
questo lettera non rechi mollo c molto diletto, si corno ben
cJiiar,i:ijcii!f;si conosce, dir il ira In l.iiijji era noni ito, 0 almeno
non amico, de' cortigiani, ami della inliirn corte di quel ponte-
fico. Certo è elio il ino scrivere non potrebbe anche proporsi
in esempio ili inotlerajioiie a-Uls;i ■■ religiosa. — VI, Pis-
tùlu ili Mvrlmsìam PrìnrijK de' Turchi a Papa Clemente VP Tanno
ili:! S\,-; no-; m.ùx.slv., uri line di' I Li quale lesesi : Dalai' anni, ili
qm.i siane l'autore : vcramsn le piacevole a lecersi. Si t| uè re la ii
princijii', i:lie il Papa siaai r.oì ! i' ti . t. ri' Vìtuv.Ììitiì oiiili! minac-
ciare e por tur la rovina — ■■ ai nostro f > i > j j o 1 turchese» iniio-
■ conte... imperocché, voi vi stimato essere migliore eli- In Ili -li
■i ah il | n] a ili: la (piale M-.Ineia m i ] :i ■ ri ii :e con Valuto de' m Mei li Idi i
■ et del sommo Giove a lino re duce rei no; iikrimctiti se dalle ense
■ incominciaLe la vomirà |iniilenlia minsi leva, procureremo, ■ ec.
VII. Pittala di CuLi di ffen.-e Ti-ibimù del paolo dì Roma, lu aitale
(■:...■ mandù al DiaiiiiK ■:! a lii.-i.-iri ile la i:ill't d. Vili t ini , del mese di
Maggio h.ccc.jlyii., in fino della quale lcggesi cosi : Dola nelle
nostre sedie di Campidoglio a dì arali, di Maggio. A. H.CCCxlvji.
Collodi Cola); edè singolare cosa ilVlere co^ic scritta
ma non abhìa per fondamento che le massime del Vangelo, e
le dottrine dì S. Paolo. — Vili. Diceria che fece Pandolfuccio di
(iuitlo di l'aml-djn di-' /''rej.i-À; di llumii ambasciatore insieme con
altri di Cola di Rn::--i Tribun» del jmjndo Jl /furari nel loiisìijtm di
Fhtnzt adì n. di Luglio. An. Di. m.cCC.slyii. La diceria inco-
mincia così : ■ Fra ter e n ini et caro nostra est. .Signori l'iiireiitim.
■ Tutte le cose che sono state dal principio del inondo in fino
i ad ora, si sanno 0 poasonsi .sapere per Ire ragioni principal-
. mente : perscriptura, per pintura et per viva parola. Si che
i38 MANOSCRITTI ITALIANI
iHjriuTiiitil.ui'jni: elle, l'oratore la col popolo fiorentino per
la libertà eli' esso va a riacquistare , ■ di quella liberi! (così si
'legge] eh' è si cara, come il sa chi per lei vita rifiuta cioè
per opera del gran Cola ili Renzo, ili cui conseguentemente si
fanno gran dissi ini elogj. Diivrìa che fere Francesco chiamali!
10 schiavo de Baroncclli di Roma ambasciatole insieme con altri di
Cola di Renza Tritano del popolo di Roma nel amtiglio di Fintine
u di li. di Lnijlm. u.cte.M 1 ,' argomento di io u ■sin diceria
mollo pili lunga deli aiiler.rden'.o , ti i: il medesimo; ma è
moiri; più ['ranca, pienii di rnei g'ia, e >r [i Ila assai l'ieganlenieoli'.
X. Rispostale fece i'andotjhecìo Ji Guido di Pandoljo de Franchi
di Roma wnhiysi.intiire insieme .un nitrì di ('ola di lirica Trihuiv.
ile! jiop:,h ili Riimii ni I fiiiaiijliii di Firenze, il di HI, di La/jliv.
M.CCC.ILVI1. alla jiixiji'rtu clic -ni m fu in Mi/.!.-ire 7'o'iimiJso Corniti
per la Comune ifi Firenze. XI. Regole à° amore date per una
donna a im Brettone secondo li un inerì d'nni'.-rc. Sono in vero
piacevoli a leggersi ; e benché niente ollYaiui di nuovo, pur
ne sono alcune dichiarate in guisa elle sembrano nuove,
MI. A'r( nume del iinslro Siijntiri ■Imi (.'.ris'.n. Umilili liiiìmymn '.risi
sceiee di Semra. net lihin t hinainlo l '.ulnloijti -le Santi. Parole dì
santo Girolamo. È questo u:\ non li lek':.!; [ile volgarizzamento di
ludo ipiello, clic S. Cimiamo la.e'ió srrillo intorno a .Seneca.
XJ1I. Qaesln ì la Fistoli, ehi San Rernartk mandò ad ano Cristiano,
11 tinaie l' mera pregato che /ammaestrasse del modo del t iccre et di
(premure se et In 'Un {munitili ne In stili elisa, ('.usi ine.otilineia il
voi gan/./:i mento di questa leìlera : . Al gratioio -j' lieee avvrn-
. turato Messere Itaiiiii.mdo Signore di Castello; Demanio ri-
. do'.lo in \e(:(iiii'i/.a «dille. Tu Imi niidiMiia rida lo des-eie am-
■ niaestralo da noi come i padri de le famiglie debbano piu
■ utilmente adoperare il mollo et la cura di loro et le loro
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. i.lg
■■ hi alluni governare pi dispone ;i la quali1 L'osa noi cosi ti ris-
i pomiiaino. i re. XI \ . iini-nln: if/ :u;!>i-:, iin;a.s.,,7 il, 'più ro/iiiU
/■V.'uji./i. Siimi o-.se Lralln ii;i Ut' operi' ili \i i.lol ile. (li (acri ,
ili S'euecl. ili Socrate, ili Platone, ili I'ÌUiltuih, di Ciiiliu (te-
sare, di Stazio, o d'altri molti. IVo/.iosa t'accolla per tull'ì
riguardi. i\ulla pero, lui che laro con quella olio fu posta ìli
luco ili .Milano pur Ir stampe ili Antonio fortunato Strila e
li;; li l'anno ] K-j ■;. in fi", per opera e slmili) ili Uimri/.ìo Mosi- Ili ni.
XV. Il (lira <ft Cura, ossia if libro de Cosinoli di Dionhk' ('n!mi,:
volgarizzalo. In varj tempi fu posta io tolga re questa Lolla
operetta.. Si' il volj;nri™iiii,iito contornilo noi presente colliri'
sia stato dato in luco o no. o so sìa una copia conformo a ipinl-
clio altro già noto ni a ni iscritto, non saprei dirne secura monte,
benché, non podio indagini io no aliliia l'alti1; ni a ne m'uil iti io-
ranno facilmente i posseditori o di qualche rara edizione, o
di qualche manoscritto dell'opera stessa facendone il confronto
collo primo lineo, elio qui loóvln ionio uasrriio. Ini': no in eia
cosi : " 'iato in vulvari'. Non san/a man in coma ci liirliaiionc
. di mento pensando quanto i fanciulli et giovanetti che al
.presente crescono sono pronti a lascivia et al parl.no diso-
« tieslo prendendo no' mali costumi più ardire che non si
• conviene,- ec. ec. E termina in questo modo: «Quando
» (interverrà por ii Iodio molte oose co^no.-ceiv. — fa dappararo
* molle cose et schifa non volere essere insegnato. — Tu ti ma-
< ravigli con nude parole me scrivere versi. — Questi versi pic-
■ coletta di senno fece congiuntele a duo n due. — Finita é la
. sposinone di Cato riducta di latino in vtilgare, > Ed essa è
l'ultima operetta, ohe trovisi in questo bel codice, del quale,
dico il vero, assai voloniieri di molte e molte cose inedile
avrei voluto offerire un sarjrìo a' noe! lettori, ma troppo più
tempo ch'io non hosarebhcmi slato necessario; e quindi dov ró
\ùa MANOSCRITTI ITALIANI
esser contento di aver data la notizia di tulio ciò die condensi
nel codice stesso, lasciami" la cura a qualclic nd.mti: amatore
delle lettere e dulia nostra fiurlla di Iran»; e pubblica in e un
d'i •■i.ì eli.' u; : i ; 1 1 i h . : 1 1 ■ 1 . . piò oppi.ri uno .1 comune utilità. Non
lascerò pur di far notoció clic riLrovai scrino nell'ultima delle
Ire facce bianche dopo il fine del Culo, e con caratteri del se-
colo .\rv": — (Ji.'i-s(ii Wir.i <■ di V'unì Aid, n,Hy ■ illudimi /irjn-n-
(ùm Ghonfahne.
7779.
1^7. La Tcsciilc di Giovanili Boccaccio.
Dai brevi argomenti io Inori , die, scritti In rara II eri rossi ,
.mio apposti a ciascun libro e canto, non contiene il presente
ikl theseyda Copulata per
il quale ó preceduti
■ ckoàmeia Itprohgho
lutò rrlun vai ili l-~,tt:i:; fuieiu S-i!fii\itÌ!ii:iti>. A Mai, lo io percorso
qua e là questo niaiiosriillo, benché., griieiahnenli' parlando ,
non sia spregevole all'alto io ciò clic concerne la correzione,
pur in questa parte, che certo è la più importante, esso è
molto al di sotto del coilire posto al nulli" lotì, intorno al
quale vedasi ciò che s'è detto.
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE.
7780.
128. La Travide di Giovarmi Koci ai ^io
[■epoche linee clic in co ritte ri rossi procedono li testo sono
l|UGSle: incornai: ti el Uhm ilei Tkestytlti ile le. no:;e ili Emiliti
tintesi! per messere J.ìhiiin J:- /'V'jivrcti tilde- ij'm;/,«;;u. Dopo il
prologo, olirò il sonetto cogli argomenti do' mi libri gii ri-
portato in una edizione rarissima della Tescidc sema data e del
secolo nV, in /(", ili'se.ritSii inii-uv.it e ri ir dal (iamba nella Mia
Serie, v'ha pur uppostn a ciiistimo di ewi ilodici libri uri so-
netto nel quale si contiene uno argomento particolare del Uhm. Il
-i.ni'Ni) clir jsren-.l.' il libri) [' imuuiijiria i:iim :
La primo prte ile questo libretto
A eli il riguarda mostra apertamente
La cagion ci] e Ti lese n feee li-n unir;
De le Ammoni ,i ici^ihi il ilil'i-.-li..
Alcuni codici mancano di quieti rlorliri sonetti o argi 'iili
rie' libri. In fine ilei presente endice leggesi : Fucilo et dmk-
cimo et ultimo libro del Thcsajda et de le uoze de Umilia. Gracias
Deo. Amen. E puir.be sembrami tra lnll' i nunoscrilli coiile-
nen'l la Trseitle del Boccaccio, die suno iu questa regia
Biblioteca, essere il presente il più antico dì lutti, mi ac-
cinsi con maggior attenzione che non ho adoperata negli
altri ad esaminarlo; tua riconobbi come ali antecedente
11° 157, cosi anche a questo superiore nella correiìone ilei
lesto quello eh' è posto al n° 1 06 .
MANOSCRITTI ITALIANI
7781.
i ag. Il DiVuiiMiuli; di Fazio degli liberti.
Cnrliicco. in t'ijlìn. mulli'ti '"lidi, d <\;i\: t..J:j , M'ioli, \\\ di l.urnia
11 titolo, che 'li rpioslo collier lcggesi in Milla prima fac-
eia i- il seguente: ^'™!"™ '''"" iliiitini.au taciti d Alberto.
Ut nel presente primo capitelli tln iiinm Ut empirne eliti masse ti com-
ijp'fdv Iti pri'Sf'tite i ferii. Et rome in soi/ttio ridi- h nrtii. Della qua!
opera dei Dittttmondo ili l;a/.io dogli (berli, qualunque sia il
murilo Ini: i ns.it n [•■. torlo è. clic per ciò elio .-.poLla alla purità
eri eleganza della nostra favella gliene vinile, e ben giustamente,
attribuito non poto), fu grandi; la sfortuna, aìloracliè, coni-
perendo ella luce. In sfili |irc ìii.iltraliala o '.lidia ignoranza
degli editori , o dalla negligenza degli stampatori. Rice il eli.
«imi di meglio oggidì si è la ristampi/atta ì!d Silvestri in Mi-
in quali in vero ridonarono, almeno in parte, allo strillo la
primiera eil autentice. sua lettone. Mi risuvviene con piacere
di qualche ora ch'io m' iutraiii'imi eoi Monli, allorachu ap-
puntu dedieavasi euli allu studio del Dittamondo, facendomi
iiisUutto colla consueta Mia gentilezza di quelle correzioni,
eh' ei pensava di suggerirli, e del suo grande contento di poter
ciò fare con irannvUli'ti. roto'ei dieevaiui, di cose:eri:n. (.Hic.'.lc
mie poche prole, non pero affatto estranee nel proposito,
sieno pur accolte in argomento dell' alta mia stima verso di
quid chiarissimo ingegno. Lussi io per lanlo molli passi dell'
DigittzM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. .43
opera in questo codi™, e belici/ et-,, [inn: non sia privo d'errori,
alenisi de' quali però sono ili tal natura clic solo io leggendo
corivggoiisi , r-if.lo dm su il Munii !' avessi- avuto per le mani
non avrebbe forse durata tanta fatica, o almeno ne avrebbe
risparmi, ih i^aii pari.'. 1 .' opera è preceduta da una tavola i li 'Ile
materie, ossili d-'i^li ar^ijMH-ii-.i di:' capilo:!: i;d in fine è un in-
dice (idle persone, i: de' luoebi -mulinali IleU' opera slessa.
il quale per tuli' i r ispetti è ben superiore ne] merito della le-
zione all' altro ch'è posto al n" ia3, di cui s'è detto.
7782.
] 3o. Il sacro libro della Genesi , poelicainenli'. volgarizzili»
da Pietro da Napoli.
fjlrlMiii. in %li,i piccolo, rari I Ieri inndi. srcoìri 11", ili ultima roiwrvii.mrw .
Contiene questo codice una traduzione volgare in ottava
rima del saprò libili ridia (ìenrsi. !\ipo il proemio, scrillo pili
in ottava runa, leccesi rosi : imipi'. Ul:r (i^r-jl'u p:i ili. ì\ irmn
ih iVi'n/ie/r. ['. nel line ilei o.irlir.e, lesesi ; Finisse ri Genais
divulgato et limala p. M. Pelro da Napoli. In Cremona. EafUcii
tiberG etesii, hdjiit A'.W Er.rìi. CI: sia ipirsln l'iclro da Napoli,
che scrisse in Cremona , non saprei dirne. Sembrami però die
taie iij-ooiaoin inni redii ejuu (hi inni. 1 lo la prima slama, per
la quale si potrà giudicare del merito dell' opera, la quale è
composta niente meno che d' ini migliaio di ottave :
O celsilurao, ìi lume, o t la ti lì ile
Che illuminisi] fluid superbo Saulo
Collo (no lume picn di: vcriudc
MANOSCRITTI ITALIANI
Poi bapljiato se tè dir Paulo
Offe» la infinita lui bonUdo
1:1 eri ni] la-.Lal:' ]jr<ii|il. i l haiilo
Ma non guardasti a iu sue granili offrir
Monstianuli la luce ri lui la inlese,
l'are che mc?5cr l'iei™ Ii;;m- Manco per Imita sua fatica, poi-
ché del volgarizzamento promesso del libro dell' Esodo non
sono in questo codice se non clic le parole clic riportai qui
sopra : Finiste il Geacsis, ce.
7783.
■ 3 1 . Poesie di fri Jacopone da Todi, ed alcune antiche
leggende.
Comincia il codice con queste parole : Inàpiunt inudes aaas
jkit sanctus /rate- ./nraius il,- Twlnio vntinis j'mtrum minonim ad
w!i:it:i<r^i:<:..-:ir'i:ì-i!i:i:i!y:;r,wii;ii::i:,,-i!-.i':!i!iam /lerdam [Tifili il i-ìrtil-
tum Dominion imil'iii... i-vr-'libjm !. (Jtfs-ir laudi di fri Jacopone
da Tildi gii pubblicate la prima volta in ì'irenze nell' anno
14^0, in i°, pel Bonaccorsi; indi pio volte ristampate in Ve-
nezia ed in [Ionia nel secolo svi", e da ultimo pur in Venezia
l'anno 1617 , in /f, pel Mi -He ri ni , Mino itale sempre, più 0
111. 'no. e •peei,i:mer,te in ([in;.;!.' illuni,! limone, lieiirhé la
sola citala dagli Accaibmiici della Crusca , barbaramente 11 lime
d'orrori, e i più grossolani. Sembrami per tanto elio molte
lodi ami ringra zi amenti aieno dovuti al cavai* Alessandro de
Mortara, il quale per far tenere nella stima ebe si meritano
((neve poesie di Irà .laroponc, consideralo mas-ime il tempo in
cui furono scritte , ne trasse alcune di inedite da un codice del
DELLA BIBLIOTECA DEL P.E. ii5
secolo nv", e lieo correli!! piilil)lii:nlle io Luco ramni iNiy,
in 'tn, por le stampe rìel [ieri ini . invitando rosi 1 letti; rati a fari-
altrettanto intorno a quelle, clic già rider la luce, io ho esa-
minato in molti luoghi il presente codice , e posso accertare
gli studiosi amatori delle nostre lettere, che le sopraddetti'
laudi ci rime vi sono riportili!! r.mi molta diligenza ci! accura-
tezza, e che il manoscritto ier.'iiiionte merlierebbe d'essere
consultato nel raso i non però, coni' io penso, assai facile ad
arridere) olii' si wilosse [li Ivi mirivi) |in lililii-iirle. \..n e im-
probabile ehc in queitc codice Steno alcune poesie inedite
ilei nostro autore, con tea cu il otte esso, per ciò (die in vista mi
pare, molte più di quelle che sono alle stampe; ma ciò di
lepori potrà tedlicio'iì ila chi, v olendo occupacene più par-
ticola nnente, ne insliluirà gli opportuni confronti. 1 cantici
contro il papa Bonifacio vili', e gli altri contro la corte di
Moina Muro tutti io questo volume, ii rpirik: seminami multo
prezioso per ojriti rispetto. Senz' alcuna sottoscrizione, eccetto
che filatoi nel fine, terminai! codice con una serie beo lunga
Cristo. — Dopo di ciò vi ritrovai le seguenti operette. —l.De
'Hill l^ijcusi:\n (( prima r.vKn Sri a nulivilalr, ci anni- pia seni!'.'
nutritala fuggi in un» manasteriii in haliito smilnre ci maschile ci
ferisse monaeri : delia (piale storia, ri' altro scrittore però, ab-
binimi esempio in nitro eoilirc ili-Ila ISililintera. — 11, Ih- Su:,' la
Marina. — III. De Sdutte Maria Egypliam : ci in prima, ilei M/atc
Zooma, et de la vita ma. — IV. De Sanela l'eiagia, latita de la
<ltiatc scripse Janni, Diluvila ilei Vcsiiico Maia, la limile fu convertila
lai presente. — V. lixempìi ile vera paticntia dei Abbate Pafintio.
— VI, De uno monaco solitario. — VII, De Margarita dieta Pel-
logia. Le quali operette, che mi sembrano scritte con molta
eleganza di lingua, & assai probabile, che sicno tutte inedite ;
ii6 MANOSCRITTI ITALIANI
0 le indagini, elio ne ho fotte nel proposito mi confermano io
questo avviso.
7784.
i3a. Il poema de {Acerba di Cecco d'Ascoli.
CoidVonlai questo cui codice, clic segue qui appresso n" l 'ó 'ì,
e concilili die imo servì all'alilo di copia in tutto e- da per
tutto, ed anelli' nulla juili-iivi/ii'ii!- n<-ì line. Ma per la nota
(il ivi vriiivinij, !■ ci li'. qui mei e i del (V.'V.'i Mar-.li-i puii giu-
dicarsi ebe questo sia stato traltu da quello. Quant'è poi
al merito del manoscritto, possono i lettori appropriargli
ciò ch'io sono per dire del codice, clic qui immediatamente
succede. .
7785.
1 33. 11 poema de l'Acerba di Cecco d'Ascoli.
Cariano, in foglio, caiatlcri [ul.Ji, liii.I ù:o;crvato . e amila di
qoalclio parta.
Comincia il codice con le seguenti parole : Incipit ìiber
Acerba vita factum pri urtati. Mw/ufum l-'rnitciscuni de Aicaìo.
Liber primus. E termina così: Amen. Finito iibiv islo nfcramus
gratin! Xìo. Dm tjmiitis. V. iln|in I' ultima carta leggesi con ca-
rattere contemporaneo, ma diverso ili quello dell'optila:
iJiii-Mi' ì\i.:v fu ■::.■) ;>i,'i'j(j "tintio M.CCLC.iXXVim. per .Ignazio de la
Muli In: jiim-iitinn. \mi jiusst i l'uri i:ii[iie-tn rullil i ijiielT ''Litio,
che lio stimato poter Lue deh' akro ni ri' Ì7, che comprende
l'opra stessa. Gli errori, gli strafalcioni, i barbarismi, e. in
somma Li scorrezione è qui -raudixiiina.
DELLA BIBLIOTECA REL RE.
7786.
i34. Poesie amorose.
CarlKCO, in foglio, caffltcri «craigoiid. secolo ITf.il hurma coniervaiione, ili
pagi» 300.
Si contengono in questo codice sì coni!? nel seguente n° i35
rrmiHini ••■ SHIIflii llltii rl'lilture; e si appllclli pule citi eli i"
dirò di quello al presente, i) quale non e pur fregialo d'or-
7787.
1 35. Sonetti e Canzoni d'amore.
Incomincia il codice con una tavola de' sonetti e delle can-
zoni; t lo | >r> la quale, preceduti da una vaga miniatura (quanto
:<i colorito, non jierù ijium'.o al ili-e^imi rM|!|>i('«vitai]tc ini
giicr riero, clic sia intfrteneudosi in colloquio con una doma,
ambulile in piedi sotto d'un albero, principiano i componi-
menti, i quali sono tutti amorosi, f ".li i ne sia l'autore noi so,
poiché ciò non apparile in a Ir mi luogo del codice; uni sia detto
sempre in onore della velili, ciò fu ed è per lo suo meglio;
chè non potendo acquistar Inde delle mi? fatiche sarà cosi al-
meno al coperto dalla censura e dal biasimo. Ei cerca sempre
d'imitare d Petrarca, copiandone spessissimo ile' versi interi,
i quali;col loro lume non fanno in fine che accrescere l'os-
curità de' suoi. — E benché io non mi occupi in questo mio
lavorò se non clic di codici italiani, e di sole opere italiane.
■ 48 MANOSCRITTI ITALIANI
pur 11011 so rimanermi anelli; per questa mi Li ili render nolo,
die ili line (II I presento codice, è mia elisia Ialina imliritta al
Papa Paolo li"; la quale sembrami di mwiio non comune Ad
Divani Puntura II. (cosi nò dichiaralo l' nr^omi-nio) l'oaiifit-.t-m
Maximum, ffti rum imitm piiniiutt (.ritritali,, \a/mìeoncni Urli-
nam, voto omnium, Dactorem dclegit ob ejus incredibUem mrttxtcnt,
jiikmijin; ut- remai ifettiiram giunoni, indi incominci» ;
Jnni video Antonia inclus. I.h-IIm)ih' tutto
Semina, ole;
ed ò por lauto piacevole a leggersi il discorso del Papa a
.Napoleone, quanto l'allocii/.ioneili questo all'annata. Or siami
qui permesso di soggiugucre, che so a' tempi di quel gran Ca-
pitano, che fu puro' tempi unii a' giorni nostri, ii quafeporlava
lo slesso nome dell' Orsini, si fosse -tu pu tti in (juesta bibliolei-a
la copia della preseti lo elodia, e della fop™ldo!la. allocuzione,
non dubito ohe ant-lu: pn la loro singolarità si sarebbero poste
in luce; e certo i!'.' avn.Miero ottenuta un' approvazione mag-
giore sopra tallii alili ruut] n,ri imi' liti , che l'orono pubblicali in
sua lode.
778 8.
1 36. Poema sui Mondo creato.
É in questo endice un picciolo poema, che non porla in
fronte alcun titolo, e ch'io vorrei chiamare Poema ini mondo
citato. Tratta dapprima della natura in generale, indi delle
creature, della Ioni costituzione, del lui' essere individuale,
dello lor qualità, delle lor condizioni, diritti ed obblighi;
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i4g
discorrendo altresì intorno :i pi mieli, alle varie costellazioni,
ed alle diverso parli della terra. Il quale poema noli mi sem-
bra cosa di alcuna importanza per ciò che concerne la scienza
giudicherei di annoiare il lettore dandone un Nii^eio. Ma ciò
che rendo vci'amenli' [inviu.-d il presenti' codice, sono ìe mi-
molto spinto, li qua ir egualmente traluce ii nel rapprese] il.ìn-
le montagne, i mari, le navi, le stelle, le fabbriche, gli animali,
l'erbe, i fiori, i frutti, che nelle figure umane, le quali mi
paiono tanto maestre voi lunule composto, quanto ben colora Le.
7789.
107. Poesie di t'elidano.
CirtlMO. in B", liei rarall.ri limili in pati, n,,! ni i,[ parte iLircLiai, [li
r'u conosciuta la penna del l'elidono la prima volta allora-
cbè Gregorio ile' Gregorj stampatore in Venezia pubblicando
ivi l'anno i5a7 le Vite degli nomini famosi , già in parte attri-
buite al Petrarca , e die innanzi vider la luce l'anno 1 476 ,
inserì nella sua edizione alcune terzine (li esso Fcliciano, inti-
tolale, Btim Raccoglimento. Queste terzine però non sono nel
presente codice, il quale non contiene elio canzoni e sonetti so-
pra varj argomenti. Sembrami un manoscritto di qualche pre-
gio, e che meritarne potrebbe la pubblicazione. Leggesi sul
principio cosi: Fdiciama Antiquaria! Danieli Fahra Argentarvi
S. P. D. Non v'iia nel fine alcuna sottoscrizione. Il sonetto
contro la mala lingua principia in questa guisa :
iBo MASOSCBITTI ITALIANI
Non è si acuto '1 losco de' serpenti,
Né li strozza d'un cunei più arrabbiata
(.inalile, dir i|iu «li bigini ili:pielatn
Clu; inci de c sli-ittij con rabbini (Irmi, ne.
fi scritto con tanta accuraiena qucslo volume, clic sembra,
nielli' conia de rata la sua legatura, essere slato offerto in dono
,i qualche alto persoli a ygio di quel tempo. Tra i codici già
posseduti dall' abaie Canonici ili Vnne/.ia m'assicurò l'amico
min sig' Gamba di aver veduto (il cfso Fd'.aano due leggiadri
mai inscritti (ora in mano privata d'un \ mediano), uno de'
[itali contenente poesie, c l'altro qualche novella in prosa,
scritta perù con pota decima di lingua e con qualche frase
rirl vitnviiini.i di dello. Wirunimiiii prue, clip ì caratteri d' essi
due codici erano, si come nel presente, in parte rossi ed in
parte turchini,
7790.
1 38. Uraniano innamorato, poema del Buoninsegni.
Cartaceo, tn 4°, caratteri corsivi, autografo. MCflla ivuMicn conservata . di
pigine joo.
Il titolo di que.-o eoil ire <■ il M'^uen le: Drnsiano innamoralo,
con la vendetta di Unno; composto da M. Muri/: Bnoniiutgtiìiì Sfitta,
miti- mil' alma tifili ili l'infima, dedicalo al Ckristiamssimn Hcnrici
Quarto, He di Francia et Natami. — È queslo un poema di
io canti, ciascun de' quali non ha meno di sessanta a settanta
ottave. 11 sopraddetto tìtolo del codice è preceduto in primo
luogo da una lettera in diritti, e sottoscritta dall'autore — Al
ChriitiatiitsiniB Enrico Quarto mio principale Signore; in secondo
luogo d'altra lettera pur sottoscritta dall'autore, e intliritta —
Ai Cristianissimo Lodovico XIII', dopo il padre, principale Signore;
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,Bi
e da ultimo d'attr.i lettera indirittà, agguisa di proemiu, Ai
yiudUiasi lattari; dopo la <|iiale ù il ritratto disegnato a penna
del Buon insegni. Non trovo ricordata d'alcun bibliografo i|ucst'
opera, clic-forse non vide mai la luce; e dico forse perchè chi
può over percorso tutto il mare delle cose stampale, e poi
perdute 0 diiue!ilie.n!e i S'essi ]iui iiieriln-.se d'essere pidilili-
calii o no, ne vii nel li, il gì mi ir iu ri' lei lori ; e si amie iu fan1! de!
poema dello Mottida del PaschaU al u" lio, così ft> di questo
dandone il seguente saggio :
Argomento dol primo etnto.
He Organlin s'accori!' a ciò si spegne
Il valoroso Re Carlo di Francia.
Por lui viengent'armat' aspidi e hn.ci.i-
I (ieri assalti e si'diilri aspri. e proferhi,
Uccisi on, e strage, crei pensieri,
Tradigion Magamcse, c i rorì ncerhi
De ila Cùlllraiin. lode atroci e fieri
Le degne imprese , ce. ec.
— poiché ciò sembrami possa bastare. Le ottave sono in tulle
3o83. In fine del codice leggisi : — H fine ,ht libra delta Dni-
arano innamoralo compilo da me Mario di Mariano di Zìnnie. ;: .(m
di Siena, nato nella Reale Città di Fiorenza, lentia di mnnrc del
,55 MANOSCRITTI ITALIANI
ileilo antere incita di primo £ ottobre 1 6 1 7 a f nso fiorentino. E così
termina il codice.
7791.
i3g. Collezione di pn^sic: di diversi autori.
fin in ijm'.slo codice, clic è una collezione di poesie di varj
.uitoH, udii [Ti:npiv.n(l ascivi alcuni componimenti di scrii-
turi il 'Il 11 li ili i.-limil 1) pi'l S'i'lcgilllia llf'lllj sLillMl pt'I'l.i bcllciia
delia dizione, si crani: dì Pietro Aretino, del cavaliere Marino,
e (l'altri, non l'aivì pur inen/.ioin' di lui, mitalone soltanto il
mingerò c il '.itolo, l.s più p:a 1-1 ■ ■ « I ■ - 1 li- pec-ie nel predille vo-
lume raccolte sono in dialetto veneziano, 0 sono tutte di sì vile
i>m:ciiÌIì'i, (piani jn seppe o non ■.olii' iinagiuunie li celebre
lì.ìlTo. >on v' lui noia alcun:, né ilei lo scrittore veneziano, né del
iMrcoiJioji'r - e -oliiuienle nella priMiii pagina è l.i h.'gnenle di-
chiara/.ione jeriiia pei la mime medesima rji elii scrisse o tra-
scrisse il codice : Vincentk Panhtio donavi! Balthasar Panklias.
Tra le famìglie veneziane v'iia pur quella de' Paolucci,
7792.
lAo. La Moseida del Pascliali.
Cartaceo, la piccolo loglio , caratteri corsivi . secolo ivi*, di buona
IVielie ibbiasi chiara idea del presente codice, stimo oppor-
tuno trascrivere tulio ciò ciie leggesi nella prima faccia, ed è
come segue : Mvseida del sìaaor Giuli" Cesare Pnschali Messinese.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 1 53
Al molto illastre, konoratiisìmo , et pCissimo Signore, il Signor....
,»}«;!. zsìh mi, su* «»r'i,.« r.™',,
.. m « . ,.,«/, ^Hij. « „,»,„M, „;„,„
contro fé ostinate et ne dottrine di' diaila. e! ih lutti gli altri falli
inlinfireii ,ìi ! jiiiia e. vu. I lupo di ciò, scritta nm carattere diverso,
lesesi questa nota : 5ur (e rapport fui a età Jailda fiere da ici-
ijitear Julia Coesore Faschaii, il "iu<! t!t> n qiiiì .i timi in minimi -
taires de M. Calvin ut its «wmfafiiins, in ampuijnii- n'a paini Iromv
il'rmpiiiii-niehl H !'iuipr,-;iit;h i!'i::,-iui, virrii k (:,.■;; pUmirdr ,1/rjjrc rirs
— Aier J Unj-lenx, avnnt cAarjt ifc Hetleur. ludi segue un proe-
mio di — Grafia Cesare Paschali allettare ftdeh et pio; dopo il
quale proemio incomincia il poema della Mmeida, il quale si
compone di 3i calili in ottava rima preceduti dall'argomento,
i! più breve de' quali cauti ha circa un centinaio di stanze. Qui
puri' sul principi» ilrl peci i in, chimi' ahliiani veduto nella prima
facci,) del codice, si rinnova ìa dedica — All' illaslnssimo, ce., ma
è. sempre taciuto il nome del Mrrennlr. [[ i ndili è seccamente
l'anlo^rafo, poiché Li natura rifili' corre/.ionì e mutazioni non
solo rii voraWi . ina d'i uteri v..:jsi , clic spessissimo si rincon-
trano, dimostrano ad c\ ideila, eli' esso è. l ' esemplare medesimo
clic 1' autore predilo a ijui'll' :uiUn\la od itili/io incaricato dell,
revisione e censura ile' manoscritti , die vnlevansi dar alfa
luce. Non so se ipic.-to poema .-ia di poi sialo pubblicato, o al-
meno per le indagini, die ne ho fatte celle principali opere
di bibliofilia non mi riuscì ili ritrovarne l'alia menzione al-
cuna. Meritava e^li però, o meriterebbe clic si pubblicasse? A
me rum pare; ina poll ile del ;'in.':/.io mio. r i i' io tengo assai
da poco, non può contentarsi il lettore, cosi penso clic, tras-
erivcntlo qui, sì come l'o, l' argomento del canto 1°, e la prillili
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i£4 MANOSCRITTI [TALUNI
iill.ua dd canto mrdi'Mm<>, j^li limò ila tu ivi in pi i iiiillioicnlc onde
pater giudicare <]i'l mentii iiilrinsii'ti rli'l pueriiii in l'i Urinili.
A parte quanto uom basso si allo «fc,
Dm lo sci di era : pori fine alla beli' urie
Ad Adam dallo, e donno il la del tulio:
(ili vieta solo l! non gustar d'un frutto.
L'altiera mole in satin stilo io canto
De l'Universo, e 'I gran sommo Fattore,
Clic Trititi ci! un sol Din. iniraliil tallir,
La creò, e rogge, e serva a tutto loro,
t'oi srguirij del pi etnici nani, idi' al sant'i
Signor suo, inlido caddo in gravo errare;
Onde e se slesso e sua progenie astrinse
A doppia mone, e in mille mali avvinse.
TiTiiiiui! ii cuilio.' culi' uhiuiii Miin/.a, e sema più.
7793.
i Ai . Annotazioni sul poema della Moseida.
Cai-tacci, ili termiti In-M.i ci lì ; 1 .7 ri 'v.i-i.i, 'rfili, wr, manca ni-l lìnir di
Il codice è autografo; ciò clic in vista si riconosce, ed i miei
lettori ne stieno in fede, Ili contiene le Annotazioni sopra il
DELLA BIBLIOTECA DEL RE, iSS
poema intitolalo la Mostiiìa, di cui s'è dello un! codice antece-
dente Mollai" col u" i/io. Onc-lr ainmla/.ioni ahhracciaon
molto contento d'I lucrilo del poema, lo mia pazienza non
potè disporsi all' esame delle sue note.
La Gallili trionfante, e l'Italia militante, di Antonio
Testa.
trionfante, e l'altro 1' /Iorio militante. Sono tutti e due in terzine,
come fece il Petrarca ne sani trionfi : panili' din Cantore [e vera-
mente non ne ve^o il p'Trlic) mise in nota sul principio del
primo componi me nlo. Questo e (lei liei lo al cardinale Antonio
Barberini, e Tallio al cardinal.' Ma/.arino. (ilii sin il Testa io
noi so. SciiiIjit.hu peni, cli'ci fosse mi romano, non solo per la
qualità de' suoi Mecenati , ina al tirsi |ier alcuni indizj, eli' egli
ne ili ne' suoi profilili ; si come pur «emhrcmii autografo il
presente codice ed essere per avventura quella copia .stessa,
che l'autore offerse al cardinale Barberini, le cui armi gen-
tilizie impresse in oro veggonst sopra le coperte del codice
stesso. Furono dali alle stampi' questi due lunghissimi rompo-
lomenti? Noi .su. ma per le rieerelie che ne lio liilte noi credo.
Meriterebbero essi la luce? Per dir il vero, mi sembra clic no.
Dei resto ciò che l'autore per modestia disse in line del secondo.
■ 50 MANOSCRITTI ITALIANI
cioè iciY Italia militante, 0 proprio la nuda e schietta verità,
avendone io spi inu'ii'aii ■■l'i eliciti nel leggerne alcune te™ ne.
Chiude cosi:
Mentre che- ondi' io 100 giunto d pino amiilo.
El lio visto la guerra estinta e morta.
La penna riporrò, benché sii stato
Luogo con il mio dir, che Tedio apporti.
fo pure riporrò la mia peana, e non ne dirò piò oltre.
7795.
i '[3. Agrippina madre, Irag-edia dì li arto lori] meo
Torlolelti
Bartolommeu Torlolciti l'autore del poema intitolato la
l ì i'uhtut >.\t''ir:i-ni , di cui :;i ili ri nel seguente n° l44, è pur
I' autore della tragedia eonleuuta in ijiieslo endici! ( che sem-
brami l' autografe '; . la ipiale ha per tilido — A-jripf iiin Minivi:
L;i tragedia e (Ieri! caia al cari liliali' Maia ri mi i r:nppia lettera
indirittagli, una cioè io lingua Ialina, e l'ali ri in lingua ita-
liana. Dopo queste due dedicatorie segue un lungo proemio
o avviso a' lettori, eh' è preceduto dalle seguenti parole: Filone
/tommio n ili: .'iiì'/ì.- l'er que.-tn pruetni'.i si conosce ben chiaro
quante critichi', ami aspre censure lurono divulgate contro la
' riniii !!« : ila] che si (In ho v di' os.-a In epor.i aul'.'ri'in.' a questa
dell' Agrippina. Si con ir non laro di i|uelb, poic.1 ni t'u tiata a ile
slampe, cosi fu di quella iraMri-ivendune alcuni de* primi versi,
pe' quali, oltre il merito, elio sembrami noti comune, della
tragedia, si potrà più lacihnenle conoscere s'essa sìa stata o
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 1S7
no dalain luce. Abuon conto l' Allacci nella sua Drammatunjm,
elio cita ninnili altri ci imbuii riuniti fSriiiiini.it ii-i fli (jurslu Moli-
tore veronese, no» Fa parola dell' Agrippina. — Incomincia
Agrippina così :
O de le mie sventure unica speme,
Roma inni» ria i, madre [li Dei l'eremi:],
Di cui non vede il Sole,
Fra' gran termini suoi d'orto e d'occaso.
Maraviglia maggior. Sento la fona
Del natio cielo, e le liniuglie intendo
De l'aura amira, onde la vita io trassi!
Benché lassa e cadente
Parlanti allanni, onde fui scopo eterno
D' una crude! e disperata sorte.
Pur la tua dolce et amorosa vista,
Roma mia, non può far, die non in' inslilli
Dn litui 50 die (li deliralo a! eorr,
Che l'amaro mie lacrime conlcmpra, et.
7796.
La Giuditta vittoriosa del TortokUi; le iNoiie di Po-
lonia del Fabri; il Favorito del Principe del Colletti; e
la Vita del Duca Valentino di Tommaso Tornasi.
Lo optimi Li;, chi: di .nilori divisrsi conteiiOTii.i nel im^enlr:
codice, sono le seguenti; la prima ha tpieMo [itolo : (ìhilìita
vittoriosa, poema eroico di Bartolommco Tortobtli alia sacra Maestà
llristianissiimi ili Mudumii Arnia d'Assiria di Corion Regina di
i58 MANOSCRITTI ITALIANI
Finir' niltri/iji'nii: Dopo la ilcd ir. ni min in lena rima .il cardinale
Ma/arimi, si fJTin' I' .Inumidì iti ponnui i-mini delia (jimtittn rilln-
nosa. eh' e una pus'uliia/ìone tli'U' autori- intorno ad alcuni
cosluini allrilinili ni'l poema alle perniile inlrodfillevi ; inili
iit aìtivllaiit'.' oU;lm' l;IÌ arpomoiili (h.'l pui'ina medesimo, sul
(piali1 lio lalle anr.lir troppi' parole es*.i'iu1i> <:iii stali' p'.ilihli-
' I.iiiim per .pir.-ti; )i!nji'h >ù:<" Iri^i'si in Mil principio : Le ?>t>:zt!
di W™;« nello fymsrìizio di Utadisko IV. Re dì Polonia e
Svezia, e di Mudarmi Ludoriea Maria di Mvtrs Gonzaga. Dramma
dedicalo air Emo. e RdMo. Sig.Cardin. Mazzarino. Aalorc Alberto
h'atiri. [lupo II i[ual litolo serque ta leiicra dedicatoria data a'
di adusto l(ij(>i indi un lungo Discorso intonili all'opera
iitvmrm.tliia ; [mi I' an;tniii'ii tu del il lanini a, il (pi do o rompo*! ti
ili ire il Iti. Mei i pili li' dia il 1111 ;i, l'Ili' in rifilo inodilo, u alnii'iio
min mi riusci di poter accertarmi del contrario . penso di tra-
scrivere il principio. La scena prima è rappresentata dalle ire
(traile, una dille quali iuromiuoia rosi :
t lessi la maraviglia
Oggi a tutt' i viventi
Di far arcar le riglia.
Se nel stellato Ciclo
Donde piovono d" or prodighe stelli!
Prepose procelle, ec. ec.t
ciò che panni sia bastati tu a polcr jrindie.ire tli'l mi'rilu di citi,
che viene appresso. Non credo, come dissi, die sia sialo dato
alle stampe ijm .lo dramma, poiché olire tutt'i nostri biblio-
grafi, che consultai. I' Aliarci medesimo non ne fa menzione
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. ibi
alcuna. — La terza operetta ha il tilolo cbe seguo : 11 favorii
si,/. Oliatiti»
e dedicato ali
Amor; qua] [ia di me dubbioso line?
[ìn.-.-l L ; i[M!il ni: |'Ot^i .ini ?
Onor; perché m'offendi? A <[uai rovine
Elioni un' :ifn>:i ['liquidi t -Munii;,:'
Al ilo '.li • lli'uiriu. ti.
i'nr indagini, che ne ho fatte, uon credn pur che ifueslo
dramma sia sialo dato ìn luce. — L'ultima operetta die con-
liensi nel presento codice 6 — La vita tifi Dani Valentino drs-
crilla da D. Tomai» Tumasi Crociferi: alla Maestà i'.ristiiitiisstiin:
di Litigi XIV'. Uj: ili. Frantili i' di Anrarrri. Sc^vn.' !n dedicatoria,
poi uu proemio Al Lettore, Termina il racconto della vita tini
queste parole : E i/n.i jumetulu fini- al prime, Uhm iva le cine ac-
.inlntc in Italia per rispetti 'id V niellimi ; j: aia l'Olio- nei so: ■■.'lei. :(
ninirii'/ii in Frantili. Questo scemili" libro di rui i]ui parla l'au-
tore, non ò in queito conici.', l./opc reità perà venne pubblicata
in Roma colla data di Montcchiari l'anno i(i55, in tf.
MANOSCRITTI ITALIANI
l Discorso sopra i selle peccati mortali.
L'argomento iii ; ; ■. i ■ .■ i r j coi) iti1 ó prc^oclié. lo «lesso 'li quello
clic ha il seguente al n" i dfi; con la sola differenza ohe quello,
di cui diremo, riduci: tuli' i u/.j i\-AY nonio ai sette peccati
mortali e tic padri più cristianamente elio lilosolioaiiieiile. od
il presente parla di tutti i vii) dall'uomo anche i meno gravi
clic dai sette peccali mortali derivano, fin: :i.'-rla più filoso-
ficamente che cristianamente. Per esempio : dopo di aver
trattato tleila superbia, viene a dire particolarmente della
jnttnnj.n, poi della presuli /.ione , indi della pertinacia, della
(list-oitliii . ■Ii-'1: i H'n-i i^i/i , dell' ii-i!in;i, liinioslcaiiilo clic tolti
questi vizj, per ciascuno de' (piali Sa un capitolo separato, ti a!
i ilio rapii. ili' liti superimi (!■■! il ano. ]\ parlando dell' ultimo
cioc dell' ironia , dice : • Uno altro peccato alla jactantia su-
« pradie.tn rimira rio ó In ironia , la i pia lo non conosco essere:
«ili se, o vero nega essere ìn se alcuna limile; ci fa questo
■i per essere tenuto vile; e pur i peccato, però elio è contea
< la vcritate, ■ ec. DÌ poi fa vedere die tutto quello che noi di-
rimilo coni ro ili noi il sempre i ionia tpiaijdo ili riamo il falso, e
che il viiio della iconia non si commette verso (lugli altri, come
con eia Ime ii le si credo, ma lerso se slessi inlonio a ipiel diletto
che non si ha, od intorno al hene clic pur si fa, e si nega; dove
qualora dicesi d'altrui il contrario, cioè o negandone ) difelli
che Ita, o promulgandone le virtù elio non ha, uou ironia ma
adulazione deve chiamarsi. Questo pure, come il seguente,
-emina mi no huon codice, bcncliò, ionie vedremo, sliardi
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. iC>
un po' al di sotto nella eleganza dello scrivere. Termina cosi :
Dai finitila. Amen. — 5fri;.<t.' iit L'eie:.. I.i.hw cjtitit itti, (jiiii/iuic
— Jn Patria nulli s fon dittiti di- Xrrilune. 11 discorso per le in-
dagini, t;:ir Ilo latte, può reputarsi medito.
8091.
■ 46. Trattato intorno ai selle peccali mortali.
lip.i t;i.v:.. iu 8". caratteri pressoché poucL . secalo sibili buono ec-naaiAaiiaiH'.
11 titolo, dato però d' dira perir.:: a questo «ni ir..:-, è il se-
guente : Trattalo licite eirttì e drì ti:). Non può negarsi, c!ie non
parli rosi di rpielle , eiir di questi ; ina lidie estimo iiuid:i
sul principio ni sul fine chi abbia scritta quest'opera, e ut
pur avvi indicazione alcuna di tempo, di luogo, o di ama-
nuense, lo non dì™ eli' Win sia strilla non In più grandi.'
eleganza che alla nostra lavelli possa desiderarsi, ma dirò
bensì essere scritta con quali' aurea semplicità , per cui ne
mesce funi: .Inilie più di lette', ole hi lettura. Fallasi dunque la
divisione de' tre mali, clic al nostro nascere, e nel nostro
vivere ci accompagnano, cioè il peccato uri finale, il peccato
in urla le, et! il veniale ; e .pi, j.-a!u eli e sia il prilli» mi i/inl,
nasciamo in questo mondo, venendo al secondo dice cosi : -li
• peccato mortale si «immollo por alcuna operaliono ne la
«quale ì'buomo si parte del bene immutabile che è Iddìo,
• et si converte al bene clic è mutabile ciò è a la creatura :
« fallo degno di molti flagelli temporali : privalo de' beni della
,tìa MANOSCRITTI ITALIANI
■ ( iliios.i : ri ne di' hi! il. 1 li' |n ili ■lille, .. re.. l'r.-iinHi! nuli mi In, elle
panni ben inerileii'lilie la slainpa se pur non Cu pnlililiratn ,
ciò die limi credo; ma i nostri bibliografi e lettorati per le
poche linee ([ili poro sopra lipni'lalo, ^iinlirlieiMUTlo a lor agio
e dell' una cosa o dell' altra.
80<J2.
i 17. SI ori» della l'anione ili Gesù Cristo.
Contiene questo cudiia: la storia lidia passione (li Gesù
Cristo. Essa è divisa per capitoli. E Iratta dn tutti e quattro
gli «viiiigcIiMi, e comprende si ira dnpreiilo pagine, fi strili»
tori mollo buona lede, e Ir massime Moto clic qua e la si
Iranno, suini intiodnlfe assai (ipprirlitnanietitr. Ma quanto
allo stile e alla lìngua non può laiM'IH' ludi' alenila; e volen-
dosi pubblicare questo lavoro converrebbe rifarlo tutto da
ii ile mcsser Jcsu C li risi 0 si lo 1 pie; lo ri ir virando li pontifici
■■ '■"mini IO-.-': in divinilo : Noi iloti Inno [limile. .. el questo
■ ChristO fa tanti segni et miraculi et tanto chosse sovra de la.
«nostra Ir.": hjiul.- lìi-ljiainr. pii.vrdcr coiilia ini in lai mudo
■ diri sia morto, • ec. Girilo possano bastar questo linee per
poi in1 giudicare del resto. \nn v'ha in line del curila; snltnsmi-
/.ione alcuna, e termina al solito col]' Amen.
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DELLA BIBLIOTECA DEI. RE. if.ì
8093.
]48. Vita di Gesù Cristo scritta dal Brasavola.
Compivi li le quesiti coditi.', come in imo foggisi in sul prin-
cipio, la — Vita di Gesa-Crisu irritili per Antonio Maia Brasanob,
dedicala alla lllma. et Colma, signora Eleonora Estense. Non vi si
trova però clie la sola seconda prie di essa vita di Gesù
Glielo, li i-';i mi dm ih.'! !:i [i i-i 111:1 pagina del i uhmie co' turai feri
stessi di tutta l'opera: /iirWu /«irle della V1I11 ili Vtsù-Cristii; ciò
die fa supporre ch'essa lussi' divisa in due volumi, de' quali in
consctruema ìa lliliìloteca inanelli ilei prillili. — Di questo
Antonio Musa llosavoio 11 llrasavola, clic fu inedito rinoma-
ti.^: ino rie' mi oi leni [>i. e (li roi i'csl:inn molte o[M ir a slampa,
leggo nel Mamiccliellt quanto segue : « Questa vita, (di Gesù
Cristo) «si riferisco fra le opere del Brasavo!;! da Jacopo An-
« tonio buoni nella sua pi'ela/ione premessa all'indice del
. nostro autore sopra le opere ilei Galeno, come altresì si re-
■ iri'ti'ano le ser;li .iti ,|al liarnlhlili , Coniment. liist. erudit.
«cit. pag. l3.r> e sr.-(j}j. , ma sen/.a aei'euoanie alcuna edi'/.ioue.
« Sappiamo tuttavia clic la detta vita sta mantisci'iila nella
■ libreria di S. Domenico ili l'crrara, e die autografa pur
1. esisteva in renili-.: presso ali Oiiu.inlii V Laidi ni ili. • l'orse elle
di poi sarà stata stampata, ma ciò non è a mia notizia. In fine
del codice è 1111' attraiamone che sembra pur l'autografa (/nrler
Ar.dria; Jiiuiwfotsi! prncJh ini-ria: unni, t'hc'iiriyii'.' ledine Dite. An-
tonio ìlrasacotar Mini. yVrWi'/ir's i-Wrnriae. weil/ce ) per ìa quale
lodaci a di: lo la Manali ile Ita vi::i iii Gi-m'i-C iì>t;i. ut rerum futi or,
rome i\i loggcsi, prima fronte incredibili r-ix afficicbar toluptatc,
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,U MANOSCRITTI ITALIANI
■■ma nMiiatiikmertin ijesUi Saldissimi Si'rrutoris nastri a te mira
murilate tir clcgantìa ilusrripta, ce.
8094.
ì.'iy. Stanze sopra la Passione di Gesù Cristo.
me dì Gesù Cri;
Di; Ha passi oii sa ne la cJ cor m accende.
Finita la passione . li-i^rsi cosi : (Jiku-i si t ti pater nostro dis-
putili p::< H'hjtur crim dm inriiiifi- de pili <ti.<.tnri. Kt ipù comenca la
iiitiinhii tium:. Sibili I)! Mini i.l le le fii(.1ii.ii-.i/.Ì!.uii dnM]iii si fanno in
prosa sul l'atcr noster sicno indubitatamente, chiunque ci si sin.
risilo stesso autore ilella Passione in versi. Terminano così:
lixpl'p il l'alar niiskr. Lka tir.ihtu. \irci\- Indi in sestine : QitrsUi
si t ri Te Denm Itindtimns <i7s/j(U1>; hi rulipirt per ritkma ci qanle Je
smitn.... Questa reticenza clic non jiuó cerio riguardare il fa-
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,65
moso santo clic lu l'auliin- ilell' inmi , ngunr-rlcrà forse il Ira-
duttorc, che noi quindi venereremo come santo, ma non
potremo lodare come lettorato.
8005.
i So. Componimento poetico sulla Passione di Gesù Cristo.
Membranaceo, La SBh c&iatleri goliei. a due coloni*. . scolii . ,11 nrlinia
Comprende questo codici; la storia della passione di Gesù
Cristo, descritta in ottava rima. L'opera viene attribuita,
M!coudui:liì: li™.'-! ru'll.i |i]iin;i jin^ilta. sellilo pe-i'ó ti' altri!
uegarlo, poieh'é la prima poesia che di lui vennemi .sodo
degli orchi. Cii> die libicamente pi;. in allarmare si è, che
per citi che concerne la parie letteraria cioè, il merito ìntrin-
sico dello scritto, esso mi par nullo cosi quanto alla poesia,
corno quanto alla lingua. Trascrivo a buon conto i quattro
primi versi, e sono questi:
Passio Domini Nostri Jesu Cimati
Secondo disse ci beato San Johanni
Ne nr ree orili ne- li salirti Evangelisti
Adlale che lo Demonio non te nuanai, ce.
In fine del codice è una traduzione in prosa francese di questa
stessa opera.
166 MANOSCRITTI ITALIANI
8096.
1 5 1 . Trattalo sulla brevità dei tempo.
r..„r.„,-i. In li', fa li M'iuigr.li.'i . h.ir.t, n". ili l.invn ciiiiMTiai.ifirii'.
I.'argt-iiiento ili cui si tratta in questo, dime sembrami,
piijiiiso eodiee. r dui li ara lo uri i,in luoio clic Ira-I rivo : iQui
.comincia il trar.talo de la brevità rio I tempo : ri come so-
li lauieiife Iddio sì deliba amare et temere et honorare e! re-
i verire et adorare : et tutte le cose terrene et transitorie et
■ caduche si debbano lasciare et abbandonare et fuggire et
■vilificare. Kl sopra questo irridati) comincia Salomone di-
dm. r.i culiii clic lenii' Iddio non pone dira ne solleci-
■ Indine nelle rose terrene el tran .borie ma sempre pensa ol
■ leinjvi fitturn a Li gloria del paradiso a le pene dellonferno
-'In la brevità di questa vita.' liti in Servendone quii e là
alenili passi, dico il vero, io ne sperimentai inolio piacere
nei- h; Mimimi, semplicità, ed insieme vero purità ili Imbuii
roti cui sono scritti tUtt'i capitoli die compongono l'opera.
Ksempii:nr/.iii il capìtolo deliri Cimila iute min eia cosi : -Cas-
» lila serondodic disse Tullio si e una verlule per la quale
. laiiinia e fatta una cosa con Iddio, iil pulissi assimilimi' la
» easlila a la tin tura la quale non fa mai l'alio al suo compagno:
• acqua chiara el non si pone mai in su albore verde, - ec.
Chi sia l'autore di ipieslo trattalo io noi so, ma cerio, com'è
ben manifesto, In scritto ne' buoni tempi della nostra Livella.
Credo ferinamente, die se qualcbe studioso amatore del bello
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. ifi7
scriverò ne facesse Irai copili "oli rimanrlibesi eli darlo in
Iul'C. I-i' ull imi' parole rlic i'l] in ili :■!]!! il I rallilìrllri -din, r | -. i e -Ir :
Expiìcit UUr bimtv iliftriim. Dimnius ijrnlias. Amen.
8097 ».
i5a. Lettere di Celso MarLiuengo di Ginevra, e di Angelo
Castiglioni Carmelitano di Genova.
Cariai.... in f". ranlli.ri |,r In- li . .11 j.rtiriiii- ■ . vini.. \\i°r .li li la
Collimile quesiti preeulo ro[lii:i! un eomuiiTno epistolari' Ir.i
Celso Marliui'iigu prole aiutante in Ginevra, ti Don Angelo
Casliglioni di (.innova, rannclitano. La prima li'llera del \lar-
tinengo è ilala di Ginevra a' 1 3 a]irile i 558 ; e la risposta a
qui/ita i.l'.'l C;i;'ii.-iioni e dei nn'ii' ili «ìiiìipki < I i ■ I T . i i i - h h i i i ■ - r I i ■ -
silllo. Sembra i-hc il Mari incubi [urie caltulieo si fossi* l'alio
protesta ole, u Don avesse mai uè parlalo ni' scijlto al Casti-
non che ad uu cristiano, e frati;. Ma lardando a parie l' arma-
mento delle loro dispute e delle laro q eie certo è, die
l'uno cosi che l'altro di questi due scrittori ne sapevano
mollo bene della lingua nnslra, e sullo questo punto di vista
ò un codice da tenersi in pregio.
MANOSCRITTI ITALIANI
8105'.
1 ó3. Arte dì guarire le infermità del corpo umano.
Carlaceo, in 4\ cantieri seminatici .secolo \f.e forse in sul principio del nv,
Il titolo di questo codici', conio Ìci;l.to;ì sul princìpio della
•li: innrniiiadc del curpo secondo brio pliysicale. El quale
» dividesi in doy parte. La prima parte tracia de le inlirmi-
n laile parlicnlari. La.- inda tracia di' le infinuitadt' uuiver-
. sali comi' fcliri. \donca la primi parti' tracia di' le inliiiiii-
. ladc parliculari da la lesta per tino a li piedi in tanti capiluli
« quanti1 sono le in li nuli ade. Comencando a la testa. El primo
■ capì tuia. De dolore capitis. Capìtolo 1°. » Indi incomincia
così : 'HI primi' dire t impiantino e! dolore de la testa. Al-
. cuna fiada si e por causa del cembro. Alcuna fi a da per causa
.lìada per vitto de liumori. Alcuna fiada e con reuma. Alcuna
■ e questa, • ce. Pensai ili ti-a.urìicre queste primi! linee del
capitolo a line die i (lotti nell'arte salutare veggano se quest'
oprra di coi unii rimila d'asmu indirò il nume dell'autore)
sia una tradii/.! mie , o veiauionie originale, e so sia iuoilil.i.
Ben poco e forse nulla in qur.-l' ni li ino cimi potranno sperare
di apprendi it dal preseiile eodire dnpo d' immensi pi. pressi,
cln; foce l'arte medesima ; pure, io spero, non mi sapranno
mal grado di' io abbia loro data la notizia di un endice, che
per ipialclie tllrn ri. pelle, pi eM itidolliln da quello della lus-
trazione, potrà forse loro importar di conoscere. Io fine del
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. iGg
volume, divìso, come ahbìam veduto, in altrettanti capitoli
quanti sono i mali ili cu vi si traila, è una specie (li farma-
copèa teorica c pratica, la quale, considerato il tempo in cui
fu dettata, può essere suggello di qualche studio. È intitolala
cosi: Qui li conieaai d lilru iL li ùmidi: a jiroprirlatlc de le mc-
ikcine rumpirli' ni ' !,(/■. i'i' ii .-il. 'i.< lnh i; n tir Mnin- if </<■ ùiaitao, ce.
Esse medicine sono qui noverale per online aìl'aliclico . <■
comprendono cinquanta pagine.
8107.
i5i. Trattato intorno alla trasmutatone de' metalli.
Carlino, io i; ar.lt«i conivi. kcoIoih*. di pagine 3oo. ben coMcn.lo.
il titolo del presente codice è come segue: Trilogia della
di; .■;;)!( /.-ir k,w i.'i' mc'ii/i'i, Ira il l-'iloy.ftì , il 7ii.iii.-5, if J'raiU';.
Non V li a nome d'autore. 11 trattato è diviso in Ire libri, die
sono preceduti da un proemio, nei quale 1' amore dichiara di
attenersi sempre alie dottrine insegnale ila' più j-'ian filosofi.
In fine del codice è un indice di tutti que' filosofi, la cui
autorità o sentenw sono allegale nell'opera. Nulla io posso
dire sul merilo scìeulifico di questo lavoro, e i dotli e spe-
cialmente i chimici ne [nudici) era nno. Quant'e a ciò ciie con-
cerne la lingua nostra, cioè al modo con cui è scritto, non
può veramente farsene lode, ma ove ia còsa il meriti può
ben facilmente ridursi a buona lesione. D'altronde sappiamo,
che i Redi ed i Galilei sono assai rari. ■■- ■■ : i-bi' , ,'
MANOSCRITTI ITALIANI
8107'.
r5&. Discorso intorno alla pietra filosofale.
'-■'<■ .1- > di huutia oaamrmkae.
Compre n desi in lutto questo codice un discorso filosofico
intorno alla pietra lìlosofiilr. Non v'ba nume di autore, ma
sembra cerio, come vedremo, die lo scrittore sia un Italiano. La
difficoltà di leggerne i brutti cara Iteri, e più quella della mi-
di! dir un mio qnalsisia parere intorno .. quest' opera. I dotti.
0 più tosto gli studiosi amatori di cosi fatti argomenti, s'essa
non fu data in luce fra le molte clic sopra la pietra fdosofale
in diversi tempi apparirono, ciò the per le indagini fatte non
mi riusci di superi'. poi nihhu, avendone la imli/.ia, ^iovan.cne
od almeno apparve la lnn curiosità. In un lo per dar a co-
comiuria rosi: «Al tempo die ivgnava ilenrico Terzo Ite di
• Francia et di Pulunia : fi .piando lutto il populo ora in
- sirainlifsinii) tumulto il'.' la città de l'sri^i. dove io starnava
■ con la mia famiglia : el alli svi. del mese, di Maggio per
«passare mal inculi i.i n anditi nel giardino del Duca di
«NevcTs, olla, contemplando la ingeninsa el artificiosa, et bella
■ lontana, et comparsero dui Pliilosopbi l'uno .Spsgnuolo el
.l'altro Inglese : et corno f una parola tira, l'altra ci nccos-
• lamino insieme, ci cominciammo a ragionare della stagione
■ et della occorreva del tempo, ■ ec. Termina il discorso con
un Sentito dell autore, l'iucemi ripoiliirur la prima tellina,
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. ,7,
i:ìi" iiir.tr in i\vs,i iT.'iniiRr tutto il .-.no uii.^riosn ed oscuris-
situo dottrinale:
li j;:-.iu s.T i i'to i r:- usi-1- 1 r- nel Marte,
iJlKillil" SI Illudi .: Ioni insililo foco
Et che il solli) del grosso si diparte.
8108.
i56. Problemi di Aritmetica.
Carlnceo. in 8". caralleri «ejni^olici. fit^h \.n < li™- in mi In n,- li il.'l ui". di
-| ni" |^-liiiil'i.' ci.-- li - "jei Hdih.
.Non t'Oli tiene il presenti! codine da i::<ik> a l'ondo se non
che problemi aritmetici d'ogni genere colla rispettiva loro
■otn/.ione. Chi ne sia l'autore non è detto! ™a la diìi^iiij
somma cosi coi In strillo, l'r.5;illc//..i di lli' figure, la egualità
derc, clic fin d'allora in grandissimo pii^in (rilevasi fjucstu
lavoro. 1 dolti, se accadete diti imprender \ugli,iiio a farne
un esame, dandone ii giudizio del inerito, vedranno forse
con piacere. fin dove era giunta la scicma deli' anduelii ;i
pratica nel secolo rpiartodecimo.
MANOSCRITTI ITALIANI
8113.
107. Vocabolario marittimo.
Cartaceo, ju tv. oaiatlLii l''t.liì. .- *luu n>t,.mi.\ setolo T.vr\ di buona
Il contenuto di-I presente codice !• liti \o ìli Imi a Ho marit-
timo, iì quali; è preceduto il 1 discorsi:, elio lia (picsio titolo :
Ih-': mietili «.sufi ini mmli-mi mi unir.' im-ilit,-inmn> al «cenno.
Dopo il quale discorso segue — II Vocabolario marittimo 0 nero
pulitini, fin: s'usa ìu-ìlii di.v.ipliiin Ulani li ma fj/rii in noi mulinili.
Non avvi indica /.ione alni 11:1 il: tempo 0 limici in cui In scrii Ifl,
ne da chi Fu scritto. Kon e dubbio, che dopo tutt' i vocabo-
lari, c'le 'jussla materia si p obli 1 ita 101 10 , 1! specialmente
dopo di -[Urlio clic l'antico mio cullerà c gran digiuni amico
che fu il chiarissimo .Simone fitratico diede in luce in Milano
in tre volumi in 4" l'anno 181 3, non ó dubbio, dico, che il
presente codice sia pei tsi'ri! ili poca ulilila. tao non oslaul.:
io tengo per fermo dietro un qualche esame che ne ho insti-
tuilo, die se lo Stralico l'avesse avuto sotto degli occhi
noscerne il perdio quando lucono intrudnlli, ed il perchè
furono di poi .1 1) ha 11 don ut i ; quisliouc bollissi ina 11 solvente di
utili r.oiise^iicn/.e . Ma inlaulo è bene, che gli .scienziati, all'
occasiono di voler dare nuovamente in luco il vocabolario
marittimi), sappiano ile.:' esistei!/.'! di <|iu'.sln .-ici illn, che pei
le indagini che ho fatte è inedito.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .73
8114.
to8. Discorso sull'esercizio dell'arti belle nella città di
Genova.
CiniMo, in 8", caratteri conili, idolo ivi-, di buon» tonstruiiaiw.
In due parli, ovvero in due libri è diviso questo codice,
clie sembrami di qualche utilità. 11 primo di essi libri, prece-
duto da un dotto discorso in generale sulle sili (Iella sculiiii-a
e della pittura, comprende i capitoli delle dette arti in parti-
ciilaiv, i In: si esercitano nella città di Genova, insieme con le
iiiiilricnli', pi iviL'Liii, oìihliglii i: ilirilli ili'Lili artisti. Il secondo
libro tratta specialmente della pittura esercitata nella città di
Genova, e concerne — una lunga c seconda lite seguita tra li ieri
jitllmi ,il i , Limili il,' ilinuU-ri, min In il,jii:i:iìi:n- ili I siwiiissiWj .S'r-
rtaio a favore de pittori, e con la confermazione de' prìiìleqii a lom
prima cuncesli. Ho letto con mollo piacere pressoché tulio il
codice, 11 quale, secondocbt! mi pam, non sul a mentii pe'
Genovesi, i quali credo bene ne serberanno la copia, ma per
tutti gli amatori dell'arti belle potrebbe riuscire di qualche
importanza. Vederi per esso in quanta stima in tutti tempi
e |i ressi i lull'i ■jmcrsji l"n remi I fini Ir |.- Jjr-Jic arli . r ri. 1 1 1 r.,'r-.t 1 1
per lino i pili alti jiiaL;i.-,l[a1.ì ail irij;eiii'i een ^i-alidissimo zelo
nelle più piccole cose, che in qualche modo avessero potuto
il diminuirne il dee-uni, od iiilemmipenie l'esercizio ed 1
progrossi. Le due che furono repubbliche di Genova e di
Veneria ci diedero su questo argomento degli esempj solenni.
i74 MA*vOSCRITTI ITALIANI
8115.
i5i). lustrazione data a' Bombardieri di Bologna dal
Pasquali.
Cariaci», in Nu. caiallEiri limili, Berolo ivrr\ di buona coDaervaiiane.
11 titolo del presente codice è come segue: — fonatone de
Itomluinlii-ri fiuiu-iiul'i in I/rei;- ndk atii: utili ila stiprnì per lai estr-
■ i:in. Studili ili l'enliiiatnlii l'asaaali Cupi) Bombardiere della fortezza
t il.n-n:. lUiiirnt'j ila tHrniami, l'aseu'jli ;un jitjliuafo ■: Ì::.mhvn!:i rt
ili essa fortezza, aWIlimn. e /im«. mnntitfnot Nerii Viceltyato di
lialogna. È adorno il codici' ili alcune ligure allusive ali* arge-
niriilu, itI r |ii-uli;.l)i[iii.'Piìr 1 rHc:npl;itv Ir.-ilnii , clic il
l':i.-..|uali ulTt'i-si! ;il \i('f'l['^iiio. l'cr hi lettera dedicatoria al
Norli, la quale ha la data dell'anno itiSb, risulta, che questa
ìiirUruv.ioue min doveva pubblicarsi, e quindi ]iu('i fi^jnitarsi
radice. ? F
Al n- 119 del catalogo a stampa di libri e manoscritti rari
• ■ preziosi (provenienti, c. • ilirevasi . d'una roiiiiiiiii hililin-
teca) venduti pubblicamente in Parigi il mese di luglio 1 833,
-hi repstijilii unii copia 11111 numeri Ila ili essa (ìpei.'i lini l'.iKjiiali.
lo la vidi e la riconobbi conforme al presniln endice, salvo
che l'anno è del 1670, e ebe minora fu la diligenza che vi
fu adoperata si nello scritto cV nelle figura.
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DELLA BIBLIOTECA DEL EIE. i75
Silfi.
1G0. Discorso di Galileo Galilei sul flusso e riflusso del
pai riflusso del mure fallo dal sig. Galileo Galilei al Cardinale
Orsino. Finisce iì codice così : E qni baciandogli miermhmtate
la naie umilmente me li nuxoutaiuh in grazia. In lloma dal
Gnirdi'ut './-■ Mt'ùt\ li ri Gertìtr. l 'l'ili . II manosi-rillii è i l I —
quanto scorretto. Ma fu mai stampalo questo discorso? lo noi
credo; ed cccone le ragioni che posso addurre. Nel tomo lai,
tir' (lassici italiani slam pilli in Milano leggesi le Vita del
Galilei, per la quale alla pagina si cimosa, clic trovan-
dosi il Galilei in liotiia strine nd tnsUmza nel amliimk Omni
un aisai lungo discorso sopra il fiosso e riflusso del mare. Era in-
dirireitn questo disiMiiMi al soni'iKlil^lin rai-diualc, e andata
in eolia, comi! dice il hiouTjfij, piitnlntutiile , cioè come cmsa
non ancor fatte pubblica per lo stampo. Ma siccome vi In
tallitili il] li: appropriarsi sul il VII il il ni trilli! 1'- strilli ri li ila
fondalo quel discorso, cosi pensò il Galilei, anche per con-
siglio de' suoi amici, di rifonderlo tutto in un dialogo, ch'é
appunto quello della ititi' giornate. É ben probabile, clic
(lujio (air illusione nessuno abbia più avula una d'essi) dis-
corso, del quale io non Uovo falla iiienv.iune alcuna da' nostri
bibliografi , nè si conosce fra tutte le opere del Galilei , che in
diversi tempi si posero in luce. Possiamo dunque essere certi,
che il supi'f.ildrlli; ilUiiurso lai quale fu scritto dui Galilei ;id
insteina del cardinale, e come leggesi in questo codice, è
i76 MANOSCRITTI ITALIANI
ilici! ilo. Mi In (leti n. Hi e in (jiuldir jadiliili'S liililioliira ri' Italia
se ne trovi altra copili, ma non seppesi dirmi quale sia la I li—
tiliotcca.
8117.
1G1. Dell'arte del navigare.
I>it.n.-i. in ■tin, uiall-ii Lcisivi, secolo sui", ben conservalo, cil iilm Libili „l.:u lu-
tigli» allusive al]' argomento.
Questo elevarne codicetto porta ìq fronte il titolo clic segue:
L'arte di navigare con il rcqaimexto Ma Tramontana, e dei Sofe; e
(n l'era rojofa del jlasso e reflusso delle aci/ue sotto Imi i r lumpi-ndw
almamente ridalla da.... Fa cancellato il nome nell'autore. La
scrittura n'e di li putissi ma, e semplice tanto quanto graiioso
In siili;. l'are a ino che il rompmriio mj .italo l'ormato filili-
dottrine del Cialilri, ma yli si:ieii-/.iali , voli'iido porsi allo
Mudili ili quiitii) coilii;'.:, nu giudicheranno ben tosto.
8118.
1G2. Trattali su l'arte di fabbricare la seta.
i-i • ■ ..imi 11 :■: |:r..;. 1.,ii.:l nin :li :iMri viiliin . p poi r.n
ilie ini pam awli|. p.ir In fiirma ili?' reraUeri steai scritlo ìli .111 la metà del
MToln un', n di ottima couKrvariniie.
Contiene questo codice molti discorsi e trattati su l'arte
della riduzione ed usi della seta , e quindi da prima sui
vani metodi di colornrla, sulle redole da osservarsi per ben
Filarla, e per adoperarla ne' ricami, nelle tessiture, ne'
drappi, ec; ed ccceltocliè niente si dice intorno alla primiera
sua fabbricazione ed alle cure che specialmente aversi debbono
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 177
de' bachi (dùcile certo è ili somma importanza), in lutto quello
pero che concerne l'uso dell» seta già fallii, ini pare clic niente
manchi al bisogno della pratica di quest'arto. Ne sul princi-
pio nè su! fine del codice trovai noia 0 indicazione alcuna,
per cui possa dedursi chi ne sin stato l'autore; e probabil-
mente l'opera è incdiln. Si dirà, 0 non senza ragione, che a'
nostri ili quest'arte elcvossi a si allo frinii; (li perfezione, per
cui e questo ed nin i antichi codici sopra tale argomento
riosrir dehliano all'alio iinilili. Ma si |Hiò rispondere, che ciò
non toglie in nessuna maniera ':' imporl.inza di questo scritto,
e perchè ci risovven ghiaino sempre del nil sub sole mmam, e
perchè si confessi franca 111 ente che de' progressi nostri nelle
scienze cosi che nelle arti noi ne siamo per la massima par'.c
deoiloii a;; li ani ielii 1 1ju.1l i ila prima ne situarono In via ; ei!
in fine perchè vogliamo esser giusti nel confessare, che se
taluno di noi montato sopra le spalle altrui vede più chiaro,
il meri lo è meo nostro elio suo. Dico il vero io bramerei molto
che questo codice, srritto da cinque secoli, fosse esaminato e
studialo da' coltivatori ed amatori di un' arie nobile tanto per
se medesima, quanto gcucràjjìienlc nido al commercio delle
nazioni fra di loro.
8119. '
1 !>;i. Dell' Asiioloeja. ^indilla i-m.
Cirm, in 4'. rjrallm rursiii. scialo .mi", ben cuDIcrvito.
Comprendesi in questo codice un — />iu%o di-W ,btm/«j,r,
giudiziaria. Interlocutori , Tommaso Bovio, Cario BoUicro , e Gio-
vanni /■'ralla Injista. Mielite in dirò intorno al preseli Ir manos-
critto, il quale non è che un ammassamento di sciocchezze,
178 MANOSCRITTI ITALIANI
i'l naLordiijrjini, i' di p;ir.?.Ì!\ e scritte .incili' male. I tee inter-
im-udiri in qno-lo ili,do<;o polrrliliern avere per <| uri 11 ci limi
compagno l'autori? del codice seguente n" 16Ì.
8120.
luì. Lodi di Federico Con tanni.
I .ertesi 111 sul pnnri|:ii. di questo codice j] '"Lr iteti lo titolo :
— Figura celeste, " mo sito ilei eiili nel i' nei noe le -lellii muijn'ifun
Citta Ai Venezia l'annodi Crinlo 1 538 a dì ag i Atjlisto tara l.lt
min. tirila notte seguente ijnanilo mirane l'illmo. sii). Fcitrriai
.s'avvede per cpie-lo ■i-hi '.itolo dello .-topo e ilei inerito dell'
liloMifo. vuole il nelie finti erodere asiromjino. astrologo, uiae.u.
0 lor.-e ]iiii .die pri'J.'Ia. Il roilij-.. 1' ripulii' il; tavole astmno-
iniclie e di falci 'li .[i-oin.'lriii ; e tutto eiii vuT o-diu Lo lo virtù,
che nello loro immensità avevi; oidi prevedute del Coniarmi.
Venendo poi sul li 1 calcolare aiu-lie inlonio nlla durala do!
suo vivere, e io li no all' mino della sua morte, cerca pure ri
presaci l'indo^ ma di poi pensando eli' ei scriveva tai cose d' un
pi ijona^ìo potente e vivente, il 1 piale s \ ixd>hoj;li fatte costar
l'orse assai care le sue lodi e le sue proiezie, se ne disdice , dì-
si perde la mente, e termina cosi: Dw^uc sia Iddio ia suo ier-
vilio. Bcncliè non invili per nessun confo alla sua lettura
questo codice, pur e pel titolo che ho riportato, e per la con-
clusione del discorso si può trarne una lezione di morale, ed
e ipiella di l'ai' conoscete per ipiesnj letterario e scic 11 tifico
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .79
lavoro quanto grandi Meno talvolta le follie della mente
8125.
i65. Opuscoli di Paganino Gaudenzio.
Il codice incomincia cosi i Maina, moglie di Catone maritala
ad flbrtou». Traiano liberato Mtinfirw per te orazioni di San
On. ■ io m : fMi.-jr /'.[.y.ff^fd Ijifijjl'cfj.-fu .■j;fi.'..l'f.-.j pio
fatare dì Polìtica e intona netto Studio di risa. Questo codice
é un dono che il Gaudenzio lece a Gabriele. _\:iudò francese,
si come risulta dall' annoi azione seguir. le, die, scritta per allra
mano, sì legge dopo il titolo sopraddetto: l-'.i: iiiuiis l'ntjuuiiii
fiaudcniiuddaliùtxi! \~«od,"im, dalia l'in; man. Februarii 16A0;
« termina cosi : Miiìimtuhm piTteHite evi, i/uud nihilomiiius a U
siin'ipii-tar !iiìun animo, eum ah Nomine profili scalar, ani non minai
mas est uaam lai ipsias. Il primo opuscolo cunloriulo in questo
codice concerne , come al, Inani veduto. Marzia moglie di Ca-
tone maritata ad Ortensio; il secondo, l'Anima di Traiano, e
illudi hi: '.dira ttiriosilà , colui! ili è scritto. Io credo illudili questi
due opuscoli, che adc-peondo il vriccbolo dell' ,uit')i'.\' sono
veramente curiati. Quatti' è allo stile e alla lingua non può
dirsene lutto il bene nu nò pur tutto ii male. Varie opere
a stampa di questo sfrittole ' elio ih di Poschiavo ne Gri-
Itiuni ; stanno 1-ee.is'r.ile ne: c:il delia iibieri.i f';i|ipiju! ,
ed in altri cataloghi, ma non È fatta menzione di queste due.
MANOSCRITTI ITALIANI
8125'.
ilio'. Ragionamento di Francesco Seri tonati sui costumi
de' Turchi.
Caria™, in g-, cimieri rimivi, sui, In. vi5, di linoni curi jurviiiuiic. ili
pflgiuc ivo-, odia suo Icgituia originile.
Cuiitiuiic rjiiE'-slu jnH.vio.si- [iodico mi lungo discorso, prece-
dulo da uno lettera scritta di Firenze a' lòdi aprile dell'
il rum i ór)/i da Francesco S: -ninnali a 11' Keniano !>iìii diovanni
Medici sui crollimi dei Tintili, del .Sei-donati medesimo. Dico
pnv.iosu codice pi's- due ragioni ; e la prima è ([mista, che por
lieo, che il Perdonati offerse al Malici; e la seconda 6 pecchi
nò l'acci iiali;sii ni; (iamhj . ne. altri Ili li Mortali eli' io conciliai,
lamio menzione di questa operetta d' uno scrillorc Unto cele-
brato e lodato per !a pnre;./.i ed i-lei..-n]/a liella sua penna nella
nostra lingua. La sopradilolla Intiera deilioaloria incomincia
così : -lo mi sono multe \ollc musso mero nieiìesinnj a pensar
■ per ciò conseguire, primameiito compariscono e si fanno
: 11 'il, ie con eel li ri' miniali fé rei i a ti riverso la spalla, e per
■ lo petto, ■ ce. ee. E termina con questo paiolo : -Farò ornai
« line, piagando Iddio, che le dia quanto desidera, e Lei a
, Iciicrmc nel numero de' suoi forloh servidori , il quale tutto
■ che sia minino nel potere, non sarà ad alcuno inferiori!
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i Ai
■ iicll'anezzionc et osservanza verso di Lei. ■ Oltre agii stiiclj,
l'ili?, come lui dello ip li poni sopra, in iin fritti jii!]' i.ihiiim rrr
r-eipicsto se ritti! sìa -Lato |n:l)]:-ìiciil(i u li n, rivolutili i ;iì di. A Ln Ir
Iìcttio bibliotecario della Marciana, eh' ù anche ricchissima .li
ed ebh'ogìi ìa borila di scrivermi il di ria agosto i83i, e fin
d'allora ch'io mi ritrovava in l'in izi , un' s.^m'iiti lei mini : fV*
ilNyri, ni il Monili fan cenno -del discorso del Sentanoli sai costumi
ilei l'urlili, i-'.ijllidmi itli- min ih fa panila alenila il Mi.tiicllin nella
saie BilliotL (Ustorie. Lipsiae, i 78 j, duce dà l'elenca di nule le
opero pubblicale intorno alt' Impero Ottomano, \clla nostra Mar-
ciumi, e fra la riera atriV iLijli upinioli , eie ptiuntiaimi, non esule.
Ella aiiiinijiie pati conccpin fondate speranze, eli et ila inedito, li
non 1; iltililiin, chi: srl (jiH'sIii open'lta min villi? ancora la luce,
si come pare, non pochi brameranno di uve etti? tosto copia per
pul)li?iiiu'iii?l,i uri ulililii della no.sli'a I ri ti ira tu fa , e insieme
dulia gloria della nazione Ottomana.
8126.
167. Volgai'iznimailo di una IcLlun di liircroue a Quinto
suo fratello, e d'altra del Petrarca a PJicola Acciainoli.
I.Jiìi^'J, ili ?■■'■ (aijt'.Lli CUl'^vi, '■T'ili SVI", 'li tllll.HJ liULM'r.3ZÌll[.r-
'J ti i-aio codkctlo contieni: la tr.idu/ionr in volgare ili dm.i
classiche epistole; l' una cioè di Marco Tullio Cicerone a Quinto
Cicerone ano fratello confermato pel terzo anno proconsolo
in Asia; e l'aìtra di Francesco Petrarca a messere Nicola Ac-
ciainoli tri'an siniscalco di Tripoli n<::ia circustaio'.a ilei coro-
namento del re Luigi. La lettera di Cicerone è acconi pagliata
da alcune noierelle sensatissime, e la traduzione ini sembra
■ Sa MANOSCRITTI ITALIANI
|ii il "litanie 'li quelle, (In1 l'i i i. li t]-;jhi il l'ansio ri;i Lon-iaini,
ed il Guido Loglio. Il voi garir/.a inculo poi ridi' altra lettera
del I '. ■ I i.i i i.i ni]' Armaiuoli e un [ni' oiesdiimi. aurlu- [ut ilo
die riguarda il vero significalo (li alcuni vocaboli e modi di
dire adoperati rial l'eira rea; né clii lessi- i: studiti le opere. Li-
tinti di questo grand' uomo l'ari ili l iii maraviglia. Ami io
tenni sempre per l'orino, olir sia molto e mollo più facile il
dare una buuna versione italiana di una orazione o dì una
lettera di Cicerone, di quello clic di mi discorso o di una
ietterà ilei Petrarca, e spero elio i letterati me ne faranno ra-
gione. Del resto , essi vaìgai-iiiamenti sono inedili tutti e due.
8127.
]68. Lodi di alcuni Cardinali creati da Urbano Vili",
scrilte da Orlando Corrieri.
io questo codil i;, t'iinii! in; porla il titolo .seguente, coni™-
gonsi le— Lidi detti sii. Eiìi. e /li"', sapori (lanliiiuii cv.tO daìin
Sanila di N. S. Papa Urbano ¥111. li xvi. di Deccmbre mdcxli.
L'operetta i: (li'dif;il.,i ai larriioair \hzarino, e fu comprisi!,
come vedesi in lini' rifila cJ ■ ■■ I i ■ -;i loria , da un Oliando Corneri
l'anno i6ja in Roma. 11 codice ha lutti caratteri d'essere
l'autografo, ami sembra quello slesso, die l'autore offerse al
Maialino. Chi sia questo Cimieri io non saprei dirne;ma per
la urilura dell-' Ituli eli' l'i Ir; ili lutti quo novelli pili porali
pare, clic la sua penna fosse guidala o ila una estrema gra-
ti Uni ine pe' liem'licii ricevuti, o dalla più viva speranza dì
poter ottenerne. Intorno pui al merito dello scritto, quant'è
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DF.LLA BIBLIOTECA DEI. UE. 18S
a ciò che; concerne la nostra favella, credo possa affermarsi
essere assai da poco.
8127 3.
169. Leltere di Vincenzo Luccioli.
Cartaceo, in i-, cantieri amivi, secolo wn', ili nanna conwnniioiie.
Sono in questo emiice, coni'.' Incesi in sul principi'.),
cune — Lettere familiari ili ilin-m jcum .11 ritli- per ien itw dt-ll'
Eminentis", si//. Cantinalc Otti/boni da hip VÌKeitm l.wxudi da
Bevaana secretano di detto Eminentissimo in Roma et in Brescia.
Spinili'.'! i-Ibi: il colliri! .-!.■! a n ingnillii, e ri"! il Luccioli i-oii li'ii li-
delia sua penna abbia voluto serbarne nella presente una co-
pia per se niedi'siiuo. Non iluliitn dm anche il cardinale ne
ari stato contento; nia non mi pare, che queste letture servir
possano di esempi') al nasini scrivi' re quanto alla dizione, e
ni pur di modello agli usi diplomatici ile' nostri giorni.
Siccome p-.-ro eor.teri!>iirici iic' hilli , i quali possono sommi-
nistrare qualche lume alla storia del tempo , cosi sotto questo
punto di vista il codice deve pur tenersi in qualche conto.
8127".
170. Discorso di Girolamo Torri ani sull'avvedimento e
prudenza di un Ambasciatore.
Cartaceo, secolo IYifl. in fi", r.i]. fieri li'iiili , :li ]i.':;ini- 1 "1>. ili Iiil.iiiIl
Contiene il presente codice (il quale, se non l'autografo
sembrami almeno l'autentico, clic fu offerto] un — Trattato
■ 84 MANOSCRITTI ITALIANI
siili' nini r.hr ilMitimo ai.cn: dii erre , sbi'ì'o, prudente, et accorto
Aiuliittiìattire. 1" pioootliilo ila min lettela dedicatoria Mitliisri'itta
Hall' autore d'osso trattato, clic fu Girolamo Torriani. Il trat-
tati) ovvero discorso k dedicato, come leggesi innanzi la let-
tera — AirithstK Monsignore Erniari Presidente, Ambasciatore,
et CmìgUm di Sua Maestà, et Signore di Selkrì. Questo sig1
iiniìarl risedè in allora tu'] In Sii-z/oia pel ri' Cnsliauissiiiiu. li
'lisnirpo ti divi:-::- in ([un 1 1 1 iv I i l'i r.t pi 1 1 ■.; i , (tri primo de' quali è
l'arjnuiieritu clie : > Ili qiic.ilii illune Ambasciatore; sua
■ de[;ni<ioiie: ci (lì <[ii.il t'ti ftcl-.Lvi isseri- l'Ani bacialo re: ■■ f
dell' ultimo l'argomento è questo: .Quale sia più difficile
" lepliono, o quella fatta ad un Principe, ovvero ad una re-
« pubblica. ■ l'or le indagini clic lio fatte odo potei conoscere
ne sia stala posta in luce o no questa bella operetta; ma e per
le cose die sono ivi scriUn, e poi modo con cui sono scritte
mi pare ben degna «V essere pubblicata.
8130.
171. Epistola del Boccaccia a Pino de Rossi ; Oraiìonp
del Bisaro; ed altra di Francesco ùipodilisla.
Ijrucco. in 8*, cullisi prtuoth* tonili, swoln iv, di buoni
per confortarlo delio esita, nel anale T era stato posto. Io credo che
il Gamba, allorachc l'anno i8i5, consultale tulle l'edizioni
di questa epistola la pubblici , poro o nulla avrebbe potuto
giocarsi del codice presente, poiché il riconobbi scritto con
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i85
tale. iii-^ligcn/.a che nulla (.h.. — I.a secnntla npri-ella ì: quesla ;
Orazi'onp de/ clini ni Dattvrc maser Matlio Misuro Vicentino allo
inlaslro Conte Francesco Sforza. È una specie di panegirico dello
.Sforza, ma limili bassi, nella dizione, quanto m;] li; lodi, ihe
il Bisaro fa del sopraddetto Sforza, assomigliandolo niente
meno che ,1 Fabio nella snpicriTn , ad Annibale nella fatica, a
Cesare nella celerità, a Scipione noil.n felicità, ce. ve. I.a tersa
Operetta È — Onwimic fatta per messcr l-'iaiacsin Cao de Listo
Ambasciador de i'ailuani a li Sirmità di m-sser l'asijiiu! Miiii/iùnt
Doge di Venezia. Anche questa orazione, quant'è a]Ja nostra
lingua, mi pare dì poco pregio; ma q nani' e alla storia di miei
tempo, forse potrebbe [inveirne utile lo studio, se non fu
pubblicata, come non credo. Ma ce ne dirà con buon fonda-
mento il sig* dottore Piana avvocato padovano zelante ricogli-
tore delle cose patrie, che la serberà l'urie (va i Miai manos-
critti. Non è in questo codice ni sui principio ni in fine
indicazione alcuna di tempo, o di luogo, o di colui che lo
8131.
173. La Fiammetta di Giovanni Boccaccio.
Con lime qiie.il ;i bellissimo celli ee la /■ 'infuni, tti: di I 111 1 mi, re
Essa è iliiisa Iti nove libri n capiti)]!, sì conie in tutti gli an-
tichi manoscritti e nelle lecclue edizioni; uon conoscendosi
che la edizione pubblicala 'li quest'opera in Firenze per le
stampe di Filippo Giunti l'anno 1 .ìi)4 iti 8", nella quale la
Fiammetta sia stala divisa iu sede soli libri o capitoli. Non so
da qua! codice il Giunti abbia tratta la sua edizione, la quale
rS6 MANOSCRITTI ITALIANI
per avviso de' letterati , sì cerno il (ianiba il conferma , è pre-
gevole; ma cerlu è, die il codice presente meriterebbe a parer
mio d'essere consultato nel caso di una novella ristampa dell'
!>()■; r m sopraddeltii, iluvi' l\'dr.-.ionc. rinl (duriti in (pili lolle plesso
ci lascia ancora nel dubbio o nella oscurila, potando ben
'"■■•ì dielii,ir;usi pr i'i^i v. .sopra tutti- I' altre edizioni ma non
perciò l if; r Irti,; nellii i li il in,' di un ti ■.-.In, elicsi spesso ili j;imslo
studioso amatore della nostra favella. Ne trascrivo alcune lince
del capitolo i": — ■ Ki ti il giovem; av\ min Lessili io, si come più
» volte esperie il /.a eenilt! lestiinooio. l'.^li rade Milte et liultes-
« rissima mente venendo colà dovi; io era : quasi <|irel lo nu'ile-
• simo avesse proposto che io, ciò è ili celare in tutto le amorose
■■ liaumio: toh oeeliio cantici ino ini' miii^ n. Certo si; io urlassi
■ die quando ciò avveniva che io il vedessi, ■ ec. Termina il
nianosi.-i-itlo con queste parole ; l'inis. Die Mi miro. Wl. Murili.
i468.
8131*.
173. La storia di Fiorio e Biaucalioi e; e le "osi e di Giulio
Mniihranai™ , in S' granile, anneri lonrli, secolo 10*. mil torutrutu,
|To dell, pwlt monda. ^ P P P P
Due sono le opere che si conlcii(;otii> m i presente codice. La
prima è 1:: e,ia nota storia di fiorili l' j h;o Tii'i-u . itili si gu.Jóta
e iiialinittal.i, tbe noti ne dirò piò olirò. I, Illude con questo
panile : finis. Limi Dm. knnn Dai. m. ecce. i.i.n. V'Ha seconda
parie ilei collier si rom prendono le «esie ili ( indio Cesare, e la
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 187
descrizione di tulli gli onori, clic gii sodo stati rcnduti in sua
vita. Sembra in qualche modo un estratto dei Comontarj, e
panni pure scritto con molta grazia di stile, ed eleganza dì
lingua. Peccata di' ci inaridii, come iliwi, di ijudche (udii,
nd principio ; die di'] resto uieritcrclibe che se ne lucesse uno
studio particolare, il quale tornar potrebbe in vantaggio dell'
amena letteratura. :. ,
8152'.
r 7/1. Lettere dei cardinale Ippolito d'Este a Pio IV, ed
al cardinale Borromeo.
Cartaceo, iti 4". ramltrri .invili . ni. . i^r. ili ultima fonsFrvarione-
Doi pi-esente codice il titolo è questo: Ledere d'Ippolito d" liste,
Carilimttt ili l'emim , Lnjiitii iti Francìtt , tt.ritte al t'ajiu l'in l\
fi al sia. Collimale Borromeo. Io non dubito punto, che di tutte
le lettere eruiteinili: ni questo (orlici' min -r 111' sechi esempio
credo, sieno incitili.- , putrii liicilmenle chiunque averne una
copia. Ma nel caso die tutte 11 in parie, 11111.™ in e coii.siileralii
la distanza (le' tempi (poidiè quella eh' è di data a noi più
vicina in questo cullici: e ile 11' ai 11 io 1 si fossero perduti',
non sari discara, non diro ti' più severi studiosi e coltivatori
della nostra favella (die veramente truppe cose per questo
ri.spelln sa re b beni 11 censurarsi j, ina belisi ,ip.li amatori delle
cose patrie, e specialmente polilidie e religiose, la notizia
dell'esistenza di queste lettere, die davicro mi sembrano assai
importanti. La Intiera ben lunga, che Ippolito d'Este in qua-
lità di legato del i'oiitefice sciis.se di l'arici al cardinale Borro-
meo nella circostanza di un libre ivi venuto in luce sali' errore
MANOSCRITTI ITALIANI
de aiuoli/:! nell' aiorare le sacre ìmagini, parrai degna d'esser
Iella per la profondità delle dottrine, ch'essa contiene, e per
(' imparzialità con cui è sprilla, recandosi le ragioni tutte che
in difesa ed in opposizione si adducono si dell'una, che
dell'alila parie.
8152V
175. Notizie c Memorie diverse, scritte da Giovanni
Batista Giraldi.
Prezioso in veto, ami preziosissimo e. qurslo ridite, lutto
scritto di propria mano da Gio\aniii ISalisla Giraldi, e tutto,
come non ne ho dubbio, inedito. È intitolato cosi : «Zibaldone
' di rose scritte alla Carlona; ma verrà beni:, per esserci den-
• Irò scritte tulle le mie coglionerie. ■ Pei la natura slessa del
Tatte e da farsi; valori delle monete del proprio paese, e ili
quelle d' altri siali; differenze di pesi e misure; relazioni di
viaji'si ■ Narri 'U li e aneddoti die li riguardami paitieol a rinvi) te:
lettere non solo ilaliaue. ina audio latine e non poche; e Ira
ipiesti' alenile 11 pescosi, a duelli, a princìpi; consigli dalì a
([ii.il'.'ìii! gl'io) persona^io in ,i"e;oiiie)i1o economico; in somma
un verissimi] tUtiliìune, ma .seri Ilo dal Giraldi. In un viaggio
ch'ei fece Tanno i563 per la Francia aveva per compagno
Guido Cavalcanti, e venendo a raccontare tutto quello, che
dì giorno in giorno arcadevagli, scrive rpiesle parole : .Et
■ cosi fu finito il viaggio da Turino a Lyono et arrivammo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 189
■ di buon'ora. Alli io di Lugli" mpwr (lindo Cavalcanti voile
■ che io andassi à Cremicux dove era la corte del Re et del
. Duca di Savoia pei- parlare del negoiio ci risolverlo o dentro
• o fiiore. < — Non saprei dir a bastanza tini quanto piacere
io aiibia l«t:a pressoché tutto questo codice benché di (il tri-
a seicento pagine. Desidero che qualche mio conciltadiuo
voglia farne un dono alla nostra letteratura chiedendone
copia, e mettendone in luce le cose più importanti o ri-
guardo alla storia, o allo scienze, o ai In letteratura mei lesi] uà,
che vi si contengono.
8135.
176. Ciò che accadde in Roma ai tempo di Roberto re dì
Napoli; con la Vita di Nicola da Rienzo.
Cartaceo, in 8B, caratteri corsivi, secolo ben conservato.
una slorirTdi ciò che avvenne in Roma al tempo del re Ro-
berto di Napoli. Questa storia è divisa per capitoli, de' quali
è la tavola sul principio. Dice l'autore:, che dapprima aveva
scritta questa storia in latino morto, e che di poi per comune
stilili t difetta la rese volgare. Non i dichiarato il nome dell'au-
tore ; ma se giusta il suo dire era morie il latino con eoi dap-
prima la scrisse, pare a me già corrotto cadavere il volgare
in cui l'ha trasportala. Sembra però, eh1 ci scrivesse nel tempo
in cui avvennero io Roma i latti ch'egli racconta . e quindi
dal lato della storia è un codice di qualche pregio, e che
potrebh' essere consultilo eoi) fruito. — La feconda operetta,
chequi contiensi è la Filo di Cola di Rienzo; e questa abbraccia
la più grati parie del volume. Quant'è alla dizione, non olire
ig,. MANOSCRITTI ITALIANI
i-M!iUf]j diliello scrivere; ma quanlo alla storiasi conoseein vista
essere .sliita scrina con tult:j l'i riarmi iti, i.' l'impaniai ita d' uno
storico. A* giorni nostri il (labrini pubMico la vita dei celebre,
capitano, quale fu Nicola di Rienzo, io Roma l'anno 1806
in X". [iri le stampe ili'l !,'uÌ!ii.[ii; 1' (l.)j:iMli ini, /oiirino Ilo
la diede nuovaniruie in luce, sopra mi endice del secolo itv",
ili Forlì l'anno 1838, io due voi. in la0.— Ciò nulla ostante
io credo, elle volendosi nuovamente riprodurre la vita mede-
sima, non dovrebb' essere trascurata la lettura dei predente
8154.
1 77. Le Lettere) ilei Bembo. .'. . . :
Si contengono in questo codice le lettere amorose del
Benilio, ed è divisti in due parli. Nella prima sono lettere
i urli ri III' n varie donni' di alla :■(■■■ ra, si etimo a Lucrezia Bornia
ili Ferrara, atl Kniilia ria ila \ltintrlolh o. a Lisaoiilta duchessa
d'Urbino, a Veronica Gaio hai a di Coi n.'i^io. ee, ; dulie quali,
per esami liittine, non podio sono liillavia inedite. E corta-
nionte sono d' importa ima indiri//.atu essendo ad illusili sue
amiclie, e nella sua età più giovanile. Aggiungo :che sono qui
Inscritto con molla diiigeuia e correnone grandissima ; 1;
scou rametti e. tolto dall' autografo, ti da una cuoia accurata-
mente tratta da quello. — La seconda parte comprende le
Lettore gioteniii amorosa (del Bembo medesimo) scritte ad ana
donna, il cui «onte 31 Ime, le quali sono gin note c si leggono
nella raccolta di tutte le sue opere. Forse però non sarà inu-
tili' eli' io qui trascriva il principio della prima . e. dell' tilt in:..,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 191
e per tal melo gli ;im.iiori delle nostre rose letterarie potranno
a lor agio farne un riscontro. La prima incomincia cosi: - Se io
. quello jjiii Limi) tempo per mio studio , elle "fa per vostra
■ grazia sono. Ma por ciò die si rara miracolo nou si pn te va
- crederlo sema vistarlo i c. re. Stale sana; a'i. di l'eli. mi. il)
• Vinegia. » — L' ultima lelleia incomincia rosi : . La doloeiia
■ del vostro dono che io cbLi con ìc vostre divine carte , quan-
■ tunque sia molla, pure non e stata tanta, elle aliliia potuto
. raddolcire l' amaro, chi; esse rane tu" hanno portato o lasciali,
.nel cuore, lo aìlo'nconlrn nitro clic lagrime donar non vi
■■ pii.«i| r if-L !( ([tirili se sete l usrai . filini' mi [i:ir elle slitte, seguile
■ come aietr ini. imi urtato , die io dovizins,-; iarvene j io-mi ic.
Onesti; lot:i'i'e. eli:? :;i cnulenrjoiin nella parte seconda ilei
presente codice, alihrarriaini ri ira iso pagine.
. 8155.
178. Dizionario di rime..
Questo codice di circa 4oo pagine contiene un rimario, 0
pazienza per proprio uso dell' autore , e niente meno con fino
di.seerriiineiiln, non avendo traili- le rime se non clic dalla
Divini Cdinmtiliu di II' Alighieri , e dui I lunn: mere del Pe-
trarca. Sono notati di ci asc lied ima rima il pticla ed i! luogo
donde fu tolta. Termina il endiec, il quale seni lira avere tott'i
ig'j MANOSCRITTI ITALIANI
caratteri d'autografo, con queste parole: Finis. Jacobas Bet-
■ itin t'K. tuli ini. min mlir? . Mmsw ii:>i,i.;itiiit: Hcn dito il nostri»
Gamba, che non si tosi o che usci in luce il Rimario del Baiai™
in l'adina pel [jv ì' amili 1 7 fi ,H in j1', 'in! quale si siimi pili
latte, u si vanno si iii|iiv pin niultipKcaiido In risluuipc, iutt'i
vecchi riraarj caddero in totali: dimenticanza, Se quindi io dissi
iilcutic parole (le! presente codice, ci6 Tu non solo perchè mi
sono proposto di dar notizia di lutti, niuno eccettuato, i ma-
noscritti italiani di questa regia liihliotcca, ina anche perchè
vi sta scritto il iionie ili'] .mio anturi-, ciò die [orsi! putrii im-
portare a qnalchcduno de' miei lettori.
8156.
170. Terrine in lode di bella donna; e versione in ottava
rima dell'Eneide di Virgilio.
Curili», in 8\ cantieri tondi, secoli* 11-, difettoso in fine di alcuni fogli
Comincia questi» codice culi un ccniiiiaio di terrine in lode
di una bella donna, di cui taceri il nome. fion è sema ele-
ganza io scrinin e , ini' m il. 'lidi, il 11 il;* ni ura I' Ali idilli- i-i , ora
il Petrarca, e non polendo rimanersi dal frammettervi a
quando a quando non dirò- cose indecenti, ina poco serie e
non bene conuuiimiti all'argomento, rende per ciò men pre-
giato il 5110 lavoro, il quale termina cosi:
Più lie' capegli mai non vide Apollo,
Cie-i «li ili-si : l'I ti ledili mi ponno.
Et poi gli ailvolsi Ir- mie braccio al collo ,
MI'T si r i]'[ic il'iiMi-^i cj^ii '1 nonno.
I quali versi siine poi seguitati da uno scherzo , ch'io lascio in
DELLA BIBLIOTECA T1FX RE,
veramente una parafrasi in ottave rima d< 11' km ido di Virgi-
lio, e porla in fronte queste parole : Virgilio* est nomea cita.
No ho lotto duo o tre stanze, ma la pazienza mi abbanlorió .
c non potei leggerne di vantaggio.
180. Comcnto delle tragedie di Seneca.
CirL-ici"!, iti grandi'. -.T.ill rei ^oiiri :l[.;.ì l.r'illi r prr? ir: i :ivl]:;:il.ii i .
Contieni) in < 1 e ■ ejjì. In codine un comcnto delie tragedie di
Seneca. Lo correzioni, io aLTe;iui:tc. li- cancellature, il carat-
tere stesso, (ulto dà a vedere clie il codice è autografo. E non
conoscendosi da' nostri bibliografi un sì luiipjo tomento ita-
liano posto io luce sopra lo tragedie ili .Seneca, può anche
reputarsi medito. Non v'ha nome di autore, riè indicanone
alcuna di tempo 0 di luogo. Por quel picciolo studio ch'i a oc
ho fatto, essendoché i caratteri sono anche in molti luoghi
consunti , vi riconobbi molta eleganza di stile. Forse (jiialclie
cultore della nostra lingua poli-,'* nudi rcndorchuon servigio
alla letteratura italiana ponendosi ad esaminarlo, e, se così
fjir. ne parerà, mctlcndolo iti luco.
8159.
181. I Trionfi del Petrarca.
Membranaceo , in s', f.iniin-i :r.r.rii , «re li .tv, sullk Irntrml-sUr: rnr.-u.alo.
In questo codice si contengono i Trionfi del Petrarca con
OigiiizM by Google
,,,/, MANOSCRITTI ITALIANI
qualche brevi; annotazione u' Tiiargìiii. Scorso eli io l' ebbi qui
e là m'avvidi ben tosto, elio colui clic scrisse non ero un let-
terato, ma che per altro aveva avuta la fortuna ili copiare il
lesto da un endici1 ili binino lezione, v con l'orme al dettato
del poeta. Per esempio, il verso:
. Ite superbi, o miseri Cristiani ; .
e l'altro:
. Di quel gran nido garrulo e inquieto, ■
[ il primo nel capitolo il" della Morte, e l'altro al capitolo f"
di' Il a l-'aina) «osi appunto, imi ni' esser deve, si li'jjjjixm si-filli
in*! presente codice; il qnule né sul jui ne i pin ne in fine ha
nota alcuna di hinjrn o di li'inpn, e termina rini queste parole:
Fini*. Deo ijralmj.
8139*.
182. Dell'Amore umano; trattalo di Flaminio Nobili.
Cntlixii, «inilt.'ri |ir.--.s. irli'- limili , ™ìii Mi", (li |i»|rii>» Ufi. ili tniniia
OtunTOitnM.
Il trattato dell uno ir imiami, composti' (In Flaminio Nobili
è il contenuto di questo codice. Già è nota la stima, in eh' ch-
inai, spe ci a Ini mi te al suo tempo, questo scritti), allorachi'* per
la prima volta vide lu luce per le stampe del Bus-draghi in
Lucca l'anno 1 5G7 , in i\ e che fu di poi riprodotto in Bo-
logna pel Bonardo nella forma medesima l'anno 1 58o. li
dedicato, ionie l-'gc/'.i ""i principili' — MI' Himu. il I-'„: Siyanr
Ih» Frani, e.,-™ l'rim ifir di Firenze; eil è copili veramente accu-
rato, ed eseguita ora ogni ililii-eii/e e corre /.ione. Nella prima
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 19S
pnjrina è una noia, |i(!i- la quali! sì la sajii-ni din il possessore
dui prusi'iitc cuilicu lu un .Nicolo Ad irili . Ioih: li:iliMu ili (]ud
benedetto, clic ncll.n Ciynnliit, attribuita al Lasca, si nascosi'
sotto il nome del Forabosco.
SUO.
i Hi. Li: Poì>-ìc Miliari (kil Pnli-arca.
Cariar™, ili fi- Brandii, rarisll.ri Icrali, •unii" 'V. ili iti clinic consenaiitiiiE .
Questo e tutto ciò. die può direi in lode di questo codice,
clie tutte le poesie volani del l'i'triiiTa c.hth p ri-ut li1 ; ma niuiilu
quant'è at merito della lezione. Non solo si conosce, clic
favella, ma ciò die più importo si scorge ch'ei trasse la sua
copia da un iti.iooiciiltii ile piò iconutti c malconci.
SUO".
184. La Bella mano di Giusto de Conti.
I,n Mia rallini di (Hinln 1I1V Curiti •': il l'niiiuiinto del pre-
sente codice. Non si puù dire die il testo vi sin scorretto,
ina tlè pure clic formi esempio di corrciionc. Sembrami però
i:liu liic.'iidiisi min novella ristampa ili un si Imi testo ili lin-
gua potrebbe consultarsi anche questo monoscritto, poiché
accadile, suvciili volte ili avere .snijif i ti la vera r sana li'/.iunr
di un passo in un codice, clic forse noi pi-omelleva. Diro
,96 MANOSCRITTI ITALIANI
rjuestò se l' fili /.ioni; heu ^ustamente celebrala del Tumer-
maiii die si pubblicò in Verona l'anno 1753, ili 4°, ne avesse
bisogno; ciò die srli studiosi vedranno. Tara die in line del
codice, ove sta l'improntò dello Biblioteca, fosse scrino il
nome di colui che dapprima lo possedeva, o di colui clic
aveva falla eseguirne In copia; ciò clic io desumo dalia can-
ccllntui.i 'li .all'uni li i, i.' 'In (iiiaìdie lettera elle pur vi ri-
mane. Al di sullo del sopraddetto impronto lesesi quanto
segue : Questo iitirn Ardietypo mi fu mandiito a donare dui signor
fiiutris.il Stittuìrt:-- S:-:ir-:t:ir:i.' ti:-' (.Vi n ;L il :V ti' l:':i!e . ci lo riceeeltì in
Parigi il mese di Febbraio. 1 58/1. — Non è, a parer mb, di
poca importatilo questa annotarono.
8141.
,85. I Sonetti del Petrarca commentati dal Filelfb.
Si comprende iu questo cudice un comento sopra i Sonetti
ilei l 'e trarci. .Non v'ini il nume del commentatori? , il (piai è
perù Francesco Filelfo. Veggansi intorno a questo commen-
tatore i codici segnati num1 o, e 1 1 7. Tonnina il codice coli"
illuni! Mjiieiln ilella pari11 11',
.V>go..,.ll.im,.li.e.„i.,,Jo..L.
voisi do sonetti rum lucrila'.! (jiiiielió di essi sinieili qui non ni
ri porla che il vermi primo j sui 10 n.-si [iure (inscritti con molto
scorrezione. Lesesi al solito iti Due. dell' ultima pagina ; Finis.
Dm grattai.
lli;i.L.Ì ISMÌI.inTKCA UHI. l'i I'.
ì. Comento dì Francesco Agi 9 p
dì Francesco l'elio
Si contiene in questo codice un cumulilo sopi'a i Sonetti ili ]
Petrarca; il quale conienti) dicesi (come sta scritto in sul prin-
cipio per !a stessa mano clic siris.se indù il rodire; essere di
Francesco Agiapagie. Non si trova di ciascun sonetto che il
primo verso, ma esponendocene ii fomento se ne introduce
via via qualche altro, non mai però tutt'i quattordici, che lo
culli [unirono. Il lesto, ov'é rljiortalo, è ji [■: [ hìh ri L. > si onelki; uei
i fomenti mi =r rubra no molto sensati. Sun," certamente ine-
diti, e panni clic polielibero consultarsi con qualche frullo.
I>el resto è la prima volta, che eadcrni so^o ricali ocelli ori
lavoro di qualche importanza sopra il Petrarca di autore a
me ignoto. Eppure io consecrai tutte le ore, ch'io poteva re-
putar mie, al solo -Indio e alle .sole ine Lui ini so [ira questo solo
poetai... Dirà col Serdonati (Stor. lih. 1°) Renella caijiune d'in-
8143.
187. I Sonetti del l'elrarea commentali dal Filello.
CarUcco, in 8", cut u»i tondi, secolo 11*, di buono conwrisiiono.
Sì come nel codice segnato col o* i85, cosi in questo non
sono commentati che i soli Sonetti del Petrarca, ed il commen-
tatore n'è il Filelfo. Qui pure termina il codice coli' ultimo
sonetto della parte [P:
■ gS
MAN0SCH1TT1 ITAL1AM
■ Vagoaugcllctto, che contando vai. .
La .Mila diil'crcnza tra il presente manoscritto e quello è, clic
queslo quanto ;il)a correzione sì del testo, che del tomento
gli e molto superiore. Circa al commentatoli' ponilo vedersi
anrlie i eodici segnali num1 9, e 117.
81&&.
An'ic.lii' jioc-iin ilali; ; t* l .eli tre Ecuionisc.
tri due parli e 'Jivisr- queslo lr:\ eodioello. che pa:mi l'ori-
ginale. La uriuia comprendo jli imc jmiieiie poesie ilalijue
forse tutte inedite, e pregevolissime anche pel tempo in cui
furono scritte. Non v'ha il nome del ricoglitore né sul prin-
cipio nò sui line, ma bensì di quando in quando e sotto-
posto al roiiiponimrnto il nomi' del mio .nitore, si coni' esem-
pigrazia un Frtinrisru Spinelh, un inlutnni- Tmihalo, ec. ec.
Donne crii (Se ! ile e- re v
Per cui Dio fii crociano
Non ven pinate ile li lieti mey.
V. leggo in altra pagina:
Per un puncto de piacere
lhiEG.oav,,lo lo malanno;
T»nt» dogli, et tanto alfanno
^Finisce la prima parte con buon numero di versi indirizzati
DiqitiZErd D/Googlc
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. isg
a san Leonardo, de' quali penso a lume de' lettori trascrivere
Saneto Leonardo so de la inaimi
Che fece sto miracolo per mia.
[toppe li torri , ci roppe la Cationi
Roppelc porte ile la pratosi*:
Roppe lo lazio et la corda più lina
Quella clic piò rislrtcto me tenia:
Saoelo Leonardo sola medicina
Che pose in liberta la vita mia
Che tanto tempo se restò meschina, ce.
La seconda parte di questo codice, scritta con diversi cara Iteri
dell'altro, ma non però di molto posteriori nel tanno, con-
tiene alcune lettere amorose, una delle quali porla la data
dell'anno i46a; ed altra ho la sottoscrizione seguente: Screttor
perpetuo Jac. Jranariìs. matiit propizi. Le costi ivi dettflte, e In
stile con cui sono scritte, sembratimi veramente essere di poco
pregio,
8145.
189. Della Batracomiomachìa di Omero,
e del sesto libro dell' li Ile iJe ili Virgilio: 1 rizzarne ti li di
Aurelio Giacobuli.
Carrara», in B", carnieri tóndi, accolli di buon «DISVuRint.
H titolo con cui sui principio annunciasi qucslii t-nilict <■.
— [{accolta di pnvsic inil A italiane : ma ciò die in esso vera-
mente condensi è la traduzione italiana in oliava rima della
batracomiomachìa d'Omero, e del sesto libro dell'Eneide di
ano MANOSCRITTI ITALIANI
Virgilio, essa pur iti ottava rima. L'autore di tutti e due
iH^sti vo 1 sa ri zza 1111:11 ti è dichiarala «ella prima pagina con le
scalini li panile : lìatrackumiamurkia I lanieri panne jiermaximi, net
unii ii J.'d liini l 'niiii Milioni.! I i'jiìu . hn-iu'ij; ia,'yan rhythmn tra-
ducilo per AltrAiiim. t!>- Jin-niiiitis mi li limitili il ilLikinliiIin niilijili-
fici l'in Domini Jachctli. Nome affatto nuovo fra i ricordali dal
Palloni c dal Gamba, non che d'altri letterali, è il soprad-
detti; Gincoliuti si quanto al compooiniriitii mimricfi , tini
i|iiniiln ni Itiini .sotti tlrli l-lniiiiif. Meritava egli peni il' esseri'
conosciuto, e chi' ^li sduliuni s' iiilriilU'Ot'SHi'ro con esso lui?
Trascriverò la i* stanza della prima traduzione, ed altra della
seconda, e se ne giudicherà. Della Batracomiomachia i tjueslu
la primo ottava :
Diva Elicona clic sempre pietosa
Esser solevi con quel sacro choro
Di sante muse, lieta e granosa
A Hi mii;' prieghi seni' alcun dimoro
Fona porgendo sempre valorosa
Allo' ntelletto mìo del tuo tesoro
Tanto donasti , ben che fosse indegno
Gustare il cibo del tuo sacro legno.
il ''I sccoiido 11 il^i. ii. '.7.1 Dir 0 tu l'oliava pri 111.1 è ia seguenti; :
O tu Elicona che sempre solivi
A li iim'i |>] r^hi pietosa st.irt:
Con quello choro delle muse divi
Che all'onde sacre se soglion pusare
Ove Penco scende alli tuoi rivi
Discendi bora senia dimorare
Tanto ili io rime in vuigari meta
Lo sesio ili Virgilio alto poeta.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
8145*.
190. Prose e poesie amorose.
C11UMO, in 8', caratteri xmlu ii', ..li ■ 11 rTiden le conservazione.
Contiene questo codice alcune poche prose, ma per la più
parte poesie d'amore. Non avvi indi ani mi e alcuna né dì
tempo, oè di luogo, nè di autore, ni di amanuense. Ne ho
Ietti alcuni traili , e riconobbivi da per tutto un freddo e
meschino imitatore del Petrarca.
8145'*.
191. Il poema de T Acerba di Cecco d'Ascoli.
U.-irlarro. i:i .V. .jrnt'.irj *-mi--iù-:-i . s.'oiNi di pagine ido. e di buona
In questo prezioso codice, certamente scritto nel secolo jet*,
ci.nii]ii-p[itli-si il liei) nulli po.> il Oc-n d'Ascoli intitolalo
ì'A.:trk:. E dico [H-ezioio, pwvlió sembrami con molto maggior
diligenza e correzione scritto dell'altra copia, che si ha in
questo ll'r;l.l liililìouicii noi coitici' u* 3", ci:-; jiiir mvl'ihi Joiie;
i' pi 'i rl ic putpciliifo (l;i ìtii.i (Littis^in.i perse ini . quale si fu An-
gusto Tii.hio, che in sol fine della prima privimi Lisciò scritto
poi del volume leggesi la sottoscrizione seguente: ExpUcìl
nccria ctas edita per j<rnda:tnsimi\;r, riruu; Nwjiilr'Mn Cìciuiì de
Escili" ii rifili j--r r.'i«;i,;i J.-miims lìmtjis tir Vetirliti. Volgasi, su si
può, chi fu questo benemerito Giovanni Burgi, 0 Burghi, o
Borghi di Venezia.
MANOSCRITTI ITALIANI
SUO.
] I Cantici o laudi, spirituali ili fra Jacopone da Todi.
CarUcco, in H°, uralici Tornii, sitoIij ut", e di oliiina «mstruiiont.
.Si co ilio il e.0110 ili quc-.ito pi>;.iiiisn.iLmo L'uditi; i cantici o laudi
spirituali di ira Jacopone da Todi. Comincia colla tavola delle
rime ili questi Liuisil ; liieipiuut '«bri-ni fi (ninfa in. hi ri ii fu» !,w-
tisùtiii fmtris .Ittfalii fin Itoti :ìn!i •!•■ '/'mi rio urdinis fratram mi-
norniii. Dopo di essa tavola leggasi così : Sancii,... (fu qui
k,i ucci l.i In il .sri.'fij.'simr j j '■''!('■;.< ./rn.i/it </e l'aderto ordini: fratrnm
minori! m lilirr tiinhitiiniii [i-Uciii-r imipit. li ti.-ni! inailo L cantici
con le seguenti parole : l-'inh. Smi-.U jiniris .fucilr liaialiiti ite
Tinlcr'n jilii urlili! i /iiil' ', i.'l ,i.' ;'./r. inimii iilii i linlii iirmil lilier incipit
expliiit. Dono ti: ciò ic^ue un — ■ Trattoti! ilil Pento Jacopone da
Todi in eie modo l'uomo pai tosto pervenire alla cognitime de k
cenni, et pcrf'xtainnih- la pu.-:i; m: T unimu p-meilere. 11 quale trat-
talo è in prosa. Se ini falli- molle ludi del codice, che contiene
le stesse rime, segnalo col n° i3j, molle più io delibo farne
di questo per la incredibile paliensa , diligenza, e, ciò. elio
più imporla, correzione con cui fu scritto. Il sopraddetto
discorso o tratta'.o ir. pro=.i comincia cosi : ■Qualunque vuole
ii alla cognilioue ili Dio H (Iella verità per liriuve et (iiricta via
-pervenire, Et la pace perfettamente ne l'anima possedere,
«conviene die lilialmente si exproprii ile l'amore d'ogni crea-
li tura et ancora di se medesimo a ciò clic totalmente si getti
« in Dio non riserbaudo a se cosa alcuna, ne eliamdio il
• tempo, ec. ■ Fu agii mai dato in luco questo bel discorso?
Se sì, ed abbiasi bisogno di emendarne la stampa, ricorrasi
al presente codice. .Non l'u esso inai pubblicalo, sì come credo?
Oigiiized D/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 10S
Potrebbe dunque farsene un bel dono alla repubblica lette-
rari;!. Ahliracriri dndiei sul,' pagine; ed è seguitalo da alcune
considerazioni del medesimo irà Jacoponé — sa i Ire nuli de
t anima; et sa i nV/iie senili de la putientia; e termina il codice,
tutto scritto per la stessa dili peritissima mano, eoo una breve
notizia — de la morie ilei Hi'nln Jttmpu'te. In tre luoghi sia notalo
iifd uiiinose.ritto, cb'esso fu in proprietà di Luca della Robbia;
e ant.he dopo il ,ira( len^i-si : (Jursiu lilirn è. di Lara di Simone
ili- in Hi-I'ìiiii. Fu costui nel 'leridiuipuirto secolo uno sei il Idre
di molto merito, e se ne ammirano le opere speri al mente
iiell' antica cattedrale e nell' ospitale di Pistoia ; e tenendo egli,
come obbiam veduto, in gran conto il presente codice rese
pure a noi il servigio dì assiciniirci, cli'ei fu scrìtto per lo
meno nel decimoquarto secolo.
8147.
193. Viaggi di Francesco Puicbard al santo Sepolcro, ed
a S. Giacopo ili Galizia.
Cirtaceo, in 8", cantieri (ondi, stento vr. di buona mmanuon.
È in questo codice la descrizione in ottava rimo de) viaggio,
che fece l'autore ai santo Simulerò, e queste rime abbracciano
la più parte del codice stesso, il quid è composto di 200 pa-
gine. Pillilo t!S«o viaggio, smedollo alenne — Ufufl'ifii imi/fu
J-cZ/c ci degne per le quali si ottiene molto ijratie do Dio. Dopo le
quali orazioni segue un altro tiiiijijio, pur in ottava rima,
d'andare ti Sanilo Giacopo di Galizia; e termina il volume con
queste parole : l-'initu per me Fmiiricsclio i'niidiard el viaggia del
S. Sepalckro, etdiSancto Jacopo di Galizia, scritto questo dì ao di
3o4 MANOSCRITTI ITALIANI
settembre 1472. Svilii ;>y. in filali; snidi io. 111 Itijutnra. Ni come
scrittore, n« come poeta merita, a parer mio, lode alcuna
questo viaggiatore l'uiclianl, s'ei fu il vero viaggiatore ; poiché
per ciò che abbiamo letto può rimanere il dubbio cb'ci non
sia stato di questo codice se non se l'amanuense. Comunque
ciò sia, penso che forse gli scionjiiiii potranno riscontrarvi
qualche cosa, se non nuova affatto per la storia del tempo,
alinenodi qualche utilità perla storia particolare di quo' paesi.
8148.
1 1)4. Fil ade 1 Ila ; commedia di Lelio de Manfredi.
Cirlaceo, in 8\ carotieri corsivi , «colo UT. di buona «nservaiione.
Una commedia che ha per titolo— Filadelfia, scritta da Lelio
ili; Miofreili, coo:ie(iu" in qurslo Iddio»; il (|ll;iii:, per molti
iurliij, sembra essere quello stesso, che l'autore offerse al re
di Franna. [mintili il iYw\y, usua argomcntii ("iella commedia,
il quale è vcraoiente piacevole a le^uru. in j;raii caratteri
sul principio della pagina sta scritto cosi : Qptimu l'rim-ipi
U:iijdt:;i:<<iiwi Fii:n-:\i:;ia lìr.-ji: ilo|>o la quali; inscriziooi: sono,
miniate ad oro e colori, le armi del re sopra un fondo bleu
co' tre gìgli io oro, vitto (pali leggesì pur con gran carat-
leri scritto: Philadelphia Comocdia Laeliì de Manfredi!, t.ià è
noto, che questo Lelio de Manfredi è l'autore della tradu-
zione i1.1li.1na della commedia spagnuola Tiranti: ii lti<m:.i .
che fu per la prima volta pubblicata in Venezia per le stampe
di Pietro di Mcolini da Sabio ed a spese di Federico Torre-
sano l'anno 1 538, in 4°, e di poi riprodotta pur in Venezia da
Domenico Farri l'anno ìMG, in 3 voi. in 8°. — Quindi ognun
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
sa de] merito di questo nostra scrittore italiano, intorno :i cu;
nidi In io dirò, il.i|i|iiiiclii> iiiin sì filtri 11 <h ili riportarlo né pure
Ira i ricordali a limili esempio dei nostro scrivere. Non creilo
pubblicala questa commedia, o almeno l'Allacci nella su»
che ne sia nota l'esistenza. Innanzi al sopraddetto prologo
Mino <|iii!st(! panilo, dolld quali fwv.: inni di^'iadirà la lei Ima :
■ Per commissione dello invici issili io ctCliristlaeis.-imo Signore
■ He Nostro ' (clic fu Francesco ["), ■ ;i voi mi apprcsento per
■ darvi notizia dì una nova Coniedin. Ma prìum eli' io inco-
■ minci vorrei che gli uomini costretti da negoti! mercantili
• mettessero da parte ora le cure loro ; a ciò clic nel far le ra-
■ gioii i loro uon ine impedissero; e le femmine, che hanno
• faccende di lini, di fili, dì tele, odi galline andassero a fare
• li loro mercati fuore di qui, perchè essendo l'usanza loro di
• cianciare sempre tutte in una volta, mi tornano ìa memoria
. e non lasceriano ìiiUhhW quelli clic hanno voglia di udire;
■ et vorrei .incoia , clic se li anno figliuoli che allactano, se gli
■ portassero a casa, perchè credo clic poco meglio intenderanno
• di loro. Ma latto clic sari silenzio , cosi incomincerò ]* Argii-
• mento. > 11 codice è scrìtto con molta diligenza.
8149.
i nó. Terzine in lode della virtù, composte da Lelio de
Manfredi.
Cartaceo, in 8". ranneri tonili, secolo iti', di buona rooseivaiiaDe.
Sono contenuti in questo codici; tredici capitoli in terza
rima in lode della virtù. L'opera e dedicata : Oprino Principici
Christianisiimo Francoram /ìeji. Ladini de Man/ratti. S. D. I pio.
j-ii MANOSCRITTI ITALIANI
aranci' uomini d'anni, ili sciente, di lettere, e specialmente
ddl' iLutif.liilà, lonimiii) il sugl'etto di dodici de' sopr.iddelti
rapitoli, ed il xnt° eli' è l'ultimo, è tutto in lodi; dtd Mecenate,
cui l'opera è dedicata, clic fu Francesco P. Non sia discaro,
ch'io qui trascriva le tre prime terzine di quest' ultimo ca-
Mcntrc eli' io penso ; e attonito contemplo
Quel clic mostrato il Duce cime Usuo
M'avea per prova, esperientia , e eieroplo ;
Da dubbie vie a fermarsi errar temendo.
O senso olTeso da eicellenle objetto!
Und1 OLjli il me ùlji' ^Eupiii'i o t;LTOTi:iri
Restar mi vide] nllor cum lieto volto;
VI Imi f-ili'iuin un aian ili-in .HL|.-rt'[irTo.
Probabilmente sono pur inedite; queste temine del Manfredi,
si come abbiam veduto della sua commedia uell' antecedente
codice n' ig4.
8150.
j 96. Storia scritta da Antonio Olivieri intorno a ciò che
al Delfino ed al regno di Francia accadde fra gli anni
i46ac U74.
Un'annotazione, scritta in francese per altra mano, in sul
principio di questo codice è come segue: Manascrit italica fait
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 107
poar le Daspltin tir Fruita: iji:i wu,imit à Toarnoa. La storia di
ciò, che al delfino ili ]' rancia [eli poi Carlo Vili") ed al regno
accadde a quel tempo di più importante, è il contentilo del
presente codice. Questa storia n 6 data poeticamente in ottava
rima. Le ottave sono circa milleduecento, e (cosa singolare)
continuano sino al fino sema distinzione 0 divisione alcuna
di libri 0 di capitoli. Pare elio questo gran lavoro sia stato
fatto d'ordine di qualche alto personaggio, tic! quale perù
non trovai il nome; ma bensì in una delle ultime stanze si
dichiara quello (ioti' autore dell'opera. Penso di trascriverla,
onde jiossa pur giudicarsi del merito dell'opera stessa:
Nello fumato Studio e Borente
De Padua a li milk 0 quattro cento
Si'^.inhi ■ T 1 1 L :in' "ivi ì-.l ^ludi-riti' ,
Fu fornito il Ino comandamento :
E diede fine all'opera presente
Dopo grandi fatiche e lungo stento,
Antonio de Oliverio; ti manda
L'opra compita e molto s'accomanda.
Dopo di qnesta ottava seguono le duo ultime, per le quali
l'autore purgo ;i Dio ringraziaim-riii del Ivriignu aiuto pres-
tatogli nel comporre la sua storia; ed in fino del volume
leggesi la seguente kolld.icri/.iuin' : t'.nmpitu e il lìlri* tiri IMjinu
di Frantia, intitolato per me, e t/uando, e mute i tlcttu di mpi-n
Et scripto ne fanno del Verbo incarnate , mille quattrocento stiiunta
qnattrv, in octava indktione. Amen. Sembra possa risultare da
tutto questo, ebe il personaggio ave-M - inra ricalo l'Olivieri del
lavoro l'anno i46a, e eli' ci non l'avesse compiuto che l'anno
ìà-J&- Comunque. sir< di ciò egli ,'■ torlo, giusta l' annotazione
qui sopra riportata, che la copia di questo poetico lavoro.
joS MANOSCRITTI ITALIANI
ossia dio il presento maiioscrillo è slaiu fallo ad uso ed ins-
tni/.iimc dir! diiliiiu l'Vinic:'":!] figliuoli) ] tì u i uì;h ti i I r > ili l'r.-m-
cesco 1°, il quale. M'condiii'ii'i'.i [udii; storie di Francia,
nacque )i ili -a H [■dilir.-.m di ■11'. in im i ,'n 7, 0 movi appunto uri
rasici lu di Tu» ri 11 ni il di in illusiti i 53 G. Qiiant'é poi all' Oli-
vi': ri .ni ti ne- dell'opra. 1.'! .1 quo] personaggio pel cui coman-
damento ci la compose, l'orsi' il .~\^r avi ora lu Piana padovano
potrà som ministra re le notizie opportune.
8151.
197. Storia del patriarca Abramo.
Membrjna'xu . ù. b". orai Li il Iiil.Iì, :.':- il.. w, l..:n conservato.
Cniilienc questo codice in — .S'iumVi <l-"-.t<i di .Jir,uiw .pmi.™
volse fare sagrìjìcio del suo Jylìaolo anice Isaac. Questa storia 6
compresa in cinquanta ottave. Chi sia l'autore non i detto.
Quale ne sia il rnerilo, si giudichi dalla prima stanza, che
trascrivo, Cri è questa:
L'uccido si iì ire eli' è la prima porla
Per la qual lo 'filelleno intonde e gusla,
Clic fa la nostro monte esser robusto;
Recitare una storia sancla ci insta,
E so volclc intender lai mislerio
beile ik'voii 1' co i - l.i noli desiderio.
Nel Genesi la sancì". Riblio narra
Come Dio volse provar l'obedienlia
Del Patriarca Abram sposo di Sarra, oc. ec.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 10g
Termina stranamente il codice con le seguenti parole scritte
per la mano medesima dell'autore, o dell'amanuense : Tutta
la jamigiia di caia fa» uno baili/ tonda, et cantando fanno fata. Et
così finita è la istoria d'Abraham. Amen, Credo inedito questo
picciolo (unirne. (Iimf'f.ssii però ili min aver adoperata grandi1
sollecitudine, onde assicurarmene.
8152.
198. 11 Paracielo; commedia di Lelio de Manfredi.
CirUceo, in 8*. caratteri corsivi, secolo in", di buona conservacene.
L'autore nicdesiniri della commedia intitolata l-'ikdeijui
! ferrisi il codice 11° i 1 0 delle kr;<: rime in lodi: dei In eirlà
(veggasi il codice n" ig5), 6 pur l'autore di questa commedia
coulcuutn nei pre.wnte endice . ov'c intitolai. i cosi: O/'O.v.i
l'rim ipi et Cltristiunùsiiav FeimtLwum liu/i : l'nraclitus. tinmocdia
ì.t.ilìi i!,- Miiiifndis. Suini jmr io qury.n cinlicc di piule anni
drl ir in r,K, i! colori, r semina ;[(■■■! lei sles^o, che fu offerto
a Francesco 1°. Clic siasi o nn pubblicata questa commedia,
può chiunque, volendolo, ben e Ina r ircene anche pel titolo clic
porta; ma certo e, che l'Allacci il quali; riloris-re del Manfredi
i7 C«rcer d'umore, non fa menzione ilei Paracielo. Quale ::ia poi
in generale il inerito ili questo nostri) scrittore, veggasi, se cosi
piace, ciò che ne dissi o non dissi dì lui nel codice segnato
col n" io4-
MANOSCRITTI ITALIANI
8155.
(lue libri, ciascuno de' quali e o-mp.^lu il' mia ventina ili
ottavi*. L'autore ne lu un l'ani ti IVI rasai ti a , clic si soiloseriie
nella sua U'llei,,i drilicaUttia « Fram-esco !'. Re di Francia. E
Sl-l'ilNl il fddil l' Ulti Ululili (liìijN'Il/M . illl/.i |-|cir.-((|/.j; ,. |„T
l'antica sua legatura iu pelle nera co' gigli impresisi in oro
nel mezzo delle coperte, e per le l'cltuccie che servono rli
fermagli, e per altri imliij, non dubito sia questo l'esemplare
mielosi tu ci die II i ''He usa u la offerse o fece iu nome suo offerire
al monarca, Trascrivo l'ultima statua, per la (piale potrà
giudicarsi del inerito dello scrittore, e insieme conoscere se
l'operetta sia slata data in luce, ci" che, pur alrune indagini
Or dunque, o ne, poiché tu olticui il regno
Non sol di quo' duo Dei , ma ancor di Marte ,
Di par va con Natura, e vince l'arte;
Sui venirti eli' in fui fin* per Ir sfrissi.
Termina il codice sema indicazione alcuna di fetupoodi luogo.
t : jJ Dy Ci
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
8154.
200. Il giubilo del Piemonte nella novella sua dedizione
a Frao cesco P.
Carlacso, in S\ cantieri cenivi, secolo in", di boooi conservaiiono.
Sono in «pesi» r. ui.l i ratL-oll'.' ulraiii' pouiio. la più parte
in tcr/ii rima, l' armoni mio dolio quali si rliclii.ua pd m^iioiiIi:
titillo, clip sta l incliiu^.i in mi Livori. , In.' 11 colli., ili l 'OLina :
Jwhih del Piemonti: dopo che som il «orti» ili: F inr.iltissimn 1.1. Ckris-
tiuiiissìiiiti He Frnnei:vi ili i/afitn iìmih Primi: Ile di Francia si fro™.
Non è indicalo li rmir.r doli' ani cut, ih!: in in' a Italiolioroi un: liti
ptr utrov.irloi ^cinlira prrn eli' 0 pei la ildip-i.ia drllo vrr.Un,
>■ per la Ipriti ira mj <pu.-sto rp . u ,dr..n. > endice, olir In of-
ferto n Callerina la delfina <li Francia, cui appunto sono
dedicale le poesie, dapprima con un sonetto, c di poi con un
madrigale. Trascrivo 1 due primi veisi di ijuesto secondo
componimento
e Ijoii vedono rome gdi in paragono ii :;ocoiido. Crudo por
(auto inutile il dirne più oltre.
MAISOSCRITTI ITALIANI
8155.
201. Poema in lodo del Ile di l'iancia Luigi XH".
Carla™, in 8-. taraLleri tondi, secolo in-, di ottima conservinone.
1Ì un piccolo [loci il L'Ilo in k'r/ii rima in lenir dulie l'irto, t
(Ini valori! di I.iiÌl'1 XII" nllr.i-.Tt hij discese in dalia. Non v'ho
proemio o dedicatoria alcuna, e il nome dell'autore vi è
a'] mi ih rato sullo li', dui' iniziali D. I'., che veggonsi in line
del poema, l'or poter giudicare in qualche, incido del melilo
del poema, ne trascrive™ alenili \cisi; ina quanto alle cosi;
ili de He. ro in inique di-ttr, si coiiomi: e li e l' Italia, sempre ui.'ii
divisa in piccioli sditi. H ■ r: n piò festa al novello conquistatore
cere di novi:!, e di veder cangiameli li ili gtivcmn. Del lesto
Ecco colui clic tutta Francia cole,
E fa (remar di se la (erra e l'acque,
E va con l'arme ogn or dovunque vuole
Che Giove lo nutrì, e da Marte nacque.
8155'.
3o3. Stame (li Francesco Mob.a sul ritrailo di Giulia
Gonzaga Colonna.
Membranaceo, in 8", (anneri corsivi . secolo iti» ili buoni conKrvaiW
(.ioni! e:) e questo nitidissimo e iiclli-.-iitio eodic.e la prima e
DELLA BIBLIOTECA DEL P.F.. ni
la seconda parte delle — Stanze di Francesca Maria Molta
Modenese snpra il ritrailo tL-!lit iiun-nn Julia (imt:ai}a (diclina.
È ben nolo il merito de il' ali loro della Ninfa Tiberina, eli è
pur l'autore di queste stame, le quali fono già slate pubbli-
cate con l'altre sue poesie per cura dell'aliate Sci-assi in Ber-
gamo l'anno 1 74? . in 8°. Nella seconda parte di esse stanze
assunsi; il Mol/a il nomi- ili ( i . I ] 1 e 1 1 : i f ■ 1 i'iil l illli- Un.llitii |>i.in rr
io m'ebbi rileggendo qui ed in altri degli antichi poeti le
Indi ilatc spontaneamente ed io bulina lede al nostro jiillni-
celeberrimo quale si in fra Sebastiano del Piombo, die dopo
Ire secoli si conserva in tanta •: si alta stima a' giorni nostri !
Egli è pur indubitabile, ebe il vero merito passa fermoe trion-
fante i secoli, e coi poeti e senza i poeti.
8156.
■ni'.i. Poesie del Peli-arca, ed altre ad imitazione di lui.
Cartamo, in h". caratteri wmtgotiai, molo non ben ronwnBt>i-
ln due parti è divisi) il picsouic coi lice. Nc-lh jirima si con-
tengonoalcutie poesie di Vniiin-sni Petrarca con questo titolo:
Iti: ipnnil iVf'Jlii lllìijiirrs Dirmi Jn/ji-nii Frinirla i i'tilritruli J-'ioirniitu
execilenùs. paeiae. Sembra che l'amanuense volesse trascriverle
tutte, e forse !e avrà tutte trascritto, ina il codice è difettoso
dopo il madrigale
• Nova angioletto sovra l'alo accorta. .
Quanto alla correzione, e purità del testo non può farsene
molta lode. La seconda parte del volume contiene: varie poesie
amorose di autori diversi, e per lo piti ad imitazione del
Petrarca. Mi scontrai a dir veni con alcune scritte con molto
i<i MANOSCRITTI ITALIANI
garbo od eleganza di siilo, ma general inculo parlando sem-
brami ben da poco il monto di tutte l'altre.
8156".
Poesie amorose.
Si imi tendono in i|i;r-1d nidire iiliniir p. ji ! ;il Ir aiiicirosi',
nelle quali i'aulorc pose ogni suo studio, forse troppo, nell'
imitare il Peli-area. Sonelli, tair/.oiii. madrigali, terzine,
egloghe, oliavo, o in somma ci adoperò tulle lo vario guise
inolici compmiimriili. Gii no sia l'auloro. ciò non è in-
dicalo in alcuna parlo del endice, e niente pur diecsi del luogo
o del tempo in cui In scrino, né del nome del l'amanuense.
Da ijual idea del Gel natura prese
L'alte, superbe, et eicellenti forme
Per formar tal materia, e con miai norme
Qiiest'è il primo quaternario d'un sonetto.
8157.
2o5. In lode del Principe di Valdeinonte; slanie del
Ceffini.
originale legatura.
Il i itolo rie! riiil kv c ijuf.ilo: Ò'(';j.:c '.'( ZnnMn (jjjrw (,'[(!«i/r;<.J
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. mó
Fiorentino, tu lande del lUttstrissimv Sit/nore Ahiigi di Lorena
i'nm:ipi: di i'akfanimlr. l 'recede le stanze la lettera dedicatoria
dell'autore al caniinale di Loreno, data di Roma a' 19 ili
ottobre h.d.kuhn. Le stanze sono divise in tre canti. Comin-
ciano così :
Voi eli' ascoltato in rime sparso il suono
Doli' arme di color che furon divi,
K ili sospìr di quo' clic metti sono, or. ec.
Furono poste in luce questi poesie !'■ Noi credo; ma confesso
.Uri Li) filili- jmrlie illii:is;ili! lllLlli' .'.llr.rl.l 11 lU'J 1 1\
«158.
'/ulì. 1 Umilimi; |iut;iiia ilei ioililielli.
Comprende questo codice im [ìiccìolo poema col titolo se-
guente: f lìombici, di M. }''ruitnsru Tonim-lli d<i Cnstelj'raurti.
Sono ìao stanze in ottavi rima divise in quattro cinti. Tras-
crivo la prima si uhm, per la quale potrà formarsi 1111 giudizio
sul inerito dell'opera:
Di rottili ed industri cavalieri
L'opre cantar desio di pregio, e l'arte;
(Bacili d'Elrnria. e ili1 Greci primieri
Bombici delti. In questa 0 n quella prie)
Le ben conteste galla , e i magisteri
De le sete, di' Italia altrui comparto,
Onde, Donne gentil, di mille fregi
V'ornate, Duchi, Imperatori e Regi.
ii6 MANOSCRITTI ITALIANI
Per le ricerche clic ne ho falle non mi riusci di sapore se sia
stala data alla luci.' quest'operetta; ma, o si consideri ia na-
tura rie II' argomento, o il modo con cui è trattato, anche per
dii die riguarda lo stile, mi pare eli' essa potrebbe meritare,
s'è inedita, di essere tolta dalla sua oscurità. Vcggasi, se così
piace, il endice n" iCa.
8159.
>o~,. Le amoroso fraudi; tragieuimnedia del Rigaiii.
Carlari'il, ili 'i' laralVi i i .hihiii. 'i.jiI.i mi", nli l.aiiir.;] LoiiH.'n i
Il titolo del pi-esente rudìce, die ha tull'i caratteri d'essere
['immuralo , è come segue: L'amorose fraudi . Tiui)it-..-m(:dia di
Francesca Ritjazii ila Rimili!, — Souo circa loo pagine, che
comprendono la sopraddetta tragir onunedia , la quale e in
prosa. La scena è in Callosa, eillà della l'uria. Suiio più di
ìienla gì' iiiioi lorutori , ed il principale e l'andolfb, vecchio
principe di (lanosa, l'urte nel lempo sarà stato applauditi), e
forse aneiie dato alle slam fio tj desili i ai uro. lo non so la prima
ili queste due cose; e per le indagini clic ho latte non mi
riuscì di accertarmi bene della seconda. Quanto ai merito
letterario dell'opera, io veramente noti saprei indurmi a fame
molte lodi.
8100.
208. Traduzione di alcuni versi latini di Pietro Angeli.
Mancami in sul principio di yn^tu codice ideimi lugli, di'
quali rimane anfora qualche purzione. Forse che in essi sarà
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ai7
slnta una lettera dedicatoria a qualche personaggio, per la
quate nv rei illesi potulu curinsi'eiv il vero aulore (li questo vol-
pi anzzani ni tr.. Coni mi ia i! "rndiee cx*'i : Tf,ìiìiizin»i: -fu Luni reni
Ialini tiri siijanr Pii'lni iiiiffli /ut la sm-iiisiituit «isti de Affiliti. I'.
l'Angeli l'autore de' versi latini, o l'aulete (lolla traduzione
italiana? In questo casn, ehi è l'autore de' versi latini, e noli'
altro chi è quello delia traduzione ! (.lo m inique sin di ciò. non
mi paro elie dell.i traduzione , quali [' è alla eh-gaii/a ibi ! tu ,
scriverò, possa farsene elogio ; heiieliè non .sema mia mara-
vigli,» vedasi qui falla essa traduzione per ben due volte.
Sono altrellanle .stanne io Dilava lima. La prima traduzione
'Ari .sopraddetti versi latini termina cosi:
Se non sarà fra ìc tuo glorie nriine
Almen (la tua merce) fatto immortalo,
Non Ila quindi a mill'anni anche il mio canto
Di lauti alti tuoi pregj ultimo canto.
E la seconda traduzione finisce cosi:
Verrà, se drillo'] suo valor comprendo
Pìcciol fregio quest'opra infra gli egregi
Vostri non fia tanti e si chiari pregi.
Sopra la coperta del volume sono i ni], resse le armi d'un car-
dinale co' gigli.
8161.
209. La Fcrioda; dramma di Giovanni Batista Andreini.
É in questo codice una drammatica composizione , che ha
per titolo : La Fcrinda. L'autore u è Giovanni Battista Andreini,
•ji8 MANOSCRITTI ITALIANI
fra' comici, com'ei si sottoscrive, Lelio fedele. È dedicata ad
un cardinale, dì cui tacesi il nome così in sul principio del
codice, che nella stesili 1 l'ttij ir dedica Iorio, la quale è data di
Parigi il dì s8 Mano i Gii 7. È già conosciuto il nome dell'An-
dreini, autore della sacra rappresi illazione cotanto ricercata,
!-]ii;cinÌ!Ill.'llln d.i^r Indica, deli' .\i!n:im, clic fu la prima volta
pubblicata in Milano pel Bordoni l'anno 16)3; e così pur
anturi; ili mi ili alili die minai in eornpummeiili. Il \ta/./utt!ielli
nel ricordare la seguente riXu.\t>w. La Ferindtt. Commedia. In
Parigi. 1G21. in 8' (in veni), aggiunge, ch'esisteva anche ma-
noscritta in h° m'Ha libreria .Sorarr/o ili Venezia con dedica al
duca di Mantova, ma non fa menzione del codice presente.
Sembra questo l\iutu^i iiii.>, elio vi'iiui' l'orsi! dati' Atiilreini me-
desimo offerto in Parigi al cardinale, il quale probabilmente
era francese, poicliè sopra le pelli che ricoprono il libro sono
da per tatto impressi in oro de gigli ebe formano il prinei-
pale ornamento rifila legatura. H da vedersi se il dramma
contenuto noi presente endice sia o no diverso in qualche
cesse togliersi 'Il questo ilotitiio pi. Irà lacilmenle
8162.
aio. Oda del Conte Carlo de' Dottori.
11 titolo ilei presente eoilite ì: così comi.' i[nì lo trascrivo:
Per f anione di' dm: muri solU: 1 i/hriasi e felicissimi oitsp'e/ di
LaigiXIV'. Ineiltiaimv In ò.-ih Calili-. Ali' Eia-liana del sii/nor
'DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3i9
Coiberlo Segretario di Stalo di S. M. Criltiamnima, Oda del conte
Cado de' Dottori. L'oda è composta ili undici stanze. Oltre eh' e
scrìtto ìl codice con molta eleganza, è ornato altresì di un
grazioso lavoro a penna fallo per mano maestra. Non dubito
poter affermare essere questo l'esemplare medesimo, clie il
conte Dottori inviò di Padova al ministro Colhcrt. Che sieno
poi veramente esse stanze del Dottori celebre padovano poeta,
'■li' l'In lì r;:>. :•'[;('.■ nMiltn .incili1 dilli ullìnsa . dio trascrivo:
0 forte man regale
Tcrror dell'Asia, onor d'Europa; o mente
A' ' 'il '."Il rll'.'^'iii .'' il ninnilo lirici i>ln:
Con suono più robusto
Forse di' un di barbare turbe speme
lr> fluiterò [ld brando tuo fatale.
Oggi > questo immortale
Monumento di Paee il ciglio inarco,
E l' Eupnea mia lira appendo, e l'arco.
Queste stanze non si leggono nella edizione dello Odo di Carlo
Dottori pubblicala in Padova pel l'Yiinliollo l'anno
in I a", e ponno quindi reputarsi inedite; ia quali; notizia elle
[ri'iieulrocule dovrà i-tsci nni usili [malori 'Ielle belle lettere,
e particolarmente a' Francesi, sarà poi carissima a' concitta-
dini di quel valerli' nume, clic ili il tonte Carlo de Dottori
MANOSCRITTI ITALIANI
8206.
■• i i . I Trionli del Pelrarca.
Trionfi del Petrarca, Lulorno allo quale niente io il irò. Ma il irò
bensì, che il tosto originale clic vi i riportato di contro, è in
tutta hi ma puiil ;i. o che in k'-g 'in Ione ipn'i e là ili cui io te:v.ino.
io n'ebbi sommo contento, pensando n piutlustn faiilaslicaiidn
fra me donde inai por il granilo fortuna il traduttore francese
abbia potuto trarre il lesto medesimo. Oltre a ciò, io non
caratteri, elio scorgevi sempre dal principio al fine dell' npoia;
gioielli, e che lidi pochi codici, Ira i molli, che ridir pjesie
del mio Francesco mi passa mini per le inani, superano questi
per I' eleganza così della penna, che perla correzione del testo.
8285.
H Confessionale di Sant'Antonino.
CtrUfflO, in B". raraUsii londi. secolo IT, di blKHU cooservaiinne.
Contiene il presente codice il — Confessionale, o specchio di
risciò. iw, l ali/BK amjuMo ila 5. Antonina Arcivescovo di Firenze;
Qigiiized D/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ì,i
"i! >• (jiLfjsla M']\i!iii:nli' rjurH'o[n-in del sopì iuliletto santi;, Li
quale è citala dagli Accademici della Crusca, e che talvolta
si confonde, ora cui (Iviifessituntie i.iwmi ae-!iein.a iWf numni,
ora colla Confessione y itera!:, ora full' Istruitene pr invi eeiitessarii,
o coti altre opere ili simil genere, clic già videro la luce in
diversi tempi. Cu mirici ri il codici' rolla tavola delle materie,
e dopo questo, sema piò , principia il Concionale cosi come
vedesi in tulle le cinque urli/ioni i:lie di qiìe;t' opera furono
pubblicate, ed accuratair.cn te descritte ria) Camba nella sua
Scili; lesti ili Untimi; cin; : Oiun'i m.-trlulium m;jvi, et. Dire Sititela
Srreihtu nel libri/ chi: fere tir ta fb.nttjte.ti ionio In dune, che la cara
et selticilitdine ile li mortali, oc. ec, e termina eoo queste pa-
role: Expheil Sdcmiii: Giiift ssitisittrhìm ut vati/ari jermeitc. com-
positnm per venerabiiem. fralrem Antuninum ile Florentia. Ed in
fine del volume leggesi un'antica poesia spirituale, che co-
mincia cosi:
Levale su omay
Anima tt non dormire
Poi cliio volsi morire
Et tu pur chiamar me fay.
Sei somuo de la nocte pur te aggrava, ec.
Sembrami ebo il codice, anche per la grande diligenza e
correzione con cui fu scritto, tenersi debba in inolia slima.
MANOSCRITTI ITALIANI
:i3. Traduzione del Trattato dell' anima composto d
Campora.
L'opera clic conliensi in questo codia; e dicliiarala da bel
principio con lo si^nirulL p.'.rule in caratteri rosai : Qui «mena
elpraloqo ioprn il traciato do i'onimu luminili; dui jmlii lampo Cam-
pani di Genetta ik l' online di-: fruii p:\ Ji-\il-ir: ns-.mlo a Exaendorf.
A riehicsia tli Jiitainai di- Marrìm >\uw> Uwhiidante ia Londra.
È questo dunque i) volgarizzamento dal Ialino dell'opera
str-.s,i giri cilal.i tini l.ihhogrnli, i; specmlmcnle dal sig' llrimoi:
assai rara , e clic H Unnici, ailiiluiisce alle sliinipe di Filippo
di' Mjrn.ioiiiio in i'.oma verso l' anno 1 /| ~ ?.. Ouaut' è al inerito
letterario di questa traduzione non può ili verità farsene molta
lode, ma volendosi di liei nuovo tradurre quest'opera, che
pur meritò a' suoi tcii]|ii rap|ii.mui<mc di'' dotti, mi pare
che non scn?a frutti pn'.relibc.^ f occultare il presenti; codice,
elie ce ne dà, come credo, la prima versione italiana, ed
8287.
5i/j. 11 Prinripe di Nimló Ma col li avelli.
Cariateci, in S', rarjlltn iiil;:iì , svi", ilìnlliuio poniervaiioiie.
Cantiensi in (juicio liei codice (clie certo sembrami del se-
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE. n3
coÌoxyi") l'opera famosa di .Nicolò Machiavelli tic Principati, a
tallir ditesi conni ne me il le ti l'i-ia ri; < iomiiicia culla dedicalo-
ria dei Macchiabili al ni.i^nilii-n Lorenzo de .Medici, e inni li .a
alcuna data; sì come pur nel fine del volume non trovasi in-
dicazione veruna di luogo, o di tempo, o di colui clic scrisse.
Per altro la sola lode che può l'itisi di ipieMfu codice è, di' egli
è bello, poiché la scrittura a dir vero e della più "rande ele-
j,'ama dal piinripiu al line . e eoo ini il volume la più piccola
macchia. Ma quanto al merini mfriiisico della scrittura nie-
liesima, è giuoco fona il dire, ch'esso È nullo. Basterà ch'io
ne trascriva le ultime liner come (|iii si ìer^oiio : ■ Et sobtO lì
«sua auspici! si uerilichi quel dirla del Petrarcha:
• PrlicndcrJ l'armo et Ci el combattere corto
■ Che lnnlico valore
■ Nelli italici cori non e a neh ora morto. .
E veramente mi pare che ciò basti.
8288.
3i5. Discorsi rebgiosi di Giovanni Domenici.
CirUwo. in g*, cantieri tondi, itcolo h". di suaìcieiito amemiione.
Legnosi da bel principili cosi : Qui multatiti timi uilima opera
composta per lo eioonentissilnii Aimnin Oiocaani Domi-itit i tifi ertimi
de frati predicatori. L'opera di cui si fa cenno in queste prime
linee del codice è un discorso o trattato della vita spirituale,
ed esso comprende la più gran parte del codice slesso. Dopo
di questo trattato 6 una — Prodicalione Mio stesso Domenici
MANOSCRITTI ITALIANI
mandala alle Suore dd Corpus Domini, ed t un sermone intorno
ili li: vivili lieoes.sai ir ;nl csevri tersi special mei ili: ilallfl vergini ,
le quali pe' loro voti particolari si sono consccrate a Dio. DÌ
poi termina il codice con l' e.rpnsitiime di sanclo Bernardo sopra
la Sahc lii-qina; e questo non è clip, il volgarizzamento dell'
esposizione medesima. Manca in finn l'ultimo foglio bianco,
nel quale sarà l'ora': .sdita .sci-ina qualclio dichiarazione o sot-
toscrizione. Non può dirsi, ilio, quanl'é alla nostra favella,
lo scrittore di questi discorsi lusso de' buoni, o, comi.' dicono,
degli aurei tempi. Ciò non ostante io ne bo letti alcuni passi
con molto piacel e anche per le sode massime clic vi si conten-
gono, e non senza qnsklie clcgaiiiia esposte.
8289.
21G. Epistola consolatoria di Tommaso Hide tradotta da
Roberto Tirello.
Lfinli.'iio questo codiro il volyai'iz/.inienlo di un' epistola
consolatoria clic il sacci-dolo Tommaso Hiile francese scrìsse
in latino, o mandò a tult' i vescovi, sacerdoti, e fedeli della
cristianità, onde confortarli alla pazienza ed alla costanza nel
soffrire le persecuzioni. Tutto ciò pur risulta dalla lettera de-
eliicsa cattedrale di Reims. In fine dell'epistola sta scritto cosi:
Di Lotanio, i' «/[inni di scUtoiliiv. i iyij. Non mi riuscì di co-
noscerò se sia s:,ita pulil)lic:it;i la sopiaddi ila opisl.olii nel suo
originale latino, e cosi di questa traduzione in italiano, ma
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. ni
probabilmente sono inedite tutte cine; ami, qua nt' è alla tra-
duzione, tutti gl'indizi spsicirano rsserc questo il codice
stesso, elle il TirelJu | nfs.t? i il t% a qm-i oumsijjuore di Reims.
Sono in vero tirile belle ed assai bollo, cose a leggersi in essa
Consolatoria, e meriterebbero una versione un po' più ele-
fante, che la presente non e.
17. Poesie di Giovanni Consentino.
«•piccolo, ouilleri tondi, setolo mf, ili
i Alfonso di Aragona
.tino, si come appa-
sopraddetta Ippolita
della moglie ove parli il marito. Il codice e pe' caratteri , e per
le pergamene, e pegii ornamenti, e per la legatura i vera-
mente bello, e forse il Consentino non poteva far di piò per
"6 MANOSCRITTI ITALIANI
uianilpsisie nel piò alto -r.idd Li sua dii\u/ioiie vctso (li que'
principi ; iiui nuanl'ù alle sue rime non ne parliamo.
8291.
■i i S. Rime iìi Nicolò franco contili Pietro Aretino.
li titolo, die del presente aulica lesesi in mi principio
è il seguente : Tutte le rimi: di Stesser Nicolò Franta colimi Pictm
Aretino, ci nel fine la Pjiapeja dello slesso autore. È questa una
rupia l'edule della edi/ioue. tilt' delle open' itti l"'r;iiii:t> si
pubblicò in Torino per le stampe ili Gio. Antonio Guidone,
prezzo, poiché vi fu cbi durò l:i lutici di trascriverla tutta
da capo a fondo in qucll' .mim i Insinui, i li'essa rompa rvr;
dovendosi pur osse n ire eh'1 imian/.i alla l'riapcja lr«-rsi Li
lettera .'die il Fianco scrisse ni (iniilniio uni lu data medesima
della stampa, cioè dell' unno i54i. I.a Inalidissi ma ililiijen/.a
e. correzione somma con cui è scrino questo endice potrebbe
far nascere il dubbio cilici l'orse avesse servito di esemplare
al Guidone; tua confidandosene appunto la nitidezza in ogni
sua parte dubbiamo am'i'inaie il contrario.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
8292.
Trattato di Astrologia giudiziaria.
f."jrtn.cc, ili ti", .-ai.Ltlij-i cariai i . i.i.-.ilu iw". ■: I L IV- ■: 1 ■ nd pj-ir-iripio ':
nel Ih*.
Si contiene in questo codice un trattato di astrologia giu-
(lif.i.u iit. Tutt'i i-azionamenti, ii' ' | ii ist i un i , Ir luluzioui, ogni
cosa, come ivi 6 detto, <■ tutta Mia (hamamìa ili Pirlro iAkmo.
Il' ili Itili Irll^d jHlllt'i Sulle Jll.ltc.TÌi.' , fili' (MÙ si disenfimi),
tu'' sul unii In con cui Mirin .ieri Iti1; pen-iurcliè in lui unii speri:'
dì aversionc da (judl.-. t piica lode l'ariir ].ossn di questo. Se
qualche ama lori; dell' ,-,stro]o;;h e (Hlti gri'oman/in consultar
volesse aiir.liB il iiimmle scritto linoni a ini forse ignoto, sa-
prà così della sua esistenza. Ma sappia ancora, che il codice,
non considerati i fo^ìi clic mancano, è coni posto di oltre a fino
pagine.
8292 '.
aao. Anlica tariffò de' prezzi delle merci.
M filili ir, t . in S'. ciii.iINri tmi.li. vi, .ili, ih". ,Ti h; .1 i.iHMiiiU.i, ■un.
Non è questo codice, elio una tariffa de' prezzi o lasse
apposte a tutt i generi di mercanzie, che ad uno stalo ita-
liano, clic non i: indicato, provenivano dau;li atati esteri. Ma
il modo con cut è scrino il pivscnle codici', 1' uso stesso di
alcuni vocaboli, C la qualità della moneta con cui si stabi-
lisce il rispettivo valor delle lasse, eli' è sempre in ducati col
ragguaglio di circa franchi tre per ducato, tutto questo mi
32g MANOSCRITTI ITALIANI
dimostra, che il prescnli' lilncllo appar teneva a qualche meli-
ca laute veneti .ino. A ti ir vi; co ei si'inln'a in vitti un mano-ct iliu
affatto inutile; ma forse potrebbe riuscire non inutili: pel con-
fronto che per esso può instiluirsi delie tasse d'oggidì (per
esempio sulle manifatture inglesi o francesi introdotte in
Italia) con le tasse di quattro o cinque secoli addietro.
8292'.
■j.21. Panegirico in lode di Pietro Mccolim, composto da
Giovanni Batista Masi.
Orti™, in i0\ anneri tondi, «rato «li-, di buona conser.wit.De.
Il titolo dei presente codicetto è questo : Ritratto dettiamo.
girìca del padl Don Grò. Balio. Mali Man. Cassi:,, tra rinfiam-
mati detto tiajtam. A ijiic.it'> lilnlo succedi: la lettera dedica-
toria data di Finita: ti ì nvnmbn lG3.'i; indi comincia il
panegirico, eli' è nunposìn di seslitic al ninnerò di diciaotto.
Risulta dalla dedicatoria, che l'esempio di un celeberrimo
pittore, che aveva fatto il ritratto dell'arcivescovo, mosse il
Masi a fame esso pure il ritratto in poesia. Non è in alcuna di
queste stame dichiarato chi fosse quel valente pittore, il cui
solo nomi: avrubbenii forsi: rrilb-^rato a.tti.i più, die la k-ttiiiM
delle sestine scritte dal Masi.
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DELLA BIBLIOTECA DEL I1E. 319
H titolo che, scritto per penna moderna, fu dato al pre-
sente collice è questo : Cronica in Ungila italiana che comincia
dopo il Dilanio, e finisco al anno 1248. E questo a dir vero
sembra a prilli .1 giunta dio sia i! con temi lo del codice; ma
fatto ch'io n'ebbi un qualche esame potei conoscerò, eli' essa
non è che una collezione di diverse memorie allusive sì alla
storia, che alla murali.' , alla pulilica, a; la ivi illune in gene-
rale, ed in particolare alla religione crisi Lina, e ad altri ardi-
menti. Codice venerando per la sua antichità, ma non mi
pare che tribiilarglisi possa lode alenila pel suo merito in-
Irinsico nè quanto alle cose raccolte, né quanto allo stile con
aa3. Il DÌUamondo di Fazio degli liberti.
Bellissimo codice , il quale contiene il Ditlamondo di Fazio
degli liberti. La scrittura n'è diligentissima ed accurata; e
leggendosene solo un qualche passo si conosce subito, che
non già un mercenario amanuense, ma uno studioso amator
delle lettere imprese questo lavoro, che certo non fu di poca
MANOSCRITTI ITALIANI
fatica, couipoiienilo-i il podice di don pagine. Dichiaro per
Unito ch'egli i; supcriore }>rr ogni ri-petto al lucrilo degli
alici due cedici, che dell' opera Messa lui esaminati ili questa
biblioteca, l'uno cioè sotto il n° n3 , e l'altro sotto il a° i ag.
de' quali ho già data notizia. Molti e molli conienti no' mar-
gini attorniano il lento, coi ne ti ti che ini nei idi fimo assai sensali,
e che al cav< Mutui ;■ lloraclie (vedasi il ;.opiiiddoilo furino
u'ing) voleva ridurre, per (pianili ei poteva, a buona le-
zione rpicsl.' opera, non [hiliilo .-.iitIiItto -tali utilissimi; e
quindi pur non ilnhilu di alleluiare , elle volendosi lista lupare
il llillamondo, il novello editore potrrhlie consultare con
granii issi ino frullo il prescnlo indice, veramenlc degno d'una
l 'ibliutce.i rcaie. hi line lesesi Li sol liberili' ite ..ciiLien te : / '.;■
flwil lilirr Furti >tc ì'Wrlìs wiliilis i-iris l'IftYnliiti , Inuisrrijilus dirne
Orlili' u.i.«l(;,slvii", ci alsoktm dir Suihati ultimo Docembris:
ijncm scrìpsh Andrtus (/.jiwi htmli-iifis , Chmtnfnn de Cattano
Imspiù piillui Hill. Litui Ihv li'iniijnlniri, il lìctilut' t/anV 1 in/ini.
83751.
3 3 4- Notizie intorno ad alcuni Conclavi.
Sono due grossi volumi , i quali contengono le notizie sto-
riche e politiche ile' conclavi di diicrsi pontefici romani, in-
cominciandosi dall'anno l3o5 in cui si (enne il conclave,
dove fu eletto al trono pontificale Clemente V" che fu prima
vescovo liurdegalense, e clic trasferì la sede apostolica in
Francia nella cilla d'Avignone; e si termina col conclave te-
nutosi dopo la morte d' Innocenzo X", ciò che fu l' anno i G55.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ?S>
nei quale fa creato pontefice it cardinale Fabio Ghigi chiamato
di poi Alessandro VII". Gii sia l'autore di esse sloriche no-
li':'-, nò i iijii ridilla ti' u le n u Uioir' ■ ile' dui- \ ohi un, i ipirdi in
credo inediti, an/i penso rhr. per umili iudi/j reputarsi |)os.s.i
o^u-sio lo suino uutop-.-ifo. Ciiiiuniipie sia di ciò, pare in-
dubitato che lo scrittore per la sua lealtà ed imparzialità,
die traluce da per (una l'opera, e più per la grande sua
sullerilinlluo ufi r.n emidi ni- le, notizie dai jouli piò puri, coni'
ei a (ferina, e dai iliK-miienù i pi» autentici, meriti da' lettori una
pieni.-..sim.i ferii'. nn.iFiln allo siile min si può dare in ('.-.empio
di bello scrivere, ma non per ciò può dispregiarsene affatto
la penna. Avremo jrn'i a dite lo sle.sso intorni) a molti altri
endici, die sopra l'arjtonii'iilo medesimo de' romani conclavi
si conservami in ipiesla puhlilra ISibliolerii.
8390. — 8591.
-Jl5. Le Assise del regno di Gerusalemme e ili Cipio;
versione di Florio Bustron.
Due gran volumi raru™. In Cugini, fa.all.-rl tonivi, s-rolo in'. <ll bnonj
coDirruiioiie.
Fu al tempo ili Andrea tiriti, doge di Venezia, cioè Dell'
anno i53i, elle, come vedremo, pei- ordine di lineila repub-
urdinanze, cu.slunii. pratiche, consuetudini, diritti, ec. ec.
del regno di Gerusaleiume e di Cipro, codice che ivi serba-
vasi scritto in lin jrn.-i Irniieesi-. li rr,iduLtoi-e obbedì , e mandò
alla repuhblica la versione compiuta che si comprende in
»3i MANOSCRITTI ITALIANI
questi due volumi, i quali ne sono la copia, che ben pro-
liahilincnl.' i: vaia fatta ad in<!an7.j deli' ainlctsrir.lorc francese
residente, in ( j r ■ e.-l jio |ues.o la srj|>l'addeUa rejHlhhliea. —
Nel line della tavola dello materie nel primo volume leggesi
cosi : Le assise de f 'ulta l'orti dui nynn ili llierusulem et Cypro,
tuitltittr da jriiiKesr in ìir.iinn italiana ■ d,: or-ino. de la Serenissima
Durai Signoria de Ventila, per me Florio Busi™ -. noti comandala
:'t ilarii'. siijttori Recioti ili onesto Retjtio ile Cypro : come nodnro
,-li'ltii da li minjitifii-.i Ih-jiuiiiii suina t'.i ditta iritihtttionc. Tutto ciò
che couliensi in questo codice fu prià dato in luce in renella
orila stamperia di Aurelio Plinio, l'anno 1 535 , in foglio, gli
compiali della quiilo edizione sono rarissimi. Confrontai al-
ci diede il di!%entissÌmo Gamba alla pagina (i3 della stia Serie '
diali scritti impressi m dialetto ieite:itmo , pubblicata in Vcneria
vantaggio della lingua quanto alia clizionn , ma non quanto
alla origiualilàdel codice ossia olla originale versione, la quale,
secondochè panni, il l'indo doveva rispettare. E molto im-
|Mrtante a leggersi una memoria, clic inforno a queste Assise
ili (lei usa lenirmi e di Capro , e qnimli in Ionio ;:ì codii i- ori-
ginale francese ed a questa traduzione italiana, che ne fu
falla, pubbli™ io Parigi il chiarii." sigr Pardessus membro
dell' Accademia francese , eoi titolo : .Memoirn sur vn moniimntl
di l'imcien tlroit cotittimicr de la France, conno iohs le nom d'Assises
ila royiinme ile .Irriisaii-m. l'uri:, iotprimrrit ili l'Iasioni ce. 1 829,
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i33
8395. ' ■
2i6. Stori,! <ir:li' Impero Ottomano.
Cartaceo, io foglio grande , cùullui '.•■j^l'k ti r .1.. m". di ottima
La storia , ìi ii/.! [il i'i verini ;i' utf l;i -lui! il !i ;i ilei:' ini j.-t i . Ri-
tornano scritta l'anno lòjfi, regnante il sultano Soliuian .Viari.
11 nati, coni iensi in questo collier, die componici ili A Tiri pagine.
i".-s.i t'i divida in cinijiio libri. \rl primo si ik^rrivono i diversi
palazzi o, come dicono. Serragli del gran signore in tutte le
ritti ili il .-u;i impuro, ii-.comiiiciiiiidosi d.'.l S<. ti .1 lti ii . il! Biir.si;.
a' pie1 del monte Olimpo, Nei secondo si dà notizia delle ron-
fi!- ultimo scrivano, Nel terzo si tratta della guardia del gran
signore, e particolarmcii le di lutti gli u Miniali e soldati . che
in qualunque modo o tilulu vi appartengono. Nel quarto dei
luogotenenti o cuoi andanti ni?: Ir diverse province dell' impero,
loro attribuzioni, onori, olililiglii e diritti ; giuntavi la statis-
tica delle varie nazioni e popolazioni delle province medesime.
Nel quinto ed ultimo e la desemìone de l'ordine eh tiene ii
Gran Signore ijKU'u/e cn-'tiìcti. r,cr i/r,il,:i.r,- \n a>m:<9, il niiantìo mar-
mi alln a narra rimira ii immiti, ir •jtutmL uiUyijiii cali ii l'aitii/tiuni.
poi particolare di tulle le unirai!' in denaro del gran signore,
le quali asron (levami allora, eior sul ptiin ipiu del secolo \u",
a no milioni di durati. ronispi indenti -, i -.0 milioni di franchi,
poiché lo scrittore parla del ducato veneto , il quale ha il va-
lore di circa tre franchi ; ed in fine si dà io succinto un'idea
j3« MANOSCRITTI italiani
dei modo con cui gli Ottimati maritano lo loro figliuole, e
ili ciò ch'essi pralicauu dal mtmieiilu della uiii.nji- eonjugnle
per promessa iutln sino ni [.mulo rli porsi a lclto per la cen-
so immune ili'l iiiali'iiiKiniu. Vll'oilima pagina, del carattere
slesso ili tutta 1\i])i'[;l Jo^t'tl 1^ soUuwrraoiK' ieguente: //amun.
liln : i:iil,eì:<i!. Ami. i '.iliiì. IV I minio culi cui e scritti, ([iic-lu
endici! si conosce non esseiv sialo .111 Italiano In scrmoiv.
benché tutto in lingua italiana scritto. 11 eh. sig' llammer
sopra lutti ci potrà dire, se sta questo un originale, se sia
traduzione d'altra lingua, clii sia l'autore od amanuense che
si dà a conoscere nella solloscriiione qui poco sopra ripor-
tata, e se l'opera sia stata o no data alle stampe. Ciò che
parve a me, in leggendola in alcuni luoghi, è che ii lettole
rimane persuaso di due fusi'; in prima elle colui che la com-
pose era assai hene instnittcì del .-mi arsomene;, e la seconda
chi' indili:;; chi li'L'ge a prejlarjiiisi tutu la bulina lede.
974-2*.
Lettere del maresciallo Pietro Stralli a' personaggi
del suo tempo.
Cartaceo, ìd foglio pìccolo, cantieri conivi, ver» li ine là dri secolo 11 r>.
Comprende questo codice una racco] la di Ietterò scritte dal
Min cc.se in Ile Pie! re Strofi in diversi tempia diversi personaggi.
Comincia il codice con una instruziono data dallo Stroaii al
suo segretario intorno a ciò ch'egli aveva ad esporre in suo
nome al re cristianissimo; indi seguono le lettere mdii-ilte,
ciimo <■■'■'• ilellii, ìi \a:;j personali e sopra varj argomenti;
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. q35
si comi' ad un eiirjinale w\ir,\ Li [rm-rra di Siena, rolli data
del mese di febbraio l55s ; altra ad un Pallavicino, di mano
i55i; altra a monsignore iSi Codeim a Veneiia, dello stesso
anno, (i cosi successivamente sino al i i r: di'] volume. Non sono
slate pulihlicalc queste lettere, ma senibriiini che inerito! cblier
la luce e per la penna elio le ferisse, o pc' grandi lumi clic
trarne si potrebbero per la storia d'Italia a quo' tempi. 'La
iiislruiioiie, di cui bo detto da principio, é preceduta da un
alt™ discorso elio incoili i uria rosi: « Farete intendere a Sua
« Maestà elle avendo io resoluto molti giorni souo di spedirvi
- alla Cor te, con il suri-esso dell' anno passato, no. sono stato
• intrattenuto un mese e più dalli thesau rieri, ec. > .11 codice
non é nè autografo, ut autentico, ma leggevisi cbiaramentc
scritto cb'é una copia fedele ed esattissima di lutto quello, elle
d'altro codice fu in questo riportato.
228. Scritti la più parte con re memi il regno di Francia.
il titolo generale di questo i:upnri;mie codice é : Commen-
tarj ililh- («.te dì l'rascia. K quesli in falli da mio nomili eia memo
al codice; ma altri scrini esso coni iene di non minore impor-
tanza, rie' q udì però dovremo eonieu 1.1 1 ci ili snpcine di argo-
menti : I. Souo d pie in priimi Iiuii;ij i sopraddeni eommen-
tarii, i quali non hanno il nome dell' autore , e principiano
cosi : « Commentari! delle unioni del regno di Francia concer-
■ nonti la religione ,i alni :i elidenti , cominciando dall'anno
■ i55G. La Tregua roncliiusa ira Carlo Quinto Imperatore, et
i36 MANOSCRITTI ITALIANI
« Hciirico Re di Francia a' ij ili febbraio 1 55tì , per la quale
<■ eglino continuavano il pos.-rHO di quello , die nelle guerre
-■ passale I ijì v i : v n r n omipalo, privisela .-jn'iano di quiete a' mi-
pseri slati loro, et a quei d'altrui, ce. ee. ■ Questi commeii-
Larìi sono divi-i in quadro liln'i, cil occupano la più j;ran
parlr df1! codice. 11. lincilo ehi. il lk Christiiiiiissimn fu iiitemlere
il Nostro Srjjnore circo k eeMimtitiae ilei Qweiliii. i'rr l' espedi tinnì-
de xml d'ottobre i5Gó. IR. hstrattione di quello, che voi Don An-
tonìn ili Tnlnln frinir ili Lenii: , WMi eiujilin , liti min cnnsitjliti ili
Stato, et mio caat!kri::n mini yiV.-, limite ila pire et da tracturc
in franerà , linee /il presente \ ni ci manditimn. Di Toledo , atti ii di'
settembre ì jfio. La quali! iiisii ii/iiinc ù sottoscritta in nome' del
Re Cattolico do Gonza! Perei. IV. Risposta del Re Christianis-
iim et della ReaimMadrea Don Antoniodi Taledosopra il Imitato
eoa le loro Maestà in nome del Serenissimo Re Cathoiieo, ii xnt di
settembre ] 5Go. V. Supplica della Facoltà teologica Parigina al
\'.e: Oisriaiilssimu. Ksslì e sfritta in la'.imi, ed io uc. lo men-
zione per dare intera la notizia del codice. VI. Copia di ima
/die™ del ["onte di Viterbo al airtliimle Tornane ; di Parigi, o'iv
di settembre i 5<k>. VII. ed ultimo , altra copia ili lettela strilla
dal Vescovo di Vi tori») Nunzio del Papa in Francia alli Nunzii
ili Germania. Data d'Orleans a' ih\ di dicembre l'anno i56o.
aag. Dissertazione sopra la Lega; giuntavi una quistione
intorno al Re di Navarca.
Carlawo, in 4*, cirSIU'ri cumivi. il] sul |n iiu:i|iii: il.:] stadi! ini", di |agioe iio.
La prima scrittura contenuta in questo codice lia il titolo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i37
seguente : Dissenti: ime: ie:i:e,ci :<-jli i ij- ui che in Leija kaprvdotti,
questo l'argomento che dapprima si tratta. L'autore non n'e
palesato in alcun mudo. Do le prime, e le ultime linee dello
scrìtto a fine che, aggiungendosi alle mie le altrui indagini, si
possa conoscere s'ei lupaio in Imi1, poiché sembrami non ne
avrebbe l'orsi: demeritata la stampa a que' tempi. Incomincia
cosi : « Quale si voglia irilcnlione che s' habbino avuta quei
. della Guisa nel fare ia Lega, egli è ben certo die perii manco
" l'avvenimento ci. il succedo n' è italo d jnuo'ii^ìmo alla Me
« licioni: Cattolica, alili. Stalo et Coruna di !■' rancia, dagli autori
n stessi de la Lega medesima, ec. • E termina con queste pa-
role: • Amidi tutte li: sc^l. ■Mulini el i:ii pietà di questo mondo,
• quella- è (1* ipocrisia} la rn^inre e hi pi': empia ; clic è mas-
« chcrata e travestila del nome di bontà et di pietà. . Pare che
questo scritto italiano sia stato dettato da penna francese,
poiché v'ha a quando a quando ne' margini qualche aimoU-
aione di un Italiani), che pone in chimo alcune frasi o voci,
che, giusta il suo avvilo, attendono meni) all' itajkiu che nìlj
lìngua francese.
11 secondo scritto, che condensi nel presente codice è il
trattare la seguente quistiono : Si- il He. ili AWirai (che chiama-
vasi allora semplicemente — il Naeurm } , fuceiulisi cattolica
debba estere dui l'upn l ihantletin , et lun-ituiti per Re di Francia.
Pare che <iii;;idi in caso consimile non si proluderebbe più
MANOSCRITTI ITALIANI
9914.— 9915. — 9910. — 9917.
l3o. Annali ecclesiastici e secolari di Alessandro
Tassoni.
Oliali!» vili inni .Mrl.iivi . in V |.'i;iii<]i\ r,li,htl.'[i l'usili . H.-.Mhlo \;:r. ili
Il titolo o frontispìzio del codice è come segue : Rìttrettn
i/.-y/r Mundi m ksitiftin 1 wvturi r'r Mr'.'tuuhr, 'l'astoni, tvu Jii-ersr
■..:nsi,i-ì;i:i.:ni 1: yv.nimìwriif. d;i ;;.■■)( ■(.',/( ii.y. in ,;.'(■ itili- '.use dette dal
('.indili. Ilartiiwi ■• Ai'jh nitri. Unirlo titillarli .-i Riunii opri'a ine-
lìitli. mlllenUlil in h vili 1:1 ili ili .'.irea (ioii pagine e.isiselied lino,
m.l 1i11ch1iL.il> iii mi lai unì a:'eliili.ttoiii.-.'o r, penna eliti unii è
sp ri.' p'vole, Nethi parte superiore I: delineata la Corona Reale
di Francia, ed al di sotto sono i tre gigli; ciò eie fa vedere
i-lui il mano.sciiltu, il' altronde mirini quanto ai earatlci'i iiellis-
simo, 0 dUigeiilii-iiimiicrjte (.'situilo, non solo già apparte-
neva alla Francia , ma o fu fallo per ordine ed a spese di
questa corte, ode un dono elle a quel tempo fu offerto nll»
(■(irte medesima. Km noto questo bel codice a Lodovico
Antonio Muratori, il quale intorno all' opera presente dà im-
portanti notizie; nella vita del 'l'assoni preposta alla Sirchia
rapita nella edizioni* di .Modena, l'anno ìn 4°, alla quale
rimetto i lettori.
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. i3g
9919'.
a3i. Lettere scritte al cardinale Borromeo da monsignore
Contiene questo codice uno collezione di — lettere seritte al
O.irJattdi lìemjniLV ikt :iìmhu:!v-p:- YhuMÌ ijiiandu fu al Concilio ili
Trento. Vedasi ciò clic si dirà ilei codi» segnato eoi n° 171 ,
di cui n'ècopia il presente; il quale però é scrìtto con dili-
geiua maggiore , •■ prò dirsi codici! elegante.
9920'.
2 32. Commentarii dello cose di Roma dall'anno 1376 fino
a' tempi di Alessandro VI", scritti da Stefano Infeslura.
Cartaceo, in foglio, caratteri corsivi, secolo mf, di pagine 800, rli Imma
Leggonsi da bei principio le seguenti parole : Commentarli
rerum (Jrianantm ali unno M.f.re.i.xH). usque ad tempora Akxan-
iri VI. Alidore Stfpiitwi Infatuili • ir? [ìiuiluim. 11 ixj.i.xvhj. Questo
r 1 1 1 n 1 - r j i il (itolo , r:J n"- rudi:, pi ima pagina ir apposto al pre-
sunti» codina cri ì: pur conv.'iiii-i ilei) multi datti, | iti udì ut I ir dal
principio al fine è quello appunto il contenuto del codice
stesso. Ma di essi commentarli o storie, sono alcune parti
irritte in lingua italiana . id altre in lingua ialina. H coinin-
ciatnenlo é questo : . Neil' anno Domini mille ducente novan-
« toquattro nella vigilia di Natala fu creato Papa in Napoli il
ifa MANOSCRITTI ITALIANI
« cariiiiiaU- dello ili San Marlin» in Monlc, ci In chi,iiiiato Bo-
li nifacio Oliavo di casa Gaetana, et nei suo tempo fiori in modo
» la fattione Guelfa et Gibellina , che ■ ec. ce. E termina il co-
dice con queste lince : ■ Et incontinente la manina seguente
o lo Papa manciù [alili per coglier Ostia, et nulla polè avere;
■ onde a' dì -ili del dotici mese apparecchiò le Bombarde
- grassi; ci piccolinc ron li- ulti..; arìi^li.'irie per andare a campo
«ad Ostia.. Dal titolo di questo codice, dal suo comincia*
mento, dal suo fino, e dal nome dell' autore potrà risultare se
fu o no pubblicati! il presi 'ii le i «a miserimi che pur sembrami
di non poca importanza, e quindi di quanta celebrità e fede
[■un L'iti» dino. A buon conto io posso asserire, che non ho tro-
vato alcun cenno (li questo scrittore ne pure nella BilHografia
stortili tifilo stata jy-htifitic pubblicala in Roma 1' anno 179», in
a", della quale fu compilatore Giuseppe Cernitori.
9955. — 993Ù.— 9935— 9956.— 9937.
9938. — 9938'.
233. Relazioni, Memorie, e scritti diversi
di vario argomento, pressoché lutti concernenti l'Italia,
e cose italiane.
Simo iniEsti stile numeri si Himpr™l m i iihictlami frulli-i cartacei, in foglio,
r àiiiHri j r.r:>ivi . ilf r..:: 'ill .\'C i- uri", .li l'rj in.i ir iu..'ili..rjr r- 1 1. i:.ii-rlh. : r
1 -zi -! L L prjrl.uirs il Ulolo rcnciico di Helaziom , 0 test DKr.nac. iiu.ia&e.
Polendo esser utile che si conoscano tutte queste relazioni e
cose italiane piti particolarmente, non debbo quindi omeltcre
di dar l'esatta notizia di tutto ciò eh' ò contenuto in ciascheduno
OlgitizBd ùy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5di
do' sopraddetti codici. Nel primo pertanto sotto il n° gg33 si
comprendono le seguenti materie : 1" L'elenco di tult'i doni
che fecero i Principi alla Sede Apostolica , incominciando
dall'imperatore Costantino, e terminando al pontificalo d'Jn-
nocenzio 111°. — 11° Relazione della città di Venezia, fatta da
Don Alfonso de la Qucua Conte di Benamar, già ambasci a lo re
pel Re Cattolico presso la della repubblica, e cardinale.
IH" Sommario della storia di racsscr Francesco Guicciardini
■ l'anno i4ga Lorenzo di Medici, il (piale per la sua virili et
«industria bilanciava le cosed' Italia » oc. IV" Un discorso sulla
libertà dell'Adriatico. Non ha nome di autore. V" TMa:iem: rr-
ridieadi quella di' è postato fra In Sireniamia /{ry.Ti'ifiVa ili Vmttin
et il Serenìssima .hiiiii.rn Fu-tUi-.nniu ir ii [ulta d' Yscochi sad-
diti diS. Altezza; ci le ragioni die dalle parti si allegano, et il suc-
chio della gaerra; el anco fra ìl sia. Duca di Savoia et il siij.
Don Pietro di Toledo, scritta da Emanuele di FcrdcsinHa. Ili imitino
le notizie, come leggasi in fine, sino all'anno ifiiG. VI" Re-
lazione di ciò ch'c accaduto in Vercelli nel secolo irti*.
VII° L'arringa fatta in Senato [di Venezia) li à jbfc~ ]6an da
/laniero Zeno Procuratore, iloaa/e nel salir eh' ei fece alla Tribuna,
adi che Vincenzo Cappello et l.uiiji Fimmini ad alta iva dittero —
andiamo aa — onde il Zeno con riso tariate comincio così : • Mi ha
. tulio con I.iiti in ilio l'.iui (jui'ILi voce iifcila ih una Iuhiji
.sacrilega — andiamo via. — Cirilla detto tal parola non può
• essere buon citladiuo della sua patria, et amatore della libertà
■ nostra, e. quelli che vanno via per non ascoltare quello eh' io
.voglio dire , è da credere che non vadino se non per far
• male, >ec. Vili" ed uitimoèitn Memoriale del di la taglio i R4g
a ehi vuol far terreo castelli novi, dove non è niente.
Nel codice 11°, sotto il o° nn3d, si contengono le cose
lAa MANOSCRITTI ITALIANI
seguenti : I' Cini nic.cmìii noti/.ia, clic iti prendesi in trenta
pagine . [Idia casa d'Austria per ciò che riguarda lo stato suo
politico e amministrativo j la quale notiiia fu scritta per co-
mandamento ili un allo personaggio, di cui tacesi il nome,
e, secondo clic mi pare, scritta nel secolo xvi°. Il" Uno instru-
lioin! del cenile della Mirandoli .il suo figliuoli quando andò
ainliasoialoiT. presso Filippo \" re di Spagna L'anno 1 55S ; ed
è assai bella e piacevole a leggersi. IH' Delazione del regno di
Spu^iK. , M-nlLi ih \1 it Inde Soriano ambasciatore veneto presso
il re Filippo. IV" ed ultimo, la storia del conclave di Ur-
bano Vili*; omettendo di riportare molle altre cose latine, e
spaglinole, e IV usi , scritte; f slanciale , die sono in questo
Nel codice 111", sotto il n" oo35 : Ia Relazione delle cose
del Turco col Soffi; la quale incomincia nel modo seguente:
n Scrivo le cose, clie avvenute sono nella guerra, che nell'
« anno della salute nostra 1 553 Solimano Ottomano Signore
■ de' 'l'orchi ha principiato di fare contro Sciavamas Re dì
■i Persia e d' Armenia detto il Signor Solfi; al che fare posto
., mi sono per passarmi il tempo ' ce. Sono circa cento pagine,
e non v' ha nome di autore. Panni che la relazione sia ben
degna d'esser Iella. 11° Un lungo discorso di circa 160 pagine,
pel quale si dimostra quanto a torto venga biasimata la Re-
pubblica di Venezia per aver conchiusa la pace coi Turchi nrl
secolo ivi"; e qui puree taciuto il nome dell'autore.
Nel IV" codice , sotto il num" 9936 : I" La vita del papa
Leone XI", che incomincia con queste parole: • Sempre nella
« tiiii|[«li;i il.-' Mollici si sono riconosciute molte e chiare test i -
. monianic della Provvidenza di Dio; > ed è compresa in 20 pa-
gine. Il" La vita del papa Clemente Vili", ed incomincia cos'i:
■ Qoanto il più delle volte riescano vanì i disegni umani » ce,
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. )43
ed è compresa in 90 pagine. 111° La vita di Ferdinando Me-
dici 111° gran duca di Toscana, ed incomincia : . Il Principe
«Ferdinando, Primo di questo nome, nella casa serenissima
■ di Toscana, essendo uncin a jjioni netto, » ce. ed è compresa in
100 pagine. Delle vite contenuto uri presento codice non sono
dichiarati i nomi degli autori, e sono scritte con qualche de-
gan sa di stile.
Nel V* codice, sotto il n° 9937, si trovano i scritti se-
guenti : 1° 0rti:i«rc- de1, ellirìaimi.- wi>. Mitriti Gir.';!).'. filmi ìittinttito
Ambascia/ore della lli/nMliia ili lene-iti pram il llr (Cristianissimo.
Questa oruione è compresa in 80 pagine. 11° Relation! del ch-
riaimo mes.Mickìel Soriano ritornato Ambasciatore della Rtpabblica
di Venditi presso Filippo tic di ,S/ire/;w ; 0 (jtii-slii relaziono eli' è
comprosa ;ri (io pagine è ([nella slrs^i olio iogjirsi nel secondo
di questi it.rlic: , ri ■'•]* tradì urli;! Ri bli olerà .sullo il ri' (J(|^'|.
Ili* JWfl Itone del c(arij° mei. Gin. Midiele ritornato Ambasciatore
dilla Hip 11 Idi lu ti di Veneriti premi la lleijina d ltit}liilterra nslT anno
1 0J7 ; e divisa in due parti . ed abbraccia tao pagine.
Nel codice VI*, sotto il n° gg38, sono le cose seguenti:
I" Succinte niijitiititjlin dei Marclesatn di SuÌ\ì;;o . censì dell'altre
terre dello stalo di Sua \l«r<t,i diluii da' minili . Il" i na inslruiione
sul modo di governare il ducato della Mirandola sotto la pro-
che sui ducato medesimo. Ili" [In discorso sulle giuste pre-
tensioni ikl duca di .Vvcr.i alla erediti lasciatagli ila Malga-
l'ita Palei do;; :1 dindi. '.-sa ili Mimimi, e M.irclies) ili Mollici l irto
con suo testamento pubblicato il di 29 dicembre i566.
IV* Stimmariu del di-etrto Imperiale ili darlo V" tiina il Irtfllto che
feci Usi.]. Dnrn dì Mantova di felice memoria di otto mila dncati di
entrala prr miti itili sm jtjlnttili. V" Prima offerta del sii/. Camillo
Simonetta al sia. di Sanie. Albino, l'anno 1 5G7, cioè clic per
iU MANOSCRITTI ITALIANI
l'offesa ricevula jrli olire ili ballmi in ducilo colla spada e in
camicia; risposta del sig. d'Albino; replica del Simonetta;
risposta del ai», il' Alili iti] n questa replica del .Simonella; lei-
fiinftden/iale (Irl d'AÌLino al sig. Leonardo della [io*
vere ; parole dette dal cavai8 Birago al sig. Leonardo della Ro-
i'ti' inturno al dello c r^onientu ; risjiobls dui Simonella il
cjv' lììn»»; aki-.i olirei, i dell' \lljini. ; ri.po.-ta <\r\ Simonella ;
i1!-] ilici: d»i d' A II ii no ; idi ini a replica del Sìmune-tla indi-
li Ila al disila lìuvrc; ih ivi dir li-pislo i.! ri: fi li dm Ira I' A Ibi mi cri
il Simonetta, per le (piali ai viene in line a buona composi-
zione di animi; ciò clic fu nell'anno medesimo 1567.
Nel VII" ed ultimo codice , sotto il n° 0(>38' , è una pre-
ziosa collezione di lettere scritte dal nunzio del papa in Fran-
cia , che fu .li poi il cardinale del filinolo , a' più grandi e dis-
ello, sotto il generico titolo di cose italiane diverse, contiensi in
questi sette codici. Nulla to dirò del merito ed importanza
degli argomenti, che vi si trattano, perchè ciò che può sem-
brare di poca o niuua importanza a taluno, può esserne di
molta a qualcun altro. Certo È intanto, che per la massima
parte sono tutte cose inedite, e che alcune, anche perciò che
concerne la nostra lingua, panni possano
lettura e lo studio.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
9938'.— 9958 ". — 9958 9958 '.— 9938 '.
_9938 '.— 9938 '.— 9938'°.— 9938".
■ _ 9958". —(9958")— 9958"™.- 9958".
— 9958".
2 34. Raccolta dì lettere di monsignore Ubaldini Nunzio
delia Corte di Roma in Francia.
Tredici volumi culacci (non compii™ il n' 9938". di cui clìrauio a suo luogo),
in H grande, caratteri corsivi, secolo nif. di dna 800 pagine ciascheduno,
lulti di ultima conservazione.
Contiensìin questi codici una coììerione di lettere scritledi
Parigi da monsignore Ubaldini nunzio apostolico presso il re
<■ristL.-iuis-.irsn> olii cu (liliali Borghese e Lanfranco in Roma. Le
lettere che si leggono ne' due primi volumi (seguendone l' or-
dine come gli ho notati qui sopra) portano le date degli anni
1607, 1608, 1609 e 1610* nel 111°, hanno hi il, ita (K'U'iituiu 1(101:
nel IV, V, VI", VII' e Vili" la dato dell'anno ifii i ; nel IX1 e X'
sino all'ultimo la data dell'anno 16 la fino a quella dell' anno
ìtìiG. Non ò dichiarato in alcuno di questi codici per co-
mandamento di chi, dove, ed in qual anno sia stata falla la
presente nitidissima copia di esse lettere, le quali certo non
furono mai pubblicale. Quanto alla Ioni inqiorliiii/.a , massimi'
per la storia dei tempo, i-ssa si appalesa ben grande pei' se me-
desimi!, considerando soltanto all'autore, ni perso na grjj cai sono
ìiidirilte, ed al luogo donde partirono. Si manifcslr.ua in esse
i principj, le dottrine, le consuetudini, e le massime, che cosi
qu.-mlo all'i religione come qua old alla sede pontificia erano
allora ammesse ed approvate dal re, c dal regno di Francia.
La diversità dogli argomenti che v i si trattano ; le quistióni
MANOSCRITTI ITALIANI
insorteli consigli clic si domandano; le notizie? di tutt'i pubblici
avvili; Ir. relazioni di all'ari segreti dulia curie del re c.t'islia-
uissimo;ie querele clic ijcriir spesso si menano Verso la corte
di Roma; le minacce elie» quaudoa quando pur si fanno alla
corte medesima, lutto ciò, come ognun vede, rende questa
colleziono del più alto pregio ed utilità. l'i quanti lumi in fatti
non potrebbe all' uopo iiarre la l'cancia, non clic ogni stato
cristiano, (In questo pulito, ili pio euri cu , e religioso 'p'.s-
tolario, nei quale non senza maraviglia veggonsi lungamente
e talvolta con poco fruito dise.ns.-i aleni:! ailari , elio oggidì ,
secondo ch'io penso, si terminerebbero con una sola ietterà,
anzi con una linea ! — Nei line ilei volume i.v1 ( <j<'.i3S'' j e itala
aggiunta alcuni anni dopo una scrittura , che fu fatta in Roma
per essere presentata al papa, nella quale ti tratta dell'autorità
che può o no avere il pontefice sopra le cose ed affari tempo-
rali de'prupiii ed alleni slati. Il cardinale francese d'Kstrées
pensò ili mandar copia di essa scrittura al suo re; ciò elle fu
l'anno 1G88; e di poi per cura dell'arcivescovo di Reims, la
delta copia, Uri quale fu inviata al re, è stata aggiunta al so-
praddetto volume IX" di questa llumiìtn Min neijudtaìoai Mia
jVdiiiiVitnra Ubatdiai.^- Della quii le raccolta dissi da principio
che sono tredici volumi, non compreso quello eli' è sotto il
n° <ju38", perche, nulla ha che fare con essa raccolta i e perciò
mi riserbai di darne qui la descrizione onde non alterare
f ordine numerico con cui sono posti nella Biblioteca essi vo-
lumi, ciò che mi sarebbe avvenuto se avessi collocato il detto
codice o prima 0 dopo di quelli.
Esso dunque è cartaceo in foglio grande, caratteri corsivi, se-
colo xvit*, e £ ottima conseniatione. Contiene tulle le lettere e
le memorie concernenti la negoiiaiione , ch'ebbe il cardinale
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ai,
Spada nunzio apostolico in Francia negli anni 162601617, in-
torno alla censuratici fumoso libro composto dal gesuita Antonio
Santarelli, clic ha per titolo : Tntiiitttis ih- hom.u i:t schisatati1 , e
che fu dato in luco in Roma in sul principio dell' anno 1626.—
Le dottrine di questo libro sullo potestà del pontefice nrìh
punitone de' principi erotici; il libro clic fu bragia to d'or-
dine del Parlamento per mano del carnefice; la citazione di-
nanzi al Parlamento del provinciale della compagnia di I resù;
sono tutte cose ben note a ehi s'intrattiene in questi argo-
9959.
a35. Scritti scientifici e letterari! di vario argomento.
Cartaceo, in fn^Hn, i.irjfisTE c-in-lii. sitiiìii mi', ili limili. tanserniione.
Varie materie e scientifiche e letterarie formano il conte-
nuto di questo codice; e benché alcune sieno in lingua diversa
dalia nostra scritte , pure occupando esse la minore parte del
codice, e gli mi tori Inro cucini, 1 italiani, penso dì dar intera
notizia di tutte. I' È un compendio in lingua francese delle
vite de dodici Visconti composte da Paolo Giovio; ol cn"jp
8 pagine. 11° La storia, 0 più vera mente biografia, r-.-n pn i-
in lingua francese, de' principi della Savoia e del Piemonte,
scritta da Giovanni Roterò, v L'i.ì pubblicali! in Torino l'anno
i6o3; e ciò contiensi in undici pagine. Ili* Alcune \atc sopra
1 diluirsi di \ircnfa Wueltiairllt, le rpuli jlibraccianii diidiri
pagine. Queste noto scritta in lingua italiana, le quali non
giungono, che al libro 111° de' discorsi, ini sembrano tanto
pregevoli per se stesse, quanto vlv^n toni cui.- finitale. Chi r.r
sia slato l'autore, se abbia fatti di poi i suoi studj oltre il
libro IH") se tutte o in parte esse annotazioni sieno edito 0
a AB MANOSCRITTI ITALIANI
inedite, nulla <li tulio ciò potò risultarmi dalle indagini fatte,
uè dal codice stesso. Trascrivo intanto a lume degli studiosi
n Popolare. ?
.nico.gli c
' ne' tre rei; tgìchò avrailo coloni che prudentemente ordinano
■ leggi, > ec. IV" li una llamik significatione a Nostro Signore dei
modo di conseguire la foitvmrW tir-' Prim ipi llen-tici aliafeds Cal-
tr.hm. Clii sia l'autore di questa sìgnifteazionc, ebe abbraccia
1 1 pagine, ed a quale il'1' sonimi pontelici sia slata indirizzata,
non saprei dirne. Posso dire bensì, clic ne quanto allo stile,
ne (pianto alla uà lucri ili-' cingigli olii- si danno al papa per ag-
giungere il sopraddetto scopo , non mi sembra cosa di merito.
V" Anrei Avvertimenti dei Gitin-ianlini. Sono resi già stati pub-
blicali in Parigi per Federico Morello, l'anno 1676 , in A*;
ed intorno ad essi veggasi, se cosi piace, ciò che se ne dirà
nel codice n° 317, art" i3°. VP È la vita in latino del beato
Andrea do Corsini, scritta rial P. Andrea di Castagno, là quale
fu lolla da nu .in lidissimo codice, di' i'i nella biblioteca Vati-
cana. VII" Una memoria intorno ai diritti politici e amminis-
trai i\i d' ori carili naie già Tinca di Man 'ni il , de' ijiiali fi len-
ta-. ,1 spogliarlo. La memoria e scritta in burnir, lingua italiana;
contiene se niente e aneddoti ini pori ni ili . ina disgrazia la meule
manta di alcuni fogli. Vili1 Termina il codice con alcuni'
massime politiciie, e morali scritte in lingua francese, ]e quali
souo tratto dalle opere del Macchiabili .
DELIA BIBLIOTECA DEL RE. i&a
a36. Vita di Francesco Sfuria, scrina da Antonio
Piace» li no.
Prciiosissimo codice, il quale contiene la -vita c le gesto di
Francesco Sforza, che fu il famoso duca di Milano sino ali'
anno : iub . nel (pialo mori. V. dico piccosi; 'dmo , puicliò con-
siderata in ogni sua parìe la ri celie?/.! , e riiagnilicciiia del co-
dice, ài [ino presegliele c!l' ci -ji:i quel u;t",lciiinu codice . clic In
ollerto .1 ipialclic pnrsnun;:;;!!) della lamialia tli-llu Sìoly.,., arni
probabilmente a Ludovico Maria Sforza, soprannominato il
Moro; al tempo del quale nociva mi le a i li liei le, e singolar-
mente la pittura, l'ergamene tutte scelte e bellissime, carat-
i.1 'ri ni li rissimi e m 'in pie uniformi dalla prima sino all' ultima
linea, iniziali tutte miniate in oro e colori, la prima pagina
ornata aifiritornu ili una elegantissima e a:^ai ben condolili
in in in tura, al Lasso della quidii è il i-itra1.li) in prillilo del duca,
ch'io non saprei cosa di più fino e di più dilicato possa ese-
guirsi, e soprattutto la grande miniatura che riempie tutta
intera la prima pagina ove incomincia la vita; miniatura che,
e pel disegno e pel colorilo, ricorda .-.eo/!i limoni di sbaglio la
scuola e lo siile del Vìnci; tutto questo mi conferma nuli"
codici, eli' io m* abliia veduti. Principia cosi : tiiMuiìi et wiijv
je/ieraficnii magnanimi et prestantissimi uri Domini Sfirlia di
li ,'iii.i/u .'';.' de C(i.''.Jir')fi n'iJfri,™ per SeiviiLsìnuiiii Prilli ij.em Domi-
nata Roberttim ile /inieiid l!<. immurimi (tcv.'j! i'ndna unni; )):-
miai H.ccc.Lxxixvn. Dopo di ciò segue in caratteri d'oro il
ilo MANOSCRITTI ITA LI AMI
Cumpciidiu tic i/ali / ntai/iumiuiti i I ijltiriiiìininiti Sitjtioro Sftir;ti
ine. dal tempii Min imi io<;\ì it i. fivo nil/t muri-: sua '.'.-nif-iltil'i in tal-
ijure jier Alibihit> Piatì tilipf ni (' illnt» u.tcec.l.vill. il; Milani, .rad'. In
lim. tigiton francato Sforza Dava Quarta ine. La storia è com-
presa in ano pagine, neìl' ultima (Ielle quali leggesi conni
seguo : Altri gali J ! Conte l-'mncesce per ultra modo si icraono
fartiealammte ti onfi'iintamenfe in altre carte. Amen : tao, sii libi
Jesu Ckrisle. — Ikrtliobmetu Gamhay/nok Creiaoneniis tcripsit,
mandali- Ma-jiiifiu Diluitili Vnultisini Sliianlta, Diualìs Secrtlarii ,
iliii i iotsinui >t puntiti > ;u.:a:i:.i.\w\. primo. <} ii auto allo siile deli'
Oliera, ed a ciò cln: eruieernc In nostra, i'uvrlla , non mi pare
die il Piacentino se in; piidia-sr Unta tura . ([irsuta ir1 adoperò
In Stallai nel J Vi t l.-i li-aM i'ivi ic, ed or -la ron lauta spleiuli-
(ìazza. — -Nel oala!i>i;o deli^ storia parlirolari d Itali.i romjji-
lalo da Gin. Antonio (boleti e rialti in luce in Veiio.ia lanini
1779, ìu-i", ed in allrì scrittori di bibliografia, non che di
storie clic rigiurrlfii.u piccia l:m;nl.p la olila di Milano, 11011
trovai registrato il nome di Antonio Piacentino; ed il cb°
\h. (Ianni Piidiuin < lo Un ro^i:i publi'aca lii lilir.itcrja di
al quale più parli cola mielite io mi rivolsi nelle mie indagini ,
mi accertò, ebe le due bibliotccbe Milanesi Braidense ed Am-
brosiana non ponilo dare nolmii alenila del sopraddetto seri t-
ioi'c Piacentini, o Piacentino, 0 Piacentino eh' ei sia.
9946.
337. Sulle famiglie di Genova, Memorie ib Giovanni
Cibo.
CarUuM.i" foglio, cantari trirati, tweltì ivir, di buona conscrvuioiie.
Sembra per molti indiij potersi questo codice reputare
DiajiizMBy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,Si
l'autografo. 11 titolo ch'i scritti) in su la prima faccia é il se-
guente: Compendio ikil'uriqinv d:l'c jitnwiiie ti Genova, di Gio-
vanni Cibo di Hào. Comincia dalla fornelli, Cananea, e termina
r.on la famiglia .Saliti. Sui principio ri l-~ use morie di ciasche-
duna di esse famiglie sono l'armi gentilizie dipinte in oro e
colori. Dopo ili ciò viene la -n 'ir de doei 'li Genova, inco-
minciandosi da Simone Boccanegra che ne fu il primo l'anno
i Ì3(|, e chiudendosi coli Ti mi nia^o Tran™ no. il quale fu doj;e
l'anno i655. Mei proemio a quest'opera leggo cosi: «Ma
^perchè per quello, che a mo m: pare, ha il liuiifadio, il quale
« scrisse i falli de' Genovesi, inoli': cu:;r Hi memoria degne tra-
■ lasciate, queste da me Giovanni Cibo saranno scritte; e se non
« cou qualche dire pulito et ornato che a ciò h ri certe, almeno
» tempi hanno lasciato memoria, ■ ee, ce. F- veramente panni
indicarsi pnss,i unii sevillo ili !n-ona Ielle. — \ « i n i cum|ct'
i Genovesi siudieei ed iimaiuri i.;>ccialir:entc delie ee,se delia br
patria se mai potesse loro (ornar utile la notizia della esis-
tenza del presento codice, che per le indagini latte io reputo
■\ÌK. Stona dell' i=ola ridia Corsica.
Condensi in questo codice la storia dell' isola delia Corsica,
divisa in tre libri, e compresa in aoo pagine. Nel P di essi libri
Bt parla della sua origine, della sua posizione geografica, della
sua agricoltura, della sua industria, e delle sue rendite; nel
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a5» MANOSCRITTI ITALIANI
li", dello stato suo morale e sociale; e nel 111°, dello stato suo
pi.il il ico i:;ì jniniinis'rati\ u. Mente io dirò sii ila ■."i-iiti ed esat-
tezza dello sturino [ chiunque ei si sia, ciò che non apparisce in
crai arr n e iu stilo e. hi lingua nostra, i; scritta assai bene; ed
anche per questa parte, se gii noi fu, meriterebbe il codice
il' essere conosciuto, Leggendolo qui li, m' incontrai nel libro
11° in alcuno linee, clic voglio qui trascrivere, parendomi che
per esse possa pur giudicarsi dello sincerili e lealtà tienilo sto-
rico. Dopo di aver parlalo di alcune virtù murali e social!
degli abitatili , si come della urbanità e cortesìa loro verso i
forestieri, segue in questo modo : ■ Perciocché quando arriva
■ un forestiere in qua li: he (urrà eia-nino corea dì averlo in sua
« casa, et dà opera che. sìa bone trattalo. lil medesimamente
■ nelle donne grande ù l'onestà no 1' abito loro.... Ma dopo di
■ aver piirlatu di Ile rese binimi, verniamo alle tallivo; per-
ii ciocché, conio dice il li Tornio , le cose opposte el contrarie,
■ rum p:naii' insieme, si rouiuc'ii'-O meglio. Si trovala per lauto
■ da prima in tutta l'isola universalmente una grande igno-
• rama di lettere; et c stata sempre inai; la quale ignoranza
» seguila di tmijiit In tempo; perdimeli-; n'r\^\ in tanto numero
■. di sacerdoti non sono i'orse quattro, che sappiano di grani-
li malica. E lale ignoranza non è minore mi' irati di salilo Fran-
■ roseo , i quali \i hanno venticinque mouasterii; perciocché
iliadi iibitanii j-eiolra veraiiiente che lo scrittore sia un nazio-
nale, e che quindi tanto più tigli possa mei'ilare la nostra fede,
F. perchè più facilmente sì conosci se fu o no pubblicata
questa storia , essa incomincia cosi : « L' isola di Corsica lunga
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ai3
■ 160 miglia, larga 70, è circonda. 800; et ó nel mar Ligus-
• tico , ma da settentrione è a quello di Toscana più vicina :
■ dalla cui riva non è più lonlana di go miglia. » La scrittura
somma , die sia un codice ila 1 inerii in previe.. Puccsto. coim:
dissi, eli' ei manchi nel fine di qualche carta, lisa 111 in ai tutte
le storie edito c inorli le . clic di quest'isola potei aver nelle
mani, ma nessuna ha che fare con la presente.
99Ù9.
sunti; coi lift la — -5(en':( ili I.ihii: y. ri Un /.■<■)■ (jin.'i/.pr Civiluk tit-
ludìu-, l.!i:;-:ì><lì:: , ih>:,ri;ir,> muAo lini! .1.1 r<<wa:<i1' -ì: f./,M^.> rti..fr,i. rr
l'anno di nos'ra salute 3io. La totalità del codice t di circa
5oo pagine. Bene esaminato questo manoscritto, io non Ilo
alcun dubbio ili poter affermai'c cwcto l'autografo. Peccalo che
incomincia dalla parte 11', e questa dal libro li", e quindi
issa pure difettosa del I". — Do alcune lìnee per le quali prin-
cipia il li", ed alcune per le quali principia il 111°. — Comin-
ciaci™ il libro 11°. • I/umioquiiraiiti-simo M'nmdo ili Ottaviano
< Osarti per la suri felicità eliminalo Augusto, imperator di
• Roma, et monarca di tutto l'universo,, ce. Ed il libro 111"
comincia così : t l'incili; la ^iiisli/.i.ì (li ilio permise cui: Miissi-
• miano, autore di tutti i mali, eguale al nienti) tirile sue
• triste opere avesse ìì castigo, • ec. Se fu 0 no data alle stampe
quest'opera io noi saprai con ccrtcaia affermarci ma a buon
conto non ne trovo fatta meniione uè pur dal Coleti.
MANOSCRITTI ITALIANI
9952 \
</(o. Regolamenti della repubbuca Venela intorno alle
arli e mestieri.
i i-irlrii-i'o. mi foglio . (V.i.i. ur'.li "" .■ .vi", ili pagine 300,
Con earatié.ii ile' rjuali al (.■■unì mi 51 -i njjrai io ilei secolo JV*.
ed alcuni del principio ilei secolo .tv]', Tu scritto questo codice,
nella prima palimi ilei (piale lesesi il sci'uciilc convenienlis-
simo titolo : Ortlin'Uize i-I aumlìtaliimì d, l'i !ì,'pulilihca ili Venelia
dall'almo i/iSj air anni 1 53 a. Oneste ordinanze perla più
parte si riferiscono alle urli del voi 550 , 0 mestieri, e specìal-
niur.'j li jUiiTio a;;M olil.ilis.dii (.li (pieiEi, clic in Venezia chia-
manti 1 amjiraiìiuii , i (piali yi alami r.';:i >i;i menti e decreti
del miiLpstrato, cui erano sottoposti, dovciano asso^L-cttarsi
ari alcune misure e prescrizioni che riferii ansi non solo al di-
ritte che già avevano ili rivendere per le vie la merce com-
prata, ma eziandio quanto al luogo ch'era loro determinato
per puter rivenderla. 11 codice nelle varie sue parti che lo
compongono appartiene, come dissidi sopra quaut'èagli ama-
nuensi, ora al secolo jv°, ora al *vt°; e quindi si conosce, che
fu lo zelo di un amatore delle cose patrie, da cui egli fu con-
sigliato a raccogliere diligentemente tolte le ordinanze nel
proposito , e riporlo in uu solo volume. Io non saprei dir ve-
ramente di ipiale milita possa essere rigidi -picslo codice, ina
non oserei né pur di affermare, ch'esso fosse per essere asso-
lutamente inutile a lutti coloro clic ne sapranno resistenza.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 55S
9954.
2 4 1 . Cronica della città e repubblica di Venezia.
Ilirll. v.i . ]]] kyli.. . .ir.il Ut, . :ir-^ i . :..'| ili', .1: ìil-n- !ic.i. . Lui .■.il: -:l ali
ii in questa codice una ornili™ ridia ciilf. e. rtpuhhliiM d'
Vcue/.iil, Li ijiiiilc ! 1 1 ■ ■ i ■ 1 1 1 i □ 1 1 1 « i dalla sua loui!a/ii>nc , i! -icnuc
sino all'anno i336, in cui fu eletto doge di Venezia Giovanili
Ilullin. l'ora' eli' e. una copia balla da ini alitici) strillo nrigi-
nalc di quii) tempo ; r;ió die in desumo dallo siile con cui i!
dettala la cronica; dall'uso ili [ini abbandonalo di alcuni vo-
ranoli, u dilli' oi lo^ud.i uictlesiiiia ; lo dio fu tulio lode] intuì lo
conservalo in questa copia. Essa fu compiuta nello spazio di
tre misi, come risulta ila unii annotazione, che scritta collo
stesso carattere di tutta )' opera leggesi in su la prima pagina
del codice : Lum ì\-.i i vi'i",. Aiti jtriniù munii aniieii;ia n • ujiint
ifiii'slti liìiin f<- d fi iti i nei presente milesimo alti a 6 del presente mese
de maio. Si dà principio al codice con una tavola delle 11 1 a le-
ni-; indi incomincia cosi: j In nomine Jcsu Coristi. Secondo
• come per tempi paludi liso un dito alcuni nobili autori die
• el principio de Venezia fu in questo modo. Per liulestruzìone
.1 ili- In L'inn.li.H~i ni.. llojj, .1 ce. Iji (in.' ilei endice è un iiidiee
delle famiglie nobili o patrizie dì Venezia nominale celi' opera;
e si chiude con un discorso sol - rome se iii a eilczrrtd scic-
.nissimo Prcncipc. ■
iSS MANOSCRITTI ITALIANI
9955.
ilxt. Notizie storielle delle [Kiliili famiglie veaeziane
dall'anno 7o3, sino al 1 556.
Il titolo che nella prima pagina porla qucslo codice è come
segue: (.'Wnirai Y,-tit<ui ihil prium />■>.-,■ l'unir::-: An'.iffsiii fatti-
tanno ^oZ-fn a mc-scr l.on-T>:* lii /Vi ufi jattù uri anno i556. Si
disti ii^ne la preseli lo cui ilici drilli! Ji (Ire due ut codici segnati
n' adi o 2Ì7 in ciò. che quieta può e deve dirsi piuttosto
ima cronica tifile famiglio di Veneziani quello clic una Moria
o cronica della città di Venezia. Ter ciò è che questa 6 certa-
mente di minori: iniporian/.a pubblica dell' altro due. Senza
proemio iilcinui incomincia rosi : a M. l'ainni/.o AiiaTe-sio. Uni-
■ versalmcnte dalli nobili et tutti ii altri hahitanti in Haclinen
» da poi dilla Città nova fu eletto uno Capo, ci primo chiamato
■ Dozc correndo li anni del Nostro Signor 70^, ci quaì rese
i- hon ci dilijrculoiiieiile per imiti ci suo tempo tulle le sue
« contende, » ce. lì termina il codice alla morte del doge i.orcii/o
Priuli — a il quid vissi! nel suo lVcuripalo anno uno mesi ii.
■ giorni ii, et furono fatte le suo essequie con grandissimo
■ honorc secondo ci eosHime ordinario. El popolo per la sua
. morie fu mollo travagliato, • ce. Non si dieluar.i il nome dell'
aulorc del presente sellilo, ma pec molli ipnli?j panni essere
l' autografo, e quindi forse l'unica copia esistente di queslo
lungo e penoso lavoro.
DELLA BIBLIOTECA DEL BK. a57
9956.
? A3. Raccolto di notizie sulla fondazione della repubblica
di Venezia, e sulla politica del suo governo.
Cartaceo, in foglio, caratteri wmipolitì, secolo 141°. di pagine 3 do, di buona
Questo codice preiioso non solo per ia certa sua anlicliita,
corno evidentemente risulta e dal carattere, c dalla dizione, ino
preiioso altresì perla Inuma fedo mi la ipialr -timbrami essere
stato scritto, può inlr.olni'si una rarroìia (li noli/ir impor-
tanti intorno alla repubblica di Venezia, cosi quanto alla sua
fondazione, come quanta alla politica del suo governo. L'anno
1 liofj fu ri|i|-.i)=.Li-i i: friiii l.i.-piv.iii i) 1 1 1 1 1 : ■ h al | : i ■ i : I i ■ mi Uff uri la
circostanza, clic il .-ino porcili;™; nn f'cfc un (limo ad un suo
amico in Venezia. Trascrivi! mliiirainiinfe il dello titolo, pel
quale si verrà tutto questo a conoscere : Cose oleum notabili dilla
republitti di f'tJtdin. Spii-iiibiiinii ('<.'■':( ^ijis; i't antidata ili:' M li-
bili Venitiani , case foro, urini- it impirss. Petrus Assi-liurtm Iliyhis
medicai Jo. Baplnt'ii Dnr-./lin dmn dcJ.it W-unìii cn.'W Uomini
M.DC.IX. E bini rimii-adiila in ['lancia e al ili fuori la famiglia
Dnval, ch'ebbe in sno seno molti dotti e letterati; e qnindi
bene operò il si;:' Aweliueau medico del re, facendo un dono
del codice al Dm al, clic n'ebbe, cura, c lo coiscrvò per (pesta
pubblica lliblioteca. In fine di esso endice, e co' caratteri stessi
del sopra riportale: novello l'ioni bpizio e in succinto la sloria
delle — Famlglii- dilli nnhili Vniitiiuii i ipttdi intrano nel grande
i i,iLSiiiiio ; ivi '((.■(■! ucil' ■■trilline, «ìiìiihìtà, islratlionc, ci mancamento
brasino alX axnoHM.YL. redatte in ordine del Alfabeti» per facilità.
pi.it ■yrai.r/c. Dopo di (b'.i è una no'.iiia delle ani più nubili dilla
MANOSCRITTI ITALIANI
lrpiMbi.fi, b: ijiial: ,v e il il mini ru,;sf JU'ff'i.'i' ili luffe le tOfC errate
si jono «linfe. Ne delle cose notabili della repubblica, nò della
-tona di.'llu ino jamiijiic i:.vb;li , è dxlmira'.o il nouic tLojrli
9057.
^>i5. Cronica della citlà di Venezia dalla sua origine fino
all'anno i575.
ilici della dui di Veneda, la filali: interni inda dalla prima
sua origini! , e termina all'anno 1370, in cui il duca dì Fi-
renze prese in moglie la famosa llianca figlinola del nobile
Carloloiniiieo Cappello di Veneda. Non apparisca d'alcun
luogo del codice chi ne sia stato l'autore, ma sembrami es-
sere autografo; ati'/.i per la diligenza! somma con cui fu scritto,
pegli ornamenti dell'anni genlili/ae, dipinte a nidori, ilfllf
lamblie veneziane di ipn>' lempi, e per molli alti-i indiij,
può reputarsi questa la copia, di cui l'autore fece dono a qual-
di ragionamenti die di fatti, e <na::is più per via di latti,
elio di ragionamenti ; ili guisa eli i' -.r pensiamo dir quella
lina cronica filosofica, dubbiami) dir questa una cronica sta-
tistica. Considerata per tanto ia natura slessa della cronica
egli e evidente clic questa va per miglior vìa, e che murila più
fede di quella; per cui senza dubbio l'utilità immediata dov'es-
serne superiore. Non trovo che la presente cronica sia ricor-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. aio
data d'alcun bibliografo, e quindi io la credo inedito. Comincia
con queste parole: «Cronica della Inclita Cini di Vcnetia;
«circondola dal mare; edificata da veri et boni Christi.nii, li
li. ■]>!)!'].! |;[-ir)ri|iHi dalli antichi Trojani dopi) la des-
• tnietioiie della ei nb: lisina città di Troja,> ce. ec. Termino
il codice con due lattile; I' mia dojdi aigumeiili, l'altra delle
persone e de' luoghi nominati nell'opera.
0957"".
i/ì'i. De'Dogi, delle lamblie nobili, e dell'epoche più
solenni della repubblica ili Venezia.
Il codice ha questo titolo generale : Civnichc de Venetìa fino
al H.CCCC.IXXXVI. In tre parti però ai può dividere il contenuto
dì questo bel codice, .Nelli, prilli; si con: prendo Li ■.cele di lutti
i dogi di Venezia (ino all'anno sopraddetto; nella seconda è
una brete notizia di tutte le laniicjie nobili veneziane culle
anni dipinti' al luogo loro particolare, la quale notizia è pre-
ceduta dalle seguenti linee : ■ Al nome sia del eterno Dio et de
. la gloriosa V'ertene sua madre Maria ci del glorioso Kvangc-
» lista Mosse: San Macon. Amen. Qui .allo sarà notato tulle le
■> tlu^ado. ohe se >;ade dal principio .le Vcnetia per in (ino
■ al m.cccc.il.; cosi quelle clic 10 al presente come quelle che
. ve in a notte tutte per alpliabeto. Nella Icey.a , eli' e. la più
importante , si contengono lo memorie degli avvenimenti più
singolari e solenni, che o nell' interno della repubblica, o sdì'
esterno per le sue relazioni cogli altri principi, occorsero fino
all'anno M.eoCCM.v]. — l'onci di mollo pregio questo codice.
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a6o MANOSCRITTI ITALIANI
il quale benché contenga pressoché gli nessi argomenti, che.
Climi' wdri-mu, n;[]() <_(ji i le_- 1 1 il ti ut:' tosi ir ì lì" :i<f>. r 11' .'107, Oli
in altri non potiti di qucsla regia Biblioteca, pure il presente
sembrami ^ipcrioio a tulli quelli per ogni li.iji'Hlo.
9957'.
■>. Cronica de' Dogi. e delie nobili Famiglili di Venezia.
Cirlaceo. in foglio, cantieri corsivi . secolo ITO", di pagine 700, di buona
È in questo codice una serie o Cronica delli Duchi et Notili
ili Veaetia. Molti altri codici, come abbiamo veduto, e spe-
einiinento r.'uilfi'cdnitc Manali) it ■ I 11" j.'i-.'i, contengono una
cronica consimile. In questa , le nuliiic de' dogi giungono fino
n Pasquale Cicogna, clic fu doge l'anno 1 585. Le no!i'/.ie poi
del li: lai) libile nubili, che qui sono poste per alfabeto, prece-
dono quella particolare famiglia di cui si viene a parlare, e
ciasr a lia la sua insegna od arimi gi>uii]i/ìii dipinta imi mar-
gine, hi =o:nnia, < cce'.lo alcuni ran giani ni li nella disposizione
delle materie, non è questa, clic una ripetizione di quelle me-
desimi; ironicbc. delle quali s'È detto e si dira. Abbiamo qui
però nel fine una notìzia, ch'io non ho veduto nell'altre, cioè
un Eìtw tk'k fnm.jb.L-. U quali per occasioni! di offerte fatte
per ordine di aìla!i''li> , mr; sol lauto pn1 ordino drl tfiiiqio iflla
loro iiuiiiina/ioiu: ed cievj/iojie .A grado di udii Uà. V. se qui
l'ultima vediamo la famiglia Zanibelli, eià non e perla lettera
ultima dell'alfabeto, ma porchù dì tutte quelle, di cui parla
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 361
l'elenco, fu appunto l'ultima dona. Del resto , ([uant'è alla
diligenza deli'aiiiamieNie., r:.m può desiderarsi maggiore.
9958.
iti"]- Cronica dì Veneiia, scritta da Jacopo Celso.
CmUukip, io foglio, caratteri conivi, sa»]o li*, di buoni conscrvaiione.
Comprende questo codiee una >. rome;! dell t ei'.l;!, e ];iù liii-
tes.) mente delia i-epnlilsSicB ili \cnezia. Inanimici^ li.ill' anno
58o, e giungo sino all' anno 1476, io cui fu doge Andrea Veti-
diamine. L -e ri fui pressnelie in ili.-de' tu er.eiiann , inn <iun
affatto popolare 0 triviale lirenne In prime linee, eh' io fedel-
mente trascrivi : Quo. 1 iiontrji:-! 1 ioni: il J rata la it:-<i"1i.i ,/r
la cilà de Venditi, pallida pvr li mini del invi signor Jesà Ckristo
corno fa ordinalo ec. Quest'opera, clic non è composta clic di
un centinaio di p.i^ine, è cii|>iiisissiinu ili notizie storielle e
politiche, essendoché il carallcre n'6 si serrato, che in poche
i.Tirt« dà Illudo a inulta 1 naturi j. il iìn>e il | irw il te i|lleH' wa-
plurc medesimo, che fu presentato dall'autore a quel perso-
naggio, pel cui comandamento scrisse quest'opera. Non si
può affermare, che la presente copia sia unica, ma certo sem-
brami per tutti gì' iudizj essere l'autografa. Leggesi in fine
scritta col carattere di tutto il codicela sottoscrizione seguente:
Jacoma Gnidor. de la charn Colsi: hoc opus scripsil. E già nota
l'antica nobile famiglia Venezia r.a iV Gelsi. Marco l'osco) ini
nella esimia sua opera dAUi kltnainru tcnuziana. l'adova,
1753, in foglio, occupa lutto il secondo libro nello schierale
e descriverli te cromelie >cne;.iaiie, tra le quali io non trovai
falla menzione della presente.
MANOSCRITTI ITALIANI
9959.
2/1 fi. Storia di Venezia, composta da G. Giacomo
Coroidi).
siglili ile'A della repubblica Veneta, e per esso autore dedi-
cala — Ai Serenissimo Prìncipi, aìii Magistrali, et dannimi Se-
natori et Gentiihuomizi Mia Serenissima Repnbbika di Venezia.
(Immuriti la lettera dedicatoria in questa guisa ; ■ Sogliono gli
» liuomìni, che eoi disborso di rapinile vivono, baver sempre
■ avanti gii occhi il fine delle opcrationi foro. Gli Agricoltori
• -a mmano per raccogliere, > ec. La sturili giunge sino al de-
cado di Andrei ['oscarini , e chiudasi con queste parole che
■ poter pervenire a quel grado di lionore et felicità, che vi prò-
- mette la virtuosa lil.i voslra. Il «Limi a vini; miiarvi della be-
■ niella adìema, che ini avete; data, essendo lionnai venuta
■ 1' bora , che andiate a riposare. ■ Non trovai in alcun biblio-
grafo ricordata la stampa di quest' opera, la quale a dir vero
non mi sembra per quello studio clic ne ho fatto , eh' essa sia
della pn'i grande impo Manza , ma credo altresì che delle storie
presente. lì eli. Ah. lieti io Hi li: lutee li rio della Marciana mi disse,
che di questa storia veneziana de! Carnldo la biblioteca di
S. Marco ne possedè più ili una copia manoscritta, e che si
può con sicurezza affermare, ch'essa non fu mai pubblicata.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ifi.ì
9959'.
2/ig. Storia di Venezia, scritta da G. Giacomo Caroldo.
Cartaceo, caia tk'r! «ir^i* i, in f.i^lm. n-ih.. 1;i [urli Mi.ili. ^f. .lì |-ii!ii]r li^.h.
li contenuto del presente codice è. dichiarato per ie seguenti
parole: Hittoriu di Inveliti dui p.-nn, ipi-.i di liti tiriti sino alFanno
M.CCC.lxxx». scrina da Damino Gio. Giacomo Caraldo secretorio
dell'eccelso consiglio di Dicci. L' opera e dedicata' — al -Serenili rmu
Primati, «ìli magnifici et ciariisimi Senatori et gentillmomini della
excelicntissima ItcìiMìica [vasto : !' humit servo Joan Giacomo Ca-
iW.-i-i Su-retai-io il-:!' ÌV.niu. GimiijH:' di X pmv ci perpetua feiitiùt.
Vegga d lettore, se gli pince, ciò che 5' ù dello di questi) > t < 1 1 ■ ,-1
liei l'antecedente codice 11° ^ i 8 , il quale eccetto aienn e piccole
differenze clic si possono vedere per le poche liuee che ripor-
tai sì dell'uno, che dell' altro di questi due codici, è copia
esatta del presente. .Sarei pori inclinato a credere, che questo,
per i molti iiulirj clie ne dà , sia ì<h-.v il njiSin; mm ;i lito-
grafo, almeno l'autentico, che il Caroldo offerse a quel go-
9960. — 9901.
3Ò0. Compendio della storia della repubblica Veneta.
puntavi olirà storia della repulibiica stessa.
Due volumi cartocci. in foglili, cu jlt.:.i roi ti.! . suculu ivi", di pagine mocp
11 primo di questi due codici, ì quali tutti c due non ri-
i64 MANOSCRITTI ITALIANI
così : ■ Ho cavato tutta questa mia scrittura da un volume,
■■ che contieni.' copiosamente ti molto difRisanicntc le cose di
«questa Repubblica, successe dall' anno 1 457 , fino all'anno
■ i joo. Non vi ho posto al'.ro rie! mio . ri):' in aletta disilo cose.
■ et circa a quatto lio dii imi la si: ri (tura in cinque parli, • ec. E
termina il codice con le seguenti linee: «il questo t il fine
, il i'l l,i 11, liei! . di' in in; f.ittii per mei lev itisi. ; le. rose, clic mi
» suo parse ripone d' avvci'timrnio sotto quei capi, clic dissi a
» principio; opci\i cei-taiue ut,' indirizzata solamente a mio uso,
«come leggendo avrete potuto funlicitre. M.n.nitii. deeemb. „
Da quo! volarne, e quindi da qua] autore sìa stata tratta qncst'
opera, non saprei dirlo; pondi..' non serbandovisi più l'ordine
ddlc materia, ciò i-Ecsee quasi i mpos.sihiic; si come pur non
risiili il d' alcun Inni;» chi ne sia stai» qui il coni pilature. Certo
sembrami può csaci questo un codice autografo, sia o no stato
posto in luce, clic per le indagini die ne lio fatte non credo;
lo elie per altro potrà più rigc- 1 il menle conoscersi per le lince
del cominciameli!.) e del line che ni: Ilo riportate qui sopra ;
come lo adesso del so conilo ili questi due codici . nel quale
crai densi la — il istorili et unissi tirile rese ili Vcnetia tini? anno
i j.ìi, sino ali' ait m, i ali 8 iiriinii-iiinciUe. Incomincia così: «Ha-
« vendo Carlo Ouint.o Imperatol e- assestala I' Wlemogna , et
■ quella li tu imi Li in liberta non avendogli isituto mettere freno,
« diedi' opera « ec. .Non posso dar la < oncliiusione di questo co-
dici-, p, 'iclie iii^;;]-a-i.iiil,iioi-nle imuica di alenili fnjjli. 1-sso è
diviso in allrcltanti toro, l'ultimo de' quali o il lama X; ilquale
principia cosi : - Lasciai la line del y° Ionio con gli avvisi di
■.Francia pubblicali al Senato alli il di ottobre, dell'anno
i. i 568 perche per la line del tf tomo non si potè scrivere tutto
- que-io. dm lo .slesff. pi orno si ebbe . » ec.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i65
9965.
? 5 1 . Discorso di Paolo Beni
sulla liberti Veneta; e censura del libro, cbe ba per tìtolo :
Sqaitinio della liberlà V'ertela.
Ciriaco), IH foglio, cflrnltcri conivi, -croio irjr\ di pigine 1000, edi buona
L'autore dello solilo, ch'i in questo untine, è Paolo Beni,
nomo doUiaimo, toma ne dice il Gamba, ina più combattente ma-
ligno che filosofo. Cerio é per altro, clic quanlo alla eleganza
dello stile, sembrami cbe poco o nulla possa dirsi contro di
lui, ed è quindi con buona ragione che le opere del Beni fu-
rono riposte frà gli esempi del bello scrivere in nostro lingua.
(jlt.'ìi Veneta, ed è l'opera dedicata — Ai Serenissimi/ l'eeneipe ti
l:ieclso Ciimiijliii etnei,,, tifila seconda, cbe compound ili due
toni del codice, si fa l' esame , anzi la censura del libro cbe ha
per tìtolo : Squitinin ihAta Itl/e.rta Vem-tii; nel ipuili- si udilileimi/
lineili- le milioni ilei! imi.ei,, /lo.M.w.e stipivi in eittà et signorìa di Ve-
nditi. Stampato in Mirandola appresso Giovanni Ikninaaa. x.dc.xh.
Già si sa, che lo scritto il quale diede al Beni maggior rino-
manza fu certamente la sua Anticmsca, che fu data in luce in
Padova pel Martini l'anno iGi3, in i°;pure è indubitato, elicsi
uri In [imii.'i, ili e tir:! la m ■conci a piir'c di i[ne=lo codice s'incon-
trano a leggersi tose molti) piacevoli .'il importanti, massime
in ciò clic riguarda la politica di;' \ eludimi. Non Fu mai pub-
blicato questo scritto, del quale parlando il Mainiceli et li dice
le seguenti parole, che trascrivi! con piacele : L'aste questo ma-
m/sailti/ iidi.il i.\i/i\ i"il li: '/in di l'itrigì nel e,.:,ii, :' s< ry .- j- f i ■ ilei ;iJ yyG'i.
iSS MANOSCRITTI ITALIANI
a 5 a. Scrittura ili Paolo Sarpi intornoadalci
tra il Pontefice, e ia repubblica di Venezia,
Contiene questo codice la — Relazione del Padre Maestro
Pwila Oei-viltt inlomn h iliffi-n-n-e il.il Pupa r Min R'pabhlica Ve-
neta; tratta dalla copia mandatajMt aatorc al sia. Angusto Tkaano,
l'unno 1-617. Benché facilmente si riconosca alla lettura del
coditc, clie non fu penna italiana che ne fece la copia , pur
essi è fatta con tanta pazienta e diligenza, che niente più è
a deodara™, «direi che non può né pur portare invìdia alla
sl,lniji;i. Molli! (li [pirati: sitÌKiiiv ili [''. l'aoli) iiitorrxi i< v.li-jfl
differenze tra il papa e la repubblica dì Venezia furono già
stampate , ma non ritrovai fatta menzione della presente con
l ] l ■ ■ = l l.ilfjli.> 1 _ t ■ 1 1 ; 1 L-diiiojiu di tulle l'open.' dol Sarpi pubbli ai tu
in Napoli l'anno 1750 in art volumi in 8" con le osservazioni
dì Giovanni Selvaggi.
i!>3. Decreti di Giacomo Foscarinì veneto Inquisitore net
regno dì Candia.
Cjrlaceu, in .jii-.iUpi i tubivi, di jugiiie 5ou. secolo IT, di buoni
Sono raccolte in questo codice tutte le ordinanze, ieggi,
ilci'reìi pul.'ljiiri'lì Fieli' ìimhu 1.174 dal — Xolnle (untume
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. a67
Foscarini per la Signoria di Venezia l'roveeditor Generale, ed In-
quisitore nel regno ili Camita . olì luiltriui di Capitano Generale
di mare, ec. Forse che lo stadio ilei presente codice, che cerio
non vide moi U luce, e non è niente improbabile eh' ci adesso
sia l'unico, potrebb' essere di qualche utilità a' novelli pad funi
di quel paese.
9966. ,
?.i/t. Ricordi del Sublimino e del Conia™ alla Signoria
veneta intorno alle lagone ed all'acre di Venezia.
Carlateo, in Foglio, multai cerali ì, «Mio m". di buona conjcrvsiioni:.
In questo codice, che reputarsi deve di non poca impor-
tanza, si con tenari ri ■> de ciHSHijdi, avi isi , o rome ivi detti —
fini.je'i dosi ni S,i\:ii»ii:so P:-:i<>:ij<r ■■( ÌUliiis. Sisj.'r.r.o di Y.-!,i-:in
dal? amile suddito Cristoforo S/iLbalino hujeoncre itti" ojfitio dell'
acque, intorno al modo di tener monde, e ben conservale le
lagune di Venezia, a (ine clic polendo le acquo, scarir.iii^isi
da'fiumi, avere il Utero loro corso verso il mare, non pon-
gano ostacolo all'interna navigazione ed al commercio della
città, e non siano cu usti di mi i|iriilclie danno alla salute degli
abitanti. Non è duhbio, che dopo il Sabbatino molte altre
cose sono state dette, scritto, e -superile v iorse^vun più op-
portuno consiglio sopra questa materia; ma non sarebbe inu-
tile a parer mio il consultar questo codice anche a' nostri
giorni per cedere te spendendosi c^idi l|hi.'' dar miliout d'oro ,
che il Sabbatino non pota ottenere dalla repubblica pfer niet-
tere ad esecuzione la sua: proposta, ne verrebbero prcsente-
ini'iiie «Uà citili di \ onev.ia ijue' beni, che tnllaiia »ì ripuderà pio
nnll'argoiiKii'O delle la Enne, clie la circondili io. — -Ma ci» di'-
il)8 MANOSCRITTI ITALIANI
discolpo «(.tìho ila] celebre Alvise Cornaro, l'autore dilla Vita
, ifiiurn;: al minio ili KB, re Vuult-t ili l'iitmo rtiiv; il (] tifili'
ditcor.vj iim-ir (liti li.' Meliniti |;a:'i)]r: Hìcnl'i tìnta i/.'f un:
A, Conuim n Ter IWt-ili-iii.vimi Si'/m.ri il Nei,- n (ori l'anno 1 557.
Di questi due autori, e special m en le del Sabbatino, abbiamo
molte altre scritture intorno alle acque delle lagune di Ve-
nezia, che rimangono insililo nella Marciana, si come pur
inedite considerarsi (lcbly.mo le due qui descrìtte, che sono
in questa regìa Biblioteca.
3.i5. Notizia delle spontanee olli-'rle falle alla Repubblica
veneta, per la Guerra contro il Turco.
Cartaceo, in foglio, «Talleri corsivi, secolo xvll\ di pagine 13 0. ben
In due parli è diliso questo codice, ideila prima & il — Re-
■jtsti-tt r/, ^if./r -.'.i- ;.er •■.■ecttuc-ne di. ■..■fieni latte :/« fluirsi Gist .j tjnesta
Si-renissiuui Hi pu llii n ,!■■ V,'i,r:in. ii,l7i" iii.p; l'i t.-\nu>tii per In i/aerni
i unirò il Tutti, tic! regno di Candid, et altrove del Dominio Veneto,
in ricompensa deli: ifimìì sona fiat- tisaitti; nel i.iliru (furo deli' Avo-
■l.tri't i:, triiiìiiun , ■:omv per k putti nfutrate Fitti ita suj'p!i-.-l,c si
iftlt: la'g^misi dayviHo culi mollo [iìiiri:rr ijtie.-lit i lilìi'i'fliti
suppliche presentate al senato a fine ebe degnar volesse di ri-
cci ere le spontanee oU'ertc de' citlailini. — Nella seconda parte
del codice sono dichiarati! le — Difese da' Vincliani per la pace
conclusa col Turco neW anno ib'jì. li discorso, che contiene
queste 'difese abbraccia circa la metà del codico. Pare sia stato
scritto per ordine del governo, c parrai pur assai sensatamente
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 169
scrilto. In sul firn; della pi-ima pagina ili esso discorso, con ca-
rattere diverso da quello di tutta l'opera, Icggcsi : Saia Mei-
rliiuris (Juilandiiii ; ed in lini: ilei disforv,» itn-i:i-siui.j Mino strine
perla penna stesi», con cui furono scritte lo anzidette parole,
le seguenti : Ex apographis Metdioris Gviìandini.
9971.
256. Memorie intomo alle, famiglie nubili Fiorentine.
Cartaceo, in foglio, caratteri conivi, di pagine 700. secolo svi", ben
11 presente codice, eh' è intitolato Priorisla, contiene un
elenco, anzi dirouiinn unii vera slalisliea ili lulte le famiglie
e case illustri fiurentine colli; anni loro i:enlil:zie dipiate avarj
colori; c s'incoili inda dati' min» 1 100 giungendosi fino all'
anno 1 53a , nel quale anno Alessandro de' Medici fu il primo
riuca di h'iieii/e. i 'nudimi il codice ooi solo i 1 1 rJ i u.e de mimi
dello fauiigiie, rimettendo ii lettore alla pagina corrispon-
dente. Uopo il (piai indico. st-jrMn nkaitc mi-morie di cip Kyrii
in diceni tempi in Fiorenza. Lo scrittore si confinò alle sole cose
più importanti, ponendo perla prima l' esilio eia morie di Daale
AUitjhìeri Elitei poeta fiorentino, avvenuta l'alino i3a 1 ; e dando
per ultima Sa notizia lidia inorò.: (li l'iet'o di Cosimo do' Me-
dici accaduta nell' anno ligi. Dopo le quali notizie — si del-
irium" tutte Ir aliati: mitiche di l''i.ircn;n rìu- •■•■iniii\domo Macere Si-
i/ii-irri: ,■; 1 1" -,),/ il l ei; ■.■,-((■ mlt-i 1 il <<i , e si (Li principili u>;ì;i Ir, inibii il
di Bartolo ili mejser Jacopo de Barbi , dio fu udì' anno noa.
E sì come la descrizione die si dà di queste In mi yli<' ■': non
pur d'uno o di due de' principali inombri dio le compone-
vano, ma di tut! i , cu;'i non è dubbi» die per ciò esser possa di
27o .MANOSCRITTI ITALIANI
qualche utilità l'esame di questo codice, il quale è anche
scritto con la più grande diligenza; anzi sembra essere stato
eseguito questo laverò per comandamento del governo mede-
simo dì quel tempo, ("orse, rimi ben probabilmente ne sari
riyiii in i[ii, delie hi ii liei Lei- a ili f'irriue
9971 \
267. Memorie intorno alla famiglia lìoreutina Guadagni,
scritte da Francesco Rondineili.
Cartaceo, in fogliti, carnieri corsili, di pagine 80. secolo j'ir>. iti buona
Francesco Rondineili è l'autore di questo scritto, come ri-
sulta dalla sua lettera data di Firenze a't. dicembre i6io s per la
del Ilondinelii, frugando tra le vecchie carie •['■Ila famiglia
Slnu/à. .1)1 imi' ,-nitt'iilidie memurii! della celeW famiglia
li hit li 1 ina (1 iridatili , riin I' amin di er.;e, e di novelle sue in-
dagini l'ulta ^i propone di metterli.' tutte in buon ordine ed
offerirfe al sopraddetto sii, . (.nadajm . nt.r. <<,inruna storia, ma
ntcconlttU implicmente con estrema schiettezza le verità nodi. È
i;ià noli) il valori; le ite rari 0 ili fra ucci lo lioniJineiìi per molte
-ni' upire jiulildic..i[i!. l'illusiva parie il pre-enle endice ne'
tempi ondati delia biblioteca Colbertina. Dalla bibliografia
stesso scritto si trovava nella particolare biblioteca Nani in
Venezia (ora passata nella Marciana } nella classe VI", cod. 1 I &
dell' appendice italiana.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. a7]
9972.
j 58. Storia della città di Folli , scrina da Bernardo
Novàcola.
Carlaceo. io foglio , traiteli ifriiiif.lifL. ili pigi™- ;kiu, spedo ivi", ben
conservilo.
Contiene questo codice in storia della citta e luoghi ndia-
ccnti di Forlì, sprilla da Clio. Andrea (li Bernardo Novàcola,
eri i:ito:nì:i[.ni da — (..Vì.-ij-, lh,r..i\:i :>:.:■ in Din .yini'ii Ditta il: ili
Romagna, cioè dall'anno 1603, e finisce l'anno 1617. La
storia i preceduta, in primo luogo 'la diverse ii'timon iati/e
onorevoli d'illustri personaggi in lode dello storico, e queste
sono serilte con pernia diiìeri'nie da quella dell'opera \ ed io
secondo luogo da una tavola delle materie, ovvero delle prin-
cipali cosi' trattali: m i cullici'. ludi sì ila j .ri in:; j .in alla storili
pur le seguenti parole: » I [avendo già le molte volle contem-
■ piato io Jo. Andrea di Bernardo Novàcola Hìstorìco, Dittila
. cosa essere pio dilettevole et proficua 1. toni li sublimi in-
« [regni, quanto è il notari' le tw degne di memoria, le quali
■ avendo noi inteso da portone non toccete, ■ ce. Par vera-
mente, fattone eli' io ii'clilii un tranquillo '■sanie, che il pre-
sento codice sìa l' autografo . o almeno tratto dall'autografo
liei li: dovuti; lornu' e per le sol lecitndini pr<slalo\ i il ali 'aulorr
medesimo. li merito del quali:. iuV soni lini mi non comune,
risulta altresì dalle soprai I il rt Ir spoiiliinei: testimonianze , che
in sua lode si leggono in tul principio, cioè: de' Consultori
Romani, di Cesare Borgia, di Annibale Baldi, di Giovanni
Moratino, di Giovanni Lcnai, e più di Bernardino Bcnreouti, <li
Barlolommeo Baldruzi, diTonnnaso dc'Graildis ( Conservatores
aJS MANOSCRITTI ITALIANI
Ecctaiastkae ìiltrtatà àvitata Ftaìimi] di Guglielmo Pro volo,
di Giulio Roverella, di Gabuccio Malatesta, ed in fine di
Giovanni arcivescovo di Raglisi, ed esarca di Forlì. E si noti,
clin Lulli gli elogi che dello storico si fanno da' sopraddetti
per.iuiKipgi sono contrassegnati d'altra mano e nelle forme
notarili. Parmi in somma essere questo un codice prezioso,
e da farsene mollo conto. Per le indagini ebe ne Ito fatte non
fu mai pubblicato, e il non trovar alcun cenno dì esso storico
Novàcola nè pur nei Colcti mi conferma sempre più nel mio
9975'.
a5o. Relazione delle Torri di Capitanata e di Abruzzo,
scritta dal marchese di Colenza.
CjrUiii'i, in 1i~li.> [>ìccoìrt, i.iijlìci i i-i i-ól, ci pigili:- T-n, ireolo ni*, di linoni
li titolo dell'opera, che couliensi nel presente codice è
questo: Vista dtUr 7 Vi \ di Gi;>iin,iii(n nel ancdi Dicembre l5o4;
r dì ijne/fc ili Mnnza iid mrtr ili Uilnhrc i :iy^. L'autore n'è il
marchese di Colenza, si co nifi risulta dalla sua lettera dedica-
toria filata ili Chicli a' so dicembre i ji|B) .if 0-i\:t de Uìii--:iri.i
Viari; l.lintjtiteilelilt; e C.upitai.u iji-rr r.ili- p:-r Snu Min titi ili ifilesto
lirjiie. Sembrami per tutti gl'indizj fissero questa la copia
praddello conte de Olivaris. Fu comandato al Colonia dal
cavaliere l'eriMiitc I'iu-ilm h, limpilcnenli' rlrllii Minili t:.uiiiirji,
di portarsi a riconoscere tutte le fortezze e le torri del regno
delle due Sicilie; indi dargli il suo avviso intorno allo stato
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 173
cessila dì costruirne di nuove, ove ciò occorresse. Ubbidì il
Co-lenza, ed in quisslo .scrino ronde conto dell'opera sua, e
del proprio parere. È adorno il volume do' disegni a penna di
lutte le forleizc e torri ivi esistenti a quel tempo; ed in fine
È la tavola di tutte le torri di Capitanata, ed altra tavola di
tutte quelle di Abruzzo. Le prime sono al ti" di afi, l'altre al
il' di iti: e dissellila •■ chiamili ni tu dentri th , indi esaltali] ente
posta in prospettiva con buon disegno. Non sarà forse discara
la notizia delia esistenza de! presente codice agli studiosi ri-
coglitori delle memorie della proprio patria e delle storie di
quel tempo,
9976.
a 60. Memorie di quanto accadde nel tempo che il Duca di
Calabria dirigeva le operazioni della sacra Lega.
II titolo, che in sul principio si dà a questo codice è di —
Effemeridi delle cose falle per il Duca di Calabria; ma devo dirsi
più propria 111 1-1 ite un giornale ili tutto untilo eli' è avvenuto
nei tempo, elio il sopraddetto dina dirìgeva le operazioni
della famosa saera Lega, in comi 11 dandosi dal dì it del mese
di maggio dell'anno \. Si dà principio al codice con una
tavola de' giorni, ne' quali in ciascun mese É registrato qualche
fatto importante. Dopo di questa tavola sono alcuni versi
latini in lode del duca :
■ Salve Dm Calaber, tribuit cui nobile nomea
• Etgenus egregium, ■ ec;
indi incominciano le memorie, ossìa il giornaie dì quanto
3ji MANOSCRITTI ITALIANI
.u lulili' fin .ini pulii., ili ilei!» purltrii/.» del dura, 'i'rasajni li'
prime lince ili ijii''>ki immuri'', perdie per esse potrà il let-
tore formarsi un' iiltrj del endici-, e dulia natura ili esso me-
morie, iiou clie de' tempi iu cui furouo scritte. ■ Jesus Maria.
r M,t<it.Lusiui Mii^io. Urlisi™ dine saranno collocati lutti
■ t progressi del Illuni, et ribellimi. S, Duca di Calabria Capi-
. iauo Generale de la Santissima et Serenisi in la Ligi , da poi
.Die aa, de Maggio. i4S4-'ChÌ abbia fatto questo Registro,
non risulta d'alcun luogo del iMi-du-.r. Sei ulna mi però indubi-
tato cb'ci non vide la iute, e clic polrcbb' essere , non già di
spirituali! edificai! une , ina bensì ili molla utilità perla storia
di quo' tempi il metterai :i couiu Ilario; e tanto più che i fatti
vi si riportano con esattezza e buona fette, notando sempre
non solo il giorno, ma alcune volte anclie l'ora in cui ac-
carlderu.
9977.
361. Notiiie economiche sul patrimonio del Re di Napoli
nel secolo XVI*.
Ci i.l-.i-.., ;i. I.'ili". i:.-.Kill.::] :-.:ir;ì. i. di p.l-iii^ Uu'j . 'CHI'I l v i1. .1: jii jiij
canurrviziDiie. c rielli prima ni legatura colle litui del regno di Napoli.
lo non farò che trascrivere la dichiarazioni' . che lesesi
in sul principio del codice, per la quale si conosceranno
subilo le materie tutte die visi contengono, e potrà pur giu-
dicarsi della impuri» irz.ii dei coditi: stesso po' lumi, che reìa-
Oigiiized &y Google
DELLA Bl:
tivanionic allo stato Suo
3LIOTECA DEL
RE, a76
io forse potrebbe
presentemente il r.' -r r, ,,i
iraddetto. La dìchi
■ Libro nel quale sta a<
italo tutto lo Poi
rimonio, elle lo
• Maestà del Re nostro Si
;sto Regno di Ma-
- pali eoo li suoi carichi
etpesi 'tantoper
' h'tro^eX'Lrafnarii1'
et extraordinarii
C quanto d'i ^R ri
et di quello eie
per lutto il mese
"di Aprile del preseli li; ;
o restare di netto
■ a detta Regia Corte; in 1
ine del quale si è f
turno tutti li detti
» corpo ili entrali ili lice .
fi (li quello die come è
dotto venne ad a
vanzarc di netto o
n licita Regia Cui to per 1
ulto il detto mese
di Aprile i58a ;
« come piò particolarmente dalla lettura di esso si potrà ve-
li dere; d icliia rum! n die in rise non si comprendono li e*iti
- ordinarli et ext va: udii imi i . ijn:ili |,jsnmi per la regio lesore-
<• ria generalo attesoché se ne dà rnpoue nelli liilancii clie ogni
« anno si fanno. ■ Ora per le più recenti eri esatte notizie sto-
tisticliesi sa, che quel regno in tutti quegli elementi, pe' quali
r;etn.-r:il]iiei:te roni]:one::i i I pulibl ico Lene, e più pjrtiv.nl [ir-
niente nell' economico, cammina a gran passi verso la sua
piena prosperità.
10050*.
■j6s. Scritture O relazioni di diversi Conclavi.
ii; dir imo, jvfr.'.-;c;ii ili (.'«iv'io'i, intorno alle quali si contenti
i76 MAN0SC11ITTI ITALIANI
il leilorc (li aver n-U: i degli ordii il solo liir Ululo. I1'. sono
queste. : I" Fidai! 'in e ild Conclave della sede vacanti1 dui Papa
Benedetto XI', dove fu crealo Papa Clemente V; IP altra del
Conclave della sede vacante dì Eugenio IV, dove fu crealo
Papa Nicolò V; III" del Guidavi- |i'r l.i unirti ili Xir.oln \ ',
dove fu creato Calisto IIP; IV altra del Conclave per Calisto IIP,
cui succedei!': Pio IP l'anno 1-1 fio; V per Pioli" e fu creato
Paolo IP; VP per Innocenzo Vili* e fu creato Alessandro VI";
VIP per Alessandro VP, cui succedette Pio 11P; Vili' pei
Giulio IP, e fu crealo Leone X"; IX1 per Leoni- X" cui sue.ee il et te
Adriano VP; X"pcr Adriano VP c fu creato Papa Clemente VII»;
XP per Paolo IH", c fu creato Giulio IIP romano; XII" altra del
Conclavi: per morie di Giulio 111", nel quale fu creato Papa
Marcello IP, dive™ da quella, die lediamo nel codice segnato
n" 273, artie" 2°; XIIP altra per la morte di Papa Pio V, cui
succi-dette Gre^oiiii XIII". dul.lo il rarilinale lliioncoiiipasriio;
XIV ed ultimo, Relazione del Conclave per la sede vacante di
Papa Gregorio XIII", do\r In recalo l'ajia Sisto V°, detto da
prima il c.a nlin.il:- MoumIio, diversa da quella die legp-si nel
codice segnalo col 11° articolo fv\ — Questo è lutto ciò
che di scritti italiani conticnsi nel presente codice. Due cose
però delibo soggiungere; la prima, die della- massima parto
de' sopra notati conciavi non e copia in altri codici di questa
biblioteca; e la seconda , eìie olire alle noti/ie di essi rondavi
abbiamo pur nel rorlire presente le notizie del conclave, ove '
fu creato Urbano \ P; quelle del conclave, ove fu crealo Ilo-
niiaein Vili'; rio 1: li'- In l'anno 1 !iSn. meni re sedeva in Avignone
l'Antipapa Clemente VII"; quelle d'Innoeen/o VIP contro l'Ali-
li papa llenrdetto XIII" clic sui èva in Avignone; qm-lle di Urne-
detto X1P detto XIIP Aliti papa in Avi-none, mentre risedeva
in Roma Bonifacio \ III"; quelle di Gregorio XI" contro Bene-
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. n77
.ìr'itn \IN° Antipapa in Àvi-imnr; i[wl[<?. di Ali-ssatulro V]", e
lincili; in fini' del cDjielavf e !<■ 1 1 .1 mie vacante dì S i v. 1 r 1 IV", nel
quale fu crealo Papa Innocenzo Vili' ; ma queste sono tutte
scritte in latino, 0 ne ho fatta menzione per dar compinta la
notizia di lutto dà che si contici.,- in qaotu codice. Del resto
lettore 'sopra
■ [invilo stesso ingommili ile' romani concilivi
igni opportuno ili (liclii.ii-.-i i-c ima volta per s
emprc, che le
notizie, compandj, storie, e relazioni di conci
avi, delle quali
s.ireino per render cento, nono, coni' e ben 11
aturale, per la
massima parte inedite.
•j63. Comeiilarii delle cose di Roma, scritti da Stefano
Infesliira.
È in questo codice una copia senza diversità alcuna, eccetto
il carattere, del codice segnato col n" aSs , ai quale rimetto i
36A. Storia di alcuni Conclavi da Clemente V" :
a Leone X°.
È intitolato questo codice — Concinna t!d Papa Altuaa-
iìro Vi", ma velamene,- è uni. sturili rli limili successivi «melavi,
l78 MANOSCRITTI ITALIANI
compresovi il conclave di AlossandroVP.iucominciaudosi dalla
elezione di Clemente V° fino a t|ucllo di Leone X'; and da]
tempo di quello sino a qui'. tu può aiiclir dirsi contenere il
Inumili noli M.'tt;:t qurdclif ijì'^aii/a ili itili-- Hii-u in
aìr-unì Inumili, peri-ine c.liù in IfL'^nikiLi quii e là mi risolti
evidentemente, dio quantunque non accada mai lacuna od in-
terruzione nel corso della storia, pur non fu sempre la mano
dello stesso autore, che ne d'unle il principio i.-d il fine. Non
apparisce 'l'rikiiih I tingo del ma miseri tto r.ln veramente ne sia
stato l'autore od autori, ma certo è copia moderna tratta da
vecchio codice, come si coiiomu per la mali-rialc scrittura, e
per l'ortografia medesima.
10035".
365. Raccolti! di m.tÌLIì di diic-iso anturi', arsomi-ilio .
luogo, e tempo.
<:;ir::i(.'i>. il] l'urlili r;Li:il li-ri ■■.ii. i-. i . [il ;.ì:;in-. ^lic , ertoli SVI" c ITH\
Olln a molti ieri iti Ialini supo vjrj ai fomenti, tra i quali
la famosa protestazione del listale di Roma contro l'impera-
tore Carlo V* ed il re Filippo suo figliuolo, sono pure in questo
codice ì seguenti scrini italiani incdili e ili molla importanza :
I" Discorso sopra l' rlniian: di due l'uri, Lione XI° c Paolo V.
W Ritraili del regno d'Inghilterra. 111° Concessione della Maestà
Ccyiien ihì ijin-erria perpetuo della città et Dominio di Fiorettati «I
Duca Cosimo de' Molle'. IV Discorso delta cenata in Francia della
llei)ir:t, Elisat.-itta fijtiaota dell' imperatore. \ ° Discorso sopra il tar-
dare dell' armata Cattolica, ed i tumulti di Fiandra. VI" Discorso
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. a7B
taUaguerra, delsig. G. C. D. fitta in Vincaia li jo jcnnnro [57'j.
VII" Diicoisu sopra le predizioni folk- in diversi tempi da divine
persone, le quali pronosticano la nostra futura felicità per la guerra
dei Tolto tanno 1IÌ70. Vili" Discorso sopra l' autorità dei Papa.
IX" Bando del Duca d Ahalì 5 jinj™ 1 517 per la guerra contro
Paolo SV". X" Discttrso, iptiib- sin più utili- ni mondo o t fattorìa o
la poesia, composto dai sig. Ciò. Giacopo Leonardo Contadi Moniti.
XP Discorso sopra il primo li!»;, di ì.-.t itici Turilo. XII" Discorso ad
an amico sul modo di parlare. XIII" Discorso come nterituiae.il? deli-
bati dan: al Gran Duca -li Fiuieiua il titola di Gran Duca; il fucile
discorso È seguitalo da una — Protetta degli ambasciatori di Ce-
larli per lo titolo di Gran Duca di Toscana; la quale protesta è
in latino. XIV" ./"'ivo™ ni mi; ni nife Cniniju per olh?iu>r<; tli.il 1 '
imperatore ia città (li Siena. _V. ° Ducono d- Ile più comotle et
utili imprese, chi: far potrebbe la Leiiii cristiana contro il Turco; e
(]u..'iLu (librario ii scolii. ito iln inultissime altre scritture sopra
lo stesso argomento della Lega; l'ultima delle quali è una
— Esortazione al Re di Spanna, a fine che si determini di andar in
persona alla guerra. XVI" Compendio della vita del cavaliere
(Noviluni Udvonn Milaiii'M!. XV IT" OÌh'h™ lii Itimi M.'nell) ve-
neto contro il duca d' Urbino , perciò non sì condusse conve-
nientemente verso la repubblica di Venezia. XVIII" Discorso di
metter Gio. Francesco Latino , perchè causa Ira gentili non si facesse
guerra per la religione, e perclié si faccia tra' cristiani , dedicato al
cardinale Amulio. lì ben iiolo <• «iiihlìimeme esimalo il Lutino
importala per le belle massime , che vi sono sparso per en-
tro, se non l'ebbe, come croilu . mentir! ebbi- min in pubbli-
l'ii/iini!'. XIX1 AllroiUsroi-sii so|ii-n In ftt's.so rti'goiuenlo, scritto
dal P. Riccioli, nel quale si cerca il perchè aranti la vinata di
G. Critto non fu mai ijuerreaginto per ennto di religione ; e questo
iSo MANOSCRITTI ITALIANI
scritto pure, clic per le indagini clic Ilo fatte e inedito . merita
d'esser Itilo. XX' Xoli/.it! sulla jurvm 1:1 ummritem li nobili alia
mititìn it reliijwiìt! il: Sun Lazaro, et quelli che saranno ammessi
alla religione sola. Non v'ha nome di autore. XXI* Discorso in-
torno alla Ri (pubblici ili Genova; e questo pure non ha nome
di autore. XXII" Lotterà del (irmi Dm; a ti! Toscana si sig. (iki.
Andrea Doria per li romori insorti in Genova. XXL1' Risposta
del Doria alla lettera di esso Gran Duca. XXIV Lettera del
medesimo Doria alla Signoria di Genova; e queste lettere,
rolla diversità ile' mesi . sono tutte Male seri Ite l'anno 1I175.
XXV" Lettera del Cardinale Tmul/.io Legato in Francia al
Cardinale Caracciolo Legalo all' Imperatore , intorno olla
pace. XXVI" Risposta alla sopraddetta lettera del Vescovo Gui-
diceionc Nunzio di Paolo 111° presso l'Imperatore, intorno allo
stesso argomento della pace. X\\ 11° Altra lettera ilei Vescovo
di Faenia Nunzio in Francia scritta al Pontefice Paolo IH*
sopra la pace, ed il concordalo ; con una proposta del cardi-
nale Trivuliio. XXVIII- Altra luugliissimalelteraseniasottos-
ci i/ìonc, scritta in mi 111 oro plurale , e data dei Finale 1' anno
1 j-j j, indi ritta alla Signoria ili Genova , e questa pure sopra
l' argomento s'.u-iso di cui s'è dotto qui poco sopra. XXI X" linij-
ipituilia dell' insellili di Fumiuimta. Molle altre, scrittura e relazioni
italiane fi trovano in quieto rodile, rifilo qur.li io non fa pa-
rola poiché ne sano le copie in altri codici della Itegia Biblio-
teca, delle quali occorrerà di parlare a suo luogo. Farmi peni
che non sicno di poca importanza quelle, di cui s'è data no-
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DELLA BIBLIOTECA DEL BE.
10035.
a6G. Memorie del Pontificato di Sisto V'.
CurUMO, in foglio, «intieri corsivi, di pagine tìoo, secolo me. di buon)
Leggesi iu sul principio del codice questo titolo — Me-
morie infunila di Annali ilei l'-Mijiiut'i di Sub: Qniitln £ \aurio
nuiore. Esse memorie sono precedute da una lamia dell'opera ,
nella (piale, essendoci té V opera non è diviso né in libri nè in
capitoli, si raccoglimi i litui; ilv^l: ti riunenti più importanti
che vi si trattano. È inutile il cercarne l'autore, dappoiché
colili clic ne lia fatto uno studio particolare, come qui leg-
giamo, o chi con sì grande diligenza ne fece la presente copio,
non seppe dircele. Siono poi si riti pubblicali o no questi
Annali, io non politi in'; iiHijiniiilu ne negarlo, non essendo
t-ió pervenuto a certa mia noliiia. Sembrandomi essi però da
orili palli' SCL'Utì C!in liuti enidifKi, r (lilll'ultltl jHitflItlt.l l'niv
molto importare alla le Ile tallirà e alla storia il renosrer.' se
fu posto in luce il presente codice, ne trascrivo le prime li-
nee: -Non é stalo, per mio credere, IVinripe alcuno più iti-
■ giustamente dalle lingue lacerato A' uomini vulgari , che ii
= l'oulcucc Siilo Quinto , le iueutorie del cui Pontificato eo-
« ininciamo eoi divino favore a notificare alla posterità. Ini-
» perciocclie .nciitlo egli con ai) lido eccelso opecilo cose tenute
. giti da ogni soo antecessore per ini possi lui i , avendo con petto
■ intrepido, i ce. ec. Sun è in fine del volume data, nè sot-
toscrizione alcuna.
MANOSCRITTI ITALIANI
10056*.
267. Scritti diversi, concernenti gii Stati di Spagna,
di Napoli, di Firenze, e di Bologna.
Conlirue questo codice molle operette ili vario argomento,
e concernenti persone e luoghi diversi. Si dà principio al
codice con una tavola di esse operette , alcune dello (pali sono
latine ed alcune spagnuole. La I" (notando solo le italiane) è
una Memoriti sul modo e forma tenuta nel prestare il giuramento di
fedeltà al Re di Casttgliit; la li* è intorno a pulfa che fruttano al
Re di Spagna un anno per l' nitrii li: Ifìl,: jAìu OoLiara, la 111- mi
la Colettarla di Spagna; la IV'ó una nota di tutt i titolali dì
Spagna con le loro rendite, e così di tutti gli arcivescovi,
vescovi, visconti, 1: priori ilei dello regno; la V" è un uf orina-
zione di quanto passò Ira il Omtiiniìr Pianini al il Marchese di
r>.'i-:ur,! mt pigliare il possesso del regno di Napoli; la VI* tratta
della monarcliia drlla Sicilia, u della ^iuriidmoue ecclesiastica
nel regno di Napoli; la VII' é l'investitura di Carlo V", fatta al
duca Alessandro de' Medici, dello stalo di Fiorenza Fanno i53o;
l' Vili* È la concessione falla dall' Imperatore Carlo V" a Cosmo de'
Maliii del ì'i-imut-.i 1.; Capi* dui i/hi, ■■rito, stalo, el duminio della re-
pubblica Fiorentina Vanno i538; la IX* di U sommario del tes-
tamento di Cosini» iìr' Mcdii-.i |;ran dura di 1 i.jcana; la XTin-
uestitnra di Papa Pio IV" jit'.ia nlli 5i:ir:<<ri Ottimi di ìlatuitud,
i" XI* ed ultima dà il parere nella differenza tra' ll.iìoijiu.i! <■■
Ferraresi cirtii l'esculntiinw didiiiii/iiK nei Contadti di Bologna, e
sopra il rimuovere il lìcito dal suo alrco antico. Le altre scritture
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. a83
o memorie in parte latine e in parie spagnuole contenute in
questo codice e delle quali s'è fatta menzione di sopra , nulla
han che faie cogli argomenti di quelle, dì cui abbiamo data
10056'.
168. Annali del Pontificato di Gregorio XIU°.
Tre volumi cai-Urei, in %Lin, raralipri cirsivi, ili pagine circa C 00 ciascheduno,
Si contengono in questi tre codici gli Annali dei Pontefice
Gregorio Xlll". Sono essi divisi in tre tomi, e questi in libri.
Chi ne sia stato l' autore non risullit per modo alcuno ed in
nessun luogo dell' opera. In fine d' ogni tomo è una tavola delle
materie ch'esso comprende. Ma veggasi intorno a questi
Annali ciò che si dirà dol seguente codice segnato n" a6g.
10036'*'.
369. Annali del Pontefice Gregorio XTJP.
Due volumi tarlami, in V pramlc, uiilk'ii cr.i-,r- L J-. p j»ine 600 ciijchcduno.
lecolo ITU*, di buona conserva rione, t «ritti dal principio a] Eni con bei ca-
ratteri srjiipte uniformi. IT. n -1 L:r..i:iii iii]i;;.'ib' 1 . - .■. ,11 hj ione.
lisii comprendono, sì come il codice antecedente n° 568,
Gli Annali 'li (irajaiiii MIT" ilirisi in si i lili.-i. Per le indagini
che ne ho fatte, proh abilmente quest'opera, la cui lettura
sembrami poter essere di qualche utilità per la storia di quel
tempo, non fu mai data in luce. A buon conto trascriverò
a lume degli studiosi alcune lince così del primo che del
MANOSCRITTI ITALIANI
seminio volume. Incomincia il primo vulutnc nel modo se-
guente: «Colorii i quali si danno a niellerò in caria le cose
'falle dai;li btiMoiini il 1 u -.1 ;i , elevino a parer imi) un' ini-
, |ir rs:l ili nuli piccino Rovani! tlln romani?. IVtvii'i clic nip-
■' presentai itlosi ni vi\o con lalc fatica tuia ^rnu varietà d'hu-
« mane anioni et acci densi, . ec. Ed il volume secondo termina
con quesle parole: «Fu Itene eia più persone attribuito alla
. intercessione del medesimo Pontefice, che la Sede vacante
■ di fuorusciti, fosse una dello azioni più moderate e quiete
■ che nella età nostra sì fossero vedute giammai. ■ Sembra
pure clic lo scrittore fosse assai bene iustrutto de' fatti anche
i pili particolari del pontefice.
10057'.
270. La giusta staterà de'Porporati in su la metà del
secolo xvii'.
CaiWcco, in iT, cantieri conivi, di pagine 100, «colo ivif. di buona
Il titolo clic sul principio rleila prima pagina, ha questo
codice e : La giusta Siviera de' Porporati. L'opera è dedicata,
per lettera data di Roma a! i3 di moggio i64C, ad un prin-
cipe di cui tacesi il nome; ed e sottoscritta N. N. -Ed avendo
.quesf opera, [così l'autore nella sua lotterà al principe)
■ il titolo di giusta Staterà, assicuro l'A. Vostra da vero ser-
• vitore, clic sarà tenuta giusta, n E di ciò veramente io non
saprei dubitare, poiché, in leggendone alcuni passi così mi
pare che sia coni' egli promette. Questo codice dunque dà'in
succinto le notizie particolari eli tutt' i cardinali , che furono
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. =85
nel conclave, in cui fu eletto pontefice Innocenzo X", che fu il
cardinale Panfilio, per le cui milizie *i d i ccminciamcnto ali'
opera, la quale srmliriimi riuscii possa 'li qualche importa n ut
per la storia di quo' tfitipi , e specialmente di quelli i 1 1 1 : ^- ■ 1 o
cui sppariencv.ino i c;inliiiiili nu'ilev mi, ile' 1 1 nuli lutti ..i ceni le
conto, eli evvi pur di ciascheduno il ritmilo, benché assai
brutto, d'intaglio in legno. l'armi infanto per ciò clic dissi
poco fa essere conveniente di' io qui ne d'ascriva i nomi di
lutti. Essi sono i seguenti: — Camillo Pallidi nipote del so-
praddetto papa; Carlo Medici, ì.odovisi. Giustiniani, Cybo,
Cecchini, Caraffa, Sfona, Cìntio, Odescolchì, Borìicrini Fran-
cesco e i due Automi, d'Harracli, Sacchetti, Spada, Cornalo,
Spinola . Gi uni:": . Monti, r!c lìielicl icn , Tri Virilio , Ih:rai/o.
Franciotto, Colonna, Albornoiio, Roccio, Pallotta, Biechi, Car-
pineo, Brancaccio, d'Este, Montallo, Mozarino, Bragadino,
Cesio, Machiavelli, Orsini, Gabrielli, Filamarino, Vcrospio,
Maculano, Matlei, Grimaldi, Facchinetti, Panciroli, Tcodolo,
Poli, falconieri, Cova, licori , Altieri , Costagli» , l'nndiiiinr ,
Do !:;;■:>, Roifetli, Del. uro, il'i''staii q ics. Cui mi, I. arile. Gipponi.
Medici, de Sandoval, e [ionia. Chi scri«r sembra assai bene
instrutto delle più. recondile notizie di ciascheduno di essi
porporati; ed io creilo, elio, non sic. più stato fatto intorno ad
altro conclave un lavoro simile a questo. Ma fu egli dato in
luce il presente scrittoi1 Ciò per Ir indagini die ne ho fatte non
potrei né affermare uè negare. Pur accaddeni i di vedere an-
nunciato al n° 3 1.3 del catalogo de ìibri di madama L. K. che
furono posti in vendita in Parigi il di ao maggio i833, annun-
cia!» dissi un volume in i 8" col titolo — La giunta Staterà de
l'nrp-irall, ec. pubblicalo io ( .iurvra l' anno i (3. io. Me n' andai
tosto ad esaminar il volume, e raffrontandone alcuni passi col
presente codice, conobbi che l'argomento trattato 6 lo stesso,
186 MANOSCRITTI ITALIANI
ma cbe l'autore (di cui qui pur tacesi il nome) è diverso da
quello di questo scritto.
10039.
371. Accuse contro i frati minori osservanti.
Cartaceo, in tf, carotieri canili, ili pagine 18. «colo ira*, di buoni
Lo scritto in questo codice non abbraccia che solo 18 pa-
gine, poiché tutto il resto è stampato, c contiene cose tutte
che si riferiscouo all'argomento del endice stesso, che ha il
scuu lo titolo : /Jmr nluiiùiii ih Hi nuoti moli, che si fanno nella
Religione de Minori Osservanti, et dell' orioinc, pretesti, et effetti di
essi. Nulla io diro sulla natura ili cosi fatto argomento, forse
allora appareu temente di qualche importanza, ora di niuna
al tutto. Ma ciò che forma il pregio di questo codice è, eh' esso
è quel medesimo, iì quale fu consegnato nelle formo a quella
ftijtimissioue, che II pana aveva irislituita per dar giudizio
intorno alla verità di que' fatti , che vi si allegano sugl'intrighi,
sulle violenze, e sidl'avari/.i* tir' sopra ih letti li-ali minori os-
servanti. È firmato il codice da fra Bernardino da Moncalyo,
cioè da quel frate slesso, di cui furono pubblicale colla stampa
le considerazioni su! terzo e quarto decreto pontificale nel
proposilo de' sopraddetti frati. — La sottoscrizione eh' è in
fine del codice, e eh' è certamente l'autografa, è questa :
So, Fra Bernardino <hi Mmtuik-i Uiiwre Ostentante.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 187
10041.
172. Lettere del Nunzio Visconti ni Cardinale
Borromeo.
CirUMO. in foglia, «rallcri carmi. |C pigine 3oo. neralo ivi', di buoni
Questo codice tilt può v.rniun'iilc dirsi prraioso cuntieiie,
in altrettanti: lettoie irnliritti; da miui jì;,t:oil: Visconti nunzio
e legato del papa Pio IV* nel concilio di Trento al cardinale
Borromeo che era nipote d'esso papa, la storia di tutto ciò,
die di più importante accadde nel tempo, che fu tenuta il
sopraddetto concilio. Su coi n'odi e lesesi in una nota, scritta
però d'altra mano in sul principio del codice, sì racchiudono
in esse lettere alcune cose segrete si e particolari , che se fos-
sero stale note a l'aulu S.iq>i il i.Hdu i: (mingo della repubblica
di Venezia, e che scrisse appunto la storia di quel concilio, si
pensa che se ne sarebbe giovato, non solo per arricchire la
sua storia di qualche fatto non conosciuto , ma altresì pur ben
chiarirsi intorno od alcuni , che Forse vi lasciò o poco certi od
oscuri. 11 sopraddetto Visconti si dà a conoscere per questo
sue lettere uomo di molta e sana dottrina; ed allorachè fu
chiuso il concilio, il pontefice lo nominò cardinale. Ed in
altra nota, pur d'altra mano, che probabilmente sarà stata
quella il'inm i\,t niwi curili di'll.i JSiliJiolnra <li:l rn, con
dispiacere queste parole : A« i/ibìn'H-ai del Ik possedeva i/m dui.
Wbtmidi Buestelettere-.ma allesso non a è pia che ano, ciac il presente.
L' altro volume fa rubato dal signor Aymant delHAja, aw sei portò
seco. Era costai ne' tempi scorsi Prete e Carato di una Parrocchia
delDelftnatò, ed ora fermò la saa dimora nella città ddTAju. E credo
,88 MANOSCRITTI ITALIANI
che avrebbe mùnto aiu-ke f/ucs'o se messe- petalo, o se gli fosse vinato
alle mani. La quale nota medesima fa pur vedere in quanta
stima lencvansi i due volumi.
10045.
273. Relaiìoni di diversi Conclavi.
Cartaceo, io i", caratteri conivi, di pagine Soo, «ccolo iti*, di buona
Comprendcsi in questo grosso volume la storia di otto con-
clavi, e dopo questa sono due alili scritti, che, come vedremo,
si riferiscono generalmente e particolarmente ai conclavi me-
desimi. Quelli per tanto de' quali si ila la -(uria sono i seguenti:
I" Nella sede vacuile di Clemente VII", in cui fu creato papa
Paolo 111°; 11" nella sede vacante di Giulio 111°, nel quale fu
creato papa Marcello li'; III* nella sede vacante di Paolo IV°,
ove fu creato rio IV' ; IV in quella di Gregorio XIII*. ove fu
ereato Siato V; V nel quale fu ereato Gregorio XIV, e la storia
n'è diversa da quella, che leggesi nel codice segualo n" 275,
al iitialc murilo i IrLtori ; VI" nel quale Ili ereato papi Sisto V;
c la storia pure di questo conclave è ben differente dall'altra
riportata qui pocosopra alti" IV" ed è anche più elegantemente
scritta di quella; VII" è il conclave ove fu eletto Paolo V';
Vili", ed ultimo è quello in cui fu creato tirhano Vili*. In fine
di questo codìee, scritto da tante in 'ini e quante sono lo storio
de' conclavi, che vi si contengono, è una lunga Istruzione Po-
litica sopra i Concilia, la quale panni opera di uomo assai des-
tro; 0 dopo questa istruzione è un discorso sai Cnrilin'ili i'u-
palili, elle sì conosce essere dell' autore medesimo della
sopraddetta Istruzione Politica , e che leggesi tanto volonticri,
DELLA BIBLIOTECA DEI, RE. iSg
quanto naturalmente vi ci invita la novità lidi' argomento;
dico novità per i.i più parte de' bisturi , non esclusi pure i let-
terati ed i dotti, bendié. puro importar debba a quelli ed a
questi d'mtralteneiiii co' loro sludj in così fatti argomenti.
10045".
274. Notizie storiche di alcuni Conclavi.
forse un po' più in succinto di quelle, che vediamo ripetute
in altri codici , << specialmente nel cmlicc antecedente n° i-jì,
di alcuni conclavi. Di esse iioiiiie per ò i-uno qui molto scritte
in ialino, e comincia appunto il codice da una orazione la-
tina composta dal celebre Enea Silvio Piccoloraini intorno alla
morte ili Eugenio IV", ed intorno alla crcasione ed incoro-
nazione di Nicolò \ °. Omettendo dunque ili far parola delle
scritture latine, darò gli argomenti d'elle ilaliane, ebo qui si
trovano, e sono i «'{.-ncnii : ll: Storielle nolì/ie del conclave dì
Paolo IH' per la morte di Clemente VII'; 11° del conclave di
Marcello II"; HI" del conclave di Paolo IV'; IV* di quello in
cui fu eletto Pio 1\° ; le cui notizie sono le stesso , clic leggiamo
nel sopiaddcllo ci 'din.' 57,'i idi' arinolo .1", ma qui \'ba di pìi'i
la copia di una lunga lettera (la quale non ba sottoscrizione
alcuna) indiritta All' llima. Si<f. Duchessa itUrhina intorno ad
esso conclave di Pio IV"; V' dei conciavo di Pio V°; e con
poche diversità sono quelle stesse notizie, clic leggiamo nel
primo de' quattro codici segnati col n° 338; giuntavi qui una
inforwitiionc ilcllr ryij.i'ilri rfi Pilori Pio V' et delle cose che itti ip:elk
ari» MANOSCRITTI ITALIANI
ptveedettrru ; VI" del rondini: noi ipiali: In crealo papa fircgo-
rio XII!" l'anno i5-q; VIP del conclave b cui Tu eletto il
pontefice SistoV, prima cardinale Montai to, l'anno i565i e
questo noli/.uì puri- johu pressoché le medesime che leggonsi
mi-I primo di:' quallro sopraddolli rollici scanali cui 11° 338;
Vlir Somma dv Ctr:aluli formuli Ini i Cardinali ilei Concila?, da
augnarti da di sarà Papa, fanno i58aj IX" ed ultimo, Refoiione
iti Conciaie, nel .jua/e per la morie dei Papa hnmraù X'jll eletto
l'.Mefitr Aksstuuliti Vll\ la ip^alc i.dn/.ii.ine ha qualche cosa di
particolare, poiché in' inaiai ni, osseinlo ossa scritta incolonna,
ìejfjrinisi aitimi: annotazioni singolarissime, li' quali sono poslo
di culi Ir ij alle proposi/ioni a.-scrilo In essa minzione. Ed È pur
a sapersi, die In sul princi |iiu i;i <|ui.,sU: i daiii/tie Ir^uusi
srlitlO, però d'alila penna, le M'inculi parole : Culi le pulitile de'
Signori fuavMmi.
. Sloria delle elezioni al Ponlilicalo di Pio V*,
Gregorio X1V°, e Leone XP.
Una storia di tre conclavi é il contenuto di questo codici;.
La [iriina parte concerno il cundaie, nel quale fu citato
sommo pontefice il papa l'io V"; la seconda quello, in cui
rimasta vacante la sede del papa Urbano VIP, fu eletto pon-
tefice Gregorio XIV", al e uno scrino piacevolissimo a leggersi j
la tento parte II conclave, nel quale vacando la sede pontificia
por la morte di Clemente V1IP fu creato papa il cardinale
Alos-niudro ile' Medici, licito di poi Leone XP, e questo pure
somlirauii uno scritto ili qualche imperiamo.
Digiiized &y Google
DEL I. A BIBLIOTECA DEL BE.
10044".
276. Collezione <!i Memorie, Relazioni, Discorsi, e senili
diversi sopra varii argomenti.
Contiene questi) endice, che ha per lilolu generale — Cute
italiane, le scrinare seguenti, in più prie, «ponderili' Alli-
brami, di non poca import-in!.!, e dulie quali mi fo a porre
sotto degli occhi de' lettori p;ìi argomenti. I* HffflsroJte dei
Conclave fuilo ilup-i In rial,: il-. ! Pupa L:ri:tint> l IH", nei i/linfe fi
asiuiiio al Poatijiaitn il (.un/inule Sfiiiilniln , eh,- fu eliinmaln <1 re-
gimo XJV"; diversa da quella, che lesesi ne!!' antecedente
codice a" i-jb. È questo mollo più inititil.i e circostanziata nel
riferire tulio ciò die occorse nel sd|iraddi.||n conclave; e basti
il dire, che questa sola relazione occupa pressoché la metà del
presente ben {■russo volume. 11° lluijiiim ili' l'relemlenti a' Ducali
ili Manluea et Meiiferrn'n per ein ili iiieeenie-h, ■ Questo scritto di
carattere mollo aoleriore all'eia del presente codice, vi l'u
inserito, come pare, a' leinpi nobili. Ili1 Leiu-re. il,l siijimr Dmu
ili Maniera al sii/imr Dm a Ji l'ent< iiui-erii'it'in ih Milmie, tleh n <!<■.• 1
■lille jiurliiililii riiirlr /ivi l'Aiebiis: i-.i'iae siili, e li Ministri ili Sinnjti
DV' Cartelli, Mia disfido del Ite di Francia coirimpcralore. Inco-
mincia così : ■ Noi Francesco per la Dio gratis , Ite di Francia*
» Signor di Genova, et cantora. A \ oi Carlo per hi medesima
» e/alia dello Imperatore ile' Romani , lìe della .Spagna, fac-
« ciamo sapere (anno 1 .«7. avanti la l'asqua ■■8.) che. • oc. Ad
esso Cartella succede la riposta dell'imperatore, che ha la data
ilei mese di ^iii^iio dell' anno i,Vi8,ed imumìiieia : < l'id ii>
Digilized Dy Google
i9> MANOSCRITTI ITALIANI
' Cirio lo intendere il Voi Francesco, ■ ec. ec. V* Relazione del
Conclave fatto dopo la morte a" Innocenzo IX", nel anale fu osionto
nel Pontificai» il Qtnlinak AIMnwilino detto Clemente Ottano; è
la slessa, clic luggi'si all' snicol.-i ■>" del pi ni in: regnato n" 3 la.
VP Altra Relazione del Conciate fatto dopo la morte di Papa
Leone XI', nel anale fa adonto al Pontificato il cardinale Camillo
lion/liesc detta P««h V"; ed « la sli-S-sa, clic legnasi all'articolo f
del codice n" 2 7. i. Vii1 Altra .'V-.' C/tuhcc /al!" urlili udì 1 ii.-iint--
ili Gregorio XV°, nel anale fa creato Pontefice il carilumi-' Mn/i'i-i
Biirherini: Fitirstttinti ri-Ho Urini/M Otturo; col) piccoli' diversità
è quella medesima, eh' c all'articolo 1" del codice segnalo
11° 338. Vili" Altra del conclave stesso, ma diversa da quelle.
IX" Apologie et altre Memorie di Lorenzo de' Medici. É dapprima
una lettera dedicatoria, clie non lia sottoscrizione alcuna, data
di Venezia a' 5 febbraio 1 536, indiritta a Frauccsco di Raf-
faello de Medici, la quale Incomincia cosl:.Dapoi che io mi
■■ pin tii 'li Firenze io non ho mai scritto a persona, pensando,
■ l'unii' in simili casi suolo, iiilcni-iiire, rlus a certi sia parato
. bene quello clic ho fatto, et a cert' altri male: però giudicai
- clic, ■ ce. Dopo ili questa lettura, segue l'apologia di Lorenzo
ili:' Medici, la quali; prillili pi a cusi 1 « Su in liavi:i-si a ;;itistifìcaii.'
« In mie attioiii appresso di coloro, i quali non sanno che cosa
« sia Libertà 0 Tirannide, io m'ingegnerei di dimostrare, ■ ec.
'lutti quegli scrini, ma con il cime liiHeienM, si t rovinio pure
nel codice segnato col n" 3ai. Nel presento però la copia
n'i molto più chiara, nitida, e corretta. X' ed ultimo,
è un Trattato sturbi-- Julia Om'jwra scritta in Piacenza tanno
1 fii 7. Vue/easi , se così piaci' , l' arlicoSo j'1 d.-l codice n" 3o4,
dov'è pure distesamente riportata la relazione di essa con-
giura. Eccetto la diversità del titolo, ninna differenza io
posso notare tra questi due scritti se non che il presente ebbe
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5y3
un amanuense più diligente , e più inslrullo (iella nostra
10045.
277. Lettere intorno alia elezione del Pontelice
Innocenzo IX".
II titola del presente codici; è : Dhnorso sul Conclave & Inno-
cenzo IX'; 0 cavi può ili quaìclio modo, « non 111 rumo u 1111:1.1-
mente intitolarsi. Ma più prnpriamcnfc deve dirsi una colle-
zione dì lotterò scrill!', non ribolla da chi, ad un |>alii,-.M:a .
di cui pure tacesi ii nome, intorno a lutto ciò, clic di più im-
prima lettera è indirilla — Al signur i'iariana, nj ylirc 1 j;j 1;
c cosi tutte le susseguenti. Per l' esame che ne ho fatto, non
dubito poter affermare che se lo scrittore non è de' più ele-
fanti quando alio stilo, tj curlamfiil'j uno du' più accorti po-
litici del suo tempo, e bene inslrutlo di lulli quo' giiì riiriri ,
che nella circostanza della elezione di un papa sogliono met-
tersi in opera,
10045'.
378. Storia dì alcuni Conclavi.
Il contenuto di cpiesto codice, che ha por titolo Relazioni
di Concimi, è come segue : I" .Stona del Conciane nella tedi Beante
di Gregorio XIV°, dove fa creato Papa i! Cardinale Sunliqaattro,
l9i MANOSCRITTI ITALIANI i ,
dello pai Imùcemie IX'. Altre rel.iioni, o notUiR storiche di
f inii, i delia [i -i.i lìililiuleca, ma qucsla e al tutto differente
da quelle. \<iu è detlo chi ne aia l' autore, ma protesta clic
(itilo citi eli' ci scrive intorno a quel conclave, tutto ba veduto
folli propri turili . e stililo mi prepr/ finti,!. Il" Storia del Con-
ciare deità scile tacitate ili Papa Ianocemic IX", dote fu creato Papa
Clementi Vili'. É copia di quella che leggesi nel codice se-
ih;i r un.. Ulì.i 1:1.11 gemile ililisr, ri7,i. Ili l'.ila/i'ir.c ilei
Gmtiiuc delhi sede i-mante ili Chat-ute Vili", ditte fu creato Papa
it cardinale Alessandro ih Media, licito Leone XI°; è la relasione
ini.ii,.-li:u . fin' Ii/i^miuii .-ili" .irlii'iiln .'1" ilei codice n° 3a8.
IV' Altra liei^tom-deUlomlateclillasidei-cwaritediPapaLcoaeXI",
dw fu creato Papa ihunliiuiìc Intnjlit si- della pia Plinio V°; diversa
da (jui'lln, ci ii' ledili mu all' 111 tienili 7 1 ilei codice n" '17 3, si
innif jini in .ilhi mrlici Li lìihli<o:i'ii. \ ni eli imo, ultra
liiia:ii,nt de! Ciorir, :- della itili: c'intuii- di liipa Paoli' V", i/un
fu creato Papa (ireijuriu A I ", detta prima, il tianlinale Lodomsio.
Tutte queste storie 0 celmioni comprese nel presente codice
sono scrilte con estrema accuratezu,
lOOtìfi.
379. Notilia del Conclave, nel quale fu dello Papa
Clemente VII?, scritta da Lelio Marrelti.
Clutarcii, ili i", ì':i rulli. li fil^i. ili prilli. .W.n ■jT.ih, iJi lumai
Ciò ebe contieni nel presente codice e una notiti» storica,
c politica del conclave per la morte d'Innocenzo IX", nei
Lliai.:.:-:! Lv Ci
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. io5
((Male fu eletto papa Clemente Vili*. L'autore di questo scritto
è Lelio Marroni tf-nti Intimo .-.Ttiosc. quello stesso che scrisse
i Riconti Politici in tre volumi, intorno a quali ho già rolrat-
lenuto il lettore nel codice segnato col n" 5o, dedicati al gran
tlissi, seco miti flit: parvemi, titillilo indiziti ile .epijtHctli Ili-
cardi. Sul principio del codiw leggesi una nota ili francese,
perù d'altra ninno, eoo le seguenti partile : ('.mirimi- di- Clé-
ment Vili' très-bie» fall ; Amili «i Mmi.w.i:r de lltllame par h Car-
dinal .'Utolimntlin soa un-eii- Il nome dell' colore, ciò (■ il Mar-
redi, sfa nelle penne linei' ili'll' e pera. Per quel poco esame .
ch'io potei l'arile, ben faciljncnle ni' avvitii clic ehi lascio
quella noti scrisse iniislumenle, poiché e per l'ordine, che
vi si serba, e per S'importai) a de' limi, t he vi si raccontano,
e per la solidi ti delle seiilctiw:, mt:riliTi.'liliiv;iurhti per la storia
di/ tempi, che quesiti «ritto disse e un osci u lo.
■i8o, Relazioni storiche de' due Conclavi di Lìrhano VII',
e di Gregorio XIV".
(.Urlai... . in ,ùi,a:ni lorsivi. ili libili,' i.ii.l.. »'iol.> ivir', eli liilim.i
11 contenuto del presente codice è questo : 1° La Storia del
Conclave della lede vacante di Papa Stati, Quinta, date ja cranio
Papa i! ('.ti .'ii'; itti i'i- (.'ttsftt'fJtti, di ila fui I rimilo .Vdtmu. E la stessa
storia , che lesesi nel -e^nci ite endice n" -iHi . Il" F, altra adii™
del Conclave della ii'-l': nitvnle di l'apu Urtimi» l 'IP duce fu trend)
Papa Gregorio XiV°, descritta da Lelio Mai retti. È quel Mar retti
che descrisse1 il conclave, ove fu eletto papa Clemente Vili",
j96 MANOSCRITTI ITALIANI
e rhc leggesi nell'antecedente codice n° 279,0! quale rimetto
i lettori. Della valentia di (pesto scrittore so n i pur detto nel
codice n° 5g , ed altrove.
10047.
381. Storia de' tre Conclavi, di Sisto V, di Urbano VE",
e di Gregorio XIV°.
Cartaceo, in l,\ caratteri conivi, di pagine a3o, secolo ivi", di buon!
conservuione.
Comprende questo codice : 1° La Storia del Concimi Min Sfili:
pacante di Papa Gregorio XIII", nei quale fa creato Papa Sisto V.
K diversa 'Ir, quella, die lesesi rdl' ari iroln /," .icl l'oilir/ Menato
n" 373. 11° Conclave delia sede vacante di Papa Sisto V', nel quale
ja creato Papa Urbano VII'. Ili* Conciane di Papa Gregorio XIV,
nel ijniili' si niceonta distintamente et ordinatamente lune le tittioiii,
che in esso sono occorse ned' anno i5o,o. È uno scritto diverso da
quello, die leggesi ne' due eodici sotto i n1 373 e 376; ed
occupa la più parte del volume, e non sono senza qualclie
importanza le cose clie vi si narrano.
100S7'.
28-2. Colleziono di scrini di varii autori, ed argomenti
diversi.
Cartaceo, in 4*. cimiteri conivi , dì pagine 800, in «il principio del iccolo ini*.
lì titolo generale con cui è annunciato questo codice è :
Conciate di Siste Quinto; ed e questo veramente il primo argo-
L:-iii:l'"j t,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. aB7
infoio, die si traila ufi pre*>r:t<- rodilo, fini' 1.1 stoiia ni (pie!
to-iclnv. il..-: quale in l'ì.'ln. papa , clic aiutisi; di poi il nomi'
figliuolo d' mi povero contadino del castello di Montalto nella
Marca. Ma diverse altre scritture nou meno importanti con-
tengousi in qin'-to volumi;, delb: ipiali do qui ili burnì grado
tutti ({li argomenti a comune utilità. 1° La storia del soprad-
detto conclave, la quale pero è diversa da quella, clic leggiamo
nei codice segnato col n" a 7 3. II* Ricordi perla Corte ili Roma,
Scritti ncll' anno i58o. Non v' ha nome di autore, ed è cosa
«Hallo differente da laute altre rahr-itmi sulla curie di Roma, che
troviamo in varj rollici ili ipirsla Bibiiotoia ; e dr. libo anelir
• i;!t;iu libere, eli' essi llìtordi, come a mi' pare, min demeritano
d'esser letti. J1I° Relazione del clarissimo signor Lorenzo l'riali,
riturntilii iiiit'nistintara da /''rumini fer la smiiissinui repalibUru dì
Venezia all' iiii.iimiiii.i: dritti mizzi. '.lei (irttn Urna. 1\" Dinhi/v tra il
re Cattolico et il finn d'Alni, disni'ta da Urinali!" Gru; (rumini
fWli'ljjii (ir.-ia/l.ì:.. Tra Mani in r*'i I )i,duL-o -i: jlil ina: ,■ mii.m dal::
ad esso re l' impadronirsi delia ci Uà di Genova , o almeno cos-
truirvi e stabilii vi ima lolle 7.7,i. Il lti;r.o;;o u'e piacevole. V°Di
Don femuile Gohkijh lastnitlionc a Voi signor Pietro (il postino
datore frù Nitolù Grimaldi Ambasciatore per la Religione rlìcroso-
limitana presse il l'initi-fin < ir, am ia \lll° intarmi lilla fortezza di
Malta, Al signor Priore di Xnpol' jnx Simili tdiiillit. VII* inazione
del sig. Giocati ni UuitLui Leaia intona) ali' is-Jad: Multa. Fu scritta
l'anno i :ih-> dall' autor.1 dei!" I latriti, , rbe lediamo all' arti-
colo S° del codice segnato co! n° ì-ib. VIII" Discorso del sig.
Antonio Daria sopra le cose Tarckesche per eia di mare, È copia del
discorso, ch'è all' articolo fi'' dei rodile n" IX° Ducono
i68 MANOSCRITTI ITALIANI
di St:ip ioni: Castro i/li' llhre.K .■; Uno. signor (liaanito Htion-
compmpni (ìiwrak ili Snida Cluesa intorno a t'inalata del PrclKipe
Mi.tlthi.as in i~i.an.dru. K lo «tesso smloro ilu^li Avirriiincnti dilli al
rlu^i di Terranova, i quali ni leggono all' ailir.olo h° del co-
dice 11° 335. X" .Disi orsii intento ni titoli c milioni di pnwikit-u ,
fin' possono allegarsi Iva lii l' rancia e la Spagna, ..crii lo da
lincei'? Jacopo .U'jviio. lo (.■lodo, olio udirli non cadi rebbi'
pur in animo a cinedi ("■•il l' idea di scrivere on dinrorso con-
simile. Xl° Desininone dd Rnjnti di l'ortogaUo, et sua bistorta,
che fu scritta iteU inaio Non li dello rlii ne sia stato 1* au-
tore. XU° Disfei'la/iooc. nella quale si dà ,1 tornisci1 re la par-
ticolare c.oslrii/ioin; dulie navi della Spagna , e con quali venti
essi; debbano imi ijiare [lev gin-ti'. 1 r ~:d\i: in Inghilterra. L'au-
tore eli' è sotlosf.nl. lo 111 line dulia d issiti azione è Filippo l'i-
■rafetia. XI il" Dis,:or<u siipra ti- poti nti .■.i.ji.uti , ohe deliimno spiniji-t "
il Ita Ciittnliiù piii tosto oli' imprtm il li:t]htiti-rin . elle 11 ifiteìlit di
i'iiim'tru ; duci- si iliiitustrtt toh ipiantu futilità, o a-jii inulti: liilproli-i
ao si putriti rux «7 1; ire Oliai potenza non ria allora hi Spagna!
E come canpiarono j>Ii stali col cangiarsi de' tempi !... XIV" ed
ultimo, Delerittiinti; de l'urti ri. i'nrti::e ilei, Iteijnu d' liii/hilli'ìru .
fatta dalsio. Filippo Piaafetta l'anno i588. a' 5. di Loglio. Anche
questa descrizione sembrami mollo importante per la storia
de" tran pi.
10048.
iH.'t. Ilisrorsi sulla elo/iono al l'ontiiiralo di Leone XI°,
e Paolo V°i giuntivi nitri scritti.
Cartaceo, in i". riinilii.ii .■■ nvivi . ni firmino .ice . 'cu ilo svil-, Imi ..1 narvali'.
Si contiene in questo codice un lungo diacono fatto l'anno
)6o5 intorno alla elezione di dui; pome (ic i , cioè di Leone XI",
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. agn
e di Paolo V*, L' autore del discorso, il quale è più politico
die storico, è Francesco Maria Violando, come leggcsi in sul
principio del diicorstj medesimo. Dopo di questo, è altro
limati ili. ìi ■mi-m) sloiico sii! conclave, efie In trinilo alla mori''
del papa Clemente Vili*; ed in ultimo luogo, scritto perà
d'altra mano, * altro discorso (o più veramente dialogo) trn uno
Spegnitoio, on Franale, ed un Veneziano circa li rumori delle
guerre passale d Italia, e le rivotutioni della Francia. Era allora
regnante Lodovico XIII*. Onesto dialogo, che per altro sem-
brami molto insulso, manca di qualche foglio nel fine.
10048".
ifi/l. Lettere, Relazioni, Discorsi, e Scritti diversi sopra
vani argomenti.
i jrl^v--.. lj i r.^rtincri cr;-vi , 'li i.ic^o beo. *:=o:o \ , di
Contengonsi in epiosto coti ite jrli scrini tc^uerili : 1" Noli/.ic
storiche c poiilir.hr- ilei conclave, nel quale, l'n eletto Mimmo
pontefice il cardinale Maffeo Barberino, detto di poi Urba-
no Vili". Il' La famosa lettera già data alle stampe nel libro
intitolato: Systenta tifi in k:u m eh: .tu./. Tridme eh: impeitsis Khe-
mriorum, l6.H5, in-4", ili Galilei) (i dilei imlirilli olia scivtiis-
sima Madama la Gran Duchessa Madre ; la qual lettera può quasi
riguardarsi qui come autografai tanta èia correzione con cui
fu trascritta. Ili" Cose slrwirtliinu 'v , ila- •ji«ì-: il He di Spagna in
/■■inwirnitirmi' delia Sede ipo/tolir,!. [ \ " Si fu cMl.-yù de' Media <iJ
Apollo per sapere la cagione dell' imprecisa morte di Madama la
Uipìitatiunc di Sp'ignu. Piacevolisiiino ; leggersi questo ra nin-
nameli to. V' Copia di quello, the hanno scrilto li Udini. Legali al
Soo MANOSCRITTI ITALIANI
\unto/ Delfini,, che traili co» l'Imperatore a nome loro a 7 Aprile
i56a. VP InstraUione di 5. M. Cattolica a Don Antonio di Toledo
Priore ili LeOM del suo Consiglio di Stalo intorno al (Miotto Generai»,
■lata in Toledo a 1 1 74re 1 5tìo. VII* Quello che il signor Antonio
il divertire 'il Concilio Nazionale di Francia a 10 -jbn i56o.
Vili* Seri'W-a data dal siano,- Perez al Ile Cattolico per gmitifi-
. ni Nili!' ilei t'ami i-ivra l--p.ar.-dc: I'i<aeaictil;lati L-jatisa' 5 2 Giugno
ififis. W Lellera detti Letjati ilei Concilia al Ile Cattolica, 1 Mag-
gio lafia. X" liagiomimi-nlo fatto al He Cattolico citta il Prupo-
ncntit/us l.et/utis, et la continuatomi' ilei Camilla: del signor Lorenzo
Perez, a' 5.1 l.ltifxiu I XI' Tr-aiaUoatc ài Ila Seriltara portata
■/all' ■[liliale di \latiutt in mane del He Cristianissimo a Nostro Si-
■/taire il sminila Pontefici; perla culi l'Ica gioite d'un tjemralc Concilia.
XII0 RispottadiN. S. il sommo Pontefice air Abbate Manna l56o.
appratitati!/ la della c,aa-aca:uaie. MIT Scrittura itala ili Concilia
da. alcuni Vestaci Spugnatili et l':,rtiigi:.est, che lanuto dignità nelle
toro Chiese a' 33 Loglio l56a. XIV" ed ultimo; Scrittura di
Sansach atli Ledati del Sacro Concilio di Trento, a IO ignito info.
Questo ù tutto citi t ln.' contieni strillo in Mulinilo nel presente
codice, avendo lasciato di notare altre memorie e scritture
spagli uole e latini;, non I lille purói-oiim'iieiilì le stesse materie.
16048*.
2c\'j. Poesie ili morte del Poiilclìce liiliano Vili", raccolte
dal padre Monne.
Cai-Iacea, in d°, cai-altcì-i cene, i . ili \>s;im: .ino . --cnlù svir\ di Ijoona
Ili due parti è diviso questo codice. Della prima il titolo è
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 3<u
il seguente : 1 singulti della Corte di Uomo nella morie di l'apri
I, riunii, Otlniri, itno/ltl dui Putire W.uvtir llistwrityruf'ii dell' Emi-
iicntissimo francesi!. ; Di dindi ni .iijjn.c M/iriiiiiimiiu ]lnii:iiiiii Mu-
sico e Cavallerizzo dell' Emiuenlhsimo Antonio. In Santa AUri-
aillu per i'e.rfrìti, 'l'ad-i. ittiinpdlore l'.-.inminli: iti/ii. Con licenza
./;■'. S'.'/i. ite,",'. Svtnlirii pei t:l|e IVoilti-pi/io, cll'essi Siili/ulti ' sii'im
pia st.il i r 3 ìi ti in luce, iì c.iic almeno -i im«f l'intenzione 'li
pui.hlie.arli; ciò clic panni più pcolifdiile. (aununejue sia, poco
importa il conoscere questo Lido, poiché in verità sodo sin-
filili si fastidiosi ed ulnari, i' tali le poesie t-lif? qui si legumi,
die l'autore o piuttosto l'editore loro , il padre Morone . seni
avvedersene, non poteva scegliere titolo ad Esse più conve-
niente. La seconda parte del codice ha questo frontispìzio :
smini. Poesie, oremom, i lo^i, ra.. lutln in quella seconda parte
dir/i. l'iaceiui stillanti) risenta t'e l'ili; 1 il i ■ di una illazione, ili
cui Iacinto V alitine, eli è Clune -l'Elie : l' rimilo Orti/io Vbirin-
ti«'i l'unti liti , burlimi , Spiritatili, Tynuiao . i-rlis ci Ortis des-
trw.tiìri iuipiisiimo. l'are al I ulto ini [iruhnlille , elie questo seri Ilo,
si come puraltri molti clic Involisi nella seconda parte del
presente codice, sieno stati dati alle stampe.
386. Raccolta di Relation.!, Lettere, Discorsi, Memoriali,
ed altri scritti di vario argomento.
In questo codice, che ha il titolo gCDerale di — Manoscritti
italiani, si comprendono le seguenti cose : 1° Relaltonc compita
3.,! MANOSCRITTI ITALIA KI '
della morie di Urbano Vili', dello prima il Cardinale Maffeo Bar-
Urini, eoa i suoi funerali ; al con un generale racconto di tallo
attrito, eh' è /lussalo "•■Un Siile >:a>niite, ma li: /'rifornitile, salire,
discorsi ci altre scritture, tanto contro il defonto Pontefice, quanto
tonfivi («[(' i" Cardinali in generale; et de/li rumori, dissezioni,
morii, prigionie ; et di tatti li negotiali fatti dal Sacrv Colici/ io circa
ijli uff ari ilrlii Sfili: incaute. Leggasi, so cosi piare, questa irò-
mrndisaìina relazione, dollft quido io etc.de- non sarà facile
riiiri'iitrnrui- ri i pi a ni In ne. Il 'Si ori a. del l'-'ne tui:<: [atta per marte-
di Urbano Vili' olirà Maffeo Barberino Fiorentino, nel quale fa
Ottanta al Pontificalo il Cardinale Ciò. Batta Panfilia, detto poi
Innocentìo Decimo; ove si raci-attiiri tutti li successi, et Imitali
falli in quello diffasameute , t anno iGii. È la stessa storia, che
leggiamo nel codice segnato col n" 5 98. IH' La male consigliata
fii-/ti di Antonia. Som ! hm in vista per ijiniHlo titolo elio il dis-
corso si riferisca alia fuga del rrìebrn Marcantonio, ma, hen-
cliè quasi tutto allegorico , vedesi chiaro eh' ivi sì parla della
fuga del cardinali' Antuiiio Dm-IjoiÌ r i . e tonnina cosi : Pirelli
sema seano, privo di consiglio abbandonasse Antonio l'Àtlio Campo
del Romano Ciwlilin, di Ani/itila suo Signore la vista fuggendo, non
può dirsene altra fondala ragione fuori che seauitasse t'adultera
Cleopatra in grembo alle sue Melinite Uwiezzi. 1V° Lettera scritta
dal ì\e di Frani la ai ( '.■■ti'iaiitìi Hail-i i iai. , ■.nieàiijh-iniaii delle sui
disaioeiilure. Incomincia cosi : « Io vi scrivo con il parere della
■ Regina, regnante Madama mia Madre, per testificarvi quanto
«io resti maraviglialo, ce. Da!a di Parigi, li 21 sbre. i645>,
ir sottusmlla Louis de Itourtion : h quale sot lo <c ripone però è
stata fatta. 0 alterato d'altra mano. Essa leltera è immediata-
mente seguita dalla risposta, che mandò al re i! sopraddetto
cardinale Barberino, dala di Roma a' 6 di gennaio 1 G46.
V Lelteru al sacra Calleijui lusiiatu dall' limino, signor Cardinale
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3o3
Barberino nella sim piirtnirnsunuln li 1 fi Gennai» i fi.'iG; alla qual
lettera tien dietro la risposta latta dal sacro collegio de' car-
dinali al soprai! dello cardinale Barberino , data di Roma lì
ii) gennaio i67i(>; risposta ebe ri fa ehi ara mente e un osci Te
(jiiii Ir e ijiiaiila ■■i?. h |H"iLn/.a il' un p;>pa , elmi e ; ni uri pi- tem-
porali!, a qui tempi. VI" Mciwi<t!-;iìiui. Jn Delma Anna Cnlonna
sireaku-i cattiva speilieiitc eanlri' lini Tniblt:.- (Bnilieriiio, prefetto
ili Roma , e in ari lo di essa Dm ma Anna) per ilijw.ile. in. Campi-
doglio sifacei-u il congresso; liuto d\ Roma li i □ febbraio 1 646 ; al
qual Memoriale succede, la risposta, die Ieri:™ alla sopraddetto
Donna Anna Barberina i collii; evalori (lei senalo del popolo
Uni nano, eri li ii li da La del li,! in pi riunirò a' -/iì l'ebbra in i li 'ili.
VII" Il Cappuccina Confortatore, alias il Cardinale Ciijijiint.tin, elie
eiinfirlii. li liarben.ni. \ 111" Memoriale contro i Barberini, itt-
diriliato al papa. Non La solloscn/.ioiie alcuna. IX" Discorso
politico sopra il Imitato lìdi" accordo dclli signori Barberini; duce
anco si disvela la causa, per In onnh Sun Santità s'è mossa ad
aggradarli ;; et quello che dovranno osserva re prima della loro venuta
in Roma. Questo discorso, di cui è taciuto il nome dell' au-
tore, ha la data di l'onta del mese di ottobre dell' anno il>46.
X° ed ultimo ; altro discorso sopra la remissione de Barberini in-
dirilto alla Santità di Nostro Signore Papa InnocentioX". E questo
discorso non ba data alcuna.
MANOSCRITTI ITALIANI
(iolleiimie ili m rilli concernenti la più parie
l'Italia.
Il lilolu generale con coi a! solito è pur a
presente codice e questo : Manoscritti italiani. De quali manos-
crilli gli argomenli sono «imi- segue : 1° Instrutlione a Ministri
del Re Cattolico sopra F ekUione delli Pontefici in ogni Conclave; et
in particolare nclti: marte di Urbana \ IH", a ciò non divenisse t'apa
ahi un adhercnlc delti iìarbcrtni. i iii j. Opinili io pano, o almeoo
piova sperare, die non si pongano più in pratica Ululi vergo-
gnosi giri e rigiri, quanti se ne leggono in essa istruzione,
per eleggere un successore a san Pietro. 11° Discorsa Politico
supi'a ir iiflerattc segnile tra il signore Cardinale d' Estc, et l'Almi-
rante di Citstiqlia : scriltnra erniosa. Veggasi intorno allo stesso
argomento l'articolo 3' del codice segnato n° agi. Ili* Loscra-
Ì Italia contro il Turco, et liaison di rMi. Qui pure taeesi il
Marfirio, dove si tratta tatti il successo della guerra d' Orbitelh.
Hiii'sln distorto, i> |>iti viTiinif-Hif duena, i; iedirittii ila N. N
di Roma li i di agosto ìtìdG, al conte d'Ognalc ambasciatore
del He cattolico presso il poiileliee Innocenzo X'. VI" La Con-
arcgnziuiti: dt (juaUru Spie dc!U ipinLUn Oimne : dutr ragifuuijliuit:.
il principio , e molin della ijm-rru di ( Ubatilo ; mu assedio ; e partenza
delti Francesi: e si dimmtra chi lutti vìi Oltramontani sono
capitalissimi dell' llnìin . ittìjvti ixt» h' mi/irmi e i/ti cscmnj.
specie di coni ihcc! i;t, don.' mhio dicci gì" interlocutori
Pasquino, lkbuino, c Martorio clic l'anno la Rotolala rf,
presentì delia subito. Tanto piacevole a leggersi quanto
no' suoi principj sembrami quello scritto. VII* Manifc
prìncipe Tomasso sopra la partonia d'Orbilello. Vili'
fatte contro i Francesi a favore di Don Carlo della Gati
l'assedio d'Orbinolo; avend,.-,i pur qui raccolti de' som
IX° ed ultimo, è un lungo discorso, di cui Incesi il nome
dei!' autore, indirillo al cardinale Grimaldi, e clic ha questo
titolo : V Italia mai governata. È preceduto da una lettera de-
dicatoria, data ili lloma il dì io novembre ìfi^fi. Finisce il
discorso con le scoienti parole : <■ A voi, (ligìi d'oro, la gran-
. ,1,„. digli ».im, nmi din» IM •» „.„
,li,o pmson, a, m «* t* hmk M. mi-
■■ clic lendini ali Spagli il (ili. > IVrqucl poco . eli io ne lio ietto,
si dimostra ben cbiarameute in questo distorso, clic gli Spa-
gnoli non suppuro mai cattivarsi t;i stima e l'affetto degl'
Italiani.
100 A 8
a88. Scritti diversi
De' scritti contenti li in questo codice sono gli argomenti elio
seguono: 1° Origine ■1,-lli ili>i<uni tiv il Srn-uìssiiuo di Parma, c
lofi MANOSCRITTI ITALIANI
Signori Barberini, per i ijnttii sam\ «ali i pineali moti di guerra;
ciò che fu l'anno i638, 11° Riiatiom dell orijbw Mi rumori,
e presa dello stato di Castro, et altri litighi della naia Farnese esis-
Miti nello stata dt-lla Ckirsu. La relaiione non ha nome di autore.
li indiritt.i ad ni In pei-innai^io , che ^ciiilirn avergliela conia n-
rlula , '■ fu -el idi, ]' iilllio : i 1 liei [iimll'lciilo ili l'ibiiim \ 111".
l'Aia è snellitala (la ti ih; \I:-ihIm; lal.irii del <(ipr,idde Ilo papa al
duca ili Panna; e più dalia investitura del ducato di Castro
l'atta in favore delle ianniilia l'anicse da Paolo 111°, e- questo
.scritto pure è latino. Ili' Risposta IH forma di lettera al libro del
serenissimo Vaso, di l'arma; «1 a questa risposta succedono altre
pitali fra il Papa Urbana Vili; et il Daai di Parma per mterposi-
tiow M Ite di Francia ; dal Cardinal» Denso PknipoUntiario, tat-
toscritti in Ferrara alli il Mano i6ii, et dal Cardinale Biciti
mine Ph-aipalealuiiw ili S. M C.tiristititiissiinti in l'inezia Rei sud-
detto giùrno. X° Sostanza delle Capitolazioni dulia pare fatta fra il
Papa Urbano Vili" Prim-ipi <~.<dliyait, pn- interpasitwu del Re
di Francia, sotto&rittt dal tanlin/tit Dongo Plenipoicnliario del
Papa, et tlal. Cardinale Bichi Pleaipotentiario del Re, et altri Pie-
nipntantiarii dcili suddetti Principi. Legatisi queste capitolazioni,
cosi , clic la lettura di esse capitolasi olii sembrerà oppresso
una favola pi n Itosi ocliè una storia. VI" Pnijrth dell' <npttnl,i~
(ioni della pace tra Urbano Vili" et li Principi collegati contro la
Chiesa; cioè contro «i' ìiKchmì ■■ gli a Ilari temporali della corte
di Roma, VII" ed ultimo, lei^i una Ltfivitiont fnim dati' ICmi-
nenùssimu sitjnw O.mìiiude IMii alla npahliim di Venezia. Allu-
dasi in questo scritto iilla lin hìi/.Ììì li, ili dal pupa Urbano Vili"
al ducato di Castro, a fine tli por termine a' disgusti e alle
discordie fra' principi.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3o7
100fi8'.
289. Memorie, Relazioni, e scritturo diverse, che per la
più parte si riferiscono all'Italia.
Gli scritti che contengono i;ei priM'n le rudi ce Min o qui.'sii :
1° Relazione dell' Italia fatta a i3 7bFÈ 160A. 1'. diversa al tutto
ila quella, clic Ic^'iaimi all' iirliiulo i"del codice sugnato n" 3l3,
fi diversa pure dall'altrii , chi: ahliiami all' articoli! \ ilei endice
n" li i .">; inìi eccello alcu:)!.' piccole (lilicrciL/i.! , e. ']ui'lla stessa,
che leggesi all' artici ilo i." del i- ..ilici1 ri" -io 7 , alla quale e perei
inferiore la presente per ciò che riguarda la correzione, e ad
essa quindi ne rimando i lettori. Iln Diana in rclatione del viaggio,
d'i Bi!«iiii(i,i.iv Cmiiìt'n inni «(■).', lid/iduv l'Ai ll irn-inh Ciiniri-n ,
da lìuma ih Spagna; Maialatavi \ nntio !\lrimidiiin:iii a quella Carle
da Papa Clemente Vili', l'anno lÒyu., regnante Philippo Secondo.
Importante scrittura anche per la storia della Spagna in que'
tempi . Ili" Hidaili.ar tiri di:t;us:>., l'.'icyiDss'iLìiiiv/™ il Principe Pre-
fetto Don Taddeo Haihrrina, il /' Aatliusciukac Veneto Cà de Pe-
saro; per li quali segai il saccesso di fargli fermare in Roma la saa
carrozza nell' incontrarsi ™r il delti, Prineijn: In verità, che a ben
pochi può importare la lettura di questa relazione; ma consi-
derandosene 1' rn-«rjiu(;[iio !■ In singolarità di'' latti che vi si nar-
rano, io credo che non putrii rimanersi il lettore dal maravi-
gliarne, e dedurne insieme alcune conseguenze. IV* Rehùene
de snecessi punk-viari di il' ini unirò futili dati' Eccellentissimo Signor
Principe Don Tmldi-n Barberina alla Maestà di-Ila lU-gina d Inghil-
terra ia Loreto; partenza d'indi, c dimora folta in Ancona ila sua
Maestà, et sao inibarco ili qvtl Porto per Trieste sopra l'armata Veneta
.ioH MANOSCRITTI ITALIANI
fanno i63i. La relasionc, di cui taccsi il nome dell'autore, è
indirizzala alla moglie del sopraddetto principe Barberino, e
data d" Ancona il di So gennaio i(i3 1 . V* Mattonila la ribdltmu
H iHtirte del IVaHi'iistr-tti, Queste hiltuoiÌl' , elie pollano la sotto-
scrizione ili (Iiiin) Kiiln i/iu | Imi, il mi i, sani > ini li riti e ad allo per-
diri Li (irmi. ini,. , ri ir .niiiIiiì an.'i^lierie coi umidititi la
scrittura, onde avere esalte c giuste notizie sul tradimento di
quel celebre generale. Por le protestazioni e dichiarazioni fatte
l635". VI" NtgotiatoiU Franaxco GottM3a Marchese di CartiolioM
Imhaxiatar* dì Ridolfo W Imperalo™ inforno alle differenze fra
Paolo V somma Pontefice, et i Vtnetiani. \ li" ed ultimo , è un dis-
corso nel quale si dimostra rhe il Re ili Spagna, e quello di
i'miu ìu (/eMi/mi mutare il l'api: uial.ru i Iiiip;w!!!,
290. Scfiltt eoocenienii i;li Stati di Roma, Modena,
0 Ferrara.
Cariaceli, in 1". Gu.iil.'ii ,nt.i>i. ili iì..i>, m vi lo imi : di Imi, ita «mserniioiw
fini reo de questo codice, il quale non porta in fronte chi
il titolo di, Ma;t'M-r\iii 111d10.11:, \i: stoniti cose:!* Relation.
presente con l'occasione de' Unni hi , titilli Dataria, ri nitri tiiyxii.
Diversa ù ai tutto ia presenti- rela/.ione ila quelle, clic in molli
altri codici ili questa ili Mini etra, liiicuiiti'iaiuo sulla corte e
città di Roma. \on è qui dichiarato il nome dell' autore , il
quale perà seni limili assai bene itistnillo ilrli argon lento, rlie
tratta. In qual setolo sta siala st'ritla questa relazione può
desumersi dalle ultime linee, Delle quali leggasi cosi : ■ Lo
.stato Ecclesiastico in Italia sta diviso in undici Provincie... .
» olire liriicveulii 1 1 r ■ l rubini r!i \ajmlj . et .\\ igiioiie nel regno
«<fi Francia.. Il" Mmifestu Jctf Emlwntissma cardinale Spada,
•inumili binili dulia ma Jaalinhi ih l'Iciiipntcìitiiinn da trattare con li
Princìpi ioìììijalì iii-Uc 'it/crii. th Liliana Vili". Ili' Iiifutiiiiitìuuì n
Sila Santità soprn li- preleiìtumi , clic il Unni ili Modena ha con in
traimi Ajtasltiltiit. !V /ii\;." ■■''■< ulte si i illuni pallili, ni, i r il S-r, i.'i..-
simo Daca ili .1/m'cim s;pia ic preti ultimi net Vacata di Ferrara,
et altri feudi Ecclesiastici, I beni allodiali nel princìpio dell'anno
1643. V" ed ultimo, Instrattione data all' Emiitentisstmo Sìanor
OiltUtiale dilu iti l.iipili, it Luti-re, tumulala dulia Santità di lY. 5.
Urbano Vili' al timiiiresH' ili t':'liwtia un tratture la piar niiitcrsale
nel Christianesìmo. Ne abbiamo altra copia nel codice segnato
il" 3 1 1, il quale nuli' altro contiene, eh' essa distruzione.
. Informazioni, Manifesti, Racconti, Trattati,
ed altri scritti concernenti l'Italia.
Dcl-Ii scritti che si contendono iti questo endici; i ti Itili seni,
3 io MANOSCRITTI ITALIANI
i seguenti : ]' Rehitione delia Città di Roani con ampia dichiaralione
di latta ìa nobiltà et origine di onetfa, ec. ce. Ne abbiamo altra
copia cri autlii- più curri'lla nel roditi' anletcdiTite 11° ■Jflo.
H" Reiatione delio siato, et forza di tutti U Preticipi d'Italia. Questa
liei secolo sui", diversa d'altre relazioni die Millo «lesso ar-
gomento ahliiamo in altri codici di lla Biblioteca, e sembrami
non poto importante per le notizie die vi si danno, ben utili
pel confronti clic può iiistituirsene ru nostri tempi. 111° Sto-
ria <ti:ì Conciaie fatto da .Mostro irjnore (.Viano Vili' per in sua
rlrtlioiiftìi P'-iitifiiUn. V. la -tessa storia, ci»: !i.'j>;;iaijio nel ro-
dine segnato n" 61 1 , ossia ucl volume II" delta ramosa Raccolta
Brtennc, (Iella quale faremo meniiotie a suo luogo. Se non
che qui il titolo è un po' bizzarra me 11 le scrino, poiebe sembra
in vista clie libano \ IH' siasi fallo papa ila per lui, vale a
dire co' suoi maneggi; do- ebe peraltro, leggendo la storia di
esso conciavo, non avreliiiesi molla diliicoltà a poter credere.
IV* Racconto delt abjuraiioiu, et morte del signor Giacinto Centina
ni/mie del cardinali d'Ascoli, et altri, che colevano dare morte a
,Vo!loi S"i»orr l'unii I; riunii} I ///■. f.ió accadde l'anno i634; ed il
/iacinto è seguitato da ima Lettera scritta in Roma dalle carceri di
Corte Sorelli il ì3 niwjno l(i3i dal detto sianor Giacinto Contino
ai signor Card-naie d Ascoi, sao zio nei panto che andava al snppìicio;
e piò, d'altra lettera d'esso Contino a sua moglie la sig* Au-
reli,! di Bla» in quel momento medesimo ch'era condotto al
suppiicio; le quali Ire seri Hi ire meri la 110 il' esser lette, V" Ori-
gine de' presenti rumori tra il Duca di l'amia et i Btiterìm. Con
piccole diversità è la stesso strili ma , clic lediamo all'artì-
colo 1° del codice segnato o" a SS, alla quale indirizzo i lettori.
VI" Manifesto della repuhlilica di Venezia dell'anno iG34, encie n
nome dei Gran Duca di Toscana, e del Daca di Modena, intorno alla
Digiuzed Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3n
ingiusta usurpatane che fu fatta ai Duca di l'arma de suoi stati di
Castro e di Muutalto. Al quale Manifesto succede una risposta
alla repubblica di Venezia, scritta in nome della Corte Apostolica.
VII" Infirmatione, ci* il signor Duca di Modena esibisce alla San-
tità di „Y" .Srijni'ff s:/;.Mi li :\i:jii,ni , ile lu imi Cam ime ani In Ca-
mera Apostatica, l'alimi i(ì.\'S; L e ^ n j li ! « - informazione è la
Risposta alia scrittura pubblitutti per il Serenissimo di Modena sopra
le pretentioni nei Ducato di Ferrara et altn Feudi Ecclesiastici, et
beni allodiali nel piitnii'iii di II -1111111 1 ti.)'.- ; 1» ([iiaii din.' -n'illun'
leggonsi anebe agli articoli 3° e 4° ilei codice segnato II* ano.
Vili" Dialoga tra A. e Giiriiiibain .j/(.-ii™.c). Pia rji'vol issimi)
legarsi [jiirsld dialogo, cei-lanuTitc inedito, intorno alle
cose più recondite di Roma in:] ,'ii colo .vvn", sì quanto all' in-
tcriore che quanto all' esteriore sua amministrazione. IX° Traf-
ilili) per I' aiJtjUKt:ii:itt'iln Ini l'I'.n ria", {'.tintinnir 5ptlit-t cult itti nitri
Deputati della Lena. \:l nd nllinin; lunghissima ludni-.-i sr.riiia
di Madrid il di 18 genoaio ifi43, indim.iala ad in pur^u
naggio.di cui tacesi il nome, e senza sottoscrizione alcuna,
intorno alla- Espulsione, die di repente s'è indulti india iurte CaUu-
Uat (io quell'anno) del mnie Data, da tolti gli affari e pubblici
negozii.
10048".
ani." Capitoli, Lettere, Discorsi , Relazioni, t-A altri scritti
sopra varii argomenti.
Carlaceo. in a", carnieri corsivi . di pagine ino, secolo ini*, di buoni
Contengonsi nel preseote codice : 1° Capitali della pace eoa-
dosa trà la Mursia tiri Re Cii.lit.ti.rn, il l'n-i-ii-.'.ic Unite de' Paesi-
Bassi, 1 Capilolì.sono 78, ed il trattato fu coucliiuso e firmato
3n MANOSCRITTI ITALIANI
dai rispettivi Pi eri unitemi a vii in \luiistcr li 3o gennaio dell'
anno tGAS. il" Lettera, per relatione a Sua Maestà Cattolica sopra
tatti li trattati tegmd daraitte f indispostone di Nostro Signori
Para Urbano Vili' nell'anno i637; e poco dopo, ma prima di
cominciare In lettera, con bel carattere tondo leggesi scritto
cosi : Aliai mancamenti de' Ministri Spugniteli. 111° Dùcono il
l'Alminmle nella visita del Snt™ Colfaj,,, dorrà visitare il Cardinali
d'Ette, e li Cardinali Grimaldi e Valori, e firmare la carrozza
iwtttomfoli. IV0 Censura sopra il discorso chi incomincia, se VAI-
mirante nella risita al Vi» Odltifm dorrà, c:c. ce. conio c|ui poco
sopra. V" Rispetta di! siyam- Vitnt inali l.j vi ai alili ni discorso, che
s'intitola, Se rAlmiranU dovrà, ec. , come sopra. VI' Replica
dell' Almirenle alla risposta fatta per la parte del Cardinale d'Ette,
che incomincia: Il Sajo sdrucito non si racconcia; si ricuce e resta
tana. VII" Discorso sopra latte k differenze sciite tra li signori
Cardinali d1 liste, e, Atmìrante. di Castali,,, col totale aijifmshimento.
11 quale discorso A indiritto ad un alto personaggio , di cui, si
come pur dell'autore, laccai il nome, ed ha la data di Roma
de' 13 maggio iG4G. Vili" ed ultimo, Helatione di Marino de
Cavalli, tornato Ambasciatore per la repubblica di Venezia da Carlo
Quinto Itnpi-ratiitv. L uìki irla/ io ne , ehi1 |)anui veramente ben
degna d'esser letta; e cerio assai piò die i sopraddetti discorsi
intorno alle visite dell' Alni irante.
no3. Storia del Conclave, nel quale fu eletto Papa
Innocenzo X", scritta dal Cardinale Rapaccioli.
Conliensi iu questo codice la storia, o llelti.-hiae del Cunrluve
DELLA BIBLIOTECA. DEL RE. 3i3
per la Sede vacante di Papa Urbano Vili', nel quale fa oijonlo al
Pontificalo Innocantio Decimo ; scritta dal signore Cardinale Rapac-
cioli. Questa relazione dà notizia di lutto quello, che accadde
nel sopraddetto conclave, ed è iudiritta dal cardinale, quasi
in forma di lettera, ad un suo amico, che avergliene fatta
l'instanza. .Non domanda poco- (cosi incomincia) «chi mi
■ chiede, come fate voi, le notizie delle cose non toccate, o
« male spiegate da chi ha fin qui preteso pubblicare al mondo
■ gli alfari dell' ultimo Conclave... I successi, come assai re-
«eonditi, et in nolitia di pochissimi Cardinali , che non li
«vogliono scrivere [et hanno ragione) si nonno assai mala-
» gcvolmuDlr risapiiri; da tfsi ; nu -.oiua i lucili . ch'io sono ilo
■ mendicando da lai uno potrei rivelarvi di quelle cose, che
■ ora androwi dicendo, » ec. La Relazione è divisa in tre parti;
ma la terza non 6 composta che delle seguenti parole le quali
mi fb fl trascrivere: «V'ha bene una terza et ultima parte,
■ che ho raccomandala a' rispostigli più segreti nel mio scrigno,
■ e contiene molle coso curiose, e detti e fatti singolari di
«cìascliedun Cardinale; ma non ve ne venga voglia divederla,
«perchè non la voglio veder chiusa in altro scrigno che nel
« mio , di cui à pena non so fidare le chiavi a me slesso, in un
■ tempo che la curiosità di qualche liberale va aguzzando il
■ suo appetito per conoscere alcuni accidenti di quel Conclave,
■ i quali sono degni d'essere taciuti per molti rispetti. ■ — La
celebrità di quel conclave, e le qualità dello scrittore rendono
di qualche importanza il presente codice. .
MANOSCRITTI ITALIANI
10040 ».
294. Relazioni storiche del Conclave, ch'elesse
Innocenio X".
Le relazioni contenute in questo codice seno le seguenti:
I' \o((-,a del Conciane dell' anno ifì44- /«(io per (a morie de Ila felice
memoria d' Urinate Papa Vili', dove fa creato Papa Iiuiocmcio X',
dello prima il Cardinale Panfilio. K lo slesso scritte, elle leggiamo
nel codice segnata n°aoS. 11° Altra notizia del medesimo con-
clave, rat questa 11' è diversa da tulle I' nitri', chi! rinculi Iris mi >
iu varii codici delta regia Biblioteca. 111° Altra notizia dello
stesso conclave, e questa pure diversa da lulle l'altre, ma è
scritta in lingua spoglinola, ed è forse quello, elio l'ambas-
ciatore- del re cattolico in Roma mandò al suo principe in
quella circostanza. IV" ed ultimo. Altra notizia dei conclave
medesimo, scritta dal cardinale Rapacciuli, ed è la stessa, clm
leggesi nel codice antecedente n" ap,3.
1Ó0ÙQ--'.
ay&. Relazioni di argomento diverso.
Cu t"v>. in i' biande, i-at-at'.cii corii-.i. di pj^'uic iuw. :>oloIu wii' l-. ii
Si comprendono in questo codice lo relazioni seguenti :
]" licititi"»!; della Ourle di II. min l,iii./i dal > ì-.irìsswo Ambasciatore
Giustiniano appressa litiit.it iitm l'upa A""., C anno iG53, É la stessa,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3iS
<:hn li'gjtcsi alt' nel [col t> i "tiri -rrr.mdo do' (pi a Uro codici segnali
col n" 338, dove però è pili corretta meni tu scritta. 11° Reta liane
moderna dello stalo ci essere in che si Imiti al presente la Città di
Ruma , fatta dal durissimo Cout-itiiii Ambiai interi- Venato nppiv'fe
In Santità :li -\ . hiria-milin A". !irlaiifi>i« im|>ot'latitL^ini.n
pe' grandi lumi, ch'essa ci può somministrare per la storia di
quel tempo. Ili" Relatione dello Slato di Milano del i5po., e
conte pervenuto ne' Duchi d'Orleans. È indirizzala ad un principe,
di cui tacesi il nome, sì come par dell'autore, il quale, per
ciò elle sembrami poi hri-ve studio dir polpi farne, era uomo
di Stato, o molto avveduto ed insieme prudente. IV' Argomento
delia Eredità pimentila Alla Jamiulia delti Diwhi d'Orleans, lolla
dalle istorie con brevissima mirratoli ir. Colimi) r: la Slesia malf-na.
di cui tratta ia relazione antecedente. V* Relatione di Messere
Antonio Soriano Dottore e Cavaliere, Oratore a Roma per la Signo-
ria di Venezia l'anno i5as. È <li non poco prejpo questa rela-
zione, la quale si estende pure intorno alle città e principali
slati della sede pontili™ a quel tempo. VP llelatiane.de! Magni-
fico Messir Daniele Barbaro da poi la legatione d' Inghilterra , fatta
nel Senato di Penetra nd mese di Maggio l'anno 1 5 5 1 ; la quale
rdiu.ioiLC ri ninni a ijii'i ìa pulii ic:* cor: cui in qui'l tempo s-o-
vernavasi l' Inghilterra , elle lo stato suo commerciale ed am-
ministrativo. VII* ed ultimo. Rclatione in/orno allo cose del Turco,
fatta nell'anno ib-ji; lunghissima tanto quanto sensatissima
relazione, della quale è taciuto il nome dell' autore, ed o di-
versa da tutte 1 «lire relazioni, che sulle cose Turehesclic
abbiamo in moiti codici di questa Biblioteca. ; - , ;
MANOSCRITTI ITALIANI
. Memorie storiche degli Stali di Milano, di Venezia,
e di alcuni Conclavi.
Conteugonsi in questo codice le scritture che seguono :
1° Rctatione di Milano, e di tatto il suo Jiaru , c de Principi confi-
nanti. È la etessa relazione, della quale è qui taciuto il nome
dell'autore, e che leggiamo adi' articolo 5° del codice segnato
col n° 3og, dove abbiamo a vedere esserne autore Giovanni
Battista Leoni, U'Rrlalìonc della Repubblica di Vinesia t di nulo
il tao Domìnw, fotta di: Dna Alfonsa della Cueua Marchese di
Bedamar, hora Cardinale di Salita Chiesa. V. la medesima rela-
zione, che si legge all'articolo 4'del codice segnato col n° 3i5,
e all'articolo 15 del codice segnato n° 3 16; se non che questa
copia ò moìtu |:iu dili peulemenlei ^.-.ruut ili ([lidie. V. qui non
so rimanermi dal dichiarare, che inai più accadde-mi presso
scrittore alcuno, che abbia trattato questo argomento della
storia di Venezia, di lecere cose si insolenti e turpi ed infami,
quanto no detto questo sig. cardinale di Santa Chiosa contro
i Vicentini; di modo clic io penso che siavi stato spinto da
qualche privata sua vendetta, o particolare segreto motivo.
Forse qualche Vieni il ini) studioso, "I amatore delia pai ria Mia,
ponendosi all'esame di questa relazione, saprii spiegarne il
perchè. HI* Memorie sai Conclave, nei tinaie fa dello Papa il
Cardinale Maffeo Barberino Fiorentino, detto dì poi Urbano Vili".
Sono le stesse memorie, che si leggono all'articolo io" del
primo de' quattro codici segnati col n* 338. IV* ed ultimo.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3i7
Sion'n del Conciate, nel anale fu assalilo al Pontificato Innocenzo X°,
con tatti gli Trattati, et Ncgotiati ugniti, Naturalezza de' Capi
di Fatlione, Nome, Cognome, Età de' Cardinali, et altre partico-
larità. Diversa al lutto è questa storia da quelle, che intorno
al conclave medesimo sono in altri codici di questa Biblioteca.
10049'.
a 9 7. Scritture concernenti le Corti di Roma, di Francia,
d'Inghilterra, e di Spagna.
Cai-liceo, in annerì corsivi, di pagine ioo, «colo ini", ili Liiom
consonatone.
Comprende questo codice le cose seguenti : i* Scrittura las-
ciata dal Residente d 'Inghilterra, repilogando i negotiati Inaiati
cor fa Santità d' innocenti» A", in tutto il tempo della sua Carica
"Aia Carli- ili H-.,nri. Ciò fu ;ij [(■mpii AiA it Gillo, 1.' 1,1 scritturi
è indiritta al papa medesimo. Il' Manifesto del Marchese di Sans-
ciamont Ambasciatore della Maestà Christianisiima nella Corte di
Dania, esculpandosi delle impntationi kavute per il negatio del Con-
ciate passato d'Innocenùo X". HI' Ragion della risolnthne ultima-
mente fatta in Valtellina contro la Tirannide de Gràoni, et heretici;
con accluso discorso al Re Cattolico Don Filippo III: Questo dis-
corso comprende pressoché la quarta parte di tutto il codice,
ed è ripieno 'li ;i 11 1 intimorii m/' merijiiii . <■ dizioni suri! Le per
altra mano. Esso discorso ò poi seguito da una ben lunga
la Tirannide de' Grigùmi et heretici; nella quale si prova la ne-
cessità del rigore delle anni dì Sua Maestà Cattolica, la gius-
tizia del possesso preso di detta Valle, e la gioita retenzione di
essa; e si dimostra, contro il parere dell'autore del sopraddetto
3.6 MANOSCRITTI ITALIANI
distarai indignalo al re Filippo 111", che non ai possa mai
usare il rigore dell'armi contro gli erotici, e clic non ai pos-
sano loro togliere gli stati ereditai], e specialmente oyb si
tratti di principi secolari. Questa risposta, che fu presentata
al papa Urtano Vili", è scrìtta dal duca d'Àlcolà ambasciatore
■.li .ioril inai la ile] i<; cattolico ad esso pontefice.
10050.
298. Conclave nel quale fu eletto il Pontefice
Innocenzo X*.
Cariaceli, 1]J X- 1 i.Jlli r..i;ki . l'i y.-zim: 1 . 'I" M i:M. '1] Uini.ì
È in questo codice la storia del Conclave /allo per morto lii
[/riunì; Ottavo, olim Maffeo Barberina Fiorentino, net qaale fu
creato Pontefice il Cardinale Gio. Bmtilta Panfilio Romano, detto
fini lnvia.:eTlti:t Di' mi..' f hiiiw 1 u'.'|.'|.: ■jimir [tintinnii!- l,;ii,u. Oilf-Ui
storia è ben diversa da quella, che del conclave medesimo
scrisse il cardinale Rapaccioii, di cui s'è detto nel codice
il* 2p,3. Qui uonv'ha nome ili autori;; ma ciò poco importa,
poiché sembrami conoscere in vista la penna di uno, che
più dalle proprie speratile nelle grazie del novello pontefice,
di quello che dall' amore della verità sia stalo condotto nella
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3i9
10050 «
399. Osservazioni au la condotta del Governo di Roma verso
la Francia nel Pontificato di Clemente IX".
Il titolo del presente codice è questo: Qmrvatwni dello slato
presente del Governo di Roma sotto il natta Pontificato di Cle-
mente IX'. con fa annesto circostame che f accompagnano ài ordine
alla Corona di Francia. Queste osservazioni sono indìrittc dall'
autore, di cui non dichiarasi il nome, al marchese di Lione,
ministro di Luigi XIV-, c segretario di stato. Per alcuni passi
che ne ho letti potei conoscere che l'autore era addetto all'
imbasciata di Francia in Roma, C ch'ei forse aveva scritte
quelle Osservazioni per comandamento dell' ambasciato™. Per
la nitidezza ed eleganza de' caratteri , pegli ornamenti a penna
r.ln: stanili all' in torno rie! Ir p ri ri in pagine, e spro lalmcntc per
le armi di Francia sul frontispizio, per qualche correzione
occorsavi non semplicemente grammaticale ma logica, perla
legatura medesima ornala di gigli, e così pure per un sonetto in
lode di Luigi XIV°, che precede l' opera, per tutto questo io non
ho dubbio alcuno di poter asserire essere il codice stesso, che
di Roma fu inviato al sopraddetto ministro il marchese di
Lione. Sono, a parer mio, bene importanti queste osserva-
zioni, che si dividono in quattro parti. Nella prima si tratta
dalla natura dì elemento IX"; nella seconda delle anobio de'
suoi parenti! nella tena del genio de' suoi ministri; a nella
quarta si toccami ulcuai ponti iviniilembili in ordine alla stessa
materia. L'ambasciatore francese presso ìa corte di Roma in
3ao MANOSCRITTI ITALIANI
quel tempo, in cui si trasmise al marchese di Lione questo
discorso, fu . come vedremo, il duca di Chaulncs. Forse gradirà
il L'Ili, m', eli' io irli tr-.iHcriv;t a!i:njje linee, die Inorisi terso la
line dell' epistola dedicatoria ai sopraddetto marchese, pereti'
esse sole nell'argomento che vi si tratta abbracciano, dirci,
la storia di molti secoli: «Che -e profittevoli furono agili in-
■ teressi della Francia i Pontefici del Settimo, dell'Oliavo,
■ del Nono, del Duodecimo , del Tenodccimo, e del Decimo-
• quarto secolo , le sono poi stati altrettanto funesti e nocivi i
. Bouifccii Vili, i Siati IV, gli Alessandri VI, i Pii li, i Leoni X,
■ gli Adriani VI, i Clementi VII , e quasi il maggior numera
«de' Papi del Decimoquinto, del Sestodecimo, e del secolo
«nostro corrente, conforme che è nota a lutti l'avversione
■ contro In Francia de gli duo ultimi predecessori del vivente
■ Clemente IX. Non si offenda V. E. di questa breve, benché
■ opportuna digressione, ma le serva di ricordo ed impulso
■ maggiore a rivolgere, fra le tante sue honorale occupationi,
■ anche talora l'occhio a questo Clima di Roma, col provve-
idere nell'avvenire cosi alla crealione de' Pontefici, che all'
t altra non tuono importante de' Cardinali, elicali eleggono, «et.
Ed in fine dello Osservazioni leggesi cosi : « L'Ambasciatore
■ Quirino, uno de' più esperii e idoiliciosi ministri della Re-
ii pubblica Veneta, avendo per continua familiarità conver-
ti sato col signor Duca di Cbaulncs , pronunciò a guisa di
■ oracolo questo notabile elogio a gloria dell' istesso Duca : La
« prudentissima condotta del signor Duca di Cliaulnes nella
-.; sua Ambasciata di Unni a •'■ siala sinhora di più profitto alla
■ Francia, clic gli acquisti delle anni Cristianissime in Fiau-
..dra..
L.-i .1 1 : :-"J tv Ci
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ì».
10050'.
3oo. Narrazione di due gran processi inatituiii dall'Uffizio
della romana Inquisizione.
Due gran processi, giudizj , e condanne eh' emanarono dall'
Uffizio della Inquisizione in Roma , formano il contenuto del
presente codice. Il primo contro il famoso Michele de Molinai,
nativo di Mmiiczza , diocesi ili Saragozza in Aragona , di anni
sessanta. Furono condannai'! le a(i^ sin- proposizioni, la più
parte delle quali concernono punti teologici, religiosi, o di
ecclesiastica di-eiplina. Trasia-im soltanto le ultime lince,
clip si riferiscono alla forma della condanna. ■ Ma perchè hai
• detto d'esser pentito et emendalo de' tuoi errori, et hai im-
plorato misericordia cperdono.... ordiniamo che sii ani-
. inesso e ricevuto nel grembo di Santa Madre Chiesa et all'
■ unione de' fedeli ce. ec. et acciò i tuoi errori non restino dei
■ tutto impuniti, e sii anche d'esempio agli altri; Ti condan-
■ niamo all'arto carcere formale in perpetuo in questo Santo
■ Officio, senza speranza di grazia, acciocché io esso Tu debba
■ continuamente piangere, e far penitenza per impetrar da
■ Dio misericordia, et il perdono de tuoi passati errori. Et
• per pemleii/e sa in tari [' i ni]:o:i filiamo, » PC. Non vo più nitri'.
— Il secondo processo coi giudizio e condanna , è contro An-
tonio Maria Leoni nativo di (ialiieglio , diuresi ili Como, in
età d' anni quarantotto. Fu condannato il suo sistema di totale
abbandono a Dio in tutte le nostre azioni; ed oltre a ciò fu
condannato sopra d'una riforma, eh' ei diceva dover farsi
3ia MANOSCRITTI ITALIANI
nella Chiesa, ed altresì sopr alcune libere sue opinioni su gli
alti carnaìi tra l' uomo e la donna. La forinola della condanna
i pressoché i'.^uJi- all' ni tra contro il Mulinos; e fu pure II
Leoni condannato a itretta e rigorosa carcere formale in perpetuo,
e solo notai non esservi le parole, MJtM speranza di grazia.
Satis de hoc arliculo.
10051.
3oi. Discorso del cavaliere Com mendone sopra la Corte
di Roma.
Cartaceo, in 4\ caraltcìi conivi, di pigine i3o. iccolo ini*, ili burina
Il titolo di f|!ii>sio codice e conie sigile : Disivrso di raun-
siynvrc limo. Htimth: rv ( .'■/Min- -m/n ne, ii\tinuìu tra Veli kW Zm.'i/c,
ki/iiyi /a Cor/e </[' Buiihi ; ni si.jwir Girihnio Sttiviyrmno. Questo
Girolamo Savorgoauo, noli-ili' vendo, sciilivasi inclinato per
fui'l!! (lt'sidoriu a tra.-feiir-i in Homi! , ci! ivi fermare la sua di-
mora in soni [rio ili quel io Curii1, mule averne pn- ciò ij noi clic
impiego, e HnldisSarr cosi n lo sua devozione, 0 la sua aiti bi-
lione, di che io non cerco. Scriss'cgli dunque una lettera a)
sopraddetto vescovo, ch'era allora in Roma, per scurirne il
suo avviso. Il vescovo dopo alcuni preamboli sul suo tenue
sapere, e sulla sua poca esperienza, benché fosse stato non
poco tempo in quella capitale, sodili [;ue : ■ 11 dubbio noslro
«ha due capi : l'ano circa la rii.olulione ilei fine. .se d-.nele
■ porvi al servi lio di questa Corte, o no ; l'altro circa la dis-
posi lioiìi; ilelli rur-fJ.i, ci cilici coinè liabbiate a iurte ir L'io re.
■ Il primo e quasi da voi determinato per la parte del si; il
■ secondo ha bisogno di molto cognitìonc di questa Corte; et
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3a3
(leliv qualità richiesti: .; chi quella corte L-gia . et. i ielle diverse
maniere del corteggiare, senza le quali cognitioui in vano si
parlarcbbc del vostro particolare. Dunque il nostro ragiona-
mento sarà distinto in tre partì; la prima di questa Corte;
la seconda del Cortigiano ; la terza di Voi. . lo non dirò di
aver letto da capo a fondo questo discorso , che il tempo non
mei permetteva, ma dirò bensì, che per quello ci' io ne bo
ietto, poco di più erudito, poco di più sensato, e di più vero
e di più giusto accaddemi di leggere sopra quell'argomento,
e specialmente nella sua prima parte, eh' È la più importante
e la più lunga. Chi sa che forse non sin questa l'unica copia
che ci rimanga di si bel ragionamento, e chi sa che forse non
sia lo scritto stesso, cheilCommcndone mando al Savorgnano?
Comunque ciò sia; chi sta in meno di colali cortigianesche od
insieme devote faccende cerchi di leggerlo, e penso ne sarà
ben soddisfatto.
3o3. .Procedura nelle cause dell'Uffizio della Inquisizione
in Roma., ,, .„; ,
Cartaceo, in i: «ratleri conivi, di pagioe .70. «Mie
ben «narvalo.
Il pulente codice, e intitolati) cosi : l'r.iiitii iti piwa'tn nt\ìl<-
cause del Santo OJftiio. L'opera è divisa in a5 capitoli, l'ultimo
<le' quali concerne le monache. Non v' ha nome di autore,
com'è ben naturale, essendo affare tf Uffizio; ed io tengo per
certo, che questa Pratica non fu mai pubblicala; ciò eh' è
però senza dubbio il men male.
3aA MANOSCRITTI ITALIANI
3o3. Discorso di fra Paolo Sarpi sui Beneficj
ecclesiastici.
Cariai», in If, caritleri corsivi, di pigine 500. secolo ira-, di buo
Contieae qoesto codice un discorso storico , o come ivi k
scritto : //ninna di Frà ì'aoio sapra : Ikncjuii frzlesiiistki. Jiicd-
mincia cosi : « Essendo raffreddato il fervore antico della Carità
< Christiana, che non solo mosse i Principi e privali a donare
. alle Chiese copiosamente ricchezze temporali, » ec. E termina
eoo queste parole : ■ Dice, che del rimanente sia assoluto , e
• lo possi lecitamente tenere come suo, per ciò che il Papa è,
• come si é detto, o Padrone, ad Amministratore. • Di questo
famoso ed importantissimo discorso, già pubblicato nella
edizione lattasi in Napoli l'anno 1 790 in ai volumi in 8° di
tutte l'opere di frà Paolo, ù la copia che serbasi nel presente
codice, si nitida, si dili^nite, u correità, die nel uìisu della
ristampa ini pare che dovrebb' essere consultala. E tanto più,
che instituito ch'io n'ebbi un qualche confronto, conobbi es-
servì alcune non picciole differenze, e specialmente verso la
fine di esso discorso, si come gli studiosi, volendolo, potranno
chiarirsene.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3ib
3oj. Diarj, Discorsi, Dialoghi, Relazioni, ed altri scritti
intorno ad argomenti diversi.
Questo codice non ha per titolo, che Diario al tempo di
Paolo IV°, essendo questo appunto il primo scrìtto, die si
presenta agli occhi de' lettori, ma ben d'altre cose di non
minore importatila potrà dare notizia, che nel presente codice
sì contengono. Esse sono le seguenti : I" Diario di divene anioni
notabili incesile nel Pontificato di Papa Paolo Quarto, cominciando
a' dì primo di settembre ìSàS.fin dopo ia morte del detto Pontefice.
Non v'ha nome di autore. 11" Reiationc di Roma del clarissima
signor Michele Soriano tornato Ambasciatore Mia veneta Repubblica
presio il Pontefice Pio Quinto t anno ìbyi. Veggansi,se così piace,
altre relazioni di questo bravo scrittore nel a° e 5° de' codici
segnati col n" a33. Ili' Discorso giaditioso sopra i SojjeHi Papa-
Mi in tempo di Gregorio XIII°. Tra questo discorso e l' altro che
nell' argomento medesimo leggesi nel fine del codice n* 373,
ho notate alcune essenziali differenze anche ne' fatti che sì
riportano. IV' Instrattionc 0 vero Rektione delia Carle di Roma,
data al signor Cardinale Alessandro da Este nella sua venata a
Roma l'anno i5c;Q. Sembrami importantissima a leggersi anche
a' di nostri. Non è dichiarato il nome dell' autore. V* iVurra-
zionc della congiara, nella qaalefa ammazzato Pier Luigi Fumar
Duca dì Parma e di Piacenza. Incomincia così : «Colui che
. l'Istoria chiamò Maestra della vita, mostrò quelle cose do-
lersi scrivere, che più dirado occorrendo, più attenti fanno
■156 MANOSCRITTI ITALIANI
voloutìeri; ed è diversa d'altre, che intorno allo stesso argo-
mento sono in questa Biblioteca. VP Una lunga Relazione del
Conte Duca -sullo stato politico ed amministrativo del regno
di Spagna nell'anno i6ai. iLa monarchia di Spagna, ■ cosi
incomincia, ■ è quel misterioso libro dell' Apocalisse, ne! quale
quanto piò laei!» le ila lutti si IrgL'ono i caratteri esterni,
■ che sono i riti e ìe osscrvationi comunali, tanto più diffi-
• cilmente si penetrano i lineamenti interni, che sono i scnti-
■ menti e te inicniioui piJititlir gelosamente inchiuse tra i
« sigilli de' Consigli ; ma in fine chi sa vestire ia pelle d'Agnello,
■ el ostentarne senza aflétlatlione la mansuetudine, può anco
■■ speziare i sigilli e leggere i secreti. Tallio io lio proni rato di
■ l'ine non sema intliislria e latita Simon: inaiia nel dar co:n-
■■ [ìiiiteriM a questa Iti 1 jiioue , n ce. ec. VII" Un discorso che
La (pioto titolo : /.' :iij\i(uj!u!ii:'.i iH little h ctiiiiiitifiii iligìi iiumini
olle Pretensioni di Roma ja sempre giovevole, sino a rie k Uignilit
a ti: G'raai/cri. (ululili pn-niiti Sfii.iiiuii.ii- ;V' im-riti e tifila finii. Nini
v' ha nome di autore, lì scritto con molta liberti di pensare,
e non credo sia stalo stampalo. È diviso in capitoli, ma non
v'e che il primo, il quale abbraccia io pagine. Vili" ed ul-
timo; e un Dialogo sopra lo stato politico, e specialmente
sullo Mal» ]olij;ioso della curie e della ritta di limita. .Si parla
Irai. «illudili- a»/.i lilierissUiianieiile intorno 11 'ulte le religioni
che vi si professano , e vi si lolerano ; intorno a tutti gì' insti-
li cui centro , come ivi si prova , era a que' tempi, cioè in su
la metà del secolo ira*, appunto in Roma. Questo pure è uno
dì que' codici, che può essere consultato con molta utilità per
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 3a7
3o5. Convenzioni tra alcuni Pontefici e Principi
cristiani.
Il tholo del presente codice è come segue : Sommario delle
Capitolatimi fatte fra diversi Pontefici et Principi Christiaiii. Ognun
vede quanto utile alla storia sia , o possa essere questa colle-
fella, e non poco, secondocbè percorrendone le materie ho
potuto conoscere, e specialmente nel line. Fra gli altri som-
mari] , dovasi (|iii-1ki di' Ile co ni li /.imi i ;i]>|>osln ai la trugiu .clic
si stnhili nell'anno 1 535 tra il re di Francia, e l'imperatore
Carlo Quinto; e l'altro della famosa Lega insti tiri tasi l'anno
stesso tra il papa Paolo IV", Carlo V, ed i VcneEiani contro i
Turchi.
10061.
3o6. Collezione di scritti di diversi autori , la più parie
concernenli la Lega contro il Turco.
Potendo esser utile in qualche tempo ed a quaicheduoo la
notizia di tutte le scrii! uro, disti irsi, rda/.iimi, « 1 1 1 1 1 1 1 ) j- [ • • i-liu
si contengono in questa codice . benché a dir vero pressoché
tutte di un argomento orinai, e ben saggiamente, lasciato
3a8 MANOSCRITTI ITALIANI
in un canto , cioè della Lega de' principi cristiani per la dis-
t razione de' Turchi , per ciò senza più ne trascrivo ad uno ad
uno tutti i lor titoli. 1" Sommario delle capitolazioni fatte fra di-
leni Pontefici , e Principi Cristiani, incominciandosi dall'anno i5io,
Jìno alt anno i 370; il (palo sommario c diverso da quello che
legarsi ne 11' antecedente codice n* 3o5. II" Mandali 'dei Strenis-
.'iiiì'i Ile ('.nilotico e delia .Sionoria u'i l'fnc-f'a nlli lem Agenti ed
Oratori in Roma appresso il Papa Pio V. tanno 1^0, con le
jaiaiiii di pTiter mature e rrwchiiideìu la l.r/fn contro il l'arco ed altri
infedeli, ili rW'e dei sii/'. 'Mnn.nidonìo Colonna dato aì signori
Veneziani intorno al soccorrere il regno di Cipro. IV" Discorso
di Gabriele Salvano circa la Lega del Papa e del Re Cattolico da
farsi co' Veneziani per difensione dell' isola di Cipro contro il Turco
r anno ] 570, diretto al Cardinale di Correggio; il quale discorso
ijn.'ìlij mpsu Siili ;v-e>, \t: imù rimi; sono slate raccolte c pub-
hlii .nli: il.il Ruscelli nella sua edizione Fiori delle rime, posta in
luce per le stampe del Sessa in Venezia l'anno 1 558, in 8*.
X ' Discorso se il Re Cattolico Filippo debba entrare in Lega co Ve-
neziani per la guerra contro il Turco. VI" Diacono del signor Ascanio
della Canina sopra la Lega contro il Turco, ovccjorla il Papa a fare
ogni opera a ciò che /' Imperniare entri in detta Lega. VII* Discorso
di monsignore Cnpilur-i diratn al Dura di Urbino circa il modo di
conservare la Lega fatta tra il Papa Pio V', il Re Cattolico, ed i
Veneziani contro il Tacco. VIII* Dùcono del signor Fabio Albergati
sopra il moilo di conservare la Lega, l'anno 1S72. IX* Discorso di
quello si avrebbe a ime per anno-mare >./ forze delia Lega, e facilitare
l' Imperatore ed il Ile di Francia 11 e.nriearnni. X' Discorso delle pili
comode ed utili imprese, che far potrebbe la Lega Cristianissima con-
tro il Turco. XI* Diicono sopra guclio, che dovesse fare la Lega
fanno ì5-j2. XII* Considerazioni intorno alla Lega trattata e
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 3ic,
amchiata in tempo di Pia-V', con un brcie epilogo delle a;iont di
esso Papa. XIII' Esortazione » Francesi-ri Re di Francia prima ili
questo nome, a ciò die si li vi ilo-io. o.tnitizat ni tuiellicjenza, ch'egli
ha col Gran Torco. XIV* Lettera del Turco scritta alti signori Po-
lacchi Buffoni»: 1575, sopra l'elezione da farsi del nuovo Re per la
parliti! ili ! He Etilici ni ani ri-i/iiii ili Frauda. XV" /.rifarà del Duca
d'Alenson scritta al Papa Crr'jorio Mi!'-, -.luti ijiastifiea la canai
della partenza ilei Re Cristiimissimn l'anno 1 57-r>. XVI" Discorso e
parere di Don Scipio di Casti» sopra l'andata del Dava d'Alenson
in Fiandra. XV IP Discorso iti Don Sripìii ili. Castro saprà l'inalala
del Principe Matthias in Fiandra V anno 1577. XVIII" od ultimo.
Dissertazione ili Don Sripin ili Castra intorno iti jotidaiaenti di-lia
Stato, e delle parti essenziali eh.: jorainiio il Pniuipe. Questa ells-
scrta'/.iutic, i:lui -nulijjiiiti heu Afpm iY ey.e.ve omisciiitii, <■ t-\o-
erodo inedita, sì come (per quanto mie liuto' tulli (di altri urini
contenuti nel preseli li' codice . , ìiicnm lucia co-ì : -Tre snno li
■ Capi principali, sopra li quali si appoggia tutta la macchina
■ dello Stalo: Consiglio, l'ot'/.a , tliputiiiiouc. Questi medesimi
■ sono le parti essenziali, che formano il Principe. Chiamo
. Consiglio quel lume della ragione, che,» ce.
10062.
307. Discorsi, Memorie, Relazioni, e scritti diversi
intomo a varii argomenti.
Cartiera, in d". caratteri conivi, di paRinp ino. secolo iw*,
di buon, consemiione,
Contieni in questo codice una importante collezione di
scritti sopra varj argomenti , specialmente di politica e di am-
ministrazione, e sono i seguenti : P InstmUione. politica per
33d MANOSCRITTI ITALIANI
WyOHonf mn Prìncipi, e conoscere la nafnra /oro, el acniiiitan
/o jrfflltn di cai, mandare a buon jiae i no/olii, e la pcrfettiane di
se stessi. Queste instruiione è divisa ili 3i capitoli, ed ab-
di amore. 11 primo capitolo sulle varTclndizioni nel fratta» i
Regoli, incomincia cosi : ■ Se vogliamo diligentemente consi-
■ derare corno et onde avvenga, che non pure la genio rozza
■ et ignorante, ma gli uomini d'alto ingegno siano fra loro
r imito difìVivnii di costumi, non ha duino alcuno, elle diffi-
« cilmente ci ni -sr-t. [ji ii-A !a cìi^lojìc , perchè alcuni vi sono, i
« quali stimano le cose più o meno secondo che sono più O
■ meno conformi alla natura e gusto loro; onde non solo per
• ben trattare con gii altri uomini, ma anco per emendare se
. stessi, » ec, ce. 11° lielatione dell'i Principi d Italia con molti belli
particolari. Questa i ■nlajioiie . elio cumprendesi iti jo pagine,
non ha nome di autore. Comincia così : . La Provincia d' Italia
■ è divisa in undici Principati. Gli altri Signori traantunque
«habbino il puro, c mera, e misto imperio con autorità di
< fabbricare moneta d'oro et d'argento, si possono dire niente
■ di meno, al modo di Germania . Lineimi piuttosto che Pren-
» tipi, possedè «ili i piccolo Staio et poche riccheiie. I Prencipì
.sono: il Pontefice, tre Repubbliche, ■ ec. Questa relazione si
chiamerebbe oggidì Statistù-n Mie Potenze italiane, poiché dà
un sunto di tutto quello, che concerne lo stalo politico ed
aimuinistriitiMi di ciascheduna. 111° Avwrlimeitti pulitici utilis-
simi perla Corte, Kssi abbracciano circa lio pagiue, e non
portano il nome dell'autore. Il principio n' è questo : ■ È pazzia
.«legnarsi con quelle persone, con le quali per la grandezza
« loro tu non puoi sperare di vendicarti ; peri se Lene ti pare
.d'essere ingiurialo da quelli, bisogna patire o simulare.
■ 'l'ulte le scalfiti, clic bavere f[ possono dal;' inimico, » ce. ec.
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 33]
IV'fle/ntronc dell' llliho. signor Ottavio Boa Ambasciatore Straordi-
nario detta Serenissima Itepalililieti di Venezia ritornato dal Rr
Cristianissimo; dell' orìgine et pregiassi delle guerre d'Italia fra li
Duchi di Savojii ri di Mantova et li Spugnatili, et fra la Signorìa
di Venezia, et V Arciduca Fer.ìiiuiinì; , eaii il Trattato et conclusione
della Pace seguila Tanno 1619. È di circa 100 pagine quarta
relazione. V" Di ori:' tutta »*■ a ant'!l> , 1 Ite patrà succedere nella
presente gneira d'Italia, ira l'Ingegnere Molina Frantele, ed il
PrOBceiiitor Generale di Terni-Ferma per la Repubblica di Venezia.
— Dialogo Ira i' licdaio. l'roeretlitw e! il sitjiìtir Gasparo Molina
Ingegnere famosissimo /■'rara eie 11 dialup» è nuum-eso in 5o pa-
gine. Vl° Relazione di guanto tacerne per il sacco dato dagli Im-
periali nella Città di Roma. È di 1 Go pagine. Non lia nome (li
autore , ed incomincia cosi : . 1 diversi et insopportabili acci-
• denti successi dal 1 .lyi insiini a (jLic^U- presente giorno con
• tanta vituperosa ruina di tutta Italia, dovrebiiono non sola-
li mente a' prudenti Governatori de' Principi , e delle moderne
■ Repubbliche, ma ancora all' ignora nU; uhi] illudine far ormai
.conlessare, niun ordine, niuna educatone essere di tanto
.valore, nè di tanta sicurtà, quanto trovarsi dentro le sue
■ fortificate mura, et delle sue proprie armi armalo; et ben-
« che, ■ ec. ce. E termina la Rclaiione con queste parole tolte
dal libro di Giobbe: Quare ile valva eduxisti me? aai atiuam
atnsamptus essem ne oculus me liderrt. \ U' Discorso di Tarqmnio
Pinuoro intorno ali» sottrutinii'- 'Iti papali di Valtellina dalla Supe-
riorità 0 Compagnia de Signori Grisont; et a auanlo sia itpedientc
dì fare al Poatejiet- ,a a' l'eine.ipt ItuHuni per tfaeìla Valle, et paoni
di là et di oaà da' monti caduto in mano del potentissimo Re Cat-
tolico. Il discorso contenuto in 160 pagine è indiriiialo dall'
autore — Alla Santità di N. S. Papa Gregorio XV'. P.M.; -e
porta in fine Ja data dell'anno iGai. Vili" ed ultimo. Un breve
33;
MANOSCRITTI ITALIANI
discorso sema nome di autore e contenuto in 30 pagine,
sopra i Duchi d' Urbino ; ed incomincia cosi: -Per compiacere
■ alle domande altre voile da V.S. Mimi, fattemi, vengo adesso
■ a darle una brevi: relazione ovvero ragguaglio dclli Scrini,
ri tralasciando le rose superflue, toccaró solamente quelle
■ delle quali vcrisimilinonto Ella desidera avere qualche noìi-
« zia , ■ ec. Non risulta per alcun modo chi sia quel personaggio
i. ini il discorso è imi LiÌM.;l lo. lieviti ilo hi ri' però, eli.' inni solo
il prillilo (IÌM'or.;o per molli iinlizj, e speeialmente per quello
delle correzioni c giunte introdottevi , dee giudicarsi essere lo
scritto autografe; ma l.iìo guidino sembrami si possa confor-
mare eziandio .sopra ijualclii' allia dulie operette, di cui ho
dato notizia in questo codice, c clic quindi ei debba. tenersi
in pregio pe' buoni lumi, che potrebbe somministra re per la
storia di quel tempo. Debbo far sapere altresì, che taluna di
esse operette in questo codice contenute, per quel poco di
esame che ne ho fatto, sono anche scritte con qualche grazia
ed eleganza di stile.
Diversa rclations italiemtes de choscs fort carienses, è il titolo
generico, che legasi .-criilo nel dorso di questo codice, di cui
mi fo a porre sotLo ile^h occhi ilei h'Itore le ini por lai) :i cose,
che vi si contengono. l' Relazione della Corte di Ruma , et de' riti
da alienarsi in essa; et de snoi Magistrati et Offitìi con la laro
distinta giurìsdiiioHe ; «immilla dui cavaliere Girolamo Lnnadoro
■ Duchi d'Urbino; et s
■ quanto più posso alla brevità,
100C3.
3o8. Relazioni intorno a vani argomenti.
Cariarci, in 'r. |-.n*Il<'ii ou'ili. ili piNIII' mviniii X
L. l 3 I II Lv Ci
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 333
l'arine 1611. di Gennaro. Incomincia la Relazione io questo
modo : >11 Sommo Pontefice ha per suoi Collaterali settanta
■ Cardinali distinti in tre ordini, c'mi: Cardinali Wìcuvì,
■ Sisto V'., et tulli iimPiim si di imi. vi 0 il Smcio Collegio dV
■ Purpurati, ■ ec. Io non so se il LnnanWo abbia composlo
questa relaiione per proprio suo piacere, 0 per ordine altrui;
comunque ciò sia, si conosco in lui un uomo tene instrutto
della materia che ha per le mani. Esso relazione abbraccia
loo pagine; e dopo dì essa segue un discorso di Ao pagine
scritto in francese, pel quali; »i insfitni.iri' tin esame molto
sensato della relazione medesima. IV Altra relazione di pa-
gine 60, che ha il seguente titolo : Online delie precedente fi
altre materie pertinenti «' (ordinali n Preiati circa a la loro Pro-
mettane; et de l'enfine di alcuni Principi. Non risulto chi sia
l'autore di questo scritto, ma sembra che un alto personaggio
albione data k commissione ; e sembra pure , ebe questo per-
sonaggio fosse un nunzio apostolico presso la corte di Francia.
Alla pagina io3 de! codice leggesi così: ■ Pfcgotii di Stato non
■ li tratti mai nin lìt'IitjioM , li quali imi) ne li un no i'.-p.TÌi-i™ ;
■ et la loro politica et ragione sono diverse da quelle che gene-
« tione et disciplina hanno talmente abbattuti li loro pensieri
• che non mai consigliano cosa heroica nè di spirito, ma solo
■ li loro interessi et scrupuìij et per l'ordinaria tono aerili
■ che fuori delle confessioni tacciono poco.» Ili" ed ultimo:
Pratica per provetkre nelle eanse del Tribunale del Sani' Ofnia.
Questo scritto abbraccia io pagine.
MANOSCRITTI ITALIANI
e descrizioni di alcune delle principali città
dell' Italia.
Orazio Lard ucci stampatore io Venezia, pubblicò ivi l'anno
i5go un volume in 4" con tonni le in riasrlierìnna faccia una
stampa d'intaglio in legno rappresentante la veduta d'una
città d'Italia, giuntavi una breve descrizione della città me-
desima. Vi fu chi pensò di ampliare queste descrizioni inse-
rendovi scrii te, rliipu la binili |>ii rl'iiilriidin datat'i dal l.ardncci,
alcune memorie intorno a quella città od a quello stato, di
cui essa lì la rapiti! le, e la cui velluta, come s'ò detto, è nella
pagina stessa. « F. tulio qucilc ■ 'cubi lesesi iti sul principio
del codice] ufu fatto e scritto in Roma l'anno del Giubi-
■ leo «DC.;i od in fine del codice si veggono impresse con
sigillo le armi del Papa, ciò è le due chiavi, col motto: In
tenebrìs facci. S'incomincia per tanto dalla città di Fiorenza, e
v'ha una Belatiaur. de! r/uràiimu (rtuxmi; segue in secondo
luogo la città di turca, colla sua Relazione senza nouiedi au-
liire; in trrzn litdijd lcne;.;n roti lui Ir le città di:] Iti slato, avendo
ognuna la propria descrizione o relazione; in quarto luogo
■Saputi, giuntavi la Iteli/zinne dri Carissimo Girolamo I.ippt/mano,
ritornato ik Kapuli ani lirici titore .il Scrino, signor Litui Gin-
vanni d'Austria l'anno i 078 ; in quinto luogo Milano, con la
Relazione composto l'anno 1 5Sg dal sìg. Gio. Battista Leoni,
la quale Relazione incomincia così : ■ Le cose che a me è parso
. di dover referire a Vostra Altezza intorno allo Stato di Milano
DigiiizM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 335
■ sono quelle islesse, che comunemente desiderano i Principi
< di sapere , per informalionc non solo dell' historie et dei suc-
• cessi, quanto delle forai et degli interessi do' Domìni! al-
■ Inii, i ec. Da ultimo è Genova, eon la sua Relazione, che nou
ha nome di autore. Credo ehe di questo codice debba farseuc
qualche conto, non solo perchè le sopraddette relazioni sono
forse tutte inedite, ma appunto per le particolari notizie e
segrete memorie ch'esse contengono, e che certamente non
avrebbero allora mai veduta la luce.
10065.
3io. lustrazioni, Relaiioni, e scritture di autori
ed argomenti diversi.
Carlaceo. in i: cintleri corsivi, di pagine ;uo . secolo ITO*, ben
11 titolo generico del presente codice è : Diventi instroctioia
et relation* itaiiennes fori carieuses. 11 contenuto particolare ó
questo: l' Instrattiane a Monsignor Vescovo it Atersa Nuntio desti-
nato alla Maestà Cesarea di Ferdinando IP. Imperatore. Non ha
nome di autore, ma certo, per ciò che ne ho letto, fu un
gran dotto e sagace polìtico chi scrisse la presente ìnstruzione.
Essa incomincia cosi : ■ Se la Germania ritenesse tuttavia quei
. sonai di vera pietà e religione, de' quali anticamente era piena,
■ e si rendesse anzi ossequiosa, che repugnante alla Sedia Apos-
■ tolica, potrebbono a ragione i Sommi Pontefici ueììa presente
■ rivolutone dell'Imperio, e di tutte le cose divine et Immane,
■ mettersi in cuore di andare in persona cola per tenerle ben
■ ferme e salvarle in qualunque modo venisse lor fatto. Ma poi-
. che a presenti tempi ciò non conviene, ■ ec. Indi conchiudo:
336 MANOSCRITTI ITALIANI
• So ne vada dunque felice con la hcnedilionc di Sua San-
■■ lidi, el seguitala del contìnuo dalia min afTettionc. Di Roma.
• lì 12. dì Aprile i6ai.« L'i [istruzione abbraccia 80 pagine.
Il hfiu-uiìu-dtl signor Leonardo Moro Ambasciatore Veneto oppresso
la Maestà Cattolica, Vanno HDCXXvlI. É compresa in aio pa-
gine. La relazione e tutta politica, econccrnc particolarmente
i diritti e i doveri, clic hanno i principi nel governare i lor
jHipnìi, puro una -Li-ìmio <li ti l Lio le province della
Spagna. É divisa per capìtoli, ed è piacevole a leggerai il
quarto, nel quale ri prova die 1! l'rinóp* Ietterai sarà ■jfaiwsi-
.111, 'un nell'i (jaerni , ,ch>^ji<Tii!i>si le (jliliir/ioni , pur li! ijimli -1
nirca di porsuaiiitrc il r;mtiarii). Ili' Hi fatimi* compitissima della
liijmiililii 11 ili (senijui imi àii'orsi intarlili ai suo i/ai-eriio et leipji ,
fotta nell'anno i5g7. È divisa in 56 capitoli, ed abbraccia
]jo pagine. Non v'ha nome ili auioiv. V'uu dirsi non abbiavi
iu questa rclaiionc argomento alcuno clic sic negletto, e può
chiamarsi un quadro ewMi; r fedele dolio staici di quella re-
pubblica in tutto ciò, che a quel tempo riferivasi al suo go-
verno cosi nella intima, rlie ueiìn esteriore Mia aiumìnislra-
/Ì!ni'\ IV ed ultimo. D,-lk pnii:i\',iaiii ili a'ifmi Principi nprn !,
Ducati di Montoni et Mniifiaratu tuli le nnjiimi ili eianliiìlima , i'I
le risposte a latte le sopraddette pretensioni a facon del serenissimo
Carlo Gonzaga Duca di Nevers, ce. ec. instraltiane compilala dal
signore G. C. A. B. È contenuta in ] io pagine. Dove lo scrit-
tore fondi i suoi principili argomenti per sostenere la causa
ilei Goniaga, penso che i miei lettori ben facilmente se n'av-
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 33;
10065'.
3i i . Instruzione del Papa Urbano Vili" al Cardinale
Ginnetti suo Legato in Colonia.
Non poco importanti per la storia, per La politica , e per la
religione sono le cose che contengo» si in questo codice, si
come fa ci Ini e li tf.- risii Ila dalla semplice untila del suo titolo,
ch'é il seguente: /nitrazione Jota al signor Cardinale Ginnetti
per parie di Sua Santità Papa Urbano Vili' ijaando lo mandò
Legato ile latcrc in Colonia l'anni' ifijiì. I.it quale sola instru-
zione comprende tutto intero il codice dal principio al line.
La guerra allora scoppiata Ira i Immurisi e <di Spagnuoli; le
divisioni grandissimi- ili pareri intorno alla religione r.atloliea
professata in alcuni paesi dell' Aleinagna ; le turbolenze della
repubblica di Genova; il malcontento dello stato Milanese e.
di tutta la Lombardia; la somma influenza esercitala dall' im-
piT.ilH.ri' ; i segreti ]ii il nesi^i della repiiéblira di Venerili : lulhi
questo dà in vista a conoscere quanto di per se stessa esser
dovesse dilicala, circospetta , ed insieme importante 1' «istru-
zione, che in quel tempo, in quello circostanze . e in quel paese
ove radunare dovevansi i ministri di pressoché tutte le po-
tenze, dare doveva il pontefice al suo cardinale legato, e come
capo della chiesa cattolica . e come principe temporale.
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338
MANOSCRITTI ITALIANI
10066.
i. Sommarti, Storie di Conclavi, o Discorsi di argomento
Gli scritti, i quali pressoché tulli concernono l'Italia, c
che contengonsi nel prese uti: codice, sono i seguenti. Mi con-
finerò a trascriverne poco più che i ior titoli, pe' quali. il let-
tore potrà giiifliraiv dclL iiiaggmrtMi minore loro importanza.
I" Sommano di latte le entrate che ka la Sede Apostolica, tanto certe
che incerte, fino al presente giorno i5. ili Marzo i6o5, et anco
l'uscita ordinaria et straordinaria <™ la unta de proviiiimali l'eroi:
che si pagavano unni mese ne! I\a:lijaala passato di Clemente Vili".,
con li Sommarli di tinello che mar™ possono /ruttare ogni anno il
Canterlengato et tliesaurcrhi gena-aie. V. ben nuLibile la differenza
e della natura e della quantità tirile enlvate ridia sede aposto-
lica al tempo del papa ( rn^uw XIII" l'almo 1Ò76, come può
vedersi nel codice segnalo n° 3^5, e di quelle di 1 5 anni dopo
nel papato di deludile \ ili", uve triniamo un aumento pres-
soché d' un terzo 11' Storia del Conclave delia Sede vacante di
Papa Innoconiio Nono, nel -jna/o fu creato Papa Clemente Vili:
III" Semina de' Capitali [armati ini Caedinali del Conclave da
un po' binarli alcuni di questi rapitoli, che dovevano poi
essere mantenni: enn giiii-amentu l.il papa eletto. Sono essi
a !, e sono seguitati da un Discorso soptu il futuro Pontefice, il
quale disvela lutti gì' intrighi , giri, e rigiri delle Corti innanzi
clic i cardinali si radunassero nel conclave. IV* Relatiune del
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 339
Delfino Cavaliere et Procuratore ci Ambasciatore Veneto ritornalo da
Roma l'unnn i:ìyfi.- — ■ QuhsI.l ìvWimw lunghissima e parlico-
Isnssiiiia ronci i iio litui solamente lo stato papale, ma eziandio
quello di altre Corti europee, ed è indiritla al senato vene-
ziano. V" ed ullimo. Storia del Conciare della Sole cacante di
Papa demente Vili', dorè fu > malti Papa l.mnn A/", della quale
Monj ìi Iti.i li. un) copia ii: ulivi cwliri <lc!:.i l'ililioicca.
:ìkì. Hnta/.ioui (-(.iiÉ-t'inpiili l'Italia.
Sono davvero importanti le cose che si contengono in
questo codice, delle quali j;li iu^oini'iili mi fo a trascrivere.
I" Relazione d' Italia, dote li comprendono malte helle partic-ilanin.
Mi sembra per alcune coire /ioni iiiliodoU.'visi, e per altri
indi/j teiere questo lo scritto autografo. 11 nomo dello scrittore
non è dichiarato. Il" Relazione del gotento del regno di Napoli.
Questa pure non ha nome ili anioni. Ili" Ri lozione della Corti-
di Soma et de Riti da osservarsi in essa et de suoi Magistrati, et
ttljìcitcan l'i loro distilliti iiiunniiziiiui . IV" bin arsi* intaniti all' noia
di Malta di Pietro Dosino. Parte prima , della Religione di S. Gfo.
Gitnnoìimitano ; seconda parte, dell'isola di Malta. V° ed ullimo.
Sommario di lutle l'entrate, cheba la Sede Apostolica tanto certe
come incerte, ec. ec. Vegga il lettore, se cosi gli piace, l'ar-
ticolo i* del codice antecedente u° 3] i.dove il detto som ma rio
è copia di questo.
MANOSCRITTI ITALIANI
,. Scritti diversi per la più parte
l'Italia.
1 titoli e gii argomenti degli scrini compresi io questo
codice sono ì seguenti : I" libazione (iella Corte di Roma fatta
dal Cardinale Navaijcro amado fa Ambasciatore al Papa Paolo V°.
per la Rqiabblica di Venezia. 11° Gir avvenimenti pia importanti
del a ami <i buihilli-rra J:.t/i.i hi p.-fjilj li Edoardo VI', fino all'arrivo
in qaeireano di Filippo d'Austria Principe di Spaqna. Ili" Relazione
Venezia intorno alle caie de' Turchi, auando fa Bailo a Costan-
tinopoli per la Repnbblica stessa. V Particolare informazione fatta
al Re Filippi/ ili Spanna sopra le uaicre, che possono ordinare li
Veneziani, il Grati Turco, i Sua Maestà Cesarea; [puntovi un
breve discorso sopra il regno di Napoli. VI" Discorsa di Antonio
Daria sopra le cose Tareheschc per fui ih muri:. \ il' lustrazione di
l'wtro il' Ajohlin; \ii! ,ir,>> alla 'ila hV.'rjjjonc , clic, feci: all' ì tiipcrult.-r,
s«pra li: cose di Sicilia. \ IH' Notizia di ideimi lutti importanti
accaduti in Siena l'anno ió5o; giuntavi la risposta dalli Se-
nesi quale fu mandata alla corte dell' imperatore ; e di più,
la copia della scrittura mandata da Sieua a Don Diego in
Roma. IX° ed ultimo. I capitoli contenuti nello strumento
della conveiiiione, che Su fatta con li Senesi medesimi. La
relazione al n° 111" dei contenuto in questo codice è copia di
Lll^:l.:0"J Lv
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3fii
quella, che leggesi all'articolo 3° del ò° dei iodici segnali
»■ a33.
10068.
3)5. Relazioni concernenti la Corte di Roma, la Repubblica
veneta, ed il regno di Spagna.
Si contengono in questo codice le cose seguenti probabil-
mente tutte inedito : 1° Relazione della Carle e Governo di Roma
et de Riti, Ordini, et precedenze, che in essa si osservano. Il' lie-
latioae di Roma/atta ne! Senato Veneta adi a a di Novembrenel 1 6a3.
dall' Lccclkittiisiiim itouar Raimeiv '/.ti-.i qtà slafci Ambiisiuitorc in
Romaperla Repubblica Veneta. 111° Relatione ietti Prcncipi il Raìia.
Non ha nome di .-nitore. ì \ " li:'ltt:iont dclk HcpubklL-a di Vanna
/atta atta Maestà del Re Cattolico Filippo III'. Re di Spagna per il
suo Ambasciatore Don Alfonsa della Qucua Residente in Venezia
Vanno 1G19; diversa da quella, che leggesi all'articolo a° del
i° dei codici segnati n° j33. V" Relazione al Veneto Senato del
Ciarìssìmii Signor Tommaso Contarini ritornato Ambasciatore di
Spagna l'anno t5o3. VI" ed ultimo, è una ben lunga e circos-
taniiata Relazione Lillo sli'sso senato veneto del alarissimo signor
Francesco Vendranùno Cavalieri, ritornato dalla Cattolica Maestà
l'anno i5g5; e questa concerne intieramente lo stato politico
ed amministrativo del regno di Spagna.
J4i : MÀTfOSCMTTl ITALIANI
10069.
3 16. Relazioni sulla Repubblica di Venezia,
sul regno di Francia, e sugli Siali della Savoja, di Ferrara,
e di Firenze.
Cartaceo, in i'. carilteri corsivi, di rupne 600. spcolo Ulf,
bea «UMrvllo.
Le rcléiiioiii importantissime die sì comprendono in questo
codice sono le seguenti: 1° del cluriuimo messer Antonio Thiepolo
(Ornalo Ambasciatore dcììa Repubblica di Ventila presso il Cattolico
Re Filippo d' Austria; ed è la stessa che leggesi all' articolo 4'
del codice sognato n" 3a3. 11° Del regno di Francia fatta dal
durissimo signor Giovanni Corra™ ritornata Ambasciatore della
Hepabblica dì Vtiiriin prrxo qut-l nano. Ili' Rclaiione di Stato,
font et Governo della Repubblica Venetiana fatta al Cattolico Re
Filippo; non v' ho il nome dell'ambasciatore, ma fattine i con-
fronti m'avvidi esserne autore quel Cueuo o Quei» medesimo
che aveva già mandata alto td jiionc sullo .-(i sso argomento
al suo re, e eli' è all'arti"'!» del militi! antecedente n" 3 |5.
E veggo pur il lettore, se sii piaci;, anche l'articolo a'- liei
codice 11° ICfG. IV" ìMntiane <l>l ilarisumn synor Francesco Bar-
baro, ritornato .Unlnì: latore ddia fU'ptdL'i?:i ih Venezia presso il
n leggersi le cose, che in questa reìaiionc si contengono.
\ " jWfciotti; il' una Amlutsciitture Yi-iii-iìutio ptvssu il lìnea di Fer-
rara al Serenissimo Dnec di Venezia salto stato di onci Ducato.
VI" Relazione salio stato di Fiorenza M durissima signor Francesco
Gussoni ritornato Ambasciatore da quel Gran Duca per la Serenissima
Oigiiizcd 0/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL. RE. Ì4S
Repubblica di Venezia; ed è quella slessa relazione1, ehe leggera
nel codice segnato a" 3og. :■■ -'.v'i i.,. ■ . .
10070.
317. Raccolta di Discorsi, Lettere, Capitoli, Sómmarii;
ed altri scritti sopra argomenti diversi. ' ■'<
Cartaceo, ini", drillcri coisivi. <li pjginc .100. secolo m". di diiìius
Preiioso codice, il quale contiene de' discorsi, e trattali,
e relazioni, e sómmarii, ori altri scritti lorsu tutti inediti, di
argomento diverso e di tanta importanti!, clic nulla pift.
Eccone il contenuto. I" Discorsi/ d<-t l'aia ì'tu>!a Quarto al Car-
dimi* Caraffa sopra il negozio della pace col Serenissimo Re Filippo.
tP Copia del Trattalo della pace coni™ ala tra il Papa Paolo Qaarto,
e h Maestà Catiuli-n di Filif./u/. 111° Capitali MI' acconto detta
Francia eoa Ugonotti, e lettera delia Regina madre; la quale lettera
porta la seguente sottoscrii ione : Data, al campo plesso San
Manin, alti ai. dì Mano ] 563. IV" Capitolo dell' amicitia, et
buona vicinità tra la Maestà Cesarea, etl'EccUmo. signor Ferrando
servatìono fatta dalT Imperatori Carlo V. aili signori di Basilea.
VP Leon, tra la Santità dì N. Signore Papa Leone Decimo et ti
signori Svizzari. VIP Sommario dille forme et modi del nogotiare
de' Svizzari. Vili0 Si/numm.; -l' ulruni ma-tisi, fi ntse più degne
accadute ne' Svigorì, i.l came Xiiriu-li fu cttijictttu. 1 V" ('.i/mpciulinsu
Storia delle guerre della Borgogna. X° La forma che serbano li
signori Grisoni ne! Reggimento et Goiernosao, et modi di negotiare
seco loro; et coinseleggono li tre Capi, et ìi Capi trenta tre Comuni",
Uà ^MANOSCRITTI ITALIANI '
ifiiali diversamente sono nominati. XI* Sommar] di Gapitalationi fra
diversi Principi Cristiani; cioè ini o:i linci nnd osi dall'anno i5io
tra il papa ed. i Veneziani; indi tra l'imperatore c la reputi-
la i G ; tra l' imperatore Massimiliano , e Carlo di Spagna , ed
Enrico d'Inghilterra l'anno 1616? tra Leone \" ed il re di
1'" rancia l'anno 1 T>iy; Ira lo stesso papa e Carlo V" l'anno i5ai;
tra Clemente VII" ed i Vem^.i.mi <V una parte, e Francesco re
ili Francia dall' altra 1' armo 1 rn .'t ; tra Callo X' e il re di Fran-
cia l'arimi 1 r>'j(i ; tiri Clemente VlPn l' esercito dirll'imperatorc
l'annoi527; tra Carlo Ve Francesco re di Francia l'anno 1619;
Ira Carlo V* i Veneziani, il ro d' Ungheria, e il duca di Mi-
lano l'anno ìBin; Ira Clemente VII" e Carlo V, nell'anno me-
desimo; tra Carlo Ve Francesco re di Francia lo stesso anno;
traCarlo Ve il re di Francia l'anno i538; Ira Carlo V" ed i
Veneziani contro i Tintili l'anno 1 j38; Ira l'imperatore e il
re di Francia l'anno 1544; tra Paolo 111° e Carlo V contro gli
eretici ed i protestanti dell' Alle magna l'anno i546; tra
Carlo Ve Ferdinando coi principi dell' AHemagna l'anno
tra l'Viilinando imperatori- u .Solimano re de' Turchi
l'anno Stesso; tra il re di Francia ed il re d'Inghilterra l'anno
i5ig; tra Paolo IV* e Filippo re di Spagna l'anno i5Ù7;
Ira linrico di Francia, e Filippo di Spagna l'anno i55n; de'
quali sommarli, hencue alcuni potili sieno scritti in latino,
pure pensai di togliermi dal mio proposito, e dar notizia di
tutti a fine di non interrompere il (ilo tir ila storia di que'
tempi. XII" Relazione ili anello che ja di bisogno ogni anno per
sostentare duecento yak-re, cento Savi, et cinquanta milia Fanti,
dieci milia di Alien; ani , dica milia Spagnuoli, sci milia Valloni,
eintiauattro milia Italiani, qtiuttro milia et cinquecento cavalli, sei
milia guastatori, trenta cannoni di batteria di crnoBanfa libre di
DigitizM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 346
parlata l'uno, dndiei pi-:;: de: nmpinimi di iene ìihe di portala I' uni/,
et tatto il di pià eh' è stato capitaiato per li confederati detta Lega;
et la spesa si ha da riparli::: in ni /«irti; dette ipmli in: ini da pinjare.
Saa Maestà tre, i signori Venetiani due, et Stia Maestà Cattolica una.
Onesta relazioni! è luii<;liis5Ìma , e minutissima iu tutto ciò che
concerne le spese andic le più picr.inle. r. In latta iti Madrid
il dì iS di luglio l'anno [5/1. La sub lettura ili essa relazione
dimostra egli è vero quanlo i tempi noslri sicno diversi da
lf II fili, liJ.'L ilItll.'St l'i! l]li![',IVÌ«-iÌarr! ili |li>ll-,l 1 III 11 fili» pili' lil>-
\ citerò scoitciv pili ili I resimi i or: ini nn=me i r i ; .n -ti iil.'r/.ione
di 1G0, ed incomiuciano cosi: Un Principe se. col mezzo dei suo
AmJ.ijyinluri: midi: inpieiiarr Ciinii dm: prima iinjaiitnire fArnhas-
a'atóre. E l'uì lìmo comincia in questo indilo: Così sì vede che tki
si umenm am urie o per dir meni:': i.m nnabhe. itmrtcntia è pi"
grato, e più fa il fittiti suo. Curii" ù ln.ui noto, furono già pubbli-
cati più volte gii Avvertirli™ li o Incordi del Guicciardini . e
per la prima volta in Parigi per le stampe di Federigo Morello
che il numero i3S, che nella edizione paridua corrisponde
al n' i36, in qnrsto codice è scritto così: «lo ben sarei
< pronto a cercare le mutationì degli stali clic non mi piaces-
• sero se io potessi sperare mutarli da me solo ; nia quando mi
■ ricordo che bisogna turu compagnia con nitri , et il più delle
. volte con pani et con maligni , L quali o non vogliono o non
« sanno Intere, o se tace ione non .uni no fu re. non è cosa clic io
■■ nbborrisra più, die il pensa re a questo. ■ Osservai pero clic
qualche parola è siala introdotta per altra penna, che sembra
posteriore. Pure siccome nelle successive ristampe , sccondo-
chè ce ne instriii>>r il Gamba, acculi I ero non poche (ori azioni,
.5Sr. MANOSCRITTI ITALIANI
i.i.im non ilnv' essere :li-tLiio, ti il' di questa antica copia io ubbia
dato poi numero ili essi liieonlt audio il principio del primo
e dell'ultimo. Sappia-i in oltre, elio questa copio 6 corrct-
che gli JiT'f .'!,'.' liiuuio non poche differenze da quelli
stampati in Parie,! , come può vnlersi l'affrontandogli insiemi;.
XIV Sommario delie risposte fatte dall' imperatore al cardinale
d'Imola, Legato per la pace nel 1553, scritto di mano del detto
l.rgtttti. Si'ittmtiiì ilriU rjj/irjsd' di If '/isryj.cfr d' .Ina per parte dell'
Imperliti:*?. \ \ ' /irj|rri(f '"«;(!■ 'lata da I. 'natia l'afta III" il Mimsiilliar-
d'Imola all' ultimo di marzo fauno i 55 1 )«?rC (muratore; del la quale
il duca Ottavio di Savoja : ■ Dall' altro canto ci pare gran-
■ 'lì-isilUII Vi !!'!!! i^riil (Il 'II' lltlj!CI'ilt!MT l'I Ni. «I IVI , •■! ili pi' l'U ìr.il ISIJ
" esempio in perpetuo, clic un vile verme j comparai ione
» nostra , qual è Ottavio , ~ ec. Dopo di ciò seguono al numero
di circa 3o diverse sc.i il.ture, e risposto, e novelle instruiioni
dello stesso papa Giulio 111° al sopra ri ile Ito cardinale d'Imola,
ed a varie altre persone c pubbliche c private, le qnaJi si rilp-
risr.ono a' domini i e di ridi temporali di esso papa, non sola-
mente sopra di ciò, eh' ci già possedeva, ina altresì sopra di
« maser Domenico del .Vero mandalo da Paolo IV al Daca a" Alca
in Napoli in n'.^'u.'fn di limitila fmrti> il nitrii' ih San Valentina a
nume di Saa Eccellenza. Di' Ruma li s ] di Agosto 1 55G. XVlPinj-
trittlitme ili iliiw.ii' i uintiwssiinii dilli- dn l'io I V" a Monsignore. Vis-
conte, che fu poi tardinole, r/nando and/i al signor Daca d' Urbino,
K\ 111° Alcune lettere contenenti cose segretissime intorno al
dell'imperatore Carlo V
li l>]-u\i-b'. (l:ll 'MI rituale
DELLA 'BIBLIOTECA DEL ItE, Hi
d'Hicaslro l'anno i548, e indili tie ad alto personaggio di cui
tarasi il nome. XIX" Ricordo per il cardinale di Scrmoneta col
siijnor cardinal di Ferrara et r.™ awiuìgnr.r di Tltermcs prima , cidi
poi con li Capi d,-lla llcpnUlaa. ili Siena; dopo il qóaìe Ricorda
seguitano alcuni Arveniim mi par \l rariiniiia <i lumia imi ■' Imp—
rotore. XX° Arrtrlinienli par il cardinale Sun (iinryiactil Redi Fran-
cia. XXJ" Instntltionc all' Abate Pasciti aHi ixvin di maggio l55a.
XWl'DiivnesrritturriWvarir. materie, i^truiiimi, memoriali, Slip
pliche, et., il tutto a' tempi di Paolo 111*, e eli Carlo V". XXIII* Ca-
pitali che si delibami nssi-mirr in anni si roiiiia armata o galera.
XXIV* ed ultimo. Dùcono «rea (a mirabile reformatione di Santa
Chiesa, H della conversione degli infedeli , [andato sopra alcune pro-
fezie. Benché l'autore, eli' è ignoto, dì questo discorso, volen-
dosi scni|ir(! l'ondare sulle profezie, sembri clic l.ilvolla prenda
qualche granchio, ciò non ostante è indubitato che, gene-
ralmente parlando, ei 1.1 pensava assai bene, ed il fine del sito
discorso è pi ustissimo.
10071.
3 1 a. Racconti, Proposte, Discorsi, Trattati, Lettere,
l'i.I nitri scrini ili viirio argomento.
Cariatisi, in A', eoralliiri rursiii. ili nijn'nc libo, secoli ivi- e ivii", ■
di buona conservatane.
Non meno prezioso del codice antecedente a' ii-j é pur
questo che abbini™ .jo'.to dcpli occhia ami li: natura e gravità
degli ni pon leu ti, che vi si trattano, il rendono anche più
prezioso dell'altro. Gli scritti, che vi si conterigono, sonò
questi: \° Discorsa svila guerra civile. Non è notato il nome
dell' autore; ma lo scritto sembra per molti indiij l'autografo.
Ì48 MANOSCRITTI ITALIANI
Incomincia cosi: -Clic uell' Universo riabbiano mai sempre
■ t . i ni [ii ^ jjtì ti li:: lo civili guerre-, imi |.nò negarsi , o Signori. In
« denti hebber principio le create cose, j ce. ce. Sono citate a'
margini alcune lesti umiliarne della Scrittura, de santi padri,
•: de' pncti anticlii latini. II" Risposta del Re Cattolico alli mani-
festi pahliluaù dal Ile il: h'iatieia il mesi ili (riugno 1 G35. Ili" Ra-
lf.'ii ninni ni'! sianiuah: Aceeideniieo di >',:rolamo Unico recitato lidi'
Accademia la Domenica ili Passione a a5 Marzo iG35. in Siena.
IV" Racconto della prigionìa c morto del Principe di Spagna Dos
Carlo iAaitria, cavalo dalle lettere scritte al signor Canlinak
Aiessuialrinn da neMisti/unre .iridi cs™-f. di Innsann ali hera iVnirrn
di Spagna, che fu poi Papa Urbano VIP. Dì Madrid li 37 di Lu-
glio i568. V" Memorie e scritture diverse intorno alla Re-
pubblica di Vcne.-ia; intoni" a! marchile l'ina Maria d'onci,,
i-A interrili ;:1 ::;iur.i] iterilo ili l'eilcltir contro il siijnor Hoii'urd
Inglese. VP Breve Trattato della natala e tjualitn del legna l'ussite
minerale iinihta , di Frniaesen 'i'eiluti I. iian, da Fabriano; e parmi
sia lo scrino autografo. VIP Sono qui unite insieme le scrii-
ture seguenti, cioò : la copia d'un decreto del papa Grego-
rio XV fatto in Roma li ao aprile i63i, concernente alcuni
affari domestici de conti Sigiamoli rio e Curi li listelli Malatesta
di Rìmini; — inlorrri.i/.iritii , die (liisiilei;i\a il cardinale de
Bagni dal nunzio apostolico in Parigi sulle manifatture della
I-Villici il ; — copili ''-'il, 'ilcrr! del ugnar di Laudi: Amie.l.iiialnee di
S. .1/. Ci li II ri ir '.ssimn all'i iiijii ;n Pialisl.il il Riififi'ilti dei Ciiill'jdu di
ihrmiiì, scritta di Coirà a' 28 di marzo iG35 ; — altra copia di
lettera dei duca di Roano allì Voìtellini; — nota di tutti fi
benefizi . che sono nella diocesi di Cervia nel Ferrarese; —
Ojii.diU.iiui fatte dare dalla Mursia dd S-jmiiisimu Vliali.daii Quarta
RediPolonia et Stictia al Rascia Generalissimo dell'armi Tineìai-lt-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. Ha.
centro la Polonia, per la pac-j stuliliiti ni! Turco ; — racconto
della entrata che fece a cavallo in Roma il Duca di Crcpi ; —
lettera del duca di Lorena a inai Sfati carissimi e fedeli; —
— decisione sulle controversie, che nascere potessero tra f Ambas-
ciatore francese et Ì Priori della sacra lldiaiiie: di Unita : — od in
fine, una lettera autografa di Irà (li rota ino ibi N a mi cappuccino
de' G soltoiubrt: i fi'j j . scritta ai cardinale [.ante sulla rinuncia
da cssii ialta .ni governo dulia CliifSi ili \anii. Vili" Proposta
fatta al Clero di Francia per parte di Sna Maestà dalli signori di
Leon et Aabruij commissarii di S. M. cimt In validità del matrimo-
nia contralto fra il Duca d'OrUun-, et in Principessa di Lorena.
IX° Alcune lueinurie ooncernenli rnse interne di lloiua; giun-
tavi la genealogia del papa Paolo IV". X" Risposta intercetta del
cavaliere Carandini residente, al manifesto del duca di Pal ina,
con due lettere autografe di Paolo Alaìconc; ed una terza pur
aulopiala del eanl in. ile IViliT-ii'ii [iurroiiifìti al cerile Federico
Borromeo, di Milano io novembre i6ì8. XI" Proclamazione di
Luigi XII". Ite ili /'rancia, per la osale dichiara sacri , ni inialiU.-ili
i suoi diritti sopra il Dacato di Milano. XII' Copia della lettera
scritta dal Serenissimo signor Duca di Parma al signor cavalieri
Contadini suo Residente in Roma. XIII" Racco/tu delle manieri
pia approvale da Anturi, oravi di preparare le carni delle vipere.
XIV Relatione della venata in Ancona del Patriarca Atemsio Pa-
telaro Patriarca ili tj<iUmt::m:inli ne! m ::;e J: r-tbilm 1 1)35. "XV' Ar-
ticoli segreti delia Lega tra il Re di Francia, e l'Elettore di Baviera.
— Questo è ciò, che di più importante compirai desi in questo
codice: ma re olii :dti i te ritti , la più parlo 'conosciuti ed nie-
llili, vi si limano, si coim poesie in lolle di alcuni papi; —
indulgerne senza line d'Innocenzo 111° e di Paulo IV' a diversi
principi; — relazioni varie intorno ad alcuni stali della Ro-
magna, e. specialmente delie città di Perugia e di Orvieto;
36o MANOSCRITTI ITALIANI
— il testamento dei cavaliere Ubaldini; — altro del tonte
Fabrizio Ba^no; — altro del conte Alfonso Slronii — Pros-
]>etlu statistico dell' armata francese io Italia al tempo di
Luigi XII'ì — c Trattati di pace fra divorai principi; delle
notizia, poiché l'esame, ed una particolare dichiarazione del
merito intorno a lutto quello che contieni! in questo rodici'
richiede reh-Wo assai più di Imi™, die a tue non è. conceduto.
10072'.
3l(). Racconto di ciò, che principalmente accadde nel
I 1 iVj-ll'Ill.l • I 'l'Il « liUi li « III- ■• .' .1.1-
Conteii gonsi in questo codice gli scritti seguenti : I" In
Diario, ossia un racconti) storico ili ij\:dh ci' è successo, e di
osella che si trattò nel mero Concilia Tridentino. Quello Diaria è
diviso in sette lihri, c coir. prende la meli del presente crosso
volume composto d'oltre a 700 pagine. Non risulta clii ne
sia l'autore, ma panni pater asserire, por lo studia che ne ho
fatto, die la verità e l'imparzialità sietw stale sempre le sue
^uide . eù.sif.diè |n, ti rin 11 10 con \enicn tonici] le in litol.irlc : Sfarla
di auanto prinàjiahuadc i- uri w-.ra nei (.'fini iliu ili 'i "malo. Ho fatto
qualche indagine, ed inslituilo qualche confronto con altre
Storie di quel concilio, ma non mi riuscì di scoprire l'Autore
di questa , die forse 6 inedita. A lume dogli studiosi lettori no
trascrivo le prime linee. Incomincia cosi : • Giulio Secondo at-
■ tose più alle anni, dir ni :iiin isterilì saccrdolsle: r iter il granii-?
. Imperio assunto ha vera necessitalo molti Cardinali a separarsi
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 35,
■ da lui , i quali pensarono ili far chiamare un Concilio, c furono
• lavoriti da Ludovico Duodecimo, c fu scoiumunicato dello
■ Papa. Leone Undecima ( clic gli successe ) riconciliò li Cardi-
• nali.et il Re Ludovico; et ebbe più politica, che religione, «ec.
11° hstrattioue perii Cardinale Sermoaeta con Scardinate ih Ferrara
e con Monsignore di Termes prima che con li Copi delia RepnMka il
Siena. IH* Propalinone fatta dall' Ambasciatore Siman Centanni
alla Santità di Nostro Signore, et al Gran Duca dì Toscana, et alli
Duchi d'Urbino, Modena, et Mantom, et Parma per occasione delta
guerra fra la Repubblica ili Vt'nitiu, tt l'An i'incn Ferdinando di
Grati. ]V Estratto delle ragioni e doglienze, che la Regina Madre ha
fattcal Re suo figiinuto. V, nel l'ine leggcsi : ■ Fu confinata come
■ prigioniera in Blois, e scappò presso ii Duca di Pernonc in
. Angoulcme. . V /fetali™* dello slato e forza di tutti li Principi
d' Italia. È quella stessa relazione, che ìeggesi all'articolo a"
del codice segnato n' 307, di cui s'è detto a suo luogo.
VP Relatione di Spagna di Tommaso Conlarini, eh poi fu Ard-
vtxoca di Candia, fatta in Senato guanda tornò Ambasciatore della
Repubblica di Vmu-iia l'anni 1 jn.H; relazione clic sembrami tanto
esiuanic-nti' v !!ui<lieil,..an!t'utc se riti, i, quanto importante a
leggersi ;i nelle, a' 1 1 ■ rti ;n 110-lri. l'i certi 1 hen pii'i importante ili
quella che Inscio scrina Mi. fiele .Sui'ianu -(.jirii In stesso argu-
iiienli.., .■ che jjii" hjiyersi o.-l seccmio ile' coihci «gnali col
n" 2 33. VIP Disiiirin intimiti a' limi ni ivi ihv si fumili (E Napoli alla
Militili, iltì Hi- C'uin./rij) - et) l'f.i'Tiisi'itìr: -hlia ,<ci irririeiu lìumiindtitii 1:11
Don Fernando Enriguez ile Ribcra Duca il Alcalà, e Viceré di guel
regno l'anno 1639. a' 5. di Dccembre. Non v'ha nome di autore,
e il discorso incomincia coni : - fra l'ai In: insiippoitabili gru-
»vezzc ili tributi, gabelle, e fuochi, e IÌmmlì, e ;ale, e iilìop-
■ giamenli, e guardie, et iin|>usiiioni , che soffre il Regno di
«Napoli da quarant' anni in qua, sono alcuni donativi, uno
MANOSCRITTI ITALIANI
« do' quali si chiama ordinario e rigoroso, un altro grazioso,
ie il terzo straordinario, che si fa nella nascita di tuffi fi-
- gliuoli del Re, iloodt- tuoi cu\nru Sua Maestà da cinquecento
■ mila Ducati l'anno,» ec. ec. Vili* ed ultimo. Congiura di
Piacenza contro Pier Luigi Farnese l'anno 1H7, descritta per Già-
liana Gottlùù. È diversa questa scrittura da quella, che pur
leggesi con piacere all'articolo 5" del codice segnato coi
n" 'io/a ma e quanto allo stile, e quanto all'ordine delle ma-
terie, parmi ben Hiipn'iure ls prtscnlu ih'! Cùiulmi, l;Ììl noto
autore della vita di Don l'Viramli) {imiin^.i, the. In pubhli-
cata in Milano per il Poniio l'anno 1&7Ì, in 4". 11 presente
codice n° 3 ] 9 fu dapprima presso d' una particolare biblioteca
di Venezia, donde sorti l'anno 1611; indi l'anno iG43 passò
in quella di Vincenzo Goubauldt; dì poi alcuni anni dopo in
quella dell'arcivescovo di Heìms, dove fu registrato sotto il
n° 45, e da ultimo se ne venne a riposare in questa regia
Biblioteca.
10073.
5-to. Testamento de' due Cardinali Gambata e Savello.
r.arUcec. in 4". clralleri conivi, di pagine 100, jecoli ITI* e IW,
di buona consemftLOne.
ltu(.' tostaiucnti autentici si comprendono in questo codice.
Il priiun è quello che fece poco tempi! prima della sua morte
il cardinale Gii). frantelo:) Gambara Bresciano, l'annoi577.
Esso è alquanto lungo, e per la più parte non riguarda che
gl'interessi delia propria famiglia; ma piacimi di riportarne le
ultime linee, per le quali si può conoscere come taluno possa
talvolta, raramente però, sentir assai bene di se medesimo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 353
sema superbia e facendone in buona fede una quasi pubblica di-
chiarazione. Condii ude rosi : « !'i;itque alla santa memoria di
■ Pio V" non solo d'impiegarmi nella età mia di trenta due
■ anni nell'offitio della Inquisitone , ma*ltresì, sia detto scn sa
< jattantia, d'appoggiare in mail peso di quel santo Tribuna lo;
• e sono grato a Diodi non aver a chiedergli perdono se non di
■ negligenza , o di poco sapere , non essendomi mai per alcuna
• passione o di amore , o di odio, o altramente partito dalla di-
. ritta slrada un puntino. • Dopo il testamento, seguono le me-
morie, e conti, e lettere, e note di debitori c creditori, e pub-
blici e privati, il tatto concernente l'eredita del cardinale, e
Uitt<; scrii Iure uniche od aulontidie , l'osami' delle quali lovse
potrebbe essere di qualche utilità a quella nobilissima Fami-
glia Bresciana esistente, cui apparteneva appunto d fop'.id-
detto cardinale. Il secondo testamento, esso pure autentico,
che condensi in questo codice, è del cardinale Savello, e questo
altresì corredato rielle carte tutte e memorie concernenti l'ere-
dità, si come l'altro del Gambaro.— Nulla dirò intomo a questo
secondo testamento, se non che nei leggerne alcuni passi m'av-
vidi subito, che il cardinale Savello, ancorch' ei noi dichiari
ne! lf5li!mi.'tiL(j, In rìiii|uÌMl(jif' p.-iiHvaii! drM' idliuu della ro-
3ai. Lettere, lustrazioni, Orazioni, ed altri scritti pressoché
tutti concernenti la famiglia de' Medici.
È in sul principio di questo codice uno Memoria, che dicesi
SU MANOSCRITTI ITALIANI
ignota, intorno ad alcune circostanze, che accompagnarono la
morte del duca Alessandro de' Medici; memoria, che il nostro
eruditissimo marchese Pompeo Litio dì Milano, autore delle
famiglie iUaitri gitali*, leggerebbe, b credo, assai volontierì.
Dopo di rjuusta memoria si contengono lo seguenti cose, al-
ani!' dullu quali perù sono già date alla luce. 1" Lettera dì Lo-
renzo di Pier Francesco de Medici a Francesco di Raffaello de Me-
dici scritta di Venezia 5 fMraro 1 586. 11° Apologia di Lorenzo ili
Pier Francesco de Medici: dello quale apologia 6 autore lo stesso
Lorenzo. 111° Istruzione agli oratori mandati in Barcellona da fao-
rateiti Fiorentini alla maestà Celami. IV" Grattane de fuorusciti
Fiorentini fatta ia Napoli a Carlo V° imperatore. Questa orazione
fu scritta e della da messer .(acnpo Nari li iu minio rio r lotti fmv
ruioiti il dì aodicembre >S35. V° Capitoli che i fuorusciti Fio-
rentini ckieseroall' imperatore Carlo V'.Di tpiesti capitoli il primo
si fu , che Sua Maestà promettesse di stabilire dentro Io spailo
di tre mesi in Firenze una forma di governo libero secondo
la Torma della Capitolatione di Don Ferrante Gonzaga dell'anno
1 53o. Vl° Risposta dell' imperatore a fuorusciti Fiorentini, e anello
clic il Dava ha a prometterli à Saa Maestà perlapanjKnU'i'.e r l.-nun
governo de la città dì Firenze. VII' Lieenta de' fuorusciti Fioren-
tini ali Imperatore. Vili' Sopra il riordinare H governo. Discorso di
messer Donato Giannotti al magnifico Gonfaloniere di Giustizia
Niccoli di Piero Capponi. IX° Al Irò dite orso del sopraddetto Gian-
notti indiritto a Zanobi Bartolini sopra la riordinezione della
Repubblica fiorontiiia. X" Mnmorio dir concernono la fami-
glia de' Medici, dall'anno ibiq sino all'anno 1601. Xl° Alcune
iioli/.ifl allusive alla vita 'li Bianca di liarluli'itimi'o Cappello \e-
neiiano. XI 1° Lettera di Gian l'odono Soderinia Silvio Piccolo/nini
Sanese in ragguaglio della morte et essegaie del Gran Dactt Fran-
cesco l'anno 1578. XIII" Orazione dell' imbasciatore di Venezia
DELL* BIBLIOTECA DEL HE. 356
maser Pisoli fatta al Principe di FirenU Don FraBaaco Medivi
nelle sue nozze fanno 1 565. XIV Privilegio della signoria di Va-
neua alla signora Bianca Cappello; nel guale ti dichiaracene detta
Repubblica crea ina vera e particolare jigliuola detta signora Bianca
Cappelle. XV° od ultimo. Copia di una lettoni scritta nel di 3o
agosto i&yi da un Antonio Ihmbelli, o Randelli ai signor Abatt
Martini, per la gusle, dopo di aver discorso sopra allri tuoi privati
interessi, gli dà avviso della morte di Pietro Bnonaventvri. Benché
come s' 6 (tetto eli sopra , alcuni de' scritti contenuti io questo
L:uillr<r sjciio i>ii stali [mi]] ili cali , pur «tu lira ini un rodi ri- ila
farsene conio , non solo per alcune notiiie e memorie che vi si
altresì per lo penne eleganti de' loro scrittori , o per lo Hill-
10075.
3 a a. Scritti diversi, she specialmente si riferiscono al
Ragionamene, che fece l'Imperatore Cario V* in pre-
sella del Papa Paolo III', e Cardinali.
Trascrivo come si leggono iu questo corlice i titoli degli
senili importanti eh' esso contiene. F tenera sopra il ;moro«p-
minio, eke fece l'imperatore Carlo V i'aanc- i 536. venendo da Pa-
nisi, in presenza di Papa Paolo IIP et Cardinali. Il" Risposta del
Re Francesco Primo di Francia al ragionamento, che fece l'impera-
tore Carili V' [amo 1 536. venendo ita Tunisi, dia presexia di Papà
Paolo III' et Cardinali. Ili" Discorso del Reverendissimo Cardinale
de Carpi nel i543. a Carlo V° Cesare del modo del dominare.
356 MANOSCRITTI ITALIANI
1V° Ragionamento di Cari* Qninto Imperatore al Re Filippo suo fi-
ijlinnhi i\Aln ronsignatione ilei gonerao de' sani St/iti et Reijiti ; Aire ti
contiene come li debba governare in tempo della pace et della guerra.
V ed ultimo. Diario ili ditene atttoni notabili successe nel Pontifi-
cato di Paolo Quarto cominciando a' dì primo di settembre i558
fino dopo la morte di della Pontefice. Bello e preziose cose elle si
contengono in questo codice, e particolarmente agli articoli
secondo e quarto !
10076.
3a3. Orazioni, Esortazioni, Ragionamenti, Relazioni, e
scritti diversi concernenti la Politica e la Diplomazìa.
Compren donai noi presente codice gli scritti seguenti con
questi titoli : Ia Esortatiene del Cavalcanti a Francesco Re di Fran-
ila. Primo di ijuest'- nenie, perla n Ieri dalia amicitia ci it/t'.l!i.rjcn;ii.
die ha col Turco, Incomincia cosi : ■ Non pérclié io non conosca
. quanto, secondo ii mondo, si disconvenga ad huomo di pri-
■ vata Fortuna alzarsi a parlare , et scrivere di cosa di tanto
■ momento, senza esserne richiesto, a persona nata et no-
l 'di-ito i« Aite™ Reale, fu li nprclii' io parola di Dio non com-
. porla legami • ce. II' Ommw di moniii/ncr di Mnnlndi Amhus-
cidtore del Re C.hriiiiimifsimn alla wniiftimn tiipiorìa di Venezia,
tanno t 644.' IH' Reialiché alla signoria di Venezia del clarissimó
irr/Tior- l'iil, ria. /hi/firn tfinintu Aiiihis-.iiitnr, - Aliti Iti'piMlini jiri'ssu
Carfb V Imperatore, et a Filippo Redi Spagna l'anno l558; lun-
ghissima, enicntc meno importantissima relazione. IV Altra
Relation! alla Signorìa di Venezia del chrissim/> messere Antonio
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 357
Ticpoìa ritornalo Ambasciatore dal urenitsimo ReCattolko F anni
l567 a di ad di settembre. Si riferisce tutta allo stato politico
ed amministrativo Orni regno di Spagna. V" Altra Relatianc del
ciarliamo messa- Ilieronimo Lippe-mano alla Signorìa di Venata ri-
tornato da Napoli Ambasciatore presso il serenissimo Don Giovanni
d'Austria; diversa da quella, che lo stesso Lippomano fece alla
repubblica di Venezia l'anno 1676, che leggesi all'arti-
colo io" del conico segnato n° 3a5; diversa altresì da quella ,
che fece l'anno 1678, e ch'i nel codice segnato n° 3on.
VI" Altra Relationc del durissimo ì.w.n Mi'-hirì Provveditore alla
Confa Tanno 1670. a, ti ih ottobre. VII" Altra dello stesso Lnea
Michid ritornalo Premeditar generale di Candia [anno i575.
Vili" Relaliane laminaria della Pmvcditoria generale di Candia di
ih «.«e Mitri n iti' Cmalii niiitnim-i :ui p.nn dd 1 .170, e ritornato del
1S71 nel febbraio cadde malata; e così giunto in un dì tubilo se Rè
mori. IX" Relatianc del elarissimo signor Ahigi Morenica Proveditore
ilrtlf i-nsf (ii V'/'mi-J'Vcmn.-ijiK^iiL l'vhi/.iorii! se ritta con molta av-
vedutezza da un' idea giustissima delle forze della repubblica
ili Venezia, che a que' tempi, ne' quali poco 0 niente aveva a
temere, erano assai più grandi che a' nostri di ne' quali tutto
essa doveva temere, e cadile. X" Estratto della Relazione di
don Placido Ragazzoni ritornato da Messina Vanno 1 574. XI" Dis-
corso intorno alia pace avvenuta Ira la Repubblica di Vene-
zia, ed il Turco. Non se ne dichiara il nome dell'autore, ma
potei capire essere un Veneziano, 0 panni die il discorso me-
riterebbe d'essere conosciuto. XII" Relalione fatta per il conte
Nestore Martinengn di tatto il successo et pentita di Famagosta , al
serenissimo principe ci Senotó Veneliano. XIII" Discorso del signor
Piero di Agostino fatto a Saa Maestà l'Imperatore Carlo V sopra le
cote di Sicilia. XIV" Discorso del reverendissimo cardinale de Carpi
aCarlo V Cesare sai modo di dominare, scritto l'anno i543. É
358 MANOSCRITTI ITALIANI
quello slesso discorso di cui è copia all' articolo 3' del codice
segnato a" 3 1 a; e sombrami degno assai d'esser letto. XV' Quat-
tro discorsi, cioè il i° intorno alle caie dì Siena, e non ha
nome d'autore; il a* sol modo di ristorare la Religione Criitiana,
e questo, che pur non lia nome d'autore, è indirizzalo al He
Filippo di Spagna ; il 3* dì Gio, Batista Rrembato (che In a'
suoi tempi poeta di qualche rinomanza, e le cui rime possono
leggersi nei Fiori deferirne de Poeti illustri, ec. Veneiia, Sessa,
1 550, in 8°) intorno alla lega tra il papa, il redi Spagna, ed i
Veneziani contro il Turco; ed il à~ del marchese di Marinano
circa la guerra, elle deve funi contro i Turriti in Ungheria, indiritlo
alla maestà del re de Romani, e scritto l'anno i6ii. Che non
si fece tre secoli sono per distruggere l'imperio Turcheaco?Che
non si farebbe forse oggidì ìn suo aiuto se tic fosse minacciata
la sua distruzione? Ripeterò sempre ebe optnÌMm i-ommenta
delti diti, natura judicia cinfirinut. XVI° ed ultimo. Discorso,
senta nome di autore, nel quale si cerca, quali sicno state le
cause, per cui furono astretti i Veneziani, contro ior voglia, di
far la pace col Turco. La fama di alcuni scrittori qui nomi-
nali, la natura degli argomenti che si trattano, e l'essere cer-
tamente lutti o pressoché tutti scritti inediti , ciò senza più dà
a vedere in quale stima debba tenersi il presente codice.
Sii. Discorsi, e Relazioni sopra varii punti di Politica.
Cirticeo. in i\ caratteri conivi, dì pigine 6oo, secoli svi-, e ini*.
Gli argomenti descritti compresi in questo codice sono
come seguono: 1" Relazione del signor Antonio Ticpolo nel suo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3S9
Bailaggio di Costantinopoli alla repubblica dì Venesia. Bella,
ci rcostan ziata, ed importantissima scrittura. 11° Altra Relazione
dello slesso Tiepolo allo Repubblica medesima intorno alle
forze Turchesche. 111° Altra del medesimo alla stessa repub-
blica . ritornandosi dall' ambasciata di Roma. IV" Altra ti' al-
tro ambasciatore , di cui tacisi il nome , clie ritornatasi di Fi-
renze. V* Altra d' altro ambasciatore, di cui pur tacesi il nome,
ehe ritornavasi dal re di Polonia. E questa e una lunga ed im-
portante relazione , che il professore Ciampi , il quale con
tanto zelo attende a raccogliere tutto ciò , che a quel regno si
riferisce , io credo gradirebbe assai di conoscere. VI" Relazione
di Giovanni Contarini ritornato provveditore di Corfù l'anno
1578. VII' Altra di Lorenzo Priuli, che se ne ritornava dall'
ambasceria di Francia l'anno i58s; sensatissima relazione
sullo stalo politico, amministrativo, ed economico della Fran-
cia in quel tempo. Vili' Altra dello stesso Priuli intorno alla
forza armata della repubblica Veneta nelle isole di Corni,
Zante, Cefa Ionia, ec. ^namìo «torrette _/nrjncrra co/ signor Tutto,
dalla quale il signore Dio ne ovanti. IX" Discorso sullo stato di
Genova , nel quale si cerca di dar, si come in un quadro , il
prospetto statistico di quella repubblica , si quanto alla sua
politica , ehe qnanto alla sua amministrazione. E paryemi pur
singolare cosa il vedere come nel secolo sestodecimo , ne! quale
fu scritto il discorso medesimo, ei cominci con queste parole:
. Il governo di Genova è di repubblica, però non ancora si
. bene stabilito, che facilmente non possa mutar conditone. ■
X'Lellcra di mantijnore Protonotario Saalialla eccellentissima Bt-
piiU/Uc/i ili Gcnois appressa (il Mash'i Qttwìhi Ambasciatore, sopra
!e cote della detta Repubblica, scritta ai? lìliào. Sif. Già. Andrea
Doriti adì vi Aprile u.d.lìxv, con ait discorso del medesimo nelt
istessa materia. la Milano , per Paolo Gottardo Peano, m.d.liiv.
36o MANOSCRITTI ITALIANI '
1 caratteri di questo scritto sodo certamente del secolo decimo-
sesto, ed io non saprei spiegare il perchè di lauto pazienza nel
trascrivere un libro stampato (eli' io però non conosco), se non
chi.- ii.i'.vj ...-scintane shatj proibita hi pubblicazione, fosse Etato
mollo difficile di averne un esemplare. XP Ducano delie cose
dei lìet/nu di Napoli. Merita esser letto perla franchezza e saviezza
rie' consigli (In ti d.i chi io scrisse. Coitameli ùj è inedito, poiché
a quei tempo non se ne sarebbe permessa la stampa. Incomin-
cia col far vedere, che pochi governi trovansi nelle storie, che
abbiano dato e dar possano esempi più frequenti di mutazioni,
di agitazioni, dì rivoluzioni quantoil regno di Napoli, 'perchè
■ quei popoli inquieti , per natura loro non possono agire di-
. versamenti;. ■ Forsechà oggidì l'autore modificherebbe in
parlo ìa sua asserzione. XII* Altro discorso sulla repubblica di
ftagosa. Non ha nome di autore. XH1° ed ultimo. Altro discorso,
sulla Moscovia senza nome di aul!n<\ clic K-inhrami essere lo
stesso che scrisse l'antecedente sopra Ragusa, e probabilmente
inediti tutti e due. Quesl' ultimo, che concerne la Moscovia,
finisce cosi: «Questo 6 quanto, che delle cose di Moscovia, dalle
■ liistorie proprie , da quelle do' vicini , da persone che hanno
« militato sotto il duca, c dai principali di quella corte, ho po-
.tuto raccogliere, e ridurre in questo breve discorso.. L'im-
portanza del presente codice si fa manifesta per se stessa.
32 5. Relazioni diverse politiche e diplomatiche.
Carlaceo, io 4", caratlm turavi. [!i pagine 600. secolo iti*.
Contengonsì in questo codice le relazioni seguenti : —
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3<h
!" lletlltltìllc lirl. DllllllO ili Si.liojii, filli,; lui -In risii";) r.-. 17, l-ll.-l infuri
signor Francesco Molino l'anno 1 536. alla Repubblica ili Vcnciui.
11° Discorso sopra la Repubblica di Genova. Non ha nome di
;urt'.i[v. iìl" /ìi («fieni: dillo ila'.o ti jirt? il ijoi i ivo ihAla jutiiÌh
sima Signorìa el Repubblica d: Ventila, al Cattolico Re Filippo.
IV" Discorso intorno alla RepatiHca iH Yenetia.. Non v'è il nome
dell'autore. Va Relationc dell' eccellentissimo Emiliano Manolesso
ritornato di Ferrara Ambasciatore della Repubblica ili Vcnuia Tanno
1675. VI° Relalione del claristìmo Gattoni ritornato <!• l-'i.-nozu
tanno 1576. alla Repubblica di Venezia; ed è diversa da quello
che dello stesso autore abbiamo nel codice segnalo n° 3og.
VII" Relatione del clarissimo signor Lazaro Mocatigo tornato Am-
basciatore da Gnidoliaìi/o Dina ili I. i-bino tanno ib^jo. Vili* Re-
latione del clarissimo signor Bernardo Nacagero Ambasciatore a
Papa Paolo Quarto fatta al Senato Venctiano, di Roma Tanno
L 558. 1X° Relazione intorno alle entrate della Reverenda Camera
Apostolica sotto il Pontificato di Nostro Signore Gregorio XW°,
fatta nelFanno 1576. Conchiudesi così : «In somma resta di
■ netto di entrata certa et incerta scudi duecento ottantun
«india novecento sessanta sei, dico scudi 381966. • X' Rela-
tione del clarissimo signore Jeronimo Lippomano Ambasciato!* dello
Repubblica di Venetìa presso Don Giovanni d'Austria in Napoli,
fatta in Senato Tanno 1 57C ; diversa da ijuclla, ebe mandò lo
stesso ambasciatore alla repubblica medesima l'anno 1578 di
Napoli, della quale s' ò data notiiia nella descrizione del so-
praddetto codice segnalo col n° 3og.
3Gi MAìtOSCRITTJ ITALIANI
3»(ì. Notizie sloriche e politiche intorno all' Impera io re
de Turchi; e Relazioni di alcuni Conclavi.
Gli argomenti de' scritti compresi in questo codice sono:
J1 Reiatiwi: dd durissimo C intorno Sommo ritornato Ambasciatore
et Bailo da Soìtan Amarath Imperutor de Turchi per la serenissima
Repubblica di Venezia. Volendosi pubblicare, o pubblicata
riordinare ed illustrare la vita, e specialmente la vita privata,
di questo famoso sultano, mi pare che la presente relazione
del Sommo potrebbe riuscire di grandissimo giovamento.
Dimise un ili Aniuratli i\A\u mani proprie del Soranzo una
ina lettni'a purcln: li i.iec.ìSR 1 n : s 1 Insti! pt;nn'.iii; al ik>tu' (li
Venezia. Essa portava questo iudiriaio : » Al Grande et Glo-
■ rioso Prencipe Christiano, grandissimo, bonoratissimo , el
.estimatìssiino nella Nalione del Messìa, mediatore di pace
■ et di tranquilli L'i di tutte le genti Christiane; usato a vestire
■ degnamente il grave manto, eh' è vero segnate di Allena.
■ Al Doge di Venotia, ti cui fine sia buono. — Amurath. ■
U" Affanni* del Conciate di Papa Cfanente Vili", nelfania 1Ò93;
netta quale si fallano lommarinmente tolte li: a/se, d\e in esso sono
leeone. La presente notizia d'esso conclave é diversa dall'al-
tra, della quale si dirà all'articolo 3° del codice segnato
n" 3a8. Non ne milita i! nome deli' autore, il quale però
dichiara, che per le sue fine ineui.ini.t:i.oi,i f-iHi: e per far sapere
cose, che da nessun altro sono slate conosciute. 111° Storia del
Conciare, nel tjonk fi: irmi'. Pupa liirwiiiitin Munti, /'annnlSoi;
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 363
diversa da quelìa datane da Lelio Marietti nel codice n- 179;
ed è seguitata da un Discorso sopra il Conclave de! dello Papa
Innocenzio IX'.; discorso ai lutto politico, e che sembrami di
qualche importanza. IV" ed ultimo. Cenefore del Papa Gre-
<jvn,i MIII"., nel i(T.',i/,' fi JHiC'JidJ ilistiniiimenlr al n n/Yii (.'('.■ "imi /e
tane le alrionr, che in esso sono occorse nell'anno md.jlc.; notizia
diversa da quella, che leggiamo nel codice segnato n° 275;
e, sccondochè mi pare, assai meno importante, benché assai
più lunga di quella.
10080'.
327. Risposte ad un libello pubblicato contro il Papa
Urbano Vili" ed il Be Cristianissimo.
Cartaceo, in foglio, carotieri corsivi, di pilline 300. secolo
li titolo del presente codice, nel quale si di a leggere un
discorso e ben lungo intorno al qui sopra annunciato argo-
mento, divìso in due libri, è come segue: // ilefimlilore ibi
Papa e del (te; a rem TÌ.<j».!li: (fritti re nik calunniose imputa finn e
d'nn libello famoso pubblicalo contri Sua Santità, el cantra Saa
Maestà Chriitianmima da nemici caperli Mia Santa Seda e della
Francia. Non mi risulta per le indagini fatte, che il discorso
sia stalo posto in luce, come il fu il libello. Incomincia rof-i :
• f. cosa a tutto il mondo nota, clic la Santa Sodo, essendo
«per la sua Suprema Dignìti in Mugolare veneratione a tutti
■ i Prencipì Cattolici, bilancia hoggi ili lutti i grandi affari
• della Christianila, ec. • L'autore di questo discorso, c per le
cose che vi sì contengono, e per lo stile con cui sono dettale,
pormi possa dichiararsi un Nicolò Zambecearo, che scrisse un
364 MANOSCRITTI ITALIANI
elogio del sopraddetto papa che fu Urbano Vili'; il quale
elogio trovasi in fine di questo stesso codice, e immediata-
mente dopo il discorso iti difesa del papa. Il titolo di questo
novello scritto e il seguente: Al Grande, al Pio, al Beatissimo
Papa Urbana Ottave, Niccolò Zamheccara servitore et hamilistìma
creatura di Vostra Beatitudine in Orleans. Che si dice di me, do-
imiiJ-'i Cii.Hn Sateitlore _Yuj(ni ii iucr iliseepult . jj [limimi; nc nipeste
il tutto? — Questo elogio da capo a fondo o pressoché tutto
fi i-ili; riseti hiJin'llameiili'.iHe calunnie dui pi-addetto li Imi In.
Sul principio del codice leggesi, scritta però d'altra penna,
questa annotazione : Ex libris Ccngregaùonis Sancii Mauri Romae.
S'iti. Notiiic storiche di alcuni Conclavi.
Cartaceo , in fogiiù piccolo , r.iiiLvri corsivi . -i.nf.i svir. di buona
Dov rubli' essere composto questo codici! di circa 4 80 pagine,
ma non n' è , che di ioo , poiché le prime So sono siate tolte
vi.i , 0, .vn-ouiUi i-In1 apparisci; < I .< I titolo del cuilice impresso .iul
dorso, contenevano una raccolta di lettere allusive ad alcuni
affari particolari della Francia. Sono per tanto nel codice le
sciincnti cupe : 1" Storili dil Oiad-.ne net quale fu ereato Papa Gre-
gorio Decima Quarto; è la slessa, di cui s' è detto uel codice se-
gnato n° 375. 11° Storia del Conclave, nelqaalefa ertalo t'unii tic-
mente VHP ; ed è diversa da quella , che ne scrisse Lelio Mar-
retti, della quale s'é già dota notizia nei codice n° 379. 111° Sto-
ria del Conclave dove fu muto Pupa Clemente VII? ; diversa dall'
antecedente , anzi quanto alle cose più recondite di esso con-
clave sembrami esserne questa ben superiore. IV' Conclave dove
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. ÌG5
fa creala Papa Leone Undecima. V" Notizia del Conclave nel quale è
nato creato Papa Gregorio Decimo Quinto; e questa notizia è beo
diversa da quella, di cui s'è fatta menzione in altri codici.
VI" ed ultimo. Storia del Conclave netta •nortediPapa Urbano VHP;
ed essa è par diversa da quella, di cui s'è dotto od codice
11° ag3, a cui si potrebbe prestare lede maggiore che alla
presente, la quale, per quantunque si supponga veridica, ed
impaniale, pure il conoscere che l'autore era legato per grande
amicizia colla famiglia del papa eletto, che fu Innocenzo Xa,
se al tutto non ne toglie , certo ne affievolisce la fede verso il
10082.
329. Narrazione delle sollevazioni accadute in Napoli
nel regno dell' Imperatore Carlo V.
Cirino, b figlio piccolo, cimiteri conivi, di pagine 190 , secolo in",
ben annerato.
importantissimo codice, il quale contiene una lunga rela-
zioni: de' latti , de' quali è ben probabile, che moltissimi non
sieno mai slati posti in luce, occorsi nelle rivolte e solleva-
zioni popolari 111 Napoli imi tempo clic vi regnava !' imperale)]''.'
Carlo Quinto. Questa relazione è divisa in quattro libri. Non
ha nome di autore, ma si dà a conoscere per bene instrutto
delle cose di cui tratta, e specialmente di quella sollevazione
0 piuttosto ribellione, che accadde nella città di Napoli al
leni [io suo. tlriiiyc la rei a/in no sino all'anno ! !>.r>i. In line del
codice si leggono varii decreti dell'imperatore, del viceré, e
del papa tutti concernenti l'argomento medesimo.
366 MANOSCRITTI ITALIANI
10083.
Ho. Relazioni olia Repubblica «li Venezia sopra gli stati
dell'Imperatore Carlo V e del Re Filippo D°.
tartareo, in AL. o.nnlleri n , ■[! l'i.^io .'-■'il . <<rr.b \'f, di liiifin
Tulio questo codice rmll' .litro contiene, che una Rtlazvme
(orclazioni, comi- vedremo) di' è stata fatta nHa Bepnlilica
di Venetia intorno agli Stati dell' Imperatore Catto V, o del He Fi-
lippo II' suo figliuolo, sì come pure de' costumi, delle abitudini,
e qualità di questi due personaggi, e della coadotta clic tene-
vano iieilii diie/iniio iliVIui.i all'ai i. Clii sia l'anturi' il! ipoMa
Iun|;a e bene e ireos Li mieta relazione unii risulta per alcun
modo. Certo celio fu un ambasci a toro della sopraddetta repub-
blica, e elio fu presso Carlo YJ; ciò elio cliiai'aineiitc si mani-
festa per alcuni passi ili-ila relazione uieiksiuia , la quale spill-
ili'.uni ili -rande ini porla 117.3, spocinlioenlc por poter d'arno di:'
nuovi lumi sulla storia di quel secala. L'argomento di questa
scrittura, clic riportai qilì poco sopra, è scritto in francese,
f si cura in e 11 le da penna francese. li co' medesimi caratteri
della relazioni1, legnosi in sul principio della prima faccia: P'n
I Inijii-mtw. Saivhiit' mai (orse questa una copia, che furtiva-
mente fosse stata latta ncll' ìmbascoria veneziana , a mandata 0
Carlo V" perclic fosse in strutto di quanto ed intorno a lui, ed
intonili al suo figliuolo, e specialnK 11U: intorno al suo sistema
di governa ro , se 11 vi 'vasi alla 1 epulihlica di Venezia ? Io non
saprei ciò né negare ne affermare. Ma porcile può tornar utile
0 al giurisconsulto , » allo storico , 0 ai politico il conoscere se
questa relazione sia diversa d'altra, clic in qualche pubblico
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 367
archivio o biblioteca si trovasse sullo stesso argomento, credo
opportuno il riportare di essa le prime e l'ultime lince. Co-
mincia per tonto cosi: ■ Ho sempre stimato, Serenìssimo pren-
• cipe, grandemente giovare nel governo delle Repid>bticlie, ;i
■ coloro che in tale administratìonc sono posti, della natura,
■ qualità, fora; e costumi de'prencipi, città, et popoli diversi
■ essere instrulti necE termina in questo modo : • L' Imperatore
« nel licenziarmi ini commise eh' io làcessi certa la Serenità
«Vostra, che esso sommameli to stimava l'amicitia di questa
• fatica , non solamente di quanto nolla confederatione fatta
• erasi obligato, ma ancora di tutto quello che poteva altri-
» mente in beneficio suo gratificarla. Et queste parole mi disse
■ con tanto all'etto, commettendomi espressamente eh' io vo-
■■ ienji riferirli:, clic sì vedeva veramente quanto diceva venir-
« gli dal cuore »ec. Dopo la quale relazione, ne segue un'altra
sullo stesso largomento, ma d'altra penna. È però scrìtta essa
pure da un ambasciatore della repubblica di Venezia; ed in-
comincia cosi: «Dio volesse. Serenissimo Principe, et lllir.i.
«Signori, che siccome ho dilige n temente procurato di ben
■ iotcnder le cose, ch'io sono per riferire alla Serenila Vostra
« dell'Imperatore et del Re di Spagna figliuolo dì Soa Cesarea
■ Maestà , così io fossi bastante di dar quella forma al. parlar
' mìo, che venisse a satisfare a quello, che può essere in me
«et da me dalla Serenità Vostra aspettato! ce. ec. E termina
con queste parole : ■ In esso Stalo » | T-omliurdìa) - si potrebbe
«battendo il tambuiro fare venti mila fanti, et nella città di
« Milano sei mila, ma poco utili. In Cremona altrettanti , ina
■ soldati di cuore, intelligenza, et spcrienza. » Questa seconda
36* MANOSCRITTI ITALIANI
relazione, di cui pur tacesi il nome dell'autore, è più lunga
dell'antecedente. — Da ultimo, loggcsi in fine del codice una
Iei7..1 lilf'Vf' 1.1 /li uif . e In- si riliT'isi-.f Mjllanln imparatilo'
Carlo V, scritta d'altro ambasciatore della repubblica di Ve-
nezia , di cui pur l' autore non 6 nominato. Essa incomincia
cosi: >Havendo io da render conta alla Serenità Vostra delia
«Lcgatiou mia, la quale è stata all' imperatore eh' è tanto pru-
■ deute, valoroso, e gran Prencipe forse, quanto da Carlo
» Miglici il! qua la clinMi.iriih'i unii ìiel)k; mai il -imile, si [in-
■ tria aspettare eh' io havessi ila far una relatione conforme alla
. grandezza sua. Ma persili; l'iinpr.rl'ctliiiii mia, et il poco
. tempo eh' io sono stato a quella Corte non comporta , che
idi tante e si gran cosci oc. ce. E siccome l'Imperatore (ciò
chi; limila dalla I!f !:izlutu' iin'di.'jiuia '; aveva decorato questo
ainliasciiìiorc della Catena d oni, quindi è eh' ci prega sua Se-
reniti di permetti r<;li ili attingersela al collo ; e termina la sua
relazione con queste parole: <■ Del che tanto più affettuosamente
■ supplico Vostra Serenità, quanto che la gelosia dell' honor
■ mio mi stringe a farlo, a fine che per le Corti dove sono stato,
■ et altri luoclii, dove sono conosciuto, s'intenda che la mia ser-
■ vitùsia stata alquanto grata a Vostra Serenità, et che la vuol
> «avermi eternamente ledalo non .solo in canevazze, ma d' una
. indissolubil catena in vita mia , per esempio laudatissimo o
■ tutti gli altri. ■ Può ognuno facilmente pensare da quali par-
ticolari affetti sia stata guidata la penna di questo ambascia-
tore , e quindi con quai colori sia scritta la sua relazione.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
36$
. Statistica dell' AHemagna; e Relazione di Federico
Badoaro sugli Stati dell'Imperatore Cario V.
tino, in piccolo foglia , caratteri corsivi, di pigili» ioo. «roto ivr.
La metà di questo codice comprende una statistica del regno
ti' Allentai/uà , scritta in francese; incominciandosi dalla casa
d' Austri,) riguardo a ciò, eli' ell.i pr>i..ìo<!c r.r-lt' AMenKigna , r
terminandosi col ducalo della Livonia; etl in Eoe col dare le
^ciitMiOL'ie doilc case di Baviera, di Sassonia, di Brandeturgo,
di Danimarca , di Svezia , di Polonia , e della Savoja. Dopo di
ciò , segue una — Reiatione di messere Federico Badoaro Ambas-
ciatore veneto, dvlii Stati i l ■tlln .f:ialit,i iUI Imperatore Car(o V",
ti là Re Filippo tao ju/liuob. In questa relaziono che incomincia
— Dio valesse. Serenissimo Principe (edè la stessa di cui s'è data
notizia nell'antecedente codice n° 33o), è manifestato il nome
dell'autore, che tacesi nell'altro esemplare. La sola diversità
ch'io notai tra 1' una e l'altra di queste due copie, è che la
presente è molto più corretta dell'altra.
1008Ù. — 10085.
33-j. Stato politico della Germania nell'anno i6ao.
Comprendono questi dui; endici
dell' Imperio, et della Germania per ti
ì;o MANOSCRITTI ITALIANI
nome di autore , ma per alcuni passi si conosce chiaramente,
che la relazione k siala lalla per- la n-pnlililica ci i Venezia, e che
io scrittore n'ebbe l'incarico non già diplomaticamente, ma
privatamente. In fine del secondo volume è un lungo indice
:il f,L bui ini de' ninni , lunghi , e cos-i memorando, contenute dell
opera. Essa, pei' ciò che mi pare, può essere consultata con
molto frutto per la storia di (me' teinpi . e special mente per
conoscere la natura de' giri e rigiri de' Gabinetti in allora.
^Protesto p [ieggesi alla pagina 3" del volume I") ■ the tutto
■ quello eli' io scriverò, parte ne lio praticato e visto io stesso
« per lo spatio di otto anni, che sono stato in Germania, parte
- ne lio iiilewi da peritine dee,!»: 'li fnie, e parte ne ho ca-
-vato dalla lettura de'libri comuni, c( daJle lettere e Can-
.celiane quanto d'amici, tanto de' nemici, che sono state
i intercettc in diversi tempi , dello quali alcune sono state date
• alle stampe, altre no. ■ li divisa la relazione in quattro parti;
la prima delle quali riguarda le caponi de' rumori" panati e
presentì delia Germania ; la seconda il Capo JèMmperio, c della
sua potenza esterna ed interna; la terza si riferisce ai dieci
Circoli, ne' quali ora divisti l' imperili uicile-imii ; e l'ultima
concerne l: L'i/hi- ijcrumnkhe, e particolarmente quelle delle città
\tisealidie, lìeiiane <:. Suev ielle, Per le indagini fatte non ini ri-
sulta, che sia stata data in luce ijucsta grand'opera; ma ad
ogni buon line pum'i sullo ricali ocelli rie' lettori lo prime
ìinee del cornili darne nto, e 1' ultime del line della relazione.
Principia cosi : « Le cagioni de' presenti e passati tumulti
« dell'Imperio, le varietà de' successi delle guerre, le inula-
■ lioni de^li Milli, le diversità ih.-yj interessi de' Principi dell
■ Imperio, e di fuori con li loro lini pubblici e privati, ren-
• dono non meno difficile che pericoloso il voler discorrere
. sopra lo stato presente della Germania, perchè, • ce. E ter-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 37i
mina la relazione nel volume II" così : «Anzi si spera che
• a jiiìiiKi tempo i'.-iniii Ce.wivi- il isci oi;l ir r;i uno affatto questa
■ Lega con la depressione se non di Inni alinoufi ridia inaf»-
■ gior parte de' rimasti nemici confederali, liavendo già il Re
■ di Danimarca perso il Ducato di liolstcin, quello di Sueìiek,
■ e tutto l' Jutland, eh' e la Terra-Ferma congiunta alla Ger-
• mania, e la terza parte del suo regno. > Pubblicata o no
che siasi nuesf opera, sappiasi a buon conto che qui è scritta
con molta diligenza e correzione.
e governo de' Cantoni c
degli Svizzeri.
Conticiisi in questo codice una relazione, che tutto lo ab-
braccia, intomo ni govi'rno ed alla condotta de' cantoni
cattolici ne' paesi della Svizzera. E poiché o per la storia del
lempo, o per la politica, o per la diplomazia può lonui utile
il conoscere gli argomenti trattali in essa relazione , così stimo
opportuno di dichiarameli tutti particola mie lite, e sono i
seguenti: 1° Della Nanzialam Papale negli Svizzeri, e grandezza
della Nunziatura. Il5 Degli AmlmstiaUirì ile l'iiuiipi, che risiedono
appresso gii Svizzeri , e de' loro fini. Ili" Dette Diete , e del modo , e
tempo, e luogo dove si ciingtuguno gli Svizzeri. 1V° Delti paesi, chr
sono nella Nunziatura a" JSIcetia. V° Detto stato spirituale della
Nunziatura itegli Svizzeri; e quindi del vescovado di Costanza,
del vescovado Sedunerae, di quello di Losanna, del Curienzc
( Coirà) e del Ilasilieiise, \ I" Dei frati regolari ; c. quindi degli
abbati di San Benedetto, della congregazione Sueuica, e della
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37, MANOSCRITTI ITALIANI
Elvetica, dell'abbate di San Gallo, dell'abbate di E insidie» ,
dì quello de Muri, di quello di Ubinomi, di quello di En-
i>(>llh>['j; . i: ili ([ili-I [■ i ili Sjin llkisi.s dei (iisli'i-cii'iisì, di^ll' ab-
batta di Wettinga, di quella di Sento Urbano, di Aìtaripa, e
poi di lutti gli altri frali e zoccolanti, e francescani, e ge-
..nil.i, re; c dulie cattedrali, e dei canonici; r iti f omnia di
tutte le divisioni secolari o regolari ecclesiastiche, elle sono
aparse ne' vari i paesi cattolici dcj*li Svizzeri. VII0 Dell'orno
dei NaRlio Papak per aiutare h ilalo spirituale, e dei modi piò
fruttuosi di furto. Vili- C.Ilc deìibu furi- il fViinfio per dare soddis-
fattane in cose temporali della Nuntialura. 1X° ed itìtimo, chiù-
desi la relazione con una appendice intorno ni paese de'
Grisoni,ed in fine del codice ieggesi cosi: >E questo è il
■ breve Sommario promesso da ine .sullo .s'nki della Nutitiatnta
ii Svizzera con le parti che a quella soggiacciono. Deo gratias,
■ Amen. ■ Le quali parole sono sul luse ritte per una cifra che
sembra indicare le due lettere E. M., ma è dessa sì oscura,
ch'io non posso né. pur ncteitare eli' e*s,i sia veramente com-
posta di quelle due lettere. A quo' lettori intanto, a' quali può
in ispecial modo importare l'esame e lo studio di questa
relazione, che per quanto mi è noto e inedita, sarà certa-
mente molto [tradita la notizia del presenti! codice.
10087.
334- Discorsi politici intorno al governo degli Spaguuoii
in Italia; giuntavi min Kela/.ione sulla Corte di Roma.
Cartaceo, io 4Br caratici! corani, di pafìiuc 360. secolo imi', di Luana
11 codice ha in sui principio il seguente titolo : Discorsi
Dicjiiized Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 373
politici in proposito delie querce smecs.'i, jiH aiuti lumai! io Italia.
Questi discorsi, che non portano i! Dome doli' autore, ne il
vero tempo in cui furono scrini, ma ben probabilmente verso
10 fine del secolo ivi", sono dieci, e ne trascrìvo gli argomenti
oonie <|iiì si lucono. 1" Che ì. iniqui:* tir btmtjitnoit in Ttoiin e
menu pericoloso al mani! nimento tli ijuel /mai, die ci ratti, per l\
Principi italiani, ili lineilo 'in: ìarebbe •/nello da' Francesi; e che
perein mentre h Simiii/ivli si rontcntasscro ili onci moto, eie ci
hanno, ojnuno acrebbe a desiderare che ni ci mantenessero. II" Che
ogni uomo di buon ijiuditio et Italiano, ad imitntione de' Principi
uni, non dovrebbe aver altro affetto a' Spagnmli o pur Francesi,
che anello che richiede il bene a" Italia stessa. 111° Che chi intende et
lia esp"tiema delie vose -.hi inaiala imi, a «t'ifui-iiy/tti , .Vii1 il II-.- ili.
Spagna, non ostante che sia si gran Principe, desideri di divenire
tintinni maggiore. IV'' Cht In potenza ili Spai/ini è giandissimu , <
che in Italia ci pai quasi i! tutto. \ " Di alcuni umili aitili in Ih-mo
da' signori Spaynuoli. VI" Di alcune cose osservate quest'anno ad-
dietro intorno al procedere de' signori Spaginali. VII Che pur guanto
in questi presenti moti del Moiilemi'n li agitol i Spaglinoli pi--a'essino
con parole di voler la quiete in Uaiin , >i va eenosecndo dagli effetti,
jiiilHiili però noti itrtijtt ti t!.it!ihiit , i he essi nnjlioin, tutto ìl contrario.
Vili' Che mentre la Santa Chiesa ■■ In lìepaUltai di Vcnclia sta-
ranno unite, l'Italia sarà silura e quieta; et che tjuei forestieri che
avessero disegno di opprimerla, non saprebbero desiderare pia orate
spettacolo, come veder disuniti questi due Principi. IX' Che molti,
11 quali non sono mai stati a Venctia, et che nè anca in Teorica
hanno cognitione diipiel bella e pnniente Governo, ne iparlunn senni
sapere ciò che si diami?. V Che ne! innovo:- l'armi lhhìiv /' ■ircidueu.
la Repubblica t'ciU'liVoui a parlar propriamente non si pai dire, che
osi violenza, anzi the ributiamlola st difenda, il die la causa della
Repubblica è degna di favore e non d'odio. Quest'ultimo discorso
37i MANOSCRITTI ITALIANI
finisce così : .Queste sono novelle da leggenda, e clie possono
■ piantarsi a' popolani sotto l'olmo, e non ad huomini che
" Iwlihiim mediocre cogiiilioiie degli affari del mondo, c che
"sappiano distinguere tra cosa e cosa. ■ Ho trascritti esatta-
am-lii.' perchè L'ii siu(iiosi possano più facilmente conoscere,
ciò che, non nii i insci per In indagini che ho fatte, se tutti
sieno inediti o no , parendomi essi di non poca importanza.- —
Dopo de' quali discorsi seguita una ben lunga relazione inforno
alia Corte di Roma con fi suoi diitiali ojfitii. Ne fosso stato co-
mandato, o fossesì mosso spontaneamente a cosi fatto lavoro
chi lo scrisse, il cui nome vedremo, certo è eh' ei si dimostra
ben forni to di grandi instruiioni c notizie su quella Corte, e
specialmente sopra lo cose più interne de' suoi offizj, magis-
trature, e cariche dello Stato. E siccome la sopraddetta Corle
è immutabile nelle sue insti Unioni da più secoli, cosi penso
che il lettore senza temer la noia dì dover leggere cose che
non sono più, potrà erudirsi di quelle, ch'erano e sono, ma
non note a tutti. Termina la relazione colla sottoscrizione
seguente: — Gim!nian J.umtibw strìnse ci jolloscnisc mano p.p.
10088.
335. Raccolta di scritti, d'argomenti ed autori diversi.
Il titolo generale di questo codice è : Raccolta di diverte scrit-
ture; gli argomenti ed autori dulie quali mi lo qui particolar-
mente a dichiarare, e sono: I" Avvertimenti di Dm Scipio da
Castro doli al hj, A/oiranfonio (,'ofonnu, onanifó arotó Viceré di
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 375
Siciiia. II" Dùcersi! dei more/use di Marinano sopra le cose della guerra
di Siena, con ana lettera del medesima, e due di Pietro Strozzi sopra
li prigioni che sono o saranno in della gncrra;\e quali lettere dello
Slrozii hauno la data de ag di luglio i55i; e dopo queste se-
gue altra lettera del duca di Fiorenza al duca di Savoja circa
Il titolo dì Gran Duca di Toscana, e la risposta del duca di
Savoja al duca di Fiorenza. ijiggesi appresso la pixiUvta/.ioiiu
fatta dall' imperatore Massimiliano contro il papa l'Io V
quando diede il titolo di gran duca al duca di Fiorenza; la
quale prolestaxione è scritta in latino, e im ahliianin già copia
in altri codici della Biblioteca. Ili" Discorsa (anonimo) mandalo
all' Illirio. et Rollio, signor Cantinole Alessandrino sopra il (itolo di
Gran Duca, TV' Avvertimenti di Don Scipio da Castro itati al Daca di
Tri rnnni-a , i/munlti limili I inveriialoie. in Milano. \ " InstnUlitmr /i"
la Spagna, nel! andata di monsig*. Illmo. et Rdmo. signor Cardinale
Farnese a visitare f Impernimi- per la murln tlelt' Imperatrice a' di
MX. di Maggio i big. VI" Ncgotiato di Lega et di pace tra f Impe-
ratore Carlo V°. et Vriinresri, Ila di l'nwcia ; con altri- particolari
proposte di monsig''. Ardinghilli limi/o di l'am..k Ili', a alleila
Corona. VII" Reitera del Cantinate '['rivalilo Legato in Francia al
Cardinale CWainof-) h::jut<; ai!' Intput nl-.in saprà il ncp;tiaio della
pace; e questa lettera è dota di Lione il dì 27 di luglio l536.
Vili" Lettera del Vescovo di Faenza Nuntio in Francia, scritta a
Papa Paolo 111°, sopra la medesima negotiatione della pace et del
Concilio, con una proposta dell' ìilmo. Cardinale Trivaltio. IX' Pub-
blica Proposta deir Illustrissimo Cantinole Trivaltio. X* Lettera
ioprn li ra<ii.or-.iiiiit:t!t:> die jeer i Imperniar! Curi', V''. l' tinno l'j'ìti.
venendo di Tonisi, in /■■ti-s,-n:n ii; Papa Panalo III', et Cardinali.
XI" Discorso di dio. Batta, di Preti ncll eminente pericolo del Chris-
lìanesimn, alli ihuggloriit minori l'ali ilinli < '.itristttini. XlI'Conelu-
lione delia Lega contra Talchi ili Pio Papa V'., del Re Filippo IP.
,ì76 MANOSCRITTI ITALIANI
di Spagna, et della Ulna. Signorìa di Venctia. XIII' Lettera di
Filippo Secondo Re di Spagna all' lltnio. Cardinale Granitela sopra
il negotiato Mia Lega contro il Tarai. XIV Proposta del sig.
Marco Antonio Colonna fatta in Collegio delti Signori Venetiani
alli i i. Aprile del 1571. ael proposilo della Lega contro il Turco; e
questa Proposta è squillila <ki)i« Hiy„sta lanuta da Roma alle
peti tinnì elle Jeecro i irarwi ieneiitmi al sig. Marcantonio Colonna
per la conclusione Mia Lega; e più, dalle ultime domande fatte
dal Doge dì Venutiti nel ceni'ìene 11 Roma il signor Marcantonio
Giloima , e dulie risposte dei Ministri llegii alle ultime domande del
Doge. XV Instriiiliw per ì! lìrtrìrjare a /i.-ml.-tilterc con il Tnrco,
del signor Don Giovali d'Austria. XVI* Lettera del signor Gio. An~
drea Doria al signor G10. di Turriga Ambasciatore di Sua Maestà
Cattolica. XVII' Teslijìitilmiit- dell' lacrima, sig. Sfona Pallavicino
Gukniature Generali- de signori Venetiani. XVilI" ìnformatione
del successo nelle armate, da che s' intese essere la mente M Re
Cattolico, che le sue galere si unissero con gMle M Papa , et della
signorìa de' Venetiani. XIX- Successo della perdita di Famagosta
nelT annoiai. XX" Lettera del signor Già. Andrea Doria alla
Santità di Pio Quinto, aerina di Corfà alli li. di Ottobre i57o.
XXI' Capitulatione fatta tra la Santità dì N. S. Pio Papa Quinto
in nome suo et della Santa Sede Apostolica, et tra il Serenissimi'
Ginn Datti ili Tucano- per l'i '.t,irlt,t!a delle due Galeazze sue,
adi 17. d'Aprile 1673. XXII" Gfìu drlhi ietterà che scrisse il sin.
di Piombino al sig. Gran Ducu et Principe di Fiorenza, di Livorno
alli G. dì Giugno 1 StìS. XXUI» Discorsi, del serenissimo Ducu di
Urbino sopra la Lega, i'j7i. XXIV Discorso bellissimo sopra
l- unione delli Principi Christian! eentra il Turco nemico antico della
Fede et religione Christiana; dato di Napoli alli 29. di Dicembre
1 570. XXV ifc-.j.'jn per indurre lì Ile Christi-inissimo ad entrare
in Lega contro i Turchi. XXVI' Rclatione della giornata delli
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3;7
Croziolari fra l'armale Christiane ri 'l'unitesela- alti 7. di Ottobre
iS-ji, XXVII' Copia del primi* <■ setmitli: miu del si). diramo della
Corgna, dato in Messina al sig. Don Giovanni d'Austria, Capitano
Generale della su ;</ issi imi Leijn, miniti ehi- ti iit «gesserò k galere
della Candia. XXVIII" llclalioiit; del durissimo signor Girolamo
l-ip/.t-Hiin'i l iU'rriiitii liulitift i titi: ■■ ila! leretiiiùititt Arciduca Cariti
per la serenissima HcpnUlka ih ìenctiii. _W1X ed ultimo. —
Ittlatione dello Sititu l'tatitiM fniui ila < lucimi (,Vmni «/ Pria-
tipe et signori di Venetia nel suo ritorno da anello Corte tanno
1070. Di alcuni ile' scritti contenuti in questo volume ali-
bi Lumi sf ià copia in altri eodici della Biblioteca, come vedremo
a suo luogo; ma nel presente la diligenza dell' ani a ime 11 si-
li' e supcriore. Del resto la lettura specialmente delle soprad-
descrittc relazioni e discorsi intorno alla Lega de' cristiani
contro i Turclii. quanto ni lirista (auto rallegra gli animi
nostri nel vedere come co' tempi siensi caudati i principi e
li' iii.i-ii.iii'. (jjijjijslc tiri lutto a ijucili! dt'l sreolu scslodecimu.
10089.
336. Avvisi politici per governare gli Stati.
Ijrtitto. in J", ciralleii corsili, ili riajijir .ìlio, in mi Imirrrlel socolo ivi".
Il titolo, che ben convelli unte mente fu dato a questo bel
codice , è : Amisi politici per governare gli Stati. Stava l'orse
scritto nella prima pagina il nome dell'autore , ina vi Iti di
poi cancellato tiui . clic non pi:ó più Ic^rr-i allatto. Essendo
assai belle , e molto bene scritte le cose , che qui si trattano,
credo opportuno dichiararne tutti gli argomenti, i quali ve-
diamo disposti per capitoli, e sono questi : 1° Introduzione
378 MANOSCRITTI ITALIANI
generale alla Politica. 11° Sulle cause dell' impero Spagnuolo.
111° Della prima causa dclli Imperi!, ch'ù Dio. IV' Dell'Im-
perio di Spagna secondo la prima causa. V* Cose particolari
di Spagna. VI* Modo di usare con gli Ecclesiastici. VII* Ciò
die dee pensarsi sulla pruriem.fl e sulla opportunità. VHI'Cause
onde mancare et augumentare può la monarchia di Spagna.
IX' Del Re. X° Delle scienze per lai- il monarca ammirabile.
XI» Delle leggi buone e male. XII" Del Consiglio. XHf Della
Giustizia e contrario suo, XIV" De' ISaroni dell'Impero Spa-
gnuolo. XV* Della milizia. XVI* Del Tesoro di Spagna.
XVII" l.li'll aiuole e ilfll'mliu di!1 [munii, e delie «intuire .
XVIII» Delli predicanti e profeti. XIX' Delli regni proprii degli
•Spaglinoli, e delli inimici regni uniti o discordi. XX* Dell»
Spagna. XXI* Dell' Italia. XXII* Della Sicilia c Sardegna.
XXhT Dell' Allemagna, o Germania. XXIV* Della Francia.
XXV» Dell'Inghilterra, Scotia, ed Irlanda. XXVI" Di Polonia,
Mnscm i ìl , >: Trancili sni.-i. \X VII" Dulia Fiandra e Germania
tassa. XXVIII' Dell' Africa. XXIX" DÌ Persia e del Calalo.
XXX» Del Gran Turco e ano Imperio. XXXI* Dell'altro Emis-
fero, e del Mondo \ in.no. XXM1-' ni iihiniu. Della Navigazione.
Sembra per al rum imliij . i- special meo Le pei quello delle cor-
rezioni fattevi per la stessa mano, che questo scritto, il quale
panni di non poca importanza, sia l'autografo. In fine del
codice logorisi per altra puma scritte queste parole : Ce livre
est à Daniel Dnmonitwr. Vegga»! cui che si dirà del codice
segnalo n" 3g5, e Ione da quello potrà risultarci il perchè sia
stato cancellato in questo il nome dell'autore, che n' è Tom-
maso Campanella. Veggansi pure, se cosi piace, i tre codici
segnati col n" 5a5.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 379
10090.
337. Dissertazioni , Discorai, Notizie, Lettere, Dicerie,
ed diri scritii sopra argomenti diversi.
M ira1, iènauentto, ? ?
Si comprendo no in questo codi™ gli scritti seguenti : —
1° Dissertazione sull'argomento — guai ira più alile al manda
0 l' Ili Ilaria 11 In poesia; -lei si/j. (•io. .Incupì. Leonardo conte di
Modelahate. II' Notith sai conquisto di Pisa fatto per il Magistrato
et Eccelso Popolo Fiorentino fanno i4o6. Ili" Epistola di Cola di
Hrl^n Trillimi! ilei iitiimln ili Htumi . In i/nale issa inumiti ni Cninniic
et a' Rettori deliri atta ili V iteri»; nel mise ili \ faggio fan. M.CCC.XLVI1.
I.'ppislula liinmiiririii ciisi: ■ IVi l'altura do! tiiiseriooi'dm.'-^-
.■ simn Nnstrn Signorn tjcsu Clirisio . Nni Viecolaio giusto el
■ misericordievole , Tribuno della Libertà, delta pace, el della
■ «iustitiii, et Liljcrat'irr dcllj Sancta lìcpu bilica lloiaana, .1'
« Noliili ci Savii hnomini, l'orlcMii, Capitano, et buoni liuo-
■ mini Sindaco. Coiim^Iìo, et Comuni.- di'U.i città di Viterbo
• posta in Toscana, figli et devoti del popolo di Roma, sa-
■ Iute, . oc. E in Une Leggerà cosi : > Dato dalle nostre sedie di
- ( litinpidogHo a di wnii. ili Maggio J 347- - IV" Ragioni, che
la Chiesa ha sopra Ir citta di l'arimi , 1: di l'incalza. V" l'.unf'rsshnt
a vero esumine di messeri! \ienli, Tunica Anidro de Dieci, fatta
nel Palagio pubblico di Firenze, di settembre l'anno 1 433. VI*//
modo che tenne Ugo ili. 7 al.itrin ipiaialt, jn- hnetilierr il Saladino
ni modo ili' Cristiani, cscmlii originile dei di Itti Snìndiliti. \ ilj Orn-
tiiitir ili iinssrr Aii'tiniti iasiiiiinmi . fJmf.jr,: Ventilano, all' Impera-
dare, dopo la giornata di Vaila; tratta da aria copia scorretta.
38o MANOSCRITTI ITALIANI
Vili* Discorsi' di missrr Doiialn Ciuitl\atlt ni tKiitjllifmi (hmfa\fl\:er<-
di Giusti:!» , \ invln .h l'iem ("rijipni'.i. Jiir-.ru ri inda, i-i Ai : ■■ Mjr.i-
■■ l'untissima «imi o, che tulli quelli governi, elio hanno i loro
» Cittadini [larligiiini ci alletioriati , sono quelli che durano,
■ et non patiscono alteratone, ■ ec. ; dopo il quale discorso è
una lettera, clic non lio sottoscrizione, con la quale, si accolli ■
pagna il discorso del Cumuliti a /.anobi Bartolini. IX" Lettera
■■li /Ìcji ('(/■■[,'(. Humid, Iniantt. ■■ rrii't di Ihumi il Zi. di (iciìmiiu l'aiinn
lii.il ., iltdiriWi il inumili inai- Fruìimsi-n Aiitiaii" \uri litui ful./ilieii-
di giustizi/i d<:! pifnln l'imi ninni ; captata ilaìì' originale. X" Due
pareri di Francesco Vettori Geililhaomo Fiorentino intorno al go-
verna di Pinna, dopo l'assedio, a Fra Nicolò della Magna Ani-
etsamo di Capila, che poijii Cardinale. XP Parere di Luigi di Piero
tìuiccianìiiìi iti Dina .1 fc.it umiVc tic' Mulini, yif.iti il jormun il ijii-
wmo di Firenze dopo /' attedio. XII- Dicerìa, che fece Pandolfnccio
di Guido di Pandolfo de' Franchi . I aduis-.-iatar-.- insieme con altri di
Cola ili /leniti, Triluiiai del popola ili lìtimn u<-l consiglia di Firenie
adi i. Loglio lìij. XIII" Lctltr-i di mess-rr Francesco Guicciardini.
A Roma. A ... ; cosi è indicata la presente lettera , la quale li
compresa in nove pagine, e comincia: 'Avanti lucri vi sdissi
■ pecuHiii'i mici ; riera li quali culi la prewntc nini replichino
. altro ; el di poi la sera medesima furono pubblicati e nuovi
.Otto di Pratica, la quale electione, . ec ce. E termina
con queste parole : «Et a voi mi raccomando, ricordandovi
» che io sii noiì hiivcr detto bugie:.» \1\ I Ictliom- th-'ìo linlm.s-
cialoredi Venezia messer. .. Priali fatta al Principe di Firenze Don
Francesco de' Medici nelle sae Nozze nel 1 5tì5. XV" Privilegio della
Signoria di Venciia aliti shjiuini lìtniuii Cappello, nel qaale si
dichiara come la detta Repubblica <rea ina vera el particolare
figlinola la delta sig'. Bianca Cappello. Niccolaus de Ponte Dei
gratta Dna: Vcnetiaram ; il quale privilegio scritto in latino è
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 38i
[['nello slesso clie leggesi nll' articolo i 4" del codice segnalo
n" 3n ; ma qui 6 seguitalo 'la una lettera scritta in italiano
dallo slesso doge da Ponte l'anno i5;9 al gran duca dì Tos-
sina Francesco ile' Malici, eli.' nomina appunto ji'jliaolu n-.sti"
carissimo; Ìndi d'altra lettera dello stesso doge e dell'anno
medesimo indiriil.i -- M!u i.ii.in DikUisu Ih-imn jnjliMnln «wira
turi'aimn. XVI" Dicerìa, che fece Francesco chiamale lo Schiavo
de BaronieHi di Roma Ambasciatore insieme con altri, di Cola di
ltni;t' VVfVi.Nii.i d'i'i l'«p.>!.: il, iiiimii , ('wisiijHo ili Firenze. Adì a.
di Loglio 1 34?. XVII" TV.' dismisi dei irjrtur /'«un 5fm«i, A
scritte in propria nome ed in causa propria, e sono istruenti: Primo,
per (filai cagione io mi risolvesti a far giornata { anno l55j. a' di due
d'Agosto in VeMchiana ; Secondo, per anaì causa mi sono contra-
rialo netti mie leltcre; Tene . ver ijiinl aiqitmr si •' jKinitu da m,: ijiud-
cuno, che mi haocva segnilo moki /inni. XVIII* Inslmclione a Afoiisig.
wr.r.er l'.crniir-iin» \I,i'.':.n\::Ut \ ,*:-ri../o di .ì'ii!itis';<i!ni\- i'10-
renlino «Ila Maestà del Re Cattolico, di mastr Lelio Torelli. Ter-
mina il codice con la — Copia della lententia data da Pontio
Filalo contro di Gesù Cristo, ec.t la sola cosa die, per la falsità
sua p alentissima , faccia torto al presente codice, il cut pregio
e per la natura degli argomenti, elicvi si trattano, e per la
celebriti degli autori, e per alcuni loro scritti inediti ebe vi si
contengono, riconoscermi un in vista i lellori.
38a MANOSCRITTI ITALIANI
10090'.— 10090'.— 10090'.— 10090'.
338. Collezione di scritti politici e diplomatici,
clic .li riferiscono specialmeo te alle Corti di lioma, di Frauda,
e di Spagna.
Quauro volami carlacri. in a*, rarancri conivi , se coli mi* civili".
Cu ritengono questi quattro rodici diverse relaiioni, che si
ri le ii«i;< me per In inanimii pai-li: alili Corte ili Homa, alcune
delle quali, scritte jior altre penne ed in altro tempo, si rin-
contreranno pur in altri coitici ili questa Biblioteca. Essendo
ebeduuo de' eodici medesimi. — IV'l primo per tanto, cb'è
segnato nella Biblioteca col 11" 10090' sono tutte scritture 0
memorie, che riguardano la Curie di liofila dal pontificato di
Clemente V sino alla fine del ponlilicato di Urbano Vili',
e sono le seguenti : I" Storia dd Caudate, nel anale fu crealo
Papa Clemente V, 11° Altra del Corniate fallo per la morie ili
Innocenzo Vili", di casa Cybo, nel anale fa, eletto Papa Don Rode-
rli)- di lim.iia, die fu /mi diitimtih. iti'sitiiittrti I I" . 111° Memorie
notabilissime di Papa Innocenzo Vili'. , scritte Unno 1 48i.; e degli
onori, grmdetxe, e dignità della Casa Cybo. IV Conciai» mJ quale
fu ereato Papa Pio V". e le memorie di esso Papa, e prima e dopo
il san l'imlifiiato. V" Cd Ji' Vii re futln pir f iissamiiirie di Sisto Quinto;
Riunitivi ti ej (liwiLiiiV -.ielle ■:■ ,-n rati li Trattati, divisioni
degli Scrutinii, e modi tenuti da' Cariliaidi fu:.itmarii. VI" Rela-
zione curiosisMia'i deiia Cork' di Snw!» fatta i'annoib-jz da un
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 383
cortigiano del Tiepolo Ambasciatore della Repubblica di Venezia
oppresso Ssa Maestà Filippo d'Austria Re delle Spagne. VII' Reta-
tone tirila Corte di l'cnoaaHo. l'atta dal sopraddetto colligiano
del Tiepulo ambasciatore pei- la repubblica di Vrnciia appresso
Don Sebastiano 1°, re iiv° del regno di Portogallo. Vili* Dit-
corso del Cardinale Commendane sopra la Corte ili Roma, imliriUo
al signor Girolamo Sauirgnana ; del qnale discorso s'è detto nel
codice segnalo ir 3oi. ÌX° lli-laziom- dilli, Corte di Homo in
tempo di Clemente Vili", nell'unno falta nel Senato dall'
Ecce lien rissimo signor Delfino Ambasciatore della veneta Ile-
pubblica. X" Càuta» nel qnale fa creolo Papa Urbano Vili".
XI* Relazione della Corte di Roma; fatta a' 33 novembre 1 6i3 ,
dall' Eccellentissimo signor cavaliere Raniero Zeno al Senato
di Venezia. MI° lieltizr.me dritti t'iuii CnnUnln di Arlynarie all'
Illino. sia. Cardinale Barberino; della quale relazione è autore
un Silvio lamentino, clip vi si sottoscrive. Mir Discorso
apologetico pei riparare .ìli' antica dignità e decoro del sacro
collegio ile' cardinali. XIV* Lettera di Don Ludovico marchese
di Gió sopra il titolo di Eminenza da darsi ili cardinali, scritta
li i5 giugno i G'àii; altrn Intera del i Irvtmu intorno ai titoli
da poter o dover darsi ai cardinali; ed un discorso intorno al
titolo di Illaa>. et! Eh irmi, in persona «.Wr.wrj'r.vi. XV° Esorta-
zione del principe Eccliembergh ai suoi. XVrDetermitiazione,
the n. -Me (■(iii<rr,.;j,-:/.ii)ni rli;' cardinali, essendovi presente il
papa, gli ambasciatori de' principi debbano staro in piedi.
XV11° Relazione del seguilo fra l'ambasciatore Cesareo, catto-
lico, e il principe prefetto dì Roma intorno alla precedenza
avanti la santità di nostro signore Innocenzo X° nel giorno
della sua creazione di giovedì i 5 settembre i644- XVIH" ed
ultimo. Discorsi 1 (|llitle >i dimostra e e L;li ambasciatori
dell' imperatore , e quelli del re dì Spagna , e d' altri principi
m MANOSCRITTI ITALIANI .
intendano avere la p recedei i< a sul principe prefetto di i\oma,
cW [;ra allora Taddeo liarhcrino.
Sei secondo dj questi quattro codici, eli' è segnato col
sima parte la Corto diploma, incominciandosi da/pontificato
a'innooenw) X' sino alla fine del pontificato di Clemente IX'.
e sono.Ie seguenti : [' BÀuiom della Corte di Boia, fatta in Se-
nato dall EcciUtnlkiime Giustiniani Ambascatore delio fttpabblka
di Venezia ne! PonlifietUo £ Innocenzo X". 11" iWntiono dilla Corte
di Rima , (fata per minatone dal tignar BaU di Valenza ai ino
suceexon il Duca di Crequi , f anno iìi5q. sotto il Pontificato ,{ In-
notemo X°.; t» rjiiiiln cela /lune (■ M'piiii,ii;i una Rispositi aliti
detta lustrazione dei Bali di Valenza dtlfannd i65i.; e da alt™
risposta a detta scrittura, ossia lettera scritta dal rardinale
Cesi a Don Luigi d'Haro: ili" Kcìaiiouc fatta nel mese di itt-
pjlùi l'amili lei fin ili M'iMlci tti \ l-mv.tii Hill]' Inni, sigimi
Aliiicin l.ioiT.iili (lupo il i Lti'iiui filila -il.! ai ni Merlili il (li l'ullia.
IV* Relalione di guanlo è seguito per il Hegio Sponsali™ di Sua
Maestà Clirislianissima con la Serenissima Infanta Regina di Fran-
cia. V- Relazione dell' ambasceria straordinaria alla Corte «li
1 66 1 . \ 1° Chirografo di Alessandro VII', per la vendita del Feudo
di Casa Farnese. VIP Relazioni delle ultime parole ed azioni del
già Cardinale Sforzi, Pallavicino, data al turo Colletto nel Cani
elafi (/c/C un \ IN' lU'.W.ionc ili'll.i (.urte di Germania
del cavaliere Battista Nani ritornatovi dalla sua ambasceria
appresso l(i maestà di Leopoldo I' per la sereiiissiinu repuli-
Iilica di Veneiia. IX* Nullità della rinancia falla dalla Regina
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 385
Maria Teresa d Austria alle Corone e Steli del fa Filippo IV. He
di Spagna suo padre, quando piglili per inarilo Ludovico XIV°. He
di Francia oggi regnante, pmrnt-.i ivn ..-.-(f™ ,'«.■; rjnHi-.j mg ifi'i im -
jhignhW , olire ìc rìspesle add-Ate a vcmì ■dluziuni, che possono
fare gli Spagnaoìi, lenendo il lutto confermato, i". dalle lei/gì;
2°. dalle opinioni tic' più famosi piA'iixi; ?". <!n .Sentenze de' pià
insigni giarisicnsnlli ; ,f. per Decreti; f. con punti amati dalle
istorie. X° .Vini: ialina di U™jryi.i.-iv Btirgeiiini \'i<ioto di 'file, e
Nunzio del Papa pressa la Manta Cristianissima di Luigi XIV'.;
iifli.s (jii.-iie XiimiuUtf.t coiiti-ngmio 111 sal iti mi' s ■ ■ u' 1 1 '-: n " 1 ,
ridi: i° lut"iTn> alla pjci' i\ \quLsj,Tj]i'i; ::" l\ mpia ili una
lettera scritta dal re cristianìssimo alla santità di nostro
signore Clemente 1X°; 3° copta (Mia dispensa implorata dal
papa dalla regina ili Portogallo per poter contrarre nuove
none dopo l'accaduta depositione dal trono del re Alfonso
SUO marito. XI' Restinone di alcune feste solenni abrogate dal?
Arciccsconi di Parigi. MI" Aliroija:iuur e Traslazione di alcane
feste praticale da inviti lesmei della Francia. XIII" Giurisdizione
Ecclesiastica ne Paesi-Bassi conquistati in Fiandra dal Re Cris-
tianissimo, nmlivrena dall' hilcrrtuiizio .■tpjsl'J/tn in Bruxelles.
XIV Giurisdizione Ecclesiastica restituitasi in Piaerolo dal Ite
Cristianissimo. XV" Riforma degli Ordini Mendà-iinti nella Francia.
XVI" Ctiiuidcraiii'ii: ,'i-pni. la j< litt'irn ilei sigiu-.r Ihrijillini. the ha
pir titolò — Il Giansenismo attrito, _ indirizzale al signor. Car-
dinale Altieri. XVII" Scrittimi intorno alla giurisdirionc della
Badia di San Germano innntidi jlaimuil'.' stipella alla santa
sede, e controversa dagli arcivescovi ili Parigi. XVIII" Notizie
sulla conversioni: ilrl già maivy/ialln di Tnirn.L all.i saila
fede cattolica. XIX" Mcinuriv intorno ai soccorsi, die furono
dati per la difesa di Candia. XX'. Copia di due lettere scritte
dal re cristianissimo Ludovico XIV° a monsignore Bargellini
386 MANOSCRITTI ITALIANI '
già nunzio io Francia. XXI* Desiderio di un Principe di Tania
ili restituirsi alla nastro Stinta Fulr, iv.it eseijuiio />er curii impe-
■Imii-'iti .■ e i>iii . !a copia di 1111,1 — Ltìtcra irrita di Tunisi dal
nprttdiittta Principe (che fu Don Kdippu Carlo, prima Agal-
lila me t) a monfgwr fornellini No/uro Apoitòlico in Francia, il
di i3 Mtram 1670. XXII* Rttatnme presentala al jig. cardi-
nule Allii'ri il di 1 di i^o-tu dell'alino 1(175. inloroo all' eser-
citio Illu ni della cattolica religione oitcnulo in Danimarca
dal ovalieie di Terlon ambasrialon- itila del re r risiianissmio
per i nigonati <n 1 signori- Uaiy IJini arcivescovo di Telie.
giii nuotili in K rancia. \M1I* Notìzie itomi" intorno alla in-
vasione della Lorena eseguita dalle anni del re cristianissimo
contro quel du ca Carlo. X..XIV ni ultimo. Memorie intorno ad
alcune differente insorte tra Vacavi, ed Ecclesiastici Regolari Mia
Francia.
Nel teno di questi quattro odici, segnato eoi n* ìoogo'si
contengono diversi! scritture e relazioni perla massima parie,
sì come ne due codici antecedenti , concernenti la Corte di
lioma, incominciandosi dal pontificato di Clemente X" e giun-
gendo alla line del pontificato di Innoccnzio XII*. Esse sono
le seguenti : I" Affollo» della Corte di lioma del Diteti di Canine
Ambila iatar? del Ut rti J'ram ta tippnsw in Satthtò di Clemente X',
IV Copia di una— Lettera seri ita dal signor Cardinale Altieri alii
iiqiua-i lAtriUnaii Legali; seguitala da un manifesto del detto
cardinale, dalla sua difesa , e da una sua lettera scrina al papa
il di li ottobre dell'anno 1674. Ili' Scritturo intitolata —
Dijinjanne per gli ridimmi li dui raggiri Palatini. IV Manifesto
de' signori Amlias-'f.ttar: ne! tempi/ delii I-in. i.l:/faen:e con il signor
Cardinale Altieri , proposizione (nello slesso ,11 -«o 11 lento) fatta
li Ut dicembre 1(17.1 "al si.^titir cé.idinalo lìaniennn a nomi'
del papa; e risposta data da' signori amliFisdalori nel dì
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 3S7
s3 dicembre 1674. V" Mani/si" ihl syucf Caidinak d'Estrtet
intorno alle amarezze, che vertono Ira Sua Eminenza, ed il lig,
eamlicn: Erizzo Amiici'.-.inUirc di Yfiwi'm in Ruma; f. risposta del
signor E ri no ambasciatore di Venezia al manifesto del signor
cardinale d'Estrécs. VI" Discorso sopra le eoseelic detono preten-
derei analtra Anihiifi min i mi l'nllalo <!■. il' f ' / ■' ■ '
diitnk Altieri; e ristretto dell' iol\eii:a itrni-ritiim-'iit d'ila d-.d l'ir,;.;
alt Ambasciatore di Emacia li ad .maggio 1675, 'nell'argomento
niedi'simo del rat-dinale Allìci-i. VII' liilniimii- della Corti; di
Roma fatta all' LcHino. Senato ìli \ enezia dall' Ecclinu. Moco-
nigo già ambasciatori; appresso Clemente X" l'anno 167/1.
Vili' .l/i'Wtfrmi'tilatii Ah raulità ili nostro siglimi; I nuora i/o M
circa il suo governo, nel mese ili novembre dell' anno 1680;
i'il olivo nieiiniiLilr. itilo «lusso papa circa ad aleniti a Inni noli'
Annona. IX'tì/s™™ sopra l'abolizioni1 del nepotismo. X' Dù-
cono .opra le differenze concernenti l'Alsazia- XI" Dichiarazione di
.Sun . illi ::n li ni/ ìii Imo Eni-in. ! 'rio, iy.- il i.) ni. 'i/i-, per tjiaìtìficare la
san entrata con armi in iiajhilioiia : giuntevi varie altre scrittura
concernenti le pretensioni del detto principe sul regno di
Scozia. KIT Dre/iiariBiW di Giacomo lì' He della Gran Bntagm,
rat! in tfuutr informi: i suoi .-ndii'ti ili ih ma inti-nzioio- pio- ordinari
un nuovo Parlamento ; alla quale dichiarazione succedono altro
scritture, che si riferiscono in tutto 0 in parte allo stesso ar-
gomento. Xlll" Testamento di Maria Anna Cristina di ìlavieru.
nw/lie del Delfo», clic inori a Versailles nel mese di inaggio
dell' anno 1 690. XIV Decorso del Clinic di' (ioniin Ambturiaton
di Savoia, latto alla dieta di liasilea lì 'io, inasto ififju.
XV- Lettera dei tinnii: di \intii\::lniiti sinllo /.or ordine delia l'r'in-
cipessa iCOranje liei/ina d' Inghilterra a Milani Dursley Ambas-
ciatore d'Inghilterra in Olanda; e a questa lettera succedono
altre scritture conccnit;iiti i>li all.n i della stessa principessa.
388 MANOSCRITTI ITALIANI
XVI" lettera di Carlo II" He di Spagna responsiva ad un Crete del
Papa Alessandro 1 III", col quale Sua Santità lo esortava (dia pace;
la qii.nl lellera è seminata ila \aric altre lettere e memorie sullo
stesso argomento. XVJT Riflessioni, eìic rifiatano il discorso fatto
dal signor Cardinale Colloredo in Concistoro contro il Vescovo di
Boacs; c risposte del cardinale ili Forbii] allo sopraddette ri-
flessioni. XVIII* Manifesto di Guglielmo II: Re a" Inghilterra , di
Scozia, e i Irlanda , pubblicalo ì anno i Gg j . XIX* Copia di lei-
r:,:\ ;■.:.,((:■:' ,v. ; le liliali lelKTC som lieti: mi ben impollinili e piace-
voli a lecersi. XX'' Disteni puliti^, in iiirma ili manifesto, o
s-ia lettera, ove si dojcmr i: mudo ilei presenti- l'OYitiio ili
lloni.i , mandala (la [ic ['Mina incignila al |ia|ia I n li urei) m XII
l'anno i(iy j ; seconda ie'.lcra, o sia (Usi ussu poli'.ito in mi il
descrive dall'aulure il ^ineristi di Udina Millo la figura di un
(piatilo lappresenlante in prospettiva diversi ministri della
Corte; lena lettera sullo stesiti arijiniienlo inviata al soprad-
detto papa. XXI' SrrittBrtt iti forum di manifesto del Conte di
Mattiniti Ambasciatore Cesareo, ove pretende giustificare la sua
t omiotta nel aiitsu pulii impone- per tu r re rei; iti ne del Corpus Do-
mini, Tanno 1G9G; risposta, e considerai io ni sulla della scrit-
tura. XXir Intimazione presentata dall'Abate de Dominai come
Principe di Farnese per parte di Sua ' Maestà a 9 di luglio 1G98;
dopo la (piale liitiinu:n:i;e siieeedono varie scritture in favore
e naitro il sopraddetto principe Cliica. N.\ Ni' ' 1 ''i,i:ry, pur ri-
sarcire la reliifiim dtsnpium divu'lnta dulia so.il prima Regola, e si
dice il modo eli è di amisi l'ualiio sj/.jii 1 norr'.-ittli da fimi ; giun-
tivi alcuni alili discorsi concernenti le discipline interne ed
esterne di Hill' i conventi di irati, onde toglierne, tanti disor-
dini, e quindi insliluiroe le necessarie riforme. XXIV ed
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 3Sg
ultimo. Discorto sopra la Riforma ài!,- /Un; i'.n i tulle motivala et
ordinata dalia Santità di A. S. Inttacenio Papa XII"., a! c.aa!e i
Regolari rispondono — Qaare non contea Presliiteros?
JNi'J quarti) «il ultimo di questi qualtro i.oilifi , scanalo cui
u° si cuiiii-iJi.niiiHxliu'i-n' i-i' Li /.im lì e memorfei si come
negli nitri tre (.'odici ilio abbiamo descritti, concernenti in
qualche parte 1» corte (li llonia durante il pontificalo di Cle-
mente XI", ma di esse pur mollo, comò vedremo, si riferis-
cono a varie potenze europeo. Gli argomenti tic sono questi :
I" Storia del conclave in cui 6 stato creato papa Clemente XI".
lì" ,1/fimincdcl «osi ci :iv«, nei quale In .■Ietto papaCIc le \ V\
111° Discorso in forma di lettera sopra le qualità dilla Bolla t/intn il
A iy. udirne, l 'infermata da Clemente Xl° Rcr/nanie l'unte ji.f tu'! jn 'nin.
Concistoro fenato nel mese di Decembre Vanno i 7oo. IV Lettera
scritta dall' amba; sciatore di l'Yauciii {Puvsicu\) al corpo elve-
tico il priiiio di di dicembre dell' anno 1700, V* Discorso fatto
nlli signori siali generali d'Olanda dai sigimi conte Briord
ambasciatore di ]■' rancia, il mese di dicembre dell'anno 1 700.
VI0 Lettera scritta da Filippo V° re di Spagna alla regina ve-
dova li 10 gennaio 1701. VII" Protesta contro il testamento
del fu re Carlo H° di Spagna fatta dal conte d' Harraen am-
basciatore Cesareo a Madrid prima di partire da quella città li
.7 gennaio .70.. Vili- Memoriti* presentalo agli stati gene-
cali ri L Olanda dal sii;, don I-Yaiiccseo de Qitirt>5 ambasciatore
del re di Spagna Filippo V° all'ITaya, nel mese di gennaio
l'anno 1701. IX" Lettera di sua maestà catloiiea Filippo V* alli
stali generali di Olanda, X" Meimirinli- presuntalo alli signori
stati generali di Olanda dal conte di Auam inviato straordi-
nario di Francia lì 1 3 febbraio 1701; ed altro memoria le presen-
tato ai sopraddetti «tati dal amie d' Auaux li 17 febbraio
1701. XI' R uohz 10 11 e delle alte, potenze d'Olanda, comunicata
ìgr. MANOSCRITTI ITALIANI
al signor conte d' Auaux inviato sliaindinario dì Trancia inris-
posla alli suoi memoriali, lì 2 i febbraio 1701 ; ed allra Urio-
ìti:'tuue delle dette potenze comunicala da Don l'rancesco ISer-
ii.irdu di' IJuii-i- jinba-fLalore slr.iui ninailo del 1, di Spugna
in Esposto al tuo memoriale li jj febbraio 1701 ; con altro
scritture dell' inediillerra concernenti l'argomento medesimo
intorno agli stali d' Olanda. XII* Dùcono in forma di lettera
Pwponjfiva ad un amico sopra le ragioni del re dì Spagna
Filippo V nel ducalo di Milano contro le pretensioni dell'
ini pera lore. Mlt' lìnre mln/tu delle iasioni di sua cattolica
inaerà per la [il 11 lui I/ione della ill\. slil In a del re L'HO di Napoli
contro le pretensioni della eesarca maestà dell' imperatore ;
giuntevi molle alile sentirne nel proposito. Ira le quali — li
Diritto della Sede A/mioMca sapra il regno di Napoli nella minorità
del tic- ; e le ni.<e»M;ne tulli- di-I detto l'i/ie.. XIV" Leopoldo per hi
ifmlta di Din Impiii.itiyii di' limnitiii. litsiraUione «credi per il nos-
tro e fltlel diletto Francesco di Scianinet Consigliere della nostra CV
m.-r-i ..■ : ti! quaV instnizionr c!:iijin::ia cosi : «U line della
« vostra missione si restringe ad assistere nella Corte di Roma,
■ dove senza raiv.-'.eré. di.m.lc acndiic al nostro Ministro Ambas-
cia lui e eonte ili Land le re,, del 1 piale se Leu e abbiamo tutta la
■ si!(iili..!a!ìieiie . the l.iee.i ut qua rito ni li. .-.ila lede e zelo verso
" il nostro servi ho, unii (unendo eeji tutta* la specimen lai a 110-
» tizia di quella torte, elle taiitij abbonda di rasali i el nrlilicii.
11 liabbiamo sliinalo conveniente ali i nostri imperiali interessi
.■ di mandarvi cola sotto altro pretesto, ebe dovrete pubblicare,
■ laeeinlo 'empir il 11111 unitivo della ulojsj, » re.. Essa iuslru-
lionc è poi seguitai a ibi — due lettere scritte di tutto paglia da
t'ttpit Cli-meiite XI" all' Imperatore Leopoldo i°, b dalle risposte dell'
Imperatore al Papa. XV" Varie scritture intorno a la successione
del duca d' Angiò alia corona di Spagna. XVI" La verità svelata
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 391
nelle presenti turbolenze di guerra Mi' anno 1701. XV1I° Molle
scritture concernenti gli stati di Olanda. XVIII" Ristretto delk ra-
gioni per lo tesare,! iisiicnlii dell' iiiiper.'iloie per l'investitura
del regno di Napoli vacante per la unirti- ilei re delle Spanni
Carlo 11°, contro il duca d' Angio. XIX* Relatime dèW almiato
dell' armi Austriatir trilli ritta ti, tlnuijna la avite unici rdrnlr dà
primo di Febbraio 1702 , mandata al cardinale di Giansone mi-
nistro di sua maestà < n-lu!iiÌ!a:i)i.i in [ionia. XX° Lettera di
risposta ad un ami™ , nella ipiaie si jjiovìì elie il bando dell'
imperatore Leopoldo I* contro Ferdinando Carlo Gonzaga
duca di Manto™ è nullo. XXI" lettera di un gentiluomo ita-
liano ailiun amico intorno alle voci sparse contro il re cris-
h'anissimo all' or.rasit ine della irmi', ione de Turchi ncll' Ausi ria,
e dell' assedio di Viefina. \MI" Dirliiaraliaia: falla dai sii/nari iti
Lamini alla l'riarijictai di lltinìiaatra iì i/iana, 'la; fa piT.rlaiinitii
liiiiiiai il' hc/hiitiirn ilapa fa tira i, ili-! l 'ri a.-yr -l'Oiaaiji- aquila il
di 1 (j Marza ] : Ma iji-.il.' dif-liia iM/iom' -scirri li uni 11U11 di-
chiarazioni di diverse comuni d'esso regno d'Inghilterra, e
vario altre scritture allusive allo stesso argomento delia prin-
cipessa di Danimarca. \X11I° ed ultima. Estratti! tirila rìsjiasia
delle Aiti Potenzi Mi Stati Generali delle Promacie Unite data il
prilliti ili Atpst-J al inamaritili- jiiv<aitala dal fatile d' Annll.r ainlial-
rititr.ri- tilrtialiitaaria il, ì 1U CrisliuiKSMiH" li '.ti l.iajlin 17111, N 11] Iti
io diro sulla importanza di i]Uesti quattro codici. In tanta copia
evariotà di argomenti credo bene , clic il lettore troverà facil-
mente di che giovarsi ne' particolari suoi studj, e nelle mie
ricerche, (piali si sieno filosrdichu, li ■oli ale li..- , storici»-, p.ilili-
che, 0 diplomatiche.
39J MANOSCRITTI ITALIANI
33g. Relazione dello stato politico e religio*
della città di Ginevra dall' anno 1 535 all' anno i
di Andrea Cardoino.
Il contenuto ilei presente codice è una Relazione di Genena,
nella gaalc cr>mfh.-ir:.i--i>m<h!i itt'/u/ita dello sialo di quella città
l>articntiirmi'iUe deli' itami i fi.i.r>, ili? i:i fu introdotto il Calvinismo ,
et mutato il poverini, fimi a ijacst'aitno ii>ii. L'autore di questa
i-i-], i /.in: ir. codi >' li'i;^!'.-' imi] l.i in i n i;i |i.iL'in.i , In un Andrea ( lai—
doino cavaliere napoletano, nato in Ginevra; e questa copia
tratta dall'originale di essa relazione, come ivi pure sta scritto,
con caratteri però ri" altra mono, fu fatta in ììoma per cura e
spesa d'un Melchiorre de Grill)*. La relazione, eh' è divìsa in
Imita iinve capitoli riguarda piò gli ri ilari religiosi , appunto
per l'accadutavi iutrorlmione del Calvinismo, di quello clie
gli amministrati*, i i: pi .1 il.i .: i ili ([nella ci Uà. finn brami pero del
lata ii'ii/.a raiuitisun. . e i lio quiui'i j in.-ri t;i r jios.ia quella buona
fede, clic deve far nascere lo storico ne' suoi lettori. L'opera c
dedicata dall' autore con sua lettera — All'Invittissima et Potentis-
simo Philippo 1111°. Ite di Spagna nostro signore, essendo il Car-
doino, eoiim abbiali! veduto, cavaliere Napoletano. Dopo la
qual lettera è ini epigrammi* Ialino dello stesso Cardoino in
lode dei re Filippo, ed altro pur latino di Carlo Morelli in
lode del Cardoino; e dopo di ciò incomincia la relazione, che
per quanto mi ò noto e inedita.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. le3
10092. ■
34o. Storia o Cronica antica dell'Italia.
(^ri.nr.i . il] U?ì'.n |.ii:':iii. i7-.ro I li li l-.n'li. ili [.nirii'r Hio. socdo liv4,
di bolli comervrmone.
Comprende questo codice un' aulici cronica osloria d'Italia,
la quale incomincia dal discutere l'eli niùlosth dì questo nome,
e finisce colla morie di Enea. Le cose, che vi si narrano, sono,
quanto alla importanza loro ed all' ordine che vi si tiene , le
medesime che legnisi nei codice, di cui diremo qui appresso,
segnato col u° 34 i , ma ben diversa fi malto più diligente n'i'i
qui la penna. Dopn un prologo, è una tamia dei capitoli , elle
sinici li uni crai i . e ginn torio ni ci nqi unitesi mo ter io. « Italia (così
principia il capitolo I*) «secondo clic? die Ovidio nel quarto
; lilini ile Fasti et Sanrto Hieronvmo nel primo prologo della
. Bibbia et Sancto Isidoro ne! XIIII* delieti mologic ec. et se altri
• dicesse : con do sia cosa che quelli che sono hoggi non nas-
. cono sotto altro cielo che li nostri antichi onde viene che
. non sono cosi belli ne cosi buoni come Furono essi dico che
■ questo procede da duo defecti luno che hanno lasciato luso et
. leiercitio dclarmi et non curano più di honore et sono dati
i a tutte quelle cose che fanno più infemminire cioè ad avari-
li tia et a luiuria, et laltro difeclo è che non hanno duce. Sono
■ come pecore senza pastore ctsono facti servi de mercennarii.
■ Onde bene dici Da ni e nel .unto cuoio della seconda 'cantica
'de la sua commedia gridando contra Italiani:
. Av serva Ytalia di dolore ostello
i Pi'avc santa nocrliicri in gran tempesta
■ Non donna di provinte, ma bordello. ■
394 MANOSCRITTI ITALIANI
. Lo suo sito e questo : dal lato di mozzo giorno, ■ ce. ce. Ter-
mina il codice, il quale è veramente scritto con bei caratteri,
in questa maniera: Qni finire il secondo libro. Dco gratiai.
Amen. Non te ne trama pio et non a compiala. Se non fu pubbli-
cata questa scrittura (clic per quanto mi e noto noi fu), me-
nta certo ili esserlo per la pinzuta l'avella in cui è dettata , e
che sembrami poter agg-iujrnoisi agli anticlii testi di nostra
10095.
34i. Cronica antica dell'Italia.
Il titolo elle •-urivuijiuri!i;ii]'.-]i li- fu dato a questo codice, il
quali:, a parer mio, è staio sctilto l'orso poco dopo la metà
del secolo ini0 è: Cronica antica d'Ilalia. Lssac divisa in capitoli,
l'argomento de'quali è sci ilio cimi eaialleri rossi. A maggior
lumi; de' lettori studiosi I l'ascriverò 1' argomento eie prime linee
ilei primo capi lui o, e cosi l'argtmiciilo e 1' ultime linee delcapt-
toloultimo. • hi quesìoliliL'o , (èli primo argomento) «si tractara
idei hiìh di Cleti ut de li primo lìcv de 1 Ytalia et de la origine
.de li Dov a oli ci ii et. in parie di Vergili li ciò e de Io lineydos
« rulgari et d' altri iaeti corno apresso seguila. ■ Principia così :
"Cretti e una V sol la di ti reti a la quale antica mente fu grande
■ et nobile regioni:, = oc. L'ari;; a reo tu dell' ulLimu capitolo e
questo: » Collie Knoea ornilo et come esso el suol successori fn-
■ rono eli i amati lie\ do Lai in: il i pia!'- Mj^ra numi: ovi.'ro ti ioli e
« de rivo da Latino. » E incomincia così : « De la supradicla
■ Cipta clic Lavi nio l'inncii por spati o dai e ire la sedia de lo im-
DELLA. H1BI.10TECA DEL RE. ,l9ft
. perio Ytalico lenoc secondo il maestro (le le ystcric,« ce.
Veggano per lutto ciò gli studiosi so questa cronica, eia siala
mai data alla luce, ciò clic non credo, Parmi però eli' essa
avrebbe potuto aggi ti ligure (.inanimii) alle [.«iliache pubbli-
cate dal Muratori nel suo gran libro, Rerum itaiicantm scriptarcs,
Iti fine del codice leggesi la sotti. seii/.iom! seguente! Finito in-
fra scripta )> mani) di daìvi;;» di h'rani:ca:t> degli Alberto :j al/nuli
di Dio ci de Iti sim Veniinn Wadir Maria. Amen. Amen. Amen; la
quale sottoscriiionc •': della stessa penna clic scrisse tutto il
codice.
10096'*.
3Ó.2. Relazione di Roma, c storie di alcuni Conclavi.
Cartaceo, in V. u-ii nl'-ii c:rsui . :!i [-.-iljìiìi? 3oo. secolo xvu*.
Si contengono iu questo codice le cose arguenti : i- BtbUoae
ili Roma al tempo dì Pio IV'. et l'io V", falla dui eìarìlùm tiglfT
Paolo Tiepoh. ritornata Ambasciatore per la icrtiiissima Repubblica
di Vmetia ; el comparatione MI' ano Papa et Mt ultra; diversa da
quella die dello stesso Tiepido lug^-hiiio .iJl'irtit" J* del codice
«guato n° iih. IT Storia del Cosi-lare, nel amile fu creuto Papa
li Cardinali Mtiiitalttili l'i. d Aprili: 1 38 j., ctdiiamossiSisto Quinto.
F, la sle6sa che lesesi all'arde" i° del codice n" 381, ma
questa copia è anteriore a quella. 111° Relazione del Conciate di
Papa Gregorio A'JP,, nei quale ri racconta dktintumente latte le
atlioni, che in esso sono occorse nclfanao )5o 1 ; diversa da quella,
che leggesi aU'artic* &' del codice segnato. n° 3aG. IV* Altra
Relazione del Conciare, nel gua/e -fa creato Papa Cleaentt Vili'.,
e si racconta distintamente. et ordinatamente tolto quello, che incisa
S9G MANOSCRITTI ITALIANI
Conclave fa trattato ; diversa da quella, che fu scrilta da Lelio
Marniti, die leggiamo nel codice 379, ma bensì copia di
quella, eh' È nel sopraddetto codice n" 3iG. V ed ultimo.
Relatione del successo et program [aito dal serenissima Duca di
Parma dopo la stia ultima andata in Francia; la quale relazione
è assai importante a leggersi per la storia di quo' tempi.
3. Notizie intorno alla Casa Saluzzo, od altre illustri
famiglie.
Il contenuto di tutto il co'licu , si corno lesesi in sul co-
minciarnento della prima pagina, è — L'Arbore et genealogia
titilli illustri- Guii ili ,SVd_-;i) r/riifsu dai 5ri,r<ii!Ìr.& sangue; con molte
altre antiquitadi di quella et aggiunte d'altri Potentati et Signori.
lo non dirò, elle questo, ben importante codice por la storia
di quel secolo, sia l'unico od autografo (heuche alcune cor-
rezioni fatte per la penna medesima, e correzioni non di pa-
role ma di sensi e di cose, me ne ingeriscano qualche dubbio)
ma certo fu in proprietà di chi 0 per se, 0 per essergli stata
tramandala aveva una piena autorità sul coutenuto del codice
stesso. Dopo l'arbore della casa Saluzzo, di cui si fa cenno nel
lilolo riportato poco sopra, seguono le notizie o memorie di
altre signorili famiglie; c di più, alcune lettere autografe di
alti e ragguardevoli personali indiritle ad altri pur rag-
guardevoli ed alti signori, e specialmcnic Piemontesi. Chi
abbia scritta questa storia, non appare in alcun luogo del
volume. Sia ossa stata stampata ono, non potei di ciò rendermi
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 39J
certo per le indagini che ne lio falle. A buon conio trascrivo
le prime linee dell'opera, la quale dopo il sopraddetto titolo
incomincia cosi: iSeli antiqui et famosi Poeti, essendo inii-
• deli et gentili al cominciali! culo et principio dell'opere loro
■ e nel loro scrivere hanno convocato li loro Iddìi in loro
■ aiuto; et se li grandi l'hilosophi come Platone, Socrate,
■ Aristotile hanno conosciuto quello, eli' era una prima causa,
■ o sia Cagione dispositiva et effectiva d'ogni bene, alla
■ quale, » ec. Innanzi che se no venisse questo codice alla
Biblioteca del re, ci faceva parte della Colbertina, sì com'è
notato nel margine della prima pagina.
10102.
344. DiffercDzc fra ì Duchi di Savoia e di Mantova per !e
ragioni dotali della Lifante Margherita.
CirUcto. in foglio, ciralteri conivi, di pagine 90. secolo mi-.
Sì contengono in questo codice tutte le scritture, che si
riferiscono alle — Differenze vertenti fra l'Altezza Reale di Savoia,
et il serenissimo signor Duca ili Mantova, a causa Mie ragioni (fe-
da prima dalla Narratione Mio stato Mìe sopraddette differenze,
la quale è stampata; indi seguono le copie manoscritte di
tutti gli stronienli, convenzioni, dichiarazioni , patti, los-
tamentì, ce, che ir quell'argomento sono stati notificati,
concimi!, 0 stipulati tra le parti, eli' erano in litigio, cioè tra
il duca di Savoia ed il duca di Mantova,
MANOSCRITTI ITALIANI
345. Descrizione delle antichità di Rcggii
f ili lutto ciò che die arti belle si riferisce, e
iicSla città medesima.
È questo il codice autografo ili Giulio Doraani pittore
raggiano, scritto l'anno iti/io. Contiene una esattissima des-
crizione di tulio quello, clie alla storia di Reggio, e choprin-
cipidmeTltC ili I ■ ■ .liti belle ed lille anlielotà Jjllf'l rit'i'rirsi , i' si
ritrova in essa città , jh.i ii--nclf .-si al eialì.-e per convenicnlisiinio
'Lepidi. Memoriale di alenile rese piti -^'gnaiatc c'hebbere
i gli aulii Ili, e il alcune altee trovate da moderni in Reggio;
«da Giulio Boriani Reggiano, amatore della patria, raccolte
i p scritte per suo diporto l'anno l'i 'io. Libia quattro, t Pitture,
incisioni, inoneir. geroglifici, Maine, bronzi, cammei, bassi
rilievi, disegni, ee.ee.., Inllo è ì-.mcoi pugnato da di ligcn li.-
simi disegni n penna, clic ne danno lina ben sufficiente lieti.
clic scritta veramente con amore di patria ; e tanto più essa è
importante, clic fu scritta da un uomo d arle per professione,
e non per solo diletto, come d'ordinario accade a tutti Ì libri,
die si pongono in luci? in cosi falli argomenti. Glie sia questo
In scritto autografo, che forse il Borzani aiova preparato per
pubblicare, io non dubito di asserirlo con tutta feimoiza.
Che fosse questo Borami artista , ciò non solo apparisce
pel suo siile medesimo, e per le cognizioni profonde che
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ìgg
dimostra di possedere intorno «He arti , ma eiiandio per una
nota, che in sul principiti dei codice è sfritta d'altra manu ,
ma perà contemporanea, la quale di a legger cosi : L'antan
è morto intorno all'anno i655,ed era Vii lare. Gli amatori delle
cùsepalrie, ed i prul'i'-suri ili quella illustre citta conuseom,
bene i meriti di quest' uomo, del quale lienclic rum se ne
trovi folla menzione ne pur come pittore nell' Abeciidarìo
pittorico, che fu pubblicato in Firenze l'anno 1788 in 4-,
ne parla distesamente la Biblioteca modenese dandoci in più
luoghi notizie di lui 1: finiu; pittore <: ('unii; «'.ultore. Notai perù,
che venendo a dire dell' opera contenuta in questo codice non
in.' parla con quella esatte/za , eli' ei-a ben taimemente; poiché
nel T. 1', pag. 3a5 soggiunge: Una copia ras. di «ssa [nWf anno
i647 ) conservasi arila libreria ile' Minori enervatiti ili Hey/i", inni
■li-i ut ti» lleijia ili Pariai, come non so sa osai fondamènta afferma
il (Job té Maz;arht'lli. Verrinili i lei turi, elle non è in Parigi
una copia ilei 1 ii.'iy. ma è in l'ari"] lo si: ri Ma primo autografo
del l6ÌO.
10108.
3a(i- Storia di Ire famose congiure.
Poche, ma no» di poca importanza per le storie de'tcmpi
sono le scritture contenute in questo rodici! , delle quali dogli
argomenti. La prima e la storia della congiura fatta dal conte
Giovanni Luigi Fiesco in Genova, ed incomincia cos'i r «Nel
« principio dell' anno 1 .i.'i j. mentre \\ erari Carlo V' Augusto
■1 si rilriivavii iillii unii imr.i lille per più -eri) li . e la musa iiu pn.™
4oo MANOSCRITTI ITALIANI
■ di Alcinagna ', ■ ce. La seconda , è la storia de la congiura
contro Pier Luigi l'unii'se duo ili l'iaeciua , etl incomincia
cosi : i Piacenza città in Lombardia fertilissima fondata presso
■ et illustrata in ogni tempo *, « ec. La terza , È la storia della
congiura contro il niarcliese Giulio Cibo, alla quale si dà
principio per le seguenti parole: 'Innocenzo Vili". Pontefice
.dì questo nome, che per virtù e valor suo ascese a quella
• Dignità e Seggio la cui gloriosa memoria oggidì è ancor fresca
■ in tutte le parti, ove Cristo si adora1. ■ Cliiudesi il volume
con una insttuzione, che diede Giulio Claro a Filippo II' ;
ma questa è scritta in lingua spagnuoìa. Del resto merita il
presente codice di essere tenuto in pregio , non solo perchè le
storie che contiene delle tre famose congiure sono tutte e tre
assai probabilmente inedite, ma altresì perchè scritte con
qualche eleganza di stile.
1 Olili 11 Sibilio, il Cmiipuiaeci od diri, ebbi pure mllo dtgli ordii li aloni di
.iti cucdinalé Tina tendi E lUmplU in franine in Colonia, l'anno 1665 in n". ma
- li- in. -ni. .' *.ii miI:i.ì M 'j li!.!i..,.ivti . " ^-.vIiiInu-i 1- il r,u,.r. .
(;.i,.:V, I '■■(.■: I. : ■;„■„■„, )".,.( I.I...1 UuWi. 1< CJ-J !l , HI (Ili L". I .ti. IH . 1 !", , I . ; „ ;.\ IH
,■ il:v,i--ih .li -i.nl i Hli .ili.. . h-Iio Tio iednli.
Quella storia pura conltu il mardlcar Cittì per Ir inilupni TiL'ic |.uu tcpulars.
Digiiized 0/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEI, RE. io,
10100.
347. Discorso intorno alle i'mni^tii; Gtnovrsi tifile quali
fu ristretto ii governo della Repubblica di Genova.
Csrtsreo. in foglili |jìio.I-i. i-,ir.uiiTÌ «.jsiii, ili pnjjiiif imi, s«oln ivif.
Il titolo di questo endice i il saliente: Memoria delle ii fa-
miglie di Genova cor, il loro principio; cavato tutto ielle iitorit Ge-
novesi, Ventilane, Pisane, Archivi del Pubblico, et dalla Casa di
Santo Giorgio. Consultato il codici; segnato col n* 137, d'al-
tro di cui diremo qui appresso sotto il n* 348 , forse poco avrà
a dmì librarsi nel codice prt'M'nk', chi' intorno n ila si uria delle
sopraddetto !'S Ijmijdic oc' liciti (Ino non si trovi. Ad ogni ma-
niera coloro cui potrà importare la trattazioni! di questo argo-
menti 1, vedano, conironlino, e se ne giovino ove il possano.
10110.
3d8. Origino delle famiglie nobili della città di Genova;
giuntovi un Dialogo politico sul governo di essa città.
Non credo poter dare un'idea più chiara di ciò die con-
tiensi ìli queslo codice se non elle trascrivendo quello die
peraltro mano bensì ma molto sensatamente fu scritto, e lej;-
(così è scritto, e cosi è) della oriuine delle 28 famiglie nobili di
Genova, appresso le qaali è slato ristretta il aoimm della /Ii'/iuW./r u
&o3 MANOSCRITTI ITALIANI
fanno lijaS; estratto dalli- Listoni' serilte da Giovanili Cito di Reco,
con gionta peri di alesile tose siiittc d'untori ritenti i quali detto
liceo noi, kaxew vedalo, refercndosi solamente esso alti Annali di
Gcnoea, anali si sa quanto 'nanchino in infinite cose, ciane i! Vescocu
letti vai- . Lo armi , o Mei unii «crii ili j.j del io Limi gì li; .sono assai
elegantemente dipinti, e pare die il codice sia stato fatto per
esseri! ollhlo a puniche alto |irrsn]ir;j;ì;ii). Vedasi intorno all'
argomento di questo codice ciò clic ne alibiam detto dell' altro
sognalo coln°a37, il contenuto del quale, brucile dello stesso
autore ed argomento, è diverso dal presente. Scritto per altra
penna, ma non in altro tempo, è in fine di questo codice un
Dialogo politico, che abbraccia un centinaio circa di pagine,
i'll Ira il l'ri/lllispi/io m-mucnIi. : Dialisi' ilei 'joecri'ti untai'
della città di Genova et della nobiltà di essa , di Agostina Fransone
iioImÌi: if iunior ali' Mino. Situar li\uha l'alim i, ino di nmi/rr %cs-
tino. 162 3, — Nauibas, injeitiis, '.fitin, isiìv, artibus, armìs — Vir-
ili!.,: , ini/uria . liuti'/ ra rsl tienila. Ilo [io il q .lille dialogo sedili ti! un
jìcii!!!.' letteti', elie non jtui taiio sotio^ci i/ioiir . indinne ad
alto personaggio, di cui Incesi il nome, intorno al medesimo
argomento, die fu trattalo nel dialogo. 11 Giustiniani oe'.suoi
Si riti.un I. ii/itn ci (Li a logi-riv mi ln:n lungo ai'lii-olo inkuno
alla vita ed opere di Agostino Fransone, ma non ne fa men-
(ìoiic come autore dol prim ule didimo. Dira bensì essere
egli il Fransone l'autore di molte memorie e notizie spettanti alla
Liguria, alcune delle quali, manoscritte ed inedite, si con-
servavano presso la sua unica erede Manu Itrirjida Frantone
Spinola.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4oì
10115.
3ig. Compendio della Storia della città di Milano, e d'altri
paesi uniti alla Lombardia Milanese.
Cartaceo, io d* grande, (arallni su il iijj<i li ri , ili jiiigiiie 3to, secolo iv.
1! codice incomincio così: Opera de Zohane Petra Cagnola
Casteiaxo de fa Rocka de Sarlirana per lo illustrissimo signore excel-
lentissimo et Divo Principe Ludovico Maria S/orcia Vescontc Data
de Milano Septimo Contede Pavia, et de Angieria et de Genova et Cre-
mona Signore. Indi segue una lettera dedicatoria dell' autore al
sopraddetto principe [.'opera è mia vera storia in compendio
della città di Milano, e dell' altre torre e paesi uniti alla cosi
della Lombardia milanese. Dà principili 1' ;in ture allasua opera
col rammemorare cii't clic accaddi! all'Italia io generale sino
dall' anno 3o6, cioè delle persecutionì et desolatiom de Italia fucte
da pienti barbere ri ectenie , e giunge sino all' anno i4g7- Inco-
mincia con queste parole: > Volendo per intclligentia ile
.< uijiìiJTioiji (pulila mia operetta dcc.bn'ic li perseculioiii che in
« di ve imi parli' di essa llaii.'i sì imi di poi la Hai i\ itale Ir nusliu
■ Signore a lei successe et illate trovo clic dopo varie oppres-
,i sioni ricevili e, " ec. er. l'i Unisci' il cedici' rosi : Fintiti In tinnii
dii i'ify Kftrr; Uiirnlr. i siriiAn il numi/ propini de mi /.iihani
Petra Cagnaia. Io non iio alcuna difficoltà di asserire, che il
codice sia l'autografo , « quello medesimo clic dall' autore iti
offerto al Visconti. Glie sia staici slampain , anche per le inda-
gini, clic ne lio lai le . noi credo. ChYI lucrili, se non di essere
pubblicato, almeno consultato mi pare che si, poiché dopo
tanti alti di scusa e di umiliazioni, dir fa I' anioni ver.-o il
àoi MANOSCRITTI ITALIANI
principe pel ìu'j injjiiri; ('V lù-tint il il' muriti , rimarcai che
modestamente si, "ili I ranca tur ole gloria verso (In) principe
stesso della iiiwin yirfc, con cui egli scrisse le cose del tempo
suo, invitando il principi? a farsele lecere in qualche niu-
incnto di alcuna quiete, hen sicuro che almonopcr questa parte
della verità, della imparzialità, e della buona fede vorrà gene-
rosamente perdonai ■<<li Unti altri difilli, clic si manifeste-
ranno nell'opera, e pel motlo con cui in condotta , u per lo
stile [veramente un po' triviale) con cui fa dettata. Del resto
l'Ai'jielati urli.! si in Diliiioiec.i dc^li scrittori milanesi alla pa-
gina 1Ò7 del tomo II' fo menzione appunto di questo sfosso co-
dice che ho descritto , citandoli!- pur il u° tot 1 5 5 l'autore del
quale appartiene ad una illustre famiglia milanese , elicsi fregio
anche a' giorni nostri di un nome rispettabile e caro alle belle
1012A.
35o. Memorie delle famiglie nobili Veneziane; giuntavi la
Storia della citta di Venezia.
ha per titolo Cranica l i udii . ed è cosi veramente. Esso ó diviso
morie delle IVi 1 1 ii ^ i [ 1 ■ nobili veoe/ijnc , iucoiuine.iiinilosi ilalla
famiglili Aniili!.-lD, !■ I. 'ruiiii:! mi. i-i a 'Ila Limici in /.ini. A' mur-
rini dello scritto vessilli;:! ti 1 ; : l r ■ 1 1 ■ j'arrni ili ciascuna f.ìrnigl i.i.
di cui si parla iteli' opera. Nella parte seconda è la storia di
Venezia molto più lunga di quella, della quale saremo per
dire nel codice 35s , ma questa a senso e pudicìo mio e da
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. do5
tenersi in minor conto. Incomincia così : ■ K\iì vcderenio
■ come Alila Flagellimi Dui l'acni «nulelissinio narjue et
» pere li e inoiln ri vene iil r idn. premia ili1! qn.'il in
«assai ncmiclia ili'll.i Clirisl.iatiiiade et perseguitò la fede ile
• nuda per zentilhomini et nubili eitadini di Venetia , la qual
■ Dio el San Marco la conservi et mantegnì in felice starlo el
■ victoriosa contra li sui nimici, Amen. ■ Questa cronica por le
indagini che ne ho fatte è inedita.
10124*.— 10124'. — 10124'.
35 1 . Armi gentilizie di tutte le auliche i: nobili iiimiylii'
d'Italia.
I rr ■■.!. i'ilì i.o:1.ti-l:L. ii: !-■:'.!■■ . J, . Licj jij'.'iii'j ' ■ . ' lix'l.'-il'in.i . .Ir! sm.1i. \.n .
Contengono questi tre volumi !e armi, o stemmi, dipinti a
colori, di tutte le antiche e nobili famiglie d'Italia, e non
solamente delle città principali, ma generalmente di tutte,
si come per c;cnipit.> parlando della Fioma^ua si parla pure
di Fano, di Fermo, ec — Lavoro lunghissimo e di estrema
pazienza, e di cui certamente ne fu incerici in l'ari [Ma il il
qualche principe italiauu. (Imnmcia il primo volume colle
armi delle famiglie di Ctnora, c il terzo volume che comincia
col Seggio di Capuana, termina colla rcpnbhiica di Venezia.
Penso che farà piacere agi' Italiani amatori e l icuiiliiui i <lil<<
cose patrie, e sopra tutti al marchese Pompeo Lilta, la no-
tizia di questi tre codici.
ào6 .. MAN0SC1UTTI. 1TALIAM
10125.
35a. Cronica Veneta.
. ir: •■- ^r.nd.'. rjralli^ri r-ir^vi . ili pr.-iil. ;.:J1 . <■
In due parti può dividersi Ì) contenuto di questo codice.
La pi-ima cu ni prende :ì; omnia panini: '.ini' breve storia ridia
l'uiiila/.iom? ili \ i'ii.v.ì.i , f ilelfi uiìlniii' r!i .pipila famosa re-
pubblica; la quale storia è preceduta da una — Tavola Mie
cose più notabili, che sono nrl!' opera, hi coni lucici essa sloria nel
mudo mirrici il e: ■ La magnìfica et nobile città di Venetia hebbe
■ principio et origini-; dalli antichi Ti-ujani dopo la deslrullione
■ della loro città, i quali fuggendo dalle rovine,' ec. Nella
seconda parte si danno notizie particolari per ordine alfabe-
tico di tutte le fiimif;lii' rcoìiili ili quello -Stato, la massima
parte delle quali oggidì sono estinte. Incominciasi quindi
dalla Famiglia Anapesto gii estinta sino dall'anno 1126, e si
chiude colla famiglia /ernovighi , essa pure già estinta, la
quale noverò fra' suoi membri i! beare. Angelo Zernovìcbio.
gentilizio. Finisce il codice con un indice alfabetico di tutte
nell'opera; e dopo di ciò seguila un altro ìndice di tull'i
santi e beati , the apnarl.enevanu uri alcune ili esse Limigli»,
ne noverai piò (li cinq-Jinita . e ira qursii una veni ina ili
donne, l'ultima rWle ipiali in olitine è la Iwila Lucia Vitluri.
Mi pare che la storia, ossìa il compendio della storia veneta,
die sta sul principi ) del codio;, possa meritare, per la grande
sua semplicità con cui è scritto, un qualche riguardo.
DigiiizM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. uo7
10129.
353. Fatti occorsi tra il Papa Paolo V,
e la Repubblica di Venezia in sul principio dei secolo mi",
descritti da Giuseppe Molate-aia.
di buona conservazione.
U titolo ilei presente codice è come segue: Istoria dì cose
seguite fra Papa Paolo Quinto et la Repubblica dì Venetia fanno
a.DG.v.-M.Dc.vi.-eiM.Dc.vn. scritta da Giweppe Maialata. La
storia è divisa in sei libri , ognuno de' quali ba il proprio
argomento, ovvero un sommario delle principali cose, che in
esso libro si trattano. Il manoscritto non è l'autografo , ma è
una copia pur fatta cori diligenza e correzione grandissima.
Di quanta importanza fossero i fatti occorsi fra le soprad-
di'ti e due Uniti In i|i ir;;! j Mimi, n in quid le circostanze, i dotti
lettori ben facilmente ne converranno. Non è a mia notizia, che
sia stillo ni,>i |H]!>lilirsin ijiii'.-tn scritto, eli' è pur dettato con
qualche eleganza, e quindi a buon avviso de' lettori ne (ras-
■ dcll'humana rcdcntioiif itìoi. snavcincnle i frutti della sua
■ lunghissimi! pnee, abbondava di ricidiez/t- et ornamenti
■ pubblici et privati, et di tolte Ir arti i:t discipline migliori,
. quando in mezzo a tanta tranquillità, ■ ec. ec. La famiglia
Malatesta diede buon numero di dotti e lelterali nel secolo svi",
e ben probabilmente ad essa pur appartiene lo scrittore della
storia che compréndeai in questo codice.
MANOSCRITTI ITALIANI
10130.
3;V|. Sommario d'una congiura contro la. Repubblica di
Venezia: j;iiijilivi al tri scritti ili diverso argomento.
Il contenuto il-l |ire~enlo rodici: è: I" S-innniiria :!c!i<: oni-
yiura filila anitra l'i Si rniinitit-i Hri'iiiiUiiii di Ventilili per ricelit-
tioni fatte da Antoma (iinfficr Capitana /marne al scrvilio della
stessa Repubblica, et d'un iirambiHu pur Francete. Veramente
non può leggersi sema orrore il sistema della procedura,
che lennesi dagli i 114 ui.sì du i di .-lato nella circostania di essa
congiura. 11° Relatioae delle cose di Venetia fatta da Don Alfonso
ilcìla Cneaa Ambtiscitittire di .S/;(ir;«« et Canlinale; e questa re-
lazione è diversa da quella die dello sLtHsn Cucila ha la Bi-
blioteca all'articolo 2° del primo de' codici segnati col n° a33,
ed è ben importante il leggervisi come quella repubblica si
piccola nella iurta dell' anni sapesse con la sola fo ria della
trattiene il Cueua a parlare in questa sua relazione. Ili' Ins-
trattiene data dui man&ae di Bedmar già Ambasciatore Cattolico
in Vènttia a Don Luigi Bravo tao successore circa il modo col
oliale si deieui ijticcriinn- indio san Ainliineenn. \\° ed ultimo.
tWItilianc del Gvccnif ili t cucila, sue entrate, e spese, e quanti
cnsixtli indiami in eiijvii itiu ;>. ii> l 'iiitvi-iinbni ; filila (verso la fine
del secolo xviì") dall' Ectima. Ambasciatore di. Spagna ni suo Re.
Putì dirsi propriamente una vera statistica di Venezia a quel
tempo, clic non conosceva-i pur il nome ili questa scienza.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4°9
10131.
355. Discorso di Andrea Marini sull'aria di Venezia;
giuntivi altri scritti di diversi autori al argomenti.
Oltre una cronica c.uri]|.'Ooi]ii)»issÌ!ii.i , <■ [ut online alfabe-
tico, delle nobili frinitile ili Venezia col ranni loro dipinte
,ì margini d^llo scrino, e ,y.v.<\U Mcwi f In: abbiamo, qui pur
divisa in due parti, nel codice segnato col n' 35a, contiene
altresì questo codice nella sua parte seconda molle partico-
lari notizie di tutto quelle famiglie , delle quali s' i fatta men-
zione ru lla parte prima, riassumenti. .;.cjir a parlar.' collo -tr,,L.
ordine alfabetico in essa serbato. — Dopo di ciò segue : Dis-
ami di Andrea Murmi medhi afra /'nere ili l'iwtm. Se sia stato
posto in luce questo discorso, per le ricerche che ne bo fatte
non potei ciò conoscere. Trascriverò a buon conto le prime
e le ultime linee. Incomincia così : • Grandi sono le bellezze,
■ o piuttosto le maraviglia della ili usi rissi mn (dita di \ cnHia .
■ dalle quali molti sono invitati et mossi, lasciate lo proprie
«case, ad liahitarla et goderla sì come amata et cara patria.
. Pare chela natura, u per dir meglio Dio habbia btbhncaia
■ questa città in questo silo, tra queste lagune, con arte di-
i vinsi . ;•- fine clic tisi [.■.•-empio di filisi ioi-spu filabile . porlo il
• quiele, et retugio di ici-a libarli. La l'orma poi drilli lìepub-
« blica e tale, che né Platone ne Aristotile non seppi' (infensi'
« una cosi belisi ; di clic è nato die ni un governo di lìepiihbbra
■ durò mai mille cento e più anni come questo felice di Vc-
» netia , il quale è con tali leggi stabilito, che si può sperale
Aio MANOSCRITTI ITALIANI
■ che duri quanlo il mondo, ■ ec. Vedo li lettore per queste
paride, eli-: il discorso hi scritto verso la fine del secolo
jvi". Il quale discorso linisce cosi: ■ Faccia noslro Si pilori'
• Dio, clic o con questi o con migliori avverimi eirli sia
■ restituita quieta amplissima cillà :dla pristina salìibiilj. et
■ perseveri perpetuameli le nella sua inespugnabile forteiia
. |)i;r il pubblico orn.intrtilu . et lijrli-;ii[:i> propugna ciò l'.ri
> Christianesimo, et per il comodo uni versa le di lutla lla-
■ lia. ■ — Al quale ben lunati discorso ilei Marini succedono
le seguimi! cose : 1" Oratomi' ili Cumulili Vei<ji;:i netta morie
dell' liliali, sìijiii.r Dinne! Valimi Prui editor I, mende nel regno di
Catidiu, l'anno 1&73. 11° Altra Gradone di Giovanni Vergini
per la parlila ili Guiditi dell' Illmo. ci Fidino, signor Loca Mi-
cheli Proeetiitor Generate di Mio il regno, recitala dai nagnifao
Colateli» Otmìana Vaneltl fanno i57i. Ili- Difisa del llcverendo
Prete Giovanni Corintkia predicatore, fatta alt Eeclmo. Fattori,
fanno ib-]-]. IV* Alcune notìzie e memorie intorno ad' Ac-
cademia , della ile' Filareti. V° Copie di lettere del Gran
Maestro di Rodi aiii principi cristiani ; di Sultwm Sclim impe-
ratore diCoslantinupnli alla signoria di Yimra.ia l'unno 1S70;
di Lodovico Vitina alli retloridi Padova; e da ullimo di Claudia
liantjotiii da Concaio a (indio dallo l'anno i558. Le quali
Ictlere, sì come pure alcuni de' scritti su mi noi lionati, sono
veramente piacevoli a leggersi.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
10132.
356. Cronica delle primi! famìglie, chi; vennero ad abitare
11 tìtolo che leggcsi in sul principip del codice è questo,
e n'è pur il contenuto : Cronica de latte le caladi: ile i/li Giuli!
uomini della Nobit Città di Veaetia ne la quale essi sona ventiti nd
kabitare ila! tjianv* dil iii.atrii:tiiune di! nustru Signor? lesa Ch'ina
tomo quattrocento e vinti une nxxv. di Mario in poi. Una consi-
mili' Cranica abbiamo nel codice segnato n"35o, ed altra pur
emisi in Ih; rinl coilii-.f s«-;hìiUj col n" ?>:>■/ \ ma ij m'sta oltiv all'es-
sere anteriore a quelle, è .nuli'.' f.v.ia con diligenza maggiori*,
e special mei] li; ne' stemmi dell'.' iamiglie, che qui sono con
più grazia dipinti. Incomincia la presente cronica , si come le
altre due, dalla famiglia Ann festa, ma a differenza di quelle
Wnnina colla !amig]i,i Zuncniiiuìi. Yi^g.msi , sr rosi pian'. ì
sopraddetti codici.
10140.
357. Compendio della Storia di Venezia.
Cartaceo, in h*. caralleri se iniettici, di pagine 100, secolo V."-
l'uù intitolarsi quinto codice un compendio della storia
veneziana, incominciandoci ilnl suo primo doye, eli."- in l'aoln
■\tmle.itc. 0 teniiioiiinlosi all'anno l4io, ed è appunto in
dia MANOSCRITTI ITALIANI
quest' anno stesso o in quel torno, che fo scritta questa storia,
come risulta dalle ultimi: linci:, clic mi farò a trascrivere del
endice. Gii ne sia -lato l'anime, ciò non si manifesta per al-
cun modo. Si dà principio al codice con la — RtAnckl de talli
r Ih.ri ikriuJi in Irina™,- dope fa iju.de ni li lira o tavola s' i mai-
nimela crisi: « Dj [mi li: -siili] ilei unsi ni situili' messere Jesu
« Xto., i suoi discepoli and. ih uni per diverse parie del mondo
■ predicando la sua salirla lede et passione la qual volse por-
' tare per rie lui pera r l' Ini maria natura et Iriir quella de luogo
• infernale, » ee. li termina con queste parole: ■ A di ur, de
• /.emiro u.ccce.j. vene il Marcii, de Fratina in \ etiesia il quale
■ stelle più e più lorni c poi n: tornii a la soa stanzia et pochi
■ ioi'iii vene dopo il signor di: Havi:tia ci qual slctte rie rioni
■ ioni! in Venesia con il soprasc ritti > Marcitesi! e poi separati
. andarono. . . non si pò al presente dire, ■ l'er quel poco di
studio, che potei fare sopra ili questo endice (omettendo di
parlare ridi ri stili:, e di dia uri ritraila , ci.', elle si irdn hen tostu
per le lince che ne riportili ) , parventi riconoscervi uua dili-
genza non coiuune dcll'auline unii' indagare e riferire eoli
buona fede ed insieme con sana critica 1 Talli principali di
quella repubblica, ponendosi pur ne' margini con poche pa-
role ed a maggiore facilita di chi iriige il sunto di quei fatto,
o di quell'epoca più solenne di cui ivi si parla.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4.3
358. Storia della ciltà di Padova, scritta da Ila rio Ioni meo
di Gatùro.
La cronica, ovveramente la storia della ciltà di Padova,
coni prendesi in questo prezioso cedice. stililo di propria main-
ili liarliilimaieii lìaliini padov.-iiiD; ciò che fu dirami non po-
tersi mettere io duibio, non solo per la qualità de' caratteri,
l'.Im' mlaHiJiiliiieiìlt; sono del secolo w", hiìi per li' imleiiliilii
sottoscrizioni, che vi si scontrano, c pcr.ilir; indizi l'ori issi in ; .
pe' quali può cori sicura coscienza stabilirsi essere l'auto'
^r.ilo iiess» doi sopraddetto scrittore. Comincia il codice in
questa manieri! : f,7inpW<ir/r h tucula timipilnltt etfataperBarthu-
it.niiil, l'itilnn ili Cliiwzv liti l'tu'tm, i striti.: prr flit: munti tinjli mii ii,
Xlti. mille ijutdiri.-t ii'iti'i si-piv. Ilojni ili questa Invola ai dà princi-
pio allj stori.!, le cui prime linee sino le seguenti : ■■ On. il un
■ che persona taciendo, il beneficio ricevuto nasconde sanza
. di ciò avere cagione convenevole, secondo il judicio mio
. cente, ■ ce. La storia incomincia dall'anno i3i8, C termina
all'anno 1407 colla morie di [;berlino da Carrara; ed in line
dopo aver allegati due versi latini, ebe lo scrittore attribuisce
ad Antenore, sodimi p: . chiudendo il codice con le lineo se-
guenti : . Ai quali versi misser Francesco da Carrara non diodi'
. degna fede, ma chiamò per Podestà el Pretore de la Cilade
. de Padoa misser Andrea Deneri dì Vittore do Fiorenza sotlo
. il quale regiroenlo principiò la dura et pestifera guerra come
ili MANOSCRITTI ITALIANI
«dinanzi lio detto, Ìli (piale ho IV più ve.-llt? chiamare aiuto a
ii Dio il tjuale per sua benedirti une et grazia nel mandi de
■ Cielo in terra. Qti) (inissi: la tragedia ovtro Cronicba in
■■ li iÌi;Ilì! ri- i:lx>]tij>ilat;< ci la e: a j :■(■]■ mi' Martolamio nato ili (m-
■ lia/.'i di (i.nan da Padui ci scripLi ili mia propria mano ne
■ gli anni del Nostro Signori' jesu Xlo, mille quatrociento
■ sepie adi ultìiuo di:ì mese di f Jicc.uil.irc. Creilo sia per es-
sere grata al -sìg. podestà di Padova, a' cittadini tutti zelanti
ed amatori delle cose patrie (tra' quali nominerò in principal
Illudo i' *inr ai-vociito Pia-a.ii) la mjli/.ia di'lla esistenza ili
questi, codice. Abbinino dunque in esso la Cronica di Padova
.scritta da Bartolomnien Gattaro figliuolo di Galeazzo, della
quale non trovo l'alta menzione da] Muratori nel tomo XVII"
/{crani Ilalienrmn sri-ijiinres , dove riporta bensì le cronache di
tialea?./.o (initam. e di \ndrcii Calla») suo ligliuolo, ed un»
lana ancora, mn non questa di Bario lommeo. Resterà dun-
(pii! sempre a sape Ir ehi l'nv.e I' a 11 ture (li l[Urila Iri'/.a e «ina e a
di Padova, della quale ci soggiunge alla pagina 4" — Tertiam
rxcmplar el ipsniu a pm-i:, ■■('. ultimi tlttftuuìr ijiii.< '■••nfv.rii dnitmrr
10165.
35o. Cronica della cidi di Padova, .scritta da Guglielmo
Ongarella.
La Cronica di Padova scritta da Guglielmo Ongarella Pa-
dovano ù il con ter ii ilo di questo codice. In tre parti è divisa
la cronica. La prima parte, si come per lo più tutti gli storici,
si riferisce all'origine e fondazione di essa città, cominciando
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. fl,5
dalla caduta di Traili c r | i.l 1 □ i c 1 "i da Antenore, ce. u Qui comincia
(ctisi lesesi sul principio (Iella p.-n-;.: scorni da) ■■ h seconda parle
■ dell" opera, nella quale io Guglielmo Ongarella (igìiuolo ilei
. Spettabile Messer Polo Ongarella Cittadino da Padova, scri-
■ vero tutte quelle cose, che per mia industria potr<V tentare.
• che siano stille in l'adova del tempo, clic nacque Corista
■ sino a gli anni ìooo. della sua nai.iviLitc. ■ La teraa parte
giunge sino all'anno i3oo, e termina con queste parole: .In
■■ questo sono ;'i 3 00 fi tempo del Ca rivivale fu fotta una «r;in
■ Corte in Padova , uL quasi tutti li Cavalieri et suoi ligliviuli
« et tutti li linoni delle IVatlie per tutta la ritta furono vestili
■ ili vestimenti numi. . Onesta cronica padovana (lell'Oii^ii-
rella, della quale forar sarà copia in altre liibhotee.ln; . < spe-
cialmente in Padova, per quanto a me consta, non vide la
luce. Nò il Colcti , ne altri scrittori ne fanno menzione.
101U.
36o. Storia o Cronica drlla città di Verona.
Lina breve cronica della oitlà ili Verona, clic incorni oc ia
dall'anno in5, e termina all'anno i4oà, si contiene in
questo codice. Da principio è un elenco delle principali case
di Verona, col seguente titolo: Queste sona tutte le nobili uose
di Verona, che per fama sono chiare , tanti- fit ™maife dimostra In
premute cronica. Indi incomincia la cronica con questo titolo :
Qui in questo cronica diremo molte cose, che specialmente in Verona
sono state et in Italia entrando in Lombardia. Le jirime linee
dell'opera sono le seguenti : «Ne l'anno nifi, la gloriosa
DELLA BIBLIOTECA "DEL RE. Ai9
non mi riusci di lonoscen.' su <;o.:M' o|n.-ra . icrilta. (]' altrónde,
secuudochè panni, con multo lunula fiale, sin stata, pnlililiean
o no. Agli amatori e ricopi i tori ili cosi' patrie cercherò (li
render più facile In sciogli menlo ili '[turi dubbio, ponendo
loro sotto degli ocelli le prime e le ultime linee della cronica
stessa. Incomincia così: .«Poi clic il inondo Fu creato, uri
■ tempo clic U Patriarca Joseph lece vouire li Giudei in Egitto,
. diserto e pad ii Ile, e quivi, . ec. et. V. linisce curi <[iies1e panili-:
■ L!n magnifico .signor Arcivescovo con 108. fra Canonici ,
• Cappellani, e Chierici per le solinnilà in coro; e dello Ar-
■ civescovo otto volle l'anno può andare a processione col ca-
■ vallo bianco sullo il Palio, 0 vero su la; Barella, come uno
p stimino Pontefice. ■ — Non v'ha nome di autore.
10150.
36a. Storia dulia Repubblica Fiorentina,
scritla da Donalo Giannotto giuntavi la confessione di
Giovanni Battista da Montesecco.
i::n I . . in |'iiv ili. ii Ljl i'. . ■ f r.ill' : i ■<; i . |LÌ ].^ i :n: .:• i ' . ufi -
dì tanni coawriBEÌnnp.
Id gran caratteri majuscoli è il titolo o Inni li spi zio dei
codice come segue : /.ri Hrjiiihbiien l-imviihiui , ili Ihimtu tìiau-
noUialk Rima, et Rino. Cardinale Ridoifi. N.u.im. — Viene
di poi ia Tatolu de Capitoli, chi- si nmitiitjunv uri presente Uhm
drilli. /(<yUit/,/r.-if ; Nili 1.1 l'eii.lliuiie ili It.im;!,. (, imi nulli nel llhm
della Repubblica Fiorentina a Monshjnore messer i\ieolù llidolf
della Romana Chiesa Cardinale diluissimo; e dopo di ciò si ila
Sio MANOSCRITTI ITALIANI
principio ad essa .iSoria clm si ruiilii'im ne' qua ti ri) libri, in cui
l'opera é divisa, ed incomincia come segue: «Non è dubbio
■ alcuno, che pochi sariauo quelli i quali sentendo che io ai
■ presente scrivessi della ltepublica Fiorentina non biasimas-
ti sino questa mia fatica, come quella die poco, anzi niente
■ possa essere agii altri fruttuosa , ■ ec. ec Già È noia l'edizione
urigmalc. die di <| negl'opera, celio la più jmjKirlaiite di Do-
nato Giannotti, fu data in luce in Venezia per le stampe
dell' Hertz 1' anno i 79 i, in 8°; e quindi sembrerà forse a taluno
eli" io siami intrattenuto aurlie troppo nel [Inscriverli questo
codice; ma poich'esso è scritto cosi, che per poco non direb-
hcsi scritto per mano medesima dell' autore, quindi parventi
tenerlo il meglio cho per me si potesse raccomandato agli
amatori studiosi della nostra favella nel caso, che riprodur si
iolv:;-,.! ([i!i."ii' open del Giannolti. — Dopo la quale, trovasi in
line del presente codice la Copia Mia confessione di Gioiva
Battisi/! da Montcsccco quale era di quelli della Cangiala de Pazzi
contro a Lorenzo et Giuliano di Piero di Cosimo de' Metiici l'anno
1 i 7 8 , la quale confessione scrisse in carcere detto Giovati Battista di
sua mano. E di questo brevissimo .scritto, bench'esali pure, ai
come leggiamo nell'ultima pagina, sia stato pubblicato in
piare a stampa, non solo p^r la distanza del tempo, ma altresi
perchè essendo di poche pagine, n'è assai più facile la per-
dila delle copie.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i, j
< Come f i,ili.'a7,zt]. Sappiasi pure, die io sui principio della
prima pagina, e con caratteri, se non di chi scrisse il codice,
cerio contempo ivi noi del coi lieo .stesso. logorisi queste parole:
Cronica r-filidii.tt 1-Jpnilc pi r Chn /Infili:. Ih Siddii C.itndiiw de ìlressii.
Forse non sarà discara a' signori Bresciani la notizia del pre-
sente codice.
101Ù7.
36a. Storia di Firenze, e della Repubblica Fiorentina,
scritta da Giovanni Villani.
Coriaceo, in J" grande, caratteri seuiigolici. dì pagine fico, «colo a,V,
non ben conservato, e dilettoso di alcune carte nel Pine.
Comprende questo codice la storia di Firenze, e della re-
pubblica Fiorentina, scritta, da Giovanni Villani. Della quale
storia, ch'è noverata, come ognun sa, tra i principali testi
di nostra lingua, abbiamo varie edizioni, e se molte scorrette,
alcune perà che meritarono l'approvazione de' letterati, Ira
le quali in primo luogo quella, che diede in luce il Giunti iti
Firenze l'anno 1S87, in 4°, la sola, almeno finora, che fu
creduta degna, si come srn\e illiaiiiha. d'essere citila nel
Vocabolario. Che la copia , che ci si offre in questo codice sia
Ola latta a' ttTiipi flessi rlel \ iiinni 0 in quel Ionio, in non
avrei difficoltà alcuna a poter cicderlu ; considerata la qualità
de' caratteri, non che della carta, c del punteggiamento; ma
che sia un codice il quale niente lasci a desiderare, e die
possa essere fruttuosamente consultato volendosi riprodurre
quesl' opera , ciò forse potrà accadere in qualche passo (essen-
doché sono ben molti quelli, che tuttavia abbisognano d'essere
restituiti alla lor vera lezione], ma generalmente parlando noi
reputo un manoscritto di grande importanza.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4aS
qualche dubbio di. lozione nella sopraddetta oiliiunie ni .\n
guata, sembrami che potrebbe™ utilmente consultarsi. Nel
quale avviso sempre più mi confermano alcuni confronti,
ibi' lui infilili li c.tm essa l'ili/inmi , chi' li'iijfii hiLìii degli (ice di.
1 comemarii sono preceduti, in primi. 1iìì>l"<> dalla lutt-'i-.i
dedicatoria del Kerli a Francesco de* Medici, colla data di
Fireose il di no luglio iò-/\; oiì in secondo lungo Ha] proe-
mio, nel quale l' autore dà il pi un [ir mi in degli argomenti, eli b
per trattali; io ciascuno de' dodici libri. In fine dell'ultimi)
capitolo (ch'è il ccclvi") dell' ultimo libro è una anno tallone,
scritta nel tempo, che fu fatta la copia di questi due volumi,
die dà la seguente notizia : Questo ultimo capitolo risponde al
capitalo aio- del io" fili» di Giovanni Villani.
10155.— 10154.
3G8. Storia Fiorentina scritta da Bernardo Segni.
tiiautieduno . scroto *vifT e di buon» cori serva rÌDne,
La Storia Fiorentina si-ritta d.i Bernardo Segni è compresa
in questi due undici. Nnn è preceduta che da un breve som-
mario, e termina colli- pMiiile: Unendo unirli) /'antan: finistr
711! l' Istoria. Intorno al inerito intrinsieo di quest' opera cole-
bmlissimo ei! allegata comi) lesto di lingua dagli Accademici
della Crusca, nulla io posso dire, che non sia a notìzia di
tulli , i lecci i e spciir^mciite il Se Iti ma (ini . gii ni «e udì ivi la vita
dell' autore ed ornandola di copiosissimi indici la mise in luce
in Augusta per le stampe Merti e Majer l'anno 1753 in
foglio, ottenendone il suffragio arenerai e de' letterati. Quaut'è
poi al. mèrito de dite '.odici presenti posso far cortoiil lettore.
foà MANOSCRITTI ITALIANI
che lo copia n'è stala tratta da buona fonte, ed eseguita dal
principio .il finn con diiic'ìiiza c co rrc 7.10 11 e grandissima , ben-
ché più d' uno ne sieno stati gli amanuensi.
10155. — 10156.
369. Storie di Fiorenza scritte da Benedetto Varchi.
Dnc volumi carlacci , in <r. r.mlii-ri cenili , di pagine 100 il prima, e di 1300
il secondo ; ver» 1t Une itti «colo ivi*, ben amiti
Contengono questi due volumi — le Storie di Fiorema de
suo tempi, di messer Benedetto Varchi Fiorentina. All'Illmo. el
Etemo, signore iiiu onere"". Omimo Malù i Dura 11°. di Fiorenza
e Siena. Volarne I'.; e lo stesso titolo si ripete nel volume 11°.
La storia è preceduta dai proemio, come si vede nella celebre
per le stampe di Pietro Martello l'anno 1711, in foglio! Sul
merito di questo manoscritto posso dire, che sino verso la
metà del secondo volume fu grande la diligenza e l'accura-
tezza dell'amanuense, la quale poi venne sempre meno dalla
metà di esso volume sino alla fine,
10158.
370. Lettera di Mario Matesilani scritta al successore
dì Cosimo de' Medici.
Cartaceo, in 4". caratteri corsivi, di pagine 70, secolo rif,
Compreudesi in questo codice una lunga lettera di Mario
Matesilani di Bologna, scritta a' a 6 del mese di ottobre
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
101 50'.
366. Storia della Repubblica Fiorentina, di Donato
Giannotti; ed altri suoi scritti.
°* di Inuu coaierY-ibne!
La storia drilli rrpoldilica timrnlina . divisa in quattro li-
bri, composta da Donato Giannotti, e dedicata ai cardinale
Nicolò Ridotti, è il contenuto principale di questo codice.
Senza più, è l'opera stessa, di cui s'e detto nell'antecedente
codice n° 365; ma quanto alla correzione e alla nitidezza de'
cai-alteri, il iiianoseril tu presento, è molto all'altro inforiuio.
Due altri scritti però si contengono verso la fine di questo
volume, uno de' quali non è di poca importanza. D primo
È un Discorso delle cose d'Italia, Al Santissimo Padre e Signora
nostro Papa Paolo Terni, e finisce alla pagina 1 57 dei codice.
Non è dichiarato il nome dell'autore, ma è opera di già co-
nosciuta dello stesso Giannotti, la quale vide la luce nel
il' volume della edizione, elio ili alcuno opere del Giannolli
fu pubblicata in Milano per Nicolò Bettolìi l'annoi 83 o, voi* 4
in 16°. Niente pili dunque io dirò di questo discorso; e noterò
soltanto, ci te nel caso d' mia ristampi <\a\ rà Girsi conto dr.! pre-
sente manoscritto, dm in dò specialmente clieconcerne l' in-
tegriti liei testo fu usciolo eoo ostreinn diligetiia ed accura-
tezza. Dopo il quali- discorso, alleo oe segno, Il mi argomento
è : Del modo di rendere per buone vie la libertà ad un popolo oppresso
dalla schiaviti e dalla tirannìa. Non avrei difficolti di asserire
essere pur questa opera del Giannotti, ed incomincia cosi:
«Non è dubbio alcuno, che l'affaticarsi perchè una repubblica
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4s5
dell'anno 1571, e inclinila al figliuolo c successori; del gran
Cosimo de' Medici. Questa lettera, che per ogni indizio sem-
brami autografa, può .--tabilirM rssi'iv I'oem: quella nii'derima.
che il Matesiiani indirmó al principe. Che cosa ella contcnsra,
risulta dalle seguenti linee per le quali si dà principio alla let-
tera stessa. Incomincia così : « In mio grande amico et aOcttio-
• natissimo servitore ili Vostra Altezza mi disse, che potrei fare
-cosa grata a Vostra Altezza se io mi deliberassi di ponerc et
■ presentarle in iscritto quelle cose, che ragionando seco gli
"avevo detto d' bavere ossenulo nella vita [lei (.irati Cosimo
■ de Medici Padre di V. A., la quale pragonandola con quella
■ di Ottaviano Augusto gli havevo chiaramente fatto vedere,
«che ambidue andavano in bilancia eguale; perchè comin-
• ciando dai modi, che tenne il Gran Cosimo io acquistare fa
«Signoria di Toscana, trovavo che gli stessi Itavea tenuto
«Ottaviano Aupuilo: et quasi tolte le cose clic avvennero a
« quello, erano prima avvenuti' a questo, ■ ec.ee. Lettera pia-
cevolissima a leggersi, e piena di storiche erudizioni. Essa non
è mai stata data alie 3tampe, per quanto mi è noto; anzi sap-
piasi che il Moreni nella sua Bibliografia della Toscana, pub-
blicata in Firenze l'anno 1800, 1 voi' in à°, all' artic* Malesihui
no!) fa che citare questo stess i codice l'an^ioo, notandone il
10159.
371. Lettera di Giovanni Battista Strozzi al Cavaliere Vinta
intorno alla famiglia de' Merlici.
l.,LlIi.H I"i. ìli t.ll.r.lHli 'iil'i-.i. ili |,.-m:,- vr.-i|,, \ •' 1 1 '
Per la legatura, per la diligenza dello scritto, e per altri
<iafi MANOSCRITTI ITALIANI
iiidl/j sembra essere questa Li c;:pij u:.r:i:tii-n , clic fu pre-
sentala al personaggio ili cui sono per (lire, H codice contiene,
in una Lettera di Giovati Ikttiita Strani a! Giuntare Milano
Vinta primo Segretario di Stato dei Gran Duci di Toscana, elle
gii m'Urinò di Firenze il dì n dì gennaio dell' armo i6o4 (e
non a ia (lì maggio i(k>3, com'è nella slampa datane pur
Sei-martelli e fratelli iu Firenze l'anno i <i io, in &'} come ivi
apparisce, cmiliimi! , dico, un compendili drilli sluriti delln
famiglia ile' Medici. Ed in folli s* incomincio così: "La genti-
i lìssiuia lettera ili V S. dicendomi desiderarsi elio io facessi
» 1 1 1 1 brevi! ri «tri 'Ho aj>|iarl.'iii'iile ;il lii Ijnitjilia ili'' Medici , ■ il'..
Dopo di che, In seri Kore da principio all' opera in questo inolio:
■ Se antichità d'origlili' , se eei'i'lletr/a d' li in -.tu ini, se per lungo
i tcmfitf continualo dominio e granii e//.a il' imperio portano alle
■i liuuiglie r.liiaie/./.a, e rigiianli'voli sii] ira In olire le rendono;
. In fami glia de' Mi 'ilici ji..T ti iti i questi ri* pelli, » ec. ce. lì ter-
min,a lo scritto cosi ; « I '!■ 1 aggiungono agli olici meriti loro il
i vigilare, die l' eiluealioiH! e V in segnameli lo dì sì gran Prin-
« cipe all' ottima loro rotanti corrisponda. ■ l'orse dirà taluno,
e non senza ragione, ehi- troppe parole fio fatto per descrìvere
perche inessa in luce da duo e più secoli, come indicai trai
j'iiiiirl.'iii idlerma inni averne egli veduti oltre il suo che due
soli, non è improbabile che in revereii7.il altresì dello scrittore
non se ne faccia o presto o lardi una ristampo; nel ([«ale caso
non dovrà essere discara la notìzia della esistenza di un co-
dice tanto nitido, quanto corretto com'è il presente.
DELLA BIBLIOTECA DKL RE. 4a7
10160. 1 •
372. Capitoli de' Fiorentini abitanti in Roma nel
secolo ivf.
Membranaceo , in .ì". .;inl!iTÌ Lmt.li. .li pagine no, secolo ivi",
ben conservato, e nella sua prima originale legatura.
Il titolo de! presente codice è: Capitali della Nalione .fio-
rentina «abitante in Corte di Roma. Il ijual codice Ita il pregio
di essere l'autentico, ansi probabilmente il solo, ebe custo-
divi in Roma presso i deputati di quella nazione. Oltre le
sottoscrizioni autografe d'essi deputati, e quelle del notaio,
del capitano, ec. avvi pur nel mezzo il gran sigillo della
nazione, preceduto dalla If^niizr.azume nelle forme, ed in
liilL'iiil latina, dell';, iitivitir!l:'i r|i tv-.io tuiìiec , il riujle fiuisri'
con le seguenti parole: hi nunnim omnium ri iuitjiihrum ftdem
•■f .■h::ii:iri . . . Qui ne fu cancellata la data ; ma ciò fu senza
dubbio il di 3o del mese di agosto dell' anno i5i5, Come
chiaramente risulta dal proemio, che precede l'enumerazione
de' sopraddetti capitoli.
10102.
.ì- i. Sommaria di.'^li Annali di Hoio^ia di Francesi/o Neijri ;
giuntivi altri scritti di vari! autori •: d'argomento diverso.
Comprende questo codice : 1° Ln — Sommaria delle cose
ii8 MANOSCRITTI ITALIANI
principali contenute nella copiosissima tenitura degli Annali di Bo-
logna, formatti da Già. Frimcrsr.ii Start Uohyiicse, e indirizzata
al signor Raffaello Trit.heth- i)n Frane: e questa, per i cangia-
menti i nlrad otti visi , di cui sono per dire, sembra essere la
copia stessa, che del sopraddetto suo sommario mandò il
Negri al DuFresne. II' Lo stesso sommario scritto e sottoscritto
ili propria mano dell'autore in Bologna il di ao del mese di
novembre io55, nel quale si rincuiitraiiO, facendosene la col-
l.i/.iono, (pici!.; d i 11 i • r il- /i !■ r i.a udirmi mi li , di cui dissi poco fa,
e clie nell'altra sopraddetta bella copia ha creduto bene l'au-
tore di dover in Ira durre.. IH" l'na lettera autografa del mede-
simo Negri indiritta al sopraddetto sig. Raffaello Du Fresile in
Parigi, con la data di Bologna a' i5 maggio ifi5g; lettera
molto importante anche per la storia dell'arti, e delle cose
di anlicliil.i . ci ■■] li ■ quali, c.nrne risulta por la lettera slc.isi,
era grande amatore, coiiascilori;, e ricoglitore il Du Fresne.
IV* La serie delle famiglie nobili di Homa; giuntevi alcune
notizie raccolte da varii scrittori antichi e moderni da Don
Guglielmo Carpello Romano, ai tempo di Martino Papa, e di
Sigismondo Imperatore. V ed ultimo. Il Catalogo alfabetico delle
.vip i-addi' tic nubili famiglie romane, delle quali, come, sia
scritto, fece puri' tìtrti:i.t.r,-' Teji.'i.-N ('.uin/mim iiclìn stai, opera, ch'i
in tanta stima, sppni rV j't:m.vjlk iihisui UhH'im. Jic di Francesco
iN. i cerni» union» del -0 puddello 5i""a«.'i".i, né di (ìu^ì lei ino
Cardello come autore della sopì addetta Serie delle famiglie no-
bili di Roma, trovo che da' nostri bibliografi sia fatta menziono
Digilized Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. aao.
10163.
37Ì. Storia dì Roma, scritta da Alberto Fabri.
Cartaceo, in à" grande, cut litri conivi, di pigine 3oo, vtno la line del
Il titolo del presente codi™ è: Hiitoria di quanto è occorso
dalla edificatione di Roma fino «' nojln lem;» . Alberto Fabri amore.
storia giunse sino ad K-ricn Qni:il!) iiopciatore, ci"- In
scomunicato dal Papa Mestino III". — È divìsa in capitoli,
ciascuno de' quali ha il proprio argomento; sono in tutti
diciaolto, e non numerali. Trascrivo le prime e le ultime
lince del codice. iDcomincia così : ■ Roma edificata ila Romolo
■ settecento cinquanta un anno avanti la venuta di Cristo,
■ signoreggiata per lo spazio di duecento quaranta tre anni da
■ sette Re, e governata per quattro cento sessanta sette anni
■ da ì Consoli, in ispatio di circa settecento anni ascese alla
1 iinmiirt.lii.i ild inondo. I.n sii:* ■ n i'^iistr fu ili circi Irò [iiiia
■ habitanli, • ec. E le ultime linee dell' opera sono queste;
" Acquistò grande infamia u l'Ini | xr.i tuie (Tiri™ V") appresso
,1 i popoli il non liaver voluto liberare senza grassa tagl-a il
■ Re d'Inghilterra da lui iin|u^i;ioiiai(i nel ritorno da Terra-
■ Santa; e mosse Celestino 111°. a scomunicarlo. Morì non
• assoluto, ma però non impenitente, l'anno mille cento
■ novanta sette, lasciando il Regno di Sicilia a Federico suo
■ figliuolo nato l'anno avanti di Costanza sua moglie. con la
• tutela di Filippo suo fratello Duca di Toscana, e di Svevia. ■
Aggiungano gli studiosi alle mie le loro cure, onde conoscere
se mai quest'opera del Fabri, clie pur sembrami pregevole.
43o MANOSCBITTI ITALIANI
fosse stata posta ìu luce, non trovandone io falla menzione
da' nostri bibliografi.
10166.
3;&. Scrini in prosa c in poesìa; Lettere, Orazioni, e
Trattali sopr argomenti diversi.
GirUcio in ^' fiiLiuih- . j-.il i -.1 1 ■. i - 1- L l'.r. i'i . i i L pr.|:Lii.. liil.o . jccoli l'I" r ntl\
Si contengono in questo codice gli scritti seguenti: 1° L'In-,
irott» mone di mestscr l'iati Mnijn» t„it' mitica Kipiiliilictt Humana,
all'Itilo, el Renaio. siijBtir Cardinale di Gamhara. Il quale titolo,
che giusta il min continue rio IWldnionti; trascritto come ivi
lesesi, si ripete di liei nuovo nella pu^iiis si inseguente al co-
minciamento d'essa irdniibiiìanc . c v'ha l' indirizzo Al sii/ no:
Duu Ottavio Caraffa. Do lo prime e le ultime linee (li tjuest'
opera a fine clic gli studiosi leltori possano giudicarne, ed
all' uopo loto gjn\;ii'ni'ui'. Ir itomi mia così: «Due sono le cose,
-se non m'inganno, sopra tulio l'alilo degne della notizia
«d'un Signore; la forma de' governi civili, et l'arte della
"guerra; a ciò clic et in pace, et in guerra, et dentro, ci
«fuori possa beni' esse rei Li re l'ollitio suo. L'essere Signore
i s'intende io due modi ; per fortuna, Ct per natura. Signore
-per fortuna chiamo ogn'uno eli' li a libi stato et sudditi, in
i qualunque modo rpiestì !■' Imi no ; ri por defedi ti, o por vu-
«lunta di coloni clic pnnsorm darli, o per prezzo, o per vio-
» lenza, o per altre vie elio ni a" ri bulinino lo tutto u por la
■ chiamo uno eli' è prodotto dalla natii va rato a comandare et
■ liaverc il governo de'popoli tal che uno può essere
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i3i
■ Signore per fortuna et non per natura, per natura et non
■ per fortuna , et per natura et fortuna insieme , ■ ec. ce. Alla
pagina il - del codice termina questa hdn,:/:::ii;in: del Mayuo,
le cui ultime lince chimici a lecere come seguo: « Ma se ella
■ (In repubblica ) !u mai nel fiore, ci nei minio ri' ol;iiÌ lodevole
"qualità, si può 1 1 iic eli' ella vi l'osse, al ii'nipi degli Seipioui,
• nel qua) tempo la conobbe Polibio; onde non è maraviglia
. s'irli In in ini I/a et cele! ira sopra (nifi- li: ali ri'. Kl ipieslu baili
■ per introduttionc nella aulica Repubblica Romana. — 11° Al-
cune Lettere ili Nvijotii J<! Giru/ieir Fin \iinilnd Caro scritte a
diversi Prcncipi. Sono es.se tutte già posle in luce? Giù e proba-
bile; ma non essendomi dato ili poter fare i necessari confronti
cui) tutte le stampale, clic da varii editori, in diversi tempi
<■ lincili si pubblicarono, e a' miili-i Riunii ancora, penso di
pone sotto degli occhi dogli studiosi eri amatori del hello
sumere i nomi rli (pie-Ile persi , alle ijimli esse lettere sonu
state indirizzate; ciò, ebe servirà loro di norma per quell' esame,
cui lor piacesse d' iustituire; i quali nomi sono : Al Contestabile
di Francia, scritta di Roma a' 3 di maggio i555; A Madama,
di Roma là maggio 1 555; Alla Regina di Francia, ivi ìì maggio
l555; Al Cawliem Titanio, le. stesse date; Al Cardinale di Lo-
rena, le stesse date; lettera ovvero Instrattione a Monsignore di
Ghisa, 1° giugno 1 555; Al Cavaliere Tibartio, la stessa data; Al
Re di Polonia; due altre Al Cavaliere Tibartio; due A! Ile di
Francia, le slesse date; Al sijj. (iiiinlunn Orsino, Al Re, ed alla
Regina di Polonia, con le dale medesime, ma queste due [si
come pur l'altra qui poco sopra all'Osine) sono latine; Al
Vescovo di Verona; tre Ai Cunliiiale Sai-elio; una Al Cardinale di
Perugia; una Al Conte Santafiorc; e queste del mese di agosto
dell'anno sopraddetto; indi, due Al Re di Navarro,, del mese
di settembre; una Al Vico-Legato dulia Maria, di giugno; Al
AÌ2 MANOSCRITTI ITALIANI
Conte Nicola di Piiiijiiui-.'j, in novembre; Al siij. Don Alessandrn
Farnese, di maggio; Al 113. Adriano Baglione, pur di maggio, e
tutte dell' anno i5£>5. 111° Cinquantaciuque Lettere di Contta-
tloijlieiizn ili messir (Uova» JVn:i; ':.s.-.j Vrinudn p./r il Cardinal Scr-
moneta — Al Ctudmid Stivelfa l'un»o 1 374. La prima incomincia
così : ■ £ Gommone tra V. S. IlliiTo. et me la perdita, che
abbia 11 io l'atta del signor Bonifacio bona memoria, et com-
■ mune ha da essere similmente Fra noi la compassione et il
■ dolore. A me è mancato un fratello, ■ ec. E 1" ultima, eli' è
indiritta 0/ Principe di Sulmona, incomincia così : «Credo che
■ l'È. V. sia certa ebe io mi sono doluto, et mi condolgo
< nell'animi] della morie del sigimi' IVirujiro l'elice memoria,
■ perchè, ■ ce. IV* Alcuni versi sciolti, che hanno per argo-
mento Vllcarico, scritti e dedicati da Gii). Battista Leoni — Al
Ciir\<tiwissÌ!>r.i i'ì In v.-'ri ij) r.-Jid ìli'iiriro IH. Re di Francia et di Po-
lonia. Sono essi versi preceduti da una lettera dell'autore,
data di Roma nel mese di dicembre l'anno KibS, e indiritt.i
a! si;;, cardi iiiilc di (iinuisa niu leti ore di I1' rancia , 0 fi ili'ei
uremia sultn la sua protez-ione quieti buoi versi eroici, e gli
faccia degni degli sguardi tiri re. l'iuxino essi stampati questi
versi dell'autore delle Considerazioni sulla storia d'Italia di
Francesco Guicciardini? l'i r le indagini, che ne ho fatte, noi
credo; ma ad ogni buon fine ubbi.mà i lettori i due primi,
ed i due ultimi di essi versi;
Là dove solo il gran Campion di Cristo
Chnstisnissimo fte ili gente eletta.
— Sono questi i due primi; e Ì due ultimi sono i seguenti;
Dell' ossecratili sangue ingiurioso
De' nemici di Dio lucido smalto.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 433
— Sono in tutti i versi a 2 6. V" Oratìone pronuntiata innanzi al
Re Christianissimo sedendo ne noi Slati Generali tenuti a Blois
a is di Gennaro i58g, da monsignori! Carlo di Cune Conte di
Brisac, a nome dello stati) della Nobiltà di Francia, alla anale
soprassedeva; c questa orazione e compresa in 3.6 pagine. Vi" Un
Trattato diftsonoinia. Non v'ha nome di autore, e non fi quello
del Porto. Incomincia dalla fronte, c termina colla pianta de'
piedi. Becche mi sembrino un po' bizzarre le osservazioni mo-
rali, che fa l'autore sopr' alcune parti del nostro corpo, c non
si estenda ad osservaiìoni craniologiche propriamente dette,
pur io credo che special munii' il eh" unslm dui lenir l'Wati gra-
dirà ìa notizia dell' esistenza di questo vecchio Trattato di fisono-
mia. VII* ert ultimo. Trattata dell' arte del ricordare del lig. Già.
Batta, della Porta Napoletano. È diviso in 1 1 capitoli , il primo
de' quali stabilisce caia sia memoria, e l'ultimo indaga rome ci
lussiamo ricordare del contrario. Ciniche io non trovi fatta men-
iione da' nostri bibliografi ili questo Trattato di Giò. Battista
della Porla sull'arte del ricordar?, pure posso accertare i lettori,
din Dir abbiami) già il un l'ili/iuii i ; I' una in :; la ila un [ili Militila |n
Napoli appresso Mattio Cancer, 1 566 , in 4°. e l'altra in latino
pubblicata pur in \apnii oyn.l .io lìujii. Salili!?!» ifiorj, in 4*, am-
bedue le quali edizioni si trovano nella Braidense in Milano.
10170.
376. Descrizione ilei regno di Napoli.
CirUceo. in foglio, caralltri ^uiigoticl . di papoclao .adus colonne, menimi*.
L'argomento di questo cmlicir ir tome segue : Descrizione
del Ueijao di .Xapt.lt iva molli- i.-wm-olarità. Ne trascrivo le prime
ahi MANOSCRITTI ITALIANI
o l'ultime linee, e più la sottoscrizione eh' è in fine, onde
possa più l'adluieiilo risiilliire se sia o no pubblicata quest'
opera, .Supponendosi già, che il lettore sappia, che qui si
• posi (io no de lo nome. In lo tempo de Solane philosopho de
» Athcne, ■ et, l'i termina ani : - Questa non e casa de errore
« uh spelo c a de latrunj; ma è una Gropta, la quale tene détro
«acqua salutifera, l'inis. Divi ^m.s. Amen, i Dopo di che leg-
nosi questa sottoscri?.ione ; Lilxr isir Imeptiis fan die \i. Janaarii
/■■me lict'irorr/idurlr di: lurirelln ili- C.tipla (tic Irywrj Cnna-itarium
M." dni. tini. (/(Nitrosi r oV t:ltitu:(Hi> ila Fabriano: cxpktas Fo die
\\m, inaili curate miUeim cccr." Unni." in villa bride amitatas
sfnntf : scriptui a l'ini si ti:,ntiin- Strami mni annoi,- ductoris :
di'ti Mtithei de iMSf«sM>. diii. mei vbsercttdissiinL Fine sto ,- pia
laudi-tur órijti Maria. Amen. Dell'autore di quest'opera, la
([uale, per la buona fede e vmpl icilà con cui è confluita,
sembrami pure di fpiaicljR predili, non trovo l'atta menzione
non .solo ne' nostri bibliografi «tuierali, ma nè pur nella
Biblioteca Napoletana del Toppi , ne in quella del suo bene-
merito contili nato re. Liuiiardo Nirodcmo. Lo stesso dicasi de'
seguenti codici segnali co' nuin' S77 - 378 - .I79 - 38 1 - 456 -
afit-i6i-463.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 435
10171.
377. Notizie sloriche, poliliclic, ed animi ni slraiive dei
iv (ilio di Napoli ; u'iimtnvi ali re operette.
r^ii.TL ii . k, V, r j'r.iMi.ri Hi:iii;iili' i . ili i ii'vi 1 .in ]:.;.iii.- . il i fu tl»50 dello quattro
a LÌ[jn;jr priiiLi; uri.' { . Ili: .■ i, l.h-1, [] li j i L;i ; i conosce essere Elatc t belli pOllJI
UjKiitg fugri), secolo m", e di medioac rooicnuione.
Si ani ti ìii nono iu questo codice primiera mente alcune no-
tizie storiche, ed altre politichi: ed amministrative del regno
di Napoli. E per verità egli è un peccalo , che il codice abbia
la sopraddetta imperfezione nel sno principio, dove proba-
bilmente, se non dell' anno in cui fu esso scrino (ciò che
parrai essere avvenuto seni' alcun dubbio nel secolo X[V°), forse
sarà stata fatta menzione di chi scrisse, 0 per comanda mento
di chi furono scritte queste notizie. Dopo le quali, compresi
in otto facce, l: un;: novella dettala collii stile 1 Medesimo delle
Mipradilctle notizie. Ne ilo le primi' [ince, die a grande stenle
pota leggere, a Fine che possa giudicarsi del rimanente di
tutto il codice. La novella incomincia cosi : ■ Una bona novella
■ voglio dire .1 io nostre Napoletane; la novella et dic-la : die
■ le Napoletane so de loro natura le meglio amate de lo mundo;
• et provolo ; et state ad audire. Dìo crii) lo inundo et fece tre
«parte Asia Africa et Europa, ■ ce. oc. Dimostra appresso, che
la più bella delle tre parti c l'Europa; che in Europa la più
bella è l'Italia; clic in Italia la più bella e Napoli, ce. ee„ e per
induzione concli. mìe, die le donne Napoletane debbono dun-
que essere amale sopra tutte le donne del mondo. A questa
novella succedono altre memorie storiche concernenti il me-
desimo regno di Napoli, dettale dallo slesso autore e scritte
A36 MANOSCRITTI ITALIANI
perla medesima penna. Crimini ili ijuel mjnu è il loro titolo; ed
"11 questo modo: A li m.ccc.ijìxi. a ly xsv de maio
" " i dona lira madama la duchessa de Ca-
labria le scrivo chesia cronica la quale comenza da lo Re
. CoTao per fine a Re Carlo tierzo el scriva per delio de mio
"patreda lo Re Carlo in fine a lo Re Forante; lo aio veduto;
■ et tutte clieste cose so verissime de veduta. Madama la Du-
■ chessa, ■ ecce. Credo che a coloroparlicolarmeute, i quali
intorno alla stori;! ili i.':;mi riunì:; i loro stiidj potrà essere
grato e forse utile il mnnsrarr anche questo antico codice. E
non dubito che molli lumi potranno loro .somministrare le ul-
time linee che riportai . r pili qui' Ile die. n';ii™o. Le indagini,
ch'io ho fatte pur Scoprire 1' .tutoli.' di questi scritti ini lor-
10171*.
378. Compendio storico della città di Napoli.
Carlscc-n. ìa i". cai-alteri prcsni!:!!.'; Loinli. ili jiii^im- ."uni, malo itir.
Dna storia in compendio della citili 'li Napoli r il coi 1 Ie-
ri t.i lo di questo coilii e. clic- vu-iuci pia con !;in'..le linei': : La
■1 CLlli'i d.' iNapuli 1,1 quali: fra le altre diri Munirlo per limili-
" tudine de Cavalieri ci de loro diìel.li et pompose ricchezze
■ have acquistala fama ^i-iiudis.-ima ; In quali rose si narrano
■ tulle per diversi volumi de' libri, si che per questa presente
« cronica si potrà .sapere. Et. primo,» ec. ec. La Cranica ('■
divisa in '601 capiloli ; il primo do' quali [rafia della origine
e de) nome della città ; e l'ullimo lia il seguente lilolo : Questo
cnjiittth frullìi, ih lidie ir Ciltu et Tirre itcìln Prminria de Campa-
nili et de ìi Papa rlie suini ilinwi mi issa Pnu-inrin, Non giunge
OigaizM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 43?
lo storico, che sino all' anno taSo dalla venuta di Cristo.
Quanto al modo coti coi scrisse, si attenne più al dialetto
napoletano, cliealla lingua uostra italiana propri ai Licite delta.
Quanto poi alle cose , die vi si raccontano, parmi veramente
v'ha nome di autore. Ebbi sotto degli occhi molte croniche
e storie a stampa della città e regno ili Napoli, ma di nessuna
di quelle eh' io fidi fu tratto il compendio presente.
10172.
379. Antica slnria della città di Mapoli.
Circuivo, io l'i>!;!i'.' iiUti.Ì'i, .ardili: il ibridi, Ji pagine i5u. secolo in*,
iiili] .■.il.li'i'l.lr ; .' 1 i-i □ |"_ ( iU non l'.il.' linr.
Un' antica storia della città di Napoli è il contenuto di
questo codice , che a parer mio fu scritto verso la fine del
si v" secolo. Essa incomincia alla pagina 3a, ed è preceduta
da varie altre cose latine si stampate, che manoscritte, le quali
nini Le lamini .-.lie l'ari' cella sonia iin''le>iiiiri Chi ne si.i I' ,1 li-
tote, ciò non è didiirir.it' i in aleni) mudo -, die siri Corsi.: stala
pubblicata ni:' primi [empi ileiia st.tlnp:i in Napoli, riti po-
trdsb' essere , ma per le indagini . die in ho falle, non è a mia
notizia; e che ne sia forse altra copia inanoscrilla altrove,
.-.i rome più probd) il niente in Napoli, anche ciò non me
nolo. Darò quindi trascritte a' lettori le prime linee, per le
quali si potrà ri-pondere m> rimi a tinse, almeno a qualche-
duua delle sopraddette ricerche. Incomincia cosi r • Fu ne io
. tempo de Solonc philosofo de Athene et Dragone de La-
- cedemonia flettil i ile le le^i dei fìreci 1' uno in Athene et
«l'altro in Lacedcmoiiia. eompose.no le leggi ad ciò che in
W MANOSCRITTI ITALIANI
« tutta Grecie potcsscno sottomecterc a le leggi li popoli et
» gentili Uomini et Signiuri de la provincia de Calcidia. in-
■ dignandosc d' essere constricti ad tale lege determinare, ■ ec.
Non posso dare l'ultime linee di quesl' opera, perchè il cu-
llino., nome dissi ipii poco sopra, è mancante di alcune carte.
Veggasi cii clie s'è detto intorno al codice 376 in sul fine.
10172-.
38o, Collezione di scritti concernenti l'Uffizio della
Inquisizione nel regno di Napoli.
Varie, e di non poca importania, sono le scritture, clic si
contengono in questo codice, il quale porta il seguente titolo :
Differenze delia Corte di Roma coi Vice-Ile di Napoli. Nella prima
pajrina Siiggesi casi : Queste scritture sono slata comperate in Na-
poli l' anno 1710. dal signor Abbate di Louvois. Trascrivo V ar-
^■onicnlo di ciascheduna d'esso scritture. 1° Discorso per la città
e iìcijno di Napoli; che utile i/tme ile! S.mlu Ojfiei-) s iiubbia 1: jm-
cedere per la eia ordinaria seconde le lettere del He l'ilippo Srconttu.
Nel margine, con caratteri diversi, è scritto: CrnJo sin (il detto
discorso) del sigT. Serafino Biscardi. Il' Ragioni per non colere il
santo officiti della Inquisizione nei Regno di Napoli ; ilei sii/nor Don
Nicoli Carovita, Esaminai un poco questo discorso, c conobLi
dio sono tantissime non clic santo lo ragioni espostevi! ma
inni apparisci1 dal codici! te favorevole o no siane stalo il
risultato. 111° Osservationi sopra la scrittura data in Roma, e
stampata in Napoli col titolo : Risposta alle scrittore e motivi
dati a' Signori Deputati di Napoli dalla sacra Congregatane
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4S9
degli Ecclnii. Signori Cinqui Cardinali per la fedelissima città et
Regno di Napoli in esclusimi? del ritorno ilei ministro della santa
Ingniskione Generale di [toma: le quali osservazioni sono segui-
tate d'altro molle brevi scritturi', duù: ila una let lera indi rizzata
sullo stesso argomento al ministro ilei licere; da ima rnemonn
pel sopraddetto ministro circa le novi ti iutrodotte da mon-
signore della Cava; da una lettent della tillii ili Napoli al papa
In nocu t3 io XI I' portala a l'unii. 1 ilall'ai voc.Uu Piulro ['osco iii-
dcllo stesso Pietro dottore Fusco ci papa; d'altra orazione fatta
al papa dal signor marclieai; di MantcWlc [lini Mario Goffredo,
il di 39 luglio 1693 , lo quale è la brutta copia ma autografa
del GolTrerlo; ila una milizia ilell' nilicn/.a dala dal papa Inno-
cenzo .MI' al sopradtlulti; iii.in.lic.si;; (la iilcu:iu iinlru::oiìì chic
il ai deputati della santa inquisizione al niiin-licse di Montefortc,
ed a Don Pietro Fusco; da alcune proposizioni, per le quali si
possa supplicare il papa ed il re, a line elle nelle cause del
santo officio si proceda per li; vie ordinarie; e da ultimo da
un memoriale, elle fu particolarmente pre.enlato ai re. IV Re-
lazione tlelli molili e risposti nella informazione fatta alti Eiiuii.
signori Cardinali pi: la j'rìrhs<itm\ rtttà di i\ lipidi circa la via or~
dinaria, colla guaio in iLtu> Hrf/no .•'ini da pincedav d'ufi or-.ii:inri\
nelle eaase del Santo Officia. \ " Risposta fritta per parte di Roma in
difesa del ministro 'Iella Inquisizione Romana, che pretendisi aicr a
risiedere in Napoli : ■■ risposta all'- Mhz-ioni in esclusione ilei minis-
tro del Santo Officio in Roma. VI" Disposizione per poter venire al
trattalo dell' acoommodo delle '■ ■.idn-msie circa la cognizione delle
cause del Santo Officio nella città e regno di Napoli. VII* Difesa per
la fedelissima città e Regno di Napoli circa il Capo della pabblica-
Saa Santità. RwJ iS. novembre i6q3. Vili" RijlessioJlontro (e
Uo MANOSCRITTI ITALIANI
osservazioni (veggasi l'articolo III* in questo codice) sopra k
scrittura linfa in Roma e stampala in Napoli ec. Roma 1 tì. gennaro
iGgfi. IX" Riflessioni sopra i motivi de' signori Ecclesiastici conte-
nuli nel qui trascritto faglio del signor Pietro di Fusco. X" Scrittura
del signor Dottore Giacinto de Mar/ per la causa del Santo Officio;
la quale scrittura e l'autografa del de Mari, la cui sottoscri-
zione e nel fine, ove leggesi : Scrissi li 37 ottobre i6g3.—
Giacinto de Marj. XI" ed ultimo. Discorso circa l' Ileresia, indirizzato
ulhi l',eielkiiz.tt di! signor Duca d'Atvu per comprobatione d 'anti-
rliìssiino cnsttuue il ipeiolahih osstnama dì non potersi poner mano
nel Regno di .\apali a c:tru:rure munita persona per rama di lic-
ei sia ■■) :ìrl Suntj Qff'.cic , senza pi i'iui durra' notìzia uì rajew Viveri
che governa, c con sua licenza. Del olim Reggente Fabio Capete
(ì aleuta all'Itera fiscale e liei/io t'.ntisiijli-:rc. >t'l principio, nel
meno , c nel fine di questo codice sono altre cose stampate,
e tutte coiteci in.1 uhi i'ar^onii.'u'.o medesimo ddla inquisizione
in Napoli. Si M'.rivmirliljc, e si stamperebbe, se si potesse, og-
gidì altrettanto sopra lo steso iiigouieiilo ? lo io credo. Con-
sultai specialmente il Toppi HiUmleeti Napoletana, e vi rin-
contrai bensì citati tutti gli autori nominati in questo codice,
ma non sopra l'argomento, che qui si tratta della Inquisizione
romana.
10179.
38). ^istituzioni , Ordini, e Riformagionì pubblicale nella
città di Aquila nel secolo xv*.
Ferdinando re di Sicilia, (".en^alcmmc, ed Ungheria elesse
e mandò in viceré nella città di Aquila Antonio Cicincllo. Nel
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 44 1
principio del codice è il decreto del re, che nomina il Cla-
udio ,i rpiclh carica, Int-j-'iuLci insieme il più grande elogio
della sua oueslà , e dellii sua avvedute;/.,!. Quesiti ilefrele- .
cura' ni di costume special rimine, a quo tempi, e scritto in
Ialino. Dopo del quale scinomi tulli rji ordini, le le^i, le
«istituzioni, le riformagioni , ec. ce., che il Cicinello giunto
io Aquila pu l.d diri'. , ci iulmdiis-e; e queste occupano pres-
soché tutto il codice. Incomincia cosi : ■ Essendo in questo
i famosa Citale Aquilana , non meno per la indi sposi Lione de
«li tempi anlcaci.], clic pur presenti': cirniptcla depravato li
■ boni ordiui nel regimento, . ec. E finisce noi modo seguente;
■ E chi tCEncrarifLiiic.n le irnpnsó'rnni ausasse et presumesse
■ lenir coiiira li presemi stalliti onliiii et ilecreiì sia reputalo,
• havuto, et tenuto de ogni lenipo per inobedicnte et contu-
. mace de la dieta Maestà.— Et in pena de mille Ducati d'oro
• da applicarsi al Regio Fisco. ■ La copia del presente codice
parrai avere tutl'i caratteri dell' aiileulicilà. Veggasi pur qui
ciò clic si è detto del codice 376 in sul line.
10181.
38a. L'Isola di Creta descritla dal Baroni.
Ciri.;?... in .V laoniL . .■.i::-'l:h .i.r.i-.i. ji ^Llsnc I;U , s ("':>!»
Si dà principio al codice per le. seguenti parole: Laos Dea.
(577, Descrittiow Mi'hiih ili Creta, composta dal chiarissimo
sijnor Francesco llaro::i if. Giacoma. Per l'esame, clic ne ho
fatto posso affermare, che questa Descrizione, ami statistica
verissima di qnell' i=ola, piselli: vi è considerata sotto tutte le
viste, é fatta con molta diligenza, e con piena cognizione
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44a MANOSCRITTI ITALIANI
dello cose dell' isola. IjlchihÌmoiì, cosi ; - L' Isola di Creta ha
• forma mollo più lunga, che larga. È posta, secondo la
■ geographia di Tolomeo, nel principio del quarto Clima al
■ trigesimo quinto gradii ir mi unii quindici del nono Paralcllo.
■ 11 suo maggior giorno è di ore ] .1. > ne. E termina in questo
«modo: ■ Nella Canea sì danno gì' islcssi oflicii come a Re-
■ thimo; eccetto dm si fa un l'almi: e II' Arvnaì Nobile Veneto,
«ut Capitani contra furcs due (lilla di ni . et Castellani quattro
■ Cittadini, .i Ye^a-i per ciò se fu o no mai posta in luce
questa scrittura , dalla quale panni clic trar si potrebbero de'
buoni lumi. Certo è intanto clic il Maiiucchclli non la ripone
fra le opere stampale del Baio™, fi laudo .siilo questo medesimo
coilice l'ari gin», e segnandolo col proprio suo numero 10181.
10182.
383. Annali di Napoli scritti da Matteo Spinello.
Carla.i'.i. in ■■UrnUi-ii uiiMii. lii |ilii;iilr lìu , M.'il., un'. ilil'iM..,,.
Comprende questo codice : Gli Annali di Napoli di maser
Mitttco SiiiiuAlu tlti Immi lli 11 ----11 . li* lini da ijnelli , che sono in po-
teri del signor Midxlr linualdu. Ciò clic manca in sul principio
e nel meno non è per difetto 11 mula cu novazione del co-
ieggerc alcune carte dell'aulica scrittura posseduta dal so-
praddetto Gesualdo; ed è pei ciù clic lascio vvi per entro al-
cuni logli Inanelli, 11 cin che (toni' ci dice) ucrDrrenJo di ris-
contrare i« alcuna altra aulici! nupia ,jnelin i:ha ani manca, fi sì
pinta a<ì ■/in 11 nere. Gli Annali [clic li guardami il rujino di Sicilia',
incominciano dall' anno ] -j i 7 , e v.uuio sino all'anno u68.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE W
Non mi riuscì di trovar fatta menzione da' nostri bibliografi
ile' sopraddolli Annali. Il Toppi nella .sua Biblioteca Napoletana
dice, die Matteo .Spinello compose i Diarii 'li Napoli, rito ma-
noscritti si nònno per la mani di moiri, e sono stimati per essere
veritieri. Ma sembra che questi Diarii sieno diversi da' soprad-
(li-Mi .-In ;■«■'(. il ciiu ti li ^ono ufi pivsc ii le "idice, traili come
abbiani veduto da quelli clu- possedeva il Gesualdo.
38i- Memorie scritte da Lodovico Bori Monaldesclii sopra
ciò fin1 acribie dall'anno i327 al ]34o.
Cariaci, i» à" |;raiii3L' , lajnn.'ii r-.T>m. <3t pagine 4o. s.trtlo nir,
di buona cootervuiMf.
Il titoìodi questo codice è: Memorie et Annali da l'anno i Ì17.
sino a tanno i3io. ili messer l.ak[\'ni lìon-l '.oriti- A/f n.- tlrii-f, -hi.
Trascrivo le prime linee, per le quali si avvedrà tosto il let-
tere, che il Mimai rle-i'.lii amava lo sellano; «lo Lodovico
• Bon -Con le Monaldcsclii uacipn in Orvieto, et fui allevalo
.nella città di Poma. Nacqui l'anno l3s7. nello mese di
■ Giugno, nello tempo die venne lo Imperatore Lodovico.
■ Hora io voglio raccontare tutta la storia dello tempo mio,
■ poiché io vissi allo mondo loo. anni, sempre sema malattia,
■ et morii do vecchiezza, et fui allo Iella 17. mesi de conti-
. nuo,> ec. ec. Lo scrìtto non giunge che sino all'anno i34o,
come annunciossi di sopra, e quindi pare per le sopraddette
parole, che questo non debba reputarsi se non che un prin-
cipio dell'opera. Comunque sia, se n'é detto di essa quanto
basta per Farla conoscere.
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MANOSCRITTI ITALIANI
10185.
385. Trattalo generale e particolare sull'uso dello insegne
ed armi si dello famiglie, che degli Siali.
Di questo codice l'argomento, tome leggesi in su la prima
pagina, è iì segui' ti te : Urliti arili-. Ititi, Anni, o Insegne delle fa-
miglie, libri due: jicr (ìawjcs di' (io::>: ét l'isirro. AlF Erano, e
Udititi, sit/ntir mio t f.tf.lr no Coluto, i! iiiinor L'ordinale Franeesco
Harltertno Ai/i.-.d: di .Wlrr, Si:jitoi-' l'itpa ! ritorto Oliami. Il IraUjitu,
eh' è diviso io dodici capitoli, ò preceduto da un breve proe-
mio al lettore. Si parla nell'opera dell' antichità delle famiglie
in generale, non sema discendere talvolta in particolare ad
alcune delle più illustri. 11 primo capitolo incomincia in
questo modo : • Universale sentenza di tutti i Filosofi è, ed
• alla ragione istessa grandemente conforme, die nel princi-
■ pio del trattar che altri fa di qualsivoglia materia, debba
• dichiarare e presupporre quello che significhi il nome delle
iriiE'.'. delle quali e;;li lui di ramini uro suo principali; intondi-
. mento. . . Dico iìduuijiii', idie [[misti i vocìi hn In Anni , ■■■ ec. ee,
E le ultime lince del capitolo mi'', ch'é 1' uliitno, dove si parla
delle armi di Francia, sono queste: - tosa maravigliosa è, che
«si vede il Rospo ed il Giglio nel capo del Gallo, il che age-
volmente si seuo] ini se bene si cuoci; allesso , t che legger-
■■ memo si levi fosso; e da ciò un voli-alno ino :' Gro^orio di
■ Tolosa nel lil>. 1". piat'lml. i>|il. juriscoiis. ) arguì, die ulti-
« inamente la Monarchia del mondo debba cadere in mano
■ ile' Francesi. ■ Non può negarsi , che in questo lavoro dei de'
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 4S5
Gozie non si scontrino a quando a quando delie sentenze , eh'
io non dirò bizzarre sol Un lo ma stravaganti, sì come non pud
negargìisi una grandissima erudizione. E sembrami che dav-
vero molto a proposito egli abbia posti in sul principio dell'
opera i due versi seguenti,
• Qui iegis isla, tuam reprebenda, si mei lauda*
ì quali tolse — ex Joannii Aadoeni lib. i . Epigramm. Di questo
(tìiii"C!> ile Cmì.i.v Iruvaii ilì: Ila lii bliiilnca dell'Ila} in registralo
un libro di Araldica impresso in Uoma nell'anno i637, in i°,
ch'io non polei aver fra le mani, e per ciò non saprei dire
s'ei sia diverso dal contenuto di questo codice; solo osservo
che nello stampato è intitolali! Discorso, e nel presente ma-
noscritto si legge, come abbiali) veduto, Dell' antichità ,
Armi, ec. libri due.
10190.
386. Memorie della famiglia de' Gambacorti.
Contiene questo codice, magnìficamente legalo, e colle
armi dei cardinali: Ujpjii cui i: sialo ollcrto, il - - Colamento
delle memorie ddb.i jiimi-ilin d./ (innJ-itivrli ; d>\ r- ifiHp<ntli,>!anì,:ii<-
si tìarraìiu li- dilaniti: , onori, domimi , diiiimtii. porscrutioni , ci in-
j'ortanii saccessi a della jamì'jìiit ; mi < n'ita da multi e diversi amorì,
scritture, e privilcgii concessi a detti Gambacorti. L'operetta è de-
dicata al cardinale Bacili da Don Si^isitiuoilu Cambaiorli
vescovo di Thelesio con sua lettera dedicatoria scrina in
446 MANOSCRITTI ITALIANI
Cerreto il dì 1° novembre dell'anno 1 63 1. Può forse essere
di qualche utilità, non clie di piacere, a distendenti di quella
illustre famiglia la notizia di questo codice, il quale però quanto
alla lìngua ed allo stile non è molto a pregiarsi. In fine del vo-
lume sono dipinte le armi della famiglia, e piò v'ha di essa
mi ;i]]htì> evuenlo^ieo . t : 1 1 1: pili- i' effluito con molla ami lie-
tezza. Al nostro benemerito marchese Pompeo Lilta non rius-
cirà, discaro il sopere del presente manoscritto, che per le
uni, idilli tii o ho l'alte credo sia inedito,
10191.
.Ì87. Scritti diversi, lutti concernenti fra Girolamo
Savonarola.
Cartaceo, in 4' grandi-, ..iliIvi-ì :,.:nli . ri L y-i-, m-,- ,1,, i .
Tutto quello, che contieni in questo codice coucerne la
vita, le opere, e la morte del celebre Irà Girolamo Savona-
rola, e tutto vi t trascritto con grandissima diligenza. L'or-
dine delle materie e il seguente : 1° l'Vta et morie del lievcr. Padre
Fra Girolamo Savonarola da Ferrara ile l'ordine de' Padri Predi-
calori, descritta da i1' iti /'li''. Mjnsrf (Hoian Fninecea l'ico, Signore
Min Mirandola, e Caute delta Concardia l'anno H.n.xxx. L'opera
è preceduta dal sommario de' capitoli, di cui è composta, i
quali sono ic,, e da un proemio dell'autore. Lavila incomin-
cili : ■. Il paté ino avolo del nostro I'Y.i Girolamo Savonarola, iec;
e termina : iQul adunque, come promesso babbiamo, impor-
■ remo 6nc, > ce. Dopo di questa vita clic, come vedremo, fu già
data alle stampe, è: 11° Vita et morte del Rever. Padre Fra Giro-
lamo Savonarola da Ferrara dell' online ile Padri Predicatori ,
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. à&i
descritta dal molto II l'idre Fra Timoteo ila Perugia del medesimo
ordine de' Padri l'mt'attori. V. preceduta l'opera dall' indice de'
capitoli , e sono gì. La vita incomincia cosi : . Fu Frà Girolamo
• Savonarola per Nationc et Patria Ferrarese, Lcnchè si dica
« in Padova fu un d (..]>■ ie i!. (Li bene Inumi o dilaniato per nome
■ maestro Michele Savonarola medico, > ec. ee. E finisce così:
■ IJii'.'St:i ■■ (miracoli.:- ' io l'acculilo pyi il dello Pier .Matteo
■i Merli, i'l lineo Frulli Aulonimi di A r ■ 1 1 1 ■ 1 1 ■ > liei'li lo seppi! in
■ iscritto da una sua Zia Monaca di Santa Marta, che da lei
■ proprio l'aveva inteso dire più e piò volte.- La quale viti,
che non è a min nottua sia stata data in luce, è seguitata dal
processo, che fu fatto ili fra Girolamo dinanzi agli esaminatori
e denotati Fiorentini, il quale processo occupa 4o pagine.
HI' ed ultimo. Diacono sopra la dottrina et opere del M>. Padre
ira (iimtfiTiin Saivnxnik . ee. , ji;ttn dal Padre Maestro Bernardini
da Lacca, ec. ec; il quali! discorsi! sta colla vita del Savona-
rola scritta da G. Franco. Pico (di cui s'È detto di sopra) già
pubblicata per cura del P. Quetif. E benché pressoché lutto
ciò. che contiensi nel presenle codice, sia stato dato allo
stampe, pure non sarà inutile che si sappia che la copia n'é
correttissima . e (on molla il il idilli /.a eseguila.
10191'.
388. Narrazione della vita e morte di Filippo Strozzi.
Comprendesi in questo codice — La cita e marte di Filippi
Strozzi Fiorentino. Essa incomincia cosi ; « Nacque Filippo Slroi/i
448 MANOSCRITTI ITALIANI
■ in Firenze l'anno l4S8. , e fu al battesimo nominato Gio.
. Batista, ma, morendo il Padri? poro dopo noi i4<)i-> piacque
» alla Selvaggia sua madre, sotto ia cui tutela e governo egli
« restù, per rinnovare la iiiemtirìa e consolare il desiderio dpi
■ defunto marito, di chiamarlo col nome paterno Filippo. Fu
ti da lei molto teneramente amato, ■ ec. E termina la vita con
queste parole : ■ Onde si può per le sopraddetto azioni co-
» tome la mali -ini :à dcllu Città oojlra. :. Vci^a coni il lettore,
aggiungendo li; Mif alle mie indagini, se questa vita, che
sembrami il ottimo itile ed ci ^ a u temente scritta, si» stota
mai posta in luce, e se sì, sappiasi eh' è qui diligentemente e
correttamente copiata. Del resto egli è certo, che non è pur
nnirdiitii d;il MojviiÌ nulla Mia LililioL;]nlia (Iella Toscana.
10198.
38a. Relazioni concernenti la Fiandra, scritte dal Cardinale
Bentivogiìo.
Si culi tengono isi questo codice le dae scritture seguenti :
I" /jr/a: itine ilei mucimcnln d'armi, die segui in Fiandra tanno
1 tì i i . per accoltone d'avere le province Baile decapata la terra e
• iislcllu di (iitilins; i; di ijìimil,! fu juii n-.-ijuli-iln per accordar le dij-
ferenzefra l' Eh/tlurc di lìrwiJcnibxrj, ci il Duca di Ncaburg, sopra
la pretesa Ioni suaressiinw n ijli 'tuli della Cina di Cleves; fatta dal
Cardinale Bentii-ii/lio in iiimpo di-ììn sua Xnnliatera appressi/ i
Serenissimi Arcliiduclii Alberto e Donna Isahcllii Infunili di Spulimi,
e indirizzala ai signor di Belhunc. Il" Relazione del Trattato della
L'I I liZOd b, COCK
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. bhs
naerra di Fiandra, che si concluse in Anversa a li a d'Aprile 1G09.
falla dal Cardinale fa li™; irà in tempo, ce. et., come sopra; ed
è veramente pince voti; a leggeri olirli questa relazione', poi-
rbè mutati i noni. AA'u: poivoiiu e di:' iuos;lii S'.'in lirn brilla a
tempi anr,i a' giorni nostri , ne' quali si traila delia separazione
perpetua del Belgio dall'Olanda. Già è nolo a tutti gli studiosi
amatori della nostra favella , che le due ii'lazioni del Benti-
voglio contenute in questo codice furono date aUc stampe;
ma la sua legatura ben nobile e sontuosa, le armi ivi impresse
del signor di Belluini? . io dorature, gh orn union ti , la diligenza
somma dell' amanuense, e soprattutto l'estrema sua corre-
zione, dando indi/io anzi certezza , che sia il presento codice
quello stesso, elle il cardinale mandi in dotto al signor di
Bctkunc, tutto ciò fa si, eli' io dolessi tenerlo raccomandalo
a' coltivatori del bello scrivere, se mai accadesse di porre
nuovamente in luce ic due sopraddette relazioni.
10211'".
,1o,o. Racconti, Lettere, Memorie, e Relazioni intorno
a diversi argomenti.
Cartaceo, in II", cimirri r..r-ivi. Hi pjipinn 600. wcolo A*ir*,
■ Il titolo del pre-ente codice, clic noi ci ponglviamo ad esa-
minare, non è c.lie questo: fièri-! dinar!. Ivsso però contiene
pli scritti scendili : 1° IWìohiii delìi succisi/ nel renio d' Inghil-
terra dopo la morie di Odwirdo VI", fino ull'un ii u in nnel regno del
n-renisiiiini Prim-ip? h'iiippu d',\u:uia, è lo scritto medesimo, the
legniamo all' articolo 1" del coi lice segnato n' 3i4, se non che
questa copia è fatta con vie maggior diligenza. Il' Histrelto delle
i5o MANOSCRITTI ITALIANI
colpe del Cardinale Clesscl in prctjitrditio e danno del? Imperatore
Matthias, del Ile h'erdinumlii , ( dell' Areidnea Massimiliano d'Aus-
tria. HI* Conclusione della Lega fatta nell'anno 1671 contro il
Turco; scrino affatto diverso d'altri, che iiilorno allo stesso
argomento leggiamo io varii codici di questa biblioteca.
IV Rebtiont delle con del Regno del Perù nel? Indie Occidentali;
contiensi in 10 pagine, e do» ha Dome dì anfore. V' Lettera
serittu da an Principi: \:i.ipi>liuuin al St:r,-nisiitnn Don Giovanni
d' Ausimi, uttcrcC.a da' Yiur: ili Stipuli su il'.- tonale viene esonato
farsi Re di Napoli e ili Sicilia. F. sottoscritta cosi ; Ilnmiiissimo
et devotissimo Servidore e Vassallo il Prencipe N. N. VI" Reiatione
tirili Stali, Polena), Furze, Dominio, Sito, Circuito, Viveri, de'
Preìtcipi d'Italia ; diversa da quelle relazioni, clic sullo stesso
argomento abbiamo vedute in qualche altro codice di questa
Biblioteca, c sembrami uno scritto di non poca importanza
per la storia de' tenipi. VII* Reiatione dello Stato, fona, e po-
tenza del Gran Duca di Toscana; la scritta al tempo, che vi
regnava Ferdinando figliuolo di Cosimo 1°. Vili" ed ultimo.
ActcTtiiiti'iiti timi <i<iU<i Stmiiiti tìi V.u.'m .S;(;ii.>;v Papa GregorioXV".
ni Cardinali- l.udm-isiu sue- Xepute citta il modo, come si deve go-
rpTiinri:. Suini dodiri c.»i Ai i triintriiti , e Mino compresi in
.io pagine. L'ultimo si riferisce allo furilo di carità, di cui
dev'essere animato un vescovo, 0 prelato qualunque, e ter-
mina coti le seguenti parole : ■ Per ciò non deve il Prolato per
• attendere l.roppo alle l'aìilir-irlie ili p^hc morte, mei tersi al
» pericolo di trasentire li; fabbriche viventi de' poveri, cosi
■ secolari come religioni; poiché. Mino le più di loro, che sop-
. pollami peiienteoiriite miserie di questa vita; hanno
■ eletto la volontaria povertà, veri templi dello Spirito .Santo,
p che meritano perà essere con puntelli d'elemosine sostenuti
p a ciò che non se cadano per deboleiia. . Del resto, se non
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 46,
furono mai dati in luce questi avvertimenti , ciò che per le
indagini fatte non potei sapere, parmì che meriterebbero la
pubblicazione. Vegga il letlore,sc così gli piace, l'articolo 4°
ilei codice segnalo col n' io;).
10220.
3gi. Inatruzioni date dal Re d'Aragona al suo ministro;
giuntevi alcune lettere dello stesso Re alla Regina.
CiiUc», in 4". cantieri Bemigotici, di pagine 38o. in su li meli del itcolo 11".
11 contenuto di questo codice e principalmente una col-
lezione d' il istruzioni e memorie di Stato date dal re di Ara-
gona al suo ministro, anche per conferire e trattare col re
di Sicilia. Pressoché tutte le scritture comprese in questo
codice sono in lingua spagnuola; eccetto poche in lingua
latina, ed alcune in lingua italiana; ed è per queste soltanto,
eh' io lo menzione del presente manoscritto. Leggonvisi ap-
punto alcune lettere italiane scritte dal re alla regina, ie
quali possono somministrare de' lumi per la storia d' Italia a
que' tempi. Sono tutte con date regolarmente successive, in-
cominciandosi dall'anno i45o in poi. Quella che leggesi alla
pagina 119, e che porta In data del 1Ì57, incomincia così:
- Serenissima lie.m'na nostra in uhi) 1 urii el ni uhi) amaij mii-
. gliera. Respoiidendo alla vostra de' Mi. del presente vi
si-uifii liiiijiiu , che è vero che liavemo nova che in Genova
■ se arma, ma la ragion principale si è perchè i Genovesi son
■ tanto oppressi et mal contenti del Duca, che,, ec. ec. Le
quali lettere non concernono che affari d'Italia.
i5a MANOSCRITTI ITALIANI
10231.
392. Ricordi dell' Imperatore Cario V" al suo figliuolo
11 tilolu 1-. l'ordine ilei pi'cseulr iodici: siimi c.-osiii.? w^nc:
Hiconli di Carlo V'. Imperatori- ri Filippo suo figliuolo nella con-
seguanone de' suoi Hcfini ci Stilli, divisi in due parli; cioè, la prima
ilei tempo della pace, la seconda ilei tempo ilella tjaerra. La parie
prima incomincia rea : ■■■ Iti mi Mimi [-coluto, li;;! molo dili.'t-
.tissìino, di venire «ormai ali' eliètlo di radere nelle mani
voler Ilici::; ci [ìciu domati in a fan' lo dar ordini', riie l'atto, «00.
li la parte seconda inioiiiiticia cosi : « Vengo hora, figliuolo
«dilettissimo, a ragionare con voi d'alcune portinenie del
■ tempo della guerra, al quale un Principe, come ho detto,
■ pensare assai si conviene, si per lo staLilimento de li Stati
■ suoi come pel loro auguuionto, ■ ec. Di questo scritto ( die
assai probabilmente è opera capricciosa di autore anonimo)
trovai molto piacevole la lettura.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 153
■'■ ;■ 10252. •
3n3. Vita di Filippo 11" Re di Spagna, scritta da Oraùo
della Rena. > ■ ■ ..,
Contiensi in questo codice il — Compendio delta fila di
Filippo Secondo Re dì Spagna, descritta per saà èsèrcitatione da
Horatio della Rena fanno loOoI.Ul Gran Daea di Toscana ■Fer-
dinando 1°. Penso che forse 1' ani oro il uomini iwiijifm/d, a fino
ili dar cosi una novella lode al suo re, le cui geste non pos-
sano considerarsi .-e rum clic rbil..- in n>jii|u.'iidio qualora veg-
gansi risErelle in sole Son |i;i|;iinr. L'opera 6 preceduta da un
sommario, ohe contiensi in Ire patine, indi incomincia tuoi;
■ Della casa d'Austria molli hanno seri t In, Allerniaiio alcuni
■ essere discesa dalla famiglia dei Leoni, antichissimo sangue
■ Romano.' Altri apprnvati autori' mostrano procedere da gli
> indomiti Franchi, et elio in Lei si sia conservata successi va-
■ mente da Padre a figliuolo la limai del gran Ile l'arta inondo.
• Origine famosa e nobile in qual si: voglia maniera. 11 primo
• die traporlas-ip il cognomi' il'Aichia in sì alla discendenza
■ fu Rodolfo Conte di Auspourg, . re. ce. E hcneliè da princi-
pio dicasi questo compendio essere diviso in due parti , conobbi
non esser cosi; ma sibbenc un discorso e storia! continuata
semi divisione od interruzione alcuna. Le ultime linee dell'
opera sono questi.' : » La maggiore lclicilj sua fu lasciare suc-
■ cessoli! ilei ivcinì il Principi! Filippo .hiuj liglioolo, già inlcn-
■ dotto nel governo, et ne' maneggi di Stato; vivo ritratto et
■ herede del nome et delle nirtù . sue medesime',, die quale
45A MANOSCRITTI ITALIANI
• nuova Fenice con l'eccellenza propria, et con l'imi tallone
• di quella delle palerne ceneri, promette ora al inondo i'an-
» (ica età dell'oro. ■ Di un Cosimo della Rena Toscano trovo
ricordala qualche opera storica nella biblioteca dell' Haym;
ma niuna meniione è fatta di Orario , né della presente vita
di Filippo II*.
10235.
3g4. Scritti di An Ionio Perez intorno al come debba condursi
jl ministro di uu Principe a Cnedi non perderne la grazia.
Cartacro. in V. f.vilitm creivi , iti fluirli' 3n.i, szctAo IVil*,
Gli scritti, che si contengono in questo codice, de quali
Sono per tiare gli argomenti . limi rio per autore loro Antonio
Pere?., segretario di stato, e confidente di Filippo 11', re di
.Spagna; il quale Perei, dappoi eli' ebbe perduta la graiia del
suo padrone, si rodiggi in Francia , dove mori sótto il regno
di Errico il Grande. Essi trattano per lo più della condotta,
die tener delilionn i ministri ed i favoliti d'ini principe, onde
conservarsi la loro fortuna. Ed ecco piò particolarmente i
titoli e gli argurneiih d'essi scritti. 1° Lettera del sopraddetto
Pere; scritta iti Dura di /.erma circa il modo, con cai debbono jo-
rernani catara , rhe chiamanti i favoriti de Principi, per ben saper
mantenersi nella lor sorte; la qual lettera 6 preceduta da un
avviso ai lettori di colui, clic dallo spagnuolo tradusse in
italiano essa lettera, ch'udii aveva ricevuta, come dice nell'
avviso, -quale prezinsisiinui ijmia; ed è assai instruttiva e filoso-
Ika. Il" Notìtcil dcila<vita c delie qualità del detto ministro Antonio
Pena. 111° Proemio alle anno lana ni fatte sopra la lettera di Antonia
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. à3S
Peni; dopo il quale proemio seguono alcune considerazioni
ileilo stesso Perei, le quali sono veramente belle ed impor-
tanti intorno alili nnniitii-:inm , che sono stale fatte sulla sua
lettera scritta ai duca di Lerma. F. queste considerazioni rum.
prendono gran [Kilt i-ilei e ni lice. L rn"H mi lj i d.iii r n il h t [.- 1 1 m pri|>in;i l H
e continuando sino alla line del codice medesimo. La più
parie delle cose contenute in i] ue.il a codice, -duo slate tradotte
in francese e date alle stampe; ma non è a mia notizia, che
sieno mai state pillili] irate in italiano. Chi no sia stato qui ìl
traduttore, non si dichiara in alcun luogo del manoscritto;
che la traduzione sia fedeli:, pare che si; ch'essa meriti la luce
anche per ciò che concerne la purità dolla lingua italiana ,
ciò per dir vero non mi sembra, ma facilmente, volendosi,
potrebbero raddrizzarsene alcuni modi di scrivere non bene
alla favella nostra conformi.
1025Ù.
3q5. Ragionamenti di Tommaso Campanella intorno alle
relazioni di-Ma Spiana mgii altri Siali.
Conlcngonsi in questo codice di-' {■ incorsi <> ragionamenti
intorno alla monarchia «pugnalila, considerala in se slessa,
e nelle sue relazioni commerciali , amministrative, e poli-
tiche con àltri:Stati. L' aulore n'è fri Tommaso Campanella,
i-li'' gli composi; ih; d'anni i i òi)h , e, rome leggìi ■ ori Iriiie-
simo anno dall'età sua. È già celebre e lien conosciuto questo
scrittore per mollo opere sue italiane, uhc. furono date in luce.
1 sopraddetti- din-orsi, preceduti da un proemio dell' autore,
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 457
instane di un Don Alonso ; e protesta di scrivergli non da fi-
sico, nè da teologo, ma da politico. Eccetto alcune differenze,
ma non poco essenziali, e la slessa opera, che leggiamo nel
codice segnato u° 336 , dov'è taciuto il nome dell'autore, che
forse voleva riordinarla, e correggerla, come sembra abbia
pur fatto in questo novello suo scritto.
10254*.
3«6. Vita del Conte Duca d'Olivarez.
Cariar*',], il] .j". ."Iraltni ^oiriv:. di palili- t>c>. Eicolo
ben conservilo.
Tutto il presente codice non comprende, che la — fila e
Politica del Conte Duca <t Qluarez ; scritta da un nobile Vene-
ziano, che fu ambasciatore per la repubblica di Venezia presso
il re cattolico. Alla quali! \ ila succiale un limi;0 Discorso salia
caduta del sopraddetto conte duca d'Olivarez, il quale perdette
improvvisameli Li' la ;;iM/.:a ilei siili ]n'ini;ipe . imi per lo innanzi
era caro oltrcmodo. Può forse non essere disgradata per la
storia di que' tempi alla Curie cattolica la notizia di questo
manoscritto, che probabilmente non vide mai ìa luco, e ìe
indagini che ho fatte ini confermano nell'avviso.
397. Instrtttioni politiche e diplomatiche.
Carli™, in a", caralleri conivi, di pagine 800. secolo ito*,
E di grande importanza il contenuto di questo codice non
WS MANOSCRITTI ITALIANI
solo per la storia de' tempi , ma eziandio per la natura degli
argomenti, che vi si trattano. Sono qui raccolte diverse ins-
truzioni politiche e diplomatiche date eia" ministri dn' |>]-ijn-i|>i
ad ani Lasciatoti , o legati, che se ne partivano incaricati di
qualche comunicazione diplomatica, od amministrazione go-
vernativa, ^e trascrivo ) liloli, c Milo i seguenti: l'Istruzione
data dal Conte Duca a" Olitiarez ai Marchese de los Vcics, destinato
ambasciatore nella Corte romana. Ha la data di Madrid de'
1 7 settembre i6i i. IP Istruitone a Monsignore Pattato Collet-
tore nei regno di Portogallo. IH" Istruzione a Ma&tigwrt Cam
peggi vescovo di Cesena per la nunziatura di Turino. IV* Is-
truzione a Mansi i/nvrc A'/mìa arcivescovo d'Amasia, nutizio
appresso la seiviiissiiiia n'pidddica di Venezia. \ " Istruzione
data da Dea Alfonso folla Qaeua a Don Luigi Brava suo succes-
sore, circa il modo co) quale si dovrà governare nella sua
ambascerìa appresso la repubblica dì Venezia; il quale scritto
ifijigesì pure all'articolo "i" del codice segnato a" 354. VI" Is-
uvziuut: i.d Signor Darsi! ambasciatore del re cristianissimo nel
Concilio a Bologna a' n agosto i547. VQ* Istruzione data all'
Abbate Manna limato in nome del re cristianissimo al papa
Pio IV* de' Medici perii Concilio, l'anno i5a6. \ HI' Istruitene
data da Monsignore Vescovo di Viterbo Nunzio in Francia a Mon-
signore Cipriano StmicinvHu spedilo da lui al papa Pio IV" de'
Medici, intorno alle rivoluzioni ed ai motivi delle eresie in
Francia, l'anno 1 56 e del mese di ottobre. IX" Istruzione al
Caiduui!» Mohii^iiii-uino legato del papa Paolo III* all'impera-
tore Carlo V* pur le cose della religione in Germania l'anno
ì i/ii). XJ Istniiicrn- di. Dai Stipi» di Castro al Daca di Terranova
nell'entrare al governo di Milano. XI" Utiazumt; a Monsignore
Francesco Sfondrato nunzio di Paolo III* in Germania, l'anno
1 543. XII* Istruzione a Monsignore Capo di Ferro nunzio in
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 459
Francia, Tanno i54i. HIT" ed ultimo, hxrnzhne al Rcteren-
dissimo Cardinale Farnese, che fu poi Paolo III", quando andò
legalo all' imperatore Carlo V° dopo il sacco di Roma. Si ma-
nifesta già per se stessa f importanza cii questo codice.
1025 6'
3o,8. Poema sulle conquiste di Carlo Manno in Ispagna.
aiiriuliraiiacco. (ri [limili., i-sili IV ri lumi;, ili [lodili.- ion.swolo II".
Il titolo, che leggesi all'esteriore di questo bei codice è:
Hiltaria delle Spagne. Ma veramente non è, che un romanzo
italiano sulla conquisi.-! e sul viaggio, clic fece in Ispagna
Carlo Magno, dove Rollando suo nipote fu tradito con tutta
la noi ulta francese, ch'era seco lui. Questo romanzo, o storia
in line do' quali V^gi'si c-.dsi : Finiti il ijVii;irw:r.'ÌTtiu (.auto <i"!:n
Spagna. Deo graiùis. Anu-H. Chi sia stalo l'autore di questa lun-
ghissiui.i e in >i (dissima tiritèra , non risulta in alcun modo dal
codice; e questa panni sìa una fortuna, ch'ei non meritavasi.
Gli ultimi tre versi dell' ultimo canto sono questi:
Cosi noi liberar vegli ili quel tosco
Qui-I v . 1 li i Dio fin: è pace et concordia
Abbia di noi peccatoti misericordia.
Ma il codice è bello, anzi è bellissimo ; per cui ne viene che
la goffaggine di tutto questo scempiato ammassamento di bar-
bari versi fa un contrasto che veramente disgusta, in consi-
derando per chi e perchè tante cure, tanti lavori, e tante
spese. Scolta di pergamene le più candide; nitidena ed
i6o MANOSCRITTI ITALIANI
uniformiti costante do' caratteri dal principio al fine ; minia-
ture finissime ed in gran copia sparse, per tulio il volume; lo
prima iltlle quali figurata, e rappresentante ile' l'alti più so-
lenni occorsi in (spagna, adorna tutta la pagina prima ove
comincia il romaii/n; mi appreso i non solo una elegante
miniatura ai principio d'ogni canto, ma ogni starna altresì
del ponila lia !;i propria ini/.iiile dorata, e inaesli'cvoluieiite
dipinta, ed in somma è un peccalo, dm coloro i quali fu-
rono incaricati di un tanto irai ai;tio in o l'abbiano adoperato
in onore di un Atiigbieii, o ti' un Petrarca. K clii è in fallì, elio
standosi in fede sul tilolo del presente codice Storia delle
Spagne, c osservandone il lusso e la magnificenza degli orna-
menti , non sai ebbusi in vista rallegrato di aver ritrovala una
gemma di letteratura?
10259.
399. Volgari zzamento do! Milione di Marco Polo.
(ÌJ-I.I.'M . I E I ì'. lil.llU l i ■■l]ìipi.li'-i. di [■0UÌI1-: IOO, Vfr;,. 1^ iLiLt- if ! i ■ly'.li; \|.',
Comprende questo bel codice il volgarizzamento del Milione
di Marco Polo; celebre scritto , die , secondo il codice Salviati,
In citato dagli Accademici della Crusca, e già dato spesso e
siili Uio.«u nenie alle stampe, e specialmente in fi milze da Giu-
seppe l'agani l'anno 1817, in 4 voi' in 4°. — Sui principio del
primo foglio, eli' è membranaceo, leggami in caratteri tondi
che sembrano del secolo sv* e a parer mio forse poco dopo la
nielli del \u-" seri Un le seguenti panile : Libro die trucia dìMisier
Marcito Polo per vaiata-. Omnia cani Consilio et post factum non pe-
niteliit. Poi nella pagina che segue, incomincia così: .Marco
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 46i
■ Polo Vcnetiano al novo Orbe, Signori Imperadori Ree Duci
■ e tutte altre gienti che volete sapere le diverse gieneratioui
■ de le gienti clic diversità dir Ile regioni del inondo leggiele
«questo libro dove retrovercte tutte le grandissime maravi-
• glie, ■ ec. Ed io limi Incesi : Krplicii liliee de Milione per Mesi.
Marcilo Polo di Vinegia. Dea gratiai. Egli è questo certamente
un codice da rispettarsi assai perla sua antichità, ed insieme
per la mirabile sua conservazione. E tanto più che non e stalo
né veduto tu'; ijittis risani ira ji; dr; I IVnnlLlissioLi) tav.il it'n.i Bai-
delli , non facendone egli menzione alcuna nella notizia de'
manoscritti del Milione, che antepose alla pubblicazione del
medesimo, la qoale itùìiii,! lagosi alla ps trina i.xxin dui vo-
lume 1°. — Quanto poi sia diversa la lezione del codice Salviati
(la quella dei codice prcscotc. risulta dalle sole poche linee del
comincia mento, die ho qui poco sopra trascritte, c che ci
datino notabili differenze.
10266.
ioo. Sugli Imperatori Ottomani, Discorso storico e politico
di Teodoro Spandugnino.
Mcnibiaii-™. in \: iisraltiri misiii. ili pigine Mt>, setoli, su',
Il titolo del presente bellissimo codice è come segue : Della
origine dclli Imperatori Ottonimi, Ordini della Corte, Forma dei
tjUin-e-j.jiiiii: Inm, lU-iiij'miu- , ìiihi, et ('.e-stmni 'le la Nalione; di
Theodnro Spandugnino Patritio Coiutantinopolilaiw. Ei dedica
l'opera con una ben lunga lettera, che la precede, Jl serenis-
simo et invilissimo Principe Signor Uenrico per la Iddio gratta
Deìphino di Francia la hamile scrititore Theodoro S/ianduniiiiia
m MANOSCRITTI ITALIANI
Gauaeatino Patritio Constantinopolitano. Le quali linee d'inti-
lolazionc sono tutte scritle con caratteri d'oro inajuscoli; e la
prima pagina, ove col titolo qui poco sopra trascritto si dà
principio all'opera, è ornata all'intorno d'una elegantissima
e finissima miniatura ad oro e colori d'ottimo gusto; ed es-
jwiirluii ifpoLti! ni'l iiiai-jrirn' i i Hi ti i m ■ l'unni ili l'ialina non
è punto a dubitarsi, anche per l'estremo diligenza e njiidi'M.a
de' caratteri, che non sia questo ii codice medesimi), che lo
Spandugnino offerse, conio abbuili veduto nella dedicatoria,
al delfino di Francia. Per quanto mi è noto non è stato mai
pubblicato; ma il eh" Hamntcr avrà di ciò sicura notizia, si
com'è a lui più che ad ogni allro il diritto di giudicarne del
merito. Peraltro osservo, clic no' suoi Protpetti delle fonti orien-
tali, da cui trasse la celebra rissima sua Storia de!C Impero Ornano.
non ne ha fatta menzione . lo darò intanto ijui le prime, o le
■ io con ogni diiigenlia et sollicitudine fatto cercare li Iiysto-
■ riographi de' Turchi , che trattano della origine della po-
■ tentissima Casa de' Ottomanj trovo quella essere discesa
■ di Tarlarla ila l'ecoiarj della nalione de' Ogus, • ec. E termina
così : ■ Nuovamente al presente viene referto die il Sophì si ha
■ pacilìcatn con il Tartaro dalle Iicxmtle verde, et fallo l'arcn-
■ tado. Dio voglia che se non è fatto , ci sia. Che se questo
i lussi; mio sari;, di Irmi')' la potenza iloi Tuit.o. . . . clic lo on-
■ nipotente Iddio vi metta la mano. Finis. > Dopo di ciò lo
scrittore chiede perdono al principe del suo poco sapere,
poithì; l'L'li dite, non fu la professione di letterato. La storia giunge
sino all'anno i538, e si legge assai volontieri perchè scrina
con buona fede.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. A63
10270.
iot. Descrizione delle cìllà, e d'altri luoghi dell'Africa.
Cartaceo, in d', caut:m i'jLrk'iMici minniis'imi . .li p^ri:- Sin. a due colonne.
Il tilolo generale, che si dà a questo codice ù : Geografia
manoscritta ; ma u-i'.imeiitij può quasi dirsi una statistica dell'
Africa , descrivendosene non solo le città principali , ma ezian-
dìo le meno importanti, e le piccole terre e i villaggj, d'alcuni
de' quali gli scrittori o non fanno menzione alcuna, o leg-
gerissima; ì popoli, le loro abitudini, i fiumi, i inoati, te,
e le risorse, che gli abitanti traggono da' loro terreni. Lo
scrìtto è preceduto da una Tamia di tulle le eose contatale in
ansito libro; ed in fine è altra tavola alfabetica, e più eslesa
della prima, di ciò che nel volume condensi, la quale è uti-
lissima; notandovisi diligentemente i nomi di tutt'i luoghi,
de' quali si fa menzione nell'opera. E per queste tavole, e per
ì'c;aiut! clic per poto se ne faccia, risulla die l'autore di questo
scritto [i! cui jhjiik'M lariO iin>:i« noli/.i^aveiii piv-n iia' via^L'j,
ch'erano stali pubblicati, e molte d'altri infiliti, l'anni però
che meriti il presente codice lo studio de' dotti. Dopo di al-
cune spiegazioni e dilucidazioni intorno a' nomi proprj, inco-
minciandosi da i.|iii;llu ili ll'Alrica, ila principio colla Descrittimi
particolare del regno di Marocco; e termina il manoscritto con la
narrazione de! — Viiu/gio del magnifico messere Amlrogiu G/ntarÌRt
Ambaiciator di Veneti/i ad Uisancassan Re di Persia kora chiamato
Sophì; ma È piuttosto un compendio, o, come qui leggesi, una
ricapitalatione del sopraddetto viaggio, che, com'è noto, fu poi
dato' alle alampe dai figliuoli d'Aldo l'anno i543, in 8°,
i&i MANOSCRITTI ITALIANI
insieme con alcuni viaggi falli da Giosafat Barbaro , dall' Aluigi
e d'altri.
10285.
ioa. Catalogo di Manoscritti italiani.
CirUceo, in i", ciralleri conivi, di pigine 600. secolo mi".
Questo codice non c clic un catalogo italiano di libri, e di
manoscritti ilaliani, i quali. Tacendone io un po' di esame,
riscontrai tutti essere in questa regia biblioteca. Nuli' altro
dunque può venirne di utilit.'i d.il pri-*eul<; ni, in use ritto, se uon
dio riconcsrei'i: l' esistenza di alcuni libri e codici, notati però
col semplice loro tilolo, nella Biblioteca medesima un secolo e
nicizo addietro.
10357'.
/io3. Intorno alla vita ed alle più nobili azioni di Luigi X1V°,
Lettere di Gio. Paolo Marana.
l'.arlacei, ìit fi", cai-alteri farmi, di pagine 3oo. secolo "71°.
Nella prima pagina di questo codice leggesi Così : II Trionfo
di Parigi, e k pih nubili tuioni tlelltt vita del Re, contenute in (re
ledere, eie /'autor,; uriti ai!» sua l'atrio. — Le tre lettere, delle
quali sono per dire, «ino precedute da una dedicatoria dell'
autore Gio. Paolo Marana a Luigi il Grande, in essa dedicatoria
il Marana come scrittore si dichiara Italiano, e come suddito
si dichiara Francese. Tutto m'induce a credere, che il presente
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. &6S
codice sia quello Messi), clic l'autore offerse al re, supplican-
dolo, come ivi leggesi , ili voler ricevere le sopraddette Ire
lettere sì come un or-hrìb, » vnmpìmìw. di quella storia, ch'ei
stava preparando del regno felicissimo di lui. Darò lo prime
lìnee di tutte e tre queste lellcit. La prima, eh' è segnata di
Parigi Del mese di aprile 1C87, incomincia così : ■ Hor che la
■ pace pare stabilita sulla terra a' danni solo della Monarchia
< Ottomana, ■ ce. La seconda pur di Parigi del mese di maggio
1687, incomincia: «Qn:iui« cosi; lui lascialo di raccontare il
■ buon Indiano, e quanto ne lascerò io ancora di scrivere per
1 la moltitudine degli accidenti, » ce. E la lena ed ultima delio
stesso luogo, mese ed anno incomincia: .Mandami tutto
• quello, che lini, puicln': sci divenuta savia, 0 permeglio dire
■ mandami i tuoi consìgli per rendere savio me stesso.» Le
quali lelten! , die sono Ini te « In1 indilli tifili.' Francia, sono
dato di Parigi, ed o^niici in questo principio; Cam. l'alno.;
dal che sembra risultare clie non pur Francese ina Parigino
volesse dichiararsi l'autore; clic pur sappiamo nato in Genova.
Compose la storia del regno di Luigi XIV", ina non fu pubbli-
cata. 11 lettore che desiderasse noti/ic delia vita ed opere del
Marana può rivolgersi alln Jìr'u.yniiiAi'c «nri-mt'/fc posta in luce
dal benemerito sig. Michaud.
10557*.
Itoli. Discorsi sopra lo slato della Francia nel secolo XVII*.
.Sono contenuti in questo codice — Dm Discorsi sopra lo sialo
della Francia, i <juali furono composti, o tradotti in Roma,
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ioli MANOSCRITTI ITALIANI
come ivi 6 scritto, ì1 anno 1688. Dico 0 tradotti, perciocché con
caralten: bensì diverso da quello del codice, ina però cou-
l.'in p: -r;uii 11, hi aggiunta -i.l principio questa 11 ola : Di Muns' .
da Fucf . Fu egli questo signor du Fucy il possessore ile] codice,
o ne fu l'agore? In questo secondo caso, era egli Francese o
no? Gli scrisse egli in francese, 0 gli tradusse in italiano? Gii
Ita egli di poi dati in luce questi discorsi ? Tutto ciò mi resterà
a sapere, poiché le mit: indagini riuscirono infruttuose ; e seppi
soltanto, die fin vi 3 quel tempo un (In r'ìii'y grande amatore
e ricucitore di buoni libri , al quale forse, giusta la soprad-
detta uota, avrà appartenuto il preseute codice. Intanto se-
guendo ii mio includo darei li! prime linee hi dt'l primo, the
del secondo distoi-su, por le quali il lettore pei Irà Ione scio-
gliere taluno di que' dubliii. 11 primo discorsa incomincia così :
. Si dice, ch'egli è cosa piacevole di mirare dal lito ondeggiar
» giuocano col mare. Io per me lo credo; et ciò altro non vuol
■ direse non ch'egli è meglio vedere il periculoda lontano clic
■ d'esservi. Ma so dalla ,-uaimità il' mi molile io scorgessi una
. Nave, ove fossero de' miei amici con periculu di perdersi, 1 ec.
Ed il secondo discorsi! incuiiiiticia uhm : , Giusto, mi ricorda
rd1 riaverti altre volte mandalo una pianta della Francia, et
1111 di-ialiti ilei tulio di' ella linieva poco prima clic morisse
.il Re. Fu un'opera ch'io feci essendo pieno d'otio et in si-
■ cureiia lontano dalle niisei'ie ci calamita. Con ogni mio
• potere studiai di dimostrarti al vivo le sue crespe, le sue
■ botte, le sue eirai nei , - ee. Mia dunque . elio questi due dis-
corsi sieiiu «lati originariamente strilli io francese 0 in ita-
liano, sia ch'essi sieno tradotti, conio parmi, in italiano dai
francese, due cose posso allentare. La prima che il presente
r.odici! c l'autografo ddl'aulorc o traduttore, che sia; ia se-
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. flB,
tonda, che la lettura ili ossi discorsi è pur di non poca im-
portanza per la storia di quel tempo.
10558.
corona di Francia.
Cariaceli, in 8*. cai-alluri «miti, di pagine 3DO, scoilo ivi:-.
Il contenuto tifi pioontc it.nlite si dichiara pel titolo se-
guente : La reli'jinsii Vivami di t' minili. Dismrw di frate Innocen-
ti» Cibo Ghisi de' Predicatori, al Christianissimo et invittissimo
Henrico UH. Redi l-rancia, et di Navarro. 11 discorso c prece-
duto da una lettera dedicatoria dell'autore, clic vi si sotto-
scrive: Di /(omo l'invi. Settembre 160A. Molla prima pagina
vcggoDii, ma assai mal dipinte, l'armi ili Francia. Sembra
però, clic anche considerata la diligenza 0 l' aceti rateila dello
scrìtto, nltrcclie più altri imii/j, possa credersi esser questo il
codice medesimo, che il Cibo mandò di Roma per essere offerto
aire. Le prime lineo dei ragiouamcnlo sono queste: ■ Egli non
■ può in modo veruno negarsi (se già non vogliamo quello,
■ che una sperieiua universale attesta, negare) clic non sia
• verissimo il proverbio di Salomone — Stullorum infinitus
. est numerus , cine corno Ihi^ì.hI nni ionio traspiri'') il Pool a —
« Infinita è la schiera de ii sciocchi. ■ ce. F th>:!o ultimo (luco
leggesi cosi : «E questo «abbiamo noi raccordalo, non per
• toccar l'honorc di Prencipe alcuno, ma per dimostrare che
• ì Re di Francia, i quali in Casa propria non hanno altri
• eseronj che di fede, di religione, e di osservami alla Santa
« Sede; se talvolta hanno (come porla la fragilità della conditi on e
(68 MANOSCRITTI ITALIANI .
■ impacato. ■ Il rjunl^ diluvio , di cui non trovo fatta incoltone
da' bibliografi ed assai probabilmente inedito, è scritto con
tanta liberta, clic non sarcbbcsi mai aspettala, non che per-
messa a quel tempo.
10562.
rto6. Notizie intorno alla sacra Lega, che nel secolo xvi*
aveva il titolo di Milizia Cristiana.
(jrSaiM, in cantieri coriiii, ili (ialine ito. setolo vìi:
tutto il contenuto. Conformità, et Corrispondermi fra la Lega de'
Principi, ri,? s;U.-i ijìi aiiVyV.ii fin ni'itn -iiìhi .Salititi! ili A. S. Paini
Paolo V'. altamente sì va componendo sotto titolo di Militi A Chris-
tian!, con f «m'une e( concordili de' Cattolici Potentati, che nella
sacra scrittura riserbata si scuoprc ter 'jtiati nastri ijiarni. Et irete
cenno dell Autori 'iti ri Giiirisililvmr. a (jm'slu ìimn-n Principato des-
tinata. Et come pi.r dkortirc I': ,.:imniaii!<: VtrhiÀenze , clfaeilitare la
strada a grandi j'Airità per il Cliristianesima, con la caduta del
Tarchesco Impero et di tatto le altre Sette, sascitato si vede dall' Al-
tissimo r'n tempo malto opportuno, motivo d'accendere maggiormente
ijh aiitim di tn'd'i Caiidki l'ounlati , il il ii-ji-.i altri pio et generoso
cuore a entrare Concittadino di sì degna Repubblica, et a favorirla,
et a proteggerla , perche più agevolmente possa seguire un tanto bene.
Sascitato da Marco Aurelio Scaglia della Terra di Fontanile di
Monferrato. Già s'avvede tosto il lettore del modo di pensare
e di scrìvere dello Scaglia ; e basti il sapere, che lutto quello
OigilizM bjr Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 46g
che dalla Lega dovevasi fare, si faceva, o potevasi fare,
tulio ei ritrovavi! già T>rt<detu> ed eviili-iilemenle notaio nelle
sacre scritture. Non credo sia slato mai dato alla luce questo
scrilio, che sembrami l' autografi!; ma creilo pur ciò sia con
poco danuo della letteratura, minore della storia, e nessuno
della religione.
104I5-"
407. Raccolta di relazioni o storie di Conclavi, serbandosi
pressoché iu tutte l'ordine de1 tempi.
Sei volumi cartacei, in 4*. carnieri corsivi, di pagine circa 800 ciascheduno.
Non contiensi in tutti questi sei cullici se non che notizie 0
storie di diversi conclavi seguendosi nella più parte l'ordine del
loro tempo. Ne trascriverli i titoli, e giovisene chi vuole. Nel
primo pertanto segnato 1 o ii 1 5 " , si trovano le notizie seguenti :
I" Notizia del Conclave che fa fatto per la morte del Papa
Benedetto XI", ned quale, correndo l'anno l3o5, fu creato
Papa il Vescovo Burdegavense, ch'era assente; e fu quello,
ebe trasferì la Santa Sede in Francia nella città di Avignone,
ed assunse il irami' di Cieiiiuile V"; ll'ilid Cunei. ne In morti:
ili Eugenio IV', nel quale fu creato Papa il Cardinale Tom-
maso Lucano da Sarzana, chiamato di poi Nicolò V'j IH' di
quello in morte diNicolò V", ove fu creato Papa Alfonso Borgia
da Valenza, chiamato poi Calisto 111°; IV" di quello io morte
di Calisto III", nel quale fu creato Papa Enea Piccolomini
Sanese, di poi detto Pio II"; V° ed ultimo; di quello in morte
di Pio 11°, nel quale fu creato Papa il Cardinale Pietro Barbò
Veneziano, chiamato poi Paolo IH*.
47o MANOSCRITTI ITALIANI
Nel secondo codice segnato 11' io4ió", sono le seguenti
notizie : 1° Notilia del Conclave die fu fatto in morie di Sisto V",
nel .quale fu. creolo Papa il Cardinali' Ci». Hai lista Cibo d'Amalfi,
chiamato di poi Innocenzo Vili"; li* di ([nello in morie d'In-
nocenzo Vili", nel quale fu crealo Papa Rodrigo Borgia da
Valenza, chiamili» poi Alessandro VI" ; 111° di quello in morte
d'Alessandro VI", ove fu errato Papa il Piccoloniiiii ili .Siena,
detto poi Pio 111°; IV" di quello in morie di Pio III', nel quale
fu errali) Papa il 1 li' Ila Hi tv iti; Savonese, chiamalo poi li in Ilo 11";
V" ili quello in unirli' ili din [io li1, nel quale li) ricalo Papa il
de' Medici Fiorentino, detto di poi Leone V; VI" di quello in
morie di Leone X% nel quale fu crealo Papa il di Tractto
l'ianuuiiigo, chiamato poi Adrian u W'; VII" ili quello in morte
ili Adriano VI", dove fu creato Papa Giulio de' Medici nocen-
tino, dello poi demente VII"; Vili" di quello in morte di Cle-
mente VII", ove fu crealo Papa il Farnese Romano, chiamato
di pili Paolo IH"; 1 \" (li quello ili Paolo 1(1". ove fu ereato Papa
il Monti dal Munii' Saosmino, ili'llu pei Giulio Ili": X" ili
quello in morte di Giulio 111°, e fu creato Papa il Cervino da
Monte l'niciano, chiamato poi Marcello IP; XI0 di quello in
morte di Marcello li", e fu crealo Papa il Carrafa Napoletano,
detto di poi Paolo IV"; XII' di quello in morie di Paolo IV,
e In mei lo Papa il ih'' Mr.lii i \1 i Lini'.-o. e Ina ni alo il i [mi l'in I \ \
XIII" di quello in morie di Pio IV', ove fu crealo Papa il Ghis-
licri del Bosco Milanese Doininirano. dello poi Pio V"; XIV°ed
ultimo; del Conclave in morte di Pio V", nel quale fu creato
Papa il Cardinale lluoncom pn^no IlolosrrieSf, che fu di poi
chiamato Gregorio XIII",
Nel terzo codice segnato n° i orti 5", seguono per online le
notizie de' conclavi successivi, e sono: 1° Notizia del Conclave
che fu fatto ìu morte del Pontefici; Gregorio XIII*, nel quale
DELLA BIBLIOTECA DEL RE, 47,
In creato Papa il Cardinale IVrctli it. ] kmi:> ■ 3 : l Muri la Ito
Irate Francescano, die rli poi hi chiama Sisln V; 11" (li quello
in morie di Sisto V", a fu creato Papa il Castagna Romano,
chiamalo poi Urbano VII"; 111' di quello in morie di Ur-
bano VII-, e fu creato Papa lo Sfondali Milanesi), detto di
poi (i irroriti M\ ; 1\ " ili (j in ■Un in io urti.' (li Gregorio XIV",
'■ In creato Papa il Fiiccltmelii IìdSuhìm'.-ìo. chiamalo poi I il—
uocenno IX*; \ "ni ulti uni ; di ipirllo in morti: d' limoccii/.o IX".
nel quale fu errati) l'ap:i il Cardinale Aldobrandino Fiorentino,
chiamalo ili poi Clemente Vili*.
?iel quarlo codice segnato n° io4i&'\ noo si comprende
che la sola e lunga Vni/.i.i ilei Conclave, die fu fallo io morie
di Urbano VIP, nel quale fu eletto Papa il Cardinale Sfondi-itti
Milanese , che fu chiamalo di poi Gregorio XIV" ; fa quale no-
tizia è al tulio diversa da quella, che leggasi n«Il' antecedente
Nel quinto codice segnato n° >oii'i'\ sono le notizie se-
guenti : 1° Notizia del Conclave, die fu fatto in morte di dia-
mente Vili", Dui quale In clcllo Papa il Carilliiale do' Merlici
Fiorentino, -chiamai" ili p"i Leone M':; 11" di quello ìli morte
di Leone XI". e fu creato Papa II Borghese Romano, detto poi
Paolo V-IIP di quello in morte di Paolo V, e fu crealo Papa il
Ludovico Ikilo/itci'j . delle (li poi Grcu'tjrin A.Y '; 1\ ■' ed iillimo:
di quello in morte di Gregorio X\ '. dove fu creato Pana il Car-
dinale Mail™ lkirl.icriou. che lii di poi eli iti mal!) Urbano VII] 1
Nel scalo ed ultimo codice segnalo n" ioli 5'", si conlen-
-oun quattro ik iti/ir il quattri) diverbi scrittori ini urlio al Gnn-
etave, chi: In Ialiti in unn i.' ili I rbanu \ NI', uri ipi.de In eletto
in sommo Pontefice il Cardinale Gio. battista Panfilio , che si
chiamò Innocenzo X". Della prima, die comprende pressoché
la metà del presente codice, abbiamo copia iti altri codici di
kr> MANOSCRITTI ITALIANI
questa Biblioteca; delle dm: fin' seguono, (: sono anonime , non
abbiamo altre copie; e l'ultima è scritta in lingua spagnuola.
Della mature i) minore importali/..! , fin- possono .1VCJC questi
■ li codici per li' Morie generali ilfV tempi, ii particolari delle
famiglii-, nulla io dirò, contentandomi di ripetere ciò clic dissi
da liei principio; giovisene chi vuole.
10415'.
/ioH. Lettere di monsignore Dandino, scritle in nome
de' due Pontefici Paolo 111°, e Giulio III*.
(.oiilicne q!ir-.slo aulici; — hwr: pune Ji ncqui» lentie da
momìgnore Dandino a nome di Paob III', et Papa Giulio etìam III',
ism-.iì'i s:-,-.',i'iijrjf dr.ìe Sttniitù Ism, Per questo polo titolo, di' é
hi il principili della [ili ni li pagina , lli'll facilmente s' avvede il
lettoli; delia non p;ceiola importanza (li questo nidi ce, s penal-
mente per la storia di quo' tempi, e per le cose più recondile
■ li alenile Corti europi e. I.a prima lettera o indiritta ai nunzio
l'oggio li |3 di diocndi co i fi.'n in nonni del cardinale l'arnese;
le due clic seguono , a monsignore di G ramici a li i3 (li giugno
i54n; la quarta al cavaliere San Giorgio li ad dicembre dell'
linaio, a' personaggi d'alto rango, e che avevano allora una
somma influenza negli affari politici. L'ultima è indiritta al
sopraddetto cavaliere San Giorgio 1' ultimo ili dell' arimi i55i,
ma non saprei lini dire sr sfritta in nome di uno di quo' due
papi monir'era cardinale, ovvero, poich'é l'ultima, scritta
forse in nome di Giulio 111°. Comunque sia, essa incomincia
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. i7ì
cosi: -Domani mi tocca di cantare la messa in Cappella, et non
■ mi pare già di liaverla studiala bini?.; però mi bisogna di
■ attenderci quieta sera. Non ili meno nun liti voluto in verun
■ modo lasciare di farle questi due versi.» ce. ce. Io ne ha
letto alcune di queste lettere con molto piacere, e confèsso
clic le avrei pur lette tutte se il tempo ine T avesse conceduto.
10Ù16".
7iot). Scritti concementi la Corte di Roma.
Cintano, in fl\ caratteri conivi, di pagine 300, kcoLo mi*,
di buona conferva? iune-
Contengonsi in qursio codice h- ^ct'ucui; scritture : I* Dis-
corso sopra la Corti- di lUnim di mi.iiminurn Ctnnmtiidnne Vacata del
Zante, et poi folto Cardinale da l'io IV; è lo stesso discorso, clic
leggiamo nel codice segnato n° 3oi, con la differenza, elio in
questo esemplare sono compendiale ne' margini dello facciate
le cose più importanti, clie io esso discorso si trattano distesa-
mente. IP Relaliulii: r/W.'.T '.'.'Ifi di Unum. 'un limoni dii.hiiiriilil.M
di tutta la nobiltà a origini di anelia; come anco delle Case, che
getti, /all'i l'anno 1 64 J . Trovasi copia dello scritto medesimo
in altri codici delia l.iibl intera , ti mie può vedersi specialmente
all'articolo 1° del codice segnato n" agi. 111° Racconto della ab-
juratione e morie di! siijitor Ciwìiito Ventina nifate del Cardinale
d'Ascoli, et altri, che wln ann duri- mul ti- 11 punirà Signore Papa
Urbano Vili"; il quale race (min è M^niluln tlalia lederà scritta
dal Centine- al sopraddetto cardinale sito zio nel punto che se
n'andava al supplieio. Sì del racconto, clic della lettera ab-
biamo altra copia , inferiore però n questa quauf È alla diligenza
i74 MANOSCRITTI ITALIANI
dell' amanuense, nel codice qui poco sopra nominalo agi.
IV' ed ti] tini». .In1 irli fi! ni li ditti in iv?e dalla Santità di Nostro
Signore Papa Gregorio XV. al CWuwIe Lndovitio sao nipoti, dal
essere gli stessi, clic leggiamo all'articolo 7" del codice segnato
il" 3t)0, ma min [pulpiti! al miulu nm cui limino qui esposti;
ami leggendo io gli uni d gii altri m'avvidi, eli» il nipote del
papa in alenili Imitili renile più miti e più dolci gli avverti-
menti datigli dallo ito.
10416".
àio. Relazione della Corte di Roma, e del Conclave
di Urbano VOI'.
Cariarti), in i: caratteri corsivi. Ji pagine 100. iònio Ólf,
di liiruua conservazione.
È dapprima In questo codice una — Helatione della Corte et
governo diRoma, et de Riti, Ordini, et precedenti , chu in olia il
atterrano; dopo la quale relazione segue in secondo luogo la
Storia del Concinne di Papa Urbano Vili'. E della prima e della
seconda dì queste (ine scritture abbiamo copie e ben più di-
ligenti di questa in altri codici della Biblioteca. Non ne dirò
quindi più oltre.
oigiiizM by Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. H7S
10418'.
ili. Inslitu/.ioni dflLi Cnn^ri^Mjioiit <lfl beato Lorenzo
Si contiene in questo codice la colleziono delle regole,
inslituiioni, usi, obblighi, e piritiche interne (la osservarsi da'
icli;.rÌD.-i il.'llii caiii.'ivi.M/.iiiiLi' riti [.on'n/.o (iiusùmriiii.
S' incomincia dal — Summiiriv M mudi: ti unliiw de. la celehia-
lione drì Capititi:' (ìeiwrttle, e si termina colla copia di alcuni
Brevi apostolici del pontefice Paolo III" intorno allo cose della
-y|)i';i(i<lctta roìi^ivciiiLniic. P<.t uii'onin4,iii:aic autentica, eli' 6
in fine del presente endice, esso fu ne' tempi andati dì pro-
prietà di un Evangelista Soaidi di Brescia.
10A28.
Aia. Parere dell' Abaio Taroni sul titolo di Re di Cipro,
che fu assunto dal Duca di Savoja.
Cajlaceo, in 8", caialieri conivi, di pagine Sd. secolo sili".
Il titolo di questo codice c come segue: Sentimenti dell'Ab-
bati Tiiro--tt apra l.i tihuiìiìa ■:: rinculili ■/.//:; daiomiiiaunne di
Re dì Cifro, di che si pregia Ili Reale Altezza di Savoia. Per tutti
gì' indrcj sembrami essere questo Io scritto autografo. Ne tras-
crivo le prime e le ultime lince. Incomincia così : « Chi chiamò
■ la gelosìa un aborto d'amore, ben intese la sua natura, non
i7C MANOSCRITTI ITALIANI
.essendo partorita (la altro Agente, elle da un supposto man-
■ camento ne l'oggetto, che sì ama, » ce. E finisce con queste
parole: .E sarà egli vero, clic un vano sospetto di gelosìa
• potrà stare a fronte dì una generosità sena esempio di un
. tanto Principe? No, che non lo credo. ■ Non e a mia notizia
elio [[mista operetta sia stala (Fila in luce.
10428'-.
4i3. Cose occorse in Valtellina fino al di 5. Giugno 1671.
Carlaao. in i°, caratteri conivi, di pagine 100, secolo un'.
Nella prillili pa^ma del eodiee lf'w*i (.usi : Narra/iva breve
delle cose ocwrse ia Valtellina Jìao a li 5. di Giugno 1 67] .; imito
aera ci reale senza passione nessuna come leggendo intendenti: K pocu
suiti i: il t:\'.>il.-> illustri- /itjHnrr <! .ìiipmr l'.nì.ttsinm (ùn. .hd'iilili Aqri
per la Serenissimi' Iìi'iiMlicn(iYi \ ime/.ia) mentissimo Sorgente mag-
giore appresso all' ' lììhm. ti l'ir- Inni, signor Hieronimo Moresini l'ro-
veditorca Vaìcanmnica. Ed incomincia così : ■ Ritrovandomi , II-
■ lustre Sibilili.', gli a imi passali nel paese de' signori G risoni,
■ et massime nella \ a; -dliiia r.on l'occasione di essere bandito
■ dalla Patria; el fermili unii lo spatio d' unni nove in esso paese
■ sono stato a viva fona sfonato a diventar pratico di quello ;
■ onde ho sentilo et visto cose, le (piali con ogni brevità lescri-
■ veni, ma, ■ ce. ce. Com'è ben naturale, non e dichiarato il
nome dell'autore di questo scritto, che panni d'altronde di
qualche importanza per la storia di rpn;' luoghi, e possiamo
essere quasi certi eh' ei non vide la luce.
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DELLA BIBLIOTECA DEL flK.
477
10432.
4i4. Testamento originale ed autentico di Lodovico Maria
Prciiosu codice, tic! i]iiali; si cnn tengono li' IcM.iiiu'niiine
disposizioni di Lodovico Maria Sforza Dux Medichili et Papiac
Moro, divenne sovrano di Milano l'anno i48i, e nell'anno
1 5oo fu fatto prigioniero da Luigi XII", re di Francia , e con-
dotto in Francia nel castello di Locbes, ove mori il di 27 mag-
gio dell'anno L008. Le sopraddette disposizioni testamentarie
si riferiscono specialmente a stabilire il sistema governativo,
che il figliuolo suo successore (che fu Massimiliano) doveva
seguire dopo la sua morte. — Le prime lince del testamento
sono queste : • Mancandomi quello fundamento, quale have-
■ vamo facto ne la virtù et prudentia de la illustrissima Con-
• sorte de felice recordatione al buon governo, et redricio de
• nostri (ioli et de la successione nostra, quando secundo el
• corso de natura, ■ ce. Credo di non essermi male apposto in
dicendo essere prexioso questo codice, perciocché può fer-
fui'i' dt;l viìoLìoIo [plichi1 ullr;i cti[ii;i pini serbarsene altrove,
che in qualche tempo ne sia stata tratta) certamente l'origi-
nale ed autentico, portando esso la sottoscrizione autoei ti:"a
del duca medesimo. È di non poca iiiar,ivu;lia 1] It'^i i lit i al-
cuni ordini, che quanto al modo di governare egli da al suo
Sforna Duca di Milano.
kmiiiM. Qu«
i7S MANOSCRITTI ITALIANI
figliuolo dopo la sua morto; od ó pur singolare c bùiarra cosa
il vedere, tome uri caso di disobbedieiija o di trascurateli
In minacci severamente della paterna sua maledizione anche
quanto grande sia la mutazione delle insti luzioni, de' costumi,
e delle opinioni avvenuta a' tempi nostri. La sottoscrizione,
mditbiUitaiiiriilc an h^i-.il'.i dui dina, clic lesesi in fino, è
questa, elle esaltamento Irascrn o : ■ Nui Ludouico M\ de Ssfo
• alirmamo li hin di ni sopra», essi re <[m Ili con lì quali volemo
. cii dopo Sui sii governalo ci Stalo sotto oro fiolo quale ne
.aara suscsore nel i hit-aio ut in lidi' do t piloto li li a verno solloss.
«de lira ppria mano et fato spendere el me Ducale sigillo. F. .
— Il codice è, nella sua prima legatura, ricoperto con velluto
nero. 1 fermagli probabilmente d'oro massiccio, che lo chiude-
vatio, non ne lasciarono che il luogo e le tracce loro.
10S36.
4 ib. Operette a stampa e manoscritte concernenti la città
e la Repubblica di Genova.
Sono al principio di questo codice due operette a stampa,
che hanno per titolo; V una — Raggwglio di Parnaso. La fic-
pabUkn di Genera manda un iob Stgrttaró da Parnaso, perchè le
sìa decretala il inulta et, me ,i !:U-ratrni a Italia :v.ìn Genova 1617;
e l'altra — Ragavaglìo di Parnaso. Apollo confinila alia Repub-
blica di Geno™, come I ih: mirice <l'ì!:ilia il j<rr-ih(fio, ec. Le quali
due operette sono seguitate da una lunga lettera manoscritta,
ohe parmi autografo, di scrittore anouinio, per la quale si fa
DELLA BIBLIOTECA DEL 11 E. i79
ed e indiritta ad un Jacopo, di cui niente più si dice, ed in-
comincia così : < Signor Jar.o|>» mio Signore; I limol ai sempre
«et ebbi in grande stima la persona di V. S. come di Ci lindi no
• per molli risgìiardi eminente nella Città nostra, ■ ce. Dopo
di ciò ó altra opcreila .1 stampa, clic ba per titolo : lì Disin-
ganno. Risposta a Don Dirrjo ile Aw-tfa e (laiflutrlt- ec. In Torino.
1637. — Parlasi in questa lctlera dogli affari di Spagna, lo-
dandosene a ciclo quella Cor le. .Segue di poi un discorso ma-
noscritto di autore anonimo indirizzato alla città di Genova
iiell' anno 1 lì li fi ; il ijUiiii' ijriiifijiin [■mi i[iri'.tc [iarde : ■< Multi
■ animali ancora, non clic ogni uomo , combattono sino a morte
r cantra chi lor toglie la roba e Y lionore. E Tu , Genova , più
< vile elle le bestie ti lai e dimostri, mentre aduli a Spagna,
■ che t'ha lolle queste due cose, ■ ac. Indi d'altro autore pur
anonimo, segue manoscritto un — Trattalo dei hiotjiii dell'una
e l'olirti Riviera, e dilatlttltjioqìi dilla lliiiiihìilini. ili fimo':::, t di
alcun altro ancora, tiare ha lilla ryriufci ra/iione; et ultimamente de
Fendi Ed in -fine del codice sono le copie di vario instruzioni,
che In repubblica di (innova diede in diversi tempi a' suoi am-
basciatori e procuratori presso le potenze europee; le quali
scritture portano le date dall'anno 1 570 all'anno 1676. E
queste operette, per quanto mi i noto, sono inedite.
MANOSCRITTI ITALIANI
10437.
Sifi. Storia d'un sariio Sudario, ch'è in Genova, scritta
dal Bitllo.
Cartaceo, in 8". tarmiteli corsivi, di pagine loc. secolo ivr.
Trascrivo distesamente il titolo, clic dì pur il contenuto
del codice, ed è come segue: Binaria dei Santissimo Sudario
mandalo da Christa Giesù ai flc Abazara; quale al presente si trova
nel? inclita Città di Genova nella Chiesa de' Padri di Santa Bar-
thokmeo deijli Armeni; raccolta da diversi gravi autori. Opera del
fi. P. F. Gregorio Bittk Genovese delY ordine di S. Basilio degli
Armeni. Dopo il quale lYonlispi/.io sedile un ivmaadameato sotto
pena et in viriti di ìnula nhnììtv.-.n dato da F. Stefano Priore in
S. Ii,isilia deijU Armeni ut f/f/rr. Iliti'w n [me il<e ponga in luce la
san aprili. S'egli ;d.iì)i;i (.blindilo o n ■ j al r omandaniemo del
priiue. n ceduto iili.' Insinuilo il. 'Il ìijihu- proprio, il m^jiiij
coloro cui può in qualche modo iuiporlarc la nol.i/ia di questo
codici.-, il rpialo incoili ilici» rosi queste parole: » Mentre il fi-
• gìiuolo di Dio, urto por salolo dell' huomo dai Ciclo in
■ Terra, a ciò col inoz/.o della sua passione e morie al porlo
• di salute lo conducesse, ■ ec. La storia è divisa in i3 capi-
toli , dopo l'ultimo de' quali si cerca in un breve discorso
quale onore si debba a quella sacra immagine.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 48 1
10458.
417. Storia della congiura del Vacchero, descritto da
Raffaello della Torre.
Cartaceo, io 8", caratteri corsivi, dì pagine jeo, «colo ira',
(Jontiensi nel presente codice — La Sturiti delta Confjiura del
Vacherò, descritta da Raffaeli della Torre. Iti coni in eia tosi:
. i; Immani vita, Uitloeltó jicr naturale insiinto liahhi per fino
■ lo quiete etati essa con ogni sÌoìvm a:-pin . iì<I ogni modo lutti
■ et incessante!) ieri le nelle operiil.iniii hi nj^ii'si ti sii clie ta-
■ pila, ■ ec. E finisce con le seguenti parole: ■ ... Se per un
■ nuovo Magistrato con potestà assoluta ili risecare dalle ra-
. diei l'origine di tanti mili non si fosse con proportionilo
■ fondimeuto reso il poverini pili rigoroso e pili potente a con-
■ stimare gii Immori maligni , die ne' turpi grandi per cor-
aratela della natili'.! itila gioniatu vau pullulando. ■ Ciò basti
per coloro a' quali può essere d'importanza la storia di questa
congiura, o il nome di citi ia scrisse , o la notizia certa delia
sua pubblicazione. Quant'è allo stile, non mi pare ai tutto
spregevole. Del resto, ili lìnllaello delln 'forre si conoscano
varie operette date alle stampe, e registrate uell.i Biblioteri!
dell' Haym, dove però delia preM^nle non è fatto alcun cenno;
si come nella Biblioteca napolitana del 'l'oppi è bensì fatta
menzione di un' opera che ha per titolo — De seditiunt Napole-
tana, scritta in Ialino, ma con di questa che scrisse in italiano
il della Torre.
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48:
MANOSCRITTI ITALIANI
10159.
4i8. Dialoghi intorno alla citta di Genova.
Dal principio al fine: di questo codice non sono compresi
che due dialoghi; l'uno ira un Romano, che perla prima volta
;ede hi l illii (li Genova, ni un Genovese chi; ne 1' iustrnisco;
e l'altro, tra Paolo, liberto, e Luciano. Non v'ha nome di
aulorc. Scorrendo (pia !■ là (pn'sli due dialoghi conobbi che
io sropo principale del Genovese, e quindi ilei primo dialopi.
era più il dare una storia delle principali famiglie di Genova,
che d' iustru re il Romano delle particolarità e delle cose no-
labili della eiltà medesima. Incomincia il dialogo dalla fami-
glia Dorij. i! di colui sprriiilinonte fidarla, che liberò la ritt:i
dal dominio de' Francesi allorachc per essi era al governo
Teodoro Tlivul/.io; ciò che In l'anno ioli. Do il principio
ed il line del dialogo, onde possa vedej-si n.: fu mai daio alle
stampe, ciò clie non mi riuscì di sapere. «11 Genovese ed il
■ Romano. G. Iior che vi pare di questa nostra citta? R. Renis-
• Simo; e molto un'elio ili quello ini persuadeva, e che la fama
■ ne ìisuona. G. Non e dubbio . rh' essendo fondata in sito rosi
• angusLo, ■ ec.; e termina lì Romano così: • Non voglia Dio,
■ che queste, discordie sieno la eausa della rovina di questa
■ vostra città, et che noti ioni ani jionlc.-, i>.\tranea- qua? tnllant
■ regnimi vestrum ; che allora li nobili vecchi saranno vassalli,
.et li aggregati sa ranno sehiai i : poiché sempre sari fatta più
. i,i di un \ohil' n a lo j.er sangue, ehi' di un al Irò diventato
■ Nobile per la penna.» Il secondo dialogo, che in parte sì
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 483
riferisca all'interna ammiiiisti'av.iotir della ritta, incomincia:
■ Paolo, molte sono et varie In ragioni, per le quali infinita-
" mente ralle" ni re mi delibo J'iwra rilornalo a Genova, ■ ec.;
e' termina Uberto il dialogo con queste parole: «lo sono stanco,
■ perchè do detto assai; lasciamola vi prego, che ri compia-
' cerò un' altra Tolta; et a questo ho fatto fine. ■ -Non trovo ri-
cordati questi due dialoghi in alcuno de' nostri bibliografi.
10Ù59»
ilo,. Relazione ilei governo della Repubblica di Genova.
Cartaceo, io ti*, ranneri corsivi, lii pagine 5oo , secolo un*,
ben conserva io-
li Irontispisio che tiene luogo come d'indice deìle materie ii
questj nella prima pagina: Ile latitine esattissima di (ulto il jo-
verno antico e moderne della Repubblica di (reno™ ; con la minata
di latte le jattioni, Itijifi, imomimenti . ribellioni, e discordi» acco-
date, llem della militia propria, del tramerò delle anime, delle fa-
miglie Becchi? a nuove, dello forze interne ed esterne, artiglierie,
manitioni, rendite pubblichi e private, acnn:i, ci altri bellissimi
particolari; it tutto mimttamcnli et fedelmente narrato l' anno 1626.
Il (iiialn Ironlispmo è si>j-uiUi da una 1 un^iisMiiia tavola ili
tutte le cose, delle quali più particolarmente si parla nell'
opera; indi dalla prelazione, e poi dall'ordine eli e si è serbalo
nel]' esporre la sopraddetta relaziona. Dopo dì che, essa inco-
mincia cosi: .Quanto agli Ordini dello Stalo, non credo che
.nessuna altra Repubblica Dubbia più spesso alterato gli Or-
« dini suoi, che la Genovese, ■ ec; e termina col 1 — Numera
dello principali Calate di Genova. Non v'ha nome di autore; *
non mi pare (he qaeslo scritto sia l' autografò. É opera diversa
m MANOSCRITTI ITALIANI
al tulio da quelli, di cui si: dolio all'intitolo 3" dui codici'
segnati) n" 3 io, la quale e pel suo online, e per le materie
die i i si trattami. ,. per la penna ria cui fu scritta, è. a parer
mio di merito di gran lunga maggiore della presente, di cui
pur non è fatta meniione ila' nostri bibliografi.
10459'.
/(■io. Dialogo intorno alle bellezze di Genova, e di alcune
principali gentildonne genovesi.
di buoni miMervaiiJnT
Il titolo di questo codice e il seguente, rlie. Ieggrsi in sul
principio della prima pagina : Diabgt dell' Accademico Sforzato,
nel (fixuk sotto In jieiiiiiio. d'un gciitilhuomo Cortigiano, et lìim
Genovese, sì raijiuna Iwrtm-ntt delie v!'ijliv::.e di Genova, et delle
belicele di alenile Genlihlmiue ; e»it malli avvertimenti nobili et amo-
rosi. Interlocutori, Camillo et Giujfredi. Comincia Camillo il dia-
logo cosi : « In line questa vostra cillà di Genova, Gioffredi mio,
« corrispondi' nisrabilmi.'ole alla lama uiin'cnalu (1; tutto il
.mondo,, ec. ce. E le ultime linee del codice ossia del dia-
logo sono queste : ■ La voluttà e brevissima ancora et fuggi-
. ttva; lungo ni vicino il tormento; l'occasione ci lascia, et la
«penitcntia ne seguila. Li con questo entriamoci in casa. ■
Veggasi con ciò se fu o no. dato alle slampe questo dialugo,
clic pur sembrami piandole a le^ni-ì là >pcciobuen(e ove
s' in Itati iene a dire di quelle ] - vii ideali e celebrale donni', die
a quel tempo, cioè nel secolo ivi", vivevano in Genova, si
come della Virgìnia Pallavicini!, dell' A urei iu Spinola, della
Maddalena Le rea», Maria Doria, Laura Negrone e d'altre
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 485
molti'. 11 eli. alati: Spioni» hciietne.iio i (lustratore della storia
letteraria della Liguria potrà di questo accademico Sformalo
spiegar il nome, e vedere ?r l'orse llirt:dounneo l'asclielii au-
tore di un dialogo sopra le belle/.zc di Genova, clic fu pub-
blicato in Genova l'anno i583, in 8J. 11 Coleli Storia diluita
cita Bartolommeo Paschetti come traduttore in lingua italiana
degli Annali di Genova pubblicati ila Giacomo lìoofailio, ma
non fa menzione di lui come autore del sopraddetto dialogo.
11 Giustiniani pur non ne parla ne suoi Scrittori Lignri.
10ÙS0.
ia i. Storia della città dì Lucca, scritta da Nicolò Tucci.
La storia di Lucca, scritta da Nicolò Tucci, e divisa in duo
libri, è il contenuto di rpiesto codice, clic per alcuni iudizj
sembrami essere l'autografo. Do secondo il mio cmiune il
principio di-I |i ri il io libro, f'il il lini' del secondo; per eoi polliì
il lettore studioso e specialmente amatore delle cose patrie ben
chiarirsi se l'opera fu o no mal data alle stampe Comincia il
libro primo cosi : ■ Lucca è città dell' Italia per ondine, antica,
■ e per governo repubblica; la quale sola fra tutte l'altre della
■ Toscana, in cui liscile, si gode in questo tempo per gralia di
«Dio felicemente U suo picciolo si, ina libero stato. È posta
ii sotto il sesto clima, ■ ce. E le ultime linee del secondo libro
sono queste: ■ L incanto Pi mr.ijie ■■ [(Illune) ■■ (ini miseramente
.fissimi documenti; l'uno del gran fallo che commette chi
■ d'offesa persona si fida, l'altro del castigo che finalmente
486 MANOSCRITTI ITALIANI
■ riceve chi sono la L V ■ cT * - ingnillii altrui; non essendo cosa ne
■ più abominevole fra gli uomini, nè più spugnante olla Di-
• villa Giustizia; la quale per ciò bene spreso permette che
■ altri sia punito per qn.rgli stessi mozzi, per i quali ha pcc-
■ cato. ■ E cosi tonni un l'opoi'.i, elio .indir (pianto allo siile e
alla lingua panni dover giudicarsi di qualche merito. Nei ca-
taloghi delle storie particolari delle città d'Italia, compilati
dal Colcti e dal Farsetti non è fatta menzione alcuna di questa
Storia di Lucca del Tucci.
10445.
422. Compendio della storia di Venezia, di Andrea
Dandolo.
Ufriil'] n i. In ft'. .■■ii.iI'i i i li'-: . di |.i,;ii:h. j.i . ■■■..il.. in'
di buona cooKmuiODe.
Contiene questo prezioso codice un compendio della storia
o cronica della ritti di Vcnsv.iu. Incomincili m i seguente modo:
■ Qua se comenca la cronica de la citati ol de tuta la provencia
< de Venezia ... et del so coniencamonto et conio (b ordenadi
■ et fati li Doli ec. Con ciò sia cosa che Dio onnipotente dal
■ qua! luto le cose ave so principili ri dognilo dr. Vencxia denc-
■ tri) li altri pn'ncip^li di; tuli li Uirisiiam jhia fiiahato, = ce.
E termina cosi : . Andrea Dandolo coniencalor et compiiator
. de questa ovra. Doso. Ano. dni. m.cccxlii. ■ Questo codice ,
certamente prezioso per la sua antichità ed autenticità, fu in
proprietà, come lesesi in lini' iscrittovi però con caratteri
posteriori), della libreria Agostiniana di Ri mini ; ed il cavaliere
Francesco Gualdi Riminese lo tolse dalla libreria a ciò sia co-
piato per f eccellentissimo Signor Ambasciatole di Venezia. Comi?
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 487
poi questo codice, non più alla Riminense, o alla Marciana,
ma a questa Biblioteca sia pervenuto, io non ho che a ripetere
rhabmt fata-libelli.
10444.
Ì23. Notizie delle principali famiglie di Veneiia.
Cirtlcpo. in 8", caratteri conivi, ili rapnc 160, secolo Iti*,
Non i questo codice se non clic la copia d altro antichissimo
codice, il quale dava in succinto le notizie di tutte le princi-
pali nobili famigli» ili \ c-nciia ^o^u-'n do l'c.]-Jine del tempo,
nel quale furono a^regale veneta Nobiltà, per cui pote-
vano essere per diritto itmnirvso aticin"- al (in mie Consiglio. Il
codice però da cui fu tratta la presente copia era difettoso in
molti luoghi, ciò die risulta per alcune parole dell'amanuense,
c specialmente nel fine del codice stesso, ove legarsi quanto
segue: Qaa finisse tulle le Croniche delle Guada di Nobili conte
anco Cittadini, ma nei fine li mancano alcune carte G. B.
Itili- Compendio della Storia de' Dogi di Venezia,
Cartaceo , in i\ 1 ,i 1 j I L.i 11 ;cclii- l'.'iuli, di ppginc ioo, scmlo iV,
Questo codice, clic non ha titolo alcuno; forse perchè i ca-
ratteri e lo stile binano con cui è scritto hanno stancata la pa-
zienza di chi ebbe a registrarlo nella Biblioteca, contentandosi
quindi di apporvi il numero; è una storia ridotta in compendio
488 MANOSCRITTI ITALIANI
de' dojji di Vcne/.ia . e jj. L n ri ■ si mi ai doi/e Michele- Slen, inco-
minciando cioè dall'anno 70.Ì, «nel quale, si lo faclo per lo
■ povolo Vcncciano lo primo Dose lo quale a nome l'oluco, ■
praddetto Michrle Sten. Miri (odici sono io questa regia
noli/ir storielle di tutti 0 ili aleuti: iV;p di \ ■TU'/.ia; ma raffron-
tandogli io un |k.' allentamenti' conobbi essere il presente ma-
noscritto ni lutto 1 1 i ■. 1 ■ [Mi d.isji nitri , eoiebè qui oltre le notizie
allusive nlla vita ili quel dui;i.' di cui si parla , le quali formano
la minor parte del discor.su, snnu pure opporiunenienlc qua là
inseriti i fa Ci pi incidali .il' .qj-in.-lii- più solenni , die in vita ili
quel doge occorsero nella repubblica. I .eggonvi.-i altresì alcune
;,'iudicio=c r-.iinular.inni a' margini ■: 1(1 le. pn^ioe . ma esse sono
di carattere posteriore al Imipo in cui fu scritto il codice.
10444*.
Cronica delle famiglie nobili Y cucitane..
La massima parte di queslo codice comprende una cronica
delle nobili famiglio veneziane. — Di queste croniche, come
vedrà il lettore, altre ne sono in questa Biblioteca, ma la
presente è diversa da tulio 1' allre, non solo per la penna di
chi scrisse, ma per le cose e pc! tonino in cui le scrisse. Credo
opportuno il trascrivile alcuni' linee, che danno principio
all' 11 peni : » La C il la de di Vene tiri lo odi li i ila '..[■: vubntii de Dio
. come Signor et Protetto di quella — evennero a quel lungo
: :i scissili li 1 Libili '!.'ri lumi de diverse parli del inondo. . et !icn>
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 489
• nui vi faremo menlion solamente i!p quelle Casade de gentil-
■ homini che son vive a questo tempo mille quattrocento
■ cinquanta doe, e delle inancade non vi Faremo menlion per
■ che le son per numero altre tanto de quelle se trovano al
'presente, et quelle metteremo qui sotto per alfabeto. • Esse
in fatti si novennio tosto alfabe.1 inamente, incominciandosi
dalla famiglia Avìuiml'u (li Mantova, da quella di Abramo di
Trieste, di Alberto di Uerlagna, ce. ec. Questa cronica è pre-
ceduta d'altra brevissima operetta, il cui argomento è notalo
ìn sul principili msi : ('emr .lf.'Yi; jhiiji-ii:n: Ih-i i.'.jyic ti ,i . in- .■!!(»(■>
eì velie al mon.fo. Incomincia con questi; parole: » f)n poi ia
■ passimi del nostro Signor Jcsu Cbristo, li suoi Apostoli fti-
■ rono dispersi lonzamente per ci mondo, ma da poi la resu-
■ ree I io ne di quello,! ec. E finisce così : ■ Da poi Enrigo
■ Quarto succdelte lo Imperio Lutrcro de Sansogna, et in lui
. fini la casa de Baviera, lo Imperio tht: Quarto Enrigo bavea
• tenuto l'uno d ri ehi l'altro. ■ Quest'operetta, che gin vide la
luce, t ben nota anche per la sua rarità.
10ÙÙ6'.
1Ì26. Decreti del Senato Veneziano intorno a' Governatori
degli Stati della Repubblica.
Membranaceo, in rt" picf olo . ranneri corsivi, secolo ivr,
diretto» di alcuni fogli sul principio
11 contenuto di qucslo codice è una raccolta di tutti de-
creti ilei Senili" vendo, del Loi>*i<;lio imi ghinee , <■ rl'aìln
officii e magistrati subalterni, sopra gli obblighi imposti ad
un podestà, rettore, rappresentante, o capitatilo, che la re-
pubblica incaricava del governo d'una città, d'un castello,
ago MANOSCRITTI ITALIANI
<T una terra , o d' altro luogo de! suo dominio. 11 codice è nella
sua prima li-calura originale con l'ormi impressevi in oro di
quel lettore o podestà, il quale lo aveva ricevuto da quel ma-
gistrato, cui doveva prestare il giuramento di fedeltà, e ili
obbedienti, lì poiché d'ordinario tali codici (si come pur lutte
le cosi dette Ducali, delle quali lae.eiamo menzione a suo luogo
e poyseiliife il il 4 j L;i 1ìi]>! io! tra J suini ornali ili quali In' liei la
miniatili';! inni e improbabile, elie sprci a imbuto questo Li ser-
basse bella cosi , che avesse fatto nascere la tentaiioue a qual-
i- hit' a ii ialine ile 111' cosi' Ivi li' si'n/.a spe>a, di toglierla dal codice.
10452.
437. Ducale Veneta a Giovanni Barbo.
Membranaceo. In B". cantieri corsivi, di pagine 100 . i-ecolo iti",
Ciò ch'io sono per dire sul seguente codice segnato n° Si8
può riferirsi a questo, con la sola diflcrenia, che nel pre-
■ ente la Ducale, ossia lelt''ia di governo , e imiirilfa a Giovanni
Barbo per l'isola di Candìa, c ebo la miniatura di cui è adorno
è meno bella di quella, di cui è adorno il seguente.
10453.
fii8. Lettera di Governo, ossia i)acute i udiri Uà ad Alvise
Loredan.
lì il contenuto di questo codice' una di quelle lettere, che
DELLA UIBL10TECA DEL RE. %i
ria Venezia ni sì r.hiaiuavano Idtai- [inoli, n scmplirt' riunì le
Bacali, perle quali i dogi mandando un nobile al governo
di qualche cìUà o provincia gli dieliiaravruiLi inft' i suoi ob-
blighi e diritti nel1,' csi'i'ciii» ilei gnu 'nifi ini dosimi), come s'è
detlo nel codice segnato 11° 42G. Ed è questa appunto una
Ducale del doge Andrea Grilli ad Alvise Lnrcdnn detto e des-
tinali) podestà e capilanio a Collegllano. Queste Ducali, come
s'è detlo altrove, souo quasi srnipre adorne da principio d' una
miniatura col ritratto di qin'l nubili.1 cui è indiritta la Ducale:
la quale miniatura, com'è ben naturale, è più o meno bella
secondo la valentia del pittore, che fu trascello a dipingerla;
e mi sovviene di averne vedute di preziosissime Fatte per le
mani medesime d'un Paolo Caliari, d'un Tintorotto, e d'al-
tri. Quella di cui è urnato il presente codice, e che rappresenta
la Beata Vergine cui bambino, dinanzi a' quali sta ginocchioni
it I.oredan dirimpetto ad un vescovo, che gli presenta il Van-
gelo su cui deve giurare, non può dirsi mali- condotta, ma
in'.' pure tra Ir- più hcll.- . iumiciìihIo di .-.piiilo . ed essendo,
come dicono, un po' secca. Ricorda essa moltissimo lo stile
didla prima seriola di Giovanni Bellino.
10458.
(ho. Decreti della Veneta Repubblica concernenti
l'amministrazione interna de' suoi Stati.
Questa pure può dirsi, come l'altre ne' codici seguali
num' 437,418, 43o, 43i, una Ducale, non però delle comuni,
poich'essa rinchiude non solamente la dichiarazione degli
4{p MANOSCRITTI ITALIANI
obblighi genti-ali di colui, che in qualità di podestà o capi-
tarne- eia mandato dalla repubblica ;il governo dì qualche
citta, provincia, o luogo qualunque soggetto al dominio
d'essa repubblica, ina contiene altresì una collezione copio-
sissima di-' (leuvti . clip in varj lem pi l'us i.iu. pi ih! il irati intorno
alia particolare interna a un ni ni strazio ne degli stati della re-
pubblica medesimi!. Veglisi il aulire ugnali* n" flaG, i de-
creti coutenuti nel quale sono tutti iu questo, ma non con-
tiene tutti quelli, che in questo si trovano. — ■ La presente
Ducali è nulla sua prima originalo legatura, col bone impresso
in oro sopra le coperte, ed i del doge Marino Grimani, in-
diritta a Carlo Pasquoligo eletto podestà al governo di Castel-
franco con ordine di osservare anche tutti gli statuti della cittì
di Treviso.
10459.
43o. Ducale Veneta, o lettera di Governo a Taddeo
Barocci.
Altra Ducale pur questa, cb'è indiritla a Taddeo Barocci
eletto podestà a Vale. Voggansi i codici riunì1 417, 4^8, 43 j,
e ciò che s' è detto di quelli dicasi di questo , il quale però
manca del primo loglio, dovi; foise nflh miniatura , clic più
non è, stava scritto il nome del doge, dal quale il Barocci
ricevette la Ducale.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 493
10450*.
43 1 . Ducale Veneta a Pietro Bollahi.
Meinbraiuceo , in 8\ «nutrì conivi, di pagine Go, secolo MI*,'
ben coiuer-.no.
È in questo codice, come vediamo in altri codici, una
lettera di governo o Ducale; con la di0érenia elio in questa il
doge Pasquale Cicogna indirizzandola a Pietro Bollani il no-
min.1 eri elegge sollJiii.il consigliere ìi lìellilmo [it'i- aiiiiì due.
Le miniature, che l'adornano, non sarebbero spregevoli, ma
sono guaste. Sul principio leggonsi questo parole: CodcxD.An-
tonii Paure.; |e poco innanzi In prime liuee della Ducale, scritta
con altri caratteri è questa ran notazione : Achcté à Venise le gc.
jourd'AousI 1G29. 7 — Fatert.
10461.
433. Ducale Veneta anonima.
Ciò che si è detto del codice segnato u° 42Q, contenente
una lunga Ducale del doge Grimani a Carlo Pasqualigo, può
applicarsi a questo, che n'è una copia. Se non che qui non ri-
Sulta né il nome del doge, nè quello dell'eletto al reggimento,
ossia, come qui sta scritto, all' imperio di llomaniti ri specinliaeiiir.
dell'Isola di Canditi, perché manca il primo foglio, nel quale
al solilo sono scritti i nomi si del doge, che del nominalo al
tale o lai altro governo. E ben probabilmente manca questo
da4 MANOSCRITTI ITALIANI
primo foglio, perclie adorno ili qualelie bellissima miniatura,
rli cui forse taluno, come s'è detto altrove, per amore alle arti
avrà voluto impossessarsi me. Argimieiito cosi non solo dall'es-
sere per lo più tulle queste lineali ornate di miniature, ma
altresì per la finezza e candore delle pergamene, delle quali
il presente codice e composto, per l' eleganti e nitidezza de'
caratteri con cui e scritto, per la legatura sua eh' è suntuosis-
sima per quo' tempi , e pei- le stesse sue coperte tutte impresse
in oro e prar.id^ .1 in cri i ■-■ dipinti';.
10461*.
433. Discorso di A. Maurilio Valperga sull'isola dell'Elba.
(.ioni prendesi iti [presili ri 11 lire ini — Uteri- disiano dell' Mtut-
licy'/n?. ci ilÌ!/ii-ii:iin'jij:i. th-lii iÌik l'ii/:-c ili ì'it. intimo ci Isola dell'
Elba, et In nuova fortificutione d'essa, perresistere ad ogni attacco,
a insnltn imitimi, ■■! -Idir i/iaii imisty m 71: 1;, fin- ni: attribuisce la Co-
runa et la Francia insieme. — L'autore di questo discorso e
A. Maurizio Valperga, com'è! stesso si sottoscrive nella sua
lettera rieri leu loeia tire precede ii ilistoivj inedesimo, indirilla
ad un cardinale, di cui non apparisce il nome; ed È data di
Piombino a' iH del mese di novembre dell'anno i6dg. La di-
ligenza con cui fu scritto questo codice; la nitidezza ed ele-
ganza de' caratteri; Li legatura sua originale in pergamena
co' fogli dorati; la bella carta geo grafico- topografica fatta a
penna in fine del codice, rappresentante l'isola dell' l-llba;
lutto moni induce a credere esser questo l'esemplare, ebe il
Valperga offerse a quel cardinale, die lo aveva mandato a
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. . i9à
quell'isola per averne di essa tutte quelle notizie topografiche,
politiche, interne, industriili, r: ultimili , clic ti comprendono
appunto nel discorso sopraddetto, Hod so s'ei sia stato pub-
blicato, ma non mi semina rio probabili:, poiché l'accuratis-
simo sig. Luigi Marini nella sua Biblioteca Jt fortificazione , do1, e
ricorda due open: did rnt;di>sijiiu Val|>nf;n poste in luce in
Napoli negli anui :(i53, ifìòo, non fa alcun cenno della pre-
sente. Del resto se fosse stato noto più per tempo questo
codice, cioè allora quando del nome giustamente glorioso di
quell'isola ne risonava a' di nostri da per tutto la fama, io
credo bene, che non sarebbe staio dimenticalo.
•10462.
434. Contese, che in sul principio del secolo xvii* insorsero
tra il Papa e la Repubblica di Venezia.
Contiene il pieswile endice Li ■ — l>»-irtis;itin»u delle contese,
che sono slate tra Sua iuii'.dà ci in Sttrrut.'.iimi Rrpuhlilìia ili V'i-
naila so/ira li rapitoli, dcl/i tinnii sima stilli li dispareri; con tacca-
modamento seguita con. il mezzo dell' ìUìno. Cardinale di Gioiosa per
Alleilo manduto dalla Maestà del Senna. Re Christianissimo di Fran-
cia et di Navarra, l'unno 1607. Due conoide-razioni importanti
nascono dalla lettura di questo seritio; la prima, del gran-
dissimo allctto che i re di 1' 'ranfia portavano a quella repub-
blica; e la seconda, della sincera stima, di cut la repubblica
godeva presso tutte le più alte potenze europee , benché quanto
alle sue fòrze fosse ben al di sotto a ciascuna di loro. Sebbene
!" eleganza di questo codice, e l'accuratezza con cui fu scritto.
aa6 MANOSCRITTI ITALIANI
ci possano indurre a prima giunta a crederlo quello , che
l'autore prescnlùad una delle Corti ivi nominato, pur io
penso non sia che una copia la quale fu fatta per mandarsi
in il'Hi.i al .■.];;. I, invilii ni di MarsiMi, al quale appunto c iti-
diritto il codice, come leggasi cella prima pagina. Comunque
ciò sia, non era indegno di più alta destinazione.
I0/t62'.
S35. Raccolta di operette di Paolo Sarpi.
Cartaceo, in Y pirr , r:iriMf ri furavi . i!i pagine Knn . veote mi'.
È iti questo codice una raccolta delie — Opere et opinioni
di Fra Paola Sarpi Servita, si come leggesi in sul principio.
Forse, tutto ciò, clic conlicnsi in questo cotlicc sari già stato
dato iillc .stampi!. \il ugni modi) poircldie finirne tldi^eiito
metitc l'esame, essendo questa una copia singolare dello sole
picciolo operette di fra Paolo, la quale fu fatta in Venezia .
mentr'egìi viveva, e di là mandata ad alto personaggio in
Francia, il quale era a!]<>i-.i prò li,? li il mente un cardinale mi-
nistro , vedendosi impresse in oro Sopra le coperte del volume
le iiisi.'^ui.' eardinalmc. Dei rrslu sono tante di numero qui
riunite le sopraddette oppi-elle, die troppo tempo ch'io- non
ho ini abhisoijriciclilie ;i trascriverne i soli argomenti, inco-
minciandosi dalla eiilà di Oneda, poi sui Greci, sulle con-
tribuzioni, sulle processioni, sul modo di accogliere i Brevi
dei papi, sul patriarcato di Aqiiileja. sopra quello di Cons-
t.nitinopolì, siili' abli.iiia della Yangad i//.a . sui l'adii della
Carità, ec. ec. lì pur a desiderarsi, rame dissi qui poco sopra,
che sia tran quillam ente e per chi avesse il tempo ch'io non
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. S97
ho, esaminato il presente codice, onde conoscere se tutto ciò
ch'ei comprende sia stato pubblicalo ; chè ben ne merita un
tale studio fautore; il quale, trascrivendo io qui alcune parole
del Gamba, non è a dir vero un esempio della cultura della
nostra lingua, ma ha bensì l'urli: ilelln scrivere, specialmente
ndk ii/n're di genere storico, come Cicerone la suggerisce,
10462--*.
436. Dispareri tra la Corte di Roma, e la Repubblica
Veneta.
ClrUceo. in appiccolii, «rallini wnsijj'ilici . :li pagine 80. jecolo ira*,
Conliensi in questo codici' la — Dc-.liiralior.f ile/li Capitali
sopra li anali sono siale le contese et dispareri tra il 5nmmo JPonii-
jìce, et la Serenissima Repubblica Veneta; con lo accomodamento, ec.
Vcggasi ciò che s'è detto del codice segnato n* 434 , di cui,
eccetto alcune picciole differenze, questo è copia; o quello di
questo. Noterò soltanto, che dove nella prima pagina di quello
è un iudiriizo al sig. di Marsilii, ridia prima pagina dei pre-
sente stanno scritte con caratteri d'oro le seguenti linee:
All' I lìmi'. 1.1 Vxihnu- stufiti: mii, Ciilviulia". il su/hiir AiiiMn, wdir,.
della Maestà del Re Chiistianissimo di Franta et di Navura, Resi-
itui 'ijipirj.'ii la S:iìim. lii-pnU.-tiai ili Venetia. 1607. Il quale
indirizzo sia stato latto dal compilatori.1 di1' sopraddetti capi-
toli, o da chi fu incaricato d' inviarli all' ambasciatore, sem-
brami per Ogni indizio poter affermare essere questo il codice
autentico, che fu presentato a) sopraddetto ambasciatore
francese.
MANOSCRITTI ITALIANI
10462'.
S37- Opinione di Paolo Snqii sul modo (fi perpetuare
il dominio della Repubblica Venela.
Il titolo del presente coelite è coimi .sr;ia: : Opinione delPadre
Fra Paolo (Sarpi) Seniitn, Consnilore <ti Start, data olii Signori
Inquisitori di Stalo; in qua! modo debba governarsi la Repubblica
di Veitetia internamente et esternamente per haver perpetri dominio;
con la quale sijiondcrano gì' interrai ,ii l'ini li Principi; da lui des-
critta per pubblica Commissione, Hanno 1 fi 1 5. Intorno al quale co-
dice nuli' altro io ho a dire, essendo già stato pubblicato,
se non ch'è scritto assai diligentemente.
106Ù2*.
438. Opero varie di Fra Paolo Sarpi.
Questo codice puro, sì come gli antecedenti 435, 437,
contiene alcuue opere del Sarpi, le quali però non sono in
quelli . e panni ci: e il codice sia stato sciiti 0 il' tempi dell' .Ul-
tore. Appartenne dapprima, carne qui sta scritto — ISibliotliecae
Nigrac. 11 contenuto è questo : I" Consolazione della mente nella
tranquilliti di coscienza caasatu dai buonmodo di viceré nella Città di
Venezia nel preteso interdetto di Paolo V". l'anno 1U0G. svegliata da
Fra Paolo Servita Consultore di Stato. La scrittura è indirizzata
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 498
agli inquisitori di sialo , ed incomincia : i Tra le molte infer-
ii inità, alle quali l' lumia ila (luliuU'iiii è .sj^jelia. non e alenila
; die sta ti di uisj^inr pericolo, otti più di ilici; rimedio, elio
■ quella che per consenso vien causata dall' animo al corpo, -ec.
Il" liamiitm- tifile marnimi; ìiiiivrxtli ii/.'r pimi' .,i:\'.rìiwi /■.,jt;ri;--'f.,i
fra la Corte di Roma, e la Repubblica di Venezia; e principili cosi:
• Hoia che habbiamo posto fine all' esame (lei quesiti , . ce. ce.
111° ed ultimo. Strattatjcmma per schernire iprWjiudizj del moderno
inlerdetto, e scansar l' acca s imi e d'allri iiili.-nh-lli per l'avvenire; ed
binimi n eia coti queste parole : «Grande c stala la provvidenza
• della natura air hurnano servitù), rendere medicinale la carni!
dell.i Vipera in nidtln, clic ili questo animale . t ho ha il veleni;
" per sangue, si ridivi il rimedio pili efficuci1 p'Tsmiar il ii'-
■ leiio, che uccide, • ce. Di questi importa ntissirui scritti non
dubito, che taluno, e forse tutti, siono già stati pubblicati o
separatamente, o riuniti in alcuna delle molte e molte edizioni
che delle opere del Sarpi si posero in Iure , ciò che lo studioso
lettore, volendo, potrà a suo agio conoscere; ma intanto è
bene, che si sappia, clic le sopraddette tre opere sono scritte nel
presente codice con indila iliii^eni'.u e correzione.
10Ù65.
fi3o. Ordini della Repubblica Veneta concernenti le sue
milìzie.
Cartaceo, in 4*. ranneri conivi, di popne 70. secolo iv".
Il titolo di questo codice è — Ammari» di diversi ordini sopra
li: onlint<ti:e i.'r 'l'ina jerma. Incoili- nrmiiio-,1 dall'anno i5l8, e
proseguendosi fino a l'anno i58» stanno. qui raccolti tutt'i
5oo MANOSCRITTI ITALIANI
decreti principali, che fece la Veneta repubblica intorno agli
obblighi C diritti delle Ordinanze, cioè de' soldati, che a quando
a quando si arnwiavtmo in servigio ili essa repubblica. .
10/163 '■'
àio. Ducale a Vittore Pasqualigo.
Membranaceo , in d", cantieri rp;'..-i .:.ir.-ivi . ili ]nj\:t<: i5s. secolo ivi&,
E in questo codice una di quelle Ducali , di cui s'è detto
in molti altri codici dì questa Biblioteca. La presente è del
doge Sebastiano Venii™ indirizzata a Vittore Pasqualigo, il
quale fu nominato podestà al governo di Lcndioara. Porta
la data dell'anno 1Q08, ed a diffcreoia dell'altre Ducali,
questa ha di più nei fine un Repcrtoriam (scritto d' altra mano,
e forse del medesimo Pasqualino por propria norma) Ctimù-
rionam Bet/aninu Lcndenariae.
10401.
i . Risposte del Senato Veneto al Provveditore
dell'Istria.
Ed è veramente un peccato, che questo codice non sia per-
fetto, essendo l'originale ed autentico, che la repubblica ve-
neziana mandò al provveditore dell'Istria in risposta a tutte
le domande, ch'esso aveva fatte alla repubblica medesima
intorno a varii punti concernenti l'interna amministrazione
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. i-.
rli'lld ilivfra« l'illA i! Inumili .-.[ ^ ut) jiovnnio soggetti, l'ii ciò ni
1 CMiipo del dogli Ag!)?tiim IJarliarijjjo, in nome c per comanda-
mento de) quale fu compilalo e spedito questo codice, ossìa
questa Ducale a quel provveditore, il cui nome seni' alcun
dubbio stava dichiarato ne' fogli die mancano. Termina il
codice con queste parole : Datam in nostro Ducali Palaia» die xi>°.
mentis Augniti, indizione nona, h.cccc.lsiix primo. E più sotto è
la sottoscrizione autografa dei segretario, Georgia! Nig.ro secre-
10465.
442. Tasse delle merci forestiere, ch'entravano nello Stato
Veneto nel secolo xvi°.
Cartaceo, in S" piccolo, caratteri tondi , di pagine a 00, «colo ur>,
.■|:riv:Tval.. . l! i li 1 L: 10. . .,, ini [irir.l ìiii.. (li .Illl iji'l.
Si contengono nel presente codice le Noti, ossieno i registri
doganali della ri'pubblku di Venezia in materia d* importazioni,
e quindi di ciò, che nel secolo ivi0 ciascuna merce proveniente
dall' estero doveva pagare entrando nello slato Veneto. Benché
di nessuna reale utilità sia questo codice a' tempi nostri, pur
è piacevole l'osservare le differenze si della natura delle merci,
di cui lo stato allora abbisognava, die delle tasse che a quel
tempo s'imponevano alle merci medesimo.
5C.5 MANOSCRITTI ITALIANI
10465*.
443. Elezioni de' Veneti Magistrati.
ben amentto**'
Veggasi ciò clic se ne dice de cedici segnati nura' 448 e
A4g, del primo (io' quali è il pnwnlc copia esattissima, e del
medesimo amanuense; ed è stata fatta, come leggesi in sui
princìpio a cai'alteri d'oro, particolarmente — perl'Ilìmo. et
Ultima. Hunsiijnoiv .'[.''idic Provano Degnissimo Ambasciatore po' il
Servai?. Duca di Stirota oppresso Itt Serenissima Siynarìadi Venetia.
10465'.
444. Relazioni! delta riuj i: Repubblica di Venezia.
Cartaceo, in A'. ranlU-ri r.irsi'i. di |.spr:t ino, verso la Eoe del Kcolo ivr>,
.1: !:-.n::n , .-ii^tvi.
il titolo del presente codice e questo : Bplalione lidia ima , .'
repubblica di Venezia, nella t/uate sono descritti li prirteipii di sua
■.■iijiinln.nr, rtvtmiamenti , fn-ii.Ti.srr e i-trilil:- (Ma, decerne. Riti,
Costumi, Dominiti, Forte, Erario , Adltcrcnze co Principi, et diffe-
■ii-:,- .-(/■ /■/■';.',■,;■! dti!' Imperio fi turisti ili precedenze, incomin-
cia la Relaziono in questo modo : • Hebbe origino la Citta di
i'\i'l]iHÌil [si rome I' !IÌ..(oiii! (iescl iviilid ) da' l'adi, n ;i ni . li
ii quali, per timore de' Goti, clic venuti in Italia andavano
» (ievaslamli.) i Illaidii |iiii uolaliili , deliberarono sotlo il giorno
» dei i. Mano dell'anno 4ai. ablncarnatione, » ec. Non risulta
d'alcun luogo di questa operetta chi ne sia stato l'autore, e
L'i 1 1 Zl'I c,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. So3
per lo indagini clic ho fatte, probabil melile è inedita. Sembra
però che l'autore fosse un Veneziano, e molto instrutto delle
cose interne e più recondite della sua patria. Vi rincontrai
degli aneddoti e delle considerazioni piacevolissime a leggersi ,
le quali potrebbero anch'essere di qualche utilità a chi sì
accignesso a comporrò una novella storia di quella un tempo
famosa città e repubblica.
10466.
/liò. Scrittura di Tommaso Contino sul modo di regolare
il corso dei-fiume Brenta.
Cartaceo, in i', laraileri corsivi, di pagine yo, stailo «ir,
È in questo codice una scrittura di Tommaso Conlino Proto
e Architetto della repubblica di Venezia intorno al modo di re-
golare il fiume Brenta, proponendo fra tutti gli altri ineizi
quello di costruire due riot'tr rulla villa drll.i Mira. 1 ..i qu;ilf
scrittura fu so t toreri Ila <1jl tutli ijiu;' nobili die prusiudevano
alla magistratura sul corso dello acque, i quali si chiamavano
Savii alh acque; ed ha la data seguente : la viìia Mia Mira a
ig. Marzo. 1G1 1. Ed in fine lesesi l'nppi ava/.Hiiie del così detto
Collegio delie acqtu, il quale ordina, che lutto sia fatto et eseguito
in conformità dei consigli dati in essa scrittura. In fatti le due
porte sono state fatte nella sopraddetta villa della Mira, e si
veggono presente! nini Le; cusicube nessuna utilità può trarsi da
questo codice , eccetto quella di conoscere le ragioni , che de-
terminarono f architetto a proporre la costruzione delle duo
porte, ed il magistrata ad approvarle;
6a6 MANOSCRITTI ITALIANI
10Ù67.
446. Serie de' Dogi di Venezia, e de' Procuratori di
S. Marco.
Cam™, in 8*. caratteri conivi, dì pagine i5o. secolo ini*,
ben conservalo.
Contiemi in questo codice, per ordine alfabetico, una serie
od elenco, giuntavi pure una brevissima storia, di tult'i dogi
e procuratori di S. Marco, dal cominciamento della loro ins-
deììa eledone, il nome elei padre dell' eie t Lo , gii anni che visse
o come doge, o corno procuratore, l'epoca più solenne del viver
suo, e finalmente il giorno, il mese, e l'anno della sua morte,
tutte queste notizie si hanno da questo codice, che può forse
per esse divenire di qualche utilità per la storia generale di
quella repubblica , o particolare di qualche Famiglia.
mio.
A47- Regole del Collegio Salviali.
Si comprendono in questo codice le — Regole del Collegio
Stilettili , fate dalia felice memoria dell' Iltmo. e Rino, signor Car-
Aiiitik Sull'iati, jiiiulalinv ilei delle. I.i.i:«. Le sopraddette regole
sono divise in sei capitoli , il primo de' quali concerne il go-
verno del Collegio, e 1' ultimo comprende varii avvertimenti et
ordini. Credo bene, che pochi si cureranno della notizia di
i n I : c,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5oS
questo scritto, ma noi, secondochè abbìam dichiarato, dob-
biamo esser coiilpuli a' essa riesca graia anclic ad un solo.
10471.
448. Cartaceo, in il', rarilleri corrili. secolo inr, ben conservalo.
Il codice qui appresso segnato n° 449 * copia tratta da
questo, il quale però è più elegante do' caratteri, e più dili-
gente nella scrittura.
10Ù72.
44g. Elezione de' Veneti Magistrati.
Cartaceo, in 11". caratteri conivi, di pagine ilio, secolo ira*, di buoi»
COJjMrvaiione.
Il contenuto del presente codice, come leggesi in sulla
prima pagina, è il — Numera et qualità di quei Magistrati, die
sano diipcnsati per eletlione dcll'Ecdmo.Consigliodc X. et per l'Eterno.
Strialo, et per il Maggiore Consiglio sì in Venelia come in Mare et
Terra-Ferma et per tutto il Sermo. Dominio Vèneto. Termina ■ lo
scritto con un indice alfabetico dei Nomi de tolte h Casade delia
Nobiltà di Venetia; come vediamo in altri codici.
5o6
MANOSCRITTI ITALIANI
10474.
i5o. Discorsi di Enea Alberio sul porto dì Cervia, e sui
modo di fabbricare il sale.
Per' tutti gl'indizj sembra essere ijui'sto il codice autografo,
Kiso contiene due discorsi; l'uno — intani» ut. l'orlo di Cervia,
e l'altro — intorno ai modo di fabbricale ii sale. L'autore n'è un
Enea Alberto, clic si sottoscrive nella sua lettera dedicatoria,
eli.- -ni nrintipiu, indirì;t;i ad iin cardinale, ili cui so ■ ■ ■ >
dipinte l'anni scolorì nella prima pagina rìel codice. I soprad-
detti due discorsi furono scritti dall' Alberio per comandamento
di esso cardinale, il etti nome è taciuto. Il primo discorso in-
comincia con queste parole : ■ Il Porto della città di Cervia è
■ situato nella spiaggia del mare Adriatico a dirittura del vento
"Greco-levante;» ed al secondo discorso si dà principio in
questo modo : « i'er fabbricare il salu nelle ialine di Cervia, vi
-è necessaria l'acqua del mare; onde, ■ ec. Ne' nostri biblio-
grafi non trovai fatta menzione alcuna di queste operette, né
del loro autore.
10475.
45 1 . Feste che si fecero in Venezia all'arrivo iti quella
ci Uà di Errico 11? Ho di Francia.
Condensi in questo codice una descrizione, o notizia jiarlii.o-
La-.i i : c,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5o7
lare delle— Feste et Trionfi falli dalla Serenissima Signorìa ili Ve.
netia nella felice venata di Hcnrico III'. Cristianissimo He di Francia
si di Polonia. L'autore, di cui lacesi il nome, è un Veneziano
(Ml.i prmmcia l'adi. vana, che se n'andò a V cnezìtt Ìli quella
circoslauia, e deseri \ i: tulio quello e In- lui v in luto cogli occhi
proprìi , in co min ci a lido così : ■ Alli S. Luio i 67 d. ini partii di
■ Montagnano per andar a Vcnetia et veder la venuta di Hcn-
■ rico 111°., ■ ec. Oltre le noti;ic ili ciò di' ri vide in quei giorni,
le quali certo possono meritare d'essere conosciute, dà poi
anche la copia (li alcune poesie Ialine e italiane, che in quella
lietissima circostanza furono composte. — ■ Alli 37. che Iti il
■ Martedì me n' andai a trovare uno nostro Dottore Veronese
■ Messer Francesco Merendi dottissimo, per visitarlo; qua! era
■ in casa di Messer l'ani» Marnicelo, e! mi delle li versi qui
■ inscritti compilili ih lui. » li c[ui appunto seguono due cpi-
^liiiimii Ialini ili-! Mi|n ii(lili'tlii Murando. In lini: poi ilei codice
è, per la stessa penna . tinscii Ita la cojjvi ili una — Tragedia
del S. D. Cornelio Fruniji/iaiie, al Christianissimo et Invittissimo
Henrko III'. Re di Francia et di Polonia ; recitata nella sala del
Giìw Cii'tirjJif di Vearlin; la quale incomincia così:
Partito son da l'onde di Nettuno.
E termina:
E riportar l'antica eia dell'oro.
Codice 0 questo, clic reputarsi dove prezioso per molti riguardi.
Come dissi di sopra non si sa il nome del suo autore; ma certo
è intanto, ch'egli era mi amatore di libri, non so poi se per rac-
coglierli solamente, 0 per leggerli; perciocché alla pagina 57
non dice niente più, ehi: le seguenti paride : ■ Me n'andai poi a
. San Marco (il di a8.) per comprar libri. ■
DigjlizMDy Google
5o8 MANOSCRITTI ITALIANI
10&76.
i5a. Capìtoli del Magistrato alle acacie in Venezia.
Contiene questo codice il — Sommario delle Parti Mli Capi-
toli de r Officiti sopra ti Mtijiiiirutt: tilt-.- m.y ur. Ognuno che pei-
alcun poco sia iuslrultu del governo e dell' amministrazione
interna della repubblica ili Venezia, non elle della posiziono
topografica di quella città, converrà meco ben fac il meo te sulla
gravità ed import ;in/.,i dui mptiuldetto magistrato, c quindi
de' suoi decreti.
10477.
/IS3. Libro de' Nobili Veneti.
ben n,i]!erv.to.PaBÌ
11 contenuto di questo codice, clic con altro ordine e forma
fu di poi chiamato il libro d'oro, e come segue : l.ibiv de' Nobili
Vciirlt , ittjijmst/itti adì ao. o'.bilr,- i fj/17. incomincia dalia 'i'muh
della Gran Nohìhìt Vract-.t: indi seguono le cariche principali
della repubblica; oi\ in fine è l'elenco 0 serie delle famiglie.
Quale utilità può a' ((iunii noiìi'i trarsi da questo manoscritto ?
Mi pare veramente nessuna; ma forse così non penseranno
generalmente tutt'i miei lettori, e ciò mi basto.
Diginzed ti) Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5o9
454- Elogi ilegli uomini illustri della famiglia Thienc
di Vicenza.
li titolo (li questo coditi.', cli(- ]n'r lui Li <r[\' inlli/.j vii i lini mi
!' auto^riil'o . i- il ji'^ucme: Gb. Jui-iji tìeiti lìm.mihi ì\':ih:ii ikilu
antica et nobilissima fa ami Un Thityx: di faenza ; con (a firn del
Revrdmo. et Beato Padre Don Gaetano, et delFIlliao. signor tonte
Giulia 'filine. I sojiradilRlli V.lwji , ile' quali è autore Diouisio
Rondinelli, gentiluomo Veronese, sono preceduti da una sua
lettera dedicatoria, indiritta — A ludo, la molto illustre Casa
Thiene. Innanzi a questa lettera i: io stemma gentilizio, fatto
a penna, d'ess a !'iiinif;lia. h ice uiiui: inni In ['dizioni o memorie
intorno ad Ugutionc Thienc fntlo cardinale dal papa Celes-
tino 111° l'anno 1 191, e le ultime si riferiscono alla vita del
Beato Don Gaetano d'essa famiglia. Se a' letterali poco gra-
dita riuscirebbe la lettura di questi Elogi, credo che agli stu-
diosi Vicentini e ricicli lori dille memorili patrie non sarà dis-
cara la notizia del presente codice.
455. Collezione di scritti di autori ed argomenti diversi.
Cartaceo, in J", caralleri conivi, di pagine 100, «eoli m"eini*.
Si comprendono in questo codice gli scritti seguenti:
MANOSCRITTI ITALIANI
I" Descrittone ilclìa marte dd Dina Alessandro de Medici. Chi sìa
1' autore ili quesf operetta , non risulta per alcun modo ; che
sìa stata pubblicata, noi credo. Penso perù far cosa opportuna
rli trascriverne alcune lince, dui si leggono alla pagina 8] del
medesimo caratine di tutto lo se ritto : "Questa Di-scrizione
• (manifattura min .so di chi} è. siala traila il ai libri i3. li. 1 5.
■ delle Storie I'" io re riti ne di messelo Benedetto Varchi; dove
. un brandello, e dove Un altro ad verbum, e ridona in questa
- l'orina. . Dopo rli che si continua cosi : ■ Qui appresso sarà
» 'e copialo ad ve ritti Hi j <| nello elle dire messer Iteri lardo Sedili
. dell'uccisione di Lorenzo di Pier Francesco de" Medici nel
.libro u. della sua Storia.. — 11" La Coiyiara de' Pazzi mai
twquiut l'unno 1.I78. Di questo scrìtto pure non e dichiaralo
latitoie. — Ili" I ita di Uurti-hmmiu Y/tiiri , y.rìtiu d..i La-.it ihlhi
Robbia, e tradotta in m/jw, dn .UWrjmire Pietro Stufa Canonico
Fiorentina. Questo Pielro Stufa era il grande amico di Bene-
detto V ardii, del quale, per di lui cura, fu pubblicata in
Firenze colle stampe del Scrmartcìli l'anno i5Gg in 8' la
commedia in prosa intitolata In Suocera. Quanto [^ustamente
celebrala la penna di ISarloloiiuneo Valori, è inutile il dirne;
sì come pure quanto piacevole a lecersi la sopraddetta vita
di lui. Questa che, come ahbiam veduto, fu trasportata in
italiano dallo Stufa, incomincia cosi: .La città di Firenze
. sortì il primo suo nascimeli o da' Romani; e s'inganna per
■ cerio chiunque Ini Ica d' originarla a Urini enti , .ce. E termina
con queste parole ; ■ Tale è il line, di'lielilie il nostro Valore;
.la villi del ijii. de .'-e nielli si proporla 11 no ad imitare de'. Cit-
. ladini, che gm emano o'^'i . si potrà vedere un ili gloriosa la
. repubblica Fiorentina. " \ egj;a il lellore. se cosi gli piace, do
dio abbiaiu delto, nelk de.-eriiione del codice segnato n° 191
alla pagina 10 3, del qui |ioc.n sopra nominato Luca della HMia.
l'i 1 1 11 e,
della biblioteca del re. ,
Che foss' egli a un tèmpo e letterato e scultore di allo merito?
I suoi concittadini ci potranno instruìre dello valentia di
questo novello Michelangelo. — !V° Ricordi di Gino Capponi
l'anno liso. Sono essi compresi in sci panini;, e ne trascrivo
(e prime linee, che danno a legger cosi : » Sono questi eerti
.ricordi fatti per Gino (li Neri Capponi, i quali fece in sua
voeehie/./.a (pianilo «lava inffniio, del [piale male l'idi tini ri
. l'anno 1 àio; et primo: Tanto terrà il Comune di Firenze sin.
■ stalo, quanto terrà la spada contro li Stiaui.. . più contento
■ ho io avuto di quelle cose, clic io ho perdonale, che di quelle
■ che ho preso vendetta non v' impacciate co' preti ..." se
• non in quanto a' sacramenti et olfitii divini,! ec, ec. —
V" Memoria di Giovanni £ Averardo dello Biechi de Mutici ali»
morte sua nell'anno i/ii8. — VI* Copia di alcuni ricordi <kl
magnifico Lorcmo di Piero, di Cosimo de Medici, che fa padre
di Papa Lione A", copiali dalli originali. Rssi si compren-
dono in otto pagine, ed incominciano cosi: >Narratione
• breve del corso di mia vita, et di alcune altre cose d'ini-
■ portanza degne di memoria per lume et informatione di
■ rlii a noi succtilci'j di;' figliuoli no.i'.ri, funi infiala questo
■ di iG. Marno 1Ì75. > — VII' Informatione a mi messa- Rinaldo
degli Attizzi per andare all' lìlina. Repubblica di Vcaelia fatta a'
di... . 8bre. li ali. l'Issa in noni incili : • Andrete a Venetia, et
.prima vi troverete con messer Marcello degli Strozzi nostro
. Ambasciatore a quella Repubblica, « ec. F. nel fine leggesi : La
soprascritta informatione i copiata da una di Suolò di Giovanni, da
lizzano, clic ini/un 1,-mpi era ili prlin-ip'iìi cittadini di Firenze, l'orsi'
...irà slata puhblioata nella e irei istanza , ch'essendosi posta in
luce l'opera della Decima, ec. in h voi' in h', jj. Li anni i 7)1.5 (iti
in Lisbona e Lucca, fu ivi pur pubblicato un codice dei se-
colo XV, già posseduto dal detto Giovanni lizzano, ma non mi
5.a MANOSCRITTI ITALIANI
riuscì di poter accertarmene. — Vili" ed ultimo. Copio di un
capitolu mviaii di W.i n!:f di Fra IJ infamo Savonarola da, Ferrara.
Si riferisce esso capitolo ad on dialogo , eh' ebbe il sopraddetto
frate Girolamo con Lorenzo ile Medici poco prima della morte
ili quest'ultimo. Per le ricerche, che mi fu dato di poter ins-
(ituiic. per la parte que.^i scritti sono niellili.
10480.
/|56. Storia della città di Civita-Ducale ile! regno di
Napoli.
Cartaceo, in 8°. caratteri conili, di jingiiic ioo. secolo ivif,
Si contiene ocl presente codice una storia della città di
Civila-Dueale, eli' è posta negli ultimi confini del reguo di
N j n ■ 1 n . e (jiiiisi alle radici dell' Appennino. La storia, ovvero,
come ivi e scritto, il eumpriittm storico di essa città i diviso
in tre. libri. Do le prime lince dell' ultimo , e queste basteranno
per sapere se l'opera Tu stampata o no, di che non potei ben
chiarirmi. ■ L'anno vegnenti', clic fu il iI>ao. min Massimi-
■ liane fmperadore, et fu eletto Curio Quinto da' Sucri elettori
■ dell'Imperio, ancorch'ei avesse avuto per competitore et
■ concuiTcute Francesco lic di broncia; della (piale clettione
■ fu fatta gran festa,» ec, ec. L'autore di questa storia non è
chiaramente manifestato, ma sembra essere un Papirio Picedi,
ilpl quali? da priiicipid >i prò pongo mi alcuni quesiti da scio-
gliersi nel progresso della stona medesima. I bibliografi però,
e specialmente il Toppi nella sua Biblioteca, non ne fanno
OigittzM &y Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5i3
10481.
457 . l'alti memorandi occorsi in Italia dall'anno 1^37
all'anno i33o.
Sembra a prima giunta che si contenga in questo codice
una Storia. d'Italia , '.'«sai rione pur quesiti;! lilolo, ma fattone
tizie concernenti i fatti più uteinoiaiidi accaduti in Italia,
iDComin ciao dosi dall' anno i3^7, e non giungendo clic sino
all' anno i35o. — Non è dichiarato il nome dell' autore, il
quale però, considerata anche la dettatura del suo scritto,
sembratili essere staio ini Piapolclano ; ma nel Toppi non ne
trovai fatta niemimio. L'opera è preceduta da un Prologo, il
.'nello libro de le Etimologie, che lo primo homo de Grecia, che
11 trovasse lettera fu uno Greco , lo quale habe nome Cadmo.
- .Vinte In tirili po ili questi 1 inni era lettera, » ce. PC. Kssa opera
è divisa in 11 capitoli, l'ultimo de' ipali concerne il ritorno
in Roma di Cola de' Hiensi. Da principio si veggono a' mar-
gini delle pagine le citaiiuiii di quelle opere di classici autori,
dalle quali sono stale tratte le notizie, ma appresso non sono
più, o perchè l'autore se no rimase, o perchè furono dimen-
ticate dall' amanuense.
5ii MANOSCRITTI ITALIANI
10A8S.
458. Statuii de" Cocchieri in Roma.
Membranaceo , in Aa, [srallcri laudi, «li pagine 3o , secolo uvin,
Contiene questo bel codice — Gli Staimi Mia Università de
Cocchieri in Roma, li desso sema dubbio alcuno ii codici;
autentico, elio ruiiservavasi presso la sopraddetti! Università.
Le molte miniature, e non ispregevoli, ad oro e colori, di
cui e adorno, rappresentanti le armi del papa Pio IV', quelle
della citta di Pisa, quelle di Pio V, di Gregorio XIIJ" ed altre
di diversi politeisti r r-.ii-ilii ki 1 i , de' eoiili-noarono o prolesscri)
l'Università ; giuntavi la miniatura della Beata Vergine col
bambino, sotto i cui auspici! si u osse la Società de' Cocchieri:
i varii decreti nelle pubbliche binile, le sottoscrizioni auto-
grafe de cardinali o notaj ad essi Untori, il sigillo del senatore,
quelli de' consiglieri del senato; lutto ciò chiaramente di-
mostra l'autenticità e i' unicità del codice, ilei quale forse a
taluno non sarà discara la notizia.
10483.
uào,. Descrizione della Villa Tiburtina Adriana
di Pirro Ligorio.
tartareo, in 4*. canili™! Limili, [li |iiigiiu< i(o, yits<j la fine dei secolo iv',
iti buona cocKruiiooe.
Il contenuto di questo bel codici.' è dichiarato perle seguenti
linee, che si leggono da principio : Dtscnttioitc. delia superba
l'ì j i II C-
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 5iS
''i miu}inficihihsimii villa Tiburtina Iladriana , di Maser Pirro
Lignrio dedicata alt Ili1"», et Jìmu. signor Hippaìito cardinale di
naie. Incomincia cosi : «Tivoli città do] I .alio Ili edificata sopra
- l'acque Abnliiee, e , secondi) Virgilio n<- dimmtra, fu fahri-
» cala dicco età d'Intorno, o in circa, avanti la destrullione di
■ Troia, da Cattilo e Tihurlo frate-Ili, i quali,» ec. Sono
mollo cita/ioni e nolo ne' mai'giiiì in d ir li i:i razioni! od illus-
traiione di alcuni passi. Non è a mia notizia clic questa bella
opere- ita sìa sialo pubblicata.
46o. Diario dei Principe di Monleleone.
Cartaceo, in 8-, carnieri corsivi, ili rasine 55o, verso k fine del letolo irr",
di buona conserva liane-
11 contenuto di questo codice è un — Diano del Principe di
Monticane. Prende incomi neiamento il Diario (clic ha per suo
titolo — Diavi i di Monleleone) dal papa Urbano, che fu Fran-
cese, e che "istituì la Crociata contro i Saraceni! cioè dall'
anno e giungo sin" ali' a""° la'J7< chiudendosi col
racconto di una grandissima neve caduta in i/arsta nostrupatna
(cioè nella Terra di Bari), «che durò più d'un mese c meno,
. che mai certamente in queste nostre contrade non fu né si
. ricorda mai tanta quantità , et tanto tempo a squagliare. •
Per quelle parole in questa nostra patria, e per altre ancora
più chiara alla pagina g.63, è dimostrato, che l'autore del
Diario era nativo della Terra di Bari. La più parte però delle
5,tì MANOSCRITTI ITALIANI.
notizie e memorie, die qui sono raccolte, riguardano, coni c
ben naturale, i) regno di Napoli.
10Ù851.
/i 6 1 - Storia di Napoli, scritta da Antonio Castaldo.
Cariaceli, ili A", wraileri corsivi, di pigine 170, in sul finire del secolo ivi",
bei. lOQMr.alo.
Il titolo del presuli lu codino, di cui a lume de' lettori vo
a Ie'jm: rivel i' li; primi: e 1' u 1 il 1 1 11- lini'C, t- : Misturiti, di .\iipnti ,
scritta in qaattt'i iiln-i da Ium/in I.'ds.'.-jÌ/h — Delle cose succedute
a sani tempi net ipim-un di Pieliti ili Toledn Marchese di Villa-
franca; dove si d-jsirii-nito . 1/ tu.ua.dto accadalo in Napoli, per
evitare ( Im/iiisi-iun-! al.1' uni di 6jmijna, nel!' anno 1 54 7 ; et l' in-
felice fine di Ferratile SailS:vcriito tiUimn Principe di Salerno.
Incomincia la storia nel primo libro, senza prologo, lettera,
11 avvertimi ilio alcuno , cosi : ■ Mai nido io dopo lunga consi-
■ deralioile tisololo Dell' animo mio ili soviicre situili paitico-
■ lari degni, se non m'inganno, di memoria et di annota-
li tioni, » ec. K chiude, il nudici.' nel ejuarto ed ultimo libro
della storia con queste parole : • lit perchè la invidiosa fortuna
■ sempre tende ii:s;die .dir lidiriiaili Immane, darò con questa
* allegrezza fine a questo ifiiiiriti libili , Lisciando alli bislorici
» illustri la narrazione del seguito dappoi. ■ La scrittura mate-
riale di tutto il codice è nitidissima, e correttissima. Io non
posso affermali', che non sta stata posta in luce questa storia ,
ma certo è che né il Colini, ne altri de' nostri bibliografi ut
fanno menzione; anzi il Toppi, il quale citando il Castaldo
dice « che ba scritte molle uose pesuarrecie in lingua nostra
DtgHMd b» Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 017
■ che piaceranno grandemente a lutti ; . — nulla dice intorno
alla storia contenuta in queste, codice.
10485'.
\iv.i. Discorsi su l'invcslilurii del regno delio dm; Sicilie.
Cartaceo. in 8°, carailcri cuniii, di pagine lou. acculo ira",
Tri; diluirsi si fotiliuiguiMi in iiut'sUi codici?, di>' quali tras-
crivo gli argomenti , e sono : I" Discorsi) uri i)mile si mimimi
la cagione della intestitara delle due Sicilie data io Napoli da Inno-
cenzo il', Pimlefii' «inarato, a tlwiipc-m tiuifcardo usurpatore
vittorioso; il qudu discorso è ili viso in i 3 capitoli. 11° Discorso nel
'joule si propong/m» le rvgwiù jmlitiilir , pei In ovali Innocenzo II",
deve concedere a Ruggiero Guiscardo f investitura delle possedute
Sicilie; e questo i- diviso io ■>-/ capitoli. 111° Discorso nel gaale si
dimostra, che se Innocenzo II; non ancor liberato, concetti fin-
mtitura a Raniero vincitore, non per aitato pregiadica alla repa-
talione del Saccrdotio; e si conclude la causa con la Corvnatione
e la Pace. E taciuto il nome dell'autore ili questi tre discorsi,
die per le indagini che ho fatto io credo inedili , ma ail ogni
buon fine darò il principio di tutti e ire, — 11 primo incomin-
cia : « Le mutationi de' Trinci pali prandi , » ce. ; il secondo:
•■Fervido fu il zelo, col quale declamò,» oc. ; ed il tcrio ;
■ ina non tacque l'applauso, - ce. Il codice è tutto elegante-
mente scritto dal principio al fine.
MANOSCRITTI ITA LIA M
10485'.
/llii. Ragioni, pur le quali la città di Napoli
noci vuole presso di se l'I disio della romana Inquisiiione,
esposte ila Giuseppe Vallella.
Il rollini ii lu [L'I [ncM'iiif.' aulici' è mia Iun^i disseriazione
ii discorso, uni quale si dichiarano tulle le ragioni, per cui
la città, anzi il regno di Napoli rifiuta Ir ima mento presso
ili se l'institn/.iinic del < usi dello salilo nllirio della romana
Inquisito ne. i\ cedasi su ijucsto slesso argomento ciò che
s'è dello nel codice segnalo n" 3Ho. ) In nessun luogo di
questo codice si mauifesta il nome dell* autore; ma nella
prima pagina, strillo però con caratteri diversi, leggisi che
l'opera è del dolio Giuseppe I ttUetltt. l'issa è iudiritta dall'autore
al papa Innocenzo MI"; ed il IVonlispi/io composto di caratteri
russi ed aurei è il seguente : '1/ nastro Santissimo Padre Inno-
centio XII- intorno al procedimento Ordinaria e Canonia nelle carne
chi li trallallà Mi Trionnah del Santo Ufficio usila citlà e regno di
Sapoli. Ubi peniti! \::;i intimi intrudi tur, ibi prm ni dubio est pteniai
rtmatilradunt. — limpir. A. in Canni. Lni/dnn. ludi principia,
coni imi j, e il lii'-coMu sempre uKlirbialo :d s'.i|ir.id-
ilello pontefice lui merino MI"; r non è preceduto nò da lettera
dedicatoria , ne da proemio alcuno. « Egli fu sempre mai cer-
■ Religione, el una sola Chiesa, • ec. ec. E conchiude citando le
seguenti memorande parole di Mirino Kodeziio inquisitore
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5ig
KurKT.iìi.1 del santo uflicio, al papa Urbano Vili": ■ Gaptura
• tantum in causis [idei majorem infamiae. notam inurit,
« quam in aliis condem natio. ■ Non par probabile, massime
a' tempi io cui fu scritto, die sia stato posto in luce questo
discorso, 111,1 irato e c.Ih:, almeno quanto ri;.- unii I eri: dizione,
si può aiìeniiare ch'esso inerita •l'esser Idi», l'Ingo l'autore,
che sia la città stessa (li Napoli, la quale rivolgasi al ponte-
fice nel sopraddetto discorsi!. Sul priiici pio del codice lesesi ,
con caratteri però dillerenti da quelli dell' opera, la nota
seguente : Ce lits. a riè adirti! n .\ tipici puf M. l'abbi de Loacois
en 1701 ; ed è quel medesimo aliale di Louvois, clic nell' anno
stesso acquistò in Napoli il codice qui sopra menzionato
□um*38o, come ivi si legge. Del resto nel tomo XXIV" del
Giornale de' letterali d'Italia . dov' è un beli' elogio di questo
valente uomo, quale si lo erri urne 11 le Giuseppe Valotta 0 Val-
letta , e celebre ricoglilore allrc-i di rari lihri, non è fatta punto
menzione del discorso contenuto nel presente codice, E vera-
monte io maraviglio, che nel Dizionario degli nomini illustri
stampato in Napoli non iacciasi par cenno alcuno di lui.
10Ù87.
fi64. Vita del letterato Giannozzo Marietti.
Carta», in 4°. carnltwi illudi, di papine ino, secolo n",
Il contenuto di questo codice è la — I" l'ira del celebre triierak,
Giamutzza Mentiti. Chi sia l'autore di questa vita, che origi-
nariamente, come ne resulta, fu scritla in latino; e chi sia
l'autore di questa versioni: italiana, ciò non apparisce in alcun
5io MANOSCRITTI ITALIANI
luogo del codice. Quello clic sembrami certo c, in primo
luogo, clic per tuli' gTindizj e materiali e formali è questo
il manoscritto autentico, se non l' autografo , del traduttore;
ed in secondo luogo , die questi era un buon conoscitore della
nostra lingua; di guisa che se il volgarizzamento della pre-
sciitc i it;i neri fritti-, nini sl.iln puliliiii-.-iln. mi die f [ìer
la memoria del dolly Mainili, e j j ■ .- 1 - ['decima e purità dello
scritto potrebbe desidera rglisi la pubblica luce. Do le prime
e le ultime linee; incomincia cosi : ■ Messere Giannozzo Ma-
■ netti nacque ne l'anno m.ccc.i.sxxxvi. adi v. di Giugnio
. d'onorati parenti chiamati i Manctti. Ebbe il padre nome
. Bernardo. Essendo di pochi anni lo mandò secondo la con-
suetudini' della {:illà a imparare a lecere et scrivere, et in
, bjvvi1 li:[ii|)n Mijn-iì.' gnaulo appartiene a uno , clic abbia
i a essere mercatante, ■ ec. ce. E termina con le parole se-
guenti: ■ Et a' suoi ossequi i andarono tulli i signori et chor-
■ li gialli della maestà del Ile, et tulli i gentili buomìni : et
« non vi rimase huomo alcuno di conditìone tbe non andasse
« alla sua sepoltura, n Due vite del Manelti scritte original-
mente in italiani! ,j coTiosronn , ed ambedue inedile; ìa prima
di Vincenzo Acciaili ridia quale fa n [emione il Giornale
de' letterali d'Italia, alla pag. Sai del toni. XXI; e l'altra di
\ espasiano ria Bisticci dedicata Bernardo del Nero, ed esis-
tente nella Maruccelliana come ce ne instruiscc il Morelli,
toni. 1°, pag. i3t della sua ttMajrafia della Toscana. Quella
dunque, che si con tieni' ud presente codice, essendo un vol-
garizzamento dal latino, non è ne quella dell' Acclajoli, nè
quella del Bisticci. Potrebbe forse essere tolta da quella che
appunto in latino scrisse l' r;i m esco Bocchi, o da quella pur
in latino diNaldo Naldi, o d'altra ancora inedita ; non pochi
essendo gli scrittori die ci diedero la vita del Manelti in
L'i .i:-.']^
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
latino. Ma può mai suppurai , che il dilige olissi ino Morcni ,
il quale ben conosceva esse vile in latino, come può vedersi
neiia sopraddetta sua opera nella BiUìioqmfm della Toscana,
o dell' una o dell'altra, e molto pili di quello, cLcontiensi nel
presali te rodici! di- l'insinui d'igni lo-rlc? l'ossiamo dunque es-
sere quasi re eli , (di'! que.-lii India versione ile] lutino in italiano
della vita del celebre (jiannozzo Murici ti è inedita, e panni clic
ne meriterebbe Li piibliìic:ni(ine. F, tanto più ciò sarebbe utile
alla letteratura, che io line del codice Moviamo una tavola
copiosissima , c certo superiore a tutte quelle che furono
poste in luce di tulle Ir operi1 edite ed inedite di esso Ma-
nclti, cìois i" di tutti' quelli', eli' ci scrisse in linguii volgine,
e sono al mimerò ili Jfi, essendovi pur di ciascuna notato
I" areninoli lo; J" delle sue versioni, e queste latine, o dall'
ebreo o dal green di alcuni: parti della sacra scrittura, e di
alcune opere di Aristotile; '■>" delle opere sue latine, le quali
ascendono al numero di Si , fra le quali nono ben conosciute
le vite di Dante, del l'elrarc», e del Boccaccio, già stampale
in Firenze per Gin. Paolo Gio\ anelli l'anno 17. '17 in 8° insieme
con altre sue opere, ma non con tutte quelle, che in questa
tavola sono indicate.
10488.
465. Difesa di Claudio Massoni accusato di aver ucoiso
Giulio Grandi.
Fu accusato Cimóso Mazzoni, frntello, come pare, di Jacopo
5ia MAN0SCT11TTI ITALIANI
celebralo scrittore nostro, di avere ucciso messere Giulio
(ìramli. Scrive qui il Mazzoni l;i sua difesa , la quale è precc-
duta da un breve Prologo, che ha per titolo : Buona fama di
. venne a notiti.-., sonori Untori, poco toni,.,, fa corta scrittura
■ fatta contro messere Claudio Mazzoni, alla quale, quando
.1 che lussi: i 1 . j t . i pidiMirala . e; me in -ei ni nata j >■ - f - l-Vi-r.-n-ii. . .
» seni' alcun iliililnn ni esser ( Ila lidio avi vii In.' data «unenti ole
■ risposta, i> ce, l'oiclié inni vide In Im i' la soppraddclla scril-
(ura. coti proba hi lui «>!,.■ sarà pur inedita questa risposta, la
ijuale per ogni indizio sembra l'autografa del Mazzoni mede-
simo. Kssa porta lo data dell'anno i 567.
■'ili(). lìistre.lto storico delle famiglie Eiiiln.lir e moderne
della città di lìomo.
\li'iiihr,uiai:ri> in |kljli- i.l in |i;iil.. (Mrl.n'ii. in >v , imi mi, 'li i .jj-mi i .di pagine loci,
rinchiude questo liei codice un — Rtslreltn delti- jamiijite
iijilh-hi: a im-ili-ntr /fimiune. VA è veramente un Ristretta; percioc-
ché la storia più ltiiis;,i di «.Laiche famiglia non oltrepassa la
ipiinta pagina, in (ine del codice È la tavola delle famiglie,
delle quali si parla nell'opera, e queste sono : l'arnese, (ihis-
lieri Bonelii, Buoncuui|)agni , Perelti, Aldobrandino lior-
gbesi, Lodovisi, Barberini, l'anfdj, Chigi, Rospigliosi, Al-
tieri, e Odescalchi. Ma ciù che rende prezioso questo codice
la storia, fisse occupano tutta intera la faccia del foglio, e
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5i3
sono esso pur miniali' sopra peri;.! mena. Anche per questi aral-
dici ornamenti potrà forse essere di qualche utilità la notili»
del presente manoscritto.
10489'.
A67. Discorso intomo alla famiglia Malvezzi.
CarUreQ, in 8°, cantieri corsivi, di pagine 100. sul princìpio del secolo mi*,
btm conservato.
Condensi nel presente codice un — Discorso sopra la nobi-
lissima Casa Mainiti. Da bel principio e indicata una Tavola
dalli nomi c cotjnmhi </< <i:!t< /> nule do. gl'ili: .<< irn iMifu y > in
presente opera ; ina questa U\olii min si trova. Sembrami per
tulli gì' indi/.j , 1' spcpiiil 11 icnti' pri1 quello delle npporl ime cor-
rezioni falle già per la stiv-sa mano, essere questo il inauos-
ci-illo autografo. Il nome dell'autore non risulta d'alcun
luogo. 11 discorso principia cosi : ■ La illustrissima et noti-
li lissima Casa de' Malvezzi , per sangue illusili', per Imoinini
n onorata . et per- nobilissimi fatti auuuver^t.-L Ira le prime
• d' Italia , ■ ec. (Siluro cui per qualche ri -.pel lo può ci deve
importare la storia di questa famiglia (e parti col arni etite
al signor Litta, di cui si dirà nel seguenlc collii;,' segnato
num* ii6n| credo saranno per trarre molti lumi da quesla
operetta , il cui autore se non possiamo addurre in esempio di
hello scrivete, dà prove cerle perù della sua instancabilità e
diligenza ucl far le necessarie indagini ad ornamento della
sua storia, che imprese a trattare. Ma fa egli mai posto in
Im e questo discorso; IVr le indagini che ho fatte posso asse-
rire che no. Sarchile egli l'or-c un compendio Oli esfralto ili
quelle notizie elle deiia lemiglia Malve/zi ci diedero in diversi
.Wi MANOSCRITTI ITALIANI
lempi molli scrittori, si come il Biondo da Folli, il lieinbo
nininiaìe, ii Colli) ndls 'Idiij il; Milano, il l'iyria nella slo-
ria di Ferriira, il Guicciardini, il Giovio, e sopra tutti il
Sansovino , poicliò ne parla più ,i iuujjip ili lutti, nelle sue
i''<wiiijìit! iìtiutri ifllaii-i': Onesti) è :ipp il ulti il dubbio iti che mi
pose non solo l'annunzio della sopraddetta Tavola, ma la
risposta altresì clic diedemi 1* ottimo ed erudito mio amico
Giuseppe Molini alloracliè gli domandai per lettera il suo
avviso su questo pillilo. Non potendo in dunque pormi allo
.studio de' sopraccitati scritturi e d'altri inulti clic lasciai ili
nominare, n'esaminai il solo Saiisovino, c in fatti trovai clic
l'anonimo nostra scrittore non pur si giovò di alcune sue no-
tizie , ina ne ricopiò delle intere linee come il Sansovino ce
le lasciò scritte, e special mente alla pa^. m'S, edizione di
Venezia i58a, m-i°.
1058Q*.
468. Memorie sulla disfida tra Girolamo Carraia,
ed Antonio Granai.
11 contenuto di questo codice ù dichiaralo pel seguente suo
titolo, elle in caratteri maiuscoli lesesi nella prima pagina :
Il Pmecsso dalli Cartelli passali Ira il signor Ginn Geronimo Car-
mja, e ì tignar Dat a di Ferrandina. Il primo di essi Cartelli , nel
quale il Carraia dislìda a duello il duca di ferrandina, clie
cosi chiamatasi don Antonio Granili Custrioto , fu affisso in
Napoli il di l\ di dicenilire dell' anno i34a ; e il secondo, eh' è
del duca , nel quale si rimprovera fortemente al Carrafa di non
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5aS
essere comparso a quel luogo, ch'ora stalo stabilito per la
distilla. In allissii in Milano uri m> ili ^iii^rni I' anno i ;"i/i:i.
E molto proballi Ir , cìie la presente sin V unica copia, ebe siasi
conservala ili questi CtuliAìi, <■ quindi putrii (orse non essere
discaro a qua! clic il uno delle sopraddette famiglie tuttavia
esistenti i) sapere di questo codice.
10490.
469. Storia delia famiglia Borromeo, scritta da Giuseppe
dì Guastalla Servita.
Cariano, in 8". csralteri conivi, di pagine 100. su] principio del «coki TOT,
11 titolo del preselle codice è : Misturiti dtdlu famiglia livm-
mea, scritta dal R. P. F. Giuseppe di Guastalla Servita. Bene
esaminato questo codice, tutto m'induce a credere essere
I' a u leu lieo, e l'orse l' a 11 Iol,tjI'u del irai e Giuseppe. .\e trascrivi!
• derava di nietlerini a questa i mpro.-a di scrivere la historia
■ «t 1' origini' , i l'alti, ':l li; ( piali i.i dell;: Ci. a IV.utuiium. Di i ni
-per havere notitic vere, mi sono trasferito in Toscana, et in
« Firenze; cercato quanto lio potuto ninn are si da Iradiliuiii .
■ come da disforie et .il (re memorie. Un cen alo inTormatìoni
■ di Pisa : ho veduto Milano; et ho tolto quanto ho potuto
•'bavere. Un parlalo con |>rau pai!'' dei lirin.iniei di Padova.
• Ho voluto veder Vcnelia. ÌU non liei Lisciato luogo dove io
«babbi inteso, ebe vi sia stato orine, segno, o vestigio de'
liornimei, > ce. oc. In lino del endice è (jin.sln d.ilai Adi 1 o.
novembre 1 6 1 3. in Cittadella. Per ìe molte indagini, ebe ne ho
fatte, specialmente in Milano, non mi e noto che sia stala
5s6 MANOSCRITTI ITALIANI
inai data in luce questa istoria. E veramente mi è di grande
piacere il darne iioliiia, pcioljù forse potrà fame buon uso il
più volte lodato e benemerito sig. uiarcbcsfi Pompeo Litta,
■l'Ilil'::! sjjp.iugiii'Tii la il «ria -Iella l',i i m ut i ,1 ] Sorroiii rai . clic
certamente ira li' Italiane per rupia il -.jcntiLoi insigni va sin-
golarmente annoverata.
10S92.
/170. Orazione ili Orazio Tos candla in morte di Gabriele
Morosino.
Comprendevi io questo r.oilicc mi' — Onainiie ili Orazio Tos-
nun-ilu delln famiijlÌH ilei uiaalni l.ma b'uirenlimi , nella morie ilei
durissima M. Gabriel,- .Uonuimi. l'recede questa orarionc la
I !■ I' ■ ■ I I !*■.•■ -(.(Ili n,. bruii j L >(']•■ M
sin» figliuolo del fa Gabriele, la qual lettera porto la data
■li l'iWf/HI VII. i/i lirliliillì-. 11. I). mi. litlllr.bé il Tiiscaiielfa
nini -ia reputali] nini ilo' più .i.-i-inpj ili'll.i murra lingua ,
pur inerito clic V Alberti si giovasse di filmino sue locuzioni,
e die qualche- suri lavoro lei Inni rio lusse pur annoveralo tra
quelli de' nostri buoni scrittori. Do quindi le primo linee della
orazione a fine die si possa più facilmente conoscere s'è
inedito o no, ciò che non mi riusci di sapere. Incomincia:
» () l'aliaci sperali;.' ili-' mi -eri mori ali! O incoi istante fortuna!
n 0 vane opcrationi nostre! O breve spaliti et caduco della
1 vita nostra! ■ te. Sei librami pur molle rapinili, che sia questo
il codice autentico, clic il Toscanell.i ollersc a Leonardo Mo-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 537
rgsino. 1 nastri liiìdiojrraiì , die fan iicj un'unione di molte opere
di Orazio Tosca nello non un fauno punto della presente.
10402 '.
hi i ■ Scritti in lodo del Cardinale Cesare Fachenetti.
Cariano, in S". cirsUrri libili, di jjajjinc io. «culo inr.
Contiene da prima questo codice un — disama laudatorio
lingua spaglinola ; dopo dei quale è mia orazione latina pill-
ili lode del cardinale mediai imi; ina si di quello die di questa
£ tarullo il nome depli autori. Iodi segue uu — Bnw epìlogo
in Italiano dilla Lede Spar/aaola. e Ialina. Uraliane per f Emna
no. Cardinale Fachencm. t'.iì in line notici le seguenti poesie;
■ ■(■ 1 ||' I- ■• •! l'i. I'l ■ il. ■•■ i. ■!•
dulie tre sopraddette orazioni; un epigramma latin» di
Epifanio Rosa; altro pur Ialino ili Anioni.. Ausovino; un
.r pi j; ramni a italiano .li Dui. «mio A ti. ilo, c da ultimo un .litio
epigramma Ialino ilei sopraddclio Pastorelli; e lutti questi
componimenti in lodo di esso cardinale. Nulla più intorno al
presente codice.
10492".
473. Conclave, nel quale fu eletto il Papa Alessandro VI!".
È in questo codice la Sturiti ilei (Uinchrc-, mi quale fa cmibi
5a8 MANOSCRITTI ITALIANI
Pontefice il Cardinale Fabio Oliai Sunne, detto pai Alessandro
Settimo. Diversa al tulio è questa storia da quella, clic sopra
hi •.h-.-.sn incuneo te. li>L'£Ì.im(i ìi II ' .1 ri io" IX'' ilei codice segnato
" è grande • (tosi incinti inda} ■ In lui i-i:>-it.'i per olii legge, tanto
■ è maggiore la difficoltà per chi scrive gli avverameli li di art
«Conclave. È difficile il rintracciare la verità, dove sempre
. attendono a tenerla nascosta ì consigli degli huomiuì. Nei
■■ sitimi;! in del Condivi; udii ffiurijii- se non alcun barlume del
■ sole, facendosi ti potila oscilli' Ir .sia me prr impedirlo. Tutto
■■ ciò clic si opera ira quel le pareti e coperto 'lai la si inula Lione-
. rt ulW. ancor, dilla mer^r,.. 0B„™„ »u„l giù-
■■ ilicaio il' h;t\(T «'Onerato alla creaiione del nuovo pontllicc .
mi nega allucini il' essersi implicato a pniniovrre gl'interessi
« d' alcun pretendente, ■ ce. \i cosi sciupìi1 Ira oca meli te e libc-
raiucnte pensando e scrivendo, prosegue e termina l'autori!
questa sua storia, eh' è certo inedita.
10494.
/i-j'i. Descrizione del regno d'i Cipro composta da Ascanio
Sivorgnano.
CarlflCCO, in 8°, iJlraLliT: ^.TiiÌ!>ol;ii . di rubili.' <|fi, del SGfVlti 111".
11 titolo di questo codice è come segue : Deserittione delie cose
di Cipro roti k rmjinm in [unire n tuiiint direni- 'finirmi; et delle
precisioni, ch'erano necessarie per tjuel regno. L'autore del pre-
sente scritto È un Ascanio Sjvoi -imho nobile veneto, che la
repubblica di Venezia mandò nel regno di Cipro ondi; averne
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. big
tutte le insirorioni e iioti/.it: Tir'i r.-s.u ir miclir per poter nu't-
terlo in istato dì buona difesa; ed è questa la copia, che un
Francesco Marcaldi ( cosi sottoscritto nella sua lettera dedica-
toria , che precede l'opera, in diritta Al mollo illustro signor
Cavaliere Lodovico Cacciatigli, la quale lettera porta la dota
Di Ferrara h'k. novembre 1074 ) è questa dico la copia ch'esso
Marcaldi inviò in dono al Cncci.iliipl medesimo ; e quindi non
dubito punto di credere die il prcseiiic codice sia quello stesso,
clic gli fu offerto. « In altro scritture è stato esposto in quali
■ termini si trovava il regno dì Cipro ;> cosi incomincia la
sopraddetta descriiione dui Savorgnano, di cui non trovo falla
menatone alcuna da' nostri bibliografi, e ben probabilmente
é inedita.
10S95.
l\-}ti. Storia dell'Isola di Candìa.
Contiene questo codice Li vi „.-,. , ,\i UY1.1.1 ,|i (and 19 le cui
notizie sono Male roccolic, sccoinlo'Ue I .lulore, del qu-Jr
tacesi il nome, ce ne assiiura , da J-Jfner.li lenitoci enuthi
dine seguente : I* Alcune cose dell' isola di Canditi trulli' duiUt {.'ru-
nica. 11° Alcunecose dell'isola di l'.iui.iiu trutte duii' Insinua di l.am
Diacono. 111° La descrizione della presa di Candìa. IV Alcune cose
tratte dalla Cronica di Laamedantc. V* Altre da Gioroto Vnchimeni.
VI° Altre cioì sesto libro delle antichità di Giosefo. VII" Altre dalla
storia dei Tradimenti composta da Nicolaa Antiocheno, eda hi tratte-
dalia storia di Folibio Megalopolita.no. Ne pure di questo scritto si
fa alcun cenno da' bibliografi.
MANOSCRITTI ITALIANI
10496.
jÌ7 5- Memorie ili ciò die accadilo, in varii lempi e luoghi,
specialmente in llaìia, sul principio del secolo svi".
Cartaceo, in i|* |iicnl„, caral l.'ri wrn [jollf i, <U (ialine i -o . secolo in*,
ili mediocre .oojcrriuoiie.
Il titolo di questo codice è il seguente : Memorie ili pià cose
seguile in varj ' /nn/tr ' ; ed e veramente una collezione di fatti
solenni e d'epoche memorabili, per la più parte d'Italia e spe-
cialmente di iìonin 1 di l'ire ri /.e . Incomincia il codice du.ll' ori-
gine della famigli;! de' Miglici ; imli viene la serie di luti' i
papi e cardinali di essa famiglia ; poi si prosegue col racconto
dì diversi falli storia riguardanti co-i i ]>sj>i in Homa, come
i sovrani in Firenze. Oltre a ciò si trovano pur in questo codice
altre scritture , le quali non riguardano direttamente l'Italia,
ma possono a lei riti-cirri in qoidihe maniera ; si come esem-
pigrazia È la copili di ana lettera di Costantinopoli, indiritta ad
un Prelato /(ora ino, per la erm/e si ■/.■; tirvì&i ilAiu granii: m-iisioiii- ,
che ha fatto il Gran Signore de Tintiti delli Sacerdoti thlìti
Divina per hacerc anelli costantemente confessato et detloeon ragione,
n'ir, la iiijij:' fi fede Christiana è la vera, et la Maomettana faba ;
ciò che è accaduto nelli giorni del mese Hi Loglio dell'anno lS39.ec.
Molli c molti altri scritti di diverso argomento, e tutti, per ciò
che mi pare, di qualche utilità par la storia de' secoli ivi* e
vii" c delle cose d'Italia, si comprendono in questo codice; in
line de! quale leggesi la seguente annotazione: H.D. mxim.
Qaesto Uhm è di Francesco di Fidano dei Rosso di Santa Croce fio-
rentino et Cittadino fiorentino che ha sua caia nel quartiere di Santa
Maria Novella nella via de l'amore. Possiamo pur reputare ine-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 53i
dite lo sopraddette Memorie, che ini sembrano di non poca
importanza.
10496'.
476. Relazione dell'Isola di Fine.
Urini ■una ir» . in ,ir, cri ratti ri cr?ùi . '.li Tifine 5o. Kcolo XVIJ".
É in questo codice una relazione, die un veneto governa-
tore dell'isola di Fine (chiamata ah aulico Idrassa) manda alla
repubblica di Veneri» inturno alle cose deli' isola stessa. Chi
Fosse questo governatore udii risiili a iti aleuti luogo del codice;
ma certo era un nomo, quanto diligente ed accurato nelle sue
indagini, altrettanto devolo verso il proprio governo; ami
panni troppo devoto sccondochò si fa manifesto dall' ultime
linee, che transcrivo, della sua Hriorionc « E questo è quanto
• verso questa serenissima Repubblica in questo primo Go-
1 verno concedutomi... Ed in servire Sua Serenità non cedo
< ad alcuno ; come non cederò mai in prontezza di sacrificale,
■ se ne sarà bisogno, la mia vita e l'anima stessa. • Del resto
può essere di non poca utilità per la storia di quell'isola il
presente scritto, ch'io credo certamente inedito.
10Ù96'.
477. Narrazione della morte di T renio Sflvello.
Cartaceo, in 8'. caratteri conivi, di pagine 9o. in sul finire dtl «colo ivi-,
ben conservalo.
Il titolo del codice è questo : Aforte dell' illustrìssimo signor
5.3= MANOSCRITTI ITALIANI
Trailo Saltilo decapitala in Koma nel Castello Sani' Angelo olii
18. d'Aprile 1 òcfi. di Salii/atti (die \ 1 kore e rar.-.-o. E poco ai di
sollo di questo liloio Icpf-csi con caratteri d'altra mano —
scritta dui suo amf-awr rum, t/ni si kija». Incomincia la Storica
]U([ i;i/!U[]i.' in questo mudo : <■■ Lo scrivere vile, e morte altrui,
■ se sono piene di accidenti novi, fanno communemente i let-
■ tori ammirare; so dolorosi', compatire; se fortunati, desiare;
■ se strani, teiueiv. Ma questa morte, che liora prendo a scri-
« vere, raccoglie in se medesima si fattamente questi accidenti
■ tutti, che cliiinxjue sentii^ empire in uno l'animo suo dì
■ maraviglia, di compassione, di desio, et di timore, » ce. Noi
marcine fieli <i pi-ima face in, lesesi seri Ilo con caratteri diversi
dagli altri : Ex iibris Conymgtititmis Sancii Mauri Roma;. Benché,
come se ne dà notizia sul principio del codice, apparisca pur
manifesto in molti altri luoghi dell'opera, elio questa vita fu
scritta dai confessore del Savello, non risulta però in alcun
modo chi si fossi; questo mio e.'») fesso ri; ; ilei quale se forse
non si possono' fu' molle ledi come i etterato, certo molte ne
merita come dotto e pio. Non mi riusci di poter sapere se
sia stata data in luce questa operetta , ma per alcune conside-
razioni fattevi in leggendone qualche squarcio, prohahil-
10496*.
£78. C oli et ione di Lettore, Memorie, e Scritture
di argomenti diversi.
Comprende questo codice una collezione di memorie, dì
rclasioni , di copie di lettere di alcuni sovrani 0 d' altri gran
DELLA BIBLIOTECA DEL IXE. 533
personaggj, di inscrizioni, di spiegazioni e dichiarazioni ili
antichi monumenti, ce. ce, il lutto al numero di 52 scrìtti,
de' quali è l'indice in sul principio del volume. — Una lettera
della città di Napoli al Papa Gregorio XIII°, in favore de Padri
de' santi Apostoli; altra al Cardinale Orsino nello stesso argo-
mento; altra al marchese di Coltri- ,iulIki*™Um,i; tli:l n> rn^iii-
nissimosopraladi lui ricliiesta dì rimettere i gesuiti in Vene-
ita; una Relazione d'incerto autore sai sito della citta di Napoli
natica; Memorie della vita di Fui Lorenzo Mangiò vescovo di l'os-
inolo; Catalogo di tufi' i Cappuccini, clic nell'anno 1635 erano
in Europa (ed erano in quell'anno circa diciannove mila) ;
veni italiani, ed anche latini, di varii autori; tra' quali una
canzone italiana di Don Clemente Pandolfini Fiorentino stili'
amor della Croce, la quale mi sembra degna d' esser letta ; e cosi
molli e molti altri argomenti più omeuo importanti, pe' quali
non dubito , che qualche diletto ne potrebbe tornare a' lette-
rali dallo studio di questo codice.
10512.
479. Narrazione delle vicende di Maria regina di Scozia,
scrìtta da Francesco Marcaldi.
Cirtaceo, in 8', caratteri conivi, di pagine 60, scoilo ivi'.
ben conservilo.
Ccmliensi nel presente codice la — Narratone dello stato
delia Regina dì Scozia , et del Prcncipe suo figliuolo ; incominciando
dall' anno i54», r'n ch'ella nacque, e proseguendo col rammemorare
le perseoutioni , et irumgli, et [,Tt<ji:»im di essa Hcgiaa. Diquesla
narrazione è autore quel Francesco Marcaldi , ebe fece dono
al cavaliere Gaccialupi della descrizione dell'isola di Cipro.
534 MAhOSCRITTI ITALIANI
di cui s'è licito nel codice sognato mini' 473. L'opera è da
esso indirizzata con lettera dedicatoria Al mollo illattre signore
Conte Scipione Avogadro;ed in fine di essa lettera si sottoscrive
in f'enetiaa v. dAprilc M. D. uoou. Questo codice pure, come
parvemi del sopraddetto sotto il mini" 4?3, io lo reputo l'au-
iu^r.iln, noi I' auli'ntiro . clic il Marcateli offerse al conte
V, lenirò. Incomincia la narrazione cosi : ■ Maria flegina di
■ Scozia ; figlinola di Jacobo Quinto He del medesimo regno;
■ >::IÀC giorni dipo ;! .5110 nascimento successe ai padre nel
« remilo: pei ilclió » ce. l'i tenui :on queste, parole : ■ Et cosi
■ Sua Divina Maestà si degni di concedergli questa gratis,
■ massime in questo turbolentissimo tempo. ■ La quale ope-
retta, che per quanto mi è noto è inedil.i , parmi essere di non
poca importanza si riguardo al tempo in cui fu scritta , che
riguardo a quella buona fede che sembrami di poter riconos-
cerne nell'autore.
10534.
48o. Viaggio in Tcrrasanta di Gabriele Capo di Lista
padovano.
Cartaceo, in 8'. tara'. Li 11 Ei.:i.]i . .li ;ii;i]ii; 1 70. secolo
F. in questo codice la copia della descrizione del viaggio,
che fece l'anno i458 in Tcrrasanta il nobile conte Gabriele
Capo di Lista Padovano. Paolo Boncambio, dopo di avere più
e più volte e sempre inutilmente pregato il conte Gabriele
di voler pubblicare la sopraddetta descrizione del suo viaggio,
che ciò cornei .scrive sarebbe tornalo n gloria della Religione et
utilità della storiti, pensò di trarne copia col suo assenso, riscr-
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5.15
bandosi a momento opportuno di porla egli stesso alla luce-
Questa copia pertanto eh' è correttissima, e per le indagini
fatte forse Tunica manoscritta die si rumisi ,i , è pur forse
l'autografa del Boncambio fatta vivente l'autore; e s'essa non
l'osse ili lauto belhi ootiserv.i/.ioni' aggiungerei , che servi ili
esempio alla stampa. 11 conte Capo di Lista imprese quei
viaggio più per ispeciale sua devozione verso que' luoghi, che
per quel desiderio già romune a tuli' i viaggiatori d'ina-
fruirsi de' cinl imi e delle cose interne de' luoghi medesimi
Con tutto ciò non è omeaa particolarità alcuna, ed a tanti
altri vecchi viagj i, usimi!! p.n..ii non • <i-i»-.iu j
inferiore. Era anche poeta il conte Gabriele . e adornò il suo
v:jgg:ii <ì: aii'uiie iv.u:t i. bt ne, ■ Le ii.i!m:u-, i II no
sembrano prive di merito. Incomincia la descrizione del suo
viaggio con le seguenti parole : ■ Hi trovandomi io Gabriel
• Capodiiista eavaìier padovano dal Elimina Iddio inspiralo et
• dentro al mio core un fermo proposito di visitare personai-
j mente ni san et issi mo ioni de J^ru.-aii'in, > er.. E termina così :
• Jean li presterà gratis de lo andar et ritornar in salvamento
■ et poi continuando nel ben fare li prospererò in questo
• mondo, et ne l'altro li concederà per soa dementili la vita
• eterna. Finit itinerarius terre soncte felicitar. • E chiudesi
la desci'iiiorie del vinggi-i in pili [ .ile perchè ìl conte Gabriele
lo imprese e fini in compagnia del reverendo padre et Andato dar
diketissime, si pome leggesi m sul principio della quarta pa-
gina. Fra i tanti scrittori della Palestina accennati dal dottore
Giulio Ferrarlo nella sua bella Descrizione delia Palestina, pub-
blicata in Milano l'anno i83i , in 4°, non vedendovi io ricor-
dato il Capodiiista, dico il vero, che ninna od assai poca sol-
lecitudine adoperai per conoscere da' nostri bibliografi se
536 MANOSCRITTI ITALIANI
questo viaggio fosse slato o no posto in luce; per lo elle io
sfavami per dichiararne) o incelilo. Ma chi non sa clic le ricer-
chi? no' stucl j bibliografici non hanno mai limite? lo sono quindi
debitore all' ermi ilo Unito quanto niii-r amico mio professore
lrranccsconi bibliotecario della università di Padova di poter,
anzi di dover francamente asserire , clie questo viaggio è stato
già pubblicato, i'iglì fu, clic mi fere avvertilo, che un esemplare
i. slampn m> ne trovava lutila biblioteca Pmelli, e. cbealle pagine
107, 108, 109, 110 del tomo S" del catalogo (ii esso biblio-
teca il eli" nostro Morelli aveanc reso esattissimo conto- Ora
(ini sappiaci , clic il benemerito bibliografo sig, Giacomo Carlo
Brunet ce ne dà esso pure la descrizione alla pag. l65 del
■.■;bi io'- 1 ° il»! *i!]ìjìiinir-;rii(i ni suo Mnr,it,-t ila libraire, suppli-
mento che in Ire voi. io 8° vide ìa luce sul principio di quest'
anno in Parigi per le stampe di A. Pinard. Né io temo che i
mici lettori mi vogliano rimproverare di averli troppo a lungo
in trattenuti il il li riio fui un'opra, li] il da q ne ti io si-coli fu e.ià
pubblicata; perciocché in primo luogo i pregi intrinsici del
codice che abbiam per le mani, de' quali pregi ho detto di
sopra, il rendono prezioso agli occhi de' letterati e de' dotti;
in secondo luogo perchè l'edizione di questo viaggio divenne
si rara, che a grande stento putì con certezza indicarsi l'esis-
tenza di un secondo esemplare oltre a quello del Piacili, il
quale, dice il Brunet, se non fu venduto che soli a5 franchi
alla pubblica vendita che fu fatta in Londra di quella famosa
biblioteca , ben più di venti volle quel prezzo si venderebbe
ni:;:!! li sr- un iiovi'llo esemplare se ne preseutasse alle ricerche
degli amatori; in terzo luogo perchè il nostro codice contiene
ricllopoi'nit: del eonte Gabriele in più gran copia, che non Sono
nulla stampa, e nii confinerò a trascrivere le due prime stanze
di una ben lunga canzone . che leggesi in sul (ine del codice
Lt.i i : c,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE, 537
stesso ancìie perchè il Morelli non ne fa alcun cenno:
Perdonami , signor, chcl tempo passa ,
111 luci sono 1 giorni t-l fuggili l'ori!,
Oudio con tultol coro
Misericordia chiedo et dico onici;
Perdonami, signor, sii! per Colei
Gì ricopi -.li |u'i- lij:li;i, sposa, et maire
Quando dal sommo Palrc
Munitalo fllSti :: SIII I DITI!] «li llimijoil
i'i'rii'.iiijiii!. sìj;]li.|-, ini i[ii< -III' [!iiini, or. or.
Spero quindi che i concittadini del rontc Gabriele, tra' quali
piacemi pur nominare il sig. avvocato Piazza diligente rico-
gììtore delle memorie patrie, vorranno gradire la notizia del
presente codice.
Dal «■ 1 ,1 »■ 500.
48i. La grande Raccolta di scrini storici , politici, statistici,
diplomatici, amministrativi, formala per le cure del
Cardinale di Bri enne.
Coni prendesi in questi trecento volumi la famosa raccolta,
t ■ I j " o stila l'itla dal ra^linaii! di liiioniit' . di tulio ciò olir in
argomento di storia, dì politica , di diplomazìa, di ammi-
nistrazione, ebbe già, ed aveva pur al suo tempo relazione
diretta col regno di Francia; giuntevi altresì molle scritture,
le quali benché in vista non appartengano, negli argomenti
che vi sì trattano, se non che ad altre potenze europee, pur
538
MANOSCRITTI ITALIANI
potendo esse indirettamente rilcrirsi «Ile toso ili Francia egli
è per ciò, clic fanno parli! ili [{iicsla raccolta. Tu t l'i volumi
Mino in jii-.iu Inalili : -l'anali col ninnalo progressivo dall' i al
([uno. Io gli iio prosi lutti in (.-.sanie rial primo all' ultimo; ma
non potrò dar notizia particolare . clic ili hijIì quattro, cioè del
i]liiìsli (piatirò sol Uni lo si troiano scritti italiani, dove in lutti
gli dilli sono o francesi, o spaglinoli, od in allre lingue; od
il lettore sa bone quale ^ia il mio proponi monto.
l'erUnlo, nel volume n" a, si contengono le seguenti
cose; I" Lettela del ('.ordinali- i.adoi-isi al l'airdinale ihrivmcv in-
tono aik Italia svila Anione del Papa, fauna 161/,. IP Illazione
del Conclave, adunate fa assunto ai Pm^aUo Papa Urbano Vili'.
ed è diversa da ipiolla , clic I i : 1 un ■ .-.': \ a r li coli > r del ■■" ile'
codici segnati nuin" '233. \ì\" Altra relazione d'altro autore
siili' argomenti lesimi). IV" Ri-lti:innr tìeiln Girle di [ioma el
de Hill da assettarsi in essa, et de' suoi Magistrati el OJfteiì imi
ia foni dislalia jni-i>:di;iviii- ; mmpi/l-.i dui enm/iVre Girolamo Luna-
dmv l'anno ili 1 1 di llennaro; è una eopia di <| nella, die leg-
gesi all'articolo 1* del codice scanalo imiii' ,'ioo, ma di scrit-
lura pili nitida e più corrella. \ " Istruitoti!- de Cortili ia ni . cioè
collezione di avvisi e consigli sono in tulli M ) a coloro, clic
hanno in animo di voler iivqiieiil.irc la colle ìli Roma con
l'idea 0 speranza di coriinjam de' lui ijiadi "J incarichi; piace-
voli ed importatili a lecersi ipioslo istruzioni. \ 1° od nllimo.
Istruzioni ad uà Aiidia.v latore del Ut Chi-isti/uiifiimi presso ia Corte
di Roma, a fui- eli' e: sappia in mudarsi cerne il richiede l'onore della
Francia , ed il suo proprio.
wgnificameote legati; di ottima conserva-
li parlo ili sci in se II eco 11 lo pagine ciasclio-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. S3o
Nel volume segnalo uum° 3, si contengono i seguenti
scritti italiani ; 1° Relaziona intórno alla Corti: di Roma, fatta al
Sellata Veneto li d novembre i6a3, dal «umiww Raniero Zeno,
Amliinritìtiiiv drlln Hepidldira presso di aurl'a Cork: 11° Relazione
della Repubblica di Venezia jutlii dal Manin-se Don Alfonso de
la Coeva di lledmar, AnAasiiaioie Colloliro pressa la suddetta
Repubblica. 111° l'arte presa iteli forche Ci.iLii.jii,, di Dicci in Vene-
zia a dì 3i. dicembre i6s6. contro tinelli, che hanno eammesso
l'atrocissimo Millo nella persona del nobil homo Ramerò Zeno Ca-
valiere. JV° Senlmlia dell' lineho l'onsiijtni di Dan in l'enetia li
7 Gennaio ìiri']. rimira Zor:i Corner et altri rhr haano assassinato
il caratiere llanìeru Zeno. V" ed ultimo. Senientia dell' IWelso
Consiglio di Dirci contro i complici di '/.orzi Corner nell'assassinio
dei Zeno; fra i quali an Olmo e un Tacan gondolieri del Corner, ed
un Bernardo l'veti romano, ftimtoh>trt del Corner medesimo: e
questi cinque scrini, ecce Una li ne Eilcuni altri brevissimi in
lingua francese o spalinola, essi soli comprendono tutto
questo codice num° 3.
li volume segnato num° 5 , c una collezione di varie scrit-
ture concernenti la corte di Roma negli aliali, ch'essa ebbe
la copia di alcune convenzioni seguite fra gl'imperatori d'AIe-
renza. La inassi ma parli.' iti qnt'sie seri Mure essendo in lingua
latina o spagnuola , ed il piii gran numero In quest'ultima, ci
dovremo contentare di averne data !a sola notizia della loro
esistenza in questo volume. Delle podio cose però, clic in
lingua italiana qui si contengono, ne do gli argomenti, e
sono : 1* CapitnloUioie eonrluiua il di :>. Cingno \ ~>-i-].tra il Papa
c rj'/inlt dilli: Ma e .■■iti G'sriF'fn; e con renio la libertà del com-
mercio attivo e passivo negli stali dei papa. Il" Trattato di pace
S4o MAN0SCH1TT1 ITALIANI
ira il Po/m Paolo IV ed il Re di Spagna , tonchioso il dì lo. di
settninhre i ;V!Ì7 ; i! quale trulla tu ■:. se luì Lo (In Lutti gli atti . ca-
pitoli, e convenzioni, che accaddero fra i sopraddetti il uc
sovrani, Ul" Ia pubblicazione antenata in Fiorenza il dì i5. Di-
cembre i 5G(|, della [timoni Bulbi, per la quale il Papa Pia V° crea
Cosmo di 'Mcdi' i Dir. u ili l-'inivn:ic t di Siena i: suoi successori, Gran
Ducili di 'l'inclina; l.i quale l'nbblicttnionc fu di poi stampata
presto i Giunti in [■'iremo. IV" 7in(((ito dì Lega fra il Rodi Fran-
cia ed il Dima Gisjn.j M, diri (',; F:<nrrt;a , r7 dì l\. Agosto j5tìa.
V'Ietterà, clic Maria de' Malici Principessa di Toscana, e di pai
Regina ili Frantiti , s< risse di t-mren:ti il dì ai. Giugno ] Goo. o/
iie Cristianissimo, in risposta a quella, die il Ile le arein indirilta il
dì a4 Maggio dell'anno medesimo. VI" ed ultimo. Lettera del Car-
dinale Uhaldìni Vescovo ili Maiitcpitleitato ni Cardinale Bonjkese in
Roma, essendo Annuo .(V t'ap-.i. prtMo :ì He Jì l'nntàa ; nella qual
lettera gli raccomanda l'abbate del liosco, che se ne andava
a Roma per disbrigare alcuni affari tra il papa ed il re cris-
tianissimo.
Il uilitmu sibili. In unni" in. udì min ! iene . clic nw presMi-
chè lutfe conci; ni iinli l'Ilaìiii, e relitti.1 pur quasi tutto in
lica) dello Staloili tatti Principiti e dell, lìepnbhUchc d'Italia. Non
è dichiarato il nome dell'autore, nè l'anno in cui fu scritta,
ma .si può aiferniarc clic ciò Iti in mi i 1 Unire del secoli! xvii".
Il* Relazione delle eann; ■•In iteli titiiin i u ì j. liutaio mosso laRcpaii-
Idicu Veneta n mot t i- Iti gurrni imi Frinii nt/ìi Usi-occhi. 111° Causi-
telo di Stato sepia in jn'jti dnili Spoaaiteìi ''ti Veruna nel mese
dì Dicembre iGa5. IV- Sommari, delle congiure fatte dal Duca
d'Ossuna contro la hhii-'ìì'w.i / j * /■.-■'-■£.■/ j < di I inezia; al quale
sommano è a^giiiiiUi ki copili della M-ritturn, clic il capitano
DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 54 1
Giacomo Pietra inviò ;ul esso duca d'OjsHTiii : i' più unii Di-
ehi/ira-inne sui uni il' iiiipudmniisi, senni intelUiieiiza della città di
Venezia, del Capitana Giacopa Piato). V« Rthtimu Ma Repub-
blica di Venezia, fatta alla Maestà de! Ile Cartoli™ Filippo III-,
Re di Spagna per il ino Ambasciatore— Dan Alfonso della Graia
residente in Venetia l'anno ìliiy; relazione diversa d'altre clic
drlki siesso Amb.isciaioiY rudi" .ii'jioiiu'ntn meditimi:- IiV'lt.ìi.-ì
in allrj codici dì questa biblioteca, e che panni iroportanlis-
sima, potCLidn sotuitmiisu'arti de' linoni inni alla storia ili
quella famosa rc|i'jljl>]l'\i. \ ]s ((■ .'. j f :<-ue dì ipomiin ,■ ^om^o •„ il,,
Rea! Corte del Ile CaUoit:" lidia partenza del Serenissimo Principi:
di Galles; ibilli lampi, menti xynili fra le Cuttidielie Maestà Serenis-
simo Infante e serenissima Infanta eoi detto Serenissimo Principe;
delli presenti ricilii^iaii pini duii' una parìe r l'ultra; e delle mer-
cedi osale alli CaiVijiniii di nini,:- le parti. \ II" Disiamo pulitila fatto
sopra faiidaM 'iti1.' •ììtiitrìj<'iw Cur.linnti lìiirhriiit) in Ispaijnu;
il quale discorso è seguitato da una Inslruttivne per lo illustris-
simo Cardinale lìnrberin-j distillino Lie.alo dalla Santità di Nostra
Signore Papa Urtano Vili', alla Maestà del Re Cattolico. Vili» Co-
pia di una — Lettera scritta dal signor Torneato Roecltia Matstn,
•li Cu;» del ugnar Dan IvnpiaM Canti Gennai' dell' iirtiqlunii .li
San Maestà Cesarea ni signor Pnn'ipedi San Gregorio, nella gnalr
yh dà telatione ilei pan- et costami delli popoli di Daiumarai-
IX' ed ultimo. Reìatione di Costantinopoli, delt ItlàZ: signor
Ctrittafaro Vallerò rùuniaW da goti Ha'laggio per la Serenissima
Repubblica dì Vene fa Canno >Ci&.
E quello i> lutto f iò, die eccitici in lincei italiana io ti (ro-
vai ne' quattro codici 3, 5, io, della Raccolta Brienne; dei
quali soli quattro ho data la descrizione per quella ragione ,
L-li'è unitile di rijielen;, avendola io jdii addulla più \n\h\
Aggiungo bensì, ch'egli è assai desiderabile ad utililà non
Sii MAN OS CU. ITALIANI DELLA BlEiL. DEL RE.
meno delie sci^n/.e, die <ì--.ìh- Idlrre, die fosse composta e
messa in luce la Tamia gmcnilc ili tulli gli strilli, che in
questi trecento volumi si comprendono; della quale io sono
fedissimo, che molto se ne g i ove celi liero j letterati ed i dotti.
DESCRIZIONE
DE' MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA BIBLIOTECA DEL RE,
I QUALI SONO COMPII liSI NEL SUPPLÌ MENTO.
!. Disegni «ostruire le fortezzo esposti da Giacomo
Ponzoni.
S . : 1 1 1 1 !■>)»:•.! i (lidlKUMti ili ciurlo Ili-I volumi' il le il ni iliaci;! il
Saluzzo il (Il i° dell'aulici ifip.'i , si sottoscrne, quasi anloiio-
tiiasticameoli.', il l'niiziine. F.d ii! fatti era ptflì, M'ciiniloelit ri-
sulta per la lettera stessa , non solo architetti! per propria pro-
fessione, ma archi tetto pure .1' suoi tempi Hi quid clic cclnhrilii.
SÌ dà principio all'opera col ilni't/ti» <lrl mim-luiaio di Salane
544 MANOSCRITTI ITALIANI
"•nqnuilci:i iilrwir ferri: iM l'ii-rnnr,!!). il volume por tutti gl'indi!]
'Invi? giudicarsi essere quello slesso , che il Ponzone offerse al
duca di Nevcrs. Nella prima pagina, dove stanno disegnate
le armi del duca , è un lavora fimo a penna , elio comprende
luiia intera essa pagina , mi i st ruito ohi line/.za e diligenza si
grande, che a prima giunta sembra una stampa d'intaglio in
rame. E lo Messii diradi di -Ila pinna li-lleia iui/iale della dedi-
catoria, e quindi mollo più di lutti i disegni , che formano io
scopo principali' de! l'upiTa , cippi-csi'iitanli i diversi modi pra-
tici di fortificare una piazza. E nobilmente legalo il volume
eoo sopra coperta di velluto, <■ ricami in uro. Sul merito in-
I i-i usimi tini pie-rnli' endice, rpianln sjietl.i alla scienza od orli-
di cui traila, ne giudicherà ni ni i dotti , cui l'uree potrà cadere
19. [mtiiNM L.V.)
'.Sii. Comenlo del Barbigi sopra l'Inferno della Divina
Commedia di Danto.
secalo i**p di pagine ciru 700 . ollioiaiiiciilc conservalo h ù adorna dì uni
-ji -i..i.i.ì libi idilli 11 1:1 ■ 1 ..1^1 .■ < 1 l il-, L.il un !a |:ril]i.l . I- 0:11 'UHI. I**
bramii iniziali |mr didimo ad dio e colorì.
Si dà principio al codice per le seguenti parole : « Incomin-
. ria lu cemento snpea Innìenin (iella Ciiinrdia de Dante Àldri-
™gevi Uroliti no compo-to da Mcser ( luinilorlo de li Bargigi
« doctor ec. et su venga allexpusitione del testo de Dante. ■ Indi
seguono due ragionamenti; t°sul perchè Dantesia stalo mosso
a scrivere dell' inferno , del purgatorio, e del paradiso ; a" per
(jual cagione Dante ha intitolalo latta ìopra sotto nome de come-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 545
dia et le parli principali ha chiamate cantiche, et li capitoli conti. E
termina il codici! con queste parole : ■ Finita questa canlicha
• del Derno co aiuto de Dio. Cui benedictio et elaritas et sn-
■ pienlia et gratiar actio honor et virtus et forti ludo in secU.
■ seclor. Amen. Kxpositioe de Guiniforto di IJargigy. » Nella
rinomata edizione della Diviilfi Commedia pubblicata in Milano
gli anni 1477-78, che per eccellenza chiamasi la Nidobeatina,
gli rende conto dei diversi fomenti che in essa edizione si
contengono , Ira i quali nomina appunto questo di Caini/orli
Bar:i;a. Ma presi in esame essi fomenti da' nostri letterati si
conobbe, che il principale è quello di Jacopo della Lana, e
che poco o nulla fu introdotto depi altri selle fomentatori
nella sopraddetta epistola nominati. E certo poco O nulla, in
sogi; iunp TÓ . di quello de.] nostro Haryi^i . non potendo pur
essere altrimenti; poiché se si effettuino le poehe pagine,
che comprendono il testo , tutto il rimanente di questo grosso
codice , composto come s'è detto di oltre 700 pagine, non si
riferisce che al solo fomento della prima parte della Divina
Commedia; e quindi anelli' per le hiilairini ch'io ne ho latle
Messomi pertanla allo studio <[■■[ presente endici1 , ecco ciò die
lezione del testo, che quanto al coniente, (.il rea al testo dico
il vero che potili altri coditi di Dante mi vennero sotto
d^jili ocelli coir una k/àoiie, cenerà onerile ; 1.1 ria ni lo. si Imi mi
come potei riconoscerla nel presente , massime in qW
luoghi ove al solito ci frallcnghiaino co' nostri esami. Le
due famose terzine del canto lacnn si leggono così coinè le
546 MANOSCRITTI ITALIANI
Gii ciccho ad brancolar sopra trascinino
I: I lino ili li ' Ili ili pi ( III! Tur unirti
Poscia |iiù i-liei dolor nuotai digiuna.
Quando hebbq dicto ciò co li occhi (orli
lìij>rCM:l ti-wliiu miao LO! denti
Che forar lusso come tlun can forti.
Circa ptii al ctiiupnlo ini |>ìiit rti'i'sso mitrili i|tialclii! Iorio. Ne
imn-'i s'jltn i1i:ì<1ì nrclii ■■ Li ■ ~ L ■ ~ 1 1 ■ j i" i alcun'- jimv, |is?i li1 ([nuli
potranno formar il j>iurlizic> Ioni. — ■ Nel memi ilei caniio ili
■ uro. vita. ■ l'i due mudi si pessime, intendere i/ueslc parole : « Nel
■ inolio del camiti • ire. inde per e.r.idcniut di i/nesio didihiumo
sapere, c/te in iti"' intuì; se ehimnit 'nr/M mlnmente lineilo che disia
eijutitmenle ila ii r.rlrrmi ; et in iptesla matto se dire ehi: Hinitseha è
nel MEZZO del camino Ira Milano e Paria. In altra mallo se chiama
mezzo Inllo ciò che se comprende Ira ti cxlrcmi ci a questo modo
che! Parelio et In ariosa t i vgni spada del elimina è mezzo Ira Mi-
lani) e Pavia. Intendi min ittii.ihinijve il lesiti di: limili- nel prima modo
direma : « Nel mezzo ili'l camin di (lustra vita, ■ c/ci1 nel eia etna
xx*\. anni peroriteli IAX sona reputati essere etnie misura do la vita
hnniana secando lite appare per e.ij.erienlui et per nvelorkà de David
propinata nel psalmo lxxwiiii. ove dice : dies annamm nostrorum in
ipsis st'ptutttjiitttt tinnii-, ce. l'urini in Mimma poter concili Oliere,
clic gli amatori studiasi di questo nostro ino estro non Irove-
ni\in* Commedia. J lignori fnLiMppa Campi («rggaai, \v eoji piace, alle pagina if6 e
117 <li quals vciIudic). Jsoj|io t'errane fruirò TamctUnl Icucmtì italiani, etuUi e Ire
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. S47
40. (
484. Storia di Venezia.
,1 grande, caratteri corsivi, di pagine
Lcggesi nella prima pagina il (itolo, elle ben giustamente
fu dato a questo codice , ed i: : Mstorìa di Ventila. Si di prin-
cipio per alcuni1 notizie sulle nobili Famiglie di quella repub-
blica. S'incomincia doliti più .mticlie e si prosegue Gno ai se-
colo xvi". Sono poste per ordine di alfabeto , e vi si vigono
a' luoghi loro dipinte a colori le armi tutte delle famiglie me-
desime. Dopo di ciò, lesesi rosi : a Quìi sarà un i notfldc tutte
■ le casade, clic son manebade dal principili de Vcgnesia uno
■ al ] 454., e le iiol.irciiin i n.i driedn idi' altra per alfabeto or-
l' demi tornente. • E cosi fu faiti>. Segue di poi altra notizia — sa
tutti li Oficiì de Vegnaia et le. libertà che si anno per el suo oficin.
Indi succedono alcune brevissime biografie de' dogi veneti sino
al finire del secolo xv", e poi comincia la sloria. Do le prime
linee del ano principili, e le ni li me eoe eui termina , onde si
possa conoscere s'essa fu pubblicata o no, o so abbiavi e dove
^iiiia .apii.ìlr: c ii.iii . ni,i.-rin di . i . si [■n^[-jiii;u[qD di pasturo in Inghilterra od ivi
n.i>lic. -n.<li., .1,' - ...ii< i .vii. « ì,; ij ;.,t„-., .:,it,;,.„[;i„ ,.».,><>. «ha fu .'.baie
Li]u]iiii- Uie -ar t' croi. .1 '..io coslain.i i.i cj,l l'ai I u v:iiit(i .lì lr.n.i.-li, ilili:i r, -Jnlr- iì
■| ; l i ■"..-■III: II. i.. r.ii.i .]ili.i iìiil- n:ia .utla alle lunfitic e diullima msdilH-
I-i ......li-M' I H'I, idilli I . ■ Il.l | ■ . imi.:. li il f.. N T il
m MANOSCRITTI ITALIANI
altro manoscritto, donde sia stato tratto il presente. Incomincia
così : ■ La Giade de Vanesia lo edificada di; volontarie ilei
Ministro Signore Mf.wr i lonicimlio, ut tolscla in defeusion
» sua .salila lede, . re. l'i lurniinii «mi t] in'sti- parole : « Iit per sta
■■ signora » (In li^liiinlii naìiirale del Ile d'Aragona] ■ li fo man-
■■ il ili Iti ilo iiiiihas-aduri al] l'ornisi , porli >l li a rli<ii;ii' i consueti
* doni pei- tal nozze ; et noia clic vene li allegrarsi lutti i Am-
» hassaduri d' Italia. » Sopra le coperte del volumi? sia un arme
ove sono imprese in oro duo aquile.
03. (bvppiìhekt L. V.)
485. La Leggenda di san Giosafatte con altre operette.
Ciò clic prinei palm fole mulinisi in questo codice È la sto-
ria , o corno ivi è scritto la /.n;jem/rt dì ina tìiasafatte, ed il
titolo riè il sc£ii''iilc : a Questa legenda si e de sancto Josafat
« re et Piolo de lo re arenerò rie india et converti la india che
■ «ir-™ padani a :a fedi' cristiana.» ludi incomincia lì lesto in
questo modo : « Disc questa legenda cric la india aveva uno re
- lo quale aveva nome A venero, questo re A venero si era homo
« molto erudelo con Ira Cristiani et aveva falò questa lege en
«ÌO so regnarne clic case li uno homo che ioi.se Cristian incon-
imbrattata di molte e pessime miniature allusivo agli argo-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 54a
infinti che vi si trattano] nulla lia che lare con la storia di
Ilaria,! imi r fliij-iil.il].' re tir' 11' Imi in . l^ià a II ri 1.MÌ tu il S. Giovanni
D.ijiiìi^ci'ho, ui'^ari/yiila nel culi) \iv". pubMirala in ialini
e studio ili Giovanni Bottai-i; ma è un' operetta uncinale ita-
liana, di cui tacrsi il minte ili II autori', e clic forse dovrà ri-
porsi nel numeri! ili quelle, in turno alle quali ee ne instruìsce
il G;;inl)a alla pagina i '.p rl'-iia sua jVnr.. f Hip' : (1! e.-si l.e.j-
si lyitan/ffin !(■(') pai. r il. fi (ce le infilati ; iriili, .-d'i imi- hujtr tipcrcle
tir- stimili lli'ruiirdii in ,\(~'. Ji'sn i/ai ttpprtsiti li- srrìni. VII . opere prin-
cipali de la peitilcnlin. prima 'J-A ■'■ ■jiiii:iiic , ce. poi . qui si pongono
di solo ceni pensieri et oinfrW die sue" apportano remedi" cantra
la leaiptatìonc ci iiii/ji sitali,' dtl dinamo; fi in fino è una canzone:
ili GUcopone da Todi, clic incomincia :
Oh anima fedele
Chi; voi di Dio sentire
Deh non uscire de lene
Che loco ci poi trovare, ce.
Io non dirò, che sia questo un codice prezioso specialmente
in ciò che riguarda il bello della nostra lingua (se si eccettui
la canzone di fra Giacopone), ma dirà bensì essere un codice
da farsene conto per le sode sentenze che vi si racchiudono,
e perla faciliti con cui potrebbe ridursi tutto loscrìttoa buona
lezione.
55i
MANOSCRITTI ITALIANI
118. (snrni*5=iT L.V.)
i86. Volgari lamento de' libri di Giustino isterico
aopra le storie di Trago Pompeo.
K.-;iiiiili;iiHÌn I'' varie ti'ailiivtìfini . che ite' filtri (li CìiiiMiim
abbiamo aite slnoipu , trovci che li presenti' e quella ili 'lim-
iamo Squarciafìco posta in hicc per la prima volta in Vene-
zia l'aunti 1 i 77 in -odio, indi riprodotta pur in Venezia da
Pietro de Nicoli Jii da Sabio l'anno |535, e da Bartolommeo
de [Sindoni l'anno iÒ4a in 8°. Nulla più dunque io avrei a
soggiungere ; ma poiché lettine eli* in m'ebbi attenta mente, e
r,i H'i onti' ti ivi a urlio alieni liin^lii cugli ■- 1 .1 n 1 [ i ,t ( i , mi sono con-
vinto, elio in questo scritto sono in assai minor numero gli er-
rori dir (jcrm'snm urlìi' Kipr.olili'lìi' edi/ii.ini, per ciò non
tralascio di tener raccomandalo alle s r il leci indirci degli studiosi
il codice presente.
125. (scppiìhest L. V. )
/i8j. Rime inedile di Luigi Alamanni.
Mriiiliranti:<<ii . in «ratliTÌ i.mivi, di pigine (00. serrilo in-,
Preziosi mìo io ['.'idicc, clic «intime gran numera di poesie
di vario argomento, e tutte ineditedi Luigi Alamanni : sonetti,
sestine, ode, terzine, madrigali e camoni. Non dubito, che i
letterati, non che gli studiosi amatori della nostra favella.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 55i
gradiranno oltreuiodo epifita intima, ch'io reco loro con lauto
piacere quanta fi) in tur hi !ji<.>i;i in ijitrl ih . dir <:;iddei)LÌ lia
le mani il presente codice. I1'. ititilih: ch'io ne dica piùoltie. Se
ne giovi dunque chi vuole. Aggiungerà solamente, che la cor-
reiione drilli Sl.iilln, In di I i«i t]/.;i somma dell' ilmii mieiiM- .
l'opportuno punteggia mento , 1' oh'^anr.a de' rara iteri, la niti-
dezza delle pergamene, nulla più lasciano a desiderare, e tulio
è veramente conforme ai meriti dell' autore, e di quell'alto
personaggio (ben probabilmente Francesco 1°) cui fu offerto
questo volume, l'or darne un piccolo sappici ini contenterò
di trascrivere il seguente sottolio in lode .lolla Vergine:
Donna, nel cui viiginco e puro seno
Habilar volse il gran Motor del cielo,
Allhor, ch'ei i cone a soffrir caldo e gelo,
Presa pria forma d'huom vile e terreno;
Tu clic sei d'ogni gratia uu fonie pieno
Mira le colpe mie, ch'io sol non celo.
Ami a Te ad una ad una numi] rivelo
Come a chi ha '[ scn d'ogni pietà ripieno;
E prega il tuo diletto unico figlio,
Che con epici sangno, ch'oigii sparai- interra.
Lavi le macchie del mio gran fallire,
Ancsoccbt '1 no avversario nel morire
Mio, non faccio a qucsl' alma alcuna guerra,
Ch'e vìssuta Dn qui senia consiglio.
MANOSCRITTI ITALIANI
155. ( S'PPLÉMEKT L. V. )
488. Vita di santa Catterina da Siena.
Carta™, in V. serrilo sjv', «raiii'i-i |inwlif! limili, ili pagiiw nao.
II contenuto eli questo bel codice è la Leggenda ossia la vita
di santa Calici imi ili Siena, li divisa in tri' parti, e queste di-
vise in capitoli; ed in fine del volume è un epilogo dì tutta
l'opera, Conliinitai questa le^i'cidn con alcune a stampa che
potei avere , ma nessuna ili quelle eli' io vidi ba che fare con
la traduzioni' pn'M.'iiti'. Credo iippoi'liiuu per lauto trascrivere
i-in clic leggìi in sul principio ilei aulici', indi pui'il comin-
cìameLito della Leggenda; per cui potrà il lettore farne nudi'
ii.n t- riunii' l 1 1 1 1 ' I ^indilli!, i Iih ■ sili sembrerà più i'olHi:nimti'.
Si dà principio al codice' in questo modo : ■ Questa leggenda
, ile sune.l.i (di.iVi i>iu ila Sima rlrl ioni li-.- della |i.. nilori li;, ili
■ nlo.-Doineiiiidio in ■■eririijiie Ulti -rato ad i>l:mtia di certe per-
■ sono litlerate per uno venerabile padri! irate T li omaso da
- Siena dello ordi-ir Unii predici iato ri e i. irosi per lui mc-
■ rizzata si cimine in pm ko^Ui appare piando luy priore del
■ chagìonc fu anche vul .ariizata ila uno venerabile pari re don
• Stephano ile Maclioni ila Siena dellordine de la Certosa il
i quale fu ^cnerrdr: del di Ilo ordine e .;i:i ì^ii 1 lu i- divulo di'.llj
■ detta beala et nd^ari/./.olln -icotido che qui si contiene
■ siando lui priori: dei Iti casa di sili. Maria dei le grafìe ila Pavia
■ et Ite* supplendo i'lu'1 -.opratlrlto padre frale Tliomaso lavesse
vnS^,iri/Wii.!. ■■ Nnn eia tU]iii[iii: .i i:nli/ia del Macinìi, clic un
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DELLA H18U0TF.CA DEL UE. tei
llo coiifrniclìu e cotieitM dinu , ((".ile si fu il frale Tommaso
ria Siena , avesse già I rad nitri in ila li rum quota vita (li S" Cal-
terina; e cosi nini è a nostra milizia che. sia inni stato pubbli-
cali! il pivsenrn ,1.111 novelle vuijsirly.K.imciili., ili i ni i liililio-
gralì non fanno menzione alcuna ; ami , come re ne instmisee
il fiauiha, non si conosco allea opera ns'ampa ili esso Martini
in Fuori di una sola sua lettera, eli* è nel voi' i° (li tulle le
opere di S" Catlerìna pubblicate in Lucca pel Venturini l'an-
no 1731. Quali l'è [mi al meri In ili i|nesio i ni ga rizzai» dito in
ciò elio concerne la purità della n unirà l'ai olla , mi pare cll'ei
<■Ja.cb.opo di Iìcnincasa prese per sua sposa una venerabile
• donna chiamata Madonna Lapa Inno et Ialini ili buona
< conilitione et di singolare liuiicsta et fama. . . et avendo la
u detta Madonna Lapa guadagnali molli figliuoli el figliuole
. al dette Jailmp i alnltimo partnH unii tijdinnla chiamata Ca-
epilogodi cui s'è detto di sopra, e eh' è annuncialo così : incipit
penso, che gli ai cadmimi di lla Crusca se fosse loro stalo nolo
il presente volgarizzamento, alla voce gaadagaare che Jìjuiu-
Inmenff nule jencrare, ci avrebbero dato questo esempio a pre-
ferenza di quello clic nel vocabolario si trova. 1 letterali ne
giudicherà mio.
654
MANOSCRITTI ITALIANI
158. ( SlimiMENT. )
llSc,. Cronica ile' Principi ili Monferrato scritta da Galeotto
dal Carretto.
ói baàaTamrmSoae. ^
Per le seguenti linee , scritte in caratteri rossi , é dichiarato
il contenuto di quiMo codice, il nome del suo autore, e il
tempo in cui scrissi' : Milli- ijiitilrneerdo ninnala e tre : adi. xv. /li
At/atto, Win) de la ipimtli'ijia ci ritc ihjli l littorissimi Principi el
Iwtrliiii, Manda ti da Monferrato, da Mulraino in /ino a ijnesli tempi,
rompasi!» ila (ìnlcnll-i dui Camillo, et intitolato ni Illmò, signore
Bonifacio Murrlu-fi- nuJ.enio dì Mao ferraio. In leggendo le due
prime pagine potei conoscere, dui Calmilo dal Carretto lii in-
vitato a comporre questa storia o cranica rial sopraddetto mar-
chesi: lìnnil'acio-, e per hi magniilieenaa del volume, ch'é pur
ornato di qualche miniatura , non dubito poter asserire eli' ci
sia l'autentico, che l'autore «(Terse al marchese medesimo.
Non mi sembra spregevole 1' opera nò pur dal lato dello stile
e della lingua nuslra. In (ine ilei codice È una novella Cronici)
.yanpendioio dvjìi Itimi. Principi dì Monferrato composita dai me-
tlesmn lìahutlo dal Carrello; il (piale compendio rinclmidesi in
dieci pagine, ed e appunlo il compendio dell'opera qui con-
tenuta, clic per quanto mi i nolo non Tu pubblicata.
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DELLA BIBLIOTECA DEL BE, 555
146. ( scfpiìhent. )
4go. Lettere c Memorie del Cardinale Spada.
Cartaceo, in faglio, canlLiTi fnr'i.:, rli inaine (ÌOO, secolo AVn°,
di belli (Muenulont.
Comincia ii aulici? con lo salienti linee, die ne danno il
contenuto : Lettere e memorie A ih fic.'.nìifi.'rt.'fjc <fc.' srjnor Cnniì-
nn/s Spm/ii iVimfro Apatìe-lieo in Francia, concernenti la censura
de! lifov & SmU'tiilio negli unni 1G26. e 1627. Tutta questa col-
Iciione di lettere e di memorie nell'argomento del soprad-
detto libro trovasi pure nell'ultimo de' codici, che abbiamo
segnati col n*a3j, al (piale rimetto il lettore.
178'. (aumiMMT.)
S91. La Prigione di Fillindo il Costante.
Mcmlinnan». in fofilio piccolo, carnicci conivi, di pagine ma, semiti uni*.
RiiK'liiu-'i in un -ri'aiidso disegno 0 peni 1,1 e il sannite titolo
ili questo elegantissimo codice : jiriijitmr ih Fillindo il t'.m-
lante;il quale titolo è scritto coti caratteri d'oro, si come pure
nella parte superimi' del la ['rima |, animi lesesi in caratteri
A' urti : Di litin' pituita inni carcera. Sono molti i poetici com-
ponimenti, elle si comprendono in questo codice, de quali
dovrò contentarmi di porre sotto degli nerbi de' lettori i soli
argomenti, e sono questi : 1° La Fedeltà, II" La Prigione. HI' Le
Nove Torri ove albergano le infelicità della prigione, di cui la
prima è la solitudine, IV 11 Silenzio. V" La Melanconia. VI" Il
556 MANOSCRITTI ITALIANI
Sospellu. VII* La Speranza vana. Vili" La Povertà. IX" L'Oscu-
rità. X" 11 Rigori:. XI" La \leiiiuna. — Unii se^uomi Ir ciii^rila-
/iniìi, e ila [u-i iii.i iiiii'll.i -lei La |ia,.icii/.a. La Ciiis il.i/.iniii]
delia costanza. XIV" La Consolazione ilrll.i speranza. XV" La
Consolazione (Iella nidillrreii/.a . X\ 1" Le Catane di san Pielro;
e da ultimo chiude il collice con on componimento in sestine
— Per un Regolo augello ; quale venne alla mìa prigione alludendo
a quello, ohe nella ernia sbranalo da un Aquila presagì la mone di
Cesare. Circa alla bellezza esteriore de) codice, credo averdetto
quanto basta a' miei L'I lori l'acri irli i Ioni supero , cli'ei fu tutto
-enlki ed rimalo dulia pemu rivi l'amc-o J;inv. il quale alia
pagina ]3, in Tuie delle ottave sulla prigione, si sottoscrive in
questo modo ; X. Jarry Pam. srrìp. itti 3. Qnant' è poi al me-
rito letterario de' coi n poni in enti, ne trascrivo la prima sestina
della Fedeltà, eh' 6 al numM', C se ne giudichi:
Penna, ohe sciolta da i più bianchi vanni.
Di moribondo cigno, in mezzo al pronto
Imparasti a spiegai pene et affilimi;
Deb fa ch'unita al duol con flebil canto,
Mostri Ira i neri inchiostri, c l tuoi candori
Benché oppressa la Fede, I suoi splendori.
e dichiarisi altresì il nome dell'autore.
195. (swriiilntT L.V.)
iga. Poesie, satirici»' del nivalicrr. IWlolomraeo Dotti.
Mihiirnio gii alle stampe la più par tu delle satire del cava-
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 55?
licre Dotti nella edizione, che se ne pubblicò in Ginevra pel
Cramer Fanno 1757. in 1 voi. in 1 3°. Olire a ciò fu tra tempo
eli' esse satire ebbero ai buona fortuna , per cui quasi in tulle
le pubbliche e private bìblìolrchi: , ili que' paesi specialmente
tutto questo non sarà l'orse discaro a que' lettori, che tuttavia
le tengono in molto pregio, ch'io qui trascriva gii argomenti
ili quelle, die sono rnìiiprese in questo codice, e sono i se-
guenti : II Carnovale —~ I Vajuoli — Proponimento ili non isiriier
jiiìt salire — La Quaresima — V Antonio — Sopra r peri caratelli
— I Gamberi — / Carpioni — Al signor Domenico liianclii — Il
l'ani- ili Sjiiuum — ,1/ tir.. -ni» — - Sifru iìi„i j-iijiioìlo ili u", r" —
Tubami d'Innlithcrrn — M Mnr.enigo — Al signor Giorgio Ali-
prandi — ~Ricorth — Sopra il Partitante de' sali — Al signor Già.
Barbarìijo — Contro la signora N. N. — Alla signora Lucrezia
Mocenigo — Relazione — A Saa Eccellenza la Padrona — Alla
signora N. (V. — La scrittura it'è diligenlissiiiia, e la lenitine è
ben corretta.
219. (aOFPliMEHT.)
.'193. Dizionario italiano e turco.
Cartaceo, in 4" piccolo, caratli'ri ...r-iii. ili p^ini- ilio, wcoìi, wir,
di buona oaienulnu.
La carta è cliìnese ben forte, c probabilmente è stato scritto
in Costantinopoli presso qualche imbasceria italiana. Esso è
diviso in due parti , cioè di/.ionaiio de' nomi, e dizionario de
veilii, ina è l'i 5 tic Iti ssi ni 0 nel numero delle voci, e sembra
veramente fatto per l' uso particolare di qualche famiglia ivi
slanciata. Ad ogni modo, la scelta delle voci italiane e buona ,
558 MANOSCRITTI ITALIANI
sì conio non dubito essere tali: quella de' vocaboli turchi da
poi die il sig. lleinattd peritissimo delle lingue orientali me
ih- .ì-.^kuio. l'ii'ivbbr quiryli essere ti- qiialdie giovamento
nel sopra dtl ti In taso, rbe lalimo fermar volesse la sua dimora
in tjuella capitale, o in quello altresì di ristampare con giunte
in» «Ile il Lexicon Arabtei.-IVrMr.o-TiiiT.ie.iiin . pubblicalo in
lavoro di Francesco di Mc.^niti] Menili? ki, del quale rende
frinii, il .v>|niillinliilo -i;;. lìi'iriiiii.l (].'!l;t lìirijiraiìn universale
postn in luce dal sig, Micbaud in Parigi, a l'articolo Menatila.
228. (sw-HAiENt.)
Agi. Lettera di Giusto Fonlanim all'aiate Giorgi ,
ed altri scritti.
ilartarpn, in (rifilili |iirrfili). rarnii'ri rw>iiì. eli pgine nr,o, scruto imi-.
Gontiensi in questo codice una — Lettera dell' Mino, c Ramò.
Monsignore (ìiusii l-'uiilainiii Arciwm-Q d'Aitimi n Don Ignazio
Glorili Ab. Melitense sopra la di lai opera — De Divo Paolo nau-
frago, Al Rmb. Padre iij. mìo Poe. Oss" il Padre Abaie Don
Ignazio Giorgi dell' Ordine di San Iknedett», Presidente della Con-
greoaiione di JHnfa. Rimi Padre, ec. Questa lettera, eli' è com-
presa in dodici pagine, c porla lo data di Roma a' io luglio
I -.Vi . il :'t il eiiiiiuiciaiNeilli. ili rii'Uee. ludi aerili ' la — ■ Hi ipriti:
di limi lifmrJo liimifi idìa pmt.jaite lettera del moni' Funtaninl :
e questa risposta , die font irrisi in là pagine, è ditta di Ragusa,
eruditi .favoregqwton di Multa, futie cantra il suo libro intitolato;
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .5 Su
Dldtu Pattini 1 /)«> fu las in muri, i/wid unni: V'cmJrn jiVhij dicitur,
naufraytu, c( ìkliti-iiiis Dtiimtitttais Insula!- post anafraijiam hos-
pes ; dedicata al st 1 1 u-ntl ■ le Ho iutnisij;i]<ij,f (misto Montanini. Da
ultimo è una dissrrla7.ione sotto Forma di lettera scritta dall'
abbate Stefano (iosa di Ragusa a' a8 giugno I75a e indiritta
a Nicolò 1 [adisiavo iiilnnio alla domanda, clic quest'ultimo
avevaglì fatta , cioè quale lingua si fosse parlata nell'Ulirio,
prima ohe verso la line del -esiti secolo dell' era cristiana cso
fosse stato invaso dai Sa in iati. L til issimi e per la storia, e per
l'erudizione, eri insieme ragguardevoli per hi chiarezza delle
lor peone sono tutti questi strilli , i quali non mi riuscì di
sapere se l'abbiamo avuta, ma panni clic meri le re b ber la luce.
Di contro alia prima farcia del rodici: lesesi ia seguente an-
notazione : linruyr jinr M' /Vv.'miic/ et irmi* par ordre de M' Ir
Conile d'Argmiìoii k p:\--iucr l'ii/'t-: : y.VS. A Paria.
255. ( 8DPP1ÌHEHT. )
.'ino. Collezione di scritti di autori ed argomenti
diversi.
Stanno raccolte in questo codice (oltre varii importantis-
simi scritti, de' quali siamo per dire) alcuoo Relazioni diplo-
matiche e politiche, della piò parie tirile quali però serbasi
copia in altri endici ilclla reyia llibiiolcca. Ciò non (istalli*
od ogni buon fine pongo pur di esse lutto, senza eccettuarne
alcuna, i titoli sotto degli occhi de' lettori anche perché qui
le riconobbi scritte con vicrn.iL^mr diligetr/.a , che altrove.
iL itcl/i:i<-ne ile! vlanss\:r:(i sii/. Marcantonio Barbaro alia repubblica
MANOSCRITTI ITALIANI
di Venezia, ritornatosi da Comlanlinopaìi Canno i573. 11° Rek-
zioac del durissimo si-j. (iui"iuto Siran:o alia, repubblica di Vene-
zia ritornato itti ('.iiiisttiiitiiHiiHiìi fintini i ,'178. 111° Le t',<tpitttlt!!i-an
a l'Imperatore della Turchia; tradotte del 'l'arco io Italiano da
Satiri Draconiano del (ima Signore et dell' Imperatore di Francia,
IVlln versione ili quoto scritti), die seni Ivr .imi i Diportali tis-
si a lecersi ir l'orse scomi-n'iuio alla tlu, nini abliiamo altra
■ h > | iiiL 11 t'Ha [iililiiili'i.a. i \ '■ (iV/u .-[:.■■«■ sulla l'irsi» del signor V in-
celilo degli Ateìsintiìri tiii» Hiptihhl'nit Vciirla. \ 'J Altra Riduzione
111(1 imo all' ai ;;(inn'iik> medesima, ma vi è taciuto il nume
dell'autore. VI" Discolpo 'li Tacltinai tic di Persili. VII" Storia
del Portogallo ridotta in Imre lompendio ; ili cui nou ai dichiara
il 11 tk-ll' ju;niv. Wll' Iti a 1 i -ili-. , <• ' ii" A. scrittone del l'orltt-
galh.et hìstoria di i,ael popolo l' unno L G 7 7 . j dì questa bei. lunga
della Spanna, di Agostino di Cmvalitz; a porta ia data de' a5 eli
gennaio dell' aimu 1070'. in Pana. X" Sti/mitati» d'unti rclatione
/atta nel consiglio di guerra di S. M. Cattolica et datali in scritta
nlli 1 j. Marjnii- 1 -~j 7 . sopra il mulo ti iinpainnuasi di l'ortoijaiìo
bisognando adoperine Ir armi. Xl° Discorso (di cui tacesi il nome
dell'autore) diretto alla tiepidi. Ut a ili Venezia sul modo eoa caldee
essere tlieisa Vitali». MI" Iteltitione deliri Signorìa di Venetia , nellu
guati si conticitrijuanto Sitili.- Inumo S'gii-iri I citeluiui, auantaar-
muta mettono in mure; et ilei ni'nlo -1 lnitita ilei i/iuditare gli Stufi.
A li XX. di Luglio l'anno 1 56y. XIII' Relatioae dello Stato et font et
governo della serenissiiit» signi.nn et Repubblica ili \ malia al dit-
tai ini He l-'ilippo, \\\" (iiii.ilifiuiiie'iti ile' Signori Velietiuitl per In
pace fatta col Turco. Di que.'H' liii:u'lnisirin> [azionamento non
v' ha nome ili autore. XV0 Risposta alle giustijieationi dei Vtnt-
tiuni per la pace fatta col Turco. XVI' Relatioae del alarissimo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. iti*
signor Girolamo l.ippiunaim Andasiriulorc a Don Giovanni d Aus-
tria in Napoli, j alta nel Senato Yenetiano I' anno XVH'iti-
tolatìoitt dei Dottori Legisti intorno le controversie fra la serenis-
sima Casa dAitsiim rt In litpniiiilica di 1 Mietiti, ciò i se li signori
I mulinili siimi i'ailinni i-t S'njiuai d\ l mare Adriatico, et se possono
mettere gabelle et dalli ai Xaii.iianii. loiiopin.-stì «! d-jiiiiiìo di rss.i
Casa d Austria. XVilI" Summario delle leoni della Ripubblica ) e-
tli'lti loiiieriiaili sjK'.udwuu il u.mmneii interim al .Munii di issa
Repubblica. XIX' Ciyitn.in.ri- dil \ln.-tynr, Oiiisnjìio di Venezia , as-
siditi preterizioni, lerjiji, titoli, diritti, e-.ì obólyjlit di i iasr.un im /li-
bro componente il Limititi: Consulta' 1 enettana; dm in quel dialetto
chianiavasi, Mazor Consegio. XX* Sommario della risposta per il
Duca di Ferrara u'.ì' iojì.riiii:.lìoiu: dei Dio a di Fiorenza; al quale
sommario ne succede un altro, il quali' contiene le ragioni di
precedenza , che ha il duca di Fcitji-j sopra il duca di Fio-
renza. XXI" Discorso sul ngno di \apott, esilile mg ioni per etti il
Retti Francia può t.muidcrc ni possi >ì-i di Relitta. XXII" Al-
tro Discorso sai Ducato di Milano. r do Inanizione di tutte le rat/ioni,
che ha il Re di Fronda sopiti io Stato di Militilo. \\1I1J Fspo.titianr
delle rat/ioni, per le tjuati £ mossa la Regina di Francia n dire, che
a Lei si devo il nano di Portogallo. XXIV Breve discorso sulla
citlà di EUgUSB. XXV ed ultimo. Lettera di un cavaliere di Malia
al Gmn Maestro in forma di discorso sopra la fortificazione di aneli
Isola. Senza più , vi de il Irllurc ili quanto grande importanza
sia o possa essere la notizia, che s'è data del contenuto del
presente codice.
MANOSCRITTI ITALIANI
Ac|6. Compendio della storia dell'antico Testamento.
Caiinttn , in foglio piccolo, caratteri tondi . di pagine- iloo, se-colo in",
pci:~o noi) doversi ,-iìlribiiirr , che. al ■secolo siv" o tutfo ni pili
linee : ■ in hi principio Ilio r>ro ( I ciclo et. Li terra : cine l'Ali
- pjelica natura par lo cielo ; el per la terra le parli inferiori.
« Alcuno scripse, che Dio in prima fece la materia prima, la
» quale fu chiamala Ulcm, « ec. E le ultime lince sono queste ;
• Et avvedendosi:: rli-abeili si parla della concisione di S. Gio-
■ vanni Battista) elitra gravida celo el ventre suo cinque mesi;
■ pero clic se vergognava di essere pregna perche ella era molto
vi-ecliij. K\p]iei: !il)--c iiiliii: Tc-.liiiLn.-nii ii.-lori.s. Mi pare,
che questo scolto anche in ciò che concerne ia dizione po-
OigiiLzed Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 563
tiebl) es=crc ooiiMili.itri coti o-iuldic IVìiHij; per le indagini
clic lio falle e inedito.
A97- Relazioni, Lctlcre, ed altri scrini.
flompmidun'i in qi.it;?tu cedici; [di strini sognenli : I" Slu-
na del Conciare fatto per la lede vacante di Gregorio XV'., ntl
quale fa creato Pontefice li Cardinale Maffeo Barberino Fiorentino,
dftl'i Urinimi I III".; ilrll.i <|il,lc Mmia ,ililii;iiini alltv copie ■ n ■ "
manoscritti ih questa lllhliaìcca , st eomc quella cli c -i ci cu
'lieo segnalo num° 4 i<J- per die di una sola. IT Lettera seri Ma
al re di Spagna da' suoi sudditi, die si trovavano in Roma
l'anno 1637; essa porta la data de' 10 dì ngusto di quel)'
anno, 0 vi si cerca ili pT.iur.de re ai He, eh" ci non è punto
rispettato in Homa da coloro, elle lo rappresentano, e che in
Fine adoperi cosi . eli e sia tmwuUi l'alio sriu Trono. Ili" liclatiom
tirila jiii/n tirili Siiinuri Dani r Ihlfliessa di Lorena dal Castello di
ftancy me erane i:\isltnllli dalle funi- frantesi. IV" (.oujc per le
quali il Cardinale de Medici si sia partito di Roma nel mese di
irt'rt ]ti38.; con un brere disioiw sopra li Titoli .link-nasini
sacri" e profani. V" Ib lolmur ili .Sparimi falla dall' Eeclino. Signore
t.amtinlu Min» ,1 infili «ni (e? e / l'itelo pressa la Maestà del He Cat-
tolico l'anno 1619.; è la slessa che leggesi all'articolo a" del
endici' Menalo num" 3 lo, dove il lettore può veder ciù che si?
11'ù detto. VI" ed ultimo. Copia di una lettera intorno alla tstra-
zloac de Sietlìli. Non è indicili, il jicTMirla jjsjlu cui lu illdirilta ,
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S6à MANOSCRITTI ITALIANI
scritta ; ma cerio è eli' essa merita esser iella per le gravi cose
die vi si contengono specilline» le sull'autorità, anzi sulla
Iona come ivi e scritto , dt^li ecrli'hiai-lid nel secolo xvi*.
287. ( sumimuT. ]
/tj)8. lustrazioni intorno al modo di preparato U' artiglieria
militari.
menti, intorno a' quali le scr-il/.:- <: Ir ar'i (Vccro infiniti
progressi. Ad ogni modo io sono cerio, che non sarà discara
a' dotti il sapere della esistenza di questo vecchio manoscritto.
Ed eceoue il cmilmnto : 1" In ehe minio .«■ à da pistare la polvere
ci da poi compendia jjr I» prm-a .'i dia ì hiai\a l:! ir ci-.7irirfr.inj
che dia deve kacere. Il" Mudo de far le artiglierie di bromo et la
«mani o compositione del metallo. Ili" Afisara delle bombarde
•/rosse et corte fi da pi." ili- in pnipnrlìnHe loro. IV* Come se ha da
■ ari l'arlujlierie et rome se Ita da osservare per tirar dritti al n:t)iui.
V° Sono raccolti varii piccioli trattati sui stupini, sul peso
delle palle, sui pignattai, sui rani , ec. ec; e chiudest l'o-
pera coli' insegnine il riunir) ili frire una mistura in pietra, la
quale possa accendersi collo sputo, o con l'acqua. Non v'ha
noitie di autore. É ornato il codice di molte ligure allusive
agli argomenti, che vi si trattano, e per la più parte sono
eseguite a penna e non senza qualclio maestria.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5GS
546. ((M.i.uhnMT.)
,'igg. Lettere autografe ili diversi personaggi.
CarllCCO, in A' grami'' . i ai-.i ILi i i r..]::^i , ;[i li,.:., ercoli I\f e JVII",
ber, amMmfe
In qucil:; codio; . e In; Ini per t il. ilo 11,'mi-il ili f.i'i-.-.-.,- , Hlaium
[-accolla ino! li. vili»; lettere ^(i'.ii!;r\d'i! ili grandi persona;;;;!, li'
quali si riferiscono ad affari o di politica o di religione. Pres-
soché tutto però sono scritte o in latino, o in francese, ed
alcuno pure in lingua spaL-nniila. Non rincontrai chi; dm; siili'
lettere scrille in italiano, le quali veramente non sono di
grande importanza, ma secondo ch'io mi sono proposto debbo
farle conoscere. L'ima è in nome di tutta la compagnia di
Gesù, indiritla al sommo pontefice, nella quale si fa vedere
al papa, che s'egli fo?se d'avviso di \oler pio ni ove re e pro-
movesse alla dignità di vescovo il padre Hcrnando di Salaiar,
la compagnia di Gesù .lovrel.be fortemente temere d'essere
distrutta in pochissimo tempo. La lettera 6 certamente l'au-
tentica, che ricevale il papa. Non si sa a qua! papa sia siala
indirizzata; non v'ha noia di luogo o di anno, ed è sotto-
scritta cosi : Noi seni fui, fi jtfii Aacilìae tuae. Tulle queste
precauzioni dimostrano, che il papa la ricevette con altissimo
segreto. — L'altra è una lettera autografa del gesuita Stefano
Carletti, data di Homa a' 7 ottobre 1037, e indirilta al padre
Minio Vitellesclii preposito della compagnia di Gesù in Fras-
cati. Essa veramente non contiene cosa alcuna elio meriti
darsene conto.
sei;
MANOSCRITTI ITALIANI
366. («ipiiMnT.)
5oo. Avvertimenti circa la Sloria di Pietro Maltei.
Il titolo dui corticc è mini' m;j;iic : .-lei inimciKr fimi fkistoria
ili Pietro Matlm, ch'hera i ia stampa. Al He Amo. Ludovico XIII',
III ili I-'rnnda r ili \aiarra. Hssi arrtriiaicnii sono preceduti da
una lettera, eli' è sot Inserii la da /'. Mattini t e indiritta, al 30-
prallodalo Re Luigi XIH°. Incomincia la lettura con queste
paiole : ■ Sire, tjuirst" istoria erudendo trova ir aìlrollaiila parli!
■ rie' vostri lai ori, quanta ne posn-dr in quella di-Ila ieri là . si
il vanta,» ce. Non è a mia notizia , che questi AtTurliinenli sieuo
stati posti in luce; ina dessi in fine non sono, clic una difesa
dalle critiche anzi censure, clie parie scritte e parte pubbli-
cate uscirono fuori omini la sopraddetta sloria dì Pietro
Mattai.
567. (uimiMun.)
noi. Sullo precedei):'.!' de<;li Ani base iato ri in Roma.
Cluiileiiiftuisi in questi) quaderno li- -- - Uncinili a filtrare liti
l'iin, ijii: l'rij'.-llii i m i! in pmi'ili-tiLi: suf.rti ij/i Ambasciatori. Del
quale scritto abbuimi eopia e pili ili lignite ili questa in altri
codici della Biblioteca, e quindi non ne dico più oltre. Veg-
liasi, se cosi piace, l'articolo 1" del codice segnato mini' 3)5.
Dm i tv
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. .167
372. ( SCrrLÉMBVr. )
. Inslruzione sulle medicine de' cavalli, scrina
da Ercole ISiolco.
11 contenuto di [juicio endice dichiarati) nel sfinenti: mio
titolo — Libro di mediiine. di:' niaiìli . dei signor earnliere Krnde
Biotto. Sia esso Stato stampato io non saprei, dopo tulle le
ricerche die ne lio falle ne' libri di bibliografia, aflérmEire
né il si nè il no. Certo è intanto, che il nostro diligentìssimo
Incomincia col ricercare in quale tempo i pnird ri imitano i
denti ; e finisce col dare de' secreti rarissimi per guarire da al-
cune straordinarie malattie i cavalli.
!io3. Ragionamento sulle qualità, grandezze, bellezze,
e virtù delle Gemme.
11 contenuto di questo manoscritte
risulta dal titolo : Delle Gemme, che produce la natura. Della qua-
lità, grandezza, bellezza, et rertii foc/. In dm; parti è diviso nel
codice questo ragionamento sulle gemme. Nella prima s:
568 MANOSCRITTI ITALIANI
tratta delle gemme in natura, cioè tali che noi le abbiamo
per aula opera della natura; e nella seconda si parla delle
N-.-mim; lavorino; e qnrft.i • rcui:ih parie può considerar.-.] essa
pure divisa in due. Nella prima si tratta del modo di lavo-
rarli;; e nella seconda si de.itrivono itiirliiolanncnle i più bei
la mi-i antichi, elio .si coi) osci nu in ipieslo genere. Suo dira mi ,
di .'.cri II ori , penso che s;li sludion polreiibeio mi'Uersi , c l'orsi:
con frutto, ai! esaminarti il presentir codice. Si dà principio
con un proemio , clic comincia cosi : ■ Quantunque le gemme
«siano comunemente prezzale, come dice il noslro genlilis-
" simo poeta, dal vulgo ava in el sciocco per lo guadagno, clic
■■ fili- ilflibo:io (.■.'■sire istimale tiri ogni nobile ingegno, • ce. ee.
Consultai un amico mio, grande amatore e conoscitore di
pietre preziose, e che possedè una non picciola raccolta di
libri vecchi e moderni, che uscirono in luce sopra questo ar-
gomento ( e disscmi non averne alcuno che alla descrizione
ilei codice presente sia conforme,
422. (si-pfììkint.)
sol- Di Tito Lucrezio Caio de sei libri della Natura delle Cose,
volgarizzamento di Alessandro Mart'lietl i.
('.allacci, in V [iin-oli.. rariLtl.-ri .im,ì.ì. il; pagine ioo . retilo i*iin.
Il titolo di questo codice è : Di 'filo Lutreiio Curo Mia
Natan delle cose libri VI.; tradotti dal Romano nel Fiorentino
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 569
idioma da Alessandri; Miur!itii\ Til-.isn/o, e Matematico ordinario
nella celebre Università di Pisa, li rrwl In dapprima in propri cui
di Fabio Baldinotti l'anno 1697, com'ei stesso afferma e si
sottoscrive nel principio, e più volte nel mezzo, e nei fine del
codice stesso; il quale passò di poi iti possesso dell' abate de
Rotlielin , ebe no fece un dono a questa ic^ia hibliolera
posta unita prinw DojiD il «.prad'Ie-Md llloio ó un
— Sonetto del Triid:it<;n\ indiri//.;iti) ;i questa sua traduzione
Dell'atto d'inviarla-— Al Serenissima Cosimo 111°. Gran Duca di
Toscana; ed e scritto d'altra penna. Indi segue, del medesimo
carattere, la — Protesta del Traduttore; dopo la quale è una —
Lettera scritta all'untori- ttrUti pinzute traduzione tatto il dì a 8. ili
Aprile lGGt). dall' Mino. sin. Coati: liirnlamo Graziasi Primo
Segretario c Consiijlt'.iv di Stati ài! S-imo. Duca ili Mudami, e
sommo poeta S'Imito, e Travi™ ih-l nostro .•noto: eil indi seguono
alcuni versi latini composti da Pietro Adriano Vanden Broet
pubblico professore di eloquenza nella Università di Pisa; i
quali versi sono intitolati cosi : «Lucretii monca ad elarissi-
■ mum et «celle nlissitnum virum Aleiandrum Marchetti Phi-
. losophiac in Academia Pisana Professoroni ordinarium Alle-
gra nccscrfprcncipe di Savoja e di Piemonte, Cavaliere del
■ Tosone d'oro... Generale Maresciallo dell' Impero, ec. Altezza
= Si!rcjiÌH>im;i. Ii'ojjen.' ■: inailo sonu rumi' gii cilificj, » et.
Nella qual lettera, che pi' t- lutli <;i in. I i/.j in reputo l'autografa,
è sottoscritto P. Antinoo Rullo in dota di Londra il di i*
dell'anno 1717, inviando al principe la traduzione del so-
praddetto poema. Noi mezzo della prima pagina , che rinchiude
il tìtolo dell'opera qui sopra riportato, leggonsi, scritte con
S7o MANOSCRITTI ITALIANI
penna diversa (In tutte l'altre, queste parole : Il y a des dìffe-
rences iftwer l'imprime, Inlnnm lilla importanza delle varie
lezioni, elio s' iiicunli'aiid .'osi nelle diverse stampe, ehe nei
eodici di questo volgarizzamento, merita davvero esser letto
quanto si trova nell'Antologia di r'irenie iimn* i iiì, luglio
1 8,Ho , a earte 1 1 3 e seguenti. Posso intanto assicurare i lette-
i , i-Ili' il uniii'i; li |irej;OYi>ÌLSMlm>. e cllf n- non è I' ìli i te i -
grafo, certo fu tratto dall'autografo, e per mano di chi ben
sapeva del nostro scrivere. Il donatore; la Biblioteca, cui fu
ricalato; quella specie d' oti;o;Jii> di'] possessore, ehe ci fa
sapere sei o sette volle della sua l'urtinia ili possederlo; la let-
tera, ch'io non dubito «seri: Fan Inaiala do] Kullo; e soprat-
tutto la somma dili«en/.a e correremo dello scritto; tutto ciò
devo fui1 nascere m'ali s-.udiosi !' uiini. vdlc desiderio 'li esami-
narlo, e di consultarlo. Che se ben a ragione disse il nostro
Gamba, che le stampe che del presente voi gariziamcnto sono
state latte in Parigi non ineritami d'essere registrale perchè
poco corretto, leggendo o^li ipioslu elidici- converrebbe meco
nell'avviso, elio e j;li orlilori Parigini noi conoscevano, o il
maltrattarono nella stampa.
òo.'i. Viario lai tu nella Tona Santa da Simone Sicholi.
K in ijuoslo endice la descri/.imie storica d'un peUegrinag-
gio, ossia viaggio latto nella Terra Santa da Simone Sicholi
nel l'imo u i SS'i , ciò elio risulta d.dia leti uni della scila prima
pagina. Vi si parìa sempre in plurale; per cui deve dirsi, che
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. Ì71
i viaggiatori fossero più di uno, 111,1 nati è dichiarato alcun
ni L! ( h nome, cuccilo quelli: del Sudioi:. < l'arliimiio. cosi loi'-
gesi da principio, . ili Firenze a di 1 3 Agosto mille Ire cento
• ottani» quattro,» ec. Intorno alla quale operetta, cli c uu
testò di lingua. Don ne dirò più i>ltre essendo già stata pub-
blicalo l'anno ] 819, in Firenze in 8°, con illvistraiioni di Luigi
Fiacchi e Francesco Poggi sopra un codice Magliabecchianu.
Aggiungerò soltanto, che l'orse a quo letterali non sarebbe
tornato inutile anche l'esame del codice presente.
'ififi. [ siipplìmikt. )
Ò06. Storie de' l'ootelici SaloniUmi, 0 Koillani; scritte
r!;i Tommaso Arcidiacono, e da Mirha Madio.
CutioBl, in fofilio, wrotlcri coniti, di pagine 3i5. «enti, ini",
Due scritti di qualche importanza , maxime per la storia
de' tempi e de' luoghi, si contengono in questo codico. Il pri-
mo è : lliilaria, di Tomaso Jrvidiw.umi di .^m/ufu, ile t'uuttjiri
Saloni/ani e Spalalmi. L'opera è divina in 5i capitoli. Il primo
«parlila dall' Ungheria , e viaggiando per le parti della Croa-
. zio se ne veniva a ricercare la fedeltà de' Salonitani e de'
.Spalatini verso Uela ano figlio, ch'era sialo fatto Duca di
« qur' piicii . orii atti ci:'i co:iii' ]irini'i«ciiilo ili-S ll.-> Sii' fono 1 1 ■■ 1 1
.Corona di tiii^heria, . oc ec. Il secando di quesli scritti porla
li titolo sentiri ile r H iunrin ili Melili .Uni/ic i/c' lkirh.izi.vii ila Spil-
lato. De' gestì de' /forni»» Imperatori, sommi Pontefici. Parte della
itamJa parte dell' anno del Sonore 1 ago. Quest'opera è divisa
57a MANOSCRITTI ITALIANI
in 48 capitoli; il primo ili;' quali si riG-risce al papa Nicolò IV0,
che fu appumo eletto in «uni ino poniclk-e ni'l seipiiidrieltu anno
1 3ijo; <' l' ri Ili NHi miirrrri!- I' ;in:i\ .'-cm n lucerlo; dopo ili che
i una Memoria ch'Ili .ircimiwi (hdlii Cà'u-m Sufoiiiituiu <■ Sp'.dt-
tina, e questi sono al numero ili L og, , incominciando la Me-
mmia daH'araviwjivd Git;nint, i: lennimanio coll'avrii l'ii-ni .1
Alv.se Michiel, con cui lia pur fine il codice. Non credo, per
le indagini die ho falle, che queste due opere abbiano veduta
la luce, e partili che potrebbero meritarne lo studiose taluno
impiumici- vidi ~r !a pidiMicaiimu- ili una novella ; storia di
quo' luoghi si celebrati per tanti riguardi e di antichità, e
di posizione geografica, e di uomini illustri, che vi ebbero l
natali.
468 S'\ ì SOPPLÉBEKT. )
.107. Volgarizzamento di alcune lettere di Seneca.
Questo codice contiene ir Irtlne 'li Si [u:cì\ Ira sporta lo dall'
originala Ialino in lingua Ira 11 ersi'. Sul principio del volume
è una vaga miniatura ad oro e colori; e le iniziali sono pur
tutte miniate ad oro e colori; e generalmente parlando (senza
entrare a diro sul merito della versione francese) deve stimarsi
stati aggiunti tre fogli, essi pur membranacei, ne' quali leg-
gousi in lingua italiana le lettere, che (come ivi è scrillo)
indirizzi Seneca ad santo l'ai to Apostolo , el le risposte di onesto ad
Seneca. I caratteri non solo pressoché tondi, ma ia dizione
slessa, ch'è pur de buoni tempi, dimostrano questa giunta
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 5;3
essere forse del secolo mi'. Incomincia così : • Nei nonio dei
■ nostro Signore Gesù X". . . San tu Geronimo scrive di Seneca
<nel libro chiamalo Catalogo de' Santi : parole ili san Gero-
che termina in quesio modu : » Cosini (Seneca), due anni in-
■ nanij che Piero ci Paulo fossero coronati di martirio, da
• Nerone fu morto; > si di principi.! .die snpraildelte lettere, clic
hanno la seguente intitolazione : Ledere di Seneca Maestro di
Nerone Imperatore ti Punk; Apasluh fi di Puah ad Seneca : et
prima di .fair™ ad Pania. — . Seneca a Paulo salute. 0 Paulo,
« io credo che a te fu dello quello che noi traclammo ieri col
■ nostro Lucilio, • oc. Le lettere sono sedici; e disposte a due
colonne nella pagiui , enn alunne e,iiii!i.ic>i>Mmc ; i oli ■ ni us-
servmioni a' margini della pagina slessa. E mi sembra, die
ridotte anche a più facili' lettura in ciò «he riguarda il pun-
teggiamento e l'ortografia, potrebbero pur darsi in esempio
di belìo scrivere. Fu queslo codice l'anno 1 535 in proprietà
di Pietro Roland di Chambery; e l'anno 1 558 passò in pro-
prietà di Pietro de la Porte, letterato esso ancora di Chambery,
cut il diede in dono il sopraddetto Roland. Tutto ciò chiara-
mente risulla dalle annotazioni autografe si dell'uno, che
dell'altro de' due possessori di queslo codice, le quali si leg-
gono nell' ultima faccia do! codice stesso. Fra i nostri lesli di
liiiiiua foiio riluti nel v oca buia ìi i de^li Accademici \ani vni-
«riri-/./,-i mcnli delle pillole ili Sein'ra, e qm;s!o ebe proLibil-
infiilB e mio <)r.u)' iuedili somliraiui clic uionleiebbe dV^eic
compreso in quel numero.
MANOSCRITTI ITALIANI
o di Tito Livio Un l'asini intorno olle ^ioic,
od a metalli preziosi.
Il titolo del codice! è questo : La liilnnaa sincera di Tito
Lilio Bnratini, ™ la quale per Teorica e Prativa , con. l'aiutotkll'
acqua, non solo si '.orinar ir frutti iteli' am, e dcqli altri metalli, ma
«nrnrn la bontà ili tulli- te gioie e iti tutti ì tietptari. I,' operetta e
umilio di molle ligure allusive asli ar^mnrnli trattati, ed
esei-uite a penili rini qualclii; tlili^rn/a. Non so se sia stata
aito anche in torno .1] codi ce scanalo mini' boi. or! applichisi
■ tiouc, lauto le antiche quanto le moderne liisloric, lic-iln
• sollile inventione, elle ritrovò Archimede coli' acqua per
■ iscoprire la falsità deli' ori: liei' . clic mescolò l'argento con
« l'oro nella corona ili I lilroiic Vie di .Siracusa , la quale offerse
» a uno de' suoi Dei per l' ni le fi1, ila Vittoria , » ce. Potei conos-
cere in leggendo alcuni passi dell'opera, che il Buratini la
scrisse in Polonia . 0 the si dichiarava debitore di molti lumi
verso Monsignore Stanislao l'udlocoski dottore e matematico
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. a7£
509. ( StWI.ÉMEKT, )
ontf. Storie, o Relazioni di alcuni Conclavi.
Carlncco, in il", «talleri corsivi, di parine 5oo, «colo «II*,
li i» questo c-odire nini collezione di storie di alcuni con-
clavi , de' quali mi fo a trascrivere i titoli. 1° Conclave per la
sede vacante di Urbano VII", ove fa creato papa il cardinale
di Cremona, detto di poi Gregorio XIV \ II* Conclave per la
sede vacante di Gregorio XIV", nel quale fu assunto al ponti-
ficato il cardinale Gioì anni Antonio F.irrhcnetto, detto di
poi Innocenzio IX". 111° Per la morir d'Innocenzo IX", e fu
creato pontefice il cardinali; Aldobrandino, dotto ili poi Cle-
mente Vili". IV" Per la morte di Clemente VITI*, C fu assunto
ai ponti Orato il cardinal;' il: rior-.'jizu, ri etti! di [lui Leone XI".
V" Per la sede vacante ili Leone XI", e fu creato pontefice il
cardinale Camillo Borghese, detto di poi Pa-do V*. VI* Pur
la morte di Paolo V", e fu creato papa il cardinal Lorbvisio.
chiamato di poi Gregorio XV". VII* ed ultimo. Conclave fatto
nell'anno i6a3, nel quale fu messa per la prima volta in uso
la Bolla della eiezione, pubblicata da Gregorio XV", o fu creato
sommo pontefice il cardinale Mall'eo Barberini, detto di poi
Urbano Vili". Delle quali storie o relazioni di conclavi ab-
biamo copia in altri codici ili questa Biblioteca, od almeno
della più parte; ma intanto è bene, che si sappia, che nel
presente colliri', sono tulle scritte con molta diligenza.
576
MANOSCRITTI ITALIANI
512. ( 9UPPLÉMENT. }
;uo. Inslruzione intorno all' Online degli Ospitalarii,
dello l'Ordine di Malia.
Corlicco, in à\ c"™'^ri ™™' di P*?™ ,iS' "™l0 1""r-
Il contenuto del preseme codice si dichiara pel seguente
titolo : Brere c pnr'kcìun hlruiirim ilei imro online militare degli
Ospitaìurj , detto oggidì volgarmente ili Malta: e Mia diverta qua-
ìittì ili Persone, e di Gradi, che lo compongono; slcsa da un Cavaliere
professo della medesima Reìhfv.me T unno 1717. Si dà principio
coli' indice dei capitoli; dopo il quale è una dedicatoria, che
fa l'autore (di cui la cesi il nome) Al Santo Precursore Giovanni
r' I'hiHÌsW.. inili •A:f\\-- il pì'imri capitolo mlorim alle p li i-tìrol.-i ri
qualità dell' Ordine sopraddetto. ■ Avendo piò volte • (cosi in-
« dello Spirilo Santo, approvali e soccorsi dai sonimi Ponte-
ilici, e dai Principi Cristiani, irileiitaruno ed eseguirono il
■ ^riin Piotilo (Ictl.i od.'.lr.i Udizione in Gcrosolìma, ho sti-
■ malo convenevole, » ec. L'ultimo capitolo, eh' è il quarante-
dell'Ordinc. Sulla instituzione, sul fine, e sui meni di quesl'
Ordine onde pervenire a quel fine nulla io posso dire che non
sia già nolo a chiunque.
DELLA BIBLIOTECA DEL fìE. fl7J
551. ( eumiMEKT. )
6 1 1. Sloria del Concilio Tridentino, scritta dal Miledonc.
Carne», in i: carotieri corsivi, di pagine- 1000. secolo IYD".
Il lìloln di'] premute (•odi;1.' o qre'sui : //'sfc.na tL-ì l',niiiit<»
ili Trento, scriwt pi-: minili M siijimr AitUuiia Milttloue, secretorio
ilei Coiìsiln, de' limi. Oli;-,- alia stori :i <li esso i Lucilio di Trento,
la quale comprende la massima parie del codice, sono altresì
varii documenti di molla importanza, e tutti conccrncnli o i
concilj in generale, o quello di Trento iti particolare. Non è
mai stala pubblicala questa sioria . di cui pur si Irova copia
in un codice della liibliotrea Marci.ma. Credo per allro op-
innanzi; per cui il lellnic puhà facilmente giudicare del me-
rito e di cbi scrisse, i ili ciò che se risse ; notando CEiandio,
se cosi l'osse di suo piacimento, le difTerenie che rincontrar
si polessero fra i due coditi. Il proemio e questo : • Poi che io
• non posso mainare d' olilieilire a questi Signori, i quali io
. amo et reperisco, et anco osservo sommamente, che mi lianuo
. comandalo scrivere l' liisloria del sauro Concilio celebrato in
i Trento ( quella però del tempo, che vi sono stalo segretario
■ con II durissimi signori Ambasciatori della Serenissima Si-
. Ira Itera sommaria umile del II ( .oiieilii . che Mino siali talli nino
■ al preseli le; nel secoli ilo, di questo ultimo di Trento, l'i perché,
«questa seconda parte è il principale soletto, intorscriverò
• in essa l'historia in universale di quelle cose, che sono oe-
. eorse in tal tempo degne di memoria ; dal che non ricercando
rJ78 MANOSCRITTI ITALIANI
• io altro, che soddisfare a' miei .Signori osservandissimi.
« scriverò ceni ipe-lle parole, die io sono solilo usare, quando
« ragiono familiarmente. Onde se non sarò graia a molli , li
" prego li.imvni per iseiisntfi; e non volendo laudare questa
. mia fatica, almeno non la bitumare poiché se non vi Sarà la
purità della lingua, vi farà corto la verità delle cose, ha vendo
■ io avuto comodi là di .saperle; uè essendo in me passione che
■ mi possa deviare dalla verità, le narrarù succintamente e
» puramente con ogni lealtà. ■ Le al Ire memorie , documenti,
Irattali, dissertazioni . il lutto allusivo al sopraddetto argo-
mento, contenute, come abliiam detto, in questo codice, sono
scritte por altra mano.
532. ( anpPLÉMEST. ) ■
Trattalo sull'arte della ['raspollivi
Si comprende in questo volume un Trattala intorno all' arte
'Iella l'rnfjKtlu-o , fi alla sin: irtjtilr. Il codice ■; qua e là ornato
opportunamente delle ligure necessarie all' intelligenza delle
particolari di mostrai ioni; le quali ligure sono eseguiti' a penna
•ruìtauo le Suonisi -l'uni MU iimspciiiva pratica. E queste sono
ai niim' di J i . l' ultima delle quali è. esposta cosi : . Quelle
«cose, ehe sono vedute da riijred. die più piegano alla man
i destra ci appariscono più destre; e quelle die sono vedute
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ó7o
• da raggi, clic più pi.:L.mo alla sinistra ci appariscono più
» smiMre. .. ])i>|H> le «iii.dji .><!fì>i>i':i<i<i' seminimi i Tuoi-etni, e
questi sono uniti a diversi problemi con le loro annotazioni,
e si ronliiiiiailu nino ,il [ine del rudiee, il ipiale !ernii:ia con
una annotazione sn/Jc Sagnic delti Pilastri c delle colonne. In
ledendo <|tià e la questo trattato parventi di conoscere, che
l'autore nelle mi: del trini' <iÌM'ortli spc-so dalle pili appre-
ttate; ina i dotti odi' arte ne giudicheranno.
535. ( seprtiMENT. ]
fn -L Poesie italiani: post,.- in musica.
8 di odimi COflRrV«b°C ^
È in questo preiioso codice lina raccolta di ]>oesie italiane
poste in musica. In sul principio e una miniatura clic com-
prende tutta intera la prima pagina, l'.ssa è ben disegnata, e
finamente dipinta ad oro e colori. Ilapprcscnta l'origine delta
musica. Due sono le ligure. Nella parte su priore del foglio,
sotto d'una nicchia sta seduta graziosa donzella, che tiene so-
pra i ginocchi un organetto, eh' essa va tasteggiando; e nella
inferiore è un vecchio con folla barba, che batte il maglio
sopra l'incudine, ed è (piasi in alto di meditazione sentendo
la diversità de' suoni, che n' escono. 11 [littore avrA forse vo-
luto indicare in questo vecchio il Tu bai cai ti della sacra Scrit-
tura. Le linee sopra le quali sono con molta diligenza scritti'
le note ino -leali Simo sei ■ li le note vi soni. ;;i:i ilisposlr sei- lo
l'uso di quel tempo, cioè a punti. Le prime pagine del volume
contengono la Tavola dei componimenti poetici in esso com-
presi. Sul merito dello musica ne giudicheranno i sapienti.
■58o 1 MANOSCRITTI ITALIANI
Quali t' è poi alla scelta delle poesie, essa fu falla eoo molla av-
lediile/.ja « buon nuslti, rincolli randosene noli poche (li linoni
autori, ami ili classici, tra le quali pur alcuno d di' immortale
nostro Petrarca, sì come per esempio il madrigale ]", eh' e la
prima volta ch'io veggo posto in musica; ansi dopo l'opera
musicale (li Cipriano de Ilore posta io luce in Venezia per le
stampe di Antonio Cardano l'anno i557, in 8°, [Vegga il
lettore, se gli piace, l'articolo fiore nella descrizione ilella
mia Biblioteca Petrarchesca; Milano, per Paolo Emilio Giusti
i8a6, in-i°, alla pagina a33) e pur la prima volta, eh' io vidi
in musica le poesie del mio Petrarca. Ma non so qui rima-
nermi dal render pubblica una osservazione, che accaildemi
ili l'air in lucendo :l testo ti; e;':o madrigale r in quoto
codice. É necessario, eli' iti in pulita qui pur iutiero sotto degli
ocelli de' mici lettori com'ero lieve lecersi e si Io[;i;ì: stranili o
la vera e sana lezione:
\o:i .il mio ;uu,ui1e iii 'i llinihii | ■- i ì-l ■ - 1 1 ■ i ■.-
Quando per avventura tutto ignuda
La vide in mezzo alle gelide acque:
Ch'a me la pastorella alpestia e cruda
Posla a bagnar un leggiadretto velo,
1,1: :: ]\nir;i li -..ì^a v biondo capei chiuda;
Tal cho mi fece or quand'egli arde il cielo
Tulio tremar d'un umoroso gelo.
Ognun sa del grosso errore occorro in pressoché tutte l'edi-
lioni delle poesie volgari del Petrarca, stampando il versovi"
di esso madrigale così :
Ch's Laura il vago e biondo capei chiuda,
contro ciò, clic non la sofisticheria, ma la più semplice critica
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 58i
ami il solo buon senso richiede, cioè :
.1 I' ni; ri il • i^.-- i' bulinili :■ ^ j ■ il- : ''I li.
La quale sana e vera lezione fu tosto approvata da tulli gli
editori, che di esse poesie \cmieru .impresso l'cdìiion mia; si
come il lettore può fiii'il munii' elisarirseni!. Aceaililenii dunque
di osservare con mia somma maraviglia ed altrettanto piacere,
elio il sopraddetto verso Vi° del madrigale in questo vecchio
codice è. scritto cosi :
Ch'ai solo e a l'aura il vago capei chiuda.
0 che fin d' allora si fosse agitata la quistionu se a Lniira , o a
l'aura dovesse concedersi la lezione della voce (mira (clic cosi
seri l'evasi negii onliclii tempi per mancanza di apostrofo); u
il ricoglitore di queste poesie avesse tratta la copia di quel
madrigale da un codice, dovi; il verso si leggesse veramente sì
come s'è riportato, .
Ch'ai solo e a l'aura il vago capei chiuda;
oppure che per togliere ogni equivoco, e forse anche per to-
gliere d'imbarazzo il ci)iLh|iosi'uiv ili'lfi niiisieii nuli sapeiidu
come adattare la melodia del canto se ad uno persona a Laura,
o ad ima cosa a l'aura; il fatto è, che levando dal verso l'epi-
teto di biondo, che d'altronde poteva parere non assalii lanieri te
necessario, avendo le tante volle detto e ridetto il poeta che i
capelli di lei erano biondi; e;l a^iu^neudovi una novella
aiione, che far doveva opporlunaiuenle il velo ii' iniyi im i.
capelli di Madonna, guardandogli non meno dalia insolenza
del vento, che dalla forza de' raggi solari ; il fatto è, io dico,
che la novità di questa lezione — ch'ai sole, e a l'aura, ec.
(benché io per me in buona fede la creda arbitrariamente
S8i MANOSCRITTI ITALIANI
i»t™l»lU) io» d„ ropuni .1 IMlo .pregerole, o .1.™
ri.n. d. pi» «coli . mlrnm. eh, „„„ gii . Umv. m.
/'k.'ipì,- Ic^i/iii ilei i; m.'l \orsu vi' del siiriraiidntto ouuh'ii;;iìe.
Esso « alle pagine iv- e v" dei codice; a due voci : basso
540". ( iufuìbeht. )
fu 4- Trattalo ili Galileo Galilei sulle utilità, che si traggono
della Meccanica, e do' suoi istromcnti.
.Sotti) questo numero 54o" (swfiÌMEMt) stanno raccolti,
quasi io un fascio, molti scrini fiaiice^i ili diverse penne; si
come per dirigili slcun i, la — t'.ritìinitrì l 'min- Simun; il Calatogli
,(■;■ iihri I.', tri.'icIo-.T.' :i7 titilli: i'j ; iilfitr.f: I.iIU:iì- tiitlaui-ttli-tti rarn
letterati ai lialuzio medesimo, ec. ec; e v'ba pure in lingua ita-
liana un fascicolo, che comprende una hen nota operetta, che
Ita questo titolo : Delti: titilliti, ila- .ti triitjguini Mia laecaaìca el
de sani inslmmenli , 'l'iiiW.ibi del :tig. Cuiikv Caldei Fiorentino.
La prima cilitiuoe , per quanto io mi sappia, di sì prezioso
scritto del Galilei fu po-la ni luce da! cavalieri' Luca jjanosi
in Itavenna l'anno ìGiij, in 4°, col titolo seguente : Delia
jcii'jiza nitrranrfa e liciti: utilità tini si iragg'.tv da gi'islromentì di
tftutla, opera ati-nin tilt' i«wunnm del li<ililr,i. lo non so come
ne donde il cavaliere lÀ-mesi alilna cnmia qucsl.' opero per la
sua ediiiune, elm ii'iign miUu degli ocelli, ma so bene che
facendone il confronto non nulo noi presente scritto della Bi-
blioteca, ma eziandio coli' udizioni che delle opere del Galilei
pubblicarono in Bologna gli eredi Dona i'aono ifi56, e i Tar-
imi e Franchi in Firenze l'anno 1718, e il Manfrè in Padova
l'anno 17&&, e con altre ancora, vi rincontrai grandissime
dillerciiic. lo non dubito punto, che quant'è a ciò, che con-
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 083
come ìa sostanza delle rlollriue. esse nel nasini codice non
sicno in piena r.onli.iniiti . se non eullj edizione di Ravenna
certo colle celebri Mjpracdlate edizioni, ciò che Ì dotti ve-
dranno; ma posso assicurare i lettori, che questa operetta e
qui scritta con grandissima correzione, si come pure con
molta diligenza sono delineate in figure allusive, di cui è il
codice adorno. Ne fa cominciala la copia, cli'è in picciolo
carattere corsivo, il di 16 di febbraio dell'anno i6i3, e fu
notato per la penna medesima , olu- trssrri'sc questo trattato,
eh* è in forma di 0°, cartaceo, e di quaranta pagine, lo tengo
per fermo che presto o tardi si farà una novella edizione, la
quale lui te compi 'enda le open: conosciute di quel grand' uomo,
e non lascio quindi di raccomandare al novello editore lo stu-
dio di essa operetta , che contienisi in questo codice, la quale
fu trascritta nel tempo ilei più bri ln»v di -li sl.udj e della età
ilei Galilei, die, com'è noto, morì l'anno i64a.
515. Inslru
sul modo con cui
date da diversi pontefici a' vescovi od a loro vicarj , onde
sappiano come conformarsi agli ordini spirituali « temporali ,
che fossero loro dati dai pontelici medesimi. Delle quali is-
truzioni sono i titoli questi , che mi fo a trascrivere : I" Istraaime.
584 MANOSCRITTI ITALIANI
die fu data dalla corte di Roma a Monsignore de Massimi ves-
covo di llertinoro per andare nunzio del papa in Toscana; e
questa e data di Roma l'anno 1621, 11° Altra lunghissima a
Monsignore Corsini, destinalo nuniio in Francia, di Roma
a aprile i6aa. Ili' Altra a Monsignore vescovo di Avcrsa,
destinato iiun/.io a Kerdinando 11", imperatore, del di la aprile
ifiai. IV* All'arcivescovo di Seleucia , destinalo vicelcgato del
pontefice in Avignone", i3 aprile 16» 1. V" All'arcivescovo di
l'iltl'ilSM), Il U n /.io filli ll.'liio 11] i''i;i|l(l|-il . 1" lll.'l libili I . V ]" Al
irsrovo ili Campagna, liestiintlo nunzio ordinario agli Svìz-
zeri, la maggio ifiai. VII'' A Mi m'itilo re di Torres arcives-
covo di Andrianopoli, nunzio destinato in Polonia, 1S luglio
itìn. Vili" A Monsignore Moniorio, vescovo di Nicaslro.
destinato nunzio in Colonia, 3i luglio ifiai. IX" A Monsi-
gnore Verospi auditore di rota, destinato nunzio straordina-
rio eli' imperatore Ferdinando li', 17 genn°. i6ai. X" Allo
stesso Monsignore \ erospi per trattare eoi sopraddetto ìmpera-
Inic ini. inni , ili. 1 |.crs lei c:i rilinale (.'.lev.'l lio , i .'i ir'.'riiiaìn
16». XI" Al medesimo Verospi per rallegrarsi in nome del
papa coli' impelli ture e l'i in pelatrice delle nozze loro, i3 gen-
naio ifiis. MI" Al vescovo Albergali destinato dal papa suo
collettore in Portogallo, 4 marzo iGai. X1H" Al vescovo di
Aneglonc, destinato nunzio in Toscana, 20 agosto i(ì-ii.
XIV" Al dottore Leone Allaccio, scrittore greco della biblio-
teca Vaticana pei andare in Germania in servigio del papa ,
a3 ottobre i6a». XV" A Monsignore Lanceilottì vescovo di
Nola, destinalo nunzio in Polonia, 10 dicembre 1622. XVI" Al
signor Matteo ila elioni pji;alorr delle genti , clip il papa spedi
nella Valtellina per andare di poi a Milano in servigio del papa
medesimo, T'aprile iGalì. XVII" Al signor duca dì Fiano,
destinato a pigliare in deposilo 0 nome della sedia Apostolica
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 585
i Forti della Valtellina, 5 aprile 161 3. XVW Al sopraddetto
duca rial medesimo argomento, □ aprile i6a3. XIX° All'ar-
civescovo di Tebe, destinato nunzio al re cattolico, 16 ottobre
1621. XX" Alio stesso arcivescovo per trattare col sopraddetto
re intorno alla lega contro il Turco. XXI" Allo stesso pei'
trattare col re medesimo sugli affari della Valtellina, c questa
istruzione non ha data alcuna. XMI' A Monsignore de Mas-
simi vescovo di Bertinoro, nunzio presso il re cattolico per
trattare con esso re sopra la dispensa del matrimonio di sua
sorella col principe d'Inghilterra, in aprile XX1I11 ed
ultimo. Considerazioni , per le quali si conosci; dover esser utile
il matrimonio delia sorella del re cattolico col principe d'In-
ghilterra, anche al beni: della religioni; cattolica. Senza ch'io
ne faccia parola, ben s'avvede il lettore quanto e per quanti
riguardi e storici, e diploma li ci , 0 politici, e amministrativi,
f religiosi sia 0 possa essere utile la notizia, che ho data del
contenuto del pieseule codice, il quale non ha che questo
titolo : Istruzioni ai Vescovo ile Masiìmi.
551. ( scptléhent. )
5 16. Lettere autografe, e documenti autentici importanli.
Ctrttcen, in 4*, uralliirì temigolici, di pigine 160, secoli in* e IVO-,
dì buona conservazione.
Il contentilo di queslo prezioso codice è di Ì8 lettere aulo-
gi-iili; di ra^gu.'ii'drvoli [iìtmuii-. e d'altri documenti autentici
sopra diversi argomenti. Seguendo il mio costui ne darò a conos-
cere tutto quello soltanto, che il codice racchiude di scritto
in italiano, c questo è ; 1° Lettera del Cardinale Altieri Prefetto
delt Institelo de propaganda jide, data di Roma a' 18 di aprile
586 MANOSCRITTI ITALIANI
I (17. 1, e indiritta al generale tir' gesuiti. II" Lettera di G10. l'aolo
Oliva, data di Roma a' j a fdibraiu itìSo, c indirilta al padre
I- rTLTiri'M-n de ' .\y,iv/.r in l'aii^i III" (VI Ira lettera delio stono
Oliva, de i4 aprile i(i8o ai medesimo padre de La Gliaiie.
IV Altra dello stesso al medesimo, a' b\ settembre ](i8o.
V° Altra dello stesso al medesimo, a' il novembre t68o.
Vl° Lettera aatuniiai ili: principali C'Ari» d'ani della Cocincina, e
ytciabnentt di tatto la chrisUanità di Chaehaa al Vescovo di
qw paesi. VII' Memoriale dei Catechisti Dinis , Mtckcle, Leone,
p. Pietro ai signor Vescovo di Siam. Vili" Lettera d, Costantino
FhuaU-on, data di Siam li 3 gennaro 1688, indirimta al
li'ltcre, ri il' si ro 11 Im^mio ne: priVv'n'.i: codice, prir-^idir tulli:
di argomento diverso, r clic lorinaiio in maggior imporlania
del codice stesso, sono scritte in varie lingue, si coinè latina,
spaglinola, tr-jtnertst: , ni inglese.
017. Discorso di Galileo Galilei sul flusso e riflusso
del mare.
E in questo codice il discorsa di Galileo Galilei sopra il
flusso ed il riflusso del mare, indirizzato al cardinale Orsini.
Del quale discorso abbiamo altra copia nel codice segnato
nv 160; se non clic questa c più coiti; Ita ni co le scritta di quella.
V l'ubasi però ciò clic il! esso discorso si è dello in quel a* 160.
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 587
562. [MPPLÉBmt. )
li 18. Tariffe della Corte di Itoma sulle dispense e grazie
che concede.
Questo bei r.oilirrttn, ane.lie per r.u\ elei riguarda l' eley.m/.j
delia penna, eccitn in vero quakdic il- -.si di' i-iu niizi curiosità di
leggerlo; e ciò tanto più ch'io penso che per la margini- parte
sieno sconosciute al tutto le notizie eli" esso comprende. Può
questo intitolarsi un Wyùffo di tutte le tasse, o tariffe deter-
minali" in discesi tempi ed impilile dalla Cu eie. 0, com'è ieri Ito,
dalla Cancelleria di Roma, alle dispense, grazie, benefirj,
esenzioni, impieghi, dignità, ec. te, di' essa Corte concede.
S'incomincia dalla tariffa dello dispense matrimoniali dei
minori ;indi si passa a quelle de' maggiori in i°, i-ai' grado;
poi a quelle de brevi, delle abbaile, delle asso] union Ì , delie
benedizioni, delle coadjutonc , dei cmieni-si . delie indulgenze,
de^li indili:! . rl(;jr|i inli'|-.-li/.:i , .Ielle legi ItiiiiMiiii: i . dei jimlii-
uiilnriali. dei canonicati, dei vescovadi, ce. ce, e in somma di
tutto ciò che forma " Ibernava una delle principali rendile di
quella Corte. Delle quali tariffe si è forse non poco diminuito
il prodotto da quel secolo a' giorni nostri.
588 MANOSCRITTI ITALIANI
605. { Stim.liMO"!. )
5 1 g. Risposta di Nicola Sorniani sugli anatemi Ambrosiani
contro i Galli.
Cartaceo, in h" grande, caraitcri corsivi, di pagine itio, -lcoNj slmit.
Contiensì in questo codicela — Risposta critica sopra ijh ana-
temi Ambrosioni mitro i C'.iiU. ct-mpi-sttt dal i'.ij. Don Nicola Sor-
mani Dottore, BiLlio!ccario dell' Anilnisiiiiiii, Sacerdote Teologo
Mikniii , OblAalo delia Veneranda C'..iiiirefri:ioi\e rie' 5. 5. Ambrogio
i Cui Lì, (''Munir,: vii.nniio dei/o Ai:ii.o:.fioiiil IiitfliiilL: lltsilirtc ;
sotto gli aaspizj di S. Ecctza. \ì jiVjnor Marc f ci a ilo Duca di Muiiil'ìici
Generalissimo dell' esenito Galliamo in Italia ce. ec. la Milana,
fanno m.dcg.ixxyi, Non è dunque il presento manoscritto se
non clie una versione italiana (a dir vero, per ciò che spelta
alla nostra lingua, poco felicemente condotta) dal latino dell'
opera sopraddetta già data in luce in quel luogo ed anno qui
sopra indicati.
619. { SLTPLÉMEHT. }
5ao. Vita di fra Paolo Sarpì, scritla dal padre maestro
FulBe„.io.
Uìr'^ciM. in i: .;r,nL'!': , oiollu i ."i-ivi. ài pcjoc iììo. -scolii ivii".
È nel prescute codice, si come dichiarasi nel seguente suo
titolo, la — Vita dei nitrendo l'adir MaHtm Paolo Sarpi de
Veneti/i, deli' ordini di ' .,i:r:i, ì'iieolojo 'I, ilo. Sì min. liepiilililicii di
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 589
Vcnetia; scritta dalli. P. Maestra FtttyeTitio bresciano , del medesimo
ordine. Tlteologo. Questa vita, come ognun sa, fu (lata più volte
alle stampe , e quindi non ne dico più oltre. Dirò soltanto elio
la copia qui manoscritta è brutta per ogni riguardo.
620. (SUPPLII.)
5ai. Lettere di Regnier-Desmarais a letterati
e dotti italiani.
O.-lacfc , in f.-'i.;]i:> pinoli , rara (Ieri ramivi. ili pjlii.- juo. secolo ini';
Questo prezioso codice comprende la copia, eh' è forse, e
veramente cosi panili, l'autentica di moltissime lettere, che
il celebre letterato francese fiegnier-Desmarais scrisse a let-
terati e dotti italiani, e pressoché tulle in argomento di amena
ietterà lura. I.c pninc, clic 50110 i udiri/sali; ad Ugo Maffci por-
tano la data di Parigi dell' anno 1 GG5, e l'ultima a Lodovico
Adimari, essa pur di Parigi, è dell' anno )6o8. Oh quanta
utilità , cos'i come mi sembra , tornar ne potrebbe alla repub-
blica delle lellcie dal iiioUfrsi in luce questo raccolta! Se
l'aliale lìtgniei-1 Vm ni*. .seonido il giudizio datone dal de
Rogati, riportò per lo sua traduzione italiana delle odi di
Anacreonte la palina sopra tutte quelle degli altri letterati
d'Italia; e se diletto grandissimo recano pure le sue conside-
razioni sopra le poesie volgari dui Petrarca , può ben pensare
il lettore quanta utilità derivarne potrebbe dalla lettura e stu-
dio di queste lettere.
MANOSCRITTI ITALIANI
2. Ailro Lettere di Begli icr-Dcsmarais a letterati
e dotti italiani.
Il tìtolo di questo codice è — Lettere italiane scritte all' Abate
Magalotti; ma fattone ?saiiic- conobbi , ch'i: un secondo e
niente meo prezioso volume dulie lettere del sig. Regnier-
Desmarais scritte ,1 vnrii et I P i i distiuli li'ilernti italiani, delle
quali ii volume 1' è nel codice antecedcii le posto Isella lli-
bliotcca sotto il mini" IÌ20 (supri.ihiii.vr) al quale rimetto i
lettoli. K siccome- la pniisa lettera, nel presenti' codice è in-
dirizza ta appunto a Lorenzo Ma gu lutti, e data di Parigi l'anno
1(170, può sema dubbio essere per ciò nato l'equivoco nel
dichiararle sema più. Lettera scritti* al Mnijiihui, e nel consi-
decado un codice separalo rl.iU' altro. L'ultima , clic, pur in-
dirizzala al Magalotti medesimo, ha )a dal* di Parigi t 8
luglio 1709.
Ù22. ( SI 1-l-l.hMl-M-.
5a 3. Della Congiura Catilinaria di Sallustio; volgarizzamento
di Lodovico Carbone.
trinsieo del codice die succede qui appresso al min)" 5a4 si
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. S9i
applichi dal lettor* .il codice presenti', eli.' coti lume 1» versione
italiano di Lodovico Carbone della guerra Catilinaria già scritta
in latino da Sallustio , e ad Alberto da F,ste intitolata dal In-
duttore. La soia diUtrenza c.-.n:i-,ii,ili>, clic può notarsi tra il
codice seguente e questo è, che il presente è scritto con mag-
gior foi'iv/.iurie. Il numeri:' drllr pagine diinuMr.i la rlivcr.ii.i
de' caratteri.
625. (suppiìhebt.)
Sa /j. Della Con^nu-i C:i( ilii^iria di Sallusl iu; \oi gai-izza me rito
di Lodovico Carbone.
MrutUiaiiaLro. ì„ 4-. umiferi lundi, di pa|,-ìne y^. secolo tv*.
Il «intentilo (li questo codice, con bellissimi caratteri
scritto, adorno in ..ni principili ili vaga miniatura ad uro ■■
r:riif.i-i . t; irmi tulli- le grandi ìnii-.iàti liiiami-nìc pur ud orti ■:
colori dipinte, è la traduzione in lingua italiana ili l.-iilourn
Carbone, dulia <".u\\ w ma t.'.a lilioa ria ili Sallustio. E dedicata
questa traduzione dall'autore, elicsi sottoscrive, — Min \ ilustiv
et gratiniti Signore Misteri: Alberiti ila /irte, i.' opera è preceduta
da due proemii; l'uno del volgarizzatore, e l'altra già noto di
Sallustio. Fra le tante versioni italiane di questo classico libro,
non trovo d'alnui bibliografo, e specialmente da' il ili^i nl is-
simi Paittmi ed Argeìaii fatta menzione alcuna di questa del
Carbone; per lo che io argomento, ch'essa sia inedita, e vorrei
pur ingannarmi , non essendone da poco, ami, pel contrario,
sccondochè mi sembra , non affatto comune il suo merito.
Trascrivo le prime lince, come vi sì leggono. • Lullo Catilina
• di nobile sangue nato ne la famogfta chiamata Sergia Hi di
r.1,1 MANOSCRITTI ITALIANI
■ {,'ran rianimo et non di minore forzo dei corpo; ma bebbe
■ natura maligna et perversa. A costui fino da pucritia
« erano grate Ct suro inamente piacevano le guerre inlrin-
• sedie : le morti violente : ie rapine : le civili discordie : ei
■ in così fatti; così.- la su;i «iovciie;;/.:! esercitò ci ci corpo suo
« disposto a pai ire lume, liei li lo. \ i «il in pi l'i r.lie. non si potoria
□ mai credere : l'animo bebbe ardito, doloso, vario, di ciascuna
654. — 055. — 630. (.emi-rar.)
5ai>. Opere varie di Tommaso Campanella.
Tre relomi ariani, in 8'. tarattcri cornivi, dì pigine ioo il !• e di aoo il 11'
ed il III*; tulli e tre bea conswvtti.
Si contengono in questi tre codici varie opere del frale
questo codice sono comprese sicno date io luce; ne entro
a cercare se ì! incrilino. Mi eeolioem soltanto a dar notizia
degli argomenti trattati in ciascheduno d'essi volumi. Pici
primo segnalo nella Biblioteca col mira1 G34 (aoPPLBMEMT) è
l'opera, che Ila il seguente titolo; Monarchia dei Campanella
ifisf" «'<(<< al III- iti Sim/jii/i : me eoa i/i'r.r.u disiarsi il osservaùoni
a confederati tutti li l'rcncipi ilei mi/udii. Questo discorso è diviso
in 33 capitoli, nel primo di;' qo;ili s'incomincia cosi: iTre
■ cause coinn nini con corri ino all' acquisto ct a' man Icoimrnlo
■ d'ogni Signoria granile; cioè Dio, Prudenza, Opportunità;
■ le quali cause, ■ ce. Quasi tutto il codice comprende questo
DicjinzM Dy Google
DELIA BIBLIOTECA DLL RE. 593
discorso, e soltanto nel fine e un' Orazione (in sudici pagine)
faUadatt Illiho. Ambasciatore Veneta al He ili Francia Lodovico XIII'
per rinttrtae della Valtellina oc caputa dagli Spagnuoli. Non e
dichiaratoli nome dell* ambasciatore.
Rei secondo de' sopraddetti codici segnato nella Biblioteca
niim" 635 (sih'I'I.smf.st) si contiene un — Compendia della mo-
limi Ina dà Menta : dilli rit'iwni. di.l. Ik>mini,i ì-i/liiiinlia. Oi/i.. il
di tulli li Prencipi nu-mkrn w : di / 'ni V'i'inum.» ('.airtpain-IUi Itomi-
nicaaa. Questo compendio, ebe abliraccia tutto il presente
codice, è diviso in i5 capitoli. È già nota quest'opera latina
dei Campii in.1' In c f iti Ini' I (il In in 1 invilii italiana .pini pare nm
quiiklic rlcj;ai»a di stile.
Nel terzo codice segnato nella .Biblioteca num" G36 (sui>-
plémest) si contengono — Discorsi a' Vinti ipi d' lidia ; •:liì- pir
ben (ora e! del (.Vi mimo «imi. mi dMmw nmtruddire alla Monar-
chia di .Spagna, imi jai-vrirlu ; il rmnc dtd iu/nto di essa si panno
guardar* nel Papato: et per quella cantra gii injideli con modi mira-
l'ili: /lidi per fra. Tummrtsri tstmpniudiu l)i.ini!ii:iii,,.. Siimi niniiii
■.riili.i.i' . benché non privi di qualche stravagante opinione;
il rlii- j>ià *La nid c-.aialHire ilull' éiiiIdit. hi lim' del cudii.e è
una — I astrazione a' Prenci pi della maniera con la quale si gover-
nano li Padri GieSHÌU. Tende l' ii «Inizio ne' u persuadere si il
pontefice d'allora, i :i' era l'aulu V°. che tutt'ì principi cris-
tiani a ilislni'i'jciv In f i n:i ] ni il 11 i ■( di i ]>:niii.
MANOSCRITTI ITALIANI
659. ( BUPPLÉMENT. )
.'126. Distorso ili Francesco (liiiixhu (lini sopra l'origine
della potenza secolare de' romani Pontefici.
fjrticeo, in 8". anturi conivi, di pipine àoo. sscolo ITO*.
Dà princìpio al presente codice unii — iiekziutu- di Imma
allo RcpMliw di Vinata fatta dall' Ecatiiniiuinu Skj. Cavaliere
Heiiiero Zeni. Della quale Mozione, .clic abbraccia tulio Io stalo
corretta di .questa all' avlie" liei piiuio do' nudici seguati
uum* 338, al quale rimetto ì leilori. Ma in fine do! presente
codice è uno scritto, di' è veramente singolare, il cui titolo
è. questo .: Discorso inforno alla wuiin.,' «din p-A-;iiz'i serolarc /Iella
Chiesa, e Ma jui-wic putitio/ ; il <jiu/fc mitn- a nel 0 Ninfe Itimi tirili-
ithlvrit- di mi» f Frattt.es-.:ti liaUnitnlnii nr.-mti tlt ,t)h entri nel dts-
. l'i']- Li dici darai ione della cjual coso, et di molte oltre succo-
■ dute ne tempi seguenti, la materia ricerco, clic si- faccia
■ incnlione delie rapimi, dio lo Chiesa La sopra .le terre di
■ Romagna,' ec. ec. li termina con le seguenti parole:
.vincitori, esercii:, v.u io la littoria ad arbitrio loro ; vinti ,
« conseguisi/unii le cmirlilioili die coglioni) ; ci. sLiiuiilaiitli .«I i
da cupidità di sollevarli i congiunti loro da' gradi priva!]
. a'Prencipali, sono stati da mollo tempo in qui spessissime
■ volle- mstromeuto rli suscitare guerre et incendii nuovi in
■ Italia. » Al capitolo v° del libro IV* della Storia di Francesco
Guicciardini leggesi tal quadro della potenza terrena pontili-
DELLA BHiLIOTECA DEL RE. 5nò
cale, die a dire II vero paro clic ben poco resterebbe da ag-
giungere. Con lutto ciò io non trovo in e™ libro, clic vi si
il eh" [irnit'Hiorc lìmini militine i'd illiMi'.iliuc lieiicin^iilo di
essa storia non sapra rimanersi dui consultar questo codice.
Ebbi anclie sotto degli ocelli il libro intitolalo — Thanmis res-
titaùu, stampato in Amsterdam l'anno i663 in 11", dove del
Guicciardini si leggono alcune cose lino a quel tempo inedite,
ma non vi si la ]>nr probi :!fl >:--j>r,i<l(lcltt> iliscurso.
fififi. ( srU-IJsMKNT.)
5ÌJ. Aiumaeslramènti politici.
Cariala, in ùa- caratteri corsivi . di pagine 4c,h secolo xvii",
di mrdiucrtr conirrvflzione.
II titolo del presente scritto, di cui non e nominato l'au-i
lore, è questo : // l'alitici fu rj'rtiu : wi'im .'liiiiiiiii-sfivimiirir Puli-
ti] Dominio naturale ha commuriiiii naturali;; il violento,
-violenta.. Sono davvero degni d'esser letti, e sono pure dei-
tati con qualche eleganza.
5g6
MANOSCRITTI ITALIANI
067. ( sltplìmetìt. )
5a8. li Camerone; ovvero la prigionìa del cavaliere Marioo
in .Napoli; j;Ì!.m!;ivi la prigionia di esso cavaliere iti Torino.
Cartaceo, in (■, rjr:ili,.ri m.-im, <1! [.nainn !)<>, «Telo
Contengono in questo codiec le seguenti operette dei ca-
valiere Marino; II Guarniti-, Vi-iifmin: Itiiirriitlissima in Napoli,
■".■e fu curecrato il caealicr Marmo. Sono 1 1 3 tonine veramente
piacevoli ti leggera. Trascrivo la prima, e l'ultima.
Magnammo .Signor gii- volge un mese.
Glie mi trovo sepolto in questo inferno!
E per quanto conosco È un mal paese.
e l'ultima è questa:.
Ma perchè veggio hsvervi il capo rotto
Folìn, perchè finisce anco l'inchiostro:
Dal Cameron. di Giugno novant'otto,
Segue altra operetta, che ha questo titolo : La J'ru/iuaia del c«-
valier Marino in Torino. Essa incomincia così : ■ De profundis
. clamavi ad te Domine. li quando verrà una volta quei!' An-
■ ragli di questo maledetto graticcio? o ad aprirlo con la
. clavicola di Salomone, ■ ec. I! finisce con queste parole: p Ma
«pongasi il più savio del inondo nel baratro, ove io Sono, c
■ sapri dirmi se anclie il suo cervello alzerà il tuono in aes-
DELLA BIBLIOTECA DEL I\E. 597
« quiaìtcra. Finis. Con augurarvi da messer Domine Dio quel
■ che vorrei per me; e impauritivi r o i r. | n-; i^-.-i i- il fastidio ili? vi
«dà il mìo scrivere col soninio, ci ri' \i potrà liir questa carta.
■ Dal Senato lì \ febraro ìGia , il cavali ier Marino. ■ Questa
soltoscrisione, ch'è d' altro tarattere , è forse l'autografa del
Marino medesimo. In non so se questi due scritti del celebrt'
autore dell'Adone sieno stati dati in luce in alcun tempo, ma
no certo al suo; perciocché vi si scontrano alcune cose non
solo sporche eri arnioni costumi lontrarn:, ma altre «in utili r
molto imprudenti contro la politica di chi allora regnava. Del
resto posso accertare i lettori, eli' io esaminai pur attenta-
mente l'edizione, nella quale il Ciotti stampatore in Venezia
riunì e pubblico l'anno ]GoS tutte le opere del cavaliere
Marino, e che le due in questo codice contenute non vi si
trovano.
072. ( SCTriiKENT. )
òag. Storia dell'isola di Scio, scrina da Vincenzo
Per render il più esatta che si può la dichiarazione del
contenuto nel presente codice, trascrivo un'autentica anno-
tazione, che, scritta perla stessa mano con cui fu scritto tutto
il codice, leggesi in sul principio della prima pagina; ed è
questa : i li presente libro intitolato historia di Scio ó stato
• estratto ad vernino da un libro simile scritto per mano di
. Monsignor Soffiano Vescovo di Scio l'anno i64G nella città
• di Iìoma;qual libro non bavera titolo d'aulhore; ma ben è
.ic|S MANOSCRITTI ITALIANI
» vlti.1, die per molta ililigcima usala nei saperlo, gli si disse,
ii rlie quello che l'ha composto I" ori lai Signor V incelilo
ii Giustiniano die, un anno prima delia presa di Scio da Piali»
» bassa-, era stalo mandato dal He Chris! ionissimo di Francia
ni I ...!ii-Linlì:'iii|n:-li li;-]- ■ i i' .il mi ni aliar! il! quella Coróna.
■' Al silfide! tu libro .sono stale aggiunti! ilii morir l'ili alenile COM'.
.1 elle in varii tempi occorsero, ci al premute vi stanno. » Questa
slnria ili Scio, che |ici Ir rirerclie chi' ne lui l'alte può repu-
disi inedita, è divisa in dieci libri, ed è scritta con qualche
graiia di stile. Peccato che l'amanuense ne sapesse poco di
I t'Itera , essendo piceo «*ppn il codice non solo di grossi errori
di ortografia c di grama lira , ma soprattutto di .storpiature di
cara a' studiosi lettori Li nnii/ia ridia csi;:(cii/,a di questo ma-
noscritto per l'utilità che può tornarne alla storia di quel!'
isola un tempo si celebrata.
090. ( srjppLÉafEST. )
.">!ii>. Desi' ri /.ione dell'isola dì Corsica : di .Mari.'amoiiio
Cec caldi.
Il ululo dell opera, die n .ir: prender in questo roilire è
come segue : Def.-riili.Mu- d'Ii' r.;.-../n ili (Corsica et di alcune sue
binila ri delle prodotte dalla Datarti tecanao dice Marc' Antonio Cec-
caldi del Vescovato, di Casinaa , fatta transcrivere dal signor Antonio
BvMaJoco Capitano ai sertitio di Saa Maestà Chrislianissima nel
iieijijimrìito IWtdi: Gir«. l'unno «iici.i.iin. Trascrivo un'anno-
M/aonr, e he d' altra mano In posta uri principio del volume.
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 5ug
lettóri formare il giudizio loro sul merito della presente storili.
. L'Abolii Gioachino Coiiiliiiigi , ;m((i[(! dello -Iorio del meno
• eli Corsica, ee. ec. (l'irenze 1770, 4 voi. in &') così scrisse nel
■ suo avviso alla Nazione Corsa : La prima Cronica è ili messere
■■ Giovanni ilei lo (iroso . primu Mei noie il e III; nif morie Corse,
«die scrisse secondo il rozzo ed antico costume, dai primi
. cogniti tempi sino al 1 200, cose tutte clic più il favolosa die
- o Veridico Florio si osi in i i gì i il pio. I.o seminìo r ili Pier A II Ioli io
■ Monleggiani di Mariana, che scrisse sino ni i 5;t5; ma ancor
■ questi, comecché era sdito discepolo iti Giovanni, non dege-
■ nerando dal suo precettore, è amico delia favola. La terza
■ poi è di Maro' Antonio Circolili, che dal i.isó continuo la
■ sua Cronica fino al ■ i ofio. Questi a vi' min mio tip ie cose oc-
scorse nei suoi tempi, come ancora parlando spassionato-
pijsia in luce quieto ile.icn/idne dell' isulii i Iella Corsica dei
Ceccaldi> A buon conto, senza far parola de' bibliografi ge-
neroli clic consulto! . nel rutriiuno delie '-torie pur tieni uri li' ha-
llo pnhlilicoln ilol Coirli . e orili, biblioteca dell' Mavì", non
é punto ricordata. In fine del codice è un Indici! delle pariw-
larità della presente istoria, 'l'ulto e se ri Ho cui glande dilieo'iizo ;
e credo clie se al tempo delle gloriose imprese di quel gran
capitano clic fu Napoleone, al quale quest'isola ebbe la sorle
di dare i natoli, lòssu stato tonoseiniu questo codice, ben
tosto sarebbesi pubblicata.
MANOSCRITTI ITALIANI
695. ( scrrtJÉHEiiT. )
iiii .Trattalo sul modo di governare ed esercitare la milizia;
composto da Orso degli Orsini.
pota da Orso itegli Orsini ftico d'Ascoli e Conte di Nola, è il
contenuto di questo bel codice, la cui eonscrwione è vera-
mente mirabile. L' opera i preceduta da un breve proemio in
forma di dedicatoria ai re ili Napoli; in (ine del quale l'an-
idre si sottoscrive rosi : Dui. Crapuli. Die i i ." .iiinuiirii Mitìc.
itwfjritiiicritCi'in'). .<ipniii'i(!\:iM s:ftiiiìii. linai:'.' scrutarci Ynxatltis
Vrsnt ile Ursinis. Incomincia il Trattelo con le seguenti prole :
« Li principi chi: lui: mi alia da Din ile governare, devono
» nitriere studio et (liiri1 onini: opera possìbile per che li exer-
« che ne li altri, ■ ec. Notai in leggendo l'opera qui c là, che
la prima e principale- «dvcrtcìtlta clic, secondo l'aulore, si deve
avere nel governo della milizia è. qm', la : . Che lo stipendio,
» che fu «indicai» mingano di ilare allo soldato, et che gli fu
■ | .1OJHL0-.--C.- . ili'lili.i da i-I Liccio (idei mente ; senza avaritia; senza
» iulerniplirinr-; ci senza di] ninni inni', > Sa l.ien ognuno i gran-
di ai:/i in li i) ili [irniri'fSM , ■ - 1 1 ■. ■ dal -reo lo \v" (Ino a' di nostri .-i
fecero in quella scienza ed arte, clic forma I' argomento del
presente trattato, ma ciò non toglie clic forse non abbia ad
essere per qualche riguardo utili! lo studio di questo codice.
Consultai i bibliografi generali, e i nostri particolari, a vidi
Di iiiied ti C
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6ol
pure moili cataloghi <!i privale biblioteche, ma non trovai falla
ine^i uni; di esso t radalo . elle poithirno ([iiuidi reputare ine-
dito.
690. ( 8OTPLÉKENT. )
53a. Sull'arte dì ben maneggiare la spada; trattato
di Giovanni Antonio Lo vi no.
Contiene questo prezioso codice un trattato teorico e pratico
Milla scienza di maneggiare le armi da taglio, e specialmente
la spada. L' autori: a' è Giovanni Antonio Lovlno Milanese , che
cosi si sottoscrive nella sua lettera dedicatoria, che precede
l'opera, la quale [Kt osmi lettera è intitolata- — Allo imriuis-
limo et Cliristinniuinto Enrico 111° Re ili Francia ci Polonia. Non
so se sia stala mai data alle stampe quest'opera; ma per le
indile indagini , che ho [alfe. |>ar[ioi!iii-]iienle uni le ili ir hi hi io-
teche Milanesi Braidense ed Ambrosiana, noi credo. Essa in-
comincia così : . Ilavcndo in verini". .Serenissimo Ile, il eiiin-
. munc uso; ami por dir meglio, più tosto abuso; non tanto
• delle persone idiote, che fanno questa professione di anni,
■ quanto ancora di coloro, che in essa scientìa hanno com-
. pesili diversi volutili , ri rea il ni odo cui quale l'Ini omo si deve
- appresentarc por cacciar mano alla spada; nel che tutti tirati
■ da una certa naturale ìnclinatioiie , si fermano con la gamba
. dritta innanzi, sema punto considerare che ■ ec. ec. — In fine
del codice è un Dialogo coni presi i in dieci pagine tra fautore
e Luigi Arluno intorno alla sopraddetta scienza (li maneggiare
le armi, e particolarmente la spada. Questa Luigi Ariano,
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6cj MANOSCRITTI ITALIANI
NobiliisimoGentitairmo Milanese, rome le;.'L't':u messa lettera dedi-
caloria, fu prega Lo dall'aulore d'imprendere ri viaggio di Parigi,
od ivi fill^i iir'. in suo iiumr ul re il prò, rute rolliti' ; eie the In
fallo. — Sul merito scientilico di quest'opera ne giudiche-
ranno gli amatori e professori dell'arie. Ma quanto a' meriti
esteriori del codice, posso scuramente affermare, che per la
-.11,1 Ivi li ma sui licenza, ed. eleganza non era indegno d'es-
renriono il collier . il ripeto, veramente prezioso. Esse sono
allusive al maneggio pratico, clic il cavaliere deve fare della
sua spada. 11 disegno delle ligure, loro colorito, la disposi-
zione loro, la loro grazia , lutto in somma mi ricorda in esse il
merito d'un gran pittore. Sono al nmn" di tifi, cioè altret-
tante quanti sono i capitoli in cui è diviso il trattato. Ognuna
d'esse comprende e irta In mela della pagina.. Alcune non rap-
presentano elle una sola figura; la più. palle, due; molle,
(re ; e nel!' ultima e un cavaliere a piedi , clic si difendi con
la sua spada da un cavalieri' armalo a cavallo. Chi sia stato
colui, che ha dipinte que le in in ialine , l'erse gli f tu ti lesi ilei'.a
scuola Milanese potranno darne finita sriilen/a ; ina chi sa die
non convengano meco nel giudicarle opere di taluno de'fa-
inosi Lovlni a l.uini discepoli ed iiiiilalnji del celeberrimo
l.ionariio da Vinci ? ("erto è che 1' autore del presente trattalo
scientifico è di quella famiglia, e quello delle miniature mi
sembra poter assai degnamente appartenervi. Aggiungasi a
lutto questo, il l'ii ili e ri ce* 'la in 'limo ii eoi) ite, ed il per-
sonaggio tli'eldu' l'onorevole i mai rito di oller iiglii lo. Con-
sideri in fine il lettore, che non covandosi altra copia di
questo codice nelle due soprannominale Milanesi biblioteche.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6o3
■i-come ne fai assicurato dal clr Gironi prefetto .Iella Brai-
(Iriisi;, i! pur mnlln pmli.ìhilf . rlir n<> silfio [n'ivi- l'.illr- Ir alliv
pubbliche ir priin'i|iali liihlioteclie ri* Italia, e possiamo quindi
francamente reputarlo codice unico.
701. ( SlirrLiMEBT. ',
533. Relazioni di Ambascerie a diversi Principi.
CarloccO. 'n CJrlIfi'ri culi :[i picnic tiuo, secolo
di buon» conserva rione
li titolo generale, che ha questo codice è — Relazioni di
divèrse Ambascerie ; ma noi dobbiamo conoscerle particolar-
mente, e sono queste : V Relazione al Veneto Senato del? Eccel-
lentissimo sii). CnsUijum Villini, ritornarli tini liailttiii/iu di Costan-
tinopoli, l'anno i6i5. Il" Mattone iella Corte di Roma fatta
dall' Eccìmo. sitj. Antonio Crimanì Amboxialort Veneto presso il
Pontefice Clemente IX" l'anno 1667. Ili* Altra sullo stesso ar-
jionicnlD ri. 'Il' \]i;ki.< i,-i:nj.- nifili^inui riiornalo Rum:, lu'l
Pontificato di Clemente X" l'anno 1670. IV' Altra soli' argo-
mento slamo dcll'Iicclmo. sig. Pietro Mncenigo ritornato di
Roma Ambasciatovi; vi'nctn presso ClcHK'ute X" 1' anno 1675.
V* Altra suoli stilli dell' Impani Germanico letta al remto Senato
l'anno liji'io. dui'1' lin han. ai-i. Coi. Hiiiliitii \iini ritornato Am-
linsiintori- pressa In Curri- ili Viranti : la quale relazione è diversa
da quelle, che nello i(f-sso arbori ut' lo alitiamo in altri codici
di questa Biblioteca. VI* ed ultimo, lispositione fatta nel Veneto
Cullili io dui MnntteìC tiri lìot-.j'.- Aml.".in:inl:-ri straordinario di Sa-
mja; per la quale esposizione il marchese assicura il collegio di
tutta l'affezione del suo sovrano il duca di Savoja verso la
repubblica. Di alcune delle quali relazioni in questo codice
6oA MANOSCRITTI ITALIANI
contenute, benché sia copia in altri codici della Biblioteca,
come può il lettore facilmente chiarirsene per la tavola delle
materie, pur è bene elle si sappia ulte qui sono tutte scrìtte
con molta diligenza e correzione.
705. ( SUPPtiMEHT. )
53tì. La giusta staterà de' Porporati.
Il titolo o la dichiarazione dei contenuto nel presente co-
dice è come Strilli : Im ijilllln St.iteiu ile' l'urpnrati ; dove s' Hi-
tende la vita, nascila, cottami, discendenza, aancrcnta, ricchezze,
possibilità, inclinatiani , virili, c/di, cariche, dignità ; et perchè sona
slfitì prumnssi alla Porpora li Cardinali viventi dell' anno 16Ì6. La
liilaucia l'oiiiincìa li' sur rjpi'r.i/iiiiii Miprs il canliiiiiìi- C.iniilln
l'amfilio Romano, e termina col cardinale Giulio Roma Mi-
lanese. DÌ (utt'i cardinali, de quali si parla nel codice, è un
ritratto d'intaglio in legno. Benché con qualche piccola dif-
ferenza, possuili: la [ìihliuti'rn altra ciipia , m.i più diligente,
di quest'opera; intorno alla quale può consultarsi il codice
segnalo num° 170, dove ne abbiamo reso conio distesa-
ci igiliz ed Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
709. ( snppjjìireiiT. I
536. Lettere, Discorsi, Proposte, e scritti diversi intorno
a varii argomenti.
Si contenti il lettore, ch'io gli poltri sotlo di'gli «cdii il
solo argomento degli scritti, cho sono molti, racchiusi in
questo codice. Essi sono i seguenti : l' Lettera scritta da An-
tonio ISabington alla Regina di Scolia intorno a31a suo libera-
tone dalla prigionìa. 11° Lettera risponsiva della Regina di
Seosia al sopraddetto Babington, a' la Luglio i586. IIP Dis-
corso sopra le ragioni, per le quali la famiglia di Guisa pre-
tende alla corona di Francia. IV" Altro Discorso intorno alla
Lega di Francia. V° Discordo sopra iti ragioni . ptr le quali il
Duca di Lorena pivtemli' al pussusso de<;li siali (.Mia Prove ma,
di Aogers, e di Sroiaus. VI" Miro sulle | np rodati ve c premi-
nenie del regno di Francia. VII" Altro sopra la libertà della
Chiesa Gallicana. Vlil° Ragionamento sali" autorità nV Ponte-
fici sopra i Principi temporali, fondato sopra documenti sto-
rici, e testimonianze di diversi scrillori. 1X° Nota di tatti gli
Imperatori eretici . e de' Ile d' Malia. X° Altra nota di tulli gì'
Imperatori, che furono scombui ideati dai Pontefici. Xf" Or-
dini dati dal Re (Errico IV) di Francia per la guerra contro
la Spagna. XI P Discorso Tatto ad Errico Ite ili Francia e di
Navarra, nel quale si corca se non sia bene far pace col Ite di
Spagna. XIII" Lettera di un Francese sopra nn cerio disamo,
che fu fatto intorno alla precedenza del Re di Francia a quello
di Spagna. XIV" Ragioni per le quali alcuni Principi possono
fiofi MANOSCRITTI ITALIANI
protendere ad alcuni Slati, die sono in possesso del He di
Spagna. XV Articoli et raJil'wi il-, ila .-; perpetua canfede-
ratioM contratta tra gli Altissimi et Potentissimi Principi Filippo
per la grafìa ili Dìo Ha Oillaìiaa ili Spugna, et I Intrico IV." per la
(linfomi/i jrrffrn (le t~,liiistimi<:.iiiim -li i'mnfiti. XVI" Articoli della
pace di Camhrosis segnati l'anno i 55n. XVII" Aisiqnatioat
fatta dai Ite Cattolico, per dote della serenìssima Infanta Isabella
tua figlinola, degli nati di Borgogna et de Paesi Bassi; data di
Madrid li 6 Maggi» ' X\'lÌl" Domestico ragionamento fatto
da Errico 111° Re di Francia con la sua Corte di Parlamento li 8
rfi Febbivro lòtto,. XIX" Secondo ragiona mento di esso ite nel
Parlamento di Parigi nell'anno medesimo; del quale ragio-
namento non so rimanermi dal trascrivere le prime linee, e
sonu queste : -Voi, 0 Signori, mi parlate dulia Religione,
■ della Coscienza, et delio Sialo Quanto alla Religione , questo
.è stalo sempre il pretesto della Lega. La Coscienza io la ho
■ ne avreste miei poco che ve ne resta. Delio Slato, io ne sono
. il Rulro, e voi no avulc loiulo essere i distruggitori. Voi mi
. allegate il l'apa. Sappiate eh' in ne sono più innato ili quello,
. che voi avule procacciato eli' io il l'ossi; c quando io il vorrò,
. io vi farò scomunicare tutti. Parlo a voi, 0 Signori, che - ec.
XX" Proposto fatto dagli Amhasciatori della Maestà Cesarea
agli Siali delie Isolo d'Olanda e Zelanda con le risposte ad
alcuni Capitoli. XXI" Serie de' Capi li, li della pace conchiusa
Ira Errico IV Ro di Francia, e il Duca di Savoja, firmali in
Lione ìl' 1 7 (inumili ifioi. Wll' Capitoli [Iella Confedera-
zione tra la Signoria di Venezia e li Signori (ìrismii l'an-
no [6o3. XXI11" Decreto di Idrico IV* per lo ristah dimenio
nel regno della compagina de' l'adei (iesuiii. segnato in Rouen
l'anno 1 Go3. XXIV* Sommario dì un Discorso del Cardinale
Digiiizefl bf Google:
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6o7
liranudii sui nimicili dello Cìali'o. e li e poi rebbi! armare il
Re Cattolico. XXV" od ultimi). Discorso md quale si cerca ìli
qua! modo la Casa di liiiisa sia divi nula si Ronde in Tran-
cia. S'avvede bene il lettore, che tutti questi scritti non sono
per la più parte, che altrettante traduzioni da) francese, o
dallo spagnuolo. Ma dall' un canto io debbo attenere il pro-
posito mio ili dar notizia di tult'i manoscritti italiani, elle
sono ut questa regia Biblioteca , e dall' altro in' è pur di con-
forto poter assicurare il lei lori; medesimo, elio alcune di esse
traduzioni sono veramente italiane, e
72Ù. (suppiìhei...)
53fi. Raccolta di scritti concernenti la Corte di Roma.
Cariaceli, in .1". raiallcri corsivi, ili pj;ine (in;), scruti im-ci.ii',
ben conscr.Ho.
lì in questo codice un misri'llan™ di divei'ìc scritture, tulle
perù concernenti In corte di l'orna; e sono : 1" .Vota delle en-
trate Mia Camera Apostolica, delle spese della Santa Sede, defili
gina de' Cardinali. ìli' Storia del Conclave del l'apa Paolo HI'.
IV* Altra de! Conclave del Papa Pio IV0. V Altra del l'apa
Sisto V", che fu il Cardinale Montai to. VI' Altra del Papa
Gregorio XIV", nella quale si rilavala distintamente tutte le ut-
tòmi che nel Conciaie sana occorse, l'anno i5oo. VII" Altra del
l'apa Clemente Vili* l'anno i 5ij ì , nella quale il (radano jum-
te tolte le f. i riti in <ftt<! Cuiii /hit s'.ittt' i.tcorjc. Vili* ed
6o8 MANOSCRITTI ITALIANI
ultimo. Altra Storia del Conclave, nel quale è slato eletto in
Pontefice Innocenzo X". — Di queste storie o rotazioni di con-
cilivi aliliiamo più rupie in nitri codici. In questo però sano
tutte trascritte multe accui-alami'iite.
5.Ì7. Avvertimenti del Conte di Verrun sul modo di sapere
ben condursi nelle Corti.
Comprende questo codice in primo luogo un — Dittano
del C.nrdinak Oumncn'hnr indiriiMiu ni Girolamo Snvor-
dcl quale discorso sono allre copie nella Biblioteca, e rimetto
quindi il lettore a ciò che pi 11 pnilicolanuenle s'è dello di esso
discorso nel codice segnato. num° 3oi , ed all'arile" i* del
codice sinuato nuin° /|oy. Ma in fine del codice presente si
trovano— Gir' ttvrcrlimenii 'lei signor Conte di Verna sai modo
di emularsi ia Corte. E sono veramente piacevoli a leggersi,
['iwsi non si confinano .lolìau'o Lillo coni de' Principi c de' so-
vrani , ma si estendono alle private famiglie de' ricchi e grandi
signori, o distinti personaggj. Questa operetta per quanto mi
è noto io la credo inedita ; ma se ogjo'ili dovesse vedere o rive-
dere la luce penso clic vi si introdurrebbe un qualche can-
ijiiimi!iil(n considerati nj>|iiiiiLi] i cangiamenti clic negli usi,
ne' costumi, nelle abitudini accaddero da due secoli in qua
nelle corti de'Principì non meno, che nelle particolari nostre
società.
Digitized ùy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 609
7&9. (urotanr.)
538. 11 Trionfo de) Tempo, di Francesco Petrarca.
Un vecchio commento in lingua francese del Trionfo dei
Tempo di Francesco Pclrarcii contiensi in questo codice, dei
quale do notizia sol» pnv.lir r.-icchindc il lestn del nostri j
]Mieta. Ma questo testo, per dir vero, vi è disgra datamente
malconcio così, che niente più mi occorre di aggiungere sul
presente codice.
760. ( SBPPLÉMEHT. )
53o. Girone il cortese, di Luigi Alamanni.
Cjrtaceo, in V. i r-.ir'iv.. d] |:a^L,n ;>2j. ::;•«!" H
di buona conserva liane.
1! contenuto di questo bel endici' ì- dichiarato nel seguente
sao titolo ; — Gìmiw r,' Corb-ic d.ì !.uì<r- A!i:n:n,-i',i ni Chiistm
nissima Re Francesco 1°. Ha i fogli dorati, è ricoperto con seta
cremisi, e soprattutto, ciò che più importa, è assai diligen-
temente e correttamente scritto. Sia o no questo il codice au-
tentico, che fu offerto a Francesco I" io non potrei affonuare
ciò nè negare: bensì sembra mi poter credere, cb'ei ne fosse
degno. Anzi io penso, che dovendosi fare una ristampa della
presente opera del celeberrimo Alamanni potrebb' essere con-
sultato con molto frutto, liberandola cosi d'alcuni errori,
6.o MANOSCRITTI ITALIANI
clic pur occorsero iiclìn edizione pubblicato in Bergamo pel
Lancellotti, 1737, in 1 voi. in 15°.
761. | SUPriÉMENT. I
òlio. Armilla amante; Canzone.
Comprende il presente ciidicr una Canzone composta di iti
stanze, tutte, eccetto l'ultimo, di versi 10, e ebe ha per ti-
tolo : Armilla amante. Sotto il finto nome eli Armilla si nasconde
una dama di qualche riguardo, la quale essendo saggia ed
nuesLa. ai insieme l'urlujiii'iiln presii d'ammv per .SiVuio (altro
nome finto) ch'era ammogliato, si querela della sua sven-
tura in questa Canzone, lo quale sembrami di buono stile,
e di bei pensieri adorna. Incomincia :
Sciolta i) crin, nudo il piedi: , e pensierosa.
Lungo un rivo fuggente.
Vidi Lilla giacente,
Dei suo duol la ragion tenendo ascosa, ce.
Pare che per la bella sua legatura, per l'eleganza de' caratteri,
per la doratura de' lugli, pe' fermagli (li seta co quali è chiuso,
sia stalo oilèrlo questo codice a qualche ragguardevole per-
sonaggio. A' margini dello scritto sono a quando a quando
introdotte alcune brevi annota/.ioui , por le quali si spiega la
iorza di ipulelte 1 uealmln, <i ne rendomi pili rimiro il signi-
ficato; ciò che mi dà a credere, che forse il dono sia stato
fatto a taluno non bene iustrutlo della italiana favella.
L'i 1 1 :e"J C:-
DELLA BIBLIOTECA DEL- RE.
762. ( sumimi<T. }
54i. Canzonette veneziane d'argomento giocoso.
CarUceo. in fl*. caratteri conivi, ili paginr- il, a-colo un',
Sono io questo pi croio rodii e. i fu a II io < ian/.onri 'o in rj bici In
veuciiano, ami veramente bergamasco, sopra argomenti tutti
giocosi. Non mi pare, clic meritimi it.di- alcuna; r quindi
nienle più aggiungo,
80-3 (swriliBKT.]
Ma. La rivoluzione accaduta in Napoli nel secolo wif,
descritta da Barnaba Gran lìrso.
Il tkolr, . c.c.iv.i- k'::j!"fi nella prima pagina, è il seguente :
H'atoria di Napoli -.ii Ihiiialm liti::'. Orni H.-I.ilim 1°. nel quale
si contendono ih :i(-:idi<:t: tkdìa lii\:ui:.i:ii::ic di MtisainitHu
fino « f ultima giorno dell' unno 16^7. Un breve avvedimento
a' lettori, che precede l'opera., dolo di /fornii primo (lennam
ciano all'Italia. Abbia egli potuto attenere la sua promessa;
sia stalo 0 no pubblio tu questo smi primo libro; di tutto ciò
nullo io posso affermare. A buon conto non è «riamente ira
gli stampali indicalo dal Coleti, e nessuna memione ne fa il
Su MANOSCRITTI ITALIANI
Toppi nella sua lUhlntiva \,tiujitatat. Ma debbo qui pur ag-
giungere;, che per la buona fede con cui si descrivono i fatti
accaduti in essa liiit-iu-x-l'.i', i's>«n- as^li studili;.! ili moli.:
utilità I csi ;M prn.-.^n!£! t;i.u)iiM>. r.ìic. [ini- tutti gl'indizi sem-
brami poter reputarsi l'autografo.
'n \ \ . Dìssei lazione sul modo di rimediare a' mali die soffre
la religione cattolica.
(Jartscto. in i6*. caratteri tondi, di pagine 60. secolo IVO",
È in queste codice una dissertazione, che ha per titolo :
II Consilia Mia pubblica Salme. L'argomento ossia lo scopo
della dissertazione non e die di dare alcuni consigli alle po-
tente cristiane onde riparare a que mali, che soffre la reli-
gione cattolica. Disserlazmiir . nllrciliè malamente scritta,
goffa del tutto e meschina per h rose che contiene.
811. ( sur- ninnici, j
a/ii. Sopra l'educazione de' figliuoli: opera di Plutarco
volgarizzata da Leonardo Acchiappati.
L'operetta morale di Plutarco intorno alla educazione degli
aacsli fyiiu&li trasportata in italiano da Leonardo Acchiappati
è il contenuto di questo bel codice, che tutti gl'indizj es-
teriori ed interni dimostrano essere l'autografo e l'autentico.
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 6i3
che il traduttore offerse in dono — Alla virtaosisstma Signora
Maria di T., inviandoglielo con una sua Iutiera itala Da! Calli ■
già de' Lombardia siv. Febbraio u. D. lxxii., in l'ine della quale
l' Acchiappali si sottoscrivi.'. Di quest'aureo trattatelo di Plur
tarco si hanno già alle stampe vani italiani vc.l;>ari;.zainenii .
de' quali vieni' il presente mi acrresciTc il numero, u, secondo
il senso e gìudicin mio, stnm. putti annoverarsi tra i più
pregiali. Ne trascrivo le prime linee. Ini -Munirla cosi : « Con-
~ Sideri a ino un poco ciò diesi può din' interno alia educati onc
de idi lioueslì figliuoli, i'l con i piale uso di cose siano eglino
■ per pervenire alla boui.i de' costumi. E fia Forse bene, iu-
« nanii che si dica d' altro, cominciare dalia procreatane loro.
■ Adunque se alcuni desiderano di essere padri di honeati et
■ virinosi li gli nuli , io sono d'opinione , die si guardino di non
• congiugnersi con donne vili et di nessuna stima; si come
« meretrici o concubine. Con ci6 sia cosa che queglino a'
• quali è innata qualche macchia del Miiijiue , » uc. ce. Neil'
anno iuu5 fu possessore di questo codice l'Ai}, di Nouailles,
ciò che io due luoghi ei stesso dichiara soltoscrivendovisi di
propria mano,
815. (suppijìmént. )
545. 11 Capìtolo fratesco; poema di Sebastiano Chiesi.
dawbcdu □ondilo ivii-, bea conservati. ^
Questi due codici comprendono un poema, diviso in 16
canti, che ha il seguente titolo : Capitolo fratesca dei Padre
Sebastiano Chiesi da lUggio. Iu un breve avvenimento al lettore,
che precede il poema, si narra che il padre Chiesi lo diede
MANOSCRITTI ITALIANI
([unsi sognatameli li- a logoro mi uij ilio ini imo amico, e con
l'ohhligo di farjdieiic la ivslihiiioiie il giorno appresso ; e che
l'amico attenni' fedelmente 1:j jii-oitti-ssu fattagli, ma avendona
serbata copia presso ili se; uri che riuscì separando il manos-
critto in quinterni, c divìdendo quindi fra varie persone la
fatica della copia. Sul principio del primo volume leggesi
questa annotatone : C'cst un potine tris -gitimi, doni l'aalear
ni un jitsile, aiti (olirne ifjrctéU-mcnt ci jmemenl cn ridicale lei
Ckapilves des .1/ui'ms. // n'u jnnmìs i-li: imprimi-, tpu/iijiiir. Italie
on en sminuite passionnènicnl l'impression. lo ne ho lette alcune
Timldir ili quella liui.i non ni ,1 ìc s'appi^li eoi diri', eh"e un
poema tenuto iu islima; perciocché se in poco pregio può
forse aversi dui laro della lingua iinstia. inulto puro vi si
troia a lodare ila quello il ella facilini si nel concepire, che
nell' esporre le proprie idee. Ma (pianto ai desiderio grandissimo
dell' Italia di vederlo stampato, ciò, noi oee,o. saia forse stato
ve^o al tempo in cui fu scritto il poema i ma adesso che
i frati, generalmente parlando, pare che non godano più di
quell'alta estima/àmie , di cui ■;oilcvniio due .lecoli sono, io
penso elio uessiiu lilie.iio -i a^uoiereliiie di pone io lore per
ispccolaiionc commerciale questi due volumi. Veggasi il co-
dice segnato num° 584.
826. (sUPPLimST. )
546. Raccolta di poesie amorose.
Cartaceo, in iG°, rar^ill. tl [..™n. .li pi^ne 200. eccolo «i".
Sono in questo piccolo codice raccolte varie poesie italiane,
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 61S
alcune delle quali tolte da buoni e classici autori, e già poste
in luce, si come dal Petrarca, dal Filicaia, dal Marini ; ed
altre, non peri senza qualche inorilo, di diversi scrittori , de'
quali fatesi il ninni'. e Ir.r.c non puMiiitale. I .' argomento è
che ha qualche verso tùlio d'ai; in ricci. i , ed li a questa sottoscri-
lione : A ili 18. ili Liv/lio 1 (ioti, (iiiiredì a bore xxi. 1! codice è
diligentemente scritto, 0 generalmente parlando ben corretto,
833. ( SUPPiiuiHT. ]
547- Versi di Pier Francesco Minacci in lode
di Innocenzo XI".
Il titolo di questo codice è come segue : Per taaìbmiim al
Pontificavi di Nastro Signore Pupa Tnnoeemio Undecima, Poesia di
Pier Frane r.m Miniaci t'iurentiim Aeriulemieo Apatista. All' limilo,
et Revereitdis'. signore il signor Cardinale Binisi. La sopraddetta
poesia, eli' io non saprei chiamare ne canzone, né capi Itilo, e
ne pur vor.-.i sn-ir jl li i^ondone Lilciini rimali, ne rimali |i.iic1ii''
per la più parte semi sciolti , è proceduta da una lettera dedi-
catoria dell' autore :d suo cardinale, che canta verso la fine
d'essa poesia,
Dell'Arno inclito germe,
Della Senni splendore,
Del Tcbro eccelsa luce.
Per tutti gl'indizi sembrami lo scritto autografo, non che
l'autentico che il Minacci presentò in argomento della sua
6i6
MANOSCRITTI ITALIANI
devozione all' Emno. Porporato. — Intorno al inerito letterario
li queste mal ordite rime ( sono lo parole dell' autore in essa ìet-
Icra) parmi essere ben da poco.
8A8. ( IDFF1ÌIUNI. |
548. Serie cronologica degli antipapi, de' scismi,
e degli antica rdìnali.
Condensi in questo codice la serie, anzi storia cronologica
ili tulli gli . i> ili 111 Iti gli tei -mi . chi' jicxaddrrn dall'
anno n5a fino al)' anno ifiia. La cronologìa di essa storia
segue in ordine quella, clic di tutt'i papi fu fatla in Roma
sotto il pontificato di Clemente X°. — In fine poi del codice è
l'clencd Ai tulli gli nniirarclinali. l'i pur curioso il contenuto di
questo nianoscritlo. clic può tornar altresì di motta utilità alla
8Ù9. ( SIIPI-UMENT. )
5/19. Relazione di Angelo Corraro intorno alla Corte
di Roma.
Cartati». in A" |>in.il.'. <<irai(ui i.M-ni. iti |.*i-iu.- , secolo iTn\
ben conserv.to.
K nei presente codice lina — Relatiane intorno alla Corte di
Roma fatta al Vinti" Striato Uni I\i-e!:no. sìniinr Angela Corraro
ritornato t'arino 1660 Amtiasfhtfif <hl!« lìyMliai pressa, li quella
Onte. Ha gii l;j liililioti'ca più nipic (li questa slcssa relazione
In altri codici, e qui veramente è scritta con poca diligen.ua.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE.
8.7
850. ( BUH>1ÌMENT. )
55o. Sentii di vario argomento, c di autori e tempi
diversi.
Si conten «orni in questo endice «li seri Ili sfinenti : 1° Rela-
zione della congiura contro Pier Luigi Farnese duca di Parma
e di Piaceri™ ; della quale rela/.i ; abbiamo altre copie nella
Biblioteca come può il lettore facilmente conoscere per le Ta-
vole di questo volume. II" Storia de! Conclave, nel quale e
stato eletto in sommo pontefice il papa Marcello 11°. 1 1 1" Dia-
logo Ira i cardinali r'ranceseo ed Antonio llarberiiio, nei quale
poli li cam cu le vanno fra Ioni infialando quale sia or! e.^-r
possa quel cardinale, che a p re re re n -/.a d'ogni altro proporsì
debba al sacro collegio a line ili farlo eleggere in sommo pon-
tefice. IV* Storia del conclave, nel quale fu eletto papa il
cardinale GÌ6. Battista Pamlilio, detto di poi Innocenzo X*.
V" Dialogo tra Pasquino, Martirio, Babuino, ed un facchino;
elle ba per titolo : l.a Comjn-nulwiie di ijitnttni spie delle Quattro
Corone; e queste sono, l'Austria, la Francia, la Spagna, e
l' Inghilterra. VI° ed ultimo. Miuiijrsta deli' limi Mentissimo signor
Cardinale Pamjìlia, nclqiialc dà le raglimi per Ir amili condisce ride
a deporne il Ca/fcll.-, <■ pmidcrr ijre.yfYc Hi questo ultimo scritto,
ben curioso a leggersi, non è copia in altri eodici della
Biblioteca .
6i8
MANOSCRITTI ITALIANI
853. [ buppiìuejit. )
.!)5l . Kelazione ili Alessandro Siringi a Carlo 1°, ritornandosi
dalla sua Ambascerìa presso la Corte di Spagna.
Carttfpù, in 4°, carlino mr^i, (li libili: 1ÒU, J*'i»la IVII*.
di buona copriti iiow.
Co mp rondi! si in questo codice la — /(cifrane <M mule /l fcs-
sittultìi Sli u/iji iti St-ri-tii/simn ( sirlo l~. Unni ili Muntimi, dì Mon-
ferrato, iiNmwt, Prona, e Rethel tanno iG32, della lUa Am-
haseierìa di sui anni in S/mi/nu, e dello stalo presente di quella
Corona e Corte. — La lettura (lolla qual Relazione partili esser
possa di qualche vantaggio )ier la storia ili quel tempo, di
quella corte, e de' costumi ili quella nazione. La lettera clic
precede la relazione, e indirizzala al principe, è sottoscritta dì
pnnivi uni ili No Striai . e quindi non è ninni dubbio elio
il presente codice non sia l'autentico, che Sa presentato a
Carlo I". Essa lotterà porla la data di Arriano a ai. Febbraio
i63i.
857. (*DPWÌ1IKHT.)
ii!ì-2. Opere militari del Cenerale Monlecuccoli.
Si comprendimi) in ipir-iln liei codine le opere militari dei
Munteeiu'coli celebre -et) era le delle lru)ì|ie dell' il operati ;i'e.
Per liei 1 Cina di cari», per nitidezza, di caratteri, per grami is-
simi correzione , e per la iuiiimii diligenza clje fu adoperata
dall' amanuense nel presente codice, lutto fa ragionevolmente
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. tìi9
presumere . eh' e: sia -tato ollrrto in donu a qnalcltc pian per-
sonaggio, oppili'*' eli'' l:iu sollecitudini a:l)'iliuii>i rleKIuuio
qualche letterato zelante estimatori1 ed ammiratore dell' opere
del MoiUeriLt-.roli. io eredo, die il sip. (iiuse|ip- tirassi Tori-
nese che ci regalò di esse opere la edi-/.innr. pin pregiato per
sincerità di lezioni, ayrebhe pur con piaceri- consultato anche
il presente codice, ch'ei certo noti conobbe; non lucendone
menzione alcuna nt-il' indite delle opre stampate e manos-
critte dei nostro autore, posto in fine del voi. Il" dello mede-
sime da lui con tanta pernia illustrale.
553. Discorso intorno alla Reggenza della Regina
Maria de' Medici.
Condensi in questo codice il — Discono della ifc^tjuii tìilttt
Serenissima Regina Maria ile Medici, tliciso in dae. parti. Nella
prima .<! trutta dàìa qtuct'- tìil Rettati , in Ha ;< untiti tifi murimi ali
Incomincia la prima parte cosi : . I più giuditiosi politici, e
.quelli rlie con maggior fondameli lo consideravano lo stato
■ della Tri li ri :i .vii In il pianile I Ir: urie» ron cordava no tuli] nel
• credere, che due cose principalmente ne mantenessero la
. quiete : la prima , l'autorità del Ile, e la riputatone , eh' egli
.pervia dell'anni s'era acquistala; In seconda, la eogoilione
« che iiavevano i popoli delle misi-rie della guerra, et il onn-
' mune desiderio loro di mantenersi in pace. Et sì come
■ questo, ■ ec. La parte seconda del discorso termina nel modo
seguente : n La Maestà sua è adorna della maggior gloria, die
Ciò MANOSCRITTI ITALIANI
• liabl» mai li avuto Regina alcuna; si come è particolarmente
. cumulata di tntt' i doni, c le gratie di Dio; et la sua Reggenza
■ più felice e inaiavi gì iosa di tulli" l'altre, si vede iti eterno
' iejjsiulai.:» con h ristyrstidiu:, p.ir.ificationc, et con servati one
• della Francia. • Non è dichiarato il nome dell'autore di
questo bel disco™ . di cui l'.o trasenti'.1 alcuno lince a fi in.' di
poter conoscere s't'i fu mai dato alle stampe , ciò che non ini
888. [supplìment.)
554. Nota dello sposo o rondile della Sono Apostoli™.
Coriacea. ìd Foglia piccolo. ciinlii-i-i .: u: i\ i . ili pilli? l 'So, secolo iti*.
Trascrivo l'annotazione, che, per la Stessa mano per la
ijuale fu scritto tutto il codice, fu posta in su la prima pagina,
e ciò basterà per conoscerne, il contornilo : M. D. jwy. In ijnesto
libro si farà hrie.aniui.le hhUi di full!: !e murate t:* tld Sale Apustti-
iica, membro per membro; et all' incontro, e ili ciascun membro si
notaranno ijli esili et curnlit : fi.' s-nin sopra tu'; membri. Et ancora
si farà nota ili tinti oli l.'lfitii, spiti:- per spetti; et itlln vaiata di
essi, et donde ciascun InMì i smm mnulumcnti ; et cliam quali di
tuli. Itjjilii s appartii/f/tino a Jan- -il!:'. Stintila ili .Y, S.; et oliali al
lìmo. Camarlinijn , ci lyrmfi al Unni. \ 'icc~(.'.imcclliere; et qaali al
limi*. Miujijiorc Penitentiere , ei jouli od altre persone. — Bernardo
Motta. È nella biblioteca del re altro codice, segnato nunT 53G,
nel quale si trovano gli tiessi registri, ma d'altro tempo, e
con minore esalto™ . elio in (piesLo, il quale sembra ossero
stalo fatto appostata men le por mandarsi dall' ambasciatore
francese presso la corte ili Roma alla sua corto, li titolo, che
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. Hai
ha il presente codice È : Barena da l'ape. E su questo stesso
argomento vegga pur il lettore, se cosi gii piace, il codice
filalo mi m" 5 1 8-
918. (5DPPLÉ.6ST.)
555. Compendio della Storia d'Italia.
CtrUcto, in figlio piccolo, cimiteri conivi, di pagine ìao. leccio ni*.
Il contenuto di questo codice, dichiarasi pel seguente suo
titolo : Hisloria tvmpcndmwi tirili' costipili niAalnli occorse in Italia
datiti Jaiinatione del? Imperio romano c dalia iiincndtiiionc di' bar-
bari fitto alla sua aniete; avendo avuto principio le «tlnmitA d'Italia
fanno di nostra salute 38o., e avendo dnntM fino all' anno 1 575.
Trascrivo le prime, e l'ultime lince della storia. Essa inco-
minciatosi :■ Nell'Imperio di Valenti nia no, e di l'apa Damaso.
< intorno l'anno 3So, si liehhc guerra in Italia co' iJiiryotidioui ,
» Sassoni, et Alani, popoli molto più feroci, che siano mai
» sliili. Indi a nini unii lo ali ri crudeli popoli '■! o ilio imi i] i , cito
. ciati de' confini di Scitia , delti Goti , . ec. ce. E finisce nel
modo seguente : ■ L'Ambasciatore di Spagna fece far tregua,
■ e bandì che ognuno che li.ive.--e umnlotii Solili II li, n sii, ri li
« mainiate via (ili Genova; : ma il pr, pulii da piccolo Vitiello
• tumulta , e domanda che si levino le graveiic ; onde ia no-
• biltà si ritiro nelle sue Terre; e di poi in Genova ognuno
• vivevo a modo suo, ed operò qualche cosa il Cardinale Mo-
li rone Legato del Papa. ■ Non risulla d' alcun luogo del codice
il nome dell'autore di quest'opera, che sembrami con beli'
ordine condotta; e della quale non trovai cenno alcuno ne'
iiostrì bibliografi né come stampala, nè come manoscritta.
MANOSCRITTI ITALIANI
9G8. ( SCPPIÌHF.HT. ]
551). Dell'architettura; opera di Leon Battista Alberti.
GirijiTii. in *r bramir, <a[\lltcii curavi, di papiri secoln JLVIJ*,
lien conservilo.
V. una copia, che contiensi in questo codice, dell'opera
— Della architettura di Leon Balista Alleni. Dopo le belle edi-
zioni, clic furono date hi luce dì questa classica e celebre
opera, e parli col a ri ut ni e dopo quella che si pubblicò in Bo-
logna per l'Istituto delle scienze 1' anno 1781 in foglio, poco
conto potrebbe (arsi d'i ut ui.iuom- ritto, a meno elle 0 non fosse
l' iiiiliigral'o. n fosse. fiiT In Mia nrcnr.itry./,.i c r.on'i'/.ioi"u' s.upr-
riore a' tesli datine ti li ora. Ma queslo non avendo II merilo
né ridi' una, ne dell' altra cosa, non occorre perciò dirne di
vantaggio,
97Ù . — 980. — 982. — 983.— 987. {s^pl^t. )
507. Raccolta di Lettere autografe scrille da dotti c letterati
di diverse nazioni alT astronomo francese Bouillaud.
ili l'11'iv ;nitn^i-;ilf. Miriti'- tu imi'ii' [i]i:_'iu! il. .• li'llcr.ili
di diverse nazioni al celebre astronomo francese Bouillaud.
Essendo il mio divisamelo di non dar notizia, che delle sole
cose manoscritte ilaliane possedute dalla Biblioteca del Ke ,
noterò qui i nomi di'' soli scriituri italiani rli esse lettere.
l'or tanto nel 1' di quieti portafogli segnato univi" 07J (stp-
pi.kment). trovai alcune lettere di Lorenzo Magalotti scritte di
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6a3
Firenze, ori alcune ili Scbasliriiio ( .rf.-ili mtìIIc (li Parigi. —
Nel 11° segnalo unni" ySo isiii'ri.i:iui:vr) , una ili Forili n a lido
Dardi tli Fi reme; alcune di Alfonso Antonini di Udine; una
di Galileo Galilei scritta li io febbraio 1 638 —Dalla mia car-
cere di Aratri ad esso Alfonso Antonini in Udine, ii quale,
beuclic il Galilei l' avessi? pregalo di non farla i utiere a cliic-
chessla, pur ne mandò loslo copia, eli" è la presente, all'
astronomo Iiouillaud in Parigi, e fu di poi pulibliciita utile
prime edizioni delle open' del Galilei ; alcune altre dello stesso
Galilei, ma scritte in latino, di Fircii'/.r l'anno i (ì'ìn; una del
iiouillaud medesimo a I lo caci l' era in Venezia, al sopraddetto
Antonini, nella quale osservai con piaceri: e quasi con mara-
viglia le correzioni, die con Infinita pa/ieo/a faceva qua e là
il Iiouillaud In essa le t fera seri ita in una lingua a lui , se non
ignota, inusitata; dal che può argomentarsi, clic tale pur
l'osse la francese all' \ntnnini ; alcune di Antonio Santini, di
Roma ilei i644; di Giovanni della Pa\, dì Smirne del iG48;
ed una ili Andrea Morelli sopra ole udente alle (nrtilirazinn i
de' lidi in Venezia l'anno » 067. — Nel 111°, segnato mini' 982
(suiti, émem) , si comprendono pei- la piò parie ledere ilei
principe Leopoldo di Toscana indiriltc ailo sks*.. astronomo
Iiouillaud, di cui le risposte sono in latino; alcune poche dì
Carlo liinaldini professore nella Universi li di Pisa, ed una di
Vincenzo Viviani. — Nel IV, segnato col num" o83 (sUpvlé-
ment) , una di Antonio Magliabechi di Firenze ad Egidio Me-
nalo in Parigi ; alcune di Nicolò e ili Vittorio Siri , scritte
di Vienna; di Lodovico d' Aglio , scritto di Roma; di Adriano
Risolanti , di Parigi ; e dell' abate Fintone pur di Parigi. —
Nel V" ed ultimo, sognato mini" 987 (supplémeut) , una di
Gio. Domenico Cassini collo diebiarazioni di alcuni strumenti
astronomici e con le ligure elio vi appartengono; alcune ili
6ih MANOSCRITTI ITALIANI
Tito Livio Burattini , scritte ili Jaszdowa; e non poche di
letterati quale e quanta utilità ne risulterebbe alle scienze
non mv.ua elio ;illc letteli' daìla puhlil'iM/iune ili t(i!i'st;i pre-
ziosa raccolta. Vcggasi pur ciò che s'è detto dell' altra ne'
seguenti codici sognati nimV j58, e cosi molto più dì quella
eh' è compresa ne' endici sognali num" 579.
979,(« )_979.c) (mphìhint.)
55S. Lettere autografe di Fianei si.-u Grullo ali* astronomo
Bouiflaud.
Questi dui: ■ volutili n portafogli eniiteii gmio uno preziosa
raccolta di letture autografe di Francesco Gratto indiritte al
Bouillaudcelcliie asinini imo i'r.nircsr\ si clinic pur ne vediamo
impressi in oro i nomi sopra gli stessi portafogli. Cosa singo-
lare perà, che iti sì gran Damerò di lettere, che il Grado
scrisse all' astronomo, una sola volta glien' abbia fatto l' indi-
rizzo col suo vero cognome, chiamandolo ora Boulliau, ora
Boullian, oBouliau, oBnllien, Bonllien, Boulliald, e ima
salii volta , corni' dissi, litui illainl. Conni ni|ne sia ili |:ile stra-
onlinaria distrazione ili mente nel Gratto, certo è che questa -
raccolta è estremi) meri le preziosa, nini solo per essere tutte
autografe le lettere qui raccolte ili un uomo che godeva dell'
possono somministrare de/ lumi grandissimi per la storia ilei
secolo ivu". Sono pressoché, tnlte se ritte- di Danzica. Sono
poste con ordine cronologico ; e la prima lia la data dell'alino
1660, e l'ultima nel portafoglio segnalo miro* 979 ( a )
(supplément), ha la data dell' anno 1 GGn; cosicché il conte-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6aÒ
mi in di q mv>ti.' lettere |mi['i'lilw dirsi una sturiti ili ciò che di più
importante accadde . speciaimenle nr-^li aliar! politici, in quel
secolo; e dico storia , perciocché ove io ini pensava che gli
argomenti delle lellcre fossero tutti di astronomia, o almeno
di matematica in generale, conobbi che il Gratto non ne fa
mai panila alcuna, e quinni clic il ISoniiiaud min sempif
inlialli'ii.'iasi colla Mila sua srieii/a, che professava , com'è
il solito costume de' dotti.
990. (S,r[.LéHEST.)
55rj. Lettele aulo^rafe intimile al signor di Peircsc.
t.unticusi in questo volumi! l'epistolare commercio dui si-
gnor di Peìrcsc. l.c In t f r?i n imi ili tic a questo dotto nomo, e qui
raccolte, sono tulle nu tornile; ma la più parie scritte in lingua
francese, ed alcune pur in tedesco. D'italiane ne rincontrai
ben poche, cioè : Ire ili Giar.i Spinola; alcune di Nicolò
Alemanni; altre di l'ilippo llainhofer, di Edmondo IlniE, di
Orazio della Valle, di Pietro della Valle, e di Natalizio 15e-
nedetti. Oltre a queste lettere, furono pur inserite uel presente
volume alcune poesie, relation!, e memorie, tutte concernenti
la storia del secolo svi E", ma essendo esse scrìtte in lingua
lranee-e. i(. ilrlilni cs^ci f.imlcnlo ili avoniele riciieralineiiti
indicate, come parte del volume medesimo. Al sig. Paris, che
ba in animo ili pubblicare un di le notule bi Minora lidie r
letti'iaric ili lutt'i iH.IUK.entlì francesi deila liiLliutee.a del V.t .
intorno al quale direi qoasi i lenso lavoro sta ora indefes-
samente occupandosi, è riserbalo il piaceri.' di renderne conto.
MANOSCRITTI ITALIANI
56o. Volgarizzamento delle Pistole di Ovidio.
l'antica vita del Petrarca; ed il Comrnen lo dì Messer Poggio
sul Trionfo della Fama de] Petrarca medesimo.
dia concerne la pulit i ridia t i n ì i ■ :i l'.ivi'SIo, comprendoni) iti
quello codice , e sono i seguenti : 1" li una traduzione dell'
epistole (li Ovidio , la quali; mi sembro in vista essere quella
medesima, che fu pubblicata in Napoli da Sisto Riessiiiger
in-4° senza nota 1 1 " -i 1 1 : j o ; imi alcune differeii/r, clic ncomihhi
in questa, facendone il confronto con le prime linee ili quella
riportali' ila! (iumb.i alla pagina i !\~. lidia sua Si-rie. mi fecero
accorto, che si dalla di un lesto al tntlu diverso. Non sia dis-
parii a' littori avrre soliti oe^li ocelli in primi! liner del pro-
logo, come legnisi nella edi/.itiue del Ili essi nyer, e come
lej;!;onsi nel presemi' codice. Nella edi/.iouc incomincia cosi :
. Vedo die In intendi i- ~appi a|!ta;ncn:e larle i-I hi scicnlia di
■ qsto libro sappi die Ovidio d lece per correiere et per ain-
■ maeslr re li giovarli li no in ini elle iiiin ani puzelfe, ■ ec. K in
questo endice il Proliyo principia cosi : . Accio clietu lettoreabbi
.aptaiiiente lontanili meniti di tf. libro sappi che Ovidio fece
■ queste pistole per amae.-l rare gli giovani huomini e le gio-
. vani donne , ec. • La versione datane da questo codice, ch'io
eredo inedita, parmi più chiara e più elegante dell'altra; ma
disgraziatamente mancano alcune carte. 11° È una vita di
Francesco Petrarca die fu -eri Ila nel secolo uv', già cono- eiuta .
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6aj
e chi! abbiamo alle stampo nelle primi: edizioni dello rime
volgari ili esso [Mieta. Incomincia : • Francesco Pclrarclia liuo-
" nio di grande ingemo et non di minore virtù nacque in
■ Areno, et. ■ 111° F. il già nolo commento, tìalo in luce nel
secolo xv°, ili incuci- l'oggi" l' iorenlino sul Trionfo della Fama
di Francesco Petrarca, il quale commento fu dedicalo a Pieni
dì Cosimo de' Medici. Bella, nitida, e corretta scrittura, che
potrebbe pur consultarsi nel caso , oon però molto probabile,
che ai volesse nuovamente riprodurre quel commento. Pec-
cali*, che in fino manca di qualche carta!
1054, ( sirrriiMENT. j
fi6i . Lettore di Lorenzo Magalotti in materia
di religione.
Tutto questo codice non comprende clic letlere di Lorenzo
Magalotti. 11 titolo nella prima pagina è come segue : LelUre
familiari in materia di religione del signor Cònio Lorenzo Maga-
latti. Com'è ben noto furono già date m luce per la prima
volta esse lettere iu Venezia l'anno 1719 per le stampe del
Coleli in-n°, e per le cure del cavaliere Fninr.e.sm .Sellimaiini ,
con questo titolo : Lettere familiari (contro F Ateismo) di.ri.it in
due parli, di Lorenzo Moyalniti. I'. sì canne tali lettere furono
Lune scrit'.c i-ùiiii-i! tri i ale», cosi suole chiamarsi questa rac-
colta eoi nome dell' Alca convinta. — In questo codice, come
abbumi veri ulo . non si (lenoni in. mo dir eoi (.itolo generale di
l.ilim jumiliiiri ii, iwtlriiu di iidii/iiiiie, ina In line non sono che
quelle stesse, che ptilibliro il Giieii, e ciie si ristampammi
<1q8 MANOSCRITTI ITALIANI
anche, ili fresco in Bologna l'anno 1831, in 3 voi. in 8", con
alcuni! a il 1] olir/, i ai li ili Donu'iiieo Maria Vanni, e<l altre del
valente conosciti! re delle Toscane eleganze ed accademico
della Crusca signor I-ui pi Mi «vi. Siimi qui pure lììvise in due
parti, si comi- nelle edizioni sopraddette. Ciò che di singolare
io credo, dopo un attento esame clie ne ho fatto, poter no-
tarsi intorno a questo pre/.iuso eoi lice è, idi' tóso sia, non dico
l'autografo, ma certo l'autentico, che il Magalotti inviò al
sibilili- Marchese l!nrlii 'l'eoi lui'] . clip più volte, j viragli chiesta
con grande instatila una copia di osse lettere , delle quali
avevane già f'orsr liicvnta una parto, rome s'è. dello al codice
num" fio- Questa copia in falli e bellissima , ed ignita assai
accuratamente; 0 qualche piccola, ma ben opportuna cor-
iioinalissinie biblioteche. Io nuli su di quale iinuiii-irillo sia.ji
servito il Seltùnanni nel pubblicar quelle lettere, ma certo è
che volendosene fare ristampa non dovrehb' essere trascurato
anche io studio del presente codice. La lettera intimità al
Teodolj È data di Firenze a' 5 agosto 1690, cioè trent' anni
innanzi, ch'esse lettere lusserò date alle stampe.
1040. ( semiwMT. )
562. Dialogo tra il fiume Tevere e la città di Roma.
Cariai™, in luglio pkci'tii . r.irnllr.i tnrsiri, ili pagine Boo. scrolli ine.
Molti scrini di diverso argomento e teologico, e filosofico.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6aH
e letterario .si contengono in qiinsio codice ; ma la più parie
.suini in lingua Ialina o franco.*: : e ivAh Ialina specialmente è
un lungi] is.iino scritto. i'lif sembra aulngralb, intorno all'
Eneide di Virgilio. Avvenc perù uno in lingua italiana, ed è
un dialogo Ira il Tevere, e la città di Roma, diviso in ire
trattati, che veramente •:. piandole a hggersi. Per ragioni an-
lidii-.sitne.si cerea di dimostrali! in qur.sl' opera , essere almeno
assai difficile, che un governo temporale , il quale è esclusi-
vamente allìdalu a persone ecclesiastiche non si» di continuo
ingiallo ad e nori . a sbagli, «il a inala amministrazione si in
quello, che cunernie il politico, che in quello die si riferisce
all' economico. Il dialogo finisce così : ■ Tevere — E che sarà
« dunque di quesLa corte, dove tulle le cose di stalo e di guerra
«passano per le ninni del!' l'iielcsinstieo — llomn : pensar.!
»Tu; ch'io me ne vado a piangere inconsolabilmente le mie
■ miserie. ■ Con molla probabilità può affermarsi essere inedito
questo scritto.
1051. |8D»Ltotr.)
563. Discorsi, Relazioni, Lettere, ed altri scritti
- sopra argomenti diversi.
l^rUr.'.]. in ,\" Ki.imli' . i .jnil !,■[■! ;,,;-,m . ili |i;i£ÌJIi' -li io. STfolo lui*.
Gli scritti, clic sono compresi In questo codice, tutti di
non poca importanza, sono i seguenti : 1° Esposizione delle
milioni, it-n ir r/;i!;/i' si il'i ■■.■hi.-.trciiicn.'w di':i;ii.re , che la Francia
non vuole dare la pace al Cristianesimo. Quest' operetta fu com-
posta nel tempo, ch'era primo ministro in Francia il cardi-
nale Richelieu. II" È instimi lo un Parnìeilu fra l'imperatore
MANOSCRITTI ITALIANI
Ferdinando Ih e Lodovico Vili', rediFrwicia. incominci a il
discorso cosi: - Non sia chi dica, hor che di guerra risuona
« l'Italia, e (la pur lutto odcsi il rimbombo dell' armi, essere
■ più quello che questo avantaggioso Prcncipe, prode Cam-
u pione, fortunato Capitano; perciocché Fortuna egualmente
■ -i nifj-,:i,:i, e oiì eguali kiiicic bilico i campi , ut ordina gli
• eserciti. Noti potrà meco gloriarsi la Germania del suo Ce-
- n.iiT, . co. IH 1! un liiiigliiroimo scritto, che ha qncsto
titolo: Apocofypsì rf ìlullniuliu , Itln- rumente espostaci interpretata
j>e r Pambone Vreimandima, tradotta dalla Jiammcliga nella lingua
lUilìantt ilnl siijnnr Dadiodato Verdeggia, ne/I' anni) iiìi!i, in .Xirus-
tadt. 1V° Relationc Mio stato presente della Germania. Esse fa
scritta verso la lini' del sccolu xvit". \o abbiamo altrp copie, e
piò diligenti di qi n'ala . m'ISii liiblioli'rn. \ ' Dn.inrso politico sopra
la resa di Brisac, e sur eoiistyarn:e nelf nani) ifi3o. \ I" Discorse ili
Tommaso Campanella circa il modo, col quale i Paesi-Bassi, volt/ar-
nuiiff delti di /■■(>[.' !■/(■■; . si /■ t-sùm, ridurr: s.iUf i" nii!iitlie«;a tiri Re
C.nttolirn. Veglisi ciò clit' s'è ilcHi) il! questo srriUore ne codici
segnati miai" 58, 6a, 3q5, 5i5; e questi ;is.rgiuriL'uti Lilio opere
ivi annunziale. VII" Lettura scritta da Incerto al Papa Pio V,
acciocché gli Hctrei et le meretrici non si scaccino Ja Roma; con le
milioni allupiti- per il tinnissimo effetto per ti Romani. Vili* Discorsi)
Politico sopra il matrimonio tra il Duca di Parma, e la sorella del
Duca ili Firenze. IX" Copia (Iella lettera, che scrisse Sebastiano
(jiltnredo ii san Mtiest'i (iriilhiuifuiir.i ili Frantiti , tifate di prrstni-
derlo a non coiichìitduiv In pati imi la Casa £ Austria; ciò che fu al
tempo di Luigi XII". X" ed ultimo. Orationc militare del Serenis
timo di Stivaja alt Italia. Questa poetica orazione è composta
di quartine al numero di 76, e non parnii cosa di gran merito.
La prima quartina è questa :
Digjnzed Dy Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE
O ma il re liei]' a i-mi c ite piieri'ieri .
Della Tetra, e del Mar gii nobil Donna
Itilia mia. die h pomposa gonna
Sleiidesli likmlaule in mi gì' imperi .
1087. («ominiti.)
5fi/i. Ragionamenti inforno ai governi di Venezia,
di Spagna, c del Turco:
giuntivi altri scritti di autori ed argomenti diversi
Il contenuto del presente euiliec è. : I" I n discorsu intorno
Lilla repubblica di Venezia , sulla sua polizia interna, e poli-
tica esterna, sui suoi magistrati . sul suo gran consiglio, sulle
sue spese ed entrate. È compreso in So pagine, non ha nome
di autore ed incomincia cosi : ■ Tutto il governo della Repub-
■ blica di Venezia si può dire , che consìste nelle mani di 4
«Senatori solamente; cioè, sei Procuratori dì Santo Marco, il
■ quale grado è supremo, nò si può venire a maggiore da
. Prencipe in Cuora ; et alcuni sono eletti Procuratori per
«aver,- ec. ec. Havvi pur una compendiosa descrizioni1 di
tutte le città e luoghi principali soggetti ail essa repubblica.
11° Altro discorso intorno al regno di Spagna al tempo del re
Filippo, ed è compreso in So pagine. Esso fu detto al senato
Veneto da un ambasciatore (di cui sì tace il nome) che ritor-
navasì da quella corte. Non ahbiamo altra copia di questo
importante scritto nella Biblioteca. 111° Altro discorse detto
al senato Vendo ila un n mi.i asci.': loie di quella ropuMii ir.-i .
ritornandosi da Costantinopoli , intorno alle cose de' Turchi
635 MANOSCRITTI ITALIANI
nel Ioni nudrl miIlujn .\:m;ralìi ][!'; r né pini; di (] nello sj/ritlo.
rll mi non risulta il nome dell' autore, è altra copia nelle
llibliolcca. IV" Disertazione di circa 80 pagine, nella quale
.si espongono i principali inolivi e Ir sode ragioni, per cui ri-
mangono gì usi i lìciti i Veneziani per aver conchiusa la pace
tra la repubblica ''il il Turni. Ili rpir.ta di-sri lii/iniii' abbiamo
allrc copio, V* Oratone fallii da .lji>n.w;n<jrr lìlino. di Vaiatila
all' liliiia, signoria ili Ventila, (mistifica in essa il suo re cris-
tianissimo dalle ini]) illazioni, che ila diversi principi e special-
un suo amlia-a'i iìore iii Ci^laiiliinipuli. \ 1" ni ultinui. Alila
ura/.inim dello Wr.n.-aijiirii r . falla dinaiui al papa e. (ulto
il collegio rln' cardinali, perla quale ^iusliuca il suo redatte
iln<jlinti:r della Sul: Apostolica per cu) . the contro l'autorità di osa
Selle, pi in dispnijìo del l'.oncilio di Trailo, ci cor pierlui-hatianc liciti
orlimi soliti, abbia it Ile rotalo far radunar! an Concilia ,\itliotiale
di tinta la Francia.
.ili.). Sluiia di lla Congiura di Ciulio Cesare VacchiTo.
Coinpiendesi in questo codice la — .Sfurili delia Conyiara dì
I india Cenare l accherò contro la nobiltà di Genova , l'anno ìbao.
Di questa itoria abbiamo copia, forse però meli diligente di
questa, nel codice segnato num" 417, al quale rimetto il let-
toli' sB'jjli piacesse ili vedere ciò che' ivi s'è fletto intorno ad
La i i zeù b, Gol
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 633
1093.
566. «dazioni, Discorsi,
ed ar^di nei ito dn iti-u . u più ■> meno di non poca in pniiaii/ii .
racchiudi' quello endice. Esmi sono 1'.' Miglienti : ]° Rctulwiw
del seguilo Ira f'.lwfw wdiii' ''.ili' huperiilnee, (/,-/ fir Cattidico, ed
il Principe Prefetto ili Roma intorno alttt precedenza amidi la San-
tità di Innoccittiu A", uri ijiurim della uni i leni l'i ili e di Gioeedi olii
i.i di scttcmlire l'anno iG44- Questa minzione è diversa da
<[uella , elio nella Mi-vai ar^miienki iilihiiimii in altro endici1
dulia lliblioleea. Il' Mentori, ili- dnln >.ltd l'rciiripe Don Taddeo
Barberino Prefetto di Santa Chiesa alla Santità di iYoiftU Signori
Innoccntiu X* per la Precedenza pretesa; contro olii Ambasciatori
de Principi. Ili" Copia di ima lettera scritta dal re Cristianis-
simo al suo ambasciatore in Uoma il signor di Siinsciamunl
intorno al cardinale Antonio Uarberiuo, clic veniva privato
della grazia di sua maestà: e di allre due lettere dello stessi i
a odiasela line, f il n.i al cardi mi le Hai Si.'i lini , r l'ai Ira al cardi-
nale Mazarino. Esse tutte e due portano la data dell'anno i G44-
IV Memoriali indirizzato al sopraddetto pon telici: Innocenzo X",
dagli aiiiba-iii.lori di tutte le eerti de' principi intorno al so-
praddetto arenili iiin dulia precedi: n, a ; il ipial Mi-nmruili- e
seguitilo da un Dìsiorso ■■ noie.-ii' d-Aìtt i'reeed-:;i-e. '/■ v .r' i.eai
u'fti Amhtm-iatari della l'u-ìiijioixe di Malta con li Gran C'raci della
lidiii'ioite m edes ima. V" Ditemi., in difesa de' Signori della Gran
Dlgiiizad &y Google
634 MANOSCRITTI ITALIANI
Croce della Sacra Religione di S. Giovanni Gerosolimitano contro
<i([Mjn6ascrnloic della medesima Religione, residente nella Corte di
/fama, presentititi oda .S'niiiif-ì </j \nstru Signore dal enealicri- Ma-
.jidotli isterico delia d-.-ttu Uilitji-iiit. l'anno i fi 3 5. Questo discorso,
ch'é compositi di 6o pagine, ili una bella e nitido scultura,
|hiù ossei' le tlo con mollo piacere, se non per la natura dell'
argomento, clic sembrami non essere oggidì di grande im-
portanza, almeno pel sommo [■.'indori' d'animo con cui scorsesi
scritto dal Magalotti. \ 1" Memori uh de' (ìenotrsi per la Precedenza
del loro stendardo a istallo di Multa. A (picsln Memoriate succe-
dono due decreti del re di Spnpia imoi-iio ,id iwo rjuisiione ,
e sono scritti in lingua spaglinola. Vii" Regole da osservarsi da
un Maestro di Camera d'un Cardinale per il haan Smith del Pa-
drone, e buona ret/nhi della insti. Queste regole comprendono,
ciò cli'io non mi credevo , niente mono che la quarto porte
di tulio il presente codice. Hanno la data di Roma de" l5 giu-
gno l ti n j . Vili' iU lntioia i im di futa d pregresso delie ideeemonte
e Jontiemi chcjitmm, usate e [ulte nella suhnaità della Coronatami:
dell' Imperatore Carlo V. seguita nella città di Bologna per mano
della felice memoria di Clemente VIP. li 13. e i4- di Febbraio
ió3o., e della (/J'unn !<'■«<■ de! lie-f no dì Lombardia. IX" Lettcm
dell' Ambasciatore di Savoja per l'Altezza dei Cardinale di Saivja
intorno al titolo di Eminenza ohe si dà ai Cardinali. X" Relatione
dt:llit partenza ite! sitjmif Cardi naie ile' Medili da Roma a Firenze
con un breve discorso nfm i' tei, sui di' tifili nuoean,e:ii! introdotti.
Si ragiona parte a parte sopra i]\ve. titilli onorifici clic di tempo
in tempo vennero introdotti presso le varie nozioni; se no fa una
giusta critica corri <hl.i di <kwi-\ ;i/.iur.i mollo importune siili'
argomento, ed e in somma una relazione assai sensatamente
scritta. XI" Raceotilo dell' tinnita jaiie. idi' .Uveite l abbroni. Resi-
dente in Roma per la /lo/óiii Madre Ji l'ratieut , dal Cantinole Or-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 63 fi
si'ho ,- con un irai rag 7 '■«</ 'i'- </f."//r- joiiouatii, e ti tuli, clic godono
vii Aaibatciutori a lìn m 'l'ut! i/c' l'i-mcifii. \dii è iletto uè da chi,
nè por ordine di cbi sia sialo scritto caso Riicranlo , i! quale è
pur piacevole a leggersi. XII" ed ultimo. Relatione bitte di
quanto si è inteso e. listo licita aiijarniinai ili Giacinto Contini e
compagni. Abbiamo già alla distesa questa importante lìela-
lione in ;i 11 i-i fediti drilli IViMìdììtii e .sp-'i ini menti' ;jr] coi liei1
segnato num" 4oi|, ma la pii-M-tile rum 11' ó di-.- il compendio.
109-4. (TOW1Ì1TOT.)
Pi fi 7 . Raccolta (li scritti di autori ed argomenti diversi.
Cartaceo, in 4', car.-ill.-n l-<.-j ; ■. i . ili pigine 3oo, neccio xin*.
Si comprendono in questo codice gli scritti seguenti , in-
torno a' quali mi con li nero .1 lame conoscere i soli titoli.
!• Esposizione dello ragioni a favore dei Re Cattolico sopra il pos-
sono degli Stali di Bari, di Rossano , e a" atiri nel retjno di Napoli,
pretesi dal Re di Polonia, e discendenza di Francesco Sforza Duca
di Milano. 11° Etpothiam delle cose, che giustamente pnù domandare
la Sede Apostolici! al III- di Spagna, .-in- impariariitito entrata gros-
. ri.' rum ìi Ila Siììit-'ì .Sii/c. Ili" Meiaenaìc dillo al l'apa l'anno 1653.
il nome del He Cattolico circa la eeiieenioiic della contribmioitc del
Clero di Custit/lia al donatilo del medesima Regno di 19 milioni
fallo alla detta Manta Cattolica. IV" Tarala di ciò che si contiene
atl libili che jn [aito da M. ì'itiarw (ilainiitina intorno alle giuris-
diltioni et concessioni ile i'anleja i, ed alle pmpra-.ld che tiene la Sede
àpdttolica lopra !i rapii . ufi!;, ra.i'cili: nella St.it:, /'.'.■:.;,s;.ij(;ìi, e
al di fuori. V" Ducono intaniti alle ragioni, die ha la Chiesa sopra
le Terre della Romagna , et sopra molle altre, le gitali ha in «uni
B3fi MANOSCRITTI ITALIANI
tempi possedute , a turò hors possiede; et in ehe modo institela da
principia terumniti- pi-r l'timmioi.'trtitaim- spirituale, sia pervenuta
agli Stali, et ui/ii. Imperli imitiil'inì; il che congiantioni, et conien-
ti'™' jiemi stati- p i/rin/c e/ udir ragioni in liire'ìi" (rai)»', (m jli
l'oiitefiri et gli imperatori. \ i" Risposta data per Saa Maestà Ce-
sarea iti Vcsami di Fano, Ahhi/ii <(i' ,Sim .Smifiri, jopm (o ita» di"
l'iaeea:a; la quali' risposi;! i' un i -iliaUun l-j i he seguitata ila un'
■i lira ilrl papa, ilio li ■ l'anta 111°, ad una Scrittura data in nome
di Siili Maestà (.ViiiK.i i'( dì 2.r> lii tnjft'o 1 ajg. circo j('j'n-
ternssiili l'arimi e di l>i«een:a. VII" ìl'ueorsti dtl .•igne: di Salinaio
dato al Serenissimi! Dmr di Cenoni e suoi Assistenti. Giustifica il
.S.ilìiaiio iti q insto discorso la Mia corte, eli' era la callo 1 ica ,
sopra di alcuno nule in li/lì i^'ii/.c . di'erano (incorse tra la re-
|iiil>lilii'.-i ili Genova, od il ri: di .Spagna. \ 111" Imposizione delle
ragioni, che arenimi i s'ignori l'i in ni saprà alcuni confini del
ioni Stato con qnrlli ilrll' /,.'n7ciui.'ii..rj ,■ od a questo ragioni ne
succedono alcuno allre, clic ha la Chiosa nello stosso argo-
mento d'essi conlini con quelli de' Veneziani, e ciò special-
mente nel Poli'siiio. IX' cri ni limo. Pirtrmtimii del Duea di Neo-
liarqh, e d'altri / Vili, ipi sopra li Dib'ati ili Oialitn i: (.'(erri. Onesto
scritto ha la d«ta dell'anno 1617.
1098. (■ninimtrr.)
568. delazione dello stato dell' Imperio e della Germania
sino all'anno i6a8.
Tutto questo gran codici! non comprendo . clic una Rekitione
della stato dell'imperili, e della Germania per tutta l'anno iCs8.
Oigiiized bjr Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 03?
Non risulla d'alcun luogo chi rie 5i;i l' autori', ina più comizio
sciiihratiii essnn s,l.il<> in Siiriiiii di'! papa prnsso I' impei-iiline.
La relazione è divisa in rjuattro parti. IVI1.1 I"si l ratta do' rumori
passali e presenti della Germania ; india il" dello stato attuale
dell'imperio Germanico : nella 1I1J del li elicci Circoli, ne' quali
è diviso l'imperio medesimo ; e nella IV' delle diverse leghe,
che si sono iiisliluitt noli' . \Unmo gua in nirii tempi, e special-
mente delle li 'gin: fin] li' ci Ma A fiw.it idie, lleiniiie. . e Svcuiihe.
In lino del codice è uno — M,tn di-Ile f»se più memorande, che sì
contengono nella lirluiinitr. l'eliso clic qu est' opera riuscir forse
potrchhe di molta utilità agli stuilj di que' dotti, che anche a
di nostri 5' intrattengono intorno olia storia di esso impero,
1100. (SIPPLÉllEKT.)
5fia. Libro dell'arte della Geomnnzi a, composto da Gherardo
da Cremona.
L'argomento di cui si t ratta in quoslo codice, il < pia le sem-
brami per molli rispetti rangu.-mlnvoic <:. chiaramente detto
net seguente suo titolo : Il Uhm dell' .irte delia (Romancia compi-
iti; 'in .■!/«, imi fihtmril:: i/n Cremi mi, ùlii n.Miri per via de Astro-
nomia et solio essi Autori iiiaipusto il lompiìitto anno Dai. nostri
m. ce. i.mMin. (Quest'opera , ì;i.ì scritta in latino Tu pubblicata
nella edizione, che di tutte le opere di Errico Cornelio
Agrippa fecesi in Anversa l'anno i53i, 1 \oV in 8°, c leggesi
alla pagina 5on del tomo 1°, — Se ne vide dì poi una tradu-
zione francese, che iii fatta pel signor di Salerno, e che fu
posta in luce l'anno itine, in Parigi. Ma della prese n le versione
638 MANOSCRITTI ITALIANI
italiana, che pur sembrami di qualche pregio, per le irida-
tili che ho fatte, non ne trovai ne' nostri hi bliograti menzione
alcuna, e quindi può reputarsi inedia, si com'è certamente
ussLii ri.sjiollahilc anche per la sua anticliìlii. In fine del titolo ,
che riportai qui sopra , leggo queste parole : Le prèsesi manm-
crit est vena de iioanjcs.
1105. [ 5DPPLÉHE\T. )
570. Relazioni politiche e diplomatiche sullo stato di alcune
potenze europee nel secolo xyi\
Si contengono in questo endice alcune relazioni diploma-
tiche e politiche di varii ambasciatori a' rispellivi loro governi
intorno allo slato delle diverse l'oleine, presso le quali erano
stati inviati. Ne irascrivo i titoli, si come le^onsi io sul prin-
cipio di ciascheduna, e: sono i seguenti : l*jfab|wu delduris-
ùone a Carlo V". Imperatore et a Filippi Re di Spagna [anno 1 3nH.
Il" flcfairoM.' iti Simi/a.-i </<■/ 1 iVirrisjjini .«Hjn'jr Vi, Ilici Soriano Am-
basciatore della Repubblica di Venetìa al Ile Filippo. É la stessa,
che leggiamo nd li" de' codici segnati noni' a33;ma in questa
v' Ila di più in fine un .Sommario di tutte l'entrate e ipese partico-
lari di Sua Mitici t'.itlUiliia. Ili" Sommnrin delle /Ustorie e antiche
et moderne di Spagna; importantissimo scritto per la storia di
quel regno che iu sul principio del secolo ivn' compose il
dotto autore , di cui laccai il nome. IV" Re/aliane ilei Carissimo
messa- Bernardo Nawgitro Ambasciatore a Pupa Paolo UH'., fatta
ai Senato Veneziano l'anno 1 558., della quale è copia, ma un
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 63 9
pi)' mini diligente 'li [jiifila , all' ardo1 voi" dpi codice segnato
num" 3l5. V* Relatione di Polonia, fatta a! Senato Viiarliaiw
I' unni' I :>;■.]. lini il/trisiiltli' sii/lii'l- trip.. lumi' l.'/ip-miiw. Vl'gga.si
ciò, che di essa relazione s'è detto all' artic' ui° del codice
segnalo num" 017. VI° IMui'r.n-.- ih ! rturisiimu situar Giovanni
Mkliicl ritornato dalli.: s-jo l.vqnzioru n'Intihiitvrra l'anno ìbbj.
VII» Trattalo Ma Lega falla Vanno i 570. fra la Santità di Nos-
tro Signore, la Maestà dei Re Cattolico, et la Serenissima Repub-
blica di Venelm. Non è altra copia di esso Trattato nella Biblio-
teca del Re; è lunghissimo, e contiene memorie di molta
importanza per la storia di quel tempo. Vili' Discorso sopra
la Corte di Roma di Monsignore Mino, et Rdmo. il Cnnìinaìe O. ri-
mandone, Vescovo del '/.nnle. Ilei (inule discorso abbiamo copia ,
anzi più copie nella regia Biblioteca. IX° ed ultimo. Discorse
politico sullo slato della Mosi.ai.ta. \ nomasi ciò ohe di questo dis-
dirsi! -'e 1 Iridi all' artic1 un' dri codici- venato [iu:nn i'rj.'i.
1112. [SttPPliHEST.]
571. Discorso di Giovanni Cervoni intorno alla famiglia
fiorentina Gondi.
Cartaceo, in pìccolo, [j rati.: 11 ivr-Lii, ih [ocinr 100. r.crolc \\n*.
Un discorso di Giovanni Cervoni intorno alla nobiltà, alio
grandezze, e virtù ridia (iorniitma famiglia de' Gondi, con-
densi in questo codice. L'operetta e preceduta da una lettera
dedicatoria di esso Cervoni , che vi si soLKMnvi:, indi ri Ita ,■[/
Clarissimo et molto illustre mio usservnnlissinio il signore Lorenzo
Gondi Fiorentino, et Commissario di Pisa. Esso lettera è data
di Pisa a' io settembre 1G07. È inutile il dire del merito
6jo MANOSCRITTI ITALIANI
letterario dell'autore dello foraosn orazione in lode di Maria
de' Medici regina di Francia, già pubblicala in Firenze pel
S 'i miinrlli r.ìniirj i .rj S 7 , [jiia Ir ni' In appunto i] (lenoni, llcsla
solo ii sapere se questo imi tritili abbia o no veduta la Iure.
1W trascrivo Ic.primo lince : « La nobiltà niello famiglie, illus-
- tri per antichità, rj pei ricchezze, o per arte militare, o per
■ virlù, o per dignità ili gradi e di stati, per sua Maturala
■ maggini-mcnle I'- gratili''//!' di ipst'll.i rillà, e di quella pru-
-vincia, dond'eììc traggono origine. Kra le molte fanii-
. glie, . ce. ce. Deve notarsi, che in fine del discorso è una
attestacene nelle forme del [Solaio Fiorentino Francesco Ma-
ria de Giuntiui, nella quale dichiara che — Jihm> millesimo
«-.ri attcstino neem'cJtmti nana, die cero Kiijcsiwi srptuiw .loreml™ ,
rctraetii futi (Mitri- jimnii ivpiti ce ifHtxItim libro cooperici cera-
niiiir, ciisteril-.: piiit-.i iìlìislrissiiiìnm GtnhuH Autonittm de Gtindìi
Palritiam Fbmonmn, et fila facto, per me ì\ot. injrnscripttim
'lilujr-nt: editino ne, in vmiiibiu ri jirr onniiit ctiiìconìurc imeni,
idit-npie me sntsrripsi : Eijo l-'rtitirisfiii Muriti dr iiiimlinis, ce. ec.
Sembra dunque per tulli) ciò, the la preseli le rupia sia forse
instamia ili qualche lettorato, che avesse iti animo di pubbli-
carla. Aggiungasi, clic qiiesln Discorso, sceotirbi.li>'- ìeggesi
sul principili, fu tolto da quel codice, che racchiudeva pure
hi — Descrizioni' drlir i/r,tndc::c drilli cititi di Fiorenza, e delle
azioni e if mode: jc drilli Sii-cuissiioa (ittnt tic' Urilii i dolio stesso
Cervoni; il quale nella Mijiraiidiil j Irllera tini iralori;i |uv-
» sarà pubblicata , sarà vista e lolla con piacere; ■ e quindi
rimana a veliere so noti solo il Dist<.-r<o sulla famiglili Conili,
ma questa Descrizioni- mei lei ma delle grandezze di Fiorenza
(opera che cerio esser deve di non poca importanza) sìa slata
Oigilized &/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 64 1
mai pubblicala. Del resto ritornandomi al sub contenuto del
presente codice, consultati ch'io m'ebbi nei proposito tntt' i
Ab. Bcttio bibliotecario della Marciana mio singolare amico,
il quale con sua U'I^ra tip' 18 ^iu^uo 18H 1 mi rispose ne' se-
guenti termini : < Nessuna traccia io rinvenni del Discorso del
• Cervoni intorno alla famiglia Fiorentina Gondi ; discorso
"ignoto affatto anche al nostro Gamba, il quale corrisponde
« alle sue cordialità . ee. Sono ben certo, che i letterati gradi-
ranno assai !a notiiifl dell'esistenza di questo codice.
1123. (semini!*!.)
573. Le Storio Fiorentine di Benedetto Varchi.
Bau volniDÌ carlini , in l'i il primo di pagine ifioo, il «Mondo di pagine idoo;
caralleri ramivi . .wili. un', 11™ l*ne conservali.
11 contenuto di questi due volumi ì il seguente : Storie di
Fiorenza de' suoi tempi di M. Benedetto Varchi Fiorentino. Ali Ulms.
ed Eccìmo. tignar ilio Olirmi. Cosimo Medici Duca II' dì Fiorenzo
• ■ Siena. Confrontando io questa coli' altra copia clic ili tale
cijlidjraussiina stori:! liu la ISililiolrcii no' due codici segnati
nulli* 369, potei conoscere, clic la presente, quanto alla dili-
gcnia e correzione della scrittura , è di non poco superiore »
quella; ma ha la disgrazia di essere difettosa nel fine di al'
MANOSCRITTI ITALIANI
1129. { siraiunr. )
573. £
iq lino. kcoIo mi".
Cui» prendesi in questo cudite una raccolta ili predichu, n
tome vi s'intitolano — Sermoni Cristiani. Ne ho letti qoà ìà varii
]iassi, e di due cosi! [mici avvedo ri pi i. La prima, eli' essi sermoni
min vini) (ulti ilei ìinsli'siiiio aulore; e In seconda, elio non
meritano general meniti die se ne tenga gran conto, nè quanto
alla purità della nostra favella, né quanto alla condotta 0 Irat-
Lizioni' diluii argomenti, la 1 piali- e al lutto bassa, anii triviale,
rmn t dichiarato il nomi": di alcuno dogli scrittori, tu; paniti
die sieno stali tulli, o pres*idii' lutti, co ti temporanei.
1268. (srWMSNT.I
57Ì. [iistrtrzioni per conservare in sanità il corpo
Mh'IiiIiijjij.: in l'obli'. i.lKil'i'ii ili- lindi, ili ;ii:;iiiri jitli. wcuìo 1IV,
Comincia il codice nel modo seguente : Qui appresso saranno
stritte latte le mbiielit de CJmpituli 'li i/iwiin libra il yuufe si chinina
il lil/ro de lo ingegna de la situila tt contiene in se di belle hj.it et
buone et utili a conservare la sanità del corpo do l'iiuomo. 1 capitoli
sono 181; il priniu do' quali ira Un dv l'aere quale e Laono 0 reo
perpiit sanamente dimorare, e l'ultimo tratta del Sale et di sua
natura. Dopo di ciò seguita «pia bella scienza et dilettevole la quale
Oiajiized 0/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. fiii.l
si chiama fiscnumia che insegna conoscere la niilura di cadauno
uomo per li segni ili. fin-ri ci per i iò s'appella jisanomia, che Jiso-
nomo ebbe nome colai che la trovo. ìndi si suggeriscono i rimedj
allora che amiate alcuna soperchianza in una delle ouallro parli in
cai è diviso il corpo dello Intorno, dà è capo, pelle, stomaco, el luti-
coli. E finisce il codice col ra-:como ili certi nobili el beile virtù
del Homo-ino h quali sono di numero avi. Non si dichiara il nome
antica sottoacriLnc: Qui JmpjilscWinf jcm^r ImDo™™ cfWI.
— . Vinai in esiti, sempcr cum Domino felix. Amen. Quant' è al
m<:n:<>=L Ì<-ir.ifi™ di irtiesl'o pera , ne g imi idi era mio i ciudi iicii'
arie salutare, bendi.'; lac.il inni le pus.-.;i prilline™, che niente
vi si dica , o proponga , o spieghi clic non sia noto a' nostri
fisici; ma quanto al inerì tu leLt-.'raiiu riguardo alla nostra lin-
gua in cui è dcltato, mi pare essere uno scritto da tenersi in
qualche pregio, almeno per alcuni vocaboli e per alcuni nomi
proprj di cose naturali, che forse sarebbero accolti di buon
grado anche a' tempi nostri, ne* ipiali lanlo lorlevoli ed utili
■! .uij si l'anno per accivicrrc- ia ricr lie/./.a della nostra lingua,
1307. ( swPiiMEvr. )
573. Volgarizzamento del Trattato di Agricoltura composto
da Palladio Rulilio Tauro Emiliano.
La traduzione italiana di di clic tu scritto intorno ai lavori
0 coltivazione della terra, ossia del Trainati di Agricoltura
già composto in latino da Palladio Umilio Tauro Emiliano
più volte pubblicato, e il contenuto ili questo bel codice. E
644 MANOSCRITTI ITALIANI
veramente bello , non solo per la finezza e candore delle per-
izio '', la uilitle/za (Iti' cai-atteri, [ice alcune miniature
che l'adornano, e per l'eccellente sua conservazione, ma altresì
e soprattutto per essere un pie/.inso teslo dì lingua, nella quale
si dò a divedere ben esperto maestra l'autore , chiunque ei si
sia, di questo già noto e pregiato volgarizzamento. Merita
ogni fede il nostro Gamba, e non dubito ch'esso volgarizza-
mento posto in luce in Verona pel llamanzìni l'anno 1810,
e per le somme cure dell' Ab. Paolo Zanetti a buona lezione
l'idollo, nulli! più Iorio lami a desiderare. Pure si com'è multo
probabile, che, massime considerata l'importanza dell'argo-
mento di cui SÌ traila in questa classica opera di Palladio, a
presto o tardi si pensi di riprodurre in luce la sopraddetta pre-
gevolissima edizione de.i lianuiuini , cosi io credo di non dare
nò cattivo nè inutile consiglio a' novelli editori ili poni pur
all'esame del presente codice, che probabilmente non fu ve-
duto dallo Zanotti, e spero non so ne 'troveranno scontenti.
Trascrivo le prime linee, die d.moo \*. legger ce^t' : ■ (lui t:o-
. miccia Palladio Rutilio Tauro Emiliano Intorno chiarissimo
. degni cosa di lavorio rli terra. Parie dì priidcntia et di sapere
■ è lo estimare chi è la persoua di colui con cui tu parli. Et
• però colui che ammaestro il lavoratore di terra non si debbe
1 insegnare ili parlare pulito pur arte di rettorica si come fe-
ti cero molti li quali parlando pulitamente et artificiosa 11 ieri le
• ai Villani u'è seguilo l'I in la lord dottrina, « ee. ce. Termina
il volume con quelle .■iole parole : l',.rp'int invilitili l'uiiadii ;<Y
AfjricaUani; e non v'ha indicazione alcuna nò del luogo, aé
del tempo, ne dell' amanuense, ne dell' autore della tradu-
zione. K dopo le sopraddette parole, si eonlciigono in Ire pa-
gine le Expositiom ili : mainiti ili l'allodio: con che si dà Gnc
al codice.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. GiS
1515. { SCPPLÉMEST. )
376. Giornale della spedizione fatta da Livorno
per Porto Maone.
Cartaceo, in S", tìifltteri corsivi, di pagine 07. secolo ivmD.
ben tonwmtt.
Si contiene in questo codice il — Giornale delta spetti an-
jatla da Livorno per Porto Maone il dì a 4- Febbraio 1781. Giunge
il giornale sino al di 3 del mese di ottobre di esso anno 1 781.
É già nota questa spedizione composta di Corsi, Sehiavoni, ed
Inglesi contro gli Spagnuoli, intorno alla quale ne parlarono
tante volte le gazzette di quel tempo. Qui però la storia è tutta
1337. ( SUPPLÉMEUT. )
577. Osservazioni storielle di Ambrogio Rossi
sopra la Corsica.
Com|!i-midesi in essi 17 volumi una sola opera, e questa
ha il titolo seguente : Delle osservazioni storiche sopra la Corsica,
deli' Abbate Ambrogio Rossi d'Ajaccio. L'opera è dedicata, per
lettera dell' autore con la data di Ripoli in Toscana del di
(i settembre 1819, — A Sua Maestà Christiaaissima Luigi X Vili',
Re di Francia e di jYuuarra. » Quest' opera , » come scrive l'autore
in sul principio di essa dedicatoria, » non deve vedere la luce
« se non ebe all' ombra de' gigli- Essa é il lavoro di quaranta
6i56 MANOSCRITTI ITALIANI
■ e più anni,! ec. Niuna difficoltà a creder questo, dan-
dosi uno sguardo alla soia materiale scrittura, rd alia massa
enorme del travaglio, cui
iIKosai dovette se
stcocrc.ll suo ono-
rjilu desiderili però non
fu adempiuto, e :
i' opera non è stala
ancora pubblicata , e. nT.uo^iir hi non saprei pronosticare se
ciò pii'i aceaderà, o tpiai:
do. Non già di' a
sa , come può ben
credersi Facilmente, non
contenga quanto
mai per ogni ris-
non non fu detto
oni ignorato , qui
le clie ne ho fatto.
dir 1' aitlorc, volendolo.
avrebbe potuio ri
Aula alla metà di
a stessa di alcune
pel modo con cui le espi
me e le tratta. Coi
edi <■ ìuduliilalo olii' se .
i taluno cadesse in
animo di porre in
luce una novella storia di-ila Corsini, non dovrebbe omettere
io studio di qui'sli volumi . e sarebbe assai contento ili rìtro-
varvici alcune particolari notizie, ebe indarno cercherebbe
anche oel Filippini, che pur n'é reputato lo storico classico
di qacll' isola. Tutt'i volumi sono gli a ti I oprali, e pervennero
alla Dibliotcca del re pel desiderili mamlesialo dall' autore in-
nanzi alla sua morte; al qnal fine essendo egli in Firenze
pregò il cavaliere de Fontcnay, ch'era allora l'incaricato
d'affari di S. M. Cristianissima plesso di quella corte, di ap-
porre a ciascheduno di essi volumi il sigillo reale a dò che
dopo la sua morir p;!i credi (li lui dovri-rno loilo trasmetterli
alili regia pubblica IJi bliolrc.ii iti l'arici, dov'era stia ferma L r t —
tem.ioiie, elic fossero stali consegnati e custoditi. Tutto ciò fu
eseguito, si come ri-ulla dah'ai'o aiitcnlico irunito di lolle
le forme legali, che vertasi in sulla prima pagina del primo
volume. L'opera ha i) suo terrnme in quell'anno , in cui cadde
Napoleone, e fu elevato al trono di Francia Luigi XVIII". — La
by C ciogle
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6i7
Corsica, già Francese; Napoleone, Corsoi il de Rossi, Corso;
l'opera incominciata -otto il reeuo de' lìui ln.'iw ; continuata nel
tempo della repubblica; finita sotto l'impero di Napoleone;
>' ria ultimo [Indicata a un Iterili ; creda,; pure cwinr pia-
cevole la lettura, e specialmente dei:' ultimo volutile . nei quali'
s'ingegna l'autore nel miglior modo die può c sa di star-
cene, conte dicono, sema gl'ave s:jo incomodo seduto non
sopra due, ma sopra più scrinine. Vcggasi il codice n° 5.ìo.
078. Descrizione de' Cieli, delia Terra, e degli Elementi.
Membranaceo, ii: Y. ljliI:.'iì s<::iiÌi!uLill. di p.i£Ì[]L do, si-culo il".
Una poetica descrizione de' cieli, degli elementi, e delle
tre parti della terra , di quelle cioè ch'erano anticamente co-
nosciute, ed in particolare dell'Asia, 6 l'argomento ed il
contenuto di questo codice, fi componimento è in otiava
rima, e le starne sono al numero di 1 di. — b, ornalo qua là
I! codice <T alci me minia In fu allu-ivo tdla divei-a oatioa de^H
argomenti, che vi si trattano, le quali hanno un qualche
pregio non solo per essere bene condotte nel loro disegno,
ma eziandio pel lor colorito. Peccalo che alenile abbiano un
po' sofferte le ingiurie del tempo! Venendo ora a dire soltanto
del merito letterario di quest'opera, non ini pare in verità
poter allegarsi come esempio di beilo scrivere, ina né pur
come cosa da spregiarsi affatto. Trascrivo la prima starna ;
Al Padre al Figli;) allo Spirilo sciite
Per ogni secol sia gloria et honore
M& MANOSCRITTI ITALIANI
El benedetto sia suo nome quanto
Tutte la creature hanno valore
Laudato el ringraziato in ogni canlo
Con pura mente et con devoto core
Glie confessata sia la sua contate
l'ieliì miscriairdij et dnriizle.
Non v'ha nome di autore; nè nota alcuna d'anno o luogo,
in cui fu scritto il codice, e dopo ì' ultima starna non si leg-
gono che queste parole : Dco oraltaj. Finis. Forse avrà veduta
lo luce nel secolo xv° questa operetta fattasi poi rara appresso
anche per essere composta di poche pagine, ma per le inda-
gini die ne ho fatte io la credo inedita.
1522'. — 1522*.— 1522'. (aowLtawrO
57 1). Raccolta di Leltere autografe di seritlori, argomenti,
e tempi diversi.
Sono questi In1 grossi volumi tutti e Ire segnati collo slesso
munito, i' chi li' lipomi le si fjui'iiti le! («ri; autografi; italiane, che
dividerò in altrettante serie quanti sono i nomi degli scrittori,
1° Lettere, e molli , .li (Irìslinn iiv Mi dici libinola di Carlo li*
di Lorena .moglie di Ferdinando gran duca di Toscana, e indi-
ritte a don Giovanni d«' Medici, queruli: dt'H' artiglieria dell'
imperatore. Il" Altre di esso Ferdinando al sopraddetto don
Giovanni. 111° Di don Giovanni de' Medici a Marco Giani.
IV Del dottore Peizcns allo stesso don Giovanni. V* Del Vinta
a don Giovanni. VI" Di Cosimo Baroncelli al Giani , allo stesso
Medici, e ad altri. VH* Di Curzio Pienone a diversi ministri
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6/,g
dui!' imperatori;. Vili' Di Giacopo Gasparini a Marco Giani
IX° Di Marco Giani a don Giovanni di:' Mediti. X" Molle l'iu-
niìe in mi Cise.in ili diversi -ei'ilt-jii, si <:<.-i lei Mu/./.i, dell'
Ughi, del Palli, del Valiero, del cardinale Barberini, del
Modesti, del Fei, del Bartolini, del Guidi, ec. ec. XI" ed ul-
timi!. Almi: e indite del -i piTiddetlo don I iiuvarini 'le' Mt iiiei
diveisi personaggi di allo rango, ed a' dotti di diverse na-
zioni. Sulla preziosa raccolta di queste ìeltcre, che sono più
di Soo, tulle aulugrnle , i! clic possono giudicarsi tutte inedite,
nulla io dirò, essendo per se ben manifesto il vantaggio,
che a' dotti ed a' letterali tornarne potrebbe dalla loro lettura.
1663. ( SUl'l>l.t*E5T. )
58o. Discorso politico intorno all'Alcmagna ed all'Italia.
Cariano, in i- [rande, caralleri tonivi, di pagine 800. secoli ti* e tir,
t [juesto un gran porlidn;;! io , ehi- contiene ima raccolta di
memorie, edili:, iiiauiiesii . didima/ioni , nctilita/.iùiii , leileie
pubblichi; e private, ec. ec., il tulio coneernenle. gli aliai i dell'
Alemagna c dell' Ungheria in sul finire del iv° secolo, c in
sul cominciarli cnto del secolo xvi°. — La raccolta è preziosa
ed importatile. Vi si leggono alcune scritture, che sembrano
proprio fatte oggidì; tale e tanta è l'analogia de' pubblici
all'ari penna nifi ed nni;lieie.si ri: rpe' tempi eon ([urlìi., die
si agitarono Fra' dipliimaliei a' «iurjiì nostri. Ma tulli questi
scritti sono in lingua latina e francese. Purv'ii» sul principio
del codice, o portafoglio, un discorso polilico e diphjmalìco
intorno all'Alcmagna, c all'Italia, scritto in buono e Lello
italiano in sul Unire del secolo w", elie sembrami meriterebbe
650 MANOSCRITTI ITALIANI
veder la luce pe' molti lumi clic .somministrare potrebbe alla
storia di quel tempo. Per disgrada però mancadella prima,
e di qualche altra cario nel meizo.
1762. (sefflWt.)
58i. Relazioni storiche, politiche, e diplomatiche scritte
in diversi tempi, e d'aulori diversi.
''. :■ ri J in t^lii; ] i L-.- ii, i li ilii-.i ...i.'iv: . .li [. i!!::ir ii.it'i \\a\
Si comprendono in questo codice gli scritti seguenti :
I" lleltiznnie. delio slatti di Piumini. Fssa e .scritta da un ambas-
ciatori: veneto presso quelli torte, e letta al senato di Venezia
nel suo ritorno da quella ambasceria, Non v'ha il nome del
diplomatico. II' Lettera di Antonio Perez secretano del Re Catto-
lico Filippo IP, ci™ (7 modo che deve tenere un Corteggiano favorita
per conservare la stia tuona fortuna. Veggasi l'artic°I° del codice
segnato n' 3rjn III' litlatiami /Itila stata e forzi: tlell' I mjicettton;
e de' Principi della Germania. Di questa relazione , ebe fu latta
ili li.mipo (MI' i il l [i. t,. li >:v !■"(■] dì] Lindo libinolo dell' Arciduca
Carlo di Gratz. che lo il figlinola minore dell'imperatori'
Ferdinando I", sono più copie in altri codici della Biblioteca.
IV' Reìatiene di Spagna, cioè Ordine della Casa del Re, Consiglio
ili Spaiiiia, .Spese ilei Re. Veseaiiì e! A n'i'ivsfui'i , Ltiji\aiji:j ili Spu-
gna, et entrate de' signori Titolari; lunga, diligente, ed esotta
relazione, che fu fatta al tempo di Filippo IP, delia quale non
abbiamo altra copia nella Biblioteca. No» risulta da chi sia
stala scritta, -nè per ordine di chi, nè il luogo, nè l'anno iti
cui fu scritta. Incomincia cosi : .Quasi tutti li Preticipi, cosi
« inlìdoli comi' fili risi inni . nel principio del loro regnare pi-
DELLA. BIBLIOTECA DEL RE. 65 1
«gliano con molta solennità c pompa le insegne del loro
- domìnio ; e questa ccrcmuiiia chi .ima no la In corona tionc , » ec.
E termina con le seguenti parole : . Ni: tampoco alcun Grande
■ può- essere decapitato per homicidio, o altro delitto com-
■ messo, eccetto però per questi tre falli : di Lesa-Maestà, del
• peccato nefando, et di Eresia. > V* eil ultimo. Discorso di
pra-i.i.'ivi-o fra ÌTapcm ■: Spai/su, dui filali; è più il' ima copia
in altri codici della Biblioteca.
1763. ( SCTP1ÌVF.P.T. )
58s. Descrizione dell'isola e regno di Candii;
di Marco Boschini.
Cirtacetì. io 4" Brand*, carjUui l',i;.vl. ni y^-in- , jo. secolo in'.
Contieni: in questo codice mia descrizione o più veramente
una statistica dell' ìsola e regimili Cantila. Molte relazioni poli-
tiche ed amministrative di quest'isola, scritte da vari! ambas-
ciatori in diversi tempi . po.-sede In llihiiotcca del re. Vergatisi
i còdici legnati nnm" tso3, 3a3, Ì74, e soprattutto il a" de'
codici segnali n' fio/i , eli i-.ii siilo tic ne i-jccìi inde. Ma la pre-
sente di cui do notizia è al tutto diversa dalle sopraccennate .
non solamente pel metodo che fu adottato dall'autore nell'
osservare e descrivere le cose di quel!' isola, ma altresì per-
dio, quantnnrpic. ci non fosse m'i polilico, né diplomatico, né
letterato, pur era un uomo attissimo a dar una giusta idea
ili ciò die più imporla sapere , onde conoscere e Ine conoscere
lo stato pratico di una amministrazione. L'autore di questo
scritloè Marco lioscliini Veneziano, nome ben noto per altre sue
produzioni storiche e calcografiche. Già è conosciuto il libro
er» MANOSCRITTI ITALIANI
die Ila per [Itolo : Il Regno tatto di Candia delineato, e parie a
;i.:<ric in<-i'/ìiaiM /tu Mamj B::.<-:!iiui- Vaìrtia i(ìji., in foglio; se
non che ne) pri'senli! mtìIIo si jiociiiilrano alcuni; e non pic-
riole cEfibreuic colf opera giri slair.pjla. i^W è per tanto indu-
liitato, che av rnilu sol In degli ocelli Ih»' i (.orlici die Ilo qui
sopra indicati , e posseduti (Lilla regia Biijliotrci , i quali trat-
tano dell'isola di Candia, potrcbl>esi, volendo farsene una
novella descmioot, giovarsene molto e con molto frutto.
1764. (sUPPIÌMENT.)
583. Storia de! Conclave nel quale fu eletto il Pontefice
Alessandro VUJl0.
(!om|)iì:iii|i,.fi in questo codice la — /Ustoria del Conclave
onde usci Pontefice il Cardinale Pietro Ottholono coi nome di Ales-
sandro Ottam, opera divisa in tre parti, o vero in Ire Tempi; e
iic-fer(.-i i!al'~ tinteli-- nlt' KniTin. e Zumo- stonar Cardinale Pietro
Quhobono Nipote di Saa Santità, in Roma mv decembre 1689.
Questo titolo dell'operai suntuosa mente scritto a caratteri
d'oro nella prima pagina. Non si saprebbe desiderare un co-
dice di più beila •- nitida scrittura di questo. Per tutti gli este-
riori ed illU'iui indir.) può eiviliTsi r»n» I' .>>empl.i]v [di.].'-
simo die lo storico offerse in dono al suo Mecenate il cardi-
nale Pietro Ottoboni ; ma nò nella lettera dedicatoria , nè nel
proemio o avviso ai lettori, né nella introduzione alla storia
si trova, e nè pur può congetturarsene il nome dell'autore.
Non ù veramente a proporsi in esempio di beilo scrivere in lin-
gua nostra, ma sì in esempio ili .storico accurato, impaniale,
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 653
e fedele di tutto ciò che accadde in quel conclave, ed è por
ciò fra In moke relazioni di conciavi da farsene buon conto
per l'ntiliti clic può tornarne alla storia quel tempo. H
volume è magnificameli le legali) , doralo sui logli, e colle
armi del Pontefice impresse in oro sopra le coperte del volume
medesimo. Al di sopra del titolo, elio riportai da principio,
leggesi scritta d'altra mano questa aunota/.ione : Doni* <i hi
lltblwthitjui: des V.apscms de Suinl-limorè, par le P. Angélique
de Paris, Capacia. Agenl.
1765. [wmiMEKI.) '
584. H Capitolo Fratesco i poema composto da Sebastiano
Cartaceo, in /f grande, caratteri conivi, ili pagine àio, secolo «II*,
11 titolo del presente codice è come segue : Capitolo jra-
tesco cainposto dal Padre Tiiiibriitiio S'irhiit Aemdemìeo Lepida
Reggiano, ce. ec. Intorno al merito di quest'opera, vegga
il lettore , se così gli piace , ciò che s' è detto del codice se-
gnato num° 545, di cui è una copia. Uè perché nel sopraddetto
titolo si vede cangiato il nome dell' autore si pensi die siavi
pur cangiamento o diversità alcuna tra questo e l' altro scritto.
Sappiasi che Ttsiihenum Sechiti è I' -inagrii moia di Sebasliuno
Chiesi; e in falli actjil ricini di os^vvare . clic lo lettere per le
quali cominciano i versi delle cinque ultime stame del com-
pilili un'ilio d ar.no a leggere di ia ramni to rosi : lidi-utiano (,','ir.rfi
Reggiano Accademico Lepido ; com'è pure net codice sopraddetto
num° 545.
65A MANOSCRITTI ITALIANI
.1767. (ibmùnfrx.)
f>8à. Volga rizzamento dell' Oracolo Manuale, già composto
in lingua spagnuola da Vincenzo di Lastanosa.
di Prudenza; di Don Vincenzo di Lastanosa; tradotto in lingua
italiana, e dedicati' allu Illustri, unii w,iiii."ii Mmuierot. Sia giunto
o no alle mani di questa doma il presente codice, ch'c pur
legato maciniti a un'] itn, unii m saprebbe cui affermare; e nè
pure contiseli l'è chi ne sia il Irai! ultore, il quale nella lettera
con queste iniziali , eh' io certo non saprei diciferare, G. B. F.
— Sono però imi uhi [ale li; scrunili cose; e la prima è, che per
tutti gl'indizi (Ine reputar;; ii i od ice u litografo noti che auten-
Lit(i, die fu ibi tiailiillnri' dedicali, allu signora Mulinerò!; e
la seconda, che il traduttore, sccondocbè parmi , non era tene
instrutlo riè della lingua da cui traduceva, ch'era la cnsti-
gtiana, né ili quella in cui si propose di traslatore quest'
opera, cioè l' italiana, liasla li bere uno de' loo capitoli, ne'
quali è diviso l'Oracolo, perchè ne sieno persuasi anche tutti
quegl' italiani , che ne sanno onon nesannodella casligliana ; sì
come fra il mi un.' ni ih quieti uiiimi ci sono io pure. Ma quant'
i: alla soslaiii-a delle dollrine, e la sodeiia delle massime,
sembrami vcr.niicule. un libro doario li essere conosciuto. Io
non so se sia stalo tradotto in altre lingue, non ritrovandone
Fatta menzione da' liibliografì; e né pur si saprebbe dire se
l'autore sia o no il celebre antiquario Vincenzo di Lastanosa,
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 655
poiché il diligentìssimo Bruirei, die ci enumera, oltre le sue
opere fatte ormai assai rare sulle antidn: m udii;;! in mulete
spagnuole, pubblicate in Huesca e Zaragoza in su la mela del
secolo ivil", ed altre ancora di diverso genere, non fa men-
zione di questa.
1768. ( surf lem eiit. )
586. Atalia; tragedia del /Infine, voi gain /.aia dal Conti.
I! Lilolo a l'anioni mito ri i -1 picwutf. un ilei- r rpn^:n : Aiulia.
Tragedia trulla dalla Scrittara Santa diMr. R. (Monsieur Racine),
tradotta dal Siijnar MiIiiiU' Gatti \'ulak rcaeta, l'anno di nostra
salate 1736. 11 componimento è diviso in cinque atti. É pre-
ceduto ila una lunga prelazioni: dell'autore, nella quale rende
ragione di tutte le parli della sua opera , e previene e scioglie
le obbiezioni die gli si potrebbero fare. La traduzione, come
ognun sa , non può non esser degna di quel bravo poeta e filo-
sofo veneziano. Si dirà ch'io ho falle qui anelli: troppi: parole
su questo lavoro (lei Conti , ebe fu già pubblicato nel tomo 1-
delle sue prose e pwii: positi in luce in Venezia l'anno I7'3g,
pel Pasquali ; ma si consideri , che in leggendo io qua e là il
presente llianoscrilld, potili i:iillosi:e)l:, rli'i'Mio onó , pur ìli
somma sua correzione , essere consultato con molto frutto nel
caso che si volesse di bel nuovo riprodurre in luce le opere
dell' aliate Conti.
K56 MANOSCRITTI ITALIANI
1769. ( 6tFPlÌHEHT. )
587- Vita di Paolo IV. — Ricordi di Paolo UP.
Mai Le de' Carni ji:><-li.i.
Tre scrini si contengono in questo codice. 1J La vita del
papa Paolo IV', eliti l'u il cardinale Caraffa Napolitano; della
quale tacesi il nome dell' autore. Fu questo papa, che aveva
persuaso il suo antecessore Paolo 111° A' iusliluire in Roma il
tribunale della inquisizione; ciò che Ju fatto. 11° Ricordi del
papa Paolo 111° al cardinale Farnese suo nipote. 111° Maligne
della morte de signori Carrafachì eioè il Cardinale. U Daca.il
Come di Alifi, e Don Lionardo; fatti morire dal Papa Pio IV,
i'nnno i 56a. Nulla più oltre su questi scritti.
1770. {swpiìmekt.)
588. Istruzione del Papa Urbano VII!" al Cardinale
Ginetti.
Cartaceo, in i- grande, caraUnri ninhì, ili pgiiir 3oo, secolo iyii".
Comprende questi) codice la — -Inslnttlione data al signor
l'.-irJmalr (ì t'ietti l.-:..iitl-> 'le Ktta-: ut (.'a/ssu per l.t pare BwcrsaU.
Di questa iuslnndoiie , che I" dalli ni esso cardinale dalla corte
dì Roma nei pontificato di Urbano VII1° per trattare nel cele-
bre congresso di Colonia in unione li* ministri di tutte le po-
tenze europei1 iidle pritc generale, abbiamo due altre copie
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. tì57
nella regia Biblioteca : l'uria cioè all'artic* V° del codice se-
gnato num° ago, e l'altra nel codice segnato nuni" 3n.
Rimetto il letture specialmcnle a quest' ultimo.
1771. ( 5UPPLÉ1IENT. )
S89. Relazioni politiche delle Corti di Roma, di Venezia,
e di Spagna.
;.:.il.KC.'. ir- iJi-nn-li' , r-^rs-ii tiri .-n?'ivi. di p.ipjnr soo . ^colo *vi;'
ben anuBvato.
Tre relazioni polìtiche e diplomatiche si contengono nel
presente codice, e sono : I" IMnlmw della ihrtc dì Roma, sani
ojjitti , Governo t lini : il/H.i ipiiih- icla/ionc altri' copi'1 in pili
codici sì conservano nella llihlioler.a. 11° Rejaùoae (Mìo Stulo
ili Veneti,!, fatta da Dia- ,K/.:.jr,u dalia. Clama Martha: dì lìcdmm:
già Ambasciatori- per la Maestà Cattolica presso delta Repubblica,
l:t:u .7 l'.'i Cardijiaìi. di Stinta Cl\itv>. Iti questa relazione e altra
copia e" assai più corretta nel c odil e stigliato nuiii" .1 iG. 111° Re-
lattone, di Spaijiiu fatta dall' Ilinio. et Et:t:(mo. signor Leonardo
Moro Ambasciatore animarlo per la serenissima Repubblica di Vene-
zia appresso Stia Maestà Caìlaii-.a. Hìl !,■ Lìilsliutfca situi copili
della stessa relazione all' arlic' \" nel coi li ni segnalo n 11111° 4p,7-
e, se cosi pince, vengasi pur ciò clic se n'è detto nella des-
i-ri/.ione rli'l indire segnato mini" '.ini, all' arlic" 11".
658 MANOSCRITTI ITALIANI
1776. ( suppiìkem-. )
figo. Trattalo di Geomaniia, di Gerardo da Cremona.
Membranaceo, in i8"> araueri &emìgotìci. di pigine iyoT aerale ir.
Principia i] codice nel modo Seguente : In nomine Domini.
Amen. Qni incomincia il libro \ che fico il maestro Gheranto da
Cannona forarne ftontfi | iti/uni,- liltm jiarlu ikltrt natività dello
/monto et de h fontani fi (fu fo™ («/«r i-( soll'i ai i/uale pianeta sarà
nuto. Et annuii .<<; /« frmenu i/rm-iilit partorirà maschio o fomena
et dì che maniera .timi (/ ii.i:. f:<ihualn.„ ìil ajjii toso fi può uefllcrc
/»r fi A/faUtii im 'Viri '/ni '// s«»<. per rrurair Jc piaitete. Termina
il h iiiL-iNi villi' iiilliirni!- eli'1 ])os:,oii» averi: i' ^eclissi del sole
0. della lima nel nascere dei!' uomo o della donna, in line non
legsjonsi , clic le seguenti parole : Laus libi sii Chrisle. Quia
libcritxidir.il iste- V. questa piuttosto una compilatone, etra
min v.-ifiirirm dn!l'npn|-a di trerardo ria (JrennniLi . inlonio alili
quale puri vedere il lettore, se gli aggrada, ciò die se nò
detto nel codice segnato num' 0G9.
1770. ( bupplìicebt. )
5c)L. Satira di Lorenzo Aziolini sopra la lussuria.
in iai,iHi.[i i .ii .ìw . ih [.mine .iìi. mtuÌ'n ivnn.
di conservazione.
IVI seguente titilli) li dichiari! pur il contenuto di questo
codice : Salirà sajtra In Lussuria, rnaipusili'jiir ili Mmtsitjtmre i.e-
1. '.it.'.-. .1 'il.; VCìf-if: -il ilipainttlillttl , i'.'M J;'./Il7.(i;-1 ilr' l'rtth: Ipt
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DELLA BIBLIOTECA DEL 1\E. tìog
et m)'vU'iii) di'ili i.tiHiiifhc di Fmw.ii! ■: S/i/iiiim. ìì quale titolo
è adorno di un arabesco ad uro e colori, avendo all'intorno
de segni vescovili ; e se non è l'autografo, panni esse re quel
codice medesimo, clic l'autore offerì in tributo a gualche gran
personaggio. Yv già posta in luce questa satira fanno i liSfi
in Venezia in una .Scelta di poesie italiane dell' Azzolini in 8°,
ed è componimento lodatissiino dal Crescimbeni e dal Man-
chini di Prato. Del resto il presente manoscritto ha il pregio
d'essere correttissimo.
1777. ( SLFPLÉMEtlT, ) .
593. Lettere di Vincenzo Luccioli senile in nome del
Cardinale Otloboni.
Cartaceo , in S*. nriltrri rorsivì, [ìì (kiijIiu- '] io, setolo l'ir,
ben conservato.
Compieurlesi in questo codice una raccolta di — Lettere
famigliari di dimisi generi scritte per •rri itui di II' Umiiwntisiimo
signor Cardimi/e OtihJriiu dui ,'15111," \'iiuen:n Luccioli da Beva-
gnu Aii/mlHriu di dello Unititi, in lltma et 111 Brescia. Quanto a'
personaggi cui sono indiritte queste lettere, può pensar di
leggeri il lettore, ch'essi furono tutti 0 pressoché tutti della
più alta sfera, si come l'imperatore, il duca di Mantova, la
repubblica di Venezia, la duchessa di Parma, il duca di Mo-
uon si possano allegali.' in esempio di ('litania di stile e di
purità di lingua, pure sono senile eoo mollo sapore, e con
tanto nobile semplicità, clic la loro letlura non annoia punto,
ma pel contrario reca piacere. In fine quanto all' utilità che
per la storia del tempo può trarscne, essa è evidente per se
olio MANOSCRITTI ITALIANI
medesima. Cominciano osse lettera dall' anno i65i, e giun-
gono fino all' unno 1673.
1778. (sumimsT.)
5u3. Vita tleil'abbiilf dulia iturnera, scrilln da don Francesco
di San Bernardo di Mondovi.
Si dicliiara da bel principio il contenuto di questo codice
per le seguenti linee : t.a ril-i del Yriiiml,ilr All'/ite Dan Giovanni
11 Sanctii Benedetto, ovcro delia Barriera, lìUtùntort delia Congre-
r/ulIONC Fogliense; «imposta in liaifiia italiana dal fimo, Padre Don
Francesco, di San Bernardo di Mnndovi, Superiore (•','iirraie della
V.i'iiijivantium- rifmiial.-i di San ìiiniiiid.i; Mi' iintama e per comun-
damentodcgli limili: micini! Canliiiuli Fy.ini.i.yr, ri Auinm-i lìnrinn-
•ii, nipoti dei Smo. Musini Siijiiim Urbani Pupa ViH° in Roma, nel
ii, mi .11 tino di Salita !':n:cr.i'iii\:i ì'miiri iG.il>. .Non è a mia notiiia
clie questa vita contenuta nel presente codice sia slata posta
in luce, ma ciò non è improbabile essera stalo fatto al tempo
della cali on illazione di esso Abbate della Barriera. Certo e,
die quanto alla lingua nostra essa è qui assai polita; ma
■guanto alle cijsc e soprattutto ai miracoli, che vi si narrano,
in penso che un'idi l'eeelrsif;sLLi\j f'n isioiil1 medesima non ne
|n-ruu'ltcivbbi: I' impressione. Nul principio del endice è il
ritratto d'intaglia in rame del venerabile Don Giovanni, il
quale era Fram es' , le^emlm i-i : fi. .fumi nei de fa Barrière, e
leggendovi.^ per l;i copia di una sua lettera scrina in francese,
indiritta al padre Itoillart, nella quale si sottoscrive casi: Votrv
Immote et ahéissant frere en nre. Sàgaear F. Jean, Abbé des
Fenilluns. De Home /'un. 1009.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 661
1779. (SUPFLÉHENT. )
5o4. Trattato della pittura; di Leonardo da Vinci.
Cartiera, in 8". corniteli univi, di pagine 300, secolo mi',
nardo da l>W; inl,>rno al quale, rsamiiianrìo-ic , .:;„■;,! Ir,-, ,■
l'ortografìa, io non ho alcuna difficoltà a credere, che sia
stato scritto innanzi la primo magnifica edizione, che di
questa classica ii|iera fu uuliMicata io Parigi l'anno i(iyi
in loglio per le stampe del Langlois ; ma oltreché In presunti1
copia manca di alcune carie nel line, iu pur male eseguita,
e eoo molta negligenza per parte deli' amanuense.
1780. ( SCPPLÉHEriT- ) "
5qj. Statuti de' signori Inquisitori di Stato in Venezia.
Si comprendono in questo codice gli — Statuti, leggi, fi
ordini delli signori Inquisituri di Stato (di Venezia), («ilio mila
erettione loro, quanto ne tempi muésrm ■ m oaah rata j>renn(h.
il modo del Governo casi intani, come /airi della Città; et tanto <dn
Ministri de Premiai, guanto con proprj Ambasciatori; diffusi in
capitoli cento e tre, È divisa la serie de' varii decreti fatti in
tempi diversi da que' signori Inquisituri in tre Istituzioni.
Nella 1", che incomincia dall'anno i454, si contengono de-
creti, o. come ivi detti, capitoli 48. Nella II', eh' è detta
663 MANOSCRITTI ITALIANI
Aggiunta al m/iiMim- tirili f ttjtitirt Inquisituri di Stato, sono capi-
toli a i . E nulla IH", eli.' e della Aifjhim» mmisuma al sopraddetto
Capitolare, Iti i/utile. Mt: ti un prtiu-.ìpiu uri tempii, tli't-ra Inquisi-
tore il signor Domenico Molino, 51 contengono capìtoli 34 . i
quali Lutti formano la somma (li capitoli cento e ire. Può
|>l:lisil' ili lci;i;i.'n il I u < 1 1 : [-. .■ cuci ipi.uitii eirrospc/.ione e con
quindi può credersi (poiché iì codice a parer mio ha ben più
di due siH'iili) clic a qualche ani lui. scili torc Jrauccse presso
quella repubblica l'osse rilucilo di aver questa copia di quello
Itiquisitoriali ileteijtiiiiii/ii.jiii ; le quali aiileuliclie se ne stanno
adesso, come creilo, jprrt.; a^li occhi di iliiinii(tic ne' pubblici
archivi in Velleità- •
1781. | «IPFtiMEIlt. )
5<j6.La giusta sia te: va de' Porporati, viventi nell' anno 1
Cartacipi. in rt' grandi:. (ìli-.iOitì r..rsiii . di pogiop a So .
dì buoDacpnjcrvsiionc.
Il litoio di questo codice è : La Giulia Staterà de' Porporati,
dure s'inlentlr l'i ritti, nasi Un, ilist t-titlniui . pussil.i/ta , iitclinutitine,
ricchate, m'rtù , et vitti di tati' i Cardinali viventi del i648. Vegga
il lettore, se cosi gli piace, ciò che st. detto intorno a quesl'
opera nel codice segnato nnm° 370, di cui 0 copia il presento,
ma beo inferiore a quella per diligenza ed accuratoiia di
L'11 l'zod b, Co
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 6fiì
1884. [ 81PPLÉ1IEST. )
397. Relazioni politiche e diplomatiche della città del
Quinsai, dell'isola di Malta, delia Sicilia, di Lucca,
della Francia, della Polonia, di Napoli, della Dalmazia
e del Levante, di Genova, di Costantinopoli, de' Cantoni
Svizzeri, della Savoia, di Milano, e di Ferrara.
C.Irtsreo, in fogli», «nitori corsili, .«ole ini", .li pagine lòoo,
Il titolo che internamente cosi ch'esteriormente si dà al pre-
sente codice è questo : Itela/ione della gran liita drt IJniii.wi . e
dei Ite della China e ilio goceno et altre particolarità. Ed è vera-
mente così, clic per questa Relazioni: sì dà principio al codice;
ma altri multi ori iinprirlinili sn [ni esso contiene, de' quali io
dovrò confin urini a dare poto pivi che gli argomenti, ed il
lettore potrà a suo agio farne quelle considerazioni : ed «isti-
tuirne quelle ricerche , che gli saranno più a grado. Gli sentii
sono i seguenti. 1° La sopraddetta /W'f.'r.nc Jrlla ijriin viltà ilei
Quinsai, ce. ec; nella quale si tratta del sito deila provìncia
de Musici, del lago m'è [insili ii Quinci: . della | insrv li ino Ic|i.i-
grafica del Quinsai, del suo gran tempio, del palazzo re; di',
della sua popolazione , della sua ricchezza, de' costumi de' suoi
abitanti, del suo tu ri-i tu rio, degli animali, e di hit lo ciò di
cui essa abbonda. !''" scritta questa r-ehiy.irino in obbedienza
ngli ordirli di un allo persona""») , imi essa e dedicata dall'
autore, che si sof tosi rive N. iV. nella sua lettera dedicatoria, la
quale incomincia cosi : .Poiché dicendole in questi giorni,
.che alcuni gentiluomini francesi desideravano d'intendere
.ciò che mi sovvenisse della maravigliosa città del Quinsai,
664 MANOSCRITTI ITALIANI
V. 5. Ilìnla mossa di nobile desiderio dì sapere , » ec. ec. IP itc-
laiionc dell'isola di Malia. Non lia nome di autore, ed t indi-
ritta ad un papa , di cui lacesì il noni i". F. diversa da quelle
clu' lediamo in stiri endici di questi regia liibliotcco, ed in-
comincia con queste parole : «L'isola di Malta, Beatissimo
l'.idif, posseduta Loggiib i'l latta validissimo propugnacolo
■ contro gl'infedeli, ■ ec. 111° fir'n r.iiww ^iHtii u dei governo dì Sici-
lia. Non ba ninne di autore, e le prime lince danno a legger
cosi : ■! Siciliani nei]' universale Simo più astuti clip prit-
« denti, più acuti che sinceri, amici di novità , litigiosi , adii
. latori.... ma questi medesimi sono obbedienti alla giustizia,
«fedeli al Principe, pronti nel servirlo, affezionati a' forp.s-
«lìeri,- ec. ec. IV" Ih-lmiune della lefiiihidìin di Lima. Questa
relazione pure è anonima , e principia con le seguenti parole :
■ Questa è ritta nobile; è pinta ne] hi Toscana; è dilaniata cosi
«da- Lucramene lic de' Toscani. Dice Slrabunr ne] quinto
V Relazione del regno di Francia. Si da princìpio cosi : . Ho
• veduto il regno di Francia nel tempo di questa mia lega-
gliene sotto tre forme fra loro differenti, ■ ec. VI" lielalione
copiosissima del regno di Polonia riferita dall' Aliate Raggiere a
l'io IV°. ritonmmk Smith dai He .%;.•-«!<:. a ,-(o Augnilo n «r,-t,i-
del Signore i5G8. Incomincia in questo modo: «Ancorché,
■ Beatissimo Padre, io abbia continuamente ragguaglialo la
■ Santità Vostra con lettere negoziate per ine in Polonia, . ec.
Vii» Relationc del regno di Napoli. È anonima , e principia cosi :
■ eccetto da Greco e Tramontana, dove confina con lo stalo
■ della Chiesa; gira i4Go miglia, ■ ec. ec. VBJ' Relazione della
Dalmazia e Levante , fatta dal clarissimo signor Andrea Giustiniani
Conno 1S7G, Sì dà principio in questa guisa : -Dovendo,
■Serenissimo Principe, alle Signorie Vostri- Eccellentissime
"riferire lutto quello clic i) mio claiissiino Collega Valerio
'fi! ni ajiliiamn (..perirlo Nii.-licsto i ? li .il lei 'li !)iili[i;ni;i
«Levante.» ee. E mollo diffusa la presente Religione Ila
quale si rende pur conto in particolare di tutte le città, vil-
laggi, e luoghi clic SODO compresi nella Dalmazia c nel Le-
vante. IX" Rc!a: io ne compitissima della irpnbbliot ili Gettoni. Non
è dichiaralo il ninne dell' anioni, ed è la slessa clic leggesi all'
arlic° 111° del codice segnalo unni'' 3 io, eri in torno alla quale
può veliere il iellorc , se tosi gli |>ìace, ciò che ivi si è dello.
X° Relation? cunijiil'iiinit dì l.'w.'.r. ir \:a.:-oli con lo stili- delle in/iji
Miro Fiutone, tanno i6ià. li anonima e comincia così : < La
« ci Ila iti Costantino! ioli v i-i I) 1 1 1" ' <:at j sopra ti ria punta (li Ter-
■ rafenna, die entra nel canali' che tiene dal Mar Muggini''
■ dolio Mare Negro Adriatico, » oc. Assai bella, e molto sen-
satamente scrina I; questa relazioni-. XI" Relutione ili Helrrlia
che ultrimcnte si chiama lì tredici Cantoni ile' Signori Scìz;cri.
Non è dichiarato il nome dell'autore, ed è divisa in capitoli,
il primo de' quali principia cosi : ■ Gli Halvotìi dagli anlichi
■ se ri Ilo ri Ira i pupilli rhr- di Ila (Irdli.i I inni al a erano chiama li
oggidì nella superiore Germania. ■ ec. Si
danno le notizie
storiche di ciaschedun cantone in p artico-
lare, c sembrami
li il a relazione fatta con inolia esattezza.
Xll" Mattone dello
stato del siijnor Daca ili Sutoia. È anonima .
ma in leggendola
si viene a conoscere, ch'essa fu scritta da
un ambasciatore d
■ ch'c di riferire a
\ . Maestà quello ch'io posso aver osservato
■ nello spazio di n
lesi mil, ■ ec. La relazione ò assai min» la-
uta. XIII" Relalione ili Milano e suo itolo.
Questa pure è rei
azione anonima, e fu scritta nel tempo che
IÌ66 MANOSCRITTI ITALIANI
la Lombardia Milanesi! era Miggotla al dominio della Spagna.
Incomincia in questa guisa ; . Li: cose die a me è qui paruto
«di dover riferire a V. Altana intorno alio sialo di Milano
■ sono quella stesso elio couuuteinonlo desiderano i Principi
» -aiioro per i n forma ti onc , non tanto dolio If istorie c de suc-
« cessi, quanto delle forse e dogli interessi dogli slati al-
■ imi, . ec. XIV" od ultimo- Relatione di Ferrara e suo dominio.
Non lia nome di anime, ed il prmnpin n'é questo : ■ Ferrara
■ è ri Uà granilo d furie por ossero | tosta in silo jiiano et basso.
• E cinta intorno di buono nutra, ■ ec. Fu scrina questa re-
lazione nel tempo die vi regnava il duca Alfonso; e finisce
così : Falla in Homa ci aula a N. Signore a xsyi dì Gennaro
i 595.
Oltre a quella relazione, dì cui s'è detto alfartic" IX' di
toglie al inerito od importanza del" codice stesso, e tanto più
eli'csso fu lotto srritio con molla dilìgono dal principio al
Cito. Anzi dico il vero, obe s'io avessi pollilo avrei ben Vo-
lootieri imitato l'esempio di colui , die fu un di possessore del
proselito codici', in lino del quale lasciò scritto le seguenti
parole : Incomiiirim Ji li:i:/<-,r. Reciti. libra il primu ili Moggi"
i liSo ri hu fintiti li ■! i ^liufr/iti in Imre 1 1 di tempo.
I 936. ( SOTPLÉMEMT. )
fioci. SoriediMeda^lio impernili della casa Palazzi.
Il titolo del prosi 'il coi lire, e Ite lotosi nella pei ma pagina.
DELLA BIBLIOTECA DEL HE, 667
è il ve; urinili i .iene di nii-tlwjlir lutjH-tìidi di prima e seconda
grandrztil tipptifU-nrilli all'i limi':, di crini l:nìa;:i 1' indi pil.isilh; ili
casa Boschi, la urie delle granii comincia da Adria™, e stenditi
fiso a Crispo Cesare. La serie delle mezzane, dopo alcune Greche,
comincia da Giulio Cesare, e segue sino a Posiamo. Benché sem-
ini hi visti, die 1111 calalngri di meriggile dm appar-
tenevano 0 privale fn nii^lic sìa 0 possa esseri; di poca
importala pegìi amatori di così fatti studj , pur l' esperienze
multo avendo di musi vaio il eoulrario, specialmente ne' cata-
loghi ili Mitri tl' li - |i,irlii nliit'i hiiilielev-ii: . pensr> die -afa n
potrà etscri! loro gradita la notizia di questo codice. Intorno
al quale niente più io dirò, se non clic quello clic descrisse
le iiit'iliij^lie ne .sa pi vi, tu me mi pare, assai bene del fallo suo .
non polendosi desiderare uni più fedele, cbiara, eri esatta
descrizione delle medaglie medesime.
1992. (surpiiHEM-.)
5gt). Relazioni ed Ignizioni poìilieho e diplomatidie.
Si ei;!i:orin::-tiij in queilu te-dive iji senili seguenti, de' quali
pongo sottri degli ovvili de' lettori i liluli come vi si leggono.
I" Rclalionc dell' A mia se ia to re di Yntetia ritunutto dtiìla Curie Cat-
tolica, ifoee tali» di-ile fusi- «mi-fé dui pritit ipin ili Filippo I" sino
aì!c rci-i-ltitioni ili Ci.ttitioijii.il 1011 ia ritti c libìdica, del conte Duca
(d'Olmrez). Questa sensatissima relazione, di cui tacesì il
nome dell'autore, e di cui non abbiamo altra copia nella
Biblioteca, abbraccia per tre quarte parli il presente codice,
e può dirsi un vero quadro dello stato fisico, politico,
66S MANOSCRITTI ITALIANI
animinislralin-i. inililn ir . l'enti. unico, reliixioMi, morale, e so-
i i.'lc il ■! ..:m;;i:u ilo .' <]Oi'l lempn. I.n C politica del
'■olilo duca d'Oli vare/, , cli'ó in fine 'li questa ivlj/.ìono, è t| nella
stesa clic le^jjiiiTiici nel inilirr segnato unni" 3i)G dov'è più
to nclta clic nel presente. il leti o re. ,tcij«ì piace, il so-
praddetto codice. IPInjdOzMine ai Jiflnor /)«™ i(i Errano™ /Jm-
hasciatora Cattolico in Roma tirai il m«fc cerne Jote (nidore Sf rate-
duca di Terr.itn» a alloraelié amli'i pivcrnatorc in Milano.
Vedasi l'artic" l\ " del roilirc seminilo 1111111" 335. HI" Ragiona-
menti' dei Ile l'Uopo sei-miti, neijli ultimi ili della sua vita al Prin-
eìpe ino figliuolo. Incomincia così : Se Itene ehi vive agli affanni ci
rm:!nc::a; ho wm di meno grand' obbliga al Signor Iddio, che sopra
il consueto de' nastri Antenati Inibbni emuliti» ipieslii mio corso filale
toni altre, 'he posso ir dei, . i\on ra:r fiorire nello persona vostra, ma
rendere anco fratto i/uelìe viriti, elie, ce. Di questo bel ragiona-
mento non è altra copia 'iella Jiibli.r.ccii.
2115. ( 5iirrLÉ«EriT. ]
600. Canzone per lo nozze del Principe di Conly
e la Principessa dTLste.
t'jriaceo. in fi-, anturi mudi, di parino 10. secolo un-,
Il titolo è questo clic leggesi nella prima pagina ; Per le
acclamatissinic mi::,! dell' Altc;;e 'uro Seratistioie signor Principe
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. " 669
Luigi Franaseli -li Cerci v, Girci!' ili' la Mim-kn ; e In signora Prin-
cipessa Fortunata Maria il i'.sic. V. uria canzono composta ili
li stanze, in fine della quale Ifggcsi : In segno il' nmilixsiniu e
profondissimo ossaiaio il C-juU livnarailura Cardani fra Timidi
di Man(ora il ttilìraiu. Sia poi quieto (ìarthni l' autore di-Ila
canzono, 0 sia quello che ne La lalla l'olii' ri li, ciò è elio rosta
a sapersi; ma per dire il vero ben poca sollecitudine io ado-
pero i onde togliermi ili i|ui:-.m dubbio. piTudoini pur poca
cosa la «anione medesima.
Ahimè, die l'estro usalo
Già in cor mancar mi senio :
Deh perche non mi 0 dato
Da Febo allo concento!
Pur non abbiali- piii-imii
Mi,! kiwi- rimo a si!i-g!iti :
. Il™i,.,.,„,.,n,™
Perdoni al lardo ingegno.
È questa l'ultima stonia. Tutto il codice è scritto con ca-
ratteri d'oro.
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DESCRIZIONE
DE' MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
NELLA BIBLIOTECA DI SAN GERMANO.
li', i . Inlnr Jiin/iiiju . I >i.-ro:si . I n-tni/.ini i , <• mtlIIi durr.i :
la più parie politici , di vjrii autori, e tempi.
Cartaceo, in cjTall.jn «ir^.b, .li y.r.'-iai- .\,jo , secolo mi".
Hi comprendono in questo codici! gli scritti clip seguono :
I ' liliali':::!- '.hi 'In ri turili; Mr.is/r Daniel Barbara rilurnalu AinL'ii-
, ialini: itili irifli" il ' InijliiUi-rru jiny Iti ripulitili, n jvi.rld. Notili alcuna
differenze tra lii religione piesenle. c quella che dello stesso
llaibaro e soprii I' m ynmi nln meili'simo \i"-'#x\ all'artic" VI"
del codice segualo mini" 393. II' Compendio degli Stati el
67) MANOSCRITTI ITALIANI
t/ooemi di Fiandra nel tempo del Ile Filippo, ndt anno iB-}S.
IJ1" llittritlliolti ili!' lìlmn. jri/nrjf P'n-lm Caettiitii tifila stia Badata
alla ;,«erra di Fiandra sotto il serenissimo Duca Jf Parma: pinna
Virm/n. Bpptrssv ti quali- si r.vi,Ua l'reneipe et ad altra persona di
[[iti-sli ancrlimniìi. i i|iuli :nr:i 1 1 - 1 1 .'t 1 1 1 1- 1 1 Le danno pur a
una famosa sentenza -ià adottata d'alcuui celebri pubblicisti ,
pei' la (piale .si ai'uomuda l'iir illiu'illi: d^ril l'aeeiMlda. IV' Segreta
e particolare Informatane, che ai lic Filippo il" di Spagna vicn
titilli mila reptilililita ili Venditi ; m'Ha quale è pur curiosa cosa
i) Vinicio comi; l' alitino iVt et-nt iiil'oiinaziom.' . la chiami (per
■■ irai io al pir-ciitv i pi. 'Ili .S<;u-.ri m-l "ii'.ini.nr il suo Domìnio.
• et quante Salere,. oc. X- Memoria di quello , che frullano alile
di Spanna an anno per l'altro le little della Crociate. Quale (risia
memoria ! VI" ìlela.-ioin- ih II,- II, udite nnlitivìt; ili ogni anno del
Ffjjiiij ili Castìijha . li quali inno tulle in itiiiitt-nto. \ 11" lie/qu/n/iìo
di tulle le Farle::e, Cititi, il Citstelìi i lie Itiittao li signori Venetiani
in Istria, Dalmatia , et Levante: et in che termini si ritrovino alpre-
tatù. Erano gli anni circa tulio, in cui fu fatto questo Rug-
scgue un' opcircUa italiana con questo titolo : .41™™' discorsi
sopra il primo liliro ili Cnrttclif Tn, ito : imi il latto e, clie il dis-
corso e un solo, ed ó quel medesimo, clic si couticnc nel
codice segnalo ntitti" sGS all' artic" xi°. IX* ed ultimo. Discorso
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 67i
intórno agii ordini :u ■essarii ni reijijinii-nln ili una armata, in ogni
tempo, ed a quale si raglia persona, ehe havesse corico di legni ar-
mati. Non è dichiarato il ìiomc ridi' autore di questo discorso.
Chiudici il codici! ron unti scrino Ialino intorno alle popolari
sedizioni.
740. (SlUNT-GEBHAlK.)
605. Documenti su l'ambisi iala del si«' liru-liird presso
la Repubblica tli Venezia; giuntevi dui' \Mitiivuioni Ir
quali concernono, l'una il regno di Boemia, l'altra
l'Italia.
.Si contengono in questo codice i documenti, le memorie,
e le notizie dell'ambasciata, che pel re cristianissimo fece il
sig' Bruslard presso la repubblica di Venezia ; scritto di molta
importali/.;! per In sLdi'ki, ed il solo die, amie pare, doveva
essere compiego nel predente codice. Ma in fino sono state
posi enormi iute UM^inni,. dui' sitrt' feritili re , e .-.unii questi! : l.a
prima e In eopia della sol enne notifìc.nie.ne di h'iTtlinnirilo li"
imperatore d'Austria a lutti gli stali del suo impero sulle
compansioiic.'jli rirco.itan/.e , nulle tpi.ili ritrovava;.! s quel
tempo, cioè l'anno 1620, il regno di Boemia; e la seconda
È pure una .\eii/iV,i_-rW-, nella quale si rende conto all' Eu-
ropa della pace seguita in Italia l'anno 1617, e eoncbiusa e
sottoscritta in Parigi da Lodovico XIII*.
674 MANOSCRITTI ITALIANI
785. v<* e. — 785. voi« w. — 785. Voi- nfc
6o3. Scritti di autori, argomenti, e tempi diversi.
ciascheduno, secoli \?iu e itii\ beo (owernli.
Questi tre grossi volumi ri n chiudono alcuni senili, de'
Tavole, e copia in ali ribollici della Biblioteca. Poiché perà
ridili massima parti" la nopi.-i >': unica, daremo qui scn/.a ic-
i:e/iun(; alcuna IViiumiTazione ili lullo ciò, clic in ciascuno
d'osi volumi cuuti'',[isi. volume I" per t.inlo si compren-
dono gli scrini seguenti : 1" Relazione di messere Michele
Soriani!, ritornando da Uoma A in hascialii re f lolla Repubblica
Veneta al tempo de' due Ponleuci Paolo 111°, e Clemente VIP.
11' [ìciarionc di niesser Tic ni ardo Vavagicro alla Repubblica
di Venera ritornandosi da Roma Ambasciatore della stessa
UupubMica jjr'Cisu li Papa Paolo l \ ' . IH' :V inizia rioni di Lega
e di Pace tra Carlo V° Imperatore ed il Re di Francia Fran-
cesco I*. IV" Relazione di messcr Nicolo Tiepolo alia Veneta
Repubblica, riloioiiiiilusi imba^cialore dal Convento di Nòia,
dove fu fatto l' abboccamento Ira il Papa, l'Imperatore ed il
Re ili Francia; la qua In Ridii/iono « M'«iiiinl;i ila! Cu pigoli ilollii
tregua omcliiusa. \" ])iv:;r::i' notizie sluric li e intorno ni Con-
clavi di Pio V-, di Paolo IV", di Marcello IP, di Clemente VIP,
di Adriano VI", di Pio IP, e di Leone X", scritte da differenti
penne. VP ed ultimo. Traìlafo del Cardinale .Sirlelo indiritln
al Cardinale Borromeo, intorno alla Chiesa di Santa Maria
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 675
Maggiore di Roma; giuntovi un discorso del cardinale Com-
rnctul'irit! sopiti la Curio lìuiiuna..
Nel volume II', unni" 78.1 (sawmehmàui ), si comprendono
alcune Relazioni di ambasciatori vene-nani falle alla loro
repubblica, rito ma 11 dose De dall' imbasciata spaglinola, e
moo lo seguenti : [" Rcia/.ionc clelli S|i;i ^n;i di messer Nicoli
Tir-polo . ritornato Ani base l,-. t;no dilla lìepniihlicj di \ ene/ia
presso Carlo V- Impera lore l'anno i53a. II" Relazione dell*
Spagna di mcssr.r Bernardo Navagicra \ cnciiano Ai ti Lasci a-
lorc presso l'Imperatore Carlo V, l' turno 1 546. 111° Allra
'lidia Spagna di messere Marino Cavalli Ambasciatore Vene-
rano presso Culo V", l'anno JV Altra dulia Spagna
di messer Federico Badoaro Ambasciatore Veneziano presso
Carlo Ve Filippo suo figliuolo , l'anno 1ÌÒ7.V Altra rela-
zione pur della Spagna dì mosser AIicIicIli Soriano Vei-ioto
Ambasciatore presso il Ile Filippo, l'anno i55q. Benché di
ipiesln Pa/lanuiii ìiiìc.miii al ii-^]hi di Spadini si rincontrino
altre copie spai'fr tjiià e la n.;' dividisi codici della ISiblioicca ,
pure e assai opportuno po' lellori il ritrovarle tutte qui unite
in un solo volumi'; 0 laido pili , clic .'.«no sevi tic con diligenza
più grande, dir altrove. In lini' poi del preiciile codice e una
.Vinilici ;!;nca delle tltecfvm, e pompe, efanerali, che si fecero neila
cillà di Bruxelles ne! di ag. del mese di Dicembri dell'unno 1 558.
per la morie dell' Impaniare Carli I"'. L runico esemplare, cLc
di questa importante notizia si conservi nella Regia Biblioteca.
.Nel volume IH", esso ir' 7 fi j .'s.irsT-ci-.KM.UN ), si contengono
i seguenti scrini : I" Relation e dì messer Marino Giustiniano
Ambasciatore Veneto ritornandosi dalla Corte del Re Cristia-'
nissimo. 11° Discorso ci itecci-linu-ntu supnt fé pmiiche et parlamento
che si dice di pace fra il Ih Q-^ti-Jiiissiniii 1 F.rrico IV) et i suoi
ribelli. Ili' Rektùwe copiosissima del regno di Polonia riferita dall'
676 MANOSCRITTI ITALIANI
Aliati Raaaìcm al Papa Pio IV tanno i5G8. Può vedersi su
ij (ittita Relazione l'arlic0 i" dei codice segnato num° 617.
IV Relationc J Inakiltcrra riferita da Giovanni Michele nel sao
Salala Veneta ritornando Ambasciatore. \" Mira Relazione del
regno d'Ingliil terra, fatta alla Repubblica di Venezia da Ries-
ser Daniele Barbaro , ritornando Ambasci a Ioni di essa Repub-
lilic.i presso ii He Oilo.ir'lo \ HI". 1 I" lido/ione dui redini di
Polonia, della quale tacesi il nome dell'anfore. VII" Relazione
ihibi Sitila iidi-t Smuijit , fittili ni Vfiti.-I.il Slittili' Ai Maser (itoiitiiiti
Carrara, tumuliti usi Imlmn tuttne ibi t/ucl Vaca. Vili" ed ultimo.
Diiii'i-lii.-ttnie intiiirm ai Priiiripw ti im-Ìijiiu- tiri, sturo hospital/? et
unitili: ili militili ili Siiti (Hikuimì ìintisin fi (i'.ti uh cri ì lierosolimi-
tani; scritta da .1/L.wre Gì:.\ tinnì ApJrot (irsut.iii.ln. Di questi due
11 il il dì fi ti meri die pur nini) 'li nini poca impuri :m/a non abbia,
mo copia altrove ni'lln Ri hi io teca. Perle indagini fatte non potei
conoscere se lo sopraddetta Dissertazione stili' origine de' ta-
volieri di Malta, scrilla dal Ci 'Miai rio, sia mai slata pubblicala;
clic pur sembrami meriterebbe la luce, almeno per la valen-
tia delia penna, clic la scrisse, e per le molle crudizìoni sacre
0 profane che vi si coulengoiio.
786.— 787.— 788.— 789.— 790.— 791.— 792.
794. — 795. — gli. (siTBT-eiaiuiN. )
6o4. Racco!?,! di documcnli aumentici intonili a diversi
I na ìniportanli.-iiin.i raccolta Ji documenti ,1 nienti ci soprii
diversi stali dell' liuropa e dell'Asia contienisi in questi dieei
Oignized !>f Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. G77
volumi, e no» dubito elio lo studioso iellorc accoglier.! di
buon grado la notizia , che per Li prima volta gli verrà data
di tulio ciò, din parlieoìamicnfe in rasi volutili aiiiipvenitesi.
gli scritti seguenti : I" l'eia/ione sloriiii e politica della repub-
blica di Venezia, fatta al tempo del doge Pietro Laureano.
Non ha nomo di autore. 11° Relazione fatta al Senato Veneziano
sulle cose della Dalmazia dai due Sindici Michele Bon, e Gas-
paro Erizzo, ili" Altra relazione sulla Dalmazia, e sul Levante,
fatta al Veneto Senato l'anno 1.17(1 da Ambra Giustiniano.
IV Altra al Senato medesimo iuloruo allo stalo di tutta la
Terra-Ferma veneta di Luigi Mocenigo, che ne fu il Provve-
dilo!' generale l'anno j ititi. V" Altra allo stesso Senato in-
torno alle cose del mare, falla l'anno 1&37 da Cristoforo
Callaie Provveditore del veneto golfo. VP Altra al Senato me-
VII" Copia del Trattato della Tregua fatta tra il Papa ed il Re
di Francia l' anno 1 5 Sa nella guerra di Parma e la Mirandola.
Vili' Proposta fatta alla repubblica di Venezia l'anno i54i
il! nome ilei [le Cli.sliailiwìilio rial Mio \ ni liaM1 ialine il .i-mn-
di Montine a fine, cb'c.-sa repubblica entri in lega con Lui
contro il Turco; della quale scrittura ha la Biblioteca altra
copia, e più diligente di questa, all'arlic" a" del codice re-
gnato num" .Sa3. IX" Altra proposta falla l'anno iodi alla
sopiiidil-'.:;, inpiibìilie.i su l'.ir«iii!ii-iit(j meile.i.iiiiu dal cardi-
nale di Ferrara. X" Nola diplomali!-,,! ilei signor ili |-'i;i-«ifr
Ambasciatore straordinario ile! Re Cristianissimo alla Veneta
repubblica, nella quale domanda c cerea ili oUenere la gra-
zia di assoluzione dal bando dì un gentiluomo Vicenlino per
omicidio commesso. Tacesi nella nota il nome di questo
678 MANOSCRITTI ITALIANI
Kentiiuomo bandito, ma sarà stato forse incbiuso nella iVoto
con altro noto separata. Vedrà il lettore di quanta importanza sia
questo codice ed ih seguente, anche solo considerati ir) quelle
relazioni che si rili: risto no alla rcpuHilu-.a V r lieta . rndlf (inali,
essendo in questi due codici tutto unite , può quasi dirsi es-
srrc compiY-ia la •Ai.-n:i di quello Staio .1 qnc' tempi.
Nel 11" do' pri'-riiti dico! volumi, Migliato inun* 787 (saikt-
i,ri.« 1:'. j, .-i iiioii:i) -mio i snilii , clm si possono divi-
dere in due parli; l una cioè che riguardo l'isola. di Cipro,
e l'altra l'isola di CWia. Gli argomenti sono questi : 1° Itela-
zione fatta al sonalo di Venezia sulle cose dell' isola di Cipro
da) magnili™ Tiii'SSfiT lliTnai'do Siigli -do, pro\ vvdiloiv di essa
isola, nel suo ritorno. Il" Altra Relazione intorno all'isola
medesima . m: lilla da .Waiiio Savnr^naiin l'anno ifiGa. Ili" Al-
tra sopra lo stesso argomento, di Francesco Attar. IV' Altra
intorno all'isola di Candia, scritta l'anno l573, da Marino
de' Cavalli provveditore deir isola stessa. Ne abhiamo altra
copia nel codice segnalo mim' 3a3. V° Altra Violazione sopra
la stessa isola di Candia, di (ìiacomo Posranni procuratore
di San Matto, scritta l'anno 1.177. l'issa è divisa in tre parti,
ed ò. diversa da quella eh' È in altro codice. VI" Altra sulle cose
dell'isola medesima di Brunoro Zampcsclii, che ne fu il
provveditore generale per la repubblica di Venezia.
Nel III" de' dieci volumi, segnato num° 788 (sAurr-oiBiiAitf),
>i l'oinpn-ndr.iiu !;li sellili SH^n.'iili : I' Tre l'ieia/anni supia Ir.
stato di Napoli; b prima r.ioe di ("limiamo Lippomani indiriz-
zala a don Giovanni d'Austria l'anno ]575; la seconda di
Giovanni Battista Leoni, l'anno 1076; e la terza di Filippo
Gentile, scritta l'auno 1578. 11» Lln sommario delle entrate
dello stato di .Wrinn l'anno ifijj); [ini una relazione critica
intorno ad esso sommario; e in fine una notizia di alcune cose
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ' 679
più rimarchevoli sullo stato di Milano negli noni 1677, 1678,
e 1379. 111° Relazione del signor Ferrante Gonzaga a Carlo V°
.sugli all'ari della Sicilia; iodi seguono alcuni avvertimenti pel
governo eli quesl' isola dati a Marcantonio Colonna l'anno
1579 da don Pietro do Castro; e da idlimo è un calcoìodellc
rendile il<-l regno ili Sicilia al lompo ili Giovanni de Vega,
l'anno 1578. IV' Una longa relazione sullo stato di Genova;
alla quale si uniscono moltissimi documenti diplomatici, e
pubblici e segreti, del Lomellìno, del Doria, del Morene, del
duca d'Alva, e d'altri sullo stato medesimo, i quali sono lutti
ilrlli: più ^i-Militi impurlan/a. lì.; [ inali ili > ossi qui imiti una lira
storia dell' origino, e della politi™, e pili del!" .1111 minisi ra-
zione inlernu ed esterna di ipiella rcpul.ihlìca ue^ii mini i'>-,ii .
1573, e 157(1. \ " Noli/.ie, 1 Memorie, e iela/.ioiii intorno alia
repubblica di Lacca. VP Altre sul re di Etiopia, e sul re di
Portai/allo; giuntavi una lettera di Pietro V alasco intomo al
prete Jan ai. VIP Altre notizie e relazioni inforno a 7niu«,
sull' ii u p ]',-■?.-[ oi dun Cimarmi il' Ausilia l' alino 1073 ; ed i suc-
cessi della guerra, che in quel! anno e nel seguente fu fatta
renilo Tullia. \ lli: Rclaiione scritta l'anno litio sulla insti-
luiiotie, sui privilegi], i' sugli obblighi ile' cavalieri di lindi,
oggidì chiamati di Malia, informa di dialogo; nel quale gì' in-
terlocutori sono il Giustiniani, ed il coi 11 ni en datore Cam-
Nel IV* volume, segnato nuin° 789 (S\ Gennain), si com-
prendono gli soniti sego enti : 1" Tre lì eia /.limi .sulle. Malo dell;.
Savoia; la prima di (1 invaimi I iorrarn, scritta Tanno i56i ;
la seconda di SìgL-inondo Ciualii, l'anno ió(ìn; .1 la Ler/.a di
Francesco Molin, l'anno 1075; tulli e tre Ambasciatori della
Veneta repubblica presso quel duca. IP Relazione sopra lo
stalo di Ferrara, scritta l'anno 1Ó78 da Emiliano Manolcsso
6Bq ' MANOSCRITTI ITALIANI
segretari» (Iella repubblica Veneta; giuntavi una informa'
zionc, ili cui laccai il nume dello .scrittore , iu favore della pre-
ccdoii'a . clic ni'vo roncc. lersi al linea ili [''crrara .sopra il duca
di Fiorenza. Ili" Qu v Ri h-iumi sulla i-upuljljlica di Fiorenza;
la prima eli Marcii l 'osci ri seri Ita f Limici ] 53o ; la seconda di
V incrini) Fedidc, I' .iiin.i i .Vi l ; la Irmi ili Lorenzo Prudi , il
tempo (Ielle nozze del (luca, l'unno i Mi(i ; e la quarta di An-
prcsso' di quella corte. IV* Uni lettera del gran duca di Tos-
cana, acrilla di Firenze il di 1 1 dicembre al duca ti L
Savoia sopra questo titolo ili , e Ili risposta del duca di
Savoia, data di Torino li -ij ilii'eiiibro lób'n, al sopraddette,
gran duca di Toscana. V" Orinone ili Aìessumlru Picahmitii
alla RlfMlica Senese. Essa incomincia cosi : . Tarmi di scor-
. * *-.-*m »■- ---!■«. » l-| li in -i ■ .i^l-j . - li-- u»
« tanti1 persone, In quali 0 per in a tu cita il' anni, 0 per copia di
■ gran consiglio bottoni lissi 111 r: .segalino in questo luogo, io di
■1 questa età di' io ini scino, 1 vi:. Non (uno ricordata questa
bollii ora/Jone, ili unii scrittori'' Ira' nostri beu giustamente ce-
lebrato (benché il Fnrcellini nella tita dello Speroni alla
pagina m, 0 Apostolo 'ù:nt> nelle sue annotazioni al Fontanini,
10 accusino di plagio), come data alle stampe da' nostri bi-
bliografi, e specialmente dall' Haym nella sua Biblioteca ita-
liana, llè dai l'aliijojrlii (lappimi i' Simili, die (uoUisiilue e
pressoché tutte riportano Ir opere ilei Piccolomioi. Ter i.llro
11 Fabiani nel suo chigio del Piccolomini, che fu stampalo in
Siena l'è ni 10 17.)!), dice alle pagina !f' elle » A lenii od 10 Pic-
« colomini compose un' Orazione al Popolo per la conservazione
«della città di Siena;- e la ricorda come manoscritta ed
inedita al tempo suo.
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 68>
l'orse non sarti diversa dalla presente, ma converrebbe
poler farne il dovuto confronto.
Nel V" codice, segnato num° 790 (sjjnt-gebmaim), si conten-
gono otto relazioni di ambasciatori Veneti intorno al regno dì
Francia; c sebbene di alcune di queste serbisi copia in altri
codici della Biblioteca, pure sembrami mollo opportuno per
Sjli studiosi della storia 1' averle qui tutte riunite in un solo
sodo; di Marino Giustiniano dell' anno 1 535 ; di Francesco
Giustiniano, dell' anno i537; di Marino de' Cavalli, i546;
di Giovanni Michiel, ibuo: di Michele Sumim. K161 - di
Marcantonio Barbaro, i56a; di Giovanni Correrò, i56g; e
(l'i Giovanni Micbicl , dell'anno 1 -~> 7 : > . Sappiasi pmv, f.ìie sono
anebe scritte con molta accuratezza.
Nel VP codice , segnato num° 70. 1 (smnt-germais), si com-
prendono relazioni di diversi ambasciatori Veneti presso di
varie corti; ed altri scritti di varii argomenti. Ne trascrivo i
tìtoli, e sono questi : 1° Relazione di Vincenzo Quirini Ve-
neziano , letta all' eccelso Consiglio de Fregadi l' anno 1 5o6,
intorno allo stato delia Borgogna , ritornandosi dalla corte di
quel duca. 11° Relazione di Nicolò Tiepolo Veneziano, scritta
l'anno i53i al tempo di Carlo V, intorno alle cose della Ger-
mania, e del regno di Spagna. 111° Altra di Federico Daduero
veneziano, ritornandosi della sua ambascerìa l'anno 1S&7
presso l' imperatore Carlo V", intorno agii stati dell' Àlcmagna.
IV9 Di Marino de' Cavalli, ritornandosi l'anno ]55i della sua
ambascerìa presso Carlo V", intorno alla sua corte. imperiale,
V* Dì Michele Suriano, ritornandosi ambasciatore presso Fer-
dinando re de' Romani , intorno alla posizione geografica dell'
impero germanico; e particolarmente intorno alle disposizioni
di esso Ferdinando verso la repubblica di Venezia. VI" Di
68a MANOSCRITTI ITALIANI
< invaimi Mirimi e , di ritorno r;<;;[ii fina im Lanata l'anno lòfi J
presso l'imperatore Ferii iuando d'Austria, intorno alle forze
esterne ed interne del suo impero , ed a tutto ciò che concerne
10 stato e f amministrazione in ogni rapporto dell'impero
medesimo. VII" LI: M^Mc Smini!) ritornandosi della sua
ambasciata 1' nano iTiGi presso il n; l'i lip|i;> ili Spagna, in-
torno alle cose; tutte ron rerum u quel rcjrno. Vili" Di Antonio
finii' argomento medesimo. IV Dopo :o sopra d de '.te relazioni,
.seguono : Cose principali itifii di Spadini untate in Madrid
('olino 1 584. Non risulta il uomo dell'autore di queste memo-
rie storielle e politiche. X° Discorso intorno all' ordine, che si
osserva nella casa del re cattolico l'anno i SjG, e qui pure
tacesi il nome dell' nutrire. Xf lielazioue dello stato del regno
di Spagna nell' anno 1 577 ; non v'ha nome di autore, ma la
relazione e seguitata da un sommario di ciò ch'essa princi-
palmente contiene; il quale sommario « M'.triliaito a Lorenzo
l'riuli Veneziano. XII". Altra relazione del medesimo regno di
Spugna,. «'ritta l'anno l '> ja da A nloiiioTiepolo pur Veneziano.
XIII" Discorso sul Portogallo, scritto l'anno 1671, c non si
nomina l'aulorc. XIV" Itelay.ifinc sul regno del Portogallo, e
sulle cagioni che mossero il re Sebastiano all' impresa d'Africa
l'anno 1-578; e non v'ha nome di autore. XV" Lettera, che dà
11 fine al presente volume, la quale ò piacevolissima a leg-
gersi , e ne trascrìvo li' inaine linee. Essa è del re Mulei Ha-
niet al re don Sebastiano <li Portogallo, prima ohe partisse di
Arzilla per dargli la battagli», Incomincia cosi : • Un solo
« Iddio sia laudato in ogni luogo come a Chi si deve il tutto.
• A Te il mollo alto, et mollo polente Ite di nome, perchè i)
"di più resterà in quello che avrà verità, et giustìtia, et ra-
• gione. Non so che ti mosse He Don Sebastiano a voler guerra
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 083
• meco tanto ingiusta, perchè Dio si dispiace mollo. del le in-
■ giustizie, ii ce. Sorpassando sulla poca fedeltà, clic ite nei mi-
niente parvenu di riconoscere nella traduzione, è nu docu-
mento degno degli studiosi.
Nel VII* codice, segnato irum"7i)a (smist-gerhain), si con-
tendono alcune relazioni sopra diverbi strui ■' corti ili li' lùiropa,
Miiildini sr-iilloi-j kìiliiuii in molla slima; ma certo è che la
presente relaziono non b pini io indegna delle lor penne. Il* Re-
lazione siili' Inghilterra c la Scozia di Daniele Barbaro Vene-
ziano, clic fu ambasciatore al re Eduardo l'anno i55i, c di
poi patriarca eletto d'Aqtiileìa. Ili" Allra sullo stesso regno
d'Inghilterra, letta al senato \cneto li l'i maggio i556, da
(iimannl Mirliit'l , ritornando*! ani hii.eiiHiiM' della repuljlilica
presso la regina Maria. IV* Altra che fu fatta ni pontefice
Pio 1V° da Monsignor'! tonilo linieri, nloruato nunzio di
esso pontefice presso il re di Polonia l'anno i568, intorno
alle cose tutte di quel regno. V" Discorso sopra il ducalo di
Moscovia, scritto nell'anno 1Ó83. È diviso in due parli; non
ha nome di autore, e sembrami un discorso che meriti molta
considerali one.
Nel codice Vili", segualo mini" 70Ì (s.uti-oeumain), molte re-
lazioni si contendono, pressoché tutte concernenti le cose de'
Turcbi, e la città di Costantinopoli, c l utto veramente impor-
tanti per la storili. I titoli o gli ardimenti sono questi : I" Re-
lazione di Bernardo Navagicro, ebe fu di poi cardinale e
libato al Cunei Ilo ili Trento, Iella al senato veneziano l'anno
i5ig, ritornandosi della sua ambasciata presso la corte del
sultano. II* Altra soli' argomento medesimo ed al medesimo
6U MANOSCRITTI ITALIANI
senato, di Domen ico Trevisani , l'anno i55i. Ili" Altra, come
sopra, di Marino do' Cavalli l'anno. 1 567. IV" Descrizione del
viaggio, che fece a Costantinopoli il sopraddetto de' Cavalli.
V' Relazione della città di Costantinopoli al senato veneto,
di Marcantonio Barbaro l'anno 1 673. VI° Altra relozione in-
torno al sultano Sclim imperatore de' Turchi , dopo conchiusa
la pace co' Veneziani, strilla ria Costali tino Garanti veneto
ambasciatore presso il sultano medesimo l'anno iS7i. VII' Al-
tra di Francesco Gondola Raguseo al pontefice Gregorio XIII'
l'anno 1674, sopra di alcune cose particolari del Turco.
V1IL° Altra al sciusn vounfo ili (incorno Soranzo ambasciatore
presso il sultano Amuralh , e commissario ai confini della Dal-
mazia, sugli stati del Turco, scritta l'anno 1576. 1X° Altra
del medesimo Suraniu Millo sWo argomento, l'anno 1278.
X" Mansioni del Turco, et nota di alcune cose Tarchesche; senza
nome di autori1. XI' IVv.'imijm: del vinaio, tln' f'-'ce a Costan-
tinopoli Giacomo Soranzo al tempo dei Ritaglio; ciò che fu
l'anno i58a. XII' Relazione scritta l'anno t58a da Maffeo
Venier veneziano, il quale fu arcivescovo di Corfù, intorno
alla città, costumi, c rendila ili Costantinopoli, e general-
mente intorno agli stati Turchesclii.
Nel IX" codice, segnato num' 736 (saint-gepsiaik}, si compren-
dono gli scritti seguenti : I' Storia turchese», scritta da Giovan-
ni .Maria A rigidi elio schiavo, c d'iiliii ,'diia\i, dall' amiti 1 .',1 :i
sino all'anno i5ig; storia di non poca importanza special-
mente po' fatti , che vi si descrivono , forse sconosciuti anche
a' storici de' tempi nostri. 11° Dichiaraziouc (lei Successo dilla
guerra fra il Turco et il Persiano l'anno 1 553 . Non c'è il nome
dell' autore, il quale compose però in buono stile e con qual-
che eleganza questa sua storica dichiarazione, che meriterebbe
d'essere conosciuta. 111° Relazione intorno alla Persia, scritta
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 685
da Vincenzo di Alessandri segretario della signoria di Vene-
zia, l'anno 1575 ; ben diversa da quella, che sei anni dopo
egli- inviò alla repubblica di Venezia sullo stesso argomento, e
che ieggesi all' arlìc° ili* del codice sanato mini" Olà. IV° fle-
latiouc della guerra fra Saltan Amoratk Imperatore de Turchi, et
■iiuh Mrkrmtd ChuttiTMil He. di Persia et li- (ìionjittni Uinslmiu
dal[ anno fino alt anno i5Si. È la relazione medesima,
che abbiamo all' artic" 11° del codice segnato num' 6ao.
V' Altra [■ l- 1 :r /J ■ j 1 l l> riolle cose di Persia, scritta da un Console
di Aìeppo veneziano, l'anno i58i. VI" Altra breve relazione in-
torno al saccesso della guerra Ira Turchi et Persiani l'anno iSfla.
Non ha. nome (li autore.
Nel X" ed ultimo di questi volumi, segnato num° 811
(saint-oemiaiw), si comprendono molti scritti concernenti tutti
lo famosa lega; de' quali i titoli smio questi : 1° Trattato della
lego, conchiuso l'anno 1570 da Michele Surinno ambasciatore
veneto a Roma. li" Altro trattato di esso lega con i Veneziani,
scritto da Marcantonio Colonna. 111° Relazione di tutto quello,
di cui ogni anno abbisogna l'armata della lega. IV' In che
luogo s'banno a trovare le munizioni per lo detta armata, e
qual parte ne tocco a ciascuno de' collegati. V" Proposta fatta
sopra di essa lega da Girolamo Zane capitano generale de' Ve-
neziani, l'anno 1570. VI" Due pareri su l'argomento mede-
simo; l'uno di Marcantonio Colonno, e l'altro dì Pompeo
Colonna. VII" Difesa e narrativa di Sforza Pallavicino gover-
natole generale de' Vonmiani ..opra tuli' i progressi dell' ormata
contro i Turchi l'anno 1670; e questa scritturo è seguitato da
due altri pareri dello slesso Sforza sul]' argomento medesimo,
e da due altri ragionamenti del Doria. Vili0 Informazione de'
successi dell' armata contro i Turclii, dacché si seppe esser
mente del re cattolico, che le sue galere servissero insieme con
680 MANOSCRITTI ITALIANI
quelle del papa e de' Veneziani. IX° Relazioni, lellere, rag-
guagli; capitoli, costituti, e diehUrazioni di diversi diploma-
tici, tra' quali il Pallavicino, il Celso, il Colonna, il Doria,
il Quirini, il Sozomcno ed altri siili' argomento stesso dell'
armarsi contro il Turco. Xc Tre lettere; l'una del gran maes-
tro di Malta, lo seconda di Marcantonio Colonna, e l'ultima
di Andrea Doria intorno a ciò , clic accadde nell'armata con-
tro il Turco tra l'anno 1671, e l'anno i57a. XP ed ultimo.
eoi Turco l'anno l574. Di alcuni descritti contenuti in questi
dirci rodici si trova copia iti altri coditi della Biblioteca ; ma r
bene che si sappia, che in questi tulio fu scritto con molta
diligenza-
795. (mht-gmum.)
6o5. Scritti concernenti la politica,
la diplomazia, la statistica, e )' amministrazione di alcune
potenze europee.
Cartaceo, in foglio, caratteri conivi, di [Hgbe 800 .ircelo vnf,
di Inumi anunuine.
Si comprendono in questo codice i Manenti scritti : I" Ra-
gionamento indirizzato al Senato Veneziano, contro di quelli, che
'n'usimi!)! a il Re (di Francia) per bavere Amhasciatore in Constan-
imepoU. il Nciti/k ; fi li.ilic.be . poi Hi clic , cri economiche de!
fatta al senato voii!;zi;nifi julbi stalo fieli' impero alemanno nel
tempo di Carlo V"da un ambascia tora di'lla seni'ts n-pubblica
presso l'imperatore medesimo. Non e dichiarato il nomo dell'
ambasciatore. IV0 Notizia statistica dell' impero alemanno. Qui
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 687
pure non e dichiarato il nome dell' aulorc. V" Relazione di un
veneto ambasciatore presso il re cattolico Filippo figliuolo
di Carlo V", odia quale si rende conto de' motivi, clic
cagionarono la lunga guerra tra il re di Spagna, il re di
Francia, il pontefice, il Turco, ed i Mori; e del trattato di
pace, che l'ha seguita. VI° Altra relazione di altro veneto am-
basciatore fatta alla sua repul jblic;i sulle successioni di alcuni
troni dell' Europa, e sui modi onde avvengono od avvenir
possouo le successioni medesimi'. VII" Altra di un venetoam-
basciatore alla slessa repubblica sullo stato politico esterno ed
interno della Francia; e si espungi jiuì pin e in kj i ilirilli, chi;
ha la casa d'Orleans sapra lo sia tu ili Milano. Vili" Altra alla
stessa repubblica sullo stato di Costantinopoli . IX" Altra adii'
argomento medesimo. X° Altra concernente lo stato di lla Sa-
voia. XP Altra sul regno di Francia; ed È diversa da quella,
di cui s'è qui dato cenno all' artic° vii* del presente codice.
X1P ed ultimo. Altra relazione intorno all' isola e regno di Ci-
pro. Di tutt' Ì discorsi , relazioni, e memorie, clic si contengono
in questo codice, non rinvenni copia in altri codici della Bi-
blioteca, e, cosa pur singolare, non è d'.iliuno ilidiiiiraio il
nome dell' autore.
872. (UMr-MM*)
GoG. Ragionamenti sulla potestà del Papa, sili Cardinali,
sui Vescovi, sui Canonici, ed altri Preiati.
Cai-liceo, in foglio, caralteri conivi, di pigino ftoo. molo ini».
* buona coiucmiìonc
Dà cominciarne nto al presente codice un — Breve compendia
della potestà e creativa del l'apti; dell' orinine, de Cardinali e loro
688 MANOSCRITTI ITALIANI
titoli; de' Vescovi, Canonici regolari; et affini della Corte Romana.
Chiaro, giusto, e ben condotto ragionamento , o compendio,
che in vero meriterebbe d'essere conosciuto. Non v'ha nome
di autore, c principia cosi ; = La potestà del Papa si può con-
■ siderarc circa Ire cose. La prima, quanto ai dogmi, cioè
quanto a quello che si deve credere; la seconda, quanto alla
« Politica Ecclesiastica; la terza, quanto al temporale, che si
. divide in beni privali, e boni fdnrbdizionjli. ■ Indi dà un'
idea de' ili versi modi, e furono i i , co' quali fino dal secolo xvt"
fu fatta l'elezione del sommo pontefice. Termina alla pagina
180 con uu discorso, il cui autore è messer l'elico Guallerio,
indirilto a Riesser Cipriano Sarac'mr-llo. su: doveri in generale
ilei conclavisti, ni in particolare ali una ad una di lutto quelle
persone, che stanno chiuse nel conclave lino a tanto che sia
stata fatta l'elezione [lei novello pontefice; e quindi si ragiona
sugli obblighi dei cardinali, e si giunge sino a coloro, che
sono destinati al servigio Materiale del conclave medesimo.
Tutto il rimanente di questo codice si riferisce a storiche
notizie di diversi conclavi, delle quali per la massima parte
abbiamo gii copia in altri codici, si come del conclave di
Clemente V, di Paolo 111°, di Marcello 11°, di Paolo IV' (e
questa è scritta dal Lottini, e la sola dì cui non ha la Biblio-
teca altra copia ) , di Pio V', e di Gregorio XIII". Molti altri
conclavi sono pure descritti nel presente codice in lingua
latina, ma di essi altresì abbinino esempj in iingiia italiana
in altri codici.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 689
87 II. (smiT-ewmn.)
607. Storia del Conclave in cui £u eletto Papa Innocenzo X°.
Il contenuto di questo codice è : Conciane fatto por morte di
Papa Urbano Vili", detto prima il Cardinale Matteo Barharino
Firentino ; nel quale fa eletto Pontefice il Cardinale Cv,ic,i>r,i Bai-
tista Panfilio Romano, detto poi Innocenzo X". — La copia delle
storiche notizie di questo conclave , tali quali sono qui rife-
rite, la abbiamo g\h rincontrala in più il' un codice della
Biblioteca; e nella presente la differenza non ò, che nella
diligenza, correzione, e possiamo anche dire nello splendore
con cui essa i scritta dal principio al fine.
957. {ttlKT-OEMUIN.}
608. Compendio delle Croniche di Giovanni Villani.
^ di buoua <™*rvatÌMc!
Il titolo del presente codice & come segue : Bcdactionc brine
tracia delle Croniche ili Giutanni l'Ulani et Hi pia altri scriptori.
Taccà il nomo dell' autori.' , non ci.': quello d'.'l lic (Miliario cui
l'opera è dedicala per una lettera, 0 più veramente proemio,
che la precede. In questa lettera trovasi il seguente passo,
che trascrivo intieramente poicln'i dà a' lettori un' idea chiara
del lavoro... ■ Mosso io adunque; huomo excellenlissimo, a
■ questa opera per molti tuoi conforti , et conoscendo questa
r,go MANOSCRITTI ITALIANI
• opera ti o ne essere di lande d'Iddio, et .incora de) primo auc-
lon\ il ìi ìitililà della invilii Ctfilà rf de' smii r.ipladini... in-
■■ li' mio i iella predente opera pigliare irli elleeti 10II0 brevità delia
■ divinici limvi-n> lii>lo[l;i ecnipn'la ila lliovanni (Ir Villani
■ Cipladino di Firenze et de' suoi successori , pigliando sola-
■ melili' quello cnai, elio un [«itiiiiiii appai'leriere alla nostra
• Cipl.i di i-'imiie , ci lasciando quelle de' paesi strani et lon-
■ ginqui; non perchè io ponga dilcclo allo autiere d'avere
■ traciato quelle, ma eomo (-ose ini perii non li a noi , et che
■ non cappiono in questa mia breve reductionc , et come cose
. più di>o->iiini'iitr per avventura descriple da gli joclori in
• quelli paesi. .. A te dunque, li nomo excel lentissimo, aili'i/./o
• questa operetta , et perche ad essa mi confortasti , a le ne
« commetto liberamente la eoreoetioue. » Termina il codice
con queste linee : Del mese di Febbraio a. ecce. vm, (unii in
Firenze il nostra Capitano della guerra da Rama con le nostre genti,
ri muli- ir uni ■;,)■(: il Mi/niiii ri .■lìsinuinciiìi' iitris" r.'e'/f ■■;i,il\t'.;!,i
et stato del paese et de suoi pareri. Fa cedalo lietamente et mollo
■ lodato cf commendato di ciò che avena Judo; et non avendo per al-
lora il nostro Cornane bisogno di lai, si tornò a casa con la grafia di
tatto il popolo. 1 caratteri del presente codice a parer mio sono
indubitatamente del ..eeolo sv". Oltieeliè dili^enli.-aimamenli'
scritto , è pur adorno delle iniziali dipinte ad oro e colori , e
data in luce (mesta riduzione o compendio delie croniche del
Villani? Vedendo che l'accuratissimo Motenì nella sua biblio-
grafia della Toscana non ne Fa alcun cenno, io credo di no.
Meriterebbe la luce ? Mi pare clie sì. Sari forse questa la co-
pia unica che di tale opera si conservi? I bibliotccarj , e i let-
terali specialmente della bella ed illustre Fiorenza rispon-
deranno per me.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 691
958. ( SAINT- GEBUAIK. )
609. Lettere sugli affari d'Italia ne secoli z\T e ivn°.
Cartaceo, in foglio piccolo» cantieri tondi, di pagine 1100. «coli 1*1" e mi",
Dà principio a questo codice la storia dei conclave per
morte del pape Urbano Vili" Barberino Fiorentino, nel quale
fu assillilo ili pi.iiililic.-iln il cardili/i li! l'ali lilii) H n-i 1 il n,i , defili
di poi Innocenzo X". Delle notiiie del quale conclave abbiamo
già copia ansi più copie in altri codici della Biblioteca , ma
non cosi d'altri importantissimi scritti, clic nel presente co-
dice si comprendono. Sono qui raccolte centinaia e centinaia
di lettere parte autografe, e parte autentiche sugli affari d'I-
talia, e particolarmente della corte di Uomo, ne' secoli IVI*
i' xvii", e pressoché lutti' ili pi.'ifoiiii!;i;| u [ut 1;i lenti . ti per in
lliini/..1, 0 pel r.'ia/.iot'.i . <i [UT- nlIr.'.Hi ir.j;^tj,1iilcM..M. Ileìlr
quali lettere a leti ne sono sparii unir , bienne francesi, ed alenile
italiane. É questa una raccolta, dio con grandissime cure Cu
ralla da qualche /dante anialore e ricoglitore delle cose ita-
Mare. 0 elle fari!l;l)i' al tutto inip ..cibile farla a' giorni nostri.
Per poter render conto dell' argomento di ciascuna di queste
lettere ricliicdercbbesi quel tempo, eh'ìo non ho; e quindi
invito allo studio di questo codice lutti coloro, a' quali im-
portasse di ben conoscere in alcuni rapporli, forse non ancora
conosciuti, la slnria d'I lidia ne' sopraddetti due secoli.. E tanto
tori maggior lìtiucia io gì' invilo , quanto che questo codice,
a differema di quasi tutti gli altri, lia in sul principio una
Tavola di dieci pagine contenente gli argomenti , che o nelle
lettere o in alcuni discorsi si trattano.
MANOSCRITTI ITALIANI
1035. (wmr-omaujs.)
610. Avvisi del Marchisio ai Priacipc Tommaso di Savoia
intomo alia guerra civile di Parigi in su la meta del
secolo xvn°.
Cartaceo, in foglio, caratteri renivi, di pagine 3o, recedo ito',
E ben dichiarato II contentilo dì questo codice pel seguente
suo titolo, ciio li i^'^i 'il [ì l'i nel pio della prima pagina : .Jrt-m
et consigli utilissimi doti ihntil? In senomhi guerra tirili: di l'ungi
dal signor Referendario Giovanni Dominìco Marchisio al fa sere-
nissimo Prencipe Tomaso di .S'«™"n Primo del Consiglia di Sua
ìliifstà Chriìliniuìtinui, d'iraii'v ! !ifj.v.'E:.[ deli Kmwea'issim-i signor
Catiliaide (iitiloi \lti:nrini; con alcune giastifteatiani d'altri consi-
drriii'ih siTTiif; t'.r'. d'ilio s'u-sso signor Marchisio alla delta Maestà ,
et al delta signor Cardinale. 11 codice è scrino con tanta dili-
genza , c grazia, eh' io non saprei dirne a bastanza. Ccrta-
pcr mandarsi al duco di Savoia. Leggesi in fine cosi : Scritto
et extracto da gli originali per me sotlosignato Consigliere e Segre-
tario di Stalo di imi Aitino !i<n!,: di Snroin. In Parigi li a 5. di
Giugno ]65o. — Fatri. Oltre a sopraddetti fonagli, clie sono
pur importanti , sono nei codice altri documenti intorno ad
essa guerra civile, i quali mi sembrano veramente preziosi
per la storia di quel tempo.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 693
. Elogio della Corona di Francia, scritto da Innocenzo
GÌ lisi Cibo.
Questo codice , scrii l con bellissimi caratteri corsivi, co'
fogli dorali, c co' gigli di Tann ili impressi in oro sopra le
coperte, contiene in una breve storia l'elogio della corona
di Francia, composto ria l\ Iiiimrenio (illisi. Il titolo è come
se^ue : J.ii /u-!( Cernuti tli FruMÌtt ; .ti Christianissimii et
hìitìelissimti Ikntini Qimrlr, Pie ili l-'nuieitl ci (fi iStmirrti IkJintta.
Il sopraddetto Ghisi si sottoscrive Gitisi Cibo nella sua lettera
dedicatoria al re, la quale precede il discorso, e data di Ve-
nezia a' 1 5 dì gennaio ìGotì. Non mi riusci disaperc perle in-
dagini clic ne lui l'atte se sia slata pubblicata quest' opera , che
sembrami pur non indovini <!' essere conosciuta. Pie darò per
tanto le prime, e V ultime lince. Incomincia cosi : 'Egli non
• può in modo veruno uegursi (se nìi'i non vogliamo quellu,
• che una sperienza universale attcsta , negare ) che Don sia
■ verissimo il proverbio di Salomone nel 1" Capitolo dell'
■ Ecclesiastico, clic slulloram infittita! est numerai; cioè come
■ leggiadramente trasportò il Poeta — Infinita è In schiaìi •It-
igli sciocchi; e che questo sciocco mondo non sia ormai ona
" toni usa <;.il'bia di:' [ia;'.w ti velato. Onde nvv iene, eli e, >■ et.
E termina con le seguenti parole : «E chiesto abbiamo noi
.ricordato, non per toccar l'onore di Prcncipe alcuno, ma
■ per dimostrare che i Re di Francia, se talvolta hanno (come
■ porta la fragilità della condì [ione humana) punto traviato,
69i MANOSCRITTI ITALIANI
■ d;i C:i-ìi iilfnii li;i]inij cimili '-icnipi imparati. Qur-Mii copia
due anni dopo un po' ritoccata l'avrà forse il Gbisi iiniairi a
qiialr.licduno della famiglia reale. Veggasi il codiw segnato
num' 4o5.
1352. (sAn.T-CEM.AIS.)
6ia. Discorsi, Relazioni, ed altri scritti di vario
argomento.
Sono in cpii'=lo codice <r]j scrini si^unili : 1° Relatione
venata di Trento di quanto occorse in Cappella il gineen ili
San Pietro sopra la peci edema, degli Amiasciatori di Francia et di
Spagna; con alcune letteli di Monsignori Riha». Paleolto, et del
Cardinal-; di Lorena intomo a onesta materia. Il" iiaginaamenia ili
Carlo V imperatore al Re Filippo suo figliuolo nella consignatione
del governo ili' saia stati et regni , dna: si ecnlienc come si dehbe
ipni-eiiaiv in tetnp-j della pia-, ii Alili .iiiirra: i: ni sìcsmi distorni ,
r.lie leggiamo in altri codici della Biblioteca, se non che qui
la scrittura n' È più diligente. 111° Relatime compitissima della
R^pnhldie.n ili Canna i.un discorsi del suo Governo, et leggi, fallii
Tanno i5g7; la quale relazione, scritta con molla ayvedulezja
ed erudizione, è diversa da quella, che nello stesso argomento
ha la Bibliuteca nei eodici M><riia!i rumi0 ìoy e ìi/i. 1V° Rela-
lione di (ùnstantinapt/ii et (jran 'l'nrcka, ilei! fi contiene il modo
del premei, et entrate del Gran Signore, con molti altri particolari
degni di consideratimi:. E la stessa, che leggesi in altri codici
della Biblioteca. Vf lielalione ililìi Pane-pi ti1 Italia. , di,; ,:■ si i
tengono molti particolari degni di consideratimi!: ; legnosi c?;a pure
in altri codici. Vl° Discorso sopra la precedenza tra il regno di
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. fi95
Spaglia, e il rejno di Francia. Scritto importantissimo, nel
quali? l'autore, di cui tacesi il nome, jkw in luce alcuni punti
di storia intorno a quo' due regni, che Forse sarebbero stati
ignorati , e quindi dimenticati per sempre. VII" ed ultimo.
Discorso sopra Cornelio Tacito nel primo libro. È lo stesso, che
leggisi all' a i-tic* viri* del codice segnato num° 6oi .
1578. (««t-oebj™.)
Gì 3. Osservazioni sulla prigionia del Conte di Ovcroia,
e del Duca di Birone.
Cartaceo, in d", caratteri conivi, di pagine 80, secolo mf,
ben conservalo.
L'argomento del presente codice comprili! Li prigionia disi
conte di Overnia, e del duca di ISironc. 11 codice è diviso in
due parti ; la prima ha per titolo : Ossenationi nella prigionia
del conte d' Ovovìa , et del Duca di Birone; e la seconda ha il
titolo seguente : Hisposiaallc osseniationi mandale attorno nella pri-
gionia del conte d'Oecmia, et del Duca dì Birone. Benché a dir
vero ini porti più alla Trancia che ad ogni altro paese il par-
i.itrj hi 1 1 ■ ai^Linn'iilo di -'.ritto, pure non n'è inutile la
lettura a chiunque volesse conoscere un po' a fondo gl'incre-
dibili giri e rigiri , che in alcune circostauie si pongono in
opera da' diplomatici presso le Corti.
6o6
MANOSCRITTI ITALIANI
1417. (iìmmul)
Gii. lustrazioni del Pontefice Clemente VHP ad alcuni
suoi Ambasciatori.
Canneto, in d". cinlttri conivi, di pigine 60, ireolo mr".
Comprende queslo rodici' fìs M'.rilli Sf^ui'uli : 1° Insti liy.ìuriF?,
che fu data per ordine del papa Clemente Vili* al reverendo
don Alessandro de Comuli , arciprete di San Girolamo di
Roma, mandato da esso pontefice a diversi principi e poieol.iti
nelle parti settentrionali. Questa mslnrcione segreta, e clie
certamente non fu timi p;d.;!ilic:i» . diniosi ni , ^v'.tlv.o avveder-
sene, come sin dismnvcniciilo, clic il successore di San Pie-
tro sia un principe temporale. Ponendomi in fatti a leggerla
qua e là vi rincontrai alcuni: massime, ch'io veramente non
saprei come giustificarle in bocca d'un vicario di Cristo, non
elle d'ogni altro principe, per cui può nascere il dubbio, che
questo scritto , al meno iti parte, sia capriccioso. Ha la data di
Roma a' i o di novembre dell' anno 1 5o3. 11° Altra «istruzione
d->llo stessa puolefiee al sijr. cardinale Midi ucci, d quale d'or-
dine di esso poni e- li™ doveva partirsene por la corte Osa rea.
Ili* Alcuni avvertimenti dati per coni a mimico lo del pontefici;
medesimo al sopraddetto cardinale Madrucci legato alla dieta
di Ratìsbona l'anno i5o,4. IV" [ostruzione dello stesso papa
Clemente Vili" al sopraddetto don Alessandro de Colmili,
mandato ambasciatore presso Teoiloro grao duca di Moscovia;
la quale «istruzione, data di Roma a' 37 gennaio i5e,4, c
seguitala da una giunto, che per ordiuc de) pontefice vi fece
il cardinale Madrucci. V* ed ultimo. Altra instruzionc dello
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. fi9;
stesso pontefice, a Monsignore San Vitale Vescovo di Spole ti, et
alti sitjitnn Orsini simi yvj-:irìidnrii iLstmiai Nantii a' Principici
Potentati d'Italia, par nttrarir. aiuti cantra i! Turco, ed e ilota di
Rnmn li 3o gennaio i :>t)fi Creda pur il letture, dio pe prin-
cipi > Pc f31-1' c'''-' ciinlii'iio, e perdio forse non se no, serberà
copio alliuve, v di udii poca iinpuitan/a il presente codice.
1452. (SU1.T-OIM1MK.)
6 l a. Sonimi) ri i ti Redazioni, concernenti
gli Svizzeri, ]a (ie-nmiiìitì , la Francia, il Turco, la .lforiji™,
e la Persili .
Confidisi in questo codice : 1° Sommario della forma et modo
di itttjùtiare to' Sr.i::cri ci Grisvni. Non Ilo nome di autore.
Il* li una lunga !k-hi:itine Milla Germania , die fu scritta nel
L'ili]!» die ]i'^n:i\n I'i:ii|icr;j1i)]i; Uncinili i ![" il' Ansli i;i . F.ss.i
relazione è preceduta ilo una oppo riunissi in a Tavola di tutte
le materie, che vi sì trattano. Non ha nome di autore, ed
incomincia così : . È ottimo institutu il far llclationi in iscritto
■ delle AiiiLiscitÌc; sì peri Ini si vede in esse più realmente la
• forma del governo, le forze, i costumi de' Principi, come
- penile il successore n'slii niellili instriillo , • ec. ec. Innanzi
a rpie-ta relazione si trova una notti, clic sembrami importante
per la storia di quel tempo, cioè do' nomi di tlitt' i preloti die
allora vivevano nella Germania, ocosi pur di tutt'i prelati dell'
Ungheria , ed una lista allicci ili tulli' li: Accademie ed Univer-
sità della Germania medesima. 111° lìclationc del signor Fran-
tali, tjonduln JatUi aita Sinili!n ili l'-ipa < i rcijiiriv XIII'. intorno
6gS MANOSCRITTI ITALIANI'
ad alcuni particolari del Tutto, scritta fanno 1574, Risulta pel
contesto, eh1 ossa fu scrina per ordine del pontefice. IV lie/u-
Francesco Tirpvlo. VI* Capitali [atti Ira il Re ili Francia ni iì pre-
sente Gran Tuti-hn ; r/urr si m/c 1'/ ;r«7rj minr si ihlibann ijnurnure
fuetti, eh,: miwjann cui Van tili jr<tiucsi ; ci nitri la-Ili jmytimlari.
per le infinito grazie cicl giusto, grande, et onnipotente
.creatore, et por l'abbondanza dei miracoli del maggiore de
■ suo, profeti, Imperatore degli invitti Imperatori,, ce. «.
VII" ed ultimo. Relation? di Maser rincen:o .leali Alessandri al
Serenissimo Principe ci Eccellentissima Signoria di Venezia, Me
cose da lai osservate nel renna dì Persia. Con picciole differenze
è la rclaiione medesima, che dello stesso autore e nello
Kles-.ii :<fffi melili] U-gy si ni'l 1 urlici' si' ; mitri unni" G'->f'.
H55. (umi-mmu».)
616. Stato della repubblica Veneta nel secolo XVII°.
r.iXi'Hn diclini liberi cii]L";iriiii''t]h, è il presenti: Inserititi
stesso, clic contiene il codice segnato mnn° (i a 1, al quale ri-
inetto i lettori, (luì i: perù (lidia rato il ninne di'ìl' autore della
relaiione sulla repuìil ilici di Yeiie/.ia , elle tjuestu codice pur
contiene ; e fu In Sparii nuli 1 rlr.in l'Yainesrri ili Vera cavaliere di
San Jago, che la indirizza al re callulico Filippo d'Austria.
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DELLA BIBLIOTECA DEL UE. 699
1457. [siOiT-OBiaura.]
617. Helazioni di vario argomenta, e di diversi lempi
ed autori.
Carismi, in 4\ raratleri rinsìvi, ili jiiLgiiii' Sdii, swolo mr,
ben conWrvaiu.
I seguenti scrini si motengono in rpiralo rodile : 1° Rcialione
di Roma inferita in Senato Inietti tini Aviem/cro, ritornato Ambul-
iti quella del snpraddi'Uo ciulici-. Olirai nuii/.ia pure, si come
la relazione, som) st;i!t i(r;ttc I' anno 1 i> jt>. II" HiAidìime nfi—
sissinui iU mimi ili Pulmini . rifiniti dati' Abiliti /iry/iem aPio IV,
liliitiiiiiiiin Sniditi dai He Siyi mutuila .1 agosto neil' annodai Signore
i56'8. Bella rcla/.ioiii-, ebe il j rofrssoru Ciampi , telante inda-
gatore delle cose di rpiel r-iigno. logori' libi- assai volontieri, se
puri1 sfuggi alle sue ricreile, III0 iieìnlione dei durissima mn-
,1 r ■,''(! ■■so l.\pp imii!\o ::■:! /no l itoeno d: l'oìmtì'i .titiia ali' l '. :,:iin:.
Senato Veneziano, l' utinu ) ii-j'.i. Moli" 11 ni ri rei .Maliziala e niente
meno importa" lo .1 leggersi Giulio per alcune diversità di
sentente tra l'uno e ì' altro d'essi due ambasciatori peli' argo-
mento mcrkiiiiio della Polonia. IV" Relativa? deli' Eri-Imo . siqmrc
Don Filippo l'erimini Im/ieriiile AmbnseiiiiviT di-Ila Maestà Cesarea
al Gran Preneipe di Motcovia, Tanno i57g. Questa relazione
si riferisce non meno alla politica, clic all' amministrazione
infunili della Moscovia in ipiel tempo, eli' «ssa cominciava a far
[|iialcht- passo verso l' ino vii ondilo litiropeo. V" Ragguaglio del
successo della guerra mossa Tanno 1579. dal Re di Polonia al Gnu
iNOSCRITTI ITALIA!
lalwr futi» per dmagnif.
hxlmu. Caglia ,k fregi
del ducalo di Fiorenza e Sima, falla al veneto Senato Tanno
dal magnilieu niewere Vincenzo Fedele, ritornandosi
ambasciatore della republiliea presso quel duca ; la quale è
molto più ciiiMJstrui/.iuln. dell' autei.eileule scrina dai Foscari.
Né dell' lina uè dui 1' altra di queste due Relazioni serbasi altra
copia nella Biblioteca.
1430. [MlHT-OEMUm.)
fitS. Conimcnlaiii, Discorsi, e scritture di autori
ed argomenti diversi.
Canneto, in 4U. 'flrallfii i-m'ivi. ili [libine 700. secolo in?.
ili homi* ootiservaiiorn?.
I" 11 codice in coni ilici a ila uno scritti! importantissimo, il
cui argomento e qiirsLo : Commentarli ilei regno ili Francia ilei
cimiamo imam Michele Soriano, ritornato Ambasciatore da aaclia
roatico per altre sue avveilutissime relazioni, eh' ci fece alla
repubblica di Venezia; si come allresi per quella di Spagna
[pianilo riioroossi ili la ambasci, il- ne | ier i:sm ii-p nbl-.lica presso
il re Filippo, la quale può leggersi all' arlic" u" del il" de'
cudici seguii li lumi" n.'i.'ì. Ma ipiesta ini egli diede il liloloiii
Coiiwientnrii è:, sec.onoiicllc pano;, un ra j io- 1,1 vi ii'o di politici .
di prudenza, di franchezza , e di lealtà. Essa comprendi.' circa
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ■),„
una quarta parte ili lutto il proai-iite codice; e la scrittimi
vi fi a bastanza ililinntilc e corrella. II" Heltifliitte _di Francia
auel/a C'irti: l'unni: i fi fi cj ; i la stessi, che ha la Biblioteca all'
artic" il" del codice segnato mini" S i ti. Ili- Discorso al He Chris-
tinnissimo, esortandolo alla pace. In line del discorso lesesi,
di' l'i Fll SCl ittO Uri Castl'lln ili H'.il(i;;!l;i-.UÌ-M. .!V dal signor ili
Moruillicn , e chi: In scrissi; e indirizzò al re per proprio suo
comandamento. Si esorta il monarca a serbarsi in pace colla
Spagna. IV" Altro discorso al re Cristianissimo , in cui si cerca
sia stato scrìtto. V' Hehtione di Savoia del liwmimo messere
Giovanni Correrò (veneziano) al tempo ilei Daca Emmanuel? Fili-
berto. Diliyciilissiina relazione , ed uli lissiina a lc™rr.-,i audio
a' giorni nostri. VI* ed ultimo. /!<■;'< ffn.m- tiri tlarissimo messer
(.'i"i >i in fjty l.itiptiituttit: .1 j.ii uiwc •!( .'!': S. rtiui. signoria di Yeilc-
tia presso il sig. Daca di Savoia; nelle quali due relazioni si
comprende lutto ciò, elio ili magioni importanza concerno
quello Stato.
IMO. (siDIT-GEEHira.)
619. Relazioni politiche e diplomatiche sulla Germania.
Cartacei), in 4". caratteri conivi, <li pagine ijoo. «roto un-.
Tre Relazioni politichi: ■: ilijiloinal.iohe concernenti la Ger-
in.inia ,:i fon(.u;i[;i)ni) in r 1 1. 1 1 ■ j codice, e sono: 1" lìclatiam.
dei durissimo messer Ftderiijo Bai onoro, ritornato Ambasciatole
della Scrina. Repubblica ili ) enclia da Carlo V' Imperatore, et ila
7oj MANOSCRITTI ITALIANI
teg^ fll' articoli- del 'cjdice segnato num" 3i3. 11° Relation!
della Germamuct di Ferdinanda d'Aaslria. Hede Romani/alla Tanno
i5S6. et àj. È taciuto il nome (li chi la scrisse, ma fu cerio
un ambasci a lo re della veneta repubblica presso l'imperatore
l'ordinando. Ili" lichene del cforisttam ninfei Michele Suriaaa,
ritornato Ainhuseialam dal Sin-nissirnu Ite de Romani Tanno del
Signore ibb-]. Questa relazione coli' antecedente, ebe tratta
dello slesso argomento, comprendono pressoché tutto il
codice.
1445. (UHM»]
620. Viaggio a CosLuiiinopoli t!i Giacomo Soranzo;
giuntivi altri scrini di argomento diverso.
Curia»)!, i« fogli" pinoli:-, rara! ini .-r.i^i.i . ili vaiginu lìo. wtolu ivf.
I' Ila j: 1 i 1 n-;pi rj ai cori irò. una Illuda — .Ita™ J'kh riaffilò
fatta a Canslanliunpidi , et ili ideane reit natale a quella Porta nella
l'iiioniirinne di. .Sic'lru,- M.iln.;:\eile jiiiìia-.-h di .So/ion Anrnall, rre-
senle Imperatore de Tarchi, Tanno |53». Fu nella circostanza,
die Giacomo Sonmzu ambagi utoio (lolla veooia ve pubblica
presso la Porta Ottomana , d^ponoiitli-i.-i al mio viaggio per
Costantinopoli, fu propalo ila molti f;enliluomiui dì diverse
cittì il'llalia di concedi:! Ioni l'onore di accompagnarlo in quel
viario, a fim: 'li [nr.fr essere presenti alla grande solennità di
quella circoncisione, è poter quindi con più agio osservarne
e notarne tutto lo parti cobi i core mori lo. Oi tennero il loro in-
tento; e si trovano qui rogiti-ali i nomi ilo' sopraddetti gen-
tiluomini, veneziani, romani, bolognesi, vicentini, diFuligno,
DELLA BIBLIOTECA DEL BE.
di Albano, di Pesaro, e d'altre città dell'Italia. È taciulo
il nome dello scrittore, ma paro clie la Memoria sia stala fatta
di comune consenso d'essi sianoli. .Si divide la Memoria in
due pai-li. Nella prima si narrano lutti i preparativi alia cenmo-
nia, c ciò che fu fatto -ino .il suo compiine!] lo ; nella seconda
si descrivono li' t<tlnjr<-;:e ili fÀntimliinipnli per il liìnijliu ili Slit-
tali Mthemet figliuolo di Saltali Amanita Impennare de' Turchi. Può
pensar ili ìeg^i'ii il lettore, quanto piaeevole sia ìa lellura di
questo scritto , di cui foc.se non suri copia in ailre Kibliolcijlie.
11° Notizia dei sin-rcisi ili l'in i/iiirrn fi/i Saltini \iìwrn.th I mperuhm
de' Turchi et Schak Mehemet Chatovenl Ite di Persia, et li Gl'albioni
Christianidal ibyi. finoal 1 58 1 . 111° Discorso sopra la repub-
blica di Genova; ed è quel medesimo, clie Ita la Biblioteca nei
codice segnato num° 3a3, all' artic° ir*. 1 V" Lettera , dola della
tra il Prctemnoui il He de' Trogloditi fanno 1 58o. V° Discorso del
caidinjli (io icndoue, nel (pale si c.f'fi'li ili dunosi iure l'Ile
l'imperio derivi c sia dipendente dai papi. E gii nolo questo
cardinale per altri suoi scritti di qualche imporlania. Ira'
quali il suo ragionamento sulla corte di Roma, che leggeri nei
codice segnalo num" 3oi; ma credo bene , clic oggidì il Coni -
mendone non s* intralleneblie più culla Iralla/.ioue di alcuni
Ambasciatore ili i^a-.-liii \lu,<i'i niipns.fi In su'idctUi sitjiwrin. fu
detta questa orazione al veneto senato dal sig. Monluc l'an-
>63.
1"
no i j.i'i.
MANOSCRITTI ITALIANI
I52C. ( SADtT-GMN.IK. ]
621. Sialo, forze, e governo (Ma repubblica Veneta
É questo ili su la prima pagina il titolo del presente co-
die : Rdatinnc dallo slato,-jor;c, et ijorerrai dilla llimiUi'iia
Feneliana, falla al Tir Ctttitilìca Filippa ti Austria. Chi sia l' am-
ba .«iato iv die fa quosta Relazione ai suo principe, non risulta
per alcun modo dallo strillo. line cose però posso afl'ermare;
e In prima è , che la presente relaziono intorno allo stato della
repubblica ili Venezia t al lutto diversa da quelle, che sopra
io stesso nrgoj inailo riricoiiiriajiio in molli altri codici della
serba una e pia; e la seconda , eli è uua relazione, ìa cui lct-
puft som ministro ri- alla sloi'ia <li ipn'lla illu.slrc repubblica nel
secolo svn°. •
1527. [««i-sb™*™.)
622. Pareri di Gaspare Giannotti intorno al regno di Cipro,
ed alla Casa dì Savoia.
Cai-laura, in tf. caralleri corsivi, di pigine i3o, «colo ito",
L'argomento di questo codice e dichiarato pel tilolo che
segue : Parere di Gasparo Giannotti sopra an Ristretto Mie
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 7o5
rivoluzioni del litanie di Cipri, e dilli: nijinat ihc c 'ha In serenissima
l'usa ili .S'urul'd ; <■ su/im rur «ffm Traila!.* tli-i tiluin lirijnh- rkii/n ci
.Sdii i(ir sri ;■;),(;. (luosAo discorsa, iì parere, è indiritto al
sigi)' Giulio Cesare Catitelnii, che aveva incaricalo il Gian-
isotti ili ]vi!rs.irgli il mio avviso in torno a dui' libretti, ch'erano
.stali posti in luce, l'uno sopra il Rislrello delle rivolniioni, e
l'altro sopra il mo/o Wrjro uWnlo t'mn <t' Joeoùi. Non so se
questo Gaspare Giamiottì Tosse della famiglia eh Donato, ne é
.1 rui:i nui!/.ia l'In1 il suo l'uriR l:j-ì stilli' pimlilir;: In; :na certo
il Hi' cjrli !■ i] il va Ini Ir sci il Imi', clic vrt-~.iriljl.iH jri-.icl ì I Et non
rhc utile la lettura di questo scritto por li' nuiltiplioi crudi-
zioni di cui va adorno.
1528. (suRT-oiaiun.)
6^3. Relazioni! soni ricali a degli stati Italiani.
Contiene questi > rodici' ima IkluLÌmie in cui ri pendio di tutta
l'Italia, nella quale si dà pur notizia delle spese, delle entrato,
<■ dello stato politi™ ili diversi principi ilidl' Italia medesima.
Eccello alcuni' piccole dii'cr.si:.i ili (cuoio, ó la stessa rela-
zione, che rincori Iriiinio in pi» cullici della Biblioteca.
MANOSCRITTI ITALIANI
1554. (bamt-ghuuui.)
l'in la metà ili (lucilo cuòio' cuitic-m: alcuni.' memorie
antiche snlln cose (li i''raui'.in. l'isse «imo .scrino in lingua frail-
ccm' . ma (li \!:i:i'ìiii.i i-Ili-.- , i li luuttHi il tildi:, Ialino : Dr r.'ins
Galikts, Dopo le quali memorie o croniche segue in lingua
italiana un dialogo politico Ira un Francese . uno Spaiamolo,
ed un Veneziano — Jn;im f Inumili ili Frinirla Ini il Ile, hi Madre,
ed Q fratello negli anni i63i, « i63a. Non risulta chi ne sia
c lituo instruttu ilclle cose [iiù recondite di quella corto. È
piacovolo a leggersi questo dialogo.
1847. ( SAIHT-GEIUMIN. J
6(l5. Relazioni politiche sopra il Turcu, la Spagna,
Tre politiche Relazioni si comprendono in questo codice.
La pròna ò di Marcantonio Barbara, dell'anno i,r>8G. Essa ab-
braccia tutto quello . diVi^i nella mi a qmiH'a di am lisciatore
della veneta repubblica presso la Porta Ottomana potè vedere
e sapere di più importante della cittì di Costantinopoli ; indi
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 707
degli siali e proYÌnr.1' succili! al dominio del Gran Signore^ ;
di (ulta l' l'sii'iisioue (Irli' iiinino; rlol 1 ■ ■ sue fiw; rloll.s sua
filali ; liei III [Mi lienlare cimi Ir il In ili esso (ini li Signore; e
in somma di tulio ciò, die può dar ben a conoscerò la posi-
zione ed animi lustrazione politica interna uri esterna di uno
Siiilo. Relazione ù questa, ci"' manifesta In ( 11 prudenza,
ed avveda lena del suo autore. —La seconda relazione è pur
d'altro ambasciati ire veneto ili cui \ irrsi i: inmiei al In repub-
blica ili \ eur/.ia , f 1 < h j 1 ■ r ij 1 m U >.-. i ili: Un oli ti; ili Spagna. Si p.u lj
specialmente della gronde potenza del re dì Spagna (eli' era
allora l'iìippo II") sopra i Midi ridditi ; e de»]' intridili inau-
diti, anzi incredibili messi in opera ni leiupo di quella corte;
ciò die fu l'anno i5Go, 0 in quel tomo.-— 1. a terza ed ultima
relazione è di messere \ incelino degli Alessandri ritornalo di
Persia l'anno 1378, ainbasriiiiiirc della 1 i j nihblica veneto
presso di quella curie. In essa relazione fa conosci 'i> ;.: senato
tutto ciò, eli' è di il iai! L'i "le ini porla n/n in ipiel redini; assi ci ira
rcpiihlilien l'osse costrelta a mover la guerra alla l'ersia. Altra
copia ma assai men diligenti di questa abbiamo della slessa
relazione all' artic" V[|° del codice segnalo num" 6' 1 5.
MANOSCRITTI ITALIANI
(i;6. Scritti concernenti le due Corti di Francia,
e di Roma.
Contiene il pri'hi'iilc codice ^li scrini Meliniti : 1" Relatione
n/mpitit di talli li itiricai , naioliiiti , morii, rumi/ri, dijftrrii:e.
pastininole, scritture, disiarsi r satin: Inulti in rursti yuflnto in prosa
folte e seguiti, tini prilliti .jiarnn tldL morte di Urbano VIII°, sino al
dì della festività di San Clemente, giorno solennizzata dalla Santità
di Xuslrti Sit/nfiie l'upa bintinMiti A", per il possesso preso in quel
tjiorno in San Gibnonni Lateranu li l3. Novembre i644- È questa
la relazione medesima, elle lediamo ali* arlic" r* del codice
segnalo num° atìfi; se non che olir' essere la presente copia
molto più corro! tu e più < I i 5 L i ■ 1 1 L i ■ ] n ■ r i •_ i ■ m- ri Ita di quella, notai
qui pur alcune differenze nel racconto di qualche fatto. Le
poesie satìriche ialine ed italiane in morie del sopraddetto
papa Urbano Vili' sono quelle medesime . die limolisi nel
codice segnato mini" 385, ma nel presente codice v'ha di più
una particolare notizia di tutti i cardinali, clic concorsero col
loro voto alla elezione di Innocenzo X". II" Copia di una lettera
scritta dal re di l'ianria in I1':. rifai nei i Ira li il ili ì i i il li. I. re ; li.'(/|,
al ni a rei io su di Sanse i au io ni suo a m ha sei a Iure in Roma ini urini
la condotta, che limnc verso di lui , il re, il cardinale Antonio
Barberino. 111° Copio della lettera , ohe scrisse del suo palazzo
il] Roma il di 2Ìi ottobre it>'\!\ il sia,1. Salisela moni, ambas-
ciatore di Francia presso la corte di lioina, al cardinale Anto-
nio Barberino. IV* Copia della risposta di questo cardinale
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ;og
scritta dì casa sua in Roma il dì a 5 ottobre 1644, al soprad-
detto brucia tare franassi;. \ " Copia d'altra lettera scritta di
Roma li 3i ottobre iG'i.'i, dal ninli'sinio eardiuale al cardi-
naie. Magnino in Parigi. VI" ed ultimo. Discorso in forma di
Dialoga Ira il Cnnlìimìe Alitatili! ed il tienili, e.:,- Francesco Barbe-
rino, co!i::ermritr t pariì'.ihrì toro mlercMi d,l. p,i:,nt!,, Coi:, lo-e . e
la loro cattiva fortuita per knveiv perduta li tjrullti del Re di Fran-
cia. Beo piacevoli: a leggersi questo dialoga tra i due fratelli.
MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
[ QUALI EBANO IN ADDIETRO
NELLA BIBLIOTECA 1)1 VERSAGLI E 3.
627. Discorsi due di redolito Ajilinori : l'uno sulle Sedizioni ,
l'altro sulla Reputazione.
ilaual. votai perder* Coricamo* trattato con fo rigale vere
Mn medicina, si può intitolili* : Delle malattie dei Ihminii, et ilei
muili di rÌHietlittrri ; aimp-.istu da Fridn-iio \iiliimri ijelitii hnoma di
iwjiW j.tirentiiin , rt t'.tiitilien ili l( tlnlim- ili S. Su-Javo. Ho ietto
con vero piacere qualche parte di questa operetta, la quale oltre
eli' e dellata Cini Iiuodo stile, ilice pure cose non |>oco impor-
tanti. Ei riduce a quali ni li' nillst- fiiliiiiuit' ri iiuliirtlli titilli stilìe-
vationi.ci rimlte neijli .Sinli. prima , la religione; la seconda,
H-ti aeravi! si li irati sul popolo; la terza, le crudeltà verso il
popolo; la (piarla, il dsspii/in del popoli). ■ — Uopo di questo
discorso, o cn!", ilir ahi irai1 ria per due [.tic parti il volume, si
leggono io line dello slesso autore, — Sentimenti toccanti il par-
titillare dell' hemore intrinsìco del bene operare, et estrinseco della
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 711
spinimi?, <Irll.11 ce::;ii:h:r<''»li\ lì l- | minili mi1. Amimi il'uijìii /lenimii, ci
gl'ini imeni,- ih-' (irmi Piiniii-i. il.'', ,(.-, umilissimi ,-,( m/ii. Anelli'
quesl' operetta è assai piacevole a leggersi , non dirò perché ni
si espongano i-ose nuovo, nm peri: Ih'; le si espone in mudo, che
ne diletta mollo la lor lettura. Sembrami che il codice sia , se
non l' autografo certo l'autentico, clic al tempo suo sarà stato
offerto alla particolare Itili li olerà del Ite a Versaglics. Non
posso sicura ni ente affermare che sieno inediti questi due scritti,
ma partili che meriterebbero di non esserlo.
43. (««,„«.)
628. Prose e poesie d ivini/io Mulinili in ludo
di Luigi XIV".
Carlacco. in 4" grande, onllerì cnrsM. di pagine àoo . «colo ini",
ben conservalo.
Quesln bel codice, per ciò clic concerne la sua magnifica
Ieri nitidissimi e roslaulomi'iile iniilormi rial principio al fine .
non contiene clic proso 0 poesie, tulle In bude ed onore di
Luigi XIV", composte da un hjiuiùu l'ian<ry:ii Midiqìn, com'ei
stesso .-.i so- Inserivi' ii'.'lla prima pglna . l'uutovandnne pur la
-ottuse ri /.ione 11 eli ;i sua lei lem dedica Loria al prinnpe, al quale
offre questi suoi (iti-uri li-llrrinii jiiiiti euri i/nui jiilidif \ timto 1606.
Poi comincia con un sonetto in lode degli occhi del He; tic
segue un alito in lode della sua bocca; indi un altro iti lode
della sua parrucca, ce. ce. Dopo molli di questi sonetti, è
una Iriidii/ione italiana di e-.i;> Mulinili deda vita 'li Alossan-
dro Magno (al quale viene rassomigliato Luigi) scritta da Plu-
tarco, della cui (radunane però, si come pure de' sonetti , se
7ia MANOSCRITTI ITALIANI
n'abbili niisericordiii. \ou dirò dunque più oltre de' meri li
letteraij dell' autori', poiché io non saprei ove trovarne, e
v. | li (in 1 1 1 :<-i 1 1 1 ■ in ciò olir ni.'Uind.i In nii-tv.- Livelli!. Nili) dubito
untilo, che il Mi il is; in -1:11:1 sialo ululalo dal ro, ch'era geue-
E'ilSil !' 111,1!; Ili) Il Ìli II) III Illlto, ODI ili Cl'i'ilil olii' !' .1 1! (.Ellf (Il qilO.sl]
cuiiilKiiiiioi'iiti sia stillo liei) i'urluiialo d'aver che fare con un
monarca, cui luti' aldo cadi' va in ani eoo, olio di leggere poo
sic in sua lode, e poesìe di un nome ch'io penso sarà stalo
nidi' oscurità tanto allora , qnantu n'ò presentemente, l'i quasi
quasi adesso mi pentirei aver ili'Un ni:l mio proemio, clic non
.si può mai .sin hi! ire 1' iìssdI utj imiti Ijìn ili un libro; ma alcune
poesie, elie .si Ii'^oiid iu qiii'sio codice, li! quali enumerano
li' grandi operi- pubbliche, 1 1 1- por comandamento di quel
monarca sono slate l'atte ad utilità ed alli bo al diletto (lolla
popolazione parigina ini confermano nella mia massima già
enunciala nel proemio medesimo.
55. (VERSAILLES.)
629. Orazione dì C. Guyonnet de Verlron in lode
di Luigi XIV.
He mbraciocEO , in S'giaiidii, caiatlni nu-lii, ,11 [ig^Eno il, secolo ini",
dì boom comcrvoiione.
Ourslo codice ma j;ni lira n noi !c lecito, dorato sui fogli, e
srrilto is.iii U-'liis.iini ri,rnl:i'ii , coiiti'.'iii.' ii.' ludi. In fili ni;, di
orazione o di paucgirir.0, dì Luigi XIV, alla cui Maestà fu of-
iérlo da C, C. Gujonnet de Verlron , il quale, nella dedi-
catoria ad altro personaggio, per cui spera poter ottenere
la regal proto/.ione . ilice clu' c;li cadde in animo di far ira-
ti une questo -un l'mu ijinai. sjiii scritto in francese, in tre altre
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 7i3
lingue, cioè Ialina, italiana, e sprillinoli! (e sono veramente
nel codice queslc tri; tradir/ioni) « a fin quii les l'tranirers à qui
N nutre langur r.sl ioi'iinniie un solfili ìiiallieur-eii-eiueiit prives
. du plaisir de lire cette hisloire, qui sera mille foisplus belle
" ijtic les rommr-u lai res ilrs IIìmis, i'I le- vìi's des Alcsandres. «
Mi pare clie sema più p<«a il leliore per queste poclie linee
giudicare di tutta l'opera. Nulla io dirà delle due versioni
latina e spagnuola, ma l'italiana è Leu meschina in ciò che
riguarda io stile , e qualche cosa pure la stessa grammatica.
73. ( 5EIISA1IJJÌS. )
63o. La città di Costantinopoli dcscritla ed illustrata
da Domenico Gerosolimitano.
Cartaceo, in 4*, cai-allori conivi, di pagine 150. secalo HIT.
di buona cooscrvaiionp.
Il titolo (li questo codice ù come segue : Itelatione della gran
Citta ili CaiKtaiitim-poìi , iI-kc si tratta di latta la crtdi, colline,
rulli , f>rlr;ze, pìtt;;e, pnla::i, imi.trlmr- , finitimi' . Iitittivjhe, limi/lii
mercantatoli, alloggiamenti tic Jorcstii-n, Huspilali, Collcgii, ti
Imujlii ilr inanitumi , i-t altri. Si narra unni In ri-gale, che si mano
iti essa tifili pi:t ornano, mUn. tjimtUin, tu. Ili ditti! , et nel viceré,
di tjtti.it rttrìrlii di tfi'tiUi il' -.«ini tintinni-; il tutto mirrati dit ìhmi-iiiin
Hierowlimitano gran modico arila penanti ili Mtan Àmarath Avo
del pile. Gran Turco, che regna nell'anno ifin. Questo scritta ,
elio a parer mio c certa nn'n te l' aiituyraHi , i: al tutto diverso
d'altri molti, i- 1 1 Miipiii li. -ìi'sso argoinciilii idiliia ino india
Biblioteca, benché il suo titolo che ne dà il contenuto, rasso-
migli in parte a quello , i:ln: lodiamo apponi ad altre relazioni
iuloriiu Lilla cjtli sopraddetta. Sembrami per altro, r.be le
7,4 MANOSCRITTI ITALIANI
narrazioni ili qnrrln medito -iami l'atte con buona fede, e che
trarsi possa qiial^ln- ulililii dalia lemmi ili questa operetta.
79. { VEHS«I.LKS. )
63 l . Oda intorno al castello di Trianon.
Leggesì in sul principio di questo codice la seguente anno-
tazione : An iiii, <.hlc /ri (ine irle Trillimi, pur Muns'. Boutartl;
[radaite cu fmnriv.< pur Muufciqiitur li- /);(<■ de /ioriri/orpie; ci en
itaiien, pur un Acadéndàen de la Crossa, [j'oda è indiritta a
Lui^i XIV- — Nulla rSiffiiilu della ii,jiì:i/i(:ni: francese, l'ita-
liana per verità è assai lidia. IWcaUi, dm l'amanuense ignu-
I l 1 1 J -J- li' |)liiif ip.'ii ledili' mila lineali italiana, l'ablna qir.'i Li
h i ■ ni. I n i .1 d'emiri ; si cu] no inni sapidi il perdiè. sin Ini' i ulti il
nume ili ijiici: Accademico c;i ] 1 n Cresci , clic fu ii tradii i love
di questa poesia, incinte soni) didiiar.iti i nomi dell'autore
dell'oda, e dd suo traduttore in frane™. Comunque sia di
ciò, è un bel codicelio e scritto, quant'è alla parte materiale,
con tanta eleganza, dm non può desiderarsi più oltre.
81.
6fo. Trattalo delli.' t'ori Mica/, ioni militari.
Cariati». Lo i". emulil i i L"; -^i . ili | Joo, arcalo avii*.
Il titolo generale, diesi dà alla presente opero è : il Team
militare. Nella prima pagina è un disegno a penna , rappresen-
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 7i5
laute la Faina e Marte; Un le quali din; fi^ur*; sta appunto
rinchiuso i) litui» siipi-addi'llo. Indi sreaie un allr» disegno
composto di rimiti; liismv, le (piali stallino intente a travagliare
intorno ad alcuni ritiri?/.! militari. Sul meri lo di questi disegni
niente io dirò perchè in vero non ne hanno alcuno. Ma ve-
nendo a far qnaltlie panila sopra ciò, che più importa, cioè
ili'll' «ironie ri lo de! p i< 'sei ite Mirino, che i-i't lo è l'autografo,
esso è come leggiamo stri principio «ri Truilnln 'Idir- l'vriijuu-
tioni illuderne. L'ari ioni, il cui nome non risulta il' alcun luogo
dell' 'ipe ni . .;.-r:ih[',i ;uf-rl;i e poV;l .lil insinui! Mie ili-' gim ani ,
che avessero in animo di dedicarsi alla professione militare.
S iticiiniijic.iii quindi per ì.i dellnuitnie di'' Irimiiu geometrici,
cosa sia il punto, la linea, la superficie, oc; poi ili mano in
mano va progredendo l'ii istruii ori e (ino allo dimostra /.ioni le
p. ' quali può ottenersi una lirn simra ioitilica/ionc in qualsi-
voglia lungo, ove credasi (ipportuiui o in'ce.-sarin di costruirla.
Lo sentiri e adorno di multi: ligure geometriche allusive ali li
varie dimostra/ioni , chi1 si propulsoli» ; e panni in somma
un lavoro fatto con grandi: paz.ioiua ed aurore dell' arte.
Pur le indurirli , die lui latti' , credo clr'ei sia inedito. Me-
rita poi d'esseri' consultai» dop» tante opere classiche, che
in questo argomento lin oni) puhblierrlr ? Può trarsene ciò
non ostante una qualche utilità? I dotti, volendolo, ne
giudicheranno
7.6
MANOSCRITTI ITALIANI
li33. Com|)()iiiiiii?[ih lt:t(i;j-arii in lodi: di Luigi XIV".
C.irlT.™, ili foglio ()i,:tulo, liiiallefi mi-siii. ili pasiuc 70, secolo mi*,
Sul principio di (pesto codice ie;;;icM Li ;;e;!ii ciste iliclii.-ira-
nioiie : limatili! me, /tutu In Miiisiii Cristianissima di Luigi XIV'.
di favorire la Casa del Conte l'epoli Gonfuìoniciv di Bologna con
terni? a! sacro fimi,: il sin figlinolo l.itigt ; mcarieiindo dell'esercizio
di tale più fui'.: -fon; j! Munìic;,: Ippolito IktUii-c-iiii ; il Conte Ercoli-
pipijii il signor (.'(in mi. ii" C-ìism CiKiniiiù, l'iiwipi: 1Ì1.H \,:aid,-r,iìn
deglilnabili, accechi vok^con Inaili signori Accademici concor-
lapabblica soddisfazione porsi alto onore concedalo alla ,aa casa , e
quindi alla Cimi di Bologna. Sema più vede oro il lettore ili che
si tratta in questo codico. il ipide. eon un sonetto clie ìeggesi
nella prima pagina, Iti i udiri/.™ lo al cardinale d'F.sfrées, pre-
gando sua eminenza ili farne l'umile offerta al monarca. Del
trulli il-:' liei nomi ili anloii \ , g^i:iiiu> v:lh -cri Ili in-' rii\.-i>i
eoni^oniiuciili . l.'i come di 1111 Angelo Antonio Sacco, di un
Francesco Se-pi , ili un l'urlìi A 11 li in io I in lo ri , ed altri molti.
A;;:oi.i:i:.;;|.ii pire, clic il codice e adorno di irr.i/iu^i Uuori 11
jieinsii ii-m io tulio i-1 pinoli; Lisi/sali, i:\ir in ijiielln riti- vol-
garmente diconsi vignette, officno rpc' fre^i che soglionsi
porri: in sul principio od in sui fine della pagina , i quali a
dir >-cro sono assai commendcvoli sì quanto alla corrciioce
ilei disi-gnu, e illl.l If'ijgiiiiirjll llclli: COJH|>0-Ì/i-HLI , clll: l|llilolo
al maneggio della penna; e in somma ornamenti dì molto
pregio, e degni di quella dotta città ove sono siali eseguili.
Digiiizea 0/ Google
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 717
634. Discorso di C. Guyonnet de Vertron sulla
eccellenza del sesso femmÌDÌle.
L'argomento AA prra'iiti; codii.; <■ dirli iaralo poi seguente
suo titolo : /.il Minerei: Dclfna ; 'invio i'nu-llrit:n del sello fem-
minile. Discorso Accademia 1 i>ivattie;ini!: 1/11/ Cut!ri-U\rtc deli At en-
demia Rea! Arcìatense C. Ga. de Vertron, e presentalo alla sercnis-
sima signora. Delfini. Fra in li Giliola d'Alluri ti' \ ustvh la Di'llìuit .
alla quale il de Vertron oliera- qni^lii suo di.iorìo sull' eccel-
lenza dei sesso femminile. Egli fu autore di molti altri scritti ,
ragion amen III , benché non m1 ih1 filosa l.uv r^ran luili qn.inln
alla dizione. È singolare però ed ingegnoso il suo assunto
(benché non nuovo), clic ben voìoulieri pongo sotto degli
ocelli di.1' miei lei lori. 1" tjamitii, fu 1 retila la Dorina? dopo tutte
l'altre creature. Essa fu l'ultima come sigillo di perfezione.
IP Dove fa creata la Donna? nel giardino stesso dello delizie;
dove che Adamo fu creato al di fuori. Ili" DÌ linai materia fu
creala la Donna? di carue; di ivo e In; Adamo fn creato di terra.
Sono questi i tre punti cardinali del suo discorso, che, come
ben di leggeri può credersi , conduce poi a passo a passo alle
lodi della Delfina.
718
MANOSCRITTI ITALIANI
132. ( VEK5MLLES. )
635. Sonetti di Quintino Pavia intitolati a Luigi XTV"\
.Suini in «lo codice .i.i i!n •. rn :h -i'i^Ijiì olle yfant ilei
Mmana turni ASI * L'autore, rhe modesta inorile si solTittcrive
in ogni sonetto i un Q l'Ili l'ani» Genovese. A' ilifJ»nil(-Dli
del sifoni- l'avia sarA conr fisso in memoria del loro Antenato
di diii'dor cupia [li <|in...-,h |iiit'li.:i ri'mjiiiiiiinenti , nu min [lu-
tici consigliai' ne i mìei lettori. In veg^endo ili cosi fatti? offerte
letterarie ori un principe .si illustri.', quale fu certamente
pur il re ma nessun!) nr Il';;«c'shl: inai min linci; altrimenti è
essere riposte in una delie Biblioteche particolari del re
medesimo.
154. — 135. ( VERSAILLES. )
636. Studio di pittura offerto da Francesco Nerìi
a Luigi XIV°
Due volumi carta™, in (■, CSOlteri conivi . di papne aoo ciaichednno.
Questi due volumi non sono, che due copie dell' opera me-
desima, eseguile ambedue colla slussa diligenza, ner lo stesso
amanuense, e tutte e dm: splendidainc nic Iridate; se non che
una è nella sua legatura assai più suntuosa e magnifica dell'
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 7,9
altri, perchè forse fu quella, rio ì'.i;iImc olìersc in persoli j
al re Luigi XIV. — Era allora nunzio apostolico io Parigi il
cardinale Francesco Nerbi, e pensò di poter far cosa grata a
quel principe coli' ofTcrirgli qucsl' opera, cui diede il tilolo
seguente : -S'jili/r'i! ih p ilinr-l r pr,:<[;:i!.i:-:t r .':;?.■(!■■> il'ilin l'r:ìit::t,!f i:
titilla Giurili ti San Min ,(.( ( j'i i j rmd. Ini piemie il cardinale
i descriverci principali quadri, tutti però di storia sacra , che
ammiransi nelle pilliglieli.' «allerir di Fkiim, facendo, coiti' pì
dichiara da bel principio , le sue considerazioni sulle viste ed
idee particolari, ch'ebbero i pittori nella composizione di
ciò rlicprteva e dovevs cttendor.;i (lami rc.-pieno iiMiiona^io,
che d'altronde non era costretto a far conoscere la sua poca
perizia m nello eo.H: d' ai te , che in quelle <i: li. Utralura.
215. [ VERSAILLES.)
637. Panegirico di Gian-Paolo Marana in lode
di Luigi XTV
Quel Giovanni Paolo Marana Genovese , che tradusse dall'
arabo alcune lettere d'un esploratore Turco (vedasi il codice
segnato num° (Ì3g) scrisse pure in buona lingua, e con qual-
che eleganza di stile un elogio di Luigi XIV', che si comprende
appunto in questo codice. Il titolo, che leggesi nella prima
pagina, è come segue : Per le memorabili imprese ci he/viene
azioni falle in pace et in guerra il,t I.uii/ì il Umilile; Panegirico
sentiti di: Iji-in-l'tiotu Manina in l'ai i-jil ■inno 1 litiH. 11 panegirico.
7io MANOSCRITTI ITALIANI
com'è cosa ben naturale, è dedicalo ai principe al quale
nella lettera dedicatoria chiede la permissione (li mandarne
copia alla regina di Svezia, a fine clic fi sappia, ci dice, delle
i-<n\t mare ;;<■' più !o:ilnni pt/tii. D;j1 che putivMjc inferirsi, clic
Ibrsc due soli sirnn gli es i i ili quest'opera; ma ciò non
è vero iilti-iiiion'.i. l'ere iocclié accaddemi di vederne un terzo,
eh' esisteva nella biblioteca del fu sig'. Boulard. Esso è ripor-
tato al min" 3 io, pag. i5n, del quarto volume del catalogo
ili invi biblinieca . il hi- In pnsta a ila pubblica vendita in l'iiii^i.
fra l;i serie de' nia.iosci'itt : possediiii d.ii [toujard, le illustra-
zioni de' quali i'uiiuio date, dall' erodilo sigr. l'arisou , della
cui amicìzia io mi onoro. 11 presente codice ha le armi del
ministro Colbert.
638. Orazioni di C. C. Guyonnet de Vertron in lode
di Luigi XIV".
Cìrfifr.., ii, v' i:n.iiil- rair.U.:i ..'.[-r.]. .1] j'./i:li' :y.- . ,,'mlr. vvii'
bd nraservito.
Si comprendono in questo codice quattro orazioni in lode
di Luigi XIV" composte da C. C. Gnyonncl de Vertron, del
quale infumi vedersi iillri -elidi ne cedici se-iulti ninn' fì-.!f|
fi (ui.'t. Ksse quattro orazioni -:'>]i'] in quaUro diverse linone,
cioè in francese, in spasimilo, in Italiano, e in latino. L'au-
tore le intitola così : Bifferai! portraits ile Lum-lc-Grand. Noti
farò parola dell' altre, ina siami permesso il dire, die l'ita-
liana orazione è ben por-i cosa. Dalla lettera dedicatoria, dui
precede questi Rilutti, iiidirifta al principe, risulta che per
anni molli questo signore de Vertron si consacrò alle fatiche
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. jai
letterarie, e che tulle o quasi lutto Ir sue opere furano in lode
del sopraddetti) monarca, lììsullii allresì diilla stessa tiedicalo-
ria, olio Luigi lo nominò dapprima suo istoriografo , e di poi
Acailèmium re/ni. E saranno pur eternameli le vere quelle parole
che vediamo scritte — Insta opportune, et importane.
236. (VERSAILLES.)
639. Lettere di Malimut Arato , spione ìu Parigi
per la Porta Ottomana.
Il litolo di questi due volumi è : L'esploratore Turco, e le di
lai pratiche segrete con la l'urla Ouumann scoprrte in Parirji nel re-
gno di Luigi il Granili- l' iman itiJì.i. [In Mutuimi Arabo se ne
visse 45 anni in l'arici .servendo sempre in qualità di spione
il Gran Signore, e vissi! M'om»c.ÌLito tosi , olio venne a morte
senza clic alcuno ne sapesse il no me, e diremmo quasi l'esis-
tema, non dio la prol'csMinne. — Giovanni Paolo Marana Ge-
novese (volgasi il codi i-i ■ sognalo 11 uni" IÌ.Ì7 j, elle tarmata già
aveva d'alcuni anni la sua diinora in Parigi, ebbe per caso
nelle mani tutte le carte e memorie di Mainimi poco dopo la
sua morte. Pensi) di indurr.' iti li tigna italiana dall' arabo in
cui erano scritte, alcune lettere delle più importanti, clic
l'esploratore scriveva alla Porla. E poiché non solo di luti' i
principi e stali d'allora , ma vo gol armeni e della Trancia e di
Luigi XIV° molte ne scrisse il Habmut, così non dubito il
Marana di raccoglierle in questi due volumi, ed offcrirnoli al
principe. Questa perù non è che una parte di esse lettere , che
furono ritrovate, del Mainimi. Se il Marana appresso ne abbia
■J33 MANOSCRITTI ITALIANI
tradotte dell1 al Ire, riè non risulla uè dalla sua dedicatoria al
monarca, ai dal suo avviso al lettore! ma d'alcuno parole
sembra elle no, l'orse atterrii» per l'ini mensa fatica , eli' ci du-
rava in essa tniduiioni: min sol» per la lingua in cui erano
scrillc, ma altresì pi'r owii: le brullo copie, lai trndiiiione è
Ini™ :i sì quauki ai la i iridila, ehi' quanto ali» siile , ed eseguila
quelle medesimo, elle unite ad a Uve multe vediamo nella ben
nota opera , elie ba per titolo, L'Espimi /Die diins ics tonre dei
i'rin, ■ j , Imtiuis, aiaiisp.Ua e :;u: ibi naia ili Culi;» la l'anno i 7 -Si .
in G volumi in H°. E cosi è veramente, eli' eccetto la diversilà
della lingua euuoiibi essere Lo medesime lettere, che in lingua
francese leggiamo udì' opera Icslè accennata. Il Marena però
volendo dedicarlo a 1 ,uie;i \1\ "31011 tradusse se non elle quelli'
che appartenevano alla Francia, e come abbiam dello nè pur
lolle; dove in queli' open (".t.'/i.a.iji are si raccolsero e si tra-
dussero tutte in francese sema ececiione alcuna.
255. (WIUH.)
6/(0. Poema in lode di Luigi XIV*.
Cartaceo .in 8*. anturi tóndi, di pigine Ooo. secala ine,
Il titolo 0 l' argomento di questo latito bello quanto prezioso
codice, è comò segue : Fatti di Luigi XIV*. il Grande, li mar-
chese Filippo cavaliere tempieri di ISolo^n.i avendo ottenuto
dalla benignità di Luigi XIV0, clic il suo primogenito fosse
tenuto al sacro fonie in nome del principe slesso (veggasì il
DELLA BIBLIOTECA DLL RE. 7s,1
endice segnato mi 111° 033) ponsò di inanifi.'siargli la sua gra-
titudine offerendogli il presente codice. Uadunò i principali
letterati lini ugnici '.li qui.'l h: in pi.; e certo \ ein' furono di gran
merito; e gli pregò di ini componimeli!!) poetico in lode del
re cristianissimo, enumerando lo azioni sue più illustri. Il
poema, che tale veramente p«" chiamarsi, è diviso in dodici
canti composti di quatcrnarii; i quali canti portano il nome
guarnente trattare ilellr imprese Ir più segnalale di quel mo-
narca. Se mal noi) mi appongo, ini pare che ciascun canto sia
di diverso autori.'; ma cerio e die vi si leggono in tulli ile' bei
pensieri, e felicemente esposti e condotti. — Quant' è ]>oi agli
ornamenti, ile' quali e ablvliitij il c 01 1 i-.-f . essi 1011» inoìtii su-
periori nel mei i 1 1 1 a quelli ilei sufuinlfi^llii rodici; rumi" 033,
de' quali però abbiamo fallo il convenirli le elogio. In questo
le vignette, eie grandi iniziali sono, per ciò die mi sembra,
dello stesso artista, che lavoro pel tonte l'epolì, ma non così
de' bellissimi disegni a penna al numero di i3 della gran-
dezza di tutta la pagina , i quali sono stati fatti da Lodovico
Mattioli artista assai li ni mia lo a ([ilei tempo, e non ignoto pure
a' giorni nostri. li piatilo ra pprcruta il ri n'aito liei re; e (li
altri, i dodici mesi dell' anno, cioè la rappresentazione di un'
azione od impresa del principe in ciascun mese. In poche
parole il collice fu veramente degno del personaggio cui fu
presentato. A differenza di ciò che abbiamo notalo nel codice
633 , qui sono 0111 messi i nomi di tulli i poeti. , . . .
MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
[ QUALI ERANO INNANZI
NELLA BIBLIOTECA DELLE MISSIONI STRANIERE.
165. (HI58HW5 ÉTm\aÉnta.)
Cji. Raccolta ili scrini politici i; di|ili>iiiEilioi.
Uni mettendo di p.ubre lìi-^li sei-ini fr.surcsi, die si con-
tengono in i|!n'olo ondi, e, oioé (li alcune irii'iuorie pulilicht:
(]■:! cancelliere de l'Uòpila] anieenieiiii i diritti e lo preti1] munii
che ha la Francia .sopra qualelie stato europeo, ilari notizia
degli seri Ili italiani, e ..ni in ipiesli : I" lìrlnlionr dell'i Hata pn -
sente della Carle et regno di Stelia. Pion v'ha nome dì autore.
Risulta dal principio della relazione, eh' ci la scrisse l'anno
l66l. IP Disf/ria. ln:l i/nilh si frani se un l'ritiriju- il-AAit rYlil/yeii
( suor -Miigistritti i/.'ierdfc errami, ti Janna r nij insti lie ; e per foSe ro-
pròni 11 mofce cne si. 111° Giudizio degli Viaxxhi, che fa scritto in
tettiti), et ora Jal telino ridotto in i-oteurr. È nella Biblioteca altra
copia di rpie.sin giudkin. IV1 Disruiso sopra la pace tra li Re di
Francia, et Spai/a: . vn'e, iy. rji.Ki, -.■ i r-- terriero fauno l5gtì.
V" Discorso sopra l'anione, eli è tra i Pontefici e la serenissima Re-
pubblica di Venezia. Non v" lia nome ili autore. VP Relatìane dell'
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ;l5
infelicissimo Saccesso Mia furiant di i'Jisua idhrnrhi fa assalita dai
Turchi. L'aulore, ili cui tacesi il nome, chiude la sua relazione
con queste parole : « l'uccia Iddi.), u.li.- l'nlililla Ceisl larditi fi
. liberi dalla poterle mano di questo cane, ■ VII" Relazione
fatta alla repubblica di Vendita da l'iclro Duodo interno allo
slato di Polonia, ritornaiidovJiK' aitilvisctaLore della Slesia re-
pubblica presso- di quella curie. Vili" Discorso (anonimo)
indirizzalo a Filippi) , eli.' fu di poi tu ili Spinila intorno a ciò
di cui dovrebbe losto ocniparsi nel e oli itetela me e, tu d'i :an>
regno. IX° Rehirii.nr su. la stati* ili Parimi futili dal sii/mirfitueoiiai
Paalaaì filli sii/nari Cailseirnluii et mi lita Po/iato Ramami, nel mai
ritorno dal si//. Cantinate Farnese l'anno l5gl. X° A Nicolò Pe-
tmrxìno Pranilitan: ili Casa d'India, Hitroiiyino Contestaggio , Re-
tatione dell' apparecchio per sorprende,-* Algeri nel anno 1G01. Gii
apparecchi proposti dal Conte- lappiti erano formidabili, ma
anno i83o, con molto minori apparecchi, forze, c spese.
XI° Narràùmie ilei Oliatane. Cianiti» Cai/iitnru da l'arma, Ingeanem
Generale della Cesarea ,1/aestó, su tu perdita d'Apria, città posta
ni II' l;nijlima Supeiiiaa , elle ulti I li. nf/a/ili! I fiyli. per accordo SÌ
dette in potere de Turchi. XII" Utilissimo et iratissimo Avviso d'un
gentiluomo Alemanno desideroso del bene dell afflitta Repabblica
Christiana. Alti Serenissimi et Potentissimi Re, Principi, et altri
ampissimi Stati della Cristianità. XIII' JVoiaìl'fe MnHnra in
l'nnllìa pii-lrasiaiie del Ri ili Spanna . unii-: irudi.in .■!'"/.■:(<; eie" (e nj-
jo/n(o Padrone dell' AhMiiaijiiii . latta, l'iinln: l.ìgS. XIV" ìlisearso
intorno allo stato politico ed amministratilo iiutio di l'ùita^dlla.
Non V ha nome di autore; che peni scriveva verso la (ine del "
secolo sestodcciino. XV° Discorso sopra l'Imperio del Turco, il
anale ancorché sia Tirannico et violento, pureì/ per esser durabile con-
tri/ l' ii/ii tini tic di Ari.si.alik; et saia Im-inciìiik per raijiuni naturali.
7i6 MANOSCRITTI ITALIANI
È pur curiosa e piacevole a leggersi questo Anonima disserta-
zione. XVI" Parere del Gran Duca Cosmo di Toscana sopra la
Corte dì Rama; ne abbiamo copia in altri codici delia Biblio-
teca. XVII" Storia del Conclave di Papa Gregorio XIV., «ella
rjrt:i 7 V. ::-!:Ui i.ii.il:.:il.i.lin.t::it-i il 'li::ilimtaiie:nic !«,'!(. [V «Ml'uN! • '<(' in
esso sono occorse, urli' ntuw i "hjo. Diversa al tulio da quelle sta-
ni'. elio ni osw Ctn=i:*;i vi- h io-." .ir^i ir: più iodici della l.Si Lito-
teca. XVIIP Rehtione ietta stato, nel qaale è il governa dell'Impe-
rio Tarchcsco in ijuai-i anno ili ili ; et delle cause per le quali abbia
volte le armi al presente urlìi- parli il'l'iiglirrìa. XIX" Discorso intorno
alia li.-itt.::ti d'i Unì in. 1! (li-icm-o e ;u ioti imo. _\A" Discorso sopra
l' investitura di Ferrara. L'antere di questo discorso fu un Giù-,
liauo Goscbini, che si sottoscrive nel fine, ponendo la data
deli' urlilo 1 il ().'>. I .11 -rT ilio e m"1/;i (I il li] 'io al curili l'allldyvclo.
XXI" ed ultimo. Diseorsii sopri Ir puniti cuti ioni, che debbono spin-
gere il Re Cattolica pia tonto all' impresa d'Inghilterra, che a qaella
ili Fii'.iidr.t. t- ■ ! d\ in :sir,i In jii:iiilii n ;'(( min di/jìr-jUà per i enscjurrt
curi frinii successo i/uest' ultima. \im v'ha ri rune di autore.
164. («IWiCWS ÉTIiJBCÉBES. )
GÌ2. Jt'olizie, Relazioni. Discorsi , e scritti vani politici.
Cnriatto. in foglio grande, anneri canili, di pagine iauo. secolo in",
Più clic due terzo [in. ili di ipiosto codice «rio occupate da
una Raccolta di memorie, dichiarazioni, ed altri scritti, che si
riferiscono all' offerta, che fu falla della sovranità de' Paesi-
Bassi al re Errico 111°, dalli deputati di tulle le proviocìc com-
ponenti essi Paesi-Bassi; giunteti pure alcune relazioni con-
cernenti diversi sl.ili europei, E tutto ciò i in lingua francese.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 717
Seguitano dopo alcuni S litti italiani, ì cui argomenti sono
questi : I" Relazione sullo stufo poliiu-f ni iinimmislrauiio del regno
ili Spugna, futili dull' Kccellcntissimo signor Reniardo Moro Ambas-
ciutore Ordinario per la scremi' Repubblica di Venezia appresso Sua
Maestà Cattolica. il° Notizia de particolari ed importanti motivi
drilli disgrazia dì Don Gasparo di Gusman, Conte e Duca di San
Locar ultimamente favorito di liltppo IV°. Re di Spagna, e delle
mutazioni accadute india Cork di Sua Muniti Cattala a dopo questa
strana metamorfosi taccata il mese di Gennaro dell' anno i643.
Ili" Informazioni, chi! sdì io stale dati; al papa sopra le preten-
sioni, che il duca di Modena ha verso la Camera Apostolica.
IV° Storia del Conclave della Sede vacante di Urbano VIII'.,gi<\ Maf-
feo Barberini , cuna/or 1 slat-.iusinn!,- ni l'unti fa ntoii Cardinale l'am-
plio, che di pai fu chiamata lnhùtt:ii:ii X". l'anno \ 644- Se abbiamo
già altre copie nella Biblioteca. V" ed ultimo. Notizia del ra-
gionamento, diesi tenne tra Monsignore nunzio Scolti, ed il
signor di Savigni, intorno a' differenti modi di urbanità e
civiltà, die si usano in Francia c in Italia. Scritto assai pia-
cevole a leggersi.
211. (wssioss ÉTBUiCÈBES. )
643. Dialoghi, Relazioni, Instnirioiii, Sommari), ed altri
scritti concernenti la più parte cose di politica e di
Cartaceo, in 4\ caratteri conivi, di pagine Cut), secolo ITO*,
Eccetto un discorso in lingua francese, eh' è in sul princi-
pio di questo codice, e che concerne il regno di Gerusalemme ,
tutti gli altri scritti sono italiani, e gli argomenti sono :
718 MANOSCRITTI ITALIANI
I" Dialogo sopra il famoso sacco, che ne' tempi andati accadde m
Roma. Interlocntori Basilio et Antonio. 11° Relalione (anonima)
di tatti li Principi et ìtepabbliche dell Italia. Abbiamo nella Bi-
blioteca aìlrc copie di questa relazione, eli* è però qui assai
diligentemente scritta. Ili" Relazione di Costantinopoli fatta
alla signorìa dì Venezia l'amiti iGii, dal nubile Cristoforo
Vallerò ritornato da quel Maggio per la repubblica veneta.
IV" Relazione delle cause, perle quali fu mossa la veneta re-
pubblica l'anno i6i5 a porsi in guerra nel Friuli contro gli
llscocclii. V* ColMÌgSo ili Stato sopra la fuga uctjli Spugniteli ila
Vcrnia nel mescili Dicembri' l' anno iti-i b. \ I" lìelazione sopra Iti
Stalo jiolilico ed ;im minisi nil ivo rlcll.i i cpuhl jl le;-, ili \ t!l ir/in, in
viata d:il marchese rli Gondomar ni re cattolico, essendo suo
ambasciatore presso la stessa repubblica. VII" lustrazione data
dal Marchese di iiimài-mur ijia ,1 in. ',■■/!• r ■ j f ^ -■ f < Crlfcn'i'v in I • ne: in a
D'in Luigi Urani sua successore, n'irn 1/ moia con cai dovrà condarsi
nella san Ambasceria di Vati ria. Vili" Sommario delle cowi/Ìbiv.
fatte did Duca di (ksnn.i contro la lìcpnUiliia di Venezia. Cbiutlesi
il sommario con queste parole : « Viva San Marco per mare et
■ per terra, et muoia il Duca d'Ossima con tutti li Spaglinoli. »
IX° Sommario della scrittura, idi e il tonila no Giacomo Pietro
inviti al duca di Ossuna. X° Relazione dello stalo, forze, e
potenza della repubblica Veneta, indirilta alla Maestà del re
cattolico Filippo III* di Spagna per il suo ambasciatore don
Alfonso della Cucila residente in Venezia l'anno ili 19. Xl° Hc-
la zinne fatta al Senato Veneto il di a ■>. di noccmlre dell anno I Ga ,ì.
dal ciualicre Hameci /ino in'urnu liI L; ci '.■/ioni: in sommo pon-
telice ili l.rhano V III", a Ile ly w, Il hi ili questo [>:i|ia . ed alla na-
tura de' ministri, ch'ei scelse pel governo de suoi stati. Xl[° ed
ultimo. Discorso die poco prima di morire fece Carlo V* im-
peratore a Filippo 11°, re di Spagna.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 7j9
221. («rssions iìtbjskìiies. )
64/i. Raccolta di Relazioni e d'altri scritti la più parte
poli tiri . di ■.nrii .nitori, i' di Icmpi e luoghi diversi.
In questo codici: Irovi-ni il lultoiv alami .scrìtti , <ie' quali
la Biblioteca del Re possedè copia in altri codici. Ma poich'essi
sono la minor parte, seguirò il mio metodo dandone oui no-
tizia esalta di lutti. 1° Ragioni, ehi: ha la sci'»- Apostolica sopra
la citla ed il dominio ili Ferrara. \\" Relazione fatta alla sii/iinrin
di Venezia da Giovanni Battista del Monte, ch'era stato incari-
<f arme al servigio di oLlia Repubblica- III" Sammano della Rela-
zione alla RrpuUiìini Venria fatta dal t-iaierate di Terra-Ferma
r anno Lago, in (urne ali' aiip -ni ei,tu medesimo dillo siato in chi" si
trova la saldateseli al sen-igio d: Ha sterni iltpiMItai. IV" Relazione
sullo slato di .iltpp-i fott i ulta signoria ili Vi-neziu l'anno 1587 ;
dai SùhìU tiioeaiini Miihclr, ivi Outs'ifc t/i7!« turione veneziana.
V" [nstilutioni de cavalieri Hospilahrii, oggidì chiamati di Malta.
L'autore di questo scritto, dì cui tacosi il nome, ci di nel line
una notizia statistica di quell' isola. VP Relazione di Gabriele
Cavana, Segretario del \tdiih Lvita:o linnardo, inviato Bailo
11 l'iistiiittiiiifoli in sostituzione del Uf-pnimmi: Questa relazione
non concerne, clic il viaggio Fatto da Venezia a Costantinopoli
di rsHi Itili lo l.'iii'imi IWimrdo. \ II'' Instili ;>'t<nt sulla liidiijioae
del Re di Etiopia detto il prete Gianni. Di questa istruzione ha
la Biblioteca altra copia nel codice segnato DUm° G(i8, ma la
presente è latta con maggior diligenza. Vili" Notizia di tutti
■jio MANOSCRITTI ITALIANI
■di MMi, 'In' ..i.ii.i .^i i Ili .il rli.iniiiiu di Filippo l'arciduca
d'Austria a re lii Spagna, c si fa vedere in qual maniera sono
essi venuti in possesso dei re. Fra questi stati, oltre i proprj
di Fioraia! la Borgogna, ed i Paesi-Bassi! IX" Bei-mone fatta
alia signoria di Venezia sullo stalo politico ed amministrativo
del regno di Spuria il/'] nobile Tommaso Cuolarìiii, ritor-
nandosi ambascia loro della repubblica veneta presso di quella
corte, l'auuo ióy3. X" Altra Relaziono sopri lo Slesso argo-
mento fatta alla veneta ro^ii Uh liei l'anno i òi)b dal cavaliere
Francesco Vendramino ritornalo iiiibascialore di essa repub-
blica presso la maestà cattolica. Xl° Relazione fatta al re di
Spagna Filippo d'Austria dal signor don Francisco de Vera
cavaliere di S.Jago intorno allo stato della veneta repubblica,
ritornandosi ambasciatore di sua maestà cattolica presso la
repubblica slessa, liebiiiiiie clic sembrami multo importante
per la storia di quel tempo. XI1° Altra relazione sopra lo stato
delia Savoia, l'atta il di 20 settembre ilei" anno 1 ."><p alla
signorìa di Vcin*/.ia dal nubili! Menino de' riavalli, ritornato
ambasciatore della repubblica presso di quella Corte. XIII" Kc-
l'anno 1 557 (''- cavaliere Giovanni Michiel, ritornandosi
dalla sua legazione presso di quel re. XIV" Notitìe intorno agli
Svizzeri, Griìuni , e Vaitesuni : ti iatùi'ia alle Leghe, eh' eiii hanno
tra di Ioni, et con talli i l'alt Mali ili l'ai'fa ■ et al mollo particolam
del. 'uro guarii-:', niìc j'-;r:t militar: . et alle L-n- eidnilt , utitiuin-
tioi tutti i capitali tirile l.-.-./hf rt inuic,- furo : et 111 fine la ualiliu
della pace die hanno rondima io! ile di Francia tanno 1Ó16.
Moti v'ha nome di autore. Risulta perù, cli'ei scrisse queste
notizie l'anno j 5ao. Importantissimo scritto pur questo per
DELLA RIULIOTECA DEL UE. 73i
la storia de! lampo. XV ° Relazione del redini ili Persia, fatta
alla signorìa ili Venezia l'anno 1074 da! nobile Vincenza
Alessandri ritornandosi ambasciatore della veneta repubblica
presso di quel re. XVI0 Relazione della città di Costantinopoli
e dell' imperio del Gran Signori', falla alia signorìa di Vene-
zia dal nobile Man-jntuiiiii Barbari! rit.irnahi ambasciatore
della veneta repid.bl ica pie-su il sul (suo. XV 11° Relazione fatta
alla signoria di Venezia il dì 1 1 ottobre dell' anno i56g, sopra
lo slato pulii ini ed amministrali™ del regno dì Spagna dal no-
bile Antonio Tiopnio, ritornandosi andiasciatorc della repub-
blica presso il re cattolico. XVI11' Discorso sul Portogallo, e
notizie particolari di quello stato al tempo del re Sebastiano.
È in fine una nota di tulle le npese ed entrate dì quel regno,
Non c dichiarato i! nome dell' anidre. M.V Kclazionc che fu
coi tacesi il nome, n'ara stato incaricato da altissimo perso-
naggio, di cui pure non risulta il nome. XX' Descrizione di
tutta Cisoia di Candii, di tutte le Città sue, e Castelli, e Ville, e
Monti, e ftuni principali, e le ine antichità, tt molte altre cose
iiuditi.'r. L'autore di quo.1. Li descri/iono tu il nubile veneto LcO'
nardo Quiriui, elie la indirizzò all' eccelle» lissimo Pietro Zane
capitano generale nel regno di Candìa, per ordino di cai la
compose. Leggesi in fine cosi 1 i5go. Jesus Maria. In Venelia
à San Cantian a divi, ottobre, jinit. hora 16. in casa dei Clarissiao
iitiw/1'. lì. Vi'i;;!,-, il Idi un;, ff itisi !;li pian', qui' Ilo die in turno
a quest' isola s'è detto nella descrizione del codice segnato
num° 58i. XXI° Relazione fatta alla signorìa di Venezia
l'anno 1 575 dal nobile Emiliano Manolesso intorno allo stato
di l'orrara, r. timiando.ii ambasciatore della repubblica veneta
presso la corte di quel duca. XX1I° ed ultimo. Altra relazione
fatta alla signoria di Venezia sopra lo slato di Savoia e sopra
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7Ìi MANOSCRITTI ITALIANI
la persona rli quel duca, die n'era al governo, dal nobile
Francisco ria Moliu rilormndiiM ;i 1 1 : 1 hoi>- delia repub-
blica presso ìl duca medesimo.
228. (HI5SIOSS ÉTnAriGÈBES. ]
G/|5. Manifesto di guerra, die la veneta Repubblica
pubblicò contro il Duca di Modena.
ljc^:.. in lujiliu, cai-allui ^.illd, ài |.j^im: .j.ia , creili sv% s\in, t i*u\
di buoni conservazione.
Giuslissìmo <: II titolo di M-.'-'m^ia t'e iliumi pitoni anciennes
et carieases, clic b'gge.si di questa endice nella prima pagina.
Gli scritti ch'esso contiene sono tutti di diverso autore, di di-
quaUè il testamento in francese di monsignor Ottavio di Bel-
legarde, arcivcsnivo , e primate della Germania: c l'ultimo,
die comprendo più di un terzo del codice , È in lingua latina,
il cui argomento e questo : De feutiis et neiji/tiis S*.nc5iKilìii!ns Gir-
cassoiue et Belliruilri et Thulnsmiì et Ciitam-nsis, ci Rhtiteaensis.
Pure, nel bel me-./.w (H que.j:n -ro^ù volume (rovai . in lingua
italiana, il manifesto di guerra, ebe la repubblica dì Venezia
pubblicò contro il duca di Modena pie i ìmùuui nstiqndimiv
dello siala di Castro e di Montato fatta al Duca dì Parma. Si co-
im-e.-.: ni : la lettura d'esso manifesto la potenza non solo, ma
la generosità ■• lu saggezza altresì ili quella repubblica. Fra
te altre disposizioni ordina, ebe intanili per evitare un inalile
spargimento di sampie (e veramente imitile puicliè poteva consi-
derarsi lo guerra tra il topo e IVliTnnte) sia tosto tutta circon-
dala la città di Modena dalla soldatesca della repubblica in
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 733
modo che nessuno possa più nè entrare nt uscirei e ciò a fine
CUO ri più presto il Daca teglia ridursi alle rie del giusto. E vi si
ridusse cosi presto, che forse l;i re pubblica nuli si attendeva.
295. (UISSIONS ÌTHAUC-ÌBES, )
G46. Lettere, Memorie, e Documenti, che concernono
la legazione del Cardinale di Tournon nella Cina.
Io questo codice, ch'è cerio ili molti imporlaiiia , e un::
raccolta di tutte le scritture, lettere, relazioni, memorie e do-
cumenti, ci:!: ci.si; midi ano k celebre Legazione del Cardinale di
Tóunten tuirimptn della Cina. Comincia il codice da una ben
lunga Relazione, che fa il sopraddetto cardinale, come visita-
tore aposloli™, lilla ronj;ie;;,T.ii]iic rlelli' milioni in Roma;
In qmil.-ft iVi;r"Mcoccupa circa 3oo pagine. Iodi icgur. la dichia-
razione delle J%rmir" proposte nlesumiimtea favarelle! delirio pub-
blicato dal signor Carditeli: di lo'iir.en. f:.»niiii™ e t'iti talare
Apostolico, conpotestà di legato a laterc, in Pudnscerì li 4 luglio 1 7oy,
per le missioni dì Maihmt, Mitrar e Carnali-; ili li fatti confessati
dal. padre l.ayne;., e dal padre lira:: ini di'- io. Compagnia di Gesù:
ap of.tr per o<von:k delia (xngrcgaio.rae particolare telatasi in Roma
dinanzi al Cardinale Imperiali , ce. Sul princìpio di questo scritto
* una nota, ch'è veramente curiosa, e che piacenti di trascri-
vere ed è questa : Capi? jid.eiò: sor l"io\otioo' flit it Rome et pre-
sente ani Cardinaax et Prélati de la Congrègatioa patir certe eaii.se
i'année 1727. He tulli gli scritti di questo codice furono stam-
pati, qual necessitJt di trarne copia dalla stampa? E qual ne-
cessità pure se si parli soltanto della Relazione, che abbraccia
;34 MANOSCRITTI ITALIANI
pressoché il terrò del codice, facendone poi copia eoa Unta
diligenza da non polersi ili'siderare uiaj;|;iore? forse che il libro
fu posto nell'indice de'proibiti da leggersi, e quindi divenùto
rarissimo? Torse che non se ne tirarono che due a tre soli
esemplari? Non saprei invéro clic dime. Tutto il rimanente
del volume comprende uiu Ruccolta di trflre Scritture riferite alla
f.W/iH/iKr'fljj.-; iwrti&iitin- di iati i l'anni Apustoiki della Cina dal
Segretario della Cniiartgazìone medesima. È gii per se manifesla
la somma utilità clic può risultarne dallo studio di questo
codici', sia pure in tulio o in parie, ed ilo i> inedito; perciocché
quantunque lo scopo principale r:i (pie' vicari] e do' missioni! rii
sia quello di render conto della dilatazione della fede cris-
tiana presso i Cinesi, e de' mezzi perciò adoperati da' missio-
uarii medesimi, ciò non ostante non possono non intratte-
nersi di quando in quando nel descrivere le posizioni topogra-
fiche delle varie cittì e provincie, che percorrevano, e quindi
parlare specialmente dei costumi, e del carattcredcgli abitanti
di quel vastissimo impero.
297. (MISSIOKS ÉTBANGÈflES. )
647. Giornale della Legazione nella Cina di Cario
Mewabarba.
Coinpreiidrì-i in questo codice il Giornale della Legaiione di
monsignore Carlo Mezzabarha, PatriarcacU Alessandria nella Cina.
Comincia il giornale l'anno 1720, 0 termina l'anno 1738,
nel quali: pur eiilie cinipi mento la legazione d'esso patriarca.
Lascio pensare allo studioso lettore , e specialmente agli ama-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,35
(uri de' viaggj c delle storio di que' paesi , quanto utile sia od
esser possa la lettura di questo giornale; e tanto più scritto
da un uomo , il quale, oltreché molto erudito, si dimostra
di tuLtu ciò chi- J.-H acculili; 'li voilfriT <; <!(jii(iHt:cro Jay vicino in
quelle ri'gii.mi. Iììhì;i'.i:'i.'! universale f 1 ■ 1 1 sifjiicsr Michael
all'articolo M&xaharba Carlo Ambrogio trovo, cli'è già stata im-
pressa una Relazione della luminile alla China di questo autore,
e che per la prima volta fu posta alla luce io francese, e dì
poi in iliiliiiini, ed ambedue jndiblie.il.e (peste, edizioni ne]]'
anno 1 7 3g. Forse eli' è l'opera stessa contenuta nel presente
codice? Ma perchè s'è cniigi.iln il titubi di (ìi'inuile. datogli dal
suo autore io quello di Relazione , elfi pur cosa diversa? Perdili
si nomina qui Carlo soltanto, e nella Biografia Carlo Am-
brogio ?Cen ve itili EiiT setto dej;li ocelli 1' nuao l'altra di quelle
edizioni, delle quali pero il signor lìrunct non fa menzione
alcuna, onde poter accertarsi se il presente codice sia edito o
inedito.
302. (iHSSIONS ÉIB*NGÈM1S. )
648. Metodo della dottrina insegnata da' Gesuiti a' Neofiti
della Cina.
di buona ™«™ri(iiJ"*
Il contenuto del presente codice dichiarasi pel seguente suo
titolo, che YO a trascrivere : ,Vc.'e(/e drilli <l"l!i"nn , ila i Vr.iln
della Compagnia di Gesù insegnano a' Neofiti nelle missioni della
Cina; con la risposta alk 'Mii-uioui d'tdcnni muJerni , che la im-
pugnano. Opera del l'adre Antonio Rubino ddìa Comp.->:ji\i,i ili
(.ìcili , Yiitl'ttti'C dilli, intit :iil l.'r\npi-ol,t i- dritti l'Ano : trmtalln
736 MANOSCRITTI ITALIANI
Hai portoghese in italiana ilei l'mkc Ciwtmni Filippo de Marini
il.'ìia Bifidi indi (.'iim;'(,-i((ir(T ; lujijiunturi ni fine un lirei'e Imitato della
forma del battesimo pronuncili'.,! in ìi:h;;mi l'iimkmae, e proposti ai-
cani etai i'i matrimonia colà occorsi. Leggonsi nella primo pa-
gina del codice, se ri ite però d'allra mano, queste parole:
Roma ex mn pi list i-i'/i/i'.ì missivnnri-inim un ultiruim Gallonimi e v'ha
puro il sigillo autentico del collegio o convento, cui il codice
apparteneva. In line di essa prima pagina leggesi così: In Lione
/tppna-i Uiiruti-j brinai c 6"i"oji/ro Remali m.dx.lsv., con appio-
lattone et permissione, rosse l'iniezione di quei padri di far
imprimere in Lione quest'opera, o sia essa stata veramente
ivi impressa, non saprei dirne; e tanto più clic gli slessi bi-
bliografi francesi non mi prestano notizia alcuna; ma ciò eh'
è indubitato si è, clic il pi'usuite roditc non lu certo quello,
che servi olla stampa, essendo troppo ben conservato. E
d'allra parie perchè dar copia d'un liliru stampato? Ma di
soverchio iu m' intratleuili sopra d'un manoscritto , eh' è di poca
importanza per se stesso, e di nessuna per ciò che riguarda
la nostra favella.
303. ( Ul 5 SION S ÉTEViCinES. ]
64g. Lettere autografo di tempi, argomenti, c personaggi
CaiLJiiHl. ir: fii!;lin. i.lc] Lini .-rii]i:; ilìrì . ■' lincivi, ili ],if:i]ih' i 3[.r. .
e latina. Se ne tiovjuo peri) jllreai in<ii putii e aerine in liilpua
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 737
ila] iai^i . si f.diiic, |n>r (limi; di aliarne . i Iti' ^otio pur (li .min ri
ragguardevoli, rii Carlo Aldobramli . di don Ferdinando Me-
dici, di Giovanni ISaurliui, di Carlo l'ini inaimele di Savoia,
dui cu «1 inaln rYrdinandii duca dì Mantova e di Minilo ri-alo,
di Francesco Gnirriardini al re di Spagna, e lo risposte del
re al Guicciardini , ma queste por la custodia del segreto sono
in rilie niiiiiei'iidni , mal sapendosi iillura di'l I' ii.sn de.u'li aridi
e (loirl' iodiiostri, come dicline., simpatici d''' nostri giorni,
lieiiclié. pie-enli'ineiil!' questa stessa scoperta non porli più a
nulla essendo gii conoscili la dj Iti i ti la .-.■(imposizione diqucgl'
(! idi argomenti di tu Ilo , irenerabnunie purìundo, sono di non
poca utilità e per li; sciivi/.i: e perla lelte.ra tura delle Irenaiiouì.
La raccolla e certamente inedila.
300. ( hissioms ÉTmsGÉlta. )
lì 5 ci. Descrizioni, Relazioni , Discorsi , Note, e scrini diversi
Gli argomenti de^li scritti , clic si ri intendono nel presente
codice, sono: I" Colazioni' sullo .itala di Udina al tempo de'
due pontefici Pio IV, e Pio V", fatta alla repubblica veneta
dal suo ambasciatore in l'ionia Paolo Tiepido, l'anno 1661.
È altra copia di questa reta /.ione noi codili: segnato n°
11° Descrizione della Transilvania, fatta da messcr Pietro Busto
Bresciano, musico di quid st-roiiìssimo principe, data di Al-
bagiulia il di ai gennaio i5o5. 111° Notizie intorno alla Mos-
eoviit, siritle rial -:^:ior Don l''ilip|iu l'i rni'sl.dn A odiasi ialurc
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733 MANOSCRITTI ITALIANI
imperialo della Maestà Cesarea presso il priucipe dì Moscovia,
l'ani ni i .171). I\ " U',--|>"ste. ri ii.ii-.:^ihiiv Mura Mi , M'irci tirai
de' Brevi , diede per ordine del sommo pontefice alle domande
del clero di Spagna allusive alla conservazione de'loro diritti
spirituali e temporali, e massime di questi ultimi, i6o4.
V° Discorsi sopra il primo libro di Cornelio Tacito. Il discorso
è un solo , e ne abbiamo copia in più cullici della Biblioteca.
VI° Relazione di messer Giovanni Corralo, ritornandosi am-
basciatore della repubblica veneta presso il re cristianissimo
l'anno i5G8. Di questa Rclationt, che può- dirsi una storia In
compendio dello stato politico del regno di Francia in quel
secolo, serbisi copia in alil i collii:: del Li I ìililiuleca, ma qui ol-
treché scrina con maggior [liìigcn/.a si ri n coni l'ano alcune dif-
ferenze, Kssa incomincia tosi : « Ilo veduto il regno di Francia
« nel tempo di questa mia legalione, Hereuiss" Principe, Padri
.Ectimi, sono Ire forme differenti tra loro, ma non tanto dil-
li ferculi die I' una non los- ■ presaga ci vera indovina dell'altra.
■ l.a prima , dubbiosa et piena ili sospetto; la seconda sangui-
• nolcnla, et con guerra aperta; la terza, in che l'ho lasciato,
• pur In guerra dopo una breve et finta pace», ec. ec. VII* Re-
laziono della Savoia, scritta da Girolamo Lippomano al tempo
del duca Emmanuel*: Filiberto. Vili" Relazione, che può ve-
ramenti: dirsi statistica, del remilo ili Sicilia. Non v'ha nome
di autore, ina in leggendola si conosce, che ehi la scrisse fu
per qualche lentie il p'eiidcnle » jrovcrnatore di quel regno.
1X° Relaaiuiie dello stalo di Urbino, fatta alla repubblica ve-
neta l'anno 1O70 dal signor La/aro Mucenigo, ritornatosi am-
basciatore per essa repubblica presso quel dura. )L° Nota di tutte le
entrate et spese <ÌlÌ Gran .Sy/aire. V. diversa dalle altre note, che
nello slesso arg.. mcnlo leggiamo io altri codici. Questa, eli' è
pur curiosa, sembra scritta in sul principio del secolo jrvn", —
DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 7.19
Le somme vi suini lull'i ripurlult' in ctu'cliiiii siluriani, e tal-
volta al loro viiloi': approssimativo. XI" lì elezione della città
i' corln ili l'ionia , .-.Luiiti! iì:i: signor Aniaiili'ji. MI" ed ultimo.
Altra Relazione sullo *\i\*o argotncnUi dulia dita c corte di
Ruma , fatta alla signoria di Yeneiia dal cavaliere e procura-
tore Giovanni Delfino l'anno 1 598 ritornandosi dalla suo ntn-
basciala presso il postulici!. Di questa ?.tcsj.ii lle-laviott'' ahliiaino
copia in altri codici, tua non così dell'antecedente dell'
Aniaidcn,
65l. Jnst cui ioni , Relazioni, Lettere, llagionomeuli ,
Dichiarazioni, ed altri scrini la più parte politici.
Carla™, iu C rsiatvri conivi , dì pagine 700. secolo ini".
1,1 ni'- lo rodici' oli ri" nr| iilru iti strilli latini ■■ I rilucisi ci 10 li
pur i seguenti italiani : 1° Itelatione Ma Carle di Roma et del
Sommo Pontefice. H'è copia in altri codici. Il" Rclatione di anello
è passato nel nr.yr>(i<> dell' aanliitinni- dui siijBm-i Venetiani confasi»
/oro dalla Santità di Xwtm .Si.yui.Tc pi r manti del Cardinale di
Gioiosa, il di WVll ili Aprili: 1(107. Ili" laslrnttitwie 11 Munsìi/nor
\esrorn di Himini, destinato Xiinlio itila HrpuUiltra ili Vcnetio
dalla Santilit £ N. S. Papa Paola V. IV" Relation dalla grande
città di Constantmopoli , dove si tratta di latta In forma Mìa città,
culline, valli , polii: :i, ne. li diiersa da ipndla , clic leggesi in altri
codici. V" Relatioae delle cose di Spagna , della città di Madrid ,
et della Corte del Re Cattolico..È anonima, e fu scritta l'anno
1 6 ] 1 . VI' InstriiMiunr di oh aiti- iw appiirtairnli al limili governo
ilei rei/no di !\'npidi , rofi.1l.11 ila m'u kltrm dal amtr di Olieiuv: ,
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7/io MANOSCRITTI ITALIANI
l'anno ijijT- \ li" Discolo sopra il governo e alato presente di
tutta ìa Spagna, scritto l'anno 1067. E indirizzalo questo dis-
torso al duca ili i'Virrara, e non lia ninne ili iiutore. Vili" iVoIa
di i/uunlo spende Sua Muesia pel miuUcniaitntu ilei suo inailo di
Napoli. Fu fatla questa A'ofu in su la mela del secolo 1111'. IX" Re-
lazione dello stato e corte di Roma, fatta alla signoria dì Ve-
nezia dal cavaliere e procuratori: Diclini), riluniiiTiiIose-ju' am-
basciatore presso di quella Corte per la repubblica di Venezia
l'anno i5g8. X° Aziona mento dei Duca c'Alile alla Santità di
Aojfnt Signore : ed neeertinuitii secreti d'un eueulierc Castigliaito al
Dne/i d' Alni mipin il rity immilli mn pilli, dii lai alla Sitatiti dì IV. S.
— 1 ,i-ii i 1 \iL;n:n:i]inTi:.o, ( Dine [ili avvi li monti 11 ■dami
ebe il bene generale dui popoli d'Italia. Sh Lettere del Re di
naie Orsino al signor Paolo Orsino , perchè abbandoni l' idea
di precedenza sopra il principe di Parma , ec, ec. XIII" Rela-
zione venuta di Trento il di 1" di luglio 1 563 , sopra la pre-
ceduti'..! di' gli iiiiibaiciati.iii di r [-micia e di Spagna; la quale
relazione è seguitata da varie lettere sullo stesso argomento,
si come del cardinale Paieclhi, . 1 1 1 . ■ c 1 0 1 cardinale di Lorcno
al ji:ip.L l'in t\ " cu. ce. XIV ' Copia dcll.i risposi;! dadi a Mar-
tino Alonso per ordine del papa Paolo IIP sopra le ragioni
della Chiesa verso gli .siati (li Piacenza e di Panna. XV" Let-
tera di Massimiliano imperatori.' al sacro collegio de' Cardinali,
nella quale cliicdc la rnoai-wne dei 7 1U1Ì1 di Serenissima e di Al-
tezza, dati da molti cardinali alli duebi di Mantova 0 di
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 7j,
Ferrara; con la risposta del cardinale Morone. La lettera dell'
imperatore è in latino, e porla la dilla di Praga de' a 5 maggio
dell'anno i575. SVI* Dichiaratione del Daca di Umena. alF Illmn
Legalo circa i'elettioae ili Giura; segue di poi la risposta del legato
al duca d'Umcna. XVII" Notizie mt'.rtw aliti Corte di Homo, ed
alla italara del suo governo. Sono anonime, e diverse da quelle
clic sopra lo slesso argomento ba la Biblioteca iu altri codici.
XVH1° Considera/ioni indiri/.y.alc al signor conte de Viscli ,
ambascia loro tifi di;ca di iavida, intorno alla corte ili Rodi a .
e speciali in-ril^ sui nipoti del papa. XIX" ed ultimo. Copia di
lettera, che fu scrina al cavaliere Vinta segretario di stato del
gran duca dì Toscana al tempo del papa Clemente Vili". La
lettera c anonima ; e anonima probahilnicnlo . -econduchè mi
pare, sari slata inviata al Vinta.
554. (iuìsims iniAMoiiua.)
652. Relazioni, ed altri scritti politici del Cardinale
Guido Bcntivoglio.
Cirtacso, in 4", caratteri conivi, di pigino i5o, secolo ITU*,
Comprcndesi in questo codice una raccolta di tutte le Rela-
zioni, clic in diversi tempi e circostanze scrisse il cardinale
Guido licnlivoglio , dandosi qui principio da quella, che si
riferisce alle Provincie unile di Fiandra allorach' egli era
rum/io pretro gli arciduchi Alberto c donna isabella infanta
di Spagna. Oltre a queste Relazioni, clie già, com'è ben noto,
abbiamo altra copia nel codice segnato num" 38g; cosicché
74a MANOSCRITTI ITALIANI
nulla più dir mi rimane intorno a questo codice, se non che
scritto coti molla diligenza ed accuratezza.
350. (nissiONS ^TKWGSHES. J
G53. Opere del Cardinale Pallavicino.
Stalo della religione Cattolica in lutto il mondo
nell'anno 1677.
Cortina, in a*, caraitcri enrsivi, di pigine JOO. secolo Hit",
Si dà principio a (piasti) codice per una — CoUciiviìe di varie
lettere, e serittnrr non 'Uri il-juli- ili! Cardinale ì'ullaeieiim, indiriz-
zale alla Santità £ Papa Alessandro VII"., Tarmo 1 663.; due alla
repubblica di Venezia, alcune a) cardinale Corrado, altre al
cardinale Carraia, altre a diversi porsoim^j s 11 gli eccessi , che
commìsero i Corsi l'anno iGaa; e Ira questi; una al re di Fran-
ila con I-i risposta: altre e ivaAì.:: al iiisi-cljiw; Luca Duraiii di
Genova; altre a Monsignor Roccio nuniìo apostolico in Na-
poli, ec. ce., essendomi al tulio imponibile, inslruire qui il
lettore di tutti gli scrìtti, e specialmente delle lettere, clic di
risso cardinali! sì .serbano in ipicslo codice. Ma sono poi esse
veramente tulle non diuilyatr? Converrebbe avere sotlo degli
occhi tutto ciò. clic di questo autore 111 diversi tempi 12 luoghi
fu posto in luce, e farne II risconLro con tutli gli scritti , che di
lui qui si trovano. Per tal modo quello fra i mici Icllori, cui
per avventura stesse più a cuore questa notizia , ed avesse agio e
tempo maggiore eh' io non ho, potrà accertarsene. È in se-
condo luogo nel presente codice un lungo scritto, clic ha per
titolo; Stato della Rclii/ione Cattolica in (riffa il mollilo, l'anno 1(177.
Duri :ea hj C00N
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ;43
Qatsto immenso laron fu impreso ci terminato per ordine del Papa
Innocenzo XP. da Urbano Orn Segretaria della C.oiHjmjazionc ile
propaganda fide. Si comincili il Savori! dall' indico (li !utte le
tllt.'i r I ungili |i-iiiriji..ìi di 'lì' Kinop.i; lodi dell' A -la . poi dell'
Africa, poi dell' A in erica ; e in line si dà anche lo slato in quel!'
anno della congrega zi onc medrsinin de /.rapnijtinda jiile. Monte
io dico sul pregio od utilizi di questa veramente immensa edili-
rrenlissima scrittura , poiché non saprei lodamela a bastanza
anche in ciò, die riguarda lo siile e 1' uso opportuno di alcuni
vocaboli. Abbraccia pio di due limi: parti di tutto il codice,
ed t preceduta da una bella lettera dedicatoria del Cerri al
papa. Noterò, clic parlandoci lo (ine dell' opera dello stato,
ani'- dcllr rendili' della sopiadiii'.la tdll^re^aHiiir in [pirli'
fioche ne rese il rialto al jotvrno 1/ fieiór Domenica Carmelitana
Scalzo, ascesero in quell' anno 1677, ad un milione, quattro-
cento, e ottani' olio mila srudi romani die corri sporidi ino a
circa otto milioni di franchi.
337. ( JilSSlOtlS £lUNGÌBES. )
(io.'i. Notizia delle l'ani :<;1hi nobili veneziane.
Contiene questo codice per ordine alfabetico una notizia
delle nobili fainiijlie ili Venezia , incominciandosi (Lilla filini-
glia Antelmi, e terminandosi colla famiglia Zuslo. È in fine
110,1 tavola de' nomi ili lutti- le ('ainii;lie, di cui si fa menzione,
e fu scritto l'anno iti 53, e con molla dilige ma. Ma che importa
,4i MANOSCRITTI ITALIANI
al Icliore di questo codice r Io credo veramente, nulla; ma ho
detto noi mio proemio, dir non può stabilirsi l'assoluta inu-
tilità di un' opera qualunque, e che pur qualche cosa può
apprendersi anche da un almanacco. \ ede il discreto lettore,
ch'i in diiiri.-, i:iinlr:iddì!c hl: ik'-y.i.
3£l5. (utaaiotia étbahoèbbs. )
655. Vita di irà Paolo Sai-pi.
É in questo codice la vii» di Fra Paolo Saipi scritta da frà
Fulgenzio, già alle stampe, di cui abbiamo copia in altri co—
■ li ri . > < | ni è M'iinvItissiniiL. Vin -apici leu munii- tume non
ci in lessare ai tutto inutili' quieti.; codice, nò conni liberarmi
iiupniii'iiitniti! dall' obbligo, the mi sono assunto di dar
notiiia di tutt'i manoscritti italiani della regia Biblioteca.
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MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
I QCAL1 EHAiNO IN ADDIETRO
NELLA BIB JJOTEC A DI SAN VITTORE.
523. ( SAINT- VICIOIl. )
650. Il Dee uni e roii e di Giovanni Boccaccio.
Cartaceo, in faglili [ii :--..!r . rumini ]i:-.' aerile, lardi, di pigine 43o, verso
la lice del «coli Aiv". di Irnijiia rjunservtuione.
Il I IriMiLicn.ii li 'di nì'jvai iti! lioccaet in è. il con lenii lu ili questo
codice, clic seni II rami doversi riporre fra i più ragguardevoli
della Biblioteca si pur l'importanza dell' opera classica , che per
la sua vetustà, il scrino ili due colonne, ed L caratteri sono
appunto di quella forma <■ con i|iii.lle abbivi in ture, che incoii-
I'ohmiiio | -.1 ■ i ■ data certa coinè vedreiim, eli' esso appartiene ai
~opr.ii idei to ;e(-olo. L'ortografia ù al H.iiln ili ffin-' Lenijii , f iiié
In 'il bruiva .r tempi no.-ari ; di ciò non oc.roiTc parlarne. Ma in-
loriiu a qnidlti die pin imporla [nd mei ito mtriiisi™ del codice,
vale a dire intorni, a cui che concerne ia sua lezione, panni
poter asserire, che la copia fu tratta da huon esemplare, poi-
ché per l' esame che ne ho fatto qua e là non accadetemi mai
di ritrovarvi alcuni di que' controssensi o straffàlcioni , de'
(piali pur liuppo latino malconci pi cuochi tulli i lecchi
7Ì0 MANOSCRITTI ITALIANI
iiiitiionn'itti dei Dee ?ronc; o almemi così avvenne a medi
osservare in ijiir' [inr.lii vanii die del -creili) mv" la lorluna mi ha
conceduto di poter vedere, essendo dessi, come ben sanno i
miei lettori, di somma rarità. Io non ordisco affermare, che
come dice il Gamba (p-ij;. 3 7 della sna S.rtr), dobbiamo con-
lessan.' :ii ii. ni avere uno stilo dei lanlì ìavmà l'utli d;il liurrac-
cio, ridotto ti ™i(iHi'j[|c jififv.ii e in/illuiiLili lezione, mi pare clic
lo studioso aiuiiiui'- uVllii nostra lingua, volendo riprodurre
alla luce questo, t-h'è certo il pili n lclit-i- j n-i t-lit: il piti classico
di niesser Giovauni , non perderebbe forse il suo tempo nel
ruiiMill.u-e aur ini il toiiice prr-rn le. l'rco'.r l'opera la 'l'avola
dello novelle; la quali? 'l'avola distra fiatami' ti te è imperfetta,
ma per buona sorte non manca del primo loglio, sul principio
mirabile eonscrvazionc. Finisce il rodici: in questo modo : Qui
finisse Ulihni ih h cento novelle ihiiimuto Chameivu prenri/ie lihu-
hlto ckmpìtlab) iK M. (ìiumnni lha.ln.icci da Cataldo. Amen. Nel
dolio discordo da l.'.^fi l'oscolo pr.:! nesso ti Ila ed'uione del De-
camoroiie reteiilemenlc lai.l.i in Londra, nel quale si fa men-
zione di alcuni prc/.iosi etiti i-i del Decamerone medesimo, non
si trova un cenno intorno al presente, cll'eì certo non conos-
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 7.I7
417. [S,„T-V,CTU„,
667. Notizie intorno alla Chiusa Ai «sai iti dna, scritte
da I. M. Vanslebio di ErJbrdia.
Sul principio ■li'll.i ini:n:; pn^in.-i 1i';!ii''si cosi: l.a China
Altuandrina fondata da S. Afarco, la quale è la Chiesa Alili Copti
di Egitto , fedelmente rappresentata in quanto alla sua dottrina et
i : nel C'.nn, i.'Kd'n imo ivìh.tuìh uvUi tinnì 1 G"1.; e 1 G'v'i; : '. io
Conitantinopoli perfetta nctf anno ìGjà.daJ. M. Vansléio di Er-
mito del presente coiiicc , che per ogni rispetto sembrami an-
noverarsi possa fra fi prelibi delia rudii l'ibi bieca. Sia E,.n
(armene , ma io per me non dubito di credernela degnissima.
Non saprei pur dire, se l'autore fosse Italiano ; ma egli è certo
che scrisse in buono stile e con Lelia dii.ione. Francamente
intanto assicuro i lettori di due cose; la prima , che ii manos-
critto n'è l' autografo; 1: t\e stiano in i'i'dei . perché anche troppi
indiai il dichiarimi! (alo; e. In se fondi , eh' ci contiene no-
tizie si importanti, e forse nuove, intomo all' interiore dell*
Egitto, ed a' cosi ■uni de' Copti . clic la lor lettura n'è assai pia-
cevole non che molto instruttiva. E vero, che l'opera per la
pili parte concerne i riti osservati dagli ecclesiastici , e gene-
ralmente da' cristiani in qui: paesi , ma è vero altresì , che per
far questo fu costretto l'autore ad introdurvi qui è là alcune
altre notizie, che possono grandemente servire alla storia di
j4S MANOSCRITTI ITALIANI
quelle regioni. L'opera è divisa in capitoli, e v' ha in sul prin-
iv.pi.j In l,ni.-j delle materie, iIi'.^m eojilcn grmcj.
6Ó8. Il Canzoniere ed Ì Trionli di Francesco Petrarca.
llCamnnioro, ori i Trionfi di l'i-.inrcsco l'cliMrca è li conte-
nuto di quieto bellissimo codice. É ornato di qualche piccini»
miniatura; i caratteri non possono desiderarsi più nitidi,
si come sono costantemente uniformi dal primo all'ultimo
ccl.tua.ta , le lezioni clic e pe' confronti che :
|iri;li stllrlj rio letterati, f per hi sana eiilii
accolte dalla repubblica letteraria, tutte si r
questo codice. Ma l'amanuensi: non era nonio di lettere; e
quindi qualora scontravasi con qualche abbreviatura, o con
qualche vocabolo mtÌIIii co.si , elio non ne inlendos.se bone il
significalo, corcava d'indovinarlo jmr proprio. Tali mutazioni
0 alterazioni poro Mino si facili ari esseri' corrette, e ridotte
alla primitiva ed originale lor denatura , che lo studioso let-
tore il fa da per se sema meditazione o fatica alcuna. In
somma egli è uno de' più bei cedici, che delle volgari poesie
del mio divino poeta io m'abbia veduto.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 74g
981. (s.int-victok.|
G&9. Discorsi. Kelj/ioni, Narrazioni. Capitoli,
ed allri sedili concernenti la politica, a l'ainininislraiioi»;
di alcuni Stati.
In questo codici' sono In1 scrini ( mi mi' I", V c VII") ile quali
ha la Biblioteca più copie in allri codici, si come facilmente
potrà il lettoni ai \ elicisene, l'ur ne darò secondo il mio metodo
la notizia di tutti anche perchè la scrittura è qui in tatù sopra
di
di Roma al tempo di Papa Pio V fatta alla Repubblica di Venezia
dai sii/' Miritele Sultana (rimiti 107 1 . IV" Dlsearsa sopra la «nota
•■lezioni' da furai del He ili l'ululila. Non v'ha nome di autore. Fu
scrino qnrslo discorso «-iso In lini: del secolo \vi*. V" Rela-
■eìoae dello staio del retpu, di i-nmela , fatta alla HepMHca di Ve-
ne:ia dal sitf (itoi-uiiiu Lurmra .lie.le.t.it.i-.ttaiv pirsio la corte Cris-
tiane di Ho l'.'lt: pili li:ipi::atili ilei 1; tirai di ytipull , nella iprale si
lenita della wildllii i-I ijenntle: ;a tati ; altre n i li), dilli- Città et 'l'erre
ninniti più t.iiit.<it!trn In il ili r-ssn : Hit numero dilli Jrm-firoei, ol Ves-
eoel, Principi, Duciti, Marchesi, Cauti et llaroaì, elio in aael regno
,5o MANOSCRITTI ITALIANI
il' rilnicano; con inaile <:in\> d.yiu a hoimmlc notizie. Il clic paren-
domi suggello grande , lui giutiiaitii essere coaieneeole dì farne «noi
participi V. S. Illma. come a quella che sempre si è dilctiata di
degnici bonomie BOX. Alh quale nostro Signore doni il compimento
d'ogni suo giusto dtsìderìi. Muri •'■ dichiaralo il minio dell* autore,
nò del personaggi" <"' I" 'Ini "'alci [juicio M'.ntto, di' è dì buona
dettatura, e sembrami avvicinarsi alla fine del secolo CTI*. Il tì-
quello, die vid ritrovai. VII" ed ultimo. SloriJdet Conclave
fatto per morte di Innocenzo X" , nel anale fa eletto Papa il cardi-
nale Chigi Rotai Sttnese , che si chiamò poi Alessandro VII', il dì
7 Aprile 1 603.
1028. (iM-im]
GGo. Collezione di senili scientifici di autori diversi,
e diverso tempo.
Cariai», in 4" granile, (arcieri ciusiii, .li pajnic Scio, iccili ini* e imi".
Oui>ki rac^iianLcvc.ili' ijuilicv ru-i ^>i'i't'j eli pcrgami'ua , dm ha
la forma ili un portafoglio allaccialo con bindelle pur in per-
gamena, contiene scritti di autori E tempi diversi , e di varie
materie tulle pero scientifiche. Fin Irascrivo i titoli come vi si
leggono. 1° Trattato — sa l'ino dei Compasso di pivportionc a be-
divisoin problemi, rie" quii li si ili'i la Milii/.inrm; ed in fine sono
disegnati; a penna le liguri! "tori nitritile nììusmj a' sopraddetti
problemi. Non v' ba nome di autore; la scrittura n'è (liligen-
lissima, ed è opera del secolo ivin°. 11" È una ben lunga dis-
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,5.
scrtazione intorni) alla Cilibi-ira di . 1 1 ■ ■ ■ 1 1' ;n-t| 1 1 ■ 1 1 ■ < i tu . clic
couclo gli ordini 'lati da Lui^i \)V". dovevi! coiuluiTe h neijne
n' giardini di l'erxiilles, parte per iw«i?t sei feri:, e parie per «pera
«rotata. L'anturi; di questa disst!i 'ljziuuc> di cui Intesi il nome,
dichiara in sul fine, ch'egli sciisse xipra (jnnslu arj>om<;iitci
soltanto per uhliidi ri; « c'ir /i« io/mi i/i toc il rumandu assoluta.
Essa è di'] senili) x\ n". Ili" .Menni piolileiiii sul Ih pratica ieliuu-
grafica, 11 primod'essi problemi ì: questo : Dola il lume, e. dati,
art prisma ili parulteloijrtiiitiiti irU'trttjtili , Iti mi itisi- sia tu ! SDij^etro
piano, ritmare in esso soffilo piana l'umbra dei proposto prisma.
Io fine dell' operetta , clic del secolo XYir*, ed essa pur ano-
nima , sono le ligure aìluinr. J supiudiletti problunii. 1V° Cono
di fazioni, su l Alitine! ita minore, h' incomincia dulìe: il eli ni /lui li
jrt'iiei-.ili , -i tu unii in ci ii in vii :i /.li ii m ili idi- 11 ili jiruLlcini il1
più di Ilici li ,1 scii^l'uTsi della srioiiia sopraddetta. V.'ed ultimo.
Altro e lunuo corsa di lezioni sa la geometria pratica, o con. ciò
finisco il codice. Il corso è diviso in 1 5o pioposiiinoi , la più
p.ii te del Ir ipi idi nsj-iuinh Li |ir.iii'.,;i di issa (sci eo*a nuli' arie mi-
litare, e specialmente nelle lurlilicaaioni. h qui pur laciulo U
nome dell' autore, il cui scritto è del secolo sul". V. molto pro-
li, ihilr. r.lic melina di qnesle opere alilita in, li veduta In lina'.
Essa potrebbe forse, considerarsi una raccolta di quelle lezioni,
ebe ì maestri religiosi Vittorini dettavano dalla cattedra a' loro
75:
MANOSCRITTI ITALIANI
1035. (siUT-TKrroa.)
661. Rime di Giovanni Batista Stroiii ( il vecchio).
Cwtacrfl, ìli ,1'. Rirallfri ruisivi. ili paginr ifll , «col" in*.
aW*C™.».;Ì.««.Sm=;i(il.rrf,b].»On,o',»Biìi„,,-
drilli, eh a videe la li:eo 111 e'ironzo 1' anno I j;)3, in V; ma
sono canzoni 0 sonetti , elie io credo doversi annoverare tra
le molle poesie inedite del sopraddetto autore, dello quali,
secoudoché re ii'in.slriiisi'.e il tlairilia, la ineiuione il Maglia-
bucli i in 1111 opuscolo riportino nel IVd graie, di Mibnu.
nulli" XLV , anno 1 8 1 a. La copia presente di queste rime fu
ii-n/.i iluhbio l'utili ii' tempi deli' untore . e panni elle anelli- i
caratteri ne facciano lede. 01 Lee ili eio, essa e diligente cosi ed
ma un uomo di lettere, ehe ne pigliò l' innari™. In fine ilei
codice è la Tavola dolio rime. E sarchi)' egli questo Torso un
autografo? Non saprei ciò uilenniire. né negare. Trascrivo il
primo quaternario di due sonetti , clic mi vengono a caso sotto
degli occhi. L'uno sta alla pagina 33, e leggevisi in princi-
pio: Sopra una donali francai , cliinmnta Violette, a richiesta di
Entrò di primavera in un beli' borio (Pctr )
11 pargoletto Amor, rome T Cicl volse,
Edi quattro viole, ch'ei vi colse.
Quasi' una sola futi, clic- 'n seno io porto.
L'altro che sta alla pagina 11 a comincia così :
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 753
l'ungenti spine, e dure ombre acerbe.
Deli che l tenero pie, quella mia pura
Neve, ohimè, non vi calchi haggiate cura,
(Se mai sempre fiorile li Gel vi serbe).
Gli studiosi lettori si giovino di queste poche notizie.
1054. tliMT-TOin.)
66a. La. puttana errante di Venezia; leggenda di Lorenio
Veniero.
L'argomento di che si tratta nel presente codice e dichia-
rato da bel principio cosi : ìm /njji nrf.i ài ibi pulitina errante di
Venezia, del signor Lorenzo Veniero. Veritas odium parti. Essa le g-
gcnda è poetica, ed e diviso in quattro canti, composti tutti
in ottava rima. Le cose che vi si leggono sono taìi, che forse
moverebbero lo stomaco anche a coloro, che pur non son ni-
mici di siffatte letture. La l'iiv.i i it- incomhida così: «Beati
» ciilaro che iipronn le. orecchie del cuori.1 alia i;iaii tromba del
4 quinto F.viuiiiel Ul.i ..er f'iiovtinii Enreiiiicio : et guai a coloro,
a clic iijili ineawi'.i ■Vcm:<ii:i di mosser Petrarca daranno fede.
■ Per ciò clie l'uno è candela accesa de' buoni socii, l'altro è
■ tenebre di chi gli crede, ■ ce. Mi fu detto, che queste poesie
siano state gii date alle stampe in Venezia , ma non seppesi
indicarmi per quale stampatore, ed in qual anno.
754
MANOSCRITTI ITALIANI
1006. [o^i-ranciu)
663. Raccolta di sentii la più parie pulititi.
Oilanj [il t'i:;liii. i.inilli ri ■ ■n-.vi. i . .lì fcuii. m. uìl mi' c imi",
falle da principi u da papi, Essi: ptm sono tutte latine, ed
alcune spettano al secolo altre a) secolo xvu°. Sono poi
nell' ultima parte del coditi! rancai te altre scritture italiane,
delle quali trascrivo gli ar-umcnti. (' liiji.rmutianc di quanto i
passalo fa il Cardinale Paceccho el ii marchese di Pescara nel pi-
gliare il possesso del i-.-jih. d: \<iji;h : la quale ir, forni aiionc è se-
guitata d'altra, per la quale si dà uu tizia del possesso presti
del sopraddetto i.'jiw di .Vipi/i < Lai ma relitte di l'escara per
la maestà cattolica. 11° Supplirti dei l'ubiti del regno dì Napoli
al Papa a fmc che ft.i-.uui:; liU-i'.uinhii tìetchare In rjiurisdiìiune
inni l'piiaijiiilii utili liiiri, ntimda In Jispniìiiinii de' sacri Canoni.
JIT I >::-!-.. ji^t i sopra 1 ' .i i 1 1 < . i L t i i del p.;ji.'i. ialiti ntl ii/rupo the il
pontefice Pio V" insigni ilei titolo di gran duca di Toscana
Cosimo de' Medici. IV" Altro discorso, pel quale si dimostra
rami' tneiitalii vide M ■('u t u( !\>:ii\:t.ie prittl-.y u.'iri (Zi:/ rylìlll (.'u: d
f acqua. — Cuii.iideiiiii.nie n-f.ra I' eilt.eiii.ione delle acque nel con-
iali-! di Lh'fjnu, e stipili il. nmiiincK il iknn del suo alveo antico.
L'autore di questo scritto, ili cui lacesi il nome, ne fa la de-
dicazione al cardinali: (inastavi Mano. VII" ed ultimo. Modo
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DELLA BIBLIOTECA DEL KE. 7à5
ci forma tentila nr! prestali: il dnito iji'u-.imrutti di fedeltà ni ter, ■
lìissimo Don Filippi' III" il Austri» per In iiixcesiiiuie nei regno ili
Cintiglio; in Mmlriil rulli ('.Iwni ili Sun lIi.eiiiti.nto il din ili
iiormilirt' ]j84- Dopo ili l'io segui' iiTi.i statistica di tutte le
rendite e s]ut di esso )Ce,im io (pie.ll' arino. Di qnalcaino di
questi scrini abbiamo copia in aìtri codici, ma debbo por no-
tare clic la scrittura del presento codice .'■ assai diligente dal
principio ni fine.
1067. (S..M-V,™,)
'ih ■! lìila/ioni 'ii alenili Conclavi; emulivi- altri scritti
di argomenti diversi.
Dà principio a questo coi.liee la toria del conclave per morte
del papa Clemente Vili', dove fu creato sommo pontefice il
cardinale Alessandro de' Medici, chiamato di poi I.eoi:e Al '.
Della storia di questo celebre Conclave sono già altre copio
nella Biblioteca. Non è annunciato il presente codice, che pel
solo contenuto in essa storia, ma altri scritti vi si compren-
dono, de' quali, uxelliiatone uno solo, abbia ino qualche altra
copia , e sono ì seguenti : 1" Namaiene di molli belli particolari
che accaddero nella elezione in sommo Pontefice del Cardinale Bor-
ghese, chiamatoli di jmi Paolo V. IV Relatione del Conduce fatto
dopo la morte di Leone XI', nel osale fa eletto Papa il Cardinale
Borghese delta Paoh V' ; della quale Relazione è piìi d' una copia
in idiii codi:1) della liililio'.fc.a. Ili" Di/crsc ni firma di prognos-
tico sopra il fatimi Punte/ice per In unirti ili Lumie XJ°. IV° Altro
Discorso sopra la sedia t'attinte ili '.'.Inumile Vili", e eia che si pro-
gnosticava innanzi la morte sua. V* Raccolta di Pasquinate, e di
,56 MANOSCRITTI ITALIANI
poi; «0.-41 ci dia mono di r:e:ui.'n'.c \ Ili'. VI' Tra ita: ione som-
maria di tulle le tose che lurursrro l'alimi i figli, uni Conclave del
l'apa Clemente 17//°. VII" Relatione del t'.m-ithcTc <■ l'ro'.uriiiorc
Delfini: alla Rij.uliliUci: di Vciicnu, ritornato Ambasciatore da Ilenia
per essa Repubblica fanno i5g5. Questa lunghissima c vera-
hh'ilIi.' pulì liei liehtiiuiu: è itìvisa in capitoli, ed è diversa da
(|in'lb (iti In sli-fsn De Ili iio, 'Ji'lia i|u'.!<; ò conia io ni hi codici.
Dichiarazione dei quatta) modi, ps asoli si fa l'elettione ilei
'■ululili, Pontefice Vicarili ili Cristo. IV Copia jcilclc ili tulio ornili,
che il Papa Clementi! Vili' disse in un Concilio™ a Cardinali contro
il Ile di Navarca il dì ao dicembre 1 5g3. Questo scritto è latino,
come altri scritti pur latini si con tallonilo nel presente coditu,
ma volli annunziarlo per la i-in nolai'ils del suo argomento.
X" ed ultimo. Discorso del Cantinole di Carpi indiritto a Carlo V
Cesare fanno i543., intorno al molto di dominare.
1068. (H-n-nom.]
665. Notizie e Relazioni di alcuni Conclavi; giuntivi alili
scritti di vario argomento.
ILcccttO due o tre scritti latini , gli altri tutti che si conten-
gono in questo codice «inni ìialiani, e sono molti. Dovrà
quindi contentarmi di dar la notizia de' loro argomenti come
stanno compendiosa inerì tu dielnarali nel codice stesso; e sono :
1° Elezione di Papa Pio V°. Il" Conclave nel quale fa cisuto Papa
Gregorio XIII° tanno ìby-i. 111° Conciaie Ma sede vacante di
Papa Sisto V, ove fa creato Papa Urbano VIP. IV' Conclave della
sede vacante di Papa Urbano VIP, nel quale fa creato Papa
DELLA BIBLIOTECA DEI. RE. ;5;
Gregaria XIII" farina i5go. V" Conciare nel ijnale fu creato Papa
Irtiitiieitzo l-K" l'anno i jyi . VI' Cai,elm-e ili Pupa Clemente i li!',
nel anale si trattano sommariamente tutte k core che in mio sotto
occorse: ciò che fu nel? anno l5oa. VII" Relazione dei governo della
pur anonima, della Repubblica di Lacca, ÌX° Epistola, anonima,
al Pupa Pi'' V'' il: ila etani:: ;.t ritiriti Sua .Santità a (ala-are in Unum
gli Ebrei e le Cortigiane, X' Parere del Gran Cosmo de' Mettici Gran
Duca di Toscana sopra la corte di Roma. XI' Nola di tatti li Tito-
lati di Spagna con le loro Casale e con le lor rendite che ritraggono
di là dove hanno i laro stati ed abitazioni ; scritta il di 3o maggio
in Madrid l'anno i :j8i . MI' Dinar»: ad un «miVo sai modo di
parlare. È veramente piacevole a leggersi. Non v'ha nome di
aulore. HII" Discorso, in cui si dimostra come l'imperio dipenda
dai Papi. Altra copia del disnjrsi) millesimo ne abbiamo in-
dicata all' artie" V del codice segnato n" 610, ed è più cor-
retta. XIV. Ragguaglio della priqicniit tiii principe Don Cario
d'Austria; di Madrid a :>(1 di genmmi l'anni; 1 !>(Ì8. XV" Conside-
razione dtlie cose sfic i! di tono osscrritrc da coloro eh:- roalionei cedere
U mondo con occhia giudicioso. Non v'ha nome di autore. XV[*Ci"j-
corao intorno a ciò, ila dire Iure un cavaliere assediato in una 't'erra.
XVII' Detta natura et ipitiìitii thtji' Ingleii et tnm cintami , et molti
tdlri. bc'ìi purlit-tdnri tlt epul'a Xiaiene. XX UV Da: ri; ione della e-nlt
di Rama. XIX" Disenfiti iti la prrcrtlcn:a tra In P ranetti e la Spaglia:
ben diverso da quello, ebe sopra lo stesso argomento abbiamo
in altri codici. XX° Piveisieni per la tjuerret, da distijnà l'n/.a
Clemente VIP contro l'imperatore Carlo V. XXP Redazione del
governo di Roma, filiti alla lìepubl-ltcu di Venezia dal cavaliere Del-
fino, ritornati) Ambasciatore di e.-sa Repubblica presso di quella Corte
tanno i5g8. XXII" (dnunicii nella i/itale si dimostra come la casa
di Francia, cioè come il conte Carlo sia stata investito del regno di
758 MANOSCRITTI ITALIANI
Napoli , c come abbia durala questa signorìa de Francesi nel dello
regno per fino allo eonijithla ohe fece il Ite Alfonso]' ili rasa a" Ara-
gona; la sopraddetta investitura fu fatto l'anno ia3o. XXIU'io
. Altissimo et Ejct-lli-nlifstiwi Monarci/a dell'i Impali Ottomani, con la
l.elle;;a ilei ijuali: Ialite pcai-ineie ho eonijiiistale a ijormiata dopo
la volontà e! permissioni dell' i-Aceno; il mirre ei ntiaiiinliimciiio
Noitro è tale, ec. ce. Seguono di poi i comandamenti ed ordini
ili questo prineipe l'Aie. Ili .Sciiiiid), i ,;unli suoi, vera i] !■ tj (e ;il
di là, quasi dirci, d'ogni umano pensare. XXl\'°Lo vita delRc
diSeotta, al preseli!'- ehiomalo olio rumini il' Inghilterra. XXV* Sen-
tenze et detti applicali a Inni i Principi et Potentati del mondo.
XXV1° fleto; in (le olio lieptihhliea di Vni?:i,t del clariisimo messere
(iioì-anni Michele, tornili,-} Aiel-aseialoic dulìa serenissima Regina
Maria d'Inghilterra formo i55y. È divisa in Ire parli. XXVH'ed
ultimo. Ragiona ni mio di Carlo V imperatore al Re Filippo ino
liijlinola inloriio al modo di gtirr nutre i suoi stati in tempo di pace e di
guerra. Di questi il ne ultimi .-[-.ritti, e crisi di ([nello e! ir; abbia in
riportata all' arlic" XXI del pi-esi-iile endice li.i la Biblioteca ai-
tir copie ; ma e bene clic si sappia clic lii:tn ciò r. ] i l ■ in (peste
importantissimo endice si coni prendi; è mullu diligente mei ile
1086. ( S«KT-«CTOil. )
666. Dialogo tra il Re Cattolico e il Duca d'Alva,
scritto dal Giustiniani.
Cartaceo, in foglio, caratteri corsivi, di pagine S5o, «colo ira*,
Il ciiiil lo del la j-.iii parie del presente cor liei- è. (unir li il;.
giamo snl principio, l-l.rtiaiit d'un liere escript de la main de jeu
momienrk chanet-llier de (Hospital. Havvi però anche uno scrino
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 75g
italiano, clic ha il seguente titolo : DinL'/o i.r-.i 'ìli.' GiilA:/.; !f
il Duca d'Aita descrìtto da llrniivd" CiuMaxiiim Hr.hiijlb Geaueese;
•J\-:: !Ì tramt ;c IN ìi::t< il riusriiiiìi a ■ /(!((' l'i' iìi'.j < \l!:i.
ili Geno™, v «Wjiu farri rimi Juriezm ; uni altre particolarità. V.
lo stesso dialogo, clic loggia""1» all' arlic IV "del codice segnato
nuni* jSa; ma qui la lezione è assai più corretta di quella;
ed oltre a ciò abbiamo in questa copia nuche ia notizia del
tempo, il) cui fu scritto il sopraddetta piacevolissimo dialogo,
cioè ilcU' anno i5i6.
MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
1 QUALI EBANO INNANZI
NELLA BIBLIOTECA DEL PRESIDENTE BOUHIER.
28. ( BOL'HIER. ]
667. Lettere di fra Pnoìo Sarpi.
Cartaceo, [n foglio, caratteri conivi, ili ]Hgine 700, «Min ira*,
li rnnii'iinlo di questo rau'^u arU^volr: codio": è {liclii.icitt, pel
seguente suo titolo: lettera italiane del frate Paolo Serpi delt
Ordine de Serti di Mark, scritte di Venezia al signor de Vhh
Grelet in Parigi, dall' 1 1 dicembre 1 607 lino al 1 settembre 16 18 ;
con alcune altre lettere dello stesso Sarpi dirette al signor (ì;lht pur
in Parigi. Le lettere sono in tutte lai. Intorno alla importanza
somma delle cose, che contengono, 6 inutile ch'io ne dica a'
miei lettori; ami son certo, che il solo annunzio di queste
lettere del Saqii per la più parti; politiche, 0 ben pi'ohaliil-
mente tutte inedite, <rli punii in cjaiiiWiino ili'sidi'rio ili
li'ggi'i'l'1. La Ietterò , l'In' aprendo il corlir.e- vn ninni so Ilo (irgli
ocelli incoi li ioci.'i co-i : » niif-.b misliitM nel L'overno ecclesias-
■ lieo mi par una composilionc di olio et acqua , che non pos-
sono inai meschiarsi insieme, eperà in questi tempi non è
< poco, che alcuni Papisti non siano affatto Gesuiti. ■ La Ict-
MANOSCR. [TAL DELLA BIBLIOT. DEL RE. 7fii
ter* 6 di Venezia, come tutte l'altre, ed b del rti g di aprile
itii3., i! per ciò il Settore, r.ui sarà conceduto il tempo die a
me malica per esani in li re ad una ad una le lettere tutte che
nelle vane edizioni delle opere ili fra Paulo si pubblicarono,
potrà conoscere se questa fu posta in luce o no, e quindi per
essa con viemaggior fondamenti! argomentare sopra tutte l'al-
tre, che nei presente codice si contengono.
lìfi*. Discorsa. Hi-.l.i'.ioni . Sommarli,
ed altri scritti roneenienli la polìtica, o i' amministrazione
di alcuni Stati.
In questo codice, di r : i l i lece acquisiti la biblioteca del pre-
ndente BouMer l'anno Iji3, come leggesi sul principio, e al
quale In apposto il titolo di iti-!;. inni dirersr, si contengono
gli scritti seguenti; di alcuni de' quali benché abbiasi copia
in altri codici della regia Hibliotcca, pur ne do l'argomento
per quelle slesse ragioni, che si addussero altrove. 1" Relazione
fatta alla siatiùrìn ili Imeni: dal ìvdnli- Marcantonio Barbara delli
ittifutii per esso lui trattati cui Turchi per lo spaliti di anni sci, ne
^aali stolte liailv in Costantinopoli per la IlepiMlira Veneta , fino olla
Pace segnata l'anno II" Altra Retatane fatta alla signoria
di Venezia dal sigr tiiaromo Sorauzo, ritornalo amhascialore
e bailo per la veneta repubblica da sultau Aniurath impera-
tore ile' Turchi l'anno i;>7K, sopra gli alliiri ch'esso Sorauzo
ebbe a proporre o conchiudere eoi medesimo imperatore.
111° Sommario di tutte l'entrate, che aveva la sede apostolica
76i MANOSCRITTI ITALIANI
IV ÌWoh'dJ intorno alla corte di Roma, fatta l'anno L jo.5 alla
signoria ili Venezia ilal cavaliere e procuratore Giovanni Del-
fi in i . ] ilin'ili:[i:!fui t. ni lisciatore deil:i M'IU'ia ri:|!UÌ>h]|f-:t presso
la sopraddetta corte. \ " Altra relazione alla stessa veneta signnria
falla I' anno I Hill noli; ir Timi 111:1.10 Gì ni il ri ni in! inni) il 11 1 .
■Millo del rT^rm Hi S|1,im[iìl. \ I ìnstruzìuiì'j in In in 11 alia religioni!,
e stato del re di Elbiopia, chiamato il prete Gianni. Non ba
iimini Hi autore, ed è diversa d'altre che abbiamo in più codici,
eccello qui'] la die li'fwsi arile'' VII" ilei codice segnalo
mei figliuolo d'Ainuratb imperatore de' Turelii. Ne lia la
lìibliotcca altra copia, ma la presente è latta con maggior dili-
genza. Vili" Àveerùmenù civili , morali r pulitici tratti dagli An-
nali di Cornelio Tacilo. Ijel li.-si ino ed importantissimo scrino,
del quale è taciuto il nome dell' autor». Non e a mia notizia,
per le indagini , clic ne lio fatte, eli' ci sia slato posto in luce .
ina sembrami clic la meriterebbe- IX" ed ultimo. Diseano sopra
il libro primo d; filini ci io Taciti! : del q ti ale sorba i:si più copie
in altri codici della Biblioteca , si come in quello eli' e. segnalo
num'a65, arlic" X".
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 763
io,. Lettera di Stanislao Santineìli a Giovanni Francesco
Baldini intorno ad una medaglia di Vaoallalo.
I amliensi in quesiti cori ice ili coiiiri ilei la -- i.tt!-ra dei Padre
Sliiiusliiii Stiiitiitrtii Sumiisrn ni tiiii-iviidisstmt< l'adre Don Gian
.;-» lìnUuii delia in:\L::iìiia tklyìoac-, C'ensuìtorc adi-.- iajrv
j rf((«.- («ni r/c/r /.'J'/jiv e ifc' ff.'d, «yjm In j/eer/a.-mne iM/ii mc-
dgftit </i Vaia/iato, t/ie f or(« -jussla iscrizione: VABALLATHUS
UCK1MDK. — Coilex Biblmheca Salariarne jidccili. Così leg-
giamo nella prima faccia di questo codice. Poche cogniiioni
soii iieccswie ilp^ìì htudj ai< li< ulu;;i< i |ht conoscere eliclo
scritLore di questa lettera i'u uomo (lutato delle, più profonde
dottrine, e pienu di e rudi /ieri:' ; .si ci uno f ubi- sappiamo clie le
medaglie del V aballato noti sono generalmente di molla rarità,
tlii'l uri u risl.inti' ri'.uli Ianni) Iiì:si' j-ii a ma luci ili I ;i li .sturi j la let-
tura di questa lettela. >ic ilo per tanto le prime e le ultime lince,
per le quali si riesca a sapere s'essa è inedita, o no. Comincia
cosi: « Amico , acciocché non vi si mova la bile al primo ve-
■■ tieni (il>Ui<i.iIo ri Ic^er.' una u-lteva e.nsi lini^.i . vi rlin'i Inslo,
. eh' ella contiene la spic^ìonc d'una medaglia. L'amore r.Iic
• avete per tutti gli studj di antichità vi farà voloutieri inter.
■ rompere qualunque altra applicazione, • ec. E termina cosi :
. Col fine del discorso tenuti) su la medaglia io lo line allalet-
. tara, o amico. .Sensale il ledii, ancor voi, e per segno di aver
• gradito il racconto che vi liti fatto, scrivetemi ciò che avreste
764 MANOSCRITTI ITALIANI
. delio voi . tft ù lo-i.e litro vaio ncll" occasione. - copia e
di li gen temente eseguila.
111. |.o~)
67Ò. Lettere del Cardinale Seripando al Cardinale
Borromeo.
Cartaceo, io A\ caratteri coitivi , Ai pagine duo , neohl jentf,
Comprende: questo codice la copia di molte lettere scritte di
Trento dal curili u;.ie ( pi n ■l uiin Seri p.u :< t>.< .il i:;in liliali1 Carlo
Borromeo in Roma l'anno 1 563 , le quali trattano tutte sudi'
argomento del concilio Iridentiiio. Per una lettera autografa
del signor Oudi» ■irrida il di 1 :'i dicembre 1 il si^' presi-
dente fiouhìer a Dijon; la quale lettera è ben opportunamente
inerita in que.-to volimi-; m fornisce ehc la pio | .lì ite. delle so-
praddette lettere non furono mai date alla luce, e che anzi al-
tre vol'.e rio sia raduto in animo di tare a qiialcheduuo, poiché
sig' Oudin al sii;- Boubicr, i- -je suppose <jiic mous' l'assionèi
-pièces; car apiv.j toni, (pionpie je soìh dans Ics roaximes
■ gallicancs et qne je me di'daiv en tonte orension pour nos
< liberti, je no voudrais que, • eie. Altre lettore italiano sopra
lo stesso argomento del tridentino concilio, ma d'altro scrit-
tore, abbiamo nel codice segnato num" a3i , 0 cosi pure nel
codice segnalo num" 373.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 765
115. (Ncmj
671. Instruzione intorno alla venula diZinimì Soldano
nel secolo xv°.
Questo prezioso codicetlo, clic n'è pur i'orìginale, e di cui
io penso clie probabilmente non sarà copia altrove, contiene
una istruzione, che dà il maestro della religione degli os-
pitalieri di Sodi (detta comunemente la religione di Malta)
ciò che fu verso la fine del secolo quìntodecimo. Sono vera-
mente importanti gli avvisi tiri i consigli clic si danno nella
sopraddetta circostanza, 1; fa molto j 11. 11: e re il 1 esserli jwr co-
noscere in pochi traili la [li versila tirili: massi me si |H>I il ielie die
religiose, le qLi.il: guidavano gli uomini in quel secolo, e gli
guidano adesso. Le ultime linee dell' instruzione sono queste :
«Et per certo deve essere l'odio fra terno che postposita lo rc-
m vi 'in il in ili' li ci [ieri [jnt'-rili Lai lia minio (tequile questo pcti-
■ posito. Dio sa quello adopera. Li eflbcti indicheranno lo bene
- mini millesimo quadringcntcsimo ms"" secundo. ■ Dopo
le quali parole sta impresso il sigillo autentico del Gran
Maestro.
766
MANOSCRITTI ITALIANI
116. (hooSub.)
672. Le cose più notabili antiche, che oggidì non sono,
e quelle che novamenlc si sono trovate; libri due di
Guido Pancirolo.
Il titolo dell' opera . clic nel presente codice si contiene, è
dichiarato iìcIIo prima pagina per le seguenti parole : Rac-
colta di Guido Panciroio J.C. delle con più notahili, che hmevano
ali amichi, etho^idì non sono; ci di facile cho ai nono novamenlc
trmte. Libri il. Al Serenissimo Duca di Sacbia. Scrìsse il Panci-
roio. come ognun sa , questa sua opr i ci [die ora forse non è
pili in quell'ai la estimazioni' , in cui lene-vasi ne' tempi andati )
in lingua italiana , eh' era pur la sua. Molte edizioni della tra-
ducono in Ialino ne sono state falle coi couienLi del Salmuth
dapprima in Amberga l'anno 1 Sgg , indi in Francforl l'anno
ifi3o, poi ivi l'anno i6j6, oltre una versione francese Fatta
dal de La Nouo e pubblicala in Lione Tanno 1 6 1 7 ; ma non fo-
n-si mai menzione dai pili de misi ri bibliografi di mia edizione
in lingua italiana; cosicché io pensava, che generalmente si
lingua francese fossero ■itale falle non gii -opra una stampa,
ina sopra il ina miseri Ilo ilei l'anrirolo. La cosa va però allri-
inentì, perciocché in una nota eh' è in questo stesso codice
leggcsi cosi : fu lithlviliwi lloat-ltirftana. Pari. Il-, pag. ina,
rccmsclur liti lilit'f irti!, lini/, fuitatripl. iiitti editos, sub hoc Mulo :
Haavlta tirar, d'ultime <■«.« pili se/jiitiinte 1 ti-- ittlAcm t/li antichi, ri
d'alcune altre travate da moderni, del Dottore Guido PanciroUi, in i°,
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 7U7
le rlilléreiue tra il pi-: sei ili' iiiauuacritto, v il sop rad ile Ilo vo-
lume stampato, die non mi riuscì di poicr v.-ilere; e tanto più
i-In- "ti noUisi s'iliili. <jii:ili-lir itij-ì'i in [ liluLi i> (Voli [in] ii/io
fieli" opera ; la quale, per ciò clic concerni' Li diligenza ili-M'
amanuense, è qui .usai Lene e cepiTcttimicntr li-ascritta. Iti line
del codice e una tavolo olfoliclica delle malcrie clic vi si Irat-
lano. Del resto 1' opera i: citala mieli 1: dall' Ha m 11 alia pag. 5liy
(lei tomo IP della ma IlìliliotiTii ilalìima stampata in Milano
l'anno 1771.
673. Relazioni piiliiidio e diplomatiche di autori
ed argomenti diversi.
Sono lutti italiani gli scritti , clie si contengono in questo
codice, benché sul principio notisi , clic sono francesi in parie,
e in pirli' il. illuni. Di ideimi puro .ibiii.imo al tii ■ copi-; urlla
llihlìotcca. T rasi-ai vn gli argomenti ili tutti, e sono: 1° Relazione
lutiti .c'/'i Repubblica di Venezia dal sign. Vinrcnzn Cassoni intorni,
alla città di Fiorenza. IP Altra Mozioni /alta alla stessa Repubblica
dai sigli. Placido Ragazzoni sopra il regno di Sicilia. 111° Ricordi
tlell Imperatore Carlo V" dati ni sim fiijiiunlti in Angusta. IV° Rela-
zione sullo stutn iti i'irii\u fatta a! Si:rtiili. limiti dalsig. Paolo Tie-
polo Ambasciatore, nel tempo che regnarono i due Pontefici Pio IV-
b Pio V. V Storia del Conclave di Papa Gregorio XIV, nella
quale si racconta distintamente tallo dò che in esso occorse, fauno
j68 MANOSCRITTI ITALIANI
i5gi. W Notizia della Corte di Roma, con aa lungo discorso in-
tinm Arene relatione della Carle di Roma eli tulli li suoi Offilii.
ìli Sul filie .'il fa palese eli egli ''t:i lllìl'ilr li. M>ills\:;rj!UV I .<!'!-
nardri vi'sccno ili finterà , iil j ( i l;. lf icsmvalu era stato pmuiassu
|ip' linoni iilli/.i di'l rari lina le Siili libraio.
inalidii-, e >;;i!isl iilic
Iteliclic ili quali'lii' sci-ilio , clic si contini!' in ([licito collii!' ,
sia altra copia nella Bibliolfca. jiurc i-ssi-ndu qui tutti co»
molta rliiijicn/ii i-ijKu t.iii . emuli ;„ vt.,„ ^[imi t ,,tt' i codici ch'in
l'j.iniinai ilf.'lij Ijihiifì'iT'ii in i ..lilii'lro flou li ti r, cnsi sniu j : i Ti
darò ì) titolo di ciascheduno, <• suiio i Sfruculi : I' Relazione
sopra lo Stalo Ottomano, sali* sw forni, automi, e governo. È di-
visa in quattro libri , e ttou ha nome di autore, li0 Relazione
Mio stato potimi etl amministrativo del nono di Spagna , fatta allo
signorìa di Venezia dn Toiìiiiiom, <)>tilnrini l'anno l5g3. nei suo
ritorno Mf ambascerìa presso la Corte Cattolica. 111° Altra lun-
ghissima Relazione del regno d, Polonia, riferita dal? Abate Bog-
giero tanno 1M8. « l'io l\ I'. V°, rìtomnak dalla sua Nun-
ziatura, al Re Si<iiimtuit!i, Aar/usto. IV" miseriamone sai costami,
ricchezze, forze, aualiUt, tiquujvajia, c mah di ./vi: renare delti Paeti-
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DELLA BIBLIOTECA DLL UE. ,69
Bassi. Non li* nome di autore, e fu strilla l'anno i57$.
V" Altra Dissertazione sullo Simo di Milano , e della Lombaniia in
generale; i- ili questa pure liun e. dichiarato li notili' doli' autori-.
VI" Altra sullo sialo di Parma r Piaceri:», scritto ila Francesi»
Maria Viulardo. VII" Altra auoiiima sullo stato dì Fiorenti , fatto
al/a signorìa ili Vene;ia dal suo Ambasciatole inesso il Principe
Francesco Medici, e all' occasione delle none di questo Prìncipr.
Vili" Altra anonima sullo stato del Serenissimo Duca d Urbino.
IX" Altra sullo stato di Sicilia . riferita a S. M. Cattolica da Don
Pietro degli Agostini. X" Tmttatn anonimo, sul modo di net/oliare,
XI" Altro Trattalo anonimo, delle cose eh» si rixiaawperfar bene
ima Mozióne nel ritorno da una Ambasceria. Di questi due Trat-
ti! li . di;' quali non i- curia in altri endici , in- lui letta qualche
parie, e semliraiui clie Mano due sfritti da l'arsene rollio.
XII" ed ultimo Storia del Consoci- per morte di inn'ven:in IX".
oie fu crealo Clemente Vili'. Ne nhhiaiiio (ria altre copie.
MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA.
] QDAL1 HANNO ]L DENOMINATIVO
ARMADIO COLL INFERRATA.
A. 1. («EtìMIEO KulLLÉK. )
It arenila ili scrini d'autori, tempi , ed argomenti
diversi.
bta corner-rato"*
Il titolo prii c ral r , clic In tl.ilo ji jirrwtilc endice e queste:
Raccolta rfi pane ieri«nre. Ma «■diamone gli argomenti. I" Pro-
testo .li Alessandro VII' fatto a di 18. Fciiraro 1 6fi4. per dnm" «I
Alexander P. V. ì li. ,,,,11,11 propria. II" Mozione di Scipione Ca-
mpane lui Intaineiiti, dritti Regina Bona di Polonia. 111° Itela-Jone
stillo sta tu ili \ti/«ih. u-nllit -Iti (ingialliti l.tppianaiia. I\" Capitoti
ira- l'Imperatori- Cariti V id il Duca Maurino. V Discorso /«[lo
ni Duca di Savoia per i Deputati tlrtjlt Stati di l'roimzti il di
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ;7i
19. .¥0™ 1 Sgo. VI" Commentarli del regno di Francia, scrini ili:
Miritele St>rititi<>, Amhasriatore renetu. Vegga il leLLore, se così
■ ■lì piani», l'ari imi 1; i" ilei ri 'die..' •^irnslu riunì" fi 18. VII" Patii
tra Celare ed il He Christianissimo nelt' anno 1 ;»/i d. Vili" Discorso
ville santissime messe di Cristo. Nini ha nome ili autore. IX' De-
palazionc di nn Luogo-Tenente Generale in Italia, fatta dal Re d,
Francia ranno 1 553. al sit/nor Pietre Stoni. X" Relazione (ano-
nima) A/fo*,,,, ifcft, iWiib ,/i.S'.,,-;, ,' del P,in,p,.sno fallacia,
di Napoli, e tose notatali areadale in /(«/«, /«nnn 1 Tuo. XII" tet-
ta* alla burlesca di Scipione Mettili, scrìtte fra ali anni j.588.
e i58y, XIII" Rugijoaijlio delle [or* TunJiesehe nett turno 1S83.
XIV" Copio (/i unii federa »» r/(j .SVnnni Binili deaerale ili
Muri: itti' tiapinitorc ite' Tttri-hi sopra frf /.risii n'i W:i Coletta e di
Tonisi. XV" /.ucb.-ii i/ufn (fri/ /'«p l'nn/u /I'" /„t /!»■ l'esseauie di
Carlo V'. XVI" finyyiiiii/fi'ii i/i7/« pritiior.ia it/ Principe Don Carlo
','" lii.ifnn, Hcimhla nelf nono 1 ,'iii.S. ,\\ II" Cmi. ■/,!,■'■ di'! ]>ìi|j,i Cli;.
monti» Vili" nell'anno 1 5yj, X\ 111" Discorso sopra il Conclave
rli papa Innoccni.o IX". Xl\' .Se «in in ni, if, j Captiteli formoli Ira \
Caeiimali nella sede rotante di Papa Paolo IV- l'anno ifióg., ir
rti fi i/u ira 11 11 11 i/riirurr i/u ipf/ fVijw. ifn mi™ iJr/I.. ih ijjirf (.'■,«-
c/bw;. XX" In Ini ;,',j,r (/,■/ mm.'u -./ir 1 ( /ni 11)1 issar) ,l/ii.'ilii'i'.i /innm.
b (Ultóre Belle estrazioni de spnalt t-d nitri cast. XM" Alenar profezie
de' futuri Pontefici. XXII" Copia di lettera scritta dal Gran Turco
al ìie Cattolico l'anno i585. XX11I" Noti de salari, dilli Ojjir.i.
del Palazzo et della Sede Apostolica. XXIV" Discono sopii, le cose
sei/aiti: in Franca mimiti. «Ih: elezione ilei He Eruca II '. XXV" Sto-
ria ilei enne Imi' , in cui fu m!i'ì<(i il [iii|>ii ' ! i»! in 111". \X\ I" Dis-
corso (anonimo) Milla oi'ifint» ile' chierici delia Camera Apos-
tolica, X,\VN° Sturili ilei conclave, nel quale fu eletto papa
Paolo 11°. XXV1I1" Discorso soui-a il titolo ili (iran duca dato dal
-/Ti MANOSCRITTI ITALIANI
papa Pio V" al duca di Firenze Cosmo de' Medici. XXIX" Copia
della lattaia, che scrisse il. re dì Francia Errico IV ailì ves-
riivi del regno dopo aver ottenuta V assoluzione da Cle-
mente Vili". XXX' Discorsa sulle meati dC elle ,1 Re a" Inohillerra
ìlenrieo Vili . XXXI' lintnitlcratiimc intorno all' ultima scrittura ,
die fu pubblicala iu materia della sede puniscale «calile.
XWII 1 Discorsi* . diviso in dm: parti, sopra il conclave, ebe fu
fatto per la morte di Pio IV'. XXXIII" Dkhlaramw Mìe alio
cose, che line Jan Krritc, IV; per meri- «ssWhn,- le quali otto cose
sono scrille in latino. XWIY" l.citctn pastorale di Giovali
l'Yancrsi (i irMmii (li \ i'iic Ili- al popoli. ili-Ila sua ci Ila . dio-
cesi. XXXV' Ccnsiilcnilcini iiiUfrnn alla i.ivpt trattata et conclusa
ai tempii dì Più V", eoa un l/rci-c ■ tlcll/- /titillili ili Sita San-
ila. XXXVI" Relazione, anonima , sul governo della repubblica
di Genova. XXXVII- Nota cronologica di tutti li lìc di Francia,
i quali sono stati ammalati, scacciati , o privati della corona.
Sion giunge la Nota che fino ad Errico HI". XXXV 1116 Discorso
filili) orila Hill' \. caiil.' (li papa Giulio III" -opra la orca;. ioni'
del nuovo papa. Non lia nome di auloio. \\_\]X" Gyiin di una
lettera scrilta il di a di gcunaro logli dal Ile ili l'Vancia al
cardinale Gondi. XI." Sul mi.i.v Ji jireijan- Dit, ti fine che cuticola
un Pontefice Santo. XU" Lettcradd re di Francia (Errico IV),
scritta il di no settembre i 595 , a Monsignor di J'erot, , nella
quale si rallegra per l'avviso datogli come il papa Cle-
mente Vili" abliia l'animo risoluto di assolverlo. XLII" ed ul-
timo. Scrittura di Camllu Capilup/i sullo Strulaitet,„m di àtrio IX"
lic ili Vrnl'.cin icntiv tjasparo /Il l'.liliijny ci sn)ait::i t/aiii/ntli . Ili-
Mli ili Dm, mot . il tifila t'Àristinaissiimi Ijitnitu. Vede senza più
il lelraiv .li 'pianta impoi'lf n/a sin ii prcsenle rodiei'. desìi
scritti del quale, cccelluatiue due o tre, non serbasi altra
copia nella lìiblioieca.
DELLA BIBLIOTECA DEL BE.
77?
A. 2. I»»,.. UBII.LÉF.)
(irli. Discorso su In ipiislioui' si' si può e i;o!ivcnj!a ricevere
nel sono della Chiesa il He Enrico IV".
1] titolo i> i'.lr^oiii i>nl(i rie! |nraenli' r.mlir.e è come segue :
Diiiniw fiin el tnlluliiii stilila i iiiji tili.i.'im: nei/ntio di Frantili,
tiralo mi uml" ili (((([■jd'.uic itiilaslit-ii . il ili.-yosl.ii in tini- quesiti el
due toiirtwinni ; primi' se si pub; l'altro se è amreniente ili nceiere
al j [Trarli ili Stillili C.liieMi il III- II, 'm in. lÌHthi/mi.. Ouraki discorro
è precedili" da una lellera dala ili \ finr>7.ia a' in inabili i ììij-j.
intitolala cosi : ,1/ Serenissimo fVma/«- H lìttelteittissimo Senato
tenuto. Fra tlimiannt Dominio) Favonio de' Serajjim Areiteseoto di
Sjiilttlt.i. stilili!- .7 j.tl-p.lilil ullist'l-flliuil,:. 1 .11 I Ila Ile li™.a dello piT-
lin.. re. it.. in Ilo (|iics!o ni i!ii!il( r il rietine cSiCr il l'i 'ili ci - sir
noti l'autografo, cerio l'autentico clic il de' .Seraflini oliera' al
«Pilato veneto; dal quale ò ben proballile (poiché il discorso
è in difesa del He ), clic sin sialo t ma messo ail Enrico. È vera-
mente curioso e piacevole a lecersi.
77*
MANOSCRITTI ITALIANI
«77 . Registro di tutte le rendite, "appari silenti a incardino
Anguissola.
Le proprietà limi tulli dell' ilhiAre italiana l'amplia Ad-
^usciola il Angiussola di l'iaccnza, c prove ni™ li tutti dn Ber-
nardo Angli issai», furami divisi in tri- parli; cioè I' f
Ritardino figliuoli! ili l'.-sn Hcrnarda, l'altra a L a n celio tic
libinolo pure (li lìerimrdo. e Li te™ n llcrnardiuo [\ ipiilir
de' sopraddetti Iralelli l'iicardiiio e Lance! In «ti. Queslo codice
contiene appunto il registra di tutte le possessioni, livelli,
minile, ec, clic appartenevano a Incardino. Il endice è cer-
tamente t'autentico, che spettava alla funivia di lui. Come
rdine. Anguilla in Vigono, che
od .li, elicli duca Ottavio farnese
19- di
, V He di Spagna
Utobre i55G. cura
1 il pupillo l'in
te uun là tulio il endice.. Alcuni d'essi registri siine
ma Li più parie sono in lingua italiana.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. yjS
678. Poema in lode del Pontefice Leone X".
CarUEMi.in V. tsu .Itl. ri luridi . ili pirinp ini!, seminivi",
nimo, che Fu scritto nell'anno lòia; è in' lode de) papa
Leone X"i e li] compiuto nell'anno l5l3 dopo l' elezione al
sommo pontificato di osso Leoni! X". Qneslo poema, cb'c me-
llito, non ha titolo alcuno ; ma li; virtù di quel papa, e piti
l'i DO l'idi (Ili' all' ,11 li Oli' In dalli di :,lfiri,llr ll.'l Munir di Ci, ■ Li
nella città di b'abbriano. formano l'argomento di luti' i canti
ilei |viema medesimo. Il nome dell' .autore 11011 risulta d'alcun
Inopi del codice, ma ([minto inlln sua patria poti'clihc rirsu-
an'vj ili quel Monti', ma snprall.ullo «'i le continue lodi ch'ei
fa della città medesima. Legge» in sul principio del volume
la copia del giudiao, clic 1' Ali. Quadrio diede di questo poe-
tico componimento, e oieuie di meglio in potrei fare clic
trascriverlo, e |iorlo i[ni sotto tirali neelii do' miei lettori. . 11
. |int'illa .{cosi il Quadrio) ■ non è a Dal lo si 1 piati,; au/.i ji luo;>il
• a luogo ha cosi' mollo spiritose e linone; ina si il copista uno
■ è stato troppo buono; perei occhi" a inopi .1 luogo vi ha degli
■ errori. Quando però quegli poema l'ossi' ridotto nll'ortogralia
■ moderna, e l'ossero accomodali i versi guasti, sarebbe compo-
■ nimento da far nelle stampe la sua comparsa, per que' tempi
« che fu composto. ■ Ecco il ^iudiiio dei Quadrio pei* ciò che
77<i MANOSCRITTI ITALIANI
spetta al lucrili] lellerarin di que.sl' opera . cri il lellnre dovrà
Ivii coiileiiìar-eiir. I ..i a. la cosa pero ili io ni']) ])OJMi menare
|">'-i Inniri.i i questo iliie-lre •fiilloir r coiu'ei ponili in dub-
bio so quel)' anno in cui fu « po.sto il presento poema, ciò
è a dire se i tempi ili Leone: \" lusserò. L'onernlmentc par-
lando. Favorevoli » no ahi' .sciiuui' , allo lettere, alle arti. Il
codice, ch'i nella sua prima Ii'u:ìIiii-h originale, è adorno
di disegni eseguili . . 1 1 .e riu'ila, .Iella diiiii'liMull- ri: llillr.
la pagina , ed allusivi agli argomenti, che particolarmente si
tra Unno, l'issi miih> conservatissimi ; ma qiuiilo all' arte, con-
vicri dire il veni, non hanno meriti] alcuno; ed ancorché si
vogliano mi|i|hh i t open- di un impararne, pur som, tali , clic
e pel disegno e per l'i ove mimi e elavauo ben poco a presagire
A. k '. Uphojbe cmllée. )
fi 7 ri. Hela/iemi lailr alla Hrpuhldica V ern ia il' éi Sci rn i .suoi
Ambasciatori.
Cartaceo, in V pianile . .jrill.it .■■isl,i. di |u^-inu Bufi, wcoto \\iia.
ambasciatori nel loro ritorno da quelle Corti, alle quali erano
slati inviali. Ma poiché di tulle le relazioni, che nel presente
codici: si coinpiviiiloiiu possedè In regia Tlihlùjteca alili: cernir
enr, pili li- i cirall.-i i . ■■ <oo i!ili^eil/.:i in.iL'^-.niv >::■'"■ ni le , niente
quindi più occorre aggi ungere intornei a queslo volume; sulla
imililità assoluta del quale lo non saprei tunie non confor-
marmi all' avviso di:' miei lettori, i quali perù discreti comi:
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 77;
sono vorranno por risovvenirsi , oh' io mi proposi di dar no-
tizia llì tUtl" Ì Cullici italiani C-sigilli ili ([lli'Stj Ir-ia ;ili]sli]ic;i
Diblioleca.
fiNo. Discorsi, l.elleri', lìela/ioui ni altri scrini di autori,
di argomenli, c di tempi diversi.
(.diesili cuilicc, di'ti sema legatura iilcunn, si corni' l'auli'-
rcdciiic si mulilo mini" 670. appartenne un tempo ad una
liihliotcc.a assai rinomala, e contieni' li' seguenti operette,
molte di numero , e non pociie di pregio. 1° Relationc iti Re de-
riamimi alla Repnllliea d, Vat-lm, del doriamo et Mostnuimo
Michele Soriano dmltaeìaton Veneto, Limalo da Sua Maestà. In
fine della relazione leggesi cosi : Riferita in Senato a 11. di
Moire i557. et I' Amtitiseiat.tr IMt: la catena di tutti li voti, ila
quattro in fiton. 11° Altra relazione dello stesso Surìano ritornato
ambasciatore dal vi' ili Spagna. Ili" .Mi iu sulla corte ili Spa-
gna, della quale non v'ha il nome dell' autore, e Fu traila,
come ivi si legge, da un codice della biblioteca Estense.
IV Altra sulla corte di [Soma, fatta al Senato veneto a' aa di
novelli bre 1 (ia.ì , e di questa pin i: lacesi 11 1 10:11 r ilei V ambas-
ciatore, ma per le date qui riferite potrà, voi e ut I osi . facil-
mente venirsene in cognizione. V° Lettera del Cardinale di
l'aonit He di /'Vnii'.iu .-'(■.,■■ f.-r ti fienntia dr Veneziani intorno ai
Gesuiti. Ha la data di Roma de' 5 aprile LG07. VI* Vita del
CariHruik /'"/■''. Non v'ba nome di autore, e incomincia cosi :
.A mia sa li sia li on e era rictiiesla ili molli ebe inslanza me
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77S MANOSCRITTI ITALIANI
« n'hanno falla, propongomi di scrivere la vita, t ce. VII* Ui'j-
liosla .t nssmaliviii dil Conte Cai'mi su la Protesta del sig. Mar-
i Inviti Laraiidinu Amliaseiaterc straordinaria del He Ckristianiaima
oppressa il austro Simln Pillili- Piij il Tniimeiizo f,V. Vili" Srritlnrn
presentata dalli Signori Ambasciatori al Sari» Coìla/mit di i i>. Feb-
braio 1675. mluruii itili- <>fi .(.:, f(( ihijinrie ad issi [ulte ilal Cardinali:
Altieri. IX° Risposili alia icrittara fatta da ihni Zelanti rei persuader!
al Papa, clic nmi putii tenia lymn perento e perdita di ri pillatimi,
roncedere le ll.dle itili miiniiuiti 'ini Ile ili l'rtwiit alle Chiese ea-
■ \Kti , sì primo non n'eìisce la ltfan.Ho. nimic si asarpa il Re in
dette Chiesi contro la Costitatione del Concilio II: di Lione. X" Una
lunga satira cernirci iì c-ai-ilinuli; ili lìidi.iLieu . elio ha per titolo:
L'Ambasciatore Chimerico del sigma Cardinale di /iiWwfotri. XP Co-
pia (li Una lettera « ritta ài Ilenia dal sajtioe V. .,V. ad nn suo
amica in Framfort circa lartcttioar òdi Imperniare dell' anno 1677.
XII° Copia della lettera scritta dal Ite ( che fu Luigi XIV"] all'
I-Ite. lientis' sinnor Marchese di S' Cianumi suo Ambasciatare straor-
dinario in Rama, irritili in Foiilitttiehleaa a ili M ottobir ìli.li.
XIII" Altra copiti della Lettera scritta dal signor Marchete di
St-Ciamont Ambasciatore art/ordinaria dei Re Cristianissimo in
Rama off /immelmi* Cardinale Antonie Barberino. XIV* Dis-
corso politica scritta e indirittti al Re di Spagna da Diego
ili Lanka. Ha la data di Roma de' tj di agosto dell
anno :G.Ì7 ; ed è seguitalo d'altro discorso politico,' anonimo ,
e. indiritto all' ambasciatore ili Spagna in Roma. XV? Copia
di una Lettera dell'Abate P. A. Paolo di Cosenza al Principe di
lìissignana. XVI' Marnile snpplicatione al Sommo Pontefice circa il
rinvia di i.-vurrdre Itiri.liei ulto Sant'i Fedi: CoUnltea. Vili Ila
data , nè sottoscrizione alcuna , ina certo fu scritta nel secolo
acstodecimo. XVII' Memori* e lettere del signor ìltimcuìhStntm
negli anni i55ó e ]555. È una ben copiosa 0 ragguardevole
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DELLA BIBLIOTECA DEL HE. 779
volizione (li tali memorie, le quali, come leggesi sul prin-
cipio, sono state tratte ex Archiviti BiUioiheùac Estensis.
XV III1 InstniUeynt. :• Miiì;ùi}i\v:c i\r.n\ii . Jii./i.'wi u'i Ik-tu tuiliiia!»
dn iS'nslm Sii/tim Xanziti Strm:riliiinriii ,»"« M'iesiil r/f/f" Impern-
iare Fenlinandi} Secondo; la quale instruiionc è data di Roma
a' i 3 di gennaio dell' un ini ili li :>.. XIV Mrnioi-i.; ini urini all'-
jiiiixi^iilivi' ili'lla Ca.vi Colonna, lue. 11 1 1 iiici^J il il tj-j; dall' anno
tifla , e .proseguendosi fiuo all' anno i684 i nel qual anno il
principe Alessandro Colonna fu mandato ambasciatore in
Francia per la nirti; Romana. XX' iTi-riniuii-o i'emnì per 1.11,-
truttiane d'ini nltiimi l'rinàpe , suprn /( ; . firimi libri dì Cornelia
Tacito. Opera politica distinta in f «altro litri dell' Abate Orafi
Uliectuno, Trufo-y, J.i/.ir reni «inai Principe HinMj '.'im.'ii.vn'c n" lùie.
Nini « che il lihi-.i priimi, e ir: duplice impin. Trascrivo le
pinne lineo di queste, che putremmo ehianij re C-i--<!ti:r.:i;tcm
sapra m i hliri ili l'.i'rurlii: 'l'ucil-.. ì , «pera ÌTii'imiiriria rosi ; ■ I.D
«m i ìm iv ili principi è il più pericoloso ardimento, cb e possa
■ occupare gli sforzi ili una penna. Pochi san ciò far bene; e
• molli hall ciò per male. I.o scriver ili loro per lodargli, è
. adulatone; per insegnargli, e vanità; per correggergli, è
• superbia. Chi scrive ha l' ulililigo ili dire la verità, ma non
ha In licenza ; e se pur se la arroga, è temerario; e se latras-
• cura, è bugiardo, » ce. ce. forse non offresi in questo scritto
uno de' più belli esempj dì purità della nostra Tavella, ma
sembrami pulcr affermare , clic quanto alla .-.o stanza delie cose
che vi si trattano, ed al modo con cui si trattano, l'Oraffi ne
sapesse assai bene del fatto suo. XXI Discorso sopra il rego-
la me ni», clic deve introdursi sul nepotismo dei papi. XXII" Me-
moria sul trattato che si fece in Inghilterra contro la regina
Elisabetta. KNIII" Copia di una lettera scritta 'lai Papa Alessan-
dro FU' al Re di Francia (Luigi XIV") a' 17. di Gennaio nell'
IT AL. DELL/
IT. DEL UE.
nome di Sua Maestà Cattolica, dato di licjgto lì 2 7. Febbraio , 649.
XXV Copia «Idi. .Solenne riatta:»** f«Ua ila Fitloriv Ava-
ile- II; Duca di Sau.ja e Principe di Plenum,: de min editti pub-
blicali li 3i. Gennaro e 9. di Aprili Tanno 1G8G., /lei- reiterale
istilli:!- ili l'typulriiza Slniìiirra. nini™ r jin.j' fujditi di Lucermi,
San Martino, e luoghi adiacenti. XX\ i" ed ultimo. È uno scritto
co» questo titillo: L'.t/mliyista rvnftiiato; ossia risposta alle calan-
uti- ili 1111 difin suri tirila ijiitirn l'innity: aiiilrr. la mi-sm r ijiiistizin
delle armi G-sam. Nulla io dirò sulla imporlama ili ] presento
radice; ma a euiiliirtn ili ilii ptr avvcritin-ii volt-se giovarsi
r!' .tlciuia delie upenilte, ilie in essu si (.■onteiigiiiiii, si sappia,
die la serilltira è In tutte nitidissima , ed a li a stanai! corretta.
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SOLO MANOSCRITTO ITALIANO
CHE HA LA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
GOL DENOMBMTIVO
SAINT-MAGLOIRE.
. Genealogia delle principali famiglie nobili
dell'Europa.
Questo rai^guaidevolc codim contiene la etnologia r.lt-Hi.-
principali famiglie nobili o per antichità di origine, o per
gloria di azioni , o per parentele illustri , di tutta l'Europa. Le
genealogie cominciano insù la metà del secolo xv', c giungono
nuche un po' primii , ina non ol impastami il siipiaddetto ter-
mino nel lor iinirc. Il lavorìi In fallo curi luridissime poi Irei -
tudini. Chi sia stato l'autor», o più veramente gli autori (poi-
che moke tic tono le piTirii::; di rji.i(.'ii;j immenso travaglio , ciò
non risulla in alcun lungo ilei rullici:. Ma (piando io penso
alla multipliciti e dirci qnasi diluirla di cure, e di pensieri,
i: di (atiiilii: , che per ,i:iiii molli ,idi)|iei ù e sta adoperando l'e-
ruditissimo nostro conte Lilla di Milano per In sua beli' opera
78j MANOSI] R. ITAL. DELLA B1BLIOT. DEL BE.
della ^l'ii'.-ilo^'iii delle -.ni.' o.ilùli i'd illn.j:ri f.mnjdie italiano.
Mimi convinto o-;t;ic iiii|iu:,sibik. clic un sol uomo giunger
]io tesso il tallio ili compire mi lavoro lale ijualc hhii|iiith1i:-ì
iii i ^ in-:- Li> codn '■. Lasciando in dunque di \r-.r locuzione di ■' ir-
li.ibi li cil illii.-.! ri le migri in -|..i!:r.i!,.|i'. moscia ite , Ir.incfiSl , .llc-
iininne . liaiuiiiiuglic, oc, mi collimerò a ihu Millanto i nomi
ili (|iielln tiiuiijilio ii;iliaiK. delta quelli trovasi qui In jjuutiii-
logia. Rsso Munì li' scj/neuti. (^iiHiiilojjiu delle famiglie., Gri-
ma Irla. Calvilla, (.(in/a^ii . diijli Di. si ni, ,\ un idolo . di Capila,
di' Caraccioii lìossi . ile' Miiry.au i , Sanse verino , d'Aquino,
Ciisligliimi, Scaìi^iri , delln lìovorc, e Bevilacqua. L'erudito
lettore ni ancili- snhitu, che in quoto iiiniii'i'o min sono tom-
|il'i',.' lutti' le rie ilnl 1 od illii-ll i liu:ÌL;'io il'Ilalia, i: e.lie unii non
|>ocli(i ne mancali (i di lini illustri, si comi1 de' Modici di Tos-
ai un , ile' l'a[>plÌLm di l'adova , do Tt'iviil/.ti ili Milano, ec. ce,
ma (ialini citi non tolga il inerii" in! il pii'^iu intniisico del
indici' presente, qualora ci risoweiijjliianm di' ci contiene le
-onciilo^ii- di un ^ran numero (lolle nubili |aioci|uli Luui^lio
di tutto l'Europi.
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MANOSCRITTI ITALIANI
DELLA REGIA PUBBLICA BIBLIOTECA,
I ODALI tl.VW) IL DENOMINATIVO
FONDO DI RISERVA.
682. Il Canzoniere di Francesco Petrarca] giuntevi altre
operette di autori diversi.
11 titolo, che in lettere il oro sin impresso sui dorso del prc-
sirnli' <:odic^ è : l 'rlraraì il ì',.<ii;mi>. r<! tiìln './/.i:.t..U ;i: n'e appunto
questo il contenuto. Quant' è al canzoniere , diciamo dapprima
del pregio suo intrin&ico concernente la lezione; poi della ma-
teriale sua scrittura; ed in fine de' suoi ornamenti. Ciré» la
lezione; per alcuni de' possi che ho esaminati, la cui lezione
cesi ne vecchi manoscritti, come neiie edizioni clie successi-
vamente si fecero, è d'ordinario guasta □ alterata, posso in
buona fede accertare il lettore» che il codice è di molto me-
rito, e che questa copia e stata tratto se non immediata-
mente dallo scritto autografo, certo da .buon esemplare tolto
da autografo. Circa alla materiale sua scrittura; essa non pud
7Hd MANOSCRITTI ITALIANI
de-irdi'r.irsi in; pli'i dili^cnio. ni! l'i" niliih ria! [inruipioal line.
D,i uliimo qtiant' r .tuj.1i ornamenti ; essi [iure si meritano molla
■ inde. Le pergamcnf sono tulle liollr. ranilide, e lieti conser-
vate. Vliasul |iiiiicipio uno stemma in miniatura fmìssiiua ad
oro c colori, elio ragionevolmente può riferirsi al possessore
liei tl.il 1 1 > . 1.(1 veri [me! a Ili-I Llir-lo imi' aquila Mirinoli Idia rlil
una corona, eri .'il di solici no Meme in piedi , e ne piccolo stelle
in un campo azzurro stillo di Ini. Nulla io dirò nò d'una leste
di dieci pagine , nelle (piali sono dipìnti de' ragli ^uccelli di
servamele più facilmente, o per adornare vicmaggiorrocote il
codio.'. Binisi nuli rlelilm Incero d'unii elojranie e Inni eliminila
miniatura mi oro e colori, eli' è in sul principio della s-.Tonrì,-,
parie ilei Canzoniere , e ile graziosi lavori ili [lenna, da' quali
pressoeiiè tiitl" i eonipoiiiiin'iil i [irendui;.! rtirniucianienlo. In
somma è uno de' più ragguardevoli codici de) canzoniere del
Petrarca posseduti dalla i-e^ia llililioteca. — Quant'é poi agli
opuscoli, de' quali si parla nel titolo , ossi puro meritano molta
eiinsiilera/inne, perolii' quasi lui li di nuluri nn.slri classici edili
0 inediti , 0 con simuli dlliiieiu.a e correliime Ir.msr.ritti. Si da
[ni nei pio il e:-si npiisoi.li r imi la ben nulli l-.pist-.ir.t iti ii,".--.<,-vm (",,'-
ninni Bui™, i i fi .'il '■.'.'( r- l'ihn ili- /Imi.', e creilo clic il valoiilissiino
fiat n l'in consulti rehlie ben \ olenlic.ri aneli e ir.ieslo- sciiiu,. |n,|l
a parer mio, degnissimo ili lode; all.ro snncLki ilello slos.so au-
tore iniiiri/zalo al ci idi nule l.iessai'inno ; una ti - 1 t.-j ni Ti 'oii oro
ilo Preti a Sigismondo Malatcsli ; allra ad una donzella di jrn-
•jtiUtri- r rifui-. , alleo e molti- l'ispcinsive di essa damigella al
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. ,85
Marescotto; altra, e ili ben elegante dettatola, mandala ad un
itMijnijkv iJ jtr:':,l.iilili- •lujHi-n ((.■/uiym-v ./« min s!w b.yf-.nh-i iim.j-
«■■sfi njì/ui^'ii i ri énla 'hi ijr.hsin m-crckia : ed È seguitalii dalla
risposta del aiviilii'ii' uti'Tili! meno pii;n-.evr>lf ,i lciryi"i-sì ; altra
diO'illerina Ma L'i ■.=.<■( ili i .ni I-, il Mi M.iljli.-sti; r i|Ui'sta è data ili
ISclogn.'i :.{ iio giugno 1 4 ó J ; ni in fini- alcuni uni cui del sci-
| ìi-ntli I ri dì Ui rr.j, >l lo i r:rl il1; Iti :i i ;!!<;: iMmt-ì. l'"ii> |>iÌio,l
deli' dinne [jae.ii:c ili1] rollici', in lir.e il. un soneUe- in lede di
un (linvaiini llritli celrWe canlaliuv . Ii'gp'si a rarattcri n»i
i- ina indoli : fWf.yr-irius Zt:tnl,!t)l\!ti\iì. l'in) ereilersì i.lie
ifissi.: quello il propri da rio del codice; :ua il lepore, volendolo,
potrà accertarsene per quello stemma, clic s'è descritto di
683. La Divina Commedia di Dante Àìlighierì.
La Divina Commedia di Dante Àltighieri è compresa in
questo liiil endice, l'issa è .'prilla n dui' mimine in ciascheduna
panini!. Menile li)-o v in-.: i li-.": antiotarion: o dicli:aiM/.ÌLmL in lin-
gua latini» Iugulisi "<"' niaienù delle l'acre d" intorno al testo,
ed alcune pili' dilijeeiilenieiile Mino stale iiilnidotte fra ima
linea e l'altra dal testo medesimo. Mon risulta d'alcun luogo
chi ne sia stalo l'autore, nè io saprei a chi poter attribuirle.
Densi non dubito di asserire , eli' esse sono assai giudiciosc e
piene di succo. Circa alla lezione mi pare sia un codice da
tenersi in qualche pregio, non solo per ciò c!ie concerne la
materialità della scrittura, l'ortografia, e specialmente la gram-
matica (perciocché l'amanuense n'era bene instruUo), ma
;B6 MANOSCRITTI ITALIANI
tiziaiiilio, tfcneralmunte parlando, In verità e l'interini ili
ijiirHc lcr.ioTii , chi' ci lasciò scrii le il poeta. Dico, genera l-
iimnic parlando, poiché le due famose terzine del canto min"
dell' inferno, eh' io nel descrivere il codi™ (lolla slessa Divina
Commedia segnato num* i mi proposi di dar a' miei lettori
j«T «ìngiii drilli Ji'iionc di ci.isdiediiii codice contenente l'o-
pera medesima , nel presente leggonsi come segue :
. . . . .ond i mi diedi
Evi ( 1 1 1 ■_■ ili li diijm.ii |'OÌ •III1 tur- mniri
Pogcia più chef dolor polpi digiuno
Qoaado ebbe (lido do colli ocelli torli
|lÌ|IE<'y;j ll >i |: ,[> ]|HS,'J'l i - 1 > di'llli
Che lui' a [osso come duri un forti.
Non v'ha argomento o proemio olcuuo, che preceda le Ire
parti della Coinioi'ilin , ni' .ilcinm pur ne hanno i capitoli di
n,i:irlnxliin,i dVfsr |i.:"ìi ; ed m fino dell" ullirii.i . cidi- il: I l':i-
indi-u, li'jjjji'si .soltanto elisi : i'j-pì'u-il Gvm-ìlin ììnntis. Huijlìtrii
Fkraitiai. Dopo di che segue il — Dimvstrameato Mie. ehenudla
di Duate fatto per Iacopo ino fyliuob , cioè a dire il ben noto ca-
pitolo che leggiamo in altri coitici ed in molte edisioni, il
con questo capitolo termina il l'.o'rìirc, dir m'cu raiurnte appar-
tiene al secolo x(v', come dichiarai da principio.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 787
5. (FOSDS DE SE5EHVE. )
G84. La Divina Commedia di Dante Aliigliieri.
'.I^i'.rima'.. 1:1 icpH.. cnLid." . i.ii-^i-^- di pagine 4So.
secolo in*, mal conservato.
Comprendesi pur in questo codice ia Divina Commedia di
Dante Allighieri, ma i difettosa della seconda cantica, cioè del
Purgatorio. Il testo vi è disposto in una colonna nel bel mczio
dello pagina, i cui margini sono furai zeppi di conienti in
Lllinn. ile quali diremn I.J-.1 pnen. Preenle il lesto un Lreve
proemio pur in latino; ed in fine della seconda colemia . rti'ó
l'ultima di questo proemio, leggesi il nome di colili che
.-.triste il codice per le sni;n.'iiti primle : ../ •inihus peni) (chiu-
dendo il suo dire culle pone dell' inferno] Ectimi) do Pilis qui
Anne /l'urani stri/ut! il-'fatdalm- Dai itiuiliu. f'eiiìanas ad lilere
atpoitiionem. Ed alla pagina ao8 in line del comcnto della
1' cantica dell' Inferno si conosce altresì il tempo, nel quali"
il de Pili trascrisse qui la Divina Commedia . lefjgendovisi le'
linei' clic <i:gnonii ; Onerici; l> l'.ren.im ■■.OHtirv.ivw. t{ ijinr'eifrii
pini: per ilei miserirtiiiimm ikf'nuialnr Iktinas de Pilli •fui hit
i:-':pnl di.-: prilKÌtitt-.t: J<(| uiiììniint. I: siili" «m'.'i.j;iw|e.iir;i.-!
prima. 1 conienti clic, come dissi qui poco sopra, attorniano
il testo sono quelli ben noti di [iiacopn lìelln Lana lìtilojjuese
libinolo ti: Filippi! della Leo;. Li icrissc questi coment! in
liihfjini nostra voi gii ni, ma liirono poi trasportali io Ialino da
Alberico ili Rosali' . Tinsi: rivo euri pia eoi e le parole, che com-
provano tutto questo, non essendo facile di ri neon Ira re negli
antichi codici di Dante riunite tante ]iarlieolari notiiie sì come
nel presente. Pielt' ultima pagina per tónto leggesi cosi :
,88 MANOSCRITTI ITALIANI
ti. Cementimi totias huius lomaiie compositi! quidam Dominus Ja-
illills ile ili /.rifili lìitlionicillis Liei ll<iii!lls <!■ rfffVrir. .'i t!lt"li"ltt> ; il
fini filins fratrls Phìlippi de la Lana Ordinis Gaudenliam. Et feci!
in sermone, rnbfiiri Tnsn>. 1:1 wi :it<ìil:tli:n leih-iittiiin stllllcrc rome-
iiiin:i transitila ile ■ttlipiri lasni in y rimirili, uni lileraiiiln /;'(,■" .-/ mi-
ntili il' Rutiliti! ptrrjumemis et si ijnis tir/celai [urrt renimi! pere.
Sul priliripio del cnilii'il >1 InyijfjMO r 1 l i in linivi roiiipumim'llti
poetici, chi: danni > in coni peni liu <r[i ii i^omi ■! ili ili liitte tre le
cantiche dell' Aìhghicri, ed il laro autore n'6 Giacopo di lui
figliuolo, che li mandò a Guido Polenta il di i" del mese di
aprile dell' anno ììì t , si come lodisi ciliarmente alla pa-
gina sesta... Julius fall per .(V,! ''min jiìiin.i D'ietis ! i p:i ipsiliil
missili ad magnificimi e! siipieiitem niitilmi Duin 'nnitii Gaidonem de
l'ulema unii', niiìksiino tre;e:it^sip:u ii-jesinu- serunA. t'ie piatte mai-
sis Aprilis. Uno di essi componimeli ti i; ijuirllu ben conosciuto,
che incomincia : 0 voi che siete dal verace lame, ee. Venendo ora
a hi quali-In- fra mia sulla Iojhuki ile! pvdsentn «ulice; per
l'esame die in vari! lunghi un lui l'alto, mi sembra che il de
l'ili ali])!;; attinto a buona fonti!, poiché vi- noti può ti ira! i'ss.crc
i) codice da consultarsi in tutte quelle Iciioni , che danno tut-
tavia molto a pensare il' L'Iti iati , pur È uno de' codici più
corretti, che della Divina Commedia si rincontrino, libero
la più parie i sodici ti! ossa Diurna Cun mi/dia. Trascrivo le
due terrine, nelle' (piai! avrà 11 k-tHuc anelli' no salili iliil'
urloLiriil'iii piirt!tiilai,.'ili'l rio l'ili, u di ir udì' uiii;:.iiui.'ik..i' di?
survi di esempio :
<>i.i min a hi::ji';uc'lii ;-jrjpiu iLiis.jiiuo
f\l filli! d! li H : 1 1 ] n j 1 1Tb j puoi liii; l'in rilucili
Punse la pi» che! dolor puolol digiuno.
DELLA BIBLIOTECA DEL HE.
Qusnd ebbe dello ciò ciion gli occhi tuoni
Ripresili teschio misero co demi
Chi' Iìloid iil-tj.Kst!. '.'Lioiiiu limi can fiiorti-
Pensoclic al nostro valente letterato e grande ammiratore dell'
Allighimi flig. Filippo Scolari riosciruUic 'li niello gradimento
l'esame e lo studio di questo codice.
685. La Divina Commedia di Dante: Alighieri.
6 empie» desi jiur in questo codice la Divina Commedia di
Dante Alligbicri. Essa è come» tata in lingua latina, ni i lunghi
e ben noiosi tomenti, din slanno idi' intonili del Lolo ne' mar-
gini, gli ricoprono tulli. Condii sili mole il nome del loro
autore; che quanto a ine, non ne ho né il tempo, nè la vo-
lontà. Circa alla integriti! o almeno mediocre honlà della le-
zione, nwi ne parliamo. La seconda delle dm? telline , die
abbiamo prese per '.aggio o indili» del maggiore o minor me-
rito de' codici Danteschi , leggesi cosi , coinè fedelmente
trascrivo ;
Quanti ebbe detto ciò con gli occhi torli
Che1 foro in sino ali osso chomc dun cham forti.
Per quest' ultimo verso può giudicarsi della valentìa dell'
amanuense, o di qua! pregio Tosse quel codice, da cui egli
trasse questa copia. In somma non possiamo far lode che
79„ MANOSCRITTI ITALIANI
delia materiale scrittura, la quale è veramente mirabile per
!.: Leila sua uniiuiiiiil.i (Ini primo sino rill" ultimo verso della
commedia. In line del rodi"' leggonsi le seguenti parole :
Ezjtlici! tenia pars cimialìe Dttntìs Ahjhrii Ae Fhimcia. 4d laa-
tlan mutiipntmtis Ih i l'ali a ,1 F'ìiìn iv.uiuu, Sani ti Amen
686. La Divina Commedia di Dante Ailighìeri.
Altro codice che contiene la Divina Commedia di Dante
Allighieri. Il testo vi è scritto in due colonne . a' margini delle
quali, e spesso pure tra l una e l'altra linea del testo m*le-
htt'iee S'jpr.l UH Iiì 'Ti 'le M lidio, riconobbi o.--oie . cui potili!
differenze, quello stesse, elio legniamo nel codice segnato
iiurn" 701. Ma dove in quello, mrne udiremo, mancano al
ttitlo nella parte tona della Commedia eioè del Paradiso, nel
presente ci sono, ami sono assai più lunghe dell' altre nelle
prime due cantiche ; dal clie puii di leggeri dedursi, che i
contenti od annotazioni fntic al testo del l'a-adiso in questo
11, dice -ii no il' il 111' Ini'e. VI l i 1 pm le ^'Titolila converrà IUIU
meco facilmente ^11 sLinliu.si lettori lii'ijnoseendo la diversità
delio stili: e liei irjji.-L.-L-i.Hc l,iti:iu tra queste annotano:)! ;l
Paradiso, e l'altre al Purgatorio e all'Inferno. Innanzi ch'en-
triamo a dire del inorilo dei p-cinite codice quanto alla sua
leiione, non so nniane.rnii dal trascrivere il titolo dell' ultima
cantica (lei f'itr.nliso. die le^c.-i cosi : Cùmaaiti il prilli; canto
■ii I l'apatisti tk 'e lee -vi ceimmi i I Ialiti- -tìl-.-fliir-'i . ,/tu 1 Ifj.ij, ec;
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ed è questa la seconda -volta, che, fra i molti codici di Dante
ch'ebbi sotto degli occhi, ho veduta divisa in tre commedie la
Divina Commedia. Del resto quanto alla lezione tiou può ve-
ramente il letture esserne satisfatto, nini dovrà fam \r. mara-
viglie riconoscendola in alcuni luoghi uon pur guasta per
imperiiia o negligenza dell' amanuense, ma quasi sarei per
dire maliziosamente alterata e. travisata. Le uustre dui; leiv.iui!
del canto ISXill" dell' Inferno ne siano la prova, i.n sola prima
ci può bastare, e leggesi cosi :
Edua di lichiamai p0 che fu, morti
Poi che più che lor potei digiuno.
In quest' ultimo verso si vede che il dottore che lo ridusse a
quella lezione intendeva che Dante volesse dire cosi ; ynan-
tun/i/e fissero giovani, esani, e rokasli, ciò non «stante la man-
canza del din tolse loro le fune, r ilunUim al [tue soccombere. DÌ
corali correzioni ne troviamo parecchie, c quindi non aggiungo
6. ( FONDS DE néSBRYE. )
687. Trattato della origine e discendenza delia casa
de' Medici.
Cartaceo, in foglia, caratteri conivi, di pagine fino, secolo irr.
L'argomento, di che sì tratta in lutto questo codice, é :
Orione ci daecttdetaa della Reale Casa de' Medici; il quale titolo
sta rinchiuso in un grazioso lavoro di penna. L'opera è pre-
ceduta da un Indice di talli i discendenti della casa de' Malici,
dove l'ultimo e Giovanni di Cosimo I'gVan duca di Firenze.
7()* MANOSCRITTI ITALIANI
Medici, e non essendo in questo indicato il nome dell' autore
inni sa pivi ■ diin'. rinvi-nirln ni'' inni e; li ibli oprali , :lc' (piali
però zi'"1 esaminai udii pochi. Con sapendo quindi se sia stalo
pubblicato ii no, ne trasr rivirò a lume de' lellori le prime, e
l' ultime linee. Esso incomincia cosi : " Se anliiliil.i dì origine ,
. se eccellenza di uomini, ir- per 1 inibii tempo cui itimi ila domi-
li in r mi-.i ri- li ri inijii'cu pori. i cu (il li: fa mi ( iii.ircic/ii , .-
■ risuartU'vuli sopra li' altri! In rnoilono , la famiglia ile' Medici
. per tutti questi rispetti, e per l'altci;.a (Scilo piò sublimi di-
r unii a, die in lei [i-jplf.iulimo, è chiaiissbua , ed è una delle
■ principali, die li avesse mai, (i elio liahliia al preseule la.tiris-
liiiuili'i. I Ialino per ciò ceco u lei oiiu pochi, clic, ., oc. li termina
• rolli» scendili panile : « ii con ipiesto porremo line al prc-
■. sente Traila lo havemlo descritto quarto ■:• è potuto da me
. trovare della origine e descendcnia della casa de Medici . e
■ delle vite de' Principi e Principesse di Toscana. . In fine e un
acrur.ilis.'-irao Albero j.'enealoL;iro (Idia >->pi-.viiiolta limi lejia .
il .piale ha qui --In ti !,:L, : /.,i (,',iv( ile Mnliri divellili lite da Ot-
timo Padre Ma l'ama .figlio di Giannini; ed al di sotto di esso
Albero le™esi l'iseri/aonc srgnr.me : ì.-i lieal. Caia il- Sìedui.
elle lui leijimln (il Tasinlia, din elidente dn l.uieu:i, jiiflio dìGiotanni
d' Acerarda. La iliii^en/r- somma con r.m è scritto questo co-
dice, ed i lavori eleganti a penna, che qua e la l'adornano,
mito induce a e. ri 'il e re eh' fi sia stato offerto in dono a qualche
alto personaggio. Del resto sopra questo stesso argomento della
famiglia de' Medici può pur consultarsi con molta utilità il
codice ch'6 segnato num" 3 5 i .
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 793
7. ( FOMIS DE FIE9BR«I.)
688. La. Divina Commedia di Dalile Alighieri.
Cariano, in foKlio. caratteri tondi, di pigine 300. sccol» IV.
La Divina flntntnndia ili Dami; Aili^liL-ii è pur il riiiiteiiuki
di questo codice. Non v'iia alai» proemiti , uri anunl.u.inu i,
ne j^imi le; e sollanlo in fine del volume ed immediataiin'iile
dopo V ultimo verso:
L'amor rl.e moie l sole e l'altre stelle,
legurs't rosi : lùrplirit lynn'-li.i Ihtntis ìlnijlrnt l'Io mi n'iti.
quel le Viole •• sì strane, slorpialnri', all' quali, come aliliinui
dello altrnvi.\ iiinhiroiin 'n1k;|in-|.' iti i!i-an parie le. verdi le ro-
di lettere, o almeno fosse ìnstrtilto della quantità de' piedi,
che formano il viirjo. ciò veranie ritti non può dirsi ; percioc-
clié r.on allrcllaula facilità aggiunge una sillalia n un articoli)
dove non occorre, con quanta il lascia in pi'tuia- ove il verso
ne. ab bisogna . Ma queste .loinc/.iotii taci! inculi.' fi. ' ■ 1 1 1 . ■ t i ' 1 .1 1 1 ■ 3
da citi legge. Per altro -le due temine del canto HI 11 f dell'
Inferno vi si leggono cosi :
Lt \lnn ili J.-II dilaniai poi elle far morti
Poscia più che 1 dolor potè 1 digiuno. ■ ■
7(l1 MANOSCRITTI ITALIANI
Quando cbbc-rlctto ciò con gli ocelli torli
Riprese 1 lesdiio misero co i demi
Che furo a 1 osso come li un cari forti.
I curatlcri sono nitidi da capo a fondo. Le prime iniziali di
i-i a sdì «lima delie tre parli della Divina Commedia sono mi-
niate ad uro c colori; c non sono le caotiche precedute, che
dal siilo lor titolo.
8. (fOSDS DE SESE[IVE. )
(iHij. Il Canzoni. ti' ili lYaiutiso.o Petrarca.
Comprendevi in cruesto codice il canzoniere di l'Va nccsco
Petrarca. li preceduto da una Tavola dei componi memi , e co-
-i come in line ilei endice nessuna snliofn'ij.iottc si lcu«v . die
l i^uaidi il nomi; di chi scrisse, od il tempo in cui fu scritto.
Bensì è un po' fuor dell' usato ciò che loggosi in line delia
prima parie del canzoniere, ed in line defili seconda. In line
della prima, elio come cenuri sa fu composta in vita di Laura,
lesesi cosi : Finis vilae Menu ed in line della seconda, che fu
composta in morte di lei : Finita la Morte ài tauro. Il posses-
•ore dei presente codice fu un Giovanni Batista Deli . il ijiulc
il lii.ili'M ; ma a lionle di tulio questo, si com'è evidente,
ledendone io ipni là ideimi de' somali, cli'ei ne trasse la sua
i (i|iki ih buon i'--;[ri|ijajc in ciò eh'' concerne I' integrila del
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lesto, cosi non potè pur dirci quasi volendolo, alterarlo o dif-
furmarlo al tutto. Esempigrazia poteva egli bensì per sua
ignoranza anzi balordaggine scrivere il primo verso del so-
lidi fiori nfclici et ben naie herbe,
credendo forse cìie Yct anteposto al filici volesse dire in, e
quindi in vece ili scriver» v fil.u-.i nt-iivessc mj.-iwi-, ina «on gote
nei secondo verso clie trovò >ciUtu eliiiirumoete cosi :
Che Mattinili». | sanilo, |i:.-!i,ff suole,
irasIiinuiiiT il /it-itsaiiilu in /Hisutiiila . tome piti troppo leg-
giamo in non potili de' vece til nuditi del e.m/onier.: . i: nienti'
meno io molle edizioni. In somma (ino accertarsi il lettore,
die quaii t' è alla lofio ne e, fi r.iloien'o furiando, un codice
ila tenersi in qualche predio, e l'orse a poter pure rnnMilt.nsi
eoo qnalllie utilità, li disii ^eTteriilmenle piollnilo, ponili
non da per tutto sono squilli le quelle lezioni, ebe ormai
dalia repubblica letteraria . e dalla giusta e sana critica fu-
rono ricevute ed approvate.
Ugo. La Divina (ioiuineilia ili Ostile. AHighieri.
La Divino Commedia dell' Alligliien è il contenuto di
questo codice. Non lia data del tempo in cui fu scritto, ina per
la forma de' caratteri, e pcr'le miniature che ornano tutto il
■ olii me . poi clic non solo il principio (Ielle Ire canlnlie, ma
796 MANOSCRITTI ITALIANI
r|s?.i!:t,: cli'll' uri errati a e della piii]ì''^^i,riLLLrj . panni |>r>t^ri-
rra lierif in strutto della lingua nostra e delle regole del verseg-
gia re, non essendomi accinto per q uri lo -lui Ilo. che n hiiigo a
luogo ne J10 fatto, di taluna di epifll« gravi scorrezioni, le quali
derivano piò dalia ignoranza c!ie dalla m-ll ìkui..,. Circa ;j! i;i
lezione del lesto, in l.i riscontrai general 111 ente conformo a
quella del rodici! segnato num" 088, per cui potrei) bc dedursi,
che tutti e due (pesti codici, benedi' scritti da diversa penna
e torse, in tempo diverso, sic no stili tratti dall' esemplare mi-
.desi ino. In fine del minili.! lesesi : Questo r ii.'i.-r Cu/iimla j>ulo
/xv >o /(■■; /»«)/' ' r!r Zìjinli . m7 <(■««(.■ e-iv rissi ma metile ■lirhiani In in-
umana di Dante ne la sua Comctììa. K già nolo il capitolo che
incomincia : Orni ::ln' jr'r.'e tlal r,™r lume, ee,; e eoo esso ca-
pitolo termina il codice.
10. ( nonna de utsmvE. )
(irpi. La Duina (ioiiitnfda di Dante Mliglucn.
Mrmhranitco, in foglili. Minimi ].™«tii- limiti, di lagìne .1011, scrolli n«,
ben OWKmtD.
È pur in questo bel codice la Divina Commedia di Dante
Alighieri. I"lt!;^iii1.is.sini;i e nitida n k la scrii 1 lira a due colonne,
e ciislanteineiiti' iinil'onne dal jicineipio ai line. iSon v'ha to-
mento alcuno, ma ciascun capitolo d'ognuna delle tre parti
è preceduto da un breve argomento. In fine del volume, io
caratteri rossi e dell'amanuense medesimo, che trascrisse
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 797
lutto il codice lftjij{Oiisi rpieslc parole : Rrplkil iikr rumtdit
Dunùs Muiflii'iii ile Fiorellini fi en cililas sii numi Unire iriiruatiiiis
miìlo trtceMrsiim ile mense Munii Sale in miele Inni, nova in «tra.
(V(/Mv,i(. .Iiu.'li ; parole, del I' ii(!poi1nji/:i tlélli' (juali ln-n -'ai
vcile In studioso leiton-. Quanto iil lesto . mi ji;i re die la lo-
zione .liane gè neraj niente hnona , e die la presente copia sia
slata tratta ih au codice, non dirò de' più preziosi, ma certo
... i. . i i i
gono; ed anello per queste si vede , che non si trovano pur
due ..oli rollici ili Dante, i (piali si oiiilormino appuntino
nella iHIurn ili sei soli versi :
., ondio mi diedi
tjj:i (-lece :i"luaM i nl.hi sovra ciaSCUlltì-
Kt .lui' di lidiinm.ii po l'ho Tur morti
Poscia pili cimi dolor potei digiuno.
Quan debile detto ciò coliiocctd torti
Illuvie! usi-liid limerò coJrini
Clic fuor alloaso come duii can fòrti.
6gì. H Canzoniere ed i Trionb. di Francesco Petrarca; ed
i Sonetti 0 le Canzoni di Dante Allighicri..
In due parti è diviso questo tanto prezioso, quanto ma-
culiti! codice. Nella prima si compre cileno il Can/ouiere
ed i Trionli di Francesco Petrarca. Precede dna Tavola de'
79R MANOSCRITTI ITALIANI
'■i.rii]:'iiiir]]H 1:1 i . >■ principio co' T .-ioidi, (ir linose e lini'
miniami!' gli ninano tutti, liìsc aldiriri-.iano finterà pagina ,
dipinte maeslrcvnl inculi' ad ino e vivaci rubri ; e se alcun che
può dirsi sulla poca lor COrrciione pud disegeo, ugni eki^io
si meritano per lutii gli iiltri rispetti. Oltre a < |ii 1 1- grandi
ìniiiiulure, servono poi di h. ■ i i' oioamenlo nnclie l'iillic delie
minali il! oro .■ coli'ri . non solamente in sul coni innamori lo
il' libili Trinnlo, tilt altresì di r.iasd ieri una Jri /.ina de' Trionfi
medesimi. I car.iiii.-ri .Mino nilidi ila capo a fondo del volume;
e se l'amanuense ni da a conoscere inesperto si dell' regole
delln nostra favella, elio di-I n'iseggiurc , b leeone però ci là
vedere ch'egli trascrisse da ottimo esemplare; per cui in
innesta, parli: altresì . di' è i-ertaini-iitr la più importante, della
integrità del testo, posso con buona Fede affermare essere il
presente codice uno de' più pre/.ioìi, e Le ilei In poesie volgari
del Petrarca sona in questa biblioteca , e di' io ni abbia ve-
lluti. La scrollila parti' del codil i' contieni' le poesie minori
di Dante Alighieri con questo titolo : Incipit Ber Soncciornn. et
ijiiilili-iiiunm /),;!! (rs Hii/L-rii imi l'Unitissimi i'm'U: l'h'ii-iitiiii.
/.ivi.- rum fri:: i in: Incorni nei :nio col nonetto : ■■ A ciascun aliu.i
- presa e gentil core; - e terminano eoo la Cannone Manata
riunì" ìvii°. .Io mi son pargoletta bella e nova.- Sembrami
che anche ijuest.i seconda parte del codice potrebbe all' uopo
consultarsi con mollo frutto. .Sono in line le vile del Petrarca
■ ■■li limite scrii te d.i i.cuimrdo A re lino, li urli' u li inni gioii,
dopo le parole : Finisce la rita ili Umile itili maser Francesco ì'e-
(mira Pneti Fimi-mini ; leggesi rosi : ,\ri;(i anai Domini ncccclyi*
del mese di Febbraio .jn '-umpiuto ili ii licere adi xYliii.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 79c|
al massimo delti 'Eroi Laiyi decimo quarto Re di Francia, Ne- '
di seta , ed ornala della coroua reale , dello stemma di Fran-
cia, c di graziosi arabeschi all' intorno, il lutto di ricamo in
oro e in argenti] Ed essendo sialo nlli'rio questo civlice in ar-
gouir:]!'.! (li devo^ii.ltie uTS) quel |^'at! [in1?!.! juicio , può Hi
legiferi irn;iL[i]iarri[: il lellore hi niaijililiei-e/.a , •■ (|i:inr!i il
grado delle cure, che avrà adoperate il Balestrieri a line di
renderlo vi'.' mJL'poninjuli' ac;1/ .11 eveìc agli cechi <k'ì nir,iiaie,i
É legato in seta cremisi ; e in una parte e Dell' altra delle co-
pèrte sono incassati in .argento quattro piccoli tondi di-
pinti sopra porcellana, ne (piali si raffigurano emblemi al-
lusivi alla polenia ed all' immoralità di quel principe. Le
porgamene sono fine e sr.i-llissmio , e uuie . mima ecmnala.
hanno un contorno lavorato in oro, che le riquadrano. I
caratteri pure ione belli, nitidi, ed uniformi dal principio
al fine. È ornato in oltre il volume di selle miniature della
graildera.il preme a pocu di rulla la papilla. Queste miniature
però quanto sonu piene di spirito per ciò che riguarda l'in-
venzione, lantoa dir vero sono meschine nella lor esecuzione
si rispetto al disegno, che al colorito. Circa il predio lette-
rario della supraddelta punirà min pesi zinne . mi paro ch'essa
Soci MANOSCRITTI ITALIANI
non ne sin priv.i , ami monti d' essere conosciuta, se pur
11.111 111 (111 in .il li' >taulpe , fio clic unii rn'ilu. \rll opera ile^li
fr.riltori l'anuc:;i:nii de! padre A I IV ■ , ■■ di I mio diligili iwnii»
liiiriliiuiiU'iiT il sij;' rjtynliriv Alicelo IW./.ana non si trova ri-
cordato il nome ili Pier Gio. Balestrieri.
52'". 1 pouds de nésanve. )
6g4. Il Canzoniere od i Trionfi di Francesco Petrarca; e
le Canzoni, i Sonetti ed altre poesie di Dalile Alli^diieri.
. E diviso in due
prima si comprende
Petrarca ; nella seeoi
di Durile Alighieri,
sono preceduti da m
mincianiento di que
dclla gì
fine*
Rovani' viislil» ili nero, die per salvarsi dalla lempira va a
Stringere il ramo di un alloro, ch'è piantato vicino al lido.
Vede il lettore, clie quivi seni.-, dubbio è raffiguralo il Poeta;
il cui rill'ulUi i' pili- dipinto in .ina iiiiTia^ii.i p.-L. india pal li
inferiore d essa minia ima , nv' L'i sia appuntu seduto all' cimbra
Oigiiized By Google.
DELLA DIBLEOTECA DEL RE.
no Poeta faremmo messere Francesco Petrarca. Ogni Trionfo
■dulo da una squisitissima miniatura allusiva .ir.rgo-
del Trionfo medesimo, lo non ini farò a descrivere
p»rticolaimenie queste sei miniatore, perchè ciò richieder blu-
troppo tempo ed altra p.mna più esperta cìie In mia per fonie
conoscere tulle le singolari loro bellone. Hanno anche un
pregio, ebe non è comune a così falle opere d'arte di più
secoli, ed è quello della massima levo conserva /.ione-, per cui
sembrano dipiule a' giorni misi ri. Niente pur dirà de' lìori,
arabeschi, medaglie elle si. ini io a' marcii ni d'ogni prinia pagina
di ciaschc.duu Trionfo; ilieule delia prolusione dell' oro nulle
iniziali, e Min solo delle ma;ii:.™le sul princìpio de' Trionfi,
ma i /'a ridi e a! principio d\:^ni ìe!'7.:na : ne i! li.: l'( lime (l'Uc
pendamene, li il le seri te e i Ji. [ 1 ■ I i : ! ■ ■ il il la |.| i -11 m ai:' illl inni ; ih - ile'
caralteri nilidissimì ed uniformi dal principio al fine del
coilirc ; né da ni limo d^lla sua sicssa legatura, ebe rassomiglia
quella degli anlii'hi messili , ornala ili rieehe lamini' d'argento
dorato, e di moli: lavori j niello, de' (piali è mi peccalo clic
niellili Munì siali piT Ir ingiuri' ilei tempii dislnitti ; si come
pur la dispiacere, clic non vi rimandano più i quattro ferma-
gli, i quali oltre all'elegante loro esecuzione saranno l'orse
stali adorni ili qualche pielra preziosa, coni' era il costume del
secolo iv' ne' eodici di allo preiiio. Ma per finirla quando ho
fallo sapere, die in sulla prima pagina del Trionfo dell' Amore
e nel liei menu della miniatimi . di i ni lui già detto qui sopra,
stanno dipinti i gigli di Francia, e che conseguentemente
queslo endice o !: sialo strillo per comandamento di Luigi XI",
o n ò stato fatto a lui un dono da qualche gran perso-
naggio, ciò basterà a persuadersi anche senza vederlo della
MANOSCRITTI ITALIANI
: della prima [«irle
' del volume è la vita del Petrarca già nota, e piò volle data in
luci!, die incoiuìiieia : I1' mut es-.o l'elrana /inuma <U i/randr in-
gegno et non di minor eirli ce; e dopo di essa vita leggesi la
seguente solloscriiione : 5i'(/ilo per marni 'li Antonio S\ìuhaUi
io-i!' anno il. ecce, i.ssi". in l'uni Indi M^nr In parie seconda
del codice, nella quale, come s' ó dello, si contengono le
canzoni ed allic poesie dell ' Allighieri , le quali sono precedute
da questo titolo : huvminviann e S-.mecli et le Camene liei Divini-
Poeta Danti- Mliijinm noUlnsiiim Cittadina Fiorentino. Sonecta
pinw.Dojio I'1 quali |>tir.-ie,e.v.e | H) n; il ile une ili vaglie ih mia hi ir
adoro e colori, e la vita di Dalile scritta da Leonardo Aretino;
in line della quale leggesi cosi : u. ecce, lsivl". Adi aitimi' di
Setleìiilire. Si-riplD et /init" jier A. Sinilialiii in Firenzi dalla quale
ioUo.cii/.iotie i":.ulta, ci)!- pT Li 1 1 = i- nr? un anno < liuti il lavoro
dell' aniaiiut ii.se. iìiiu-iv-ivmi poi ii-.sai.--.inio per l'onore ilei mio
poeta, e dell' Allighierì, e della letteratura, che tante solleci-
codico, e nessuno per ciò che piò impila, cioè per lalceila
della lezione. Mio malgrado debbo dire, eh' è il più bello e
veduto, e
: im^ii
l't nella lesione
del testo. i\ (liei.' i! v. rii. elle vedendo io a prima fiutila eli'
meco medesimo; ma ben poco durù la mia gioia alìorachè
posimi a leggerne alcuni versi.
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DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 8o3
92. I* C 1'. [ FC1KC3 DE nésECVE: )
60,3. Lettere it.ili.inn del Ordinale Maiarino indinne a
vani Principi e persona;^ italiani.
Contengono questi due volumi una ragguardevole raccolta
di tutte ìe ledere italiane scritto a diversi principi, e pcr-
s<jua>r«j italiiini. ridili, letterati, artisti, sopra varii argo-
menti e iu diUèri'iiti Irnipi dal celebre Cardinale Maiarino.
f! primo volume comprende Ir lettere, eh' ri scrisse dal prin-
cipio dell' anno l645'a tutto infora l'anno i6Ì8r ed il secon-
do quelle, che scrisse dall'anno iG4o a ludo Tanno i65o. Se
ritorcile ne rendono oltrommodo piacevole la lettura. Olire
di ciò dubbiamo jinr riconoscere di si, nini. i miporlaiivia que.-la
raccolta per la storia ili quel tempo, per nini oc l'accende poli-
tichedella ['rancia cosi che dell' Italia, e per alcuni fatti par-
ticolari, i quidi -.1 raccniuai ulano . 1 1 ] . t lede di rhi Irgye, ma non
si pulii) lira mi. niHiciliiioiite poira trova r-i altrove una copia di
tulle queste lellere sparse qua e là nell'Italia, pere li' essendo
state scritte tulle dì Parigi, non poteva che cpii serbarsene co-
pia di tutte, si coin'ù avvenuto.
Di esso celebro cardinali! e ministro di sialo jiossede pur la
iTsjia l'ililiotrcu quindici piccoli liìiriccini in l'orina di diciot-
tositno, dir polivo uno eli ia ma re ^ifrihili, tulli scritti di propria
mano di lui, ne' i[n;di un dai a nula mio non solo le così!, eh Vi do-
veva o voleva dire nei consiglio della reggente oalla reggente
Sntì MANOSCRITTI ITALIANI
slessa , ma tulle quelle altresì che mediata mente o immediata-
quindi note e mcmorii' ciioni.niiit-.lir. poi L Lit:l n- , diplmuMiclir ,
redigili-.!', .imuiitiiMraliic si pub] ilici l>' ebr priva Ir, r in somma
i! o:ni L;<;i!t'[i' •■ A n«ni 'ipeue. I.j raccolta ikilc qaili mi-morir
comprese in ipic' li ti rimili r vera men le curiosa. E siccome non
poebe concernono b :.l<irj;i di l'rain.i ;. ijind tempo, e quindi no-
velli lumi recar ora possonoad essa storia , così il ch.sig. Guiiol
ministro di pubblica istruzioni! , l' autore appunto dui corso, si
giustamente applaudito. d> s!-jna mw.Ls-iat . c . j i ■. : i pn.r in In,-,,
negli anni 1828 — .io in sei volumi in 8°, ha ferinamente in
animo di renderurlr 1 m 1 . ■ di pubblica ragione.
- 7001. ( TOM» DE timen. )
6g6. La DivbiKi (.ouirnedin di Dalile Alligliicri.
La Divina Commedia dell' Allighieri eonlicitsi purin questo
colliri'. Essa '■' suri un a due colniiiii!. Non solo (ulte e tre le parti
della Commedia , ma cinschcdunc.apilolo ,1 li rei £. preceduto da
un breve argomento, il quale nel primo rapitolo dell'Inferno
è dettato cosi : hdmùmàa la Coihcdia di Dante AUeghìsri poeta
fioritine nella quale tradii Me pene et paulmmti ile i-ìtii et dementi
eprimiì Mie ri;Wi làmie mm lidia piimn nula in ijiiute si 'Jiiwivi
ifèfna ne laqaùle l'autore fa pnihemìo alocta hptra. Indi senza più
si dì principio al testo:
Nel mezzo dd i.iuiiii dnuislj^L \ if.i
MirUrovai p. una selva scura, re.;
DELLA BIBLIOTECA DEL BE. 8o5
Ed in fine dei codice, dopo l'ultimo verso:
Lomar chd move il soli.' i.L hltre stelle,
leggesi la sottosrriiione sesjueiiLe : /''im'iu ilHiiro di Dante Al-
lei/ltwit filtriti fiturnliiin Hiflttllf pani' ili lynesttì fili: «fila citili ili /(«-
venia fi <S di Sonia Cro» adì xnn. del mese de («tenore. Anni dai.
H. CCC. MI. Lutimi nmma ir..jaif^tit. u: jiinr. Ih-ti ijnttitis. .4mr.il.
Amen. Quanto » meriti dell' amanuense, eccello la costante
itnilonnil.i ilei tarnlterf dal prinripio al line, sono ben dii
poco. E cosi tjiiiiiilo alla kv.iunc, pur l'c-ainc che a luogo ,1
luogo ne Ilo fatto, non pcssn Neramente dime bene. Le due
terzine del eanl<> uvin" dell' Inferii. > vi .si limono così :
dir i- 1 ■ ■ I io iili::eii-nhwvi.i i l.ì i un-.
Kducdi lirhiamai poi cl.r= fur morti
Tuscia che più il dolor polo ii digiuno
Quandebbe deciti rio celli occhi torli
beM.il i, ili lii i l'i.. il! il il il ir ni i' leu in- fi<;LL]v; lini in li irmi ;i queste,
guarda e passa.
7002. ( FONDS HI 1ÌSEBVB. )
697. La Divina Commedia di Danle Alighieri.
IJjr'.j.n 11 , il. i'j-lin ii-.ind,' , i.n il 'l i 1 1 iii!l;,i!i:l .Li |.i::inr. ."..ju. ercoli *v.
di Isuoni consemzionc.
La Divi 11 il < idlntlu-rl iii dell' Al ligi] ieri eniiliensi pur in (pleMii
codice. Il testo non è in alcun luogo preceduto da titolo
8o6 MANOSCRITTI ITALIANI
mi argomento , ne v'ha di Sui;- ;dc;iin sottoscrizione. Comincia
senza più il volume co) primo verso :
Noi meno del caiiiin di nostra vita;
i- snnza più termina coli' iti limo :
l.amor che move il sol e i altre sielle.
I Miii sei primi cnpiloli (Iella parie prima, rne il.-M" J iilc-j-jif? .
hanno un comenlo, il rpmle (': dispogli all'intorno dei testo.
Iflnvien dire, die o il corni ntat' ire non abbia potuto andar
quel poco itmlio elio ne lui faUo, io non saprei a chi attri-
ti], i i !■■ lui :nl ln :ni' ehi s"[.i.i ' i.i -■■ !;i;n' i
Fi due di lii liianiai jioy die fuor morii
Possia pui clic! itnlor potei digiuno.
Qu.indcbhc ditto eio coligli ocelli torli
l.ìobhisn.o dir dunque. olio queMn è un bel codice per i'ol-
lima sua conservazione, c niente meno per l'cgii;ig:iririi:i e
nitidezza de' caratteri con cui e scrino, ma clic gli studiosi
del nostro l'oda non no trarrebbero frutto nel consultamelo
DELLA BIBLIOTECA DEL RE,
. La Divina Commedia di Dante Allighici-
La Divina Commedia dell' ,\llie.lntTÌ col cemento di Benve-
nuto d'Imola comprendevi in questo bel codice. Il testo del
Poeta è nel maa.n it.-lla jki^ì n/i stri Un con cjhm 1 1 1 ■]•! gotici, ed
i conienti l'attorniano in caratteri tondi. Si dà principio .il uh
lumi' con 1,1 uhi iV. liiiiiìc c.!j]]ij>u-.1:i rial I '■(!(■-■, iì t- io : vii i' ilivisii
in a 8 capitoli. È preceduta dalle seguenti linee scritto con ca-
ratteri rossi ; 'Jjii itiehomineia la i ila ci cosinnu de io eaxelleitta /w la
e al,/a re. Da ale AUr/jltim di Firenze honort et'jiaria de la iiliomtljior,'ii-
(ino; scripto et aliùtnposto par lo famosissima lineimi Menar Giurarmi
livellatele da Citrtaldn de la nriifini ufi! stilili: i / eh-.staiiiiii.il eluris-
lima hmtmii Dalile Aib-jliieii a-.: la tua: l-titò, , et dalle opere elnmi-
pOstepcr lai iucliaaiiim llljaìiaeiiij ale. Hi in lineila jiriina l.'.:iapiiaia In-
dia la sententia ile Solane la tjuak è mal set/uit» per <//,' fiorentini
aliarne Voi udirete. Ed infine della vita le^onsi questi due versi:
Zoni Zanchani Ila scriplo per amore
Per quei da Certaldo et Dante al suo honore.
Dopo di ciò seguono i soliti proemii latini di Benvenuto
intorno alici Divino Omini mi i.i ; indi alla pagina vi* si dà prin-
cipio al U'slo, sempre acromi ;i^!iati> dui l'omcijti d'esso Ben-
venuto, frulla dirò del pregio d'essi ben noti conienti ( sieno
pure di Jacopo della Lana a ad incerto autore attribuiti, ben-
ché nel codice ebe abbiain per le mani leggasi chiaro : Scriptum
floS MAJiOSCRITTI ITALIANI
su^er Diadhcm per ìt-M/iui-uin liuti r, nitdtr.i iti- Iamìti ' poirlic ir-
ati dello n haslaii/n, specialmente da chi ebbe l'agio e i.i
pazienza ili inebrili i> studiarli tutti, lisammai qui e la questo
magnìfico e grandissimo codice, e sembrami che, gcncral-
inenlo parlalldri, pel ciò elle entieeme hi ieiìoiH' 1 1 ■ ■ I testo min
firj.-.i L'ini iicar.-i do' più corretti, ma non flidihnii iifnpnr
riporre fra il n liniero de' più difettosi. Le due temile del calilo
\\\H\°. dell' liil'cnio vi :i ledono precisamente scritte cosi :
Gin ciucilo a braiiclinìar sopra giascuno
K lini ili li chiamai poi die tir moni.
Poscia pili cliel dolor potei digiuno.
*.}:■- I:1!'};-: li'.l!:' 'i" i.'i.-L'i LO.i . i (Olii
Riprese! teschio misero cho dcnli
Che furo .-dosso chomc dim eban forti.
Seni' altre, sottoscrizioni tonnina il codice coli' ultimo verso
ddla Commedia :
L'amor che move] sol e lallrc stelle;
e l'nl lini e parole dei fomento sono queste : Al qual fine Reper-
ti la vita beata ne la quale e honore e gloria perpetua m seehaìa
seelinliinim. Amen. Il eorlice non può voiamrnte desiderarsi di
più bella conserva /.ioni.'. Fu ne' tempi aildielro in proprietà di
mi (il andi.) Mi menni, il cui mime e impresso a caratteri d'oro
in ainliorlne le parli della li, perla, uve applllllo legasi : (."friii-
iiìis Monanni.
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. 809
7002. ( FONDS DE RESER.E. )
699. La Divina Commedia di Dante Allighieri.
Carlawo. in A" ubi mirri . caf.ilti ri smuiijuliii. di pt'inc .U.rj. wil- i^.
Compri' ndoii per in <[in^l..i i urlio; In Diurni C 0 1 1 u 11 ■ ^ 1 1 ;i di
I buio Alligliicri . ma non ullrr.' sana lezione ; anzi pel contrario
storpiata e guasta in nidltìssmii 1 1 1 1 1 . Alla pagina 3a8 finisce
cosi : Dea grati/a. Filala odi j ino di /jenain inxtti.vim°. Indi
è il Capitolo jalto da ) noono fi/lumlo di iìaiili: nrtijuale bnm-inenlt
dichiara la inlcntione del padre nelle sae Comedo: amiii:; ic.ndoìi
iliill'.l prl-ì: Htt. liii !■ hi fami : i! (piali! <;;l].ilr.li> -ia rjirh. 1 j !" i 1 1 { . i j 1 . jt J
■ O voi clic siete dal verace lume, ce. c dopo di ciò leggonsì
questo parole : Finito t t/nesto libi-o finito lo bonamno di Filippo
Adiutori. Et quello lancilo dice aoemelo fatto Dante:
Aleundro lasciò la Signoria
Di tutto 1 monJo. et Sanson la forici».
Et Absalon lasciò la sua bellona
A' vermi che la mangio q tutu via;
Aristotil la sua pbitesopliia. ce.
De i/riiliai .liii-'.'t. ììiA'tn c- il m.'Uiv ili Ailiinari Ira gli scrit-
tori nella nostra ìingua, ma nel presente codice non se nesos-
8io MANOSCRITTI ITALIANI
7002. ( FOSDS Di BÌSEH1E. )
700. La Divina Commedia di Dante Alighieri.
Membranaceo, in gran tesi imi H j; L i .> . rai.-ii.ieri woiigolici . leculo i>°.
La Divina Commedia di-Ji" Alligideri e uni prendesi in questo
codice. Il tes'.o ■: strillo in piceola re-loniu nel bel mezzo della
pagina, e tutto il rimanente dei margine e ricoperto con
minutissimi caratteri da un lungo e noioso eonion'-o tir i icito
medesimo , ed è io lingua latina. Precede una Tavola non dei
rapitoli delle tre eanucìie, ma d'Ole pi'iiic: ipsli <:■■>■!: ehc in
essi capitoli si Irritano; l.i quale Tavola comincia dal render
conio del rapitolo vili". ..Ioli' Inferno , e quindi manca d'una
pagina p'rlo meno. Dopo di questa Tavola .segue uu proemio,
esso pur in latino, su i meri e della Divina ("01 lunedia , e sopra
i fatti più importanti, ne' quali s'intrattiene il poeta. Alprinci-
|)indi i-iaschednna delle Ire emide Ite r mia «rami issi olii iniziale
in miniatura ad oro e colori, nella quale s' ingegnò il pittore di
r,i| ipresen tare l'ai giinieiilo 0 li sn««elti> principale di ciascuna
scrisse, oltreché ignaro della nostra favella, ebbe pur la
disgrazia di 3 un- scilo degli nerbi un j si itso r ■ ^( > r 1 1 ; 1 i ■ . . .Se ne
gìudìcld dalle due terzine, ebe stanno scritte cosi:
Già ceco abrancliolar sopra ciaslìiuno
DELLA BIBLIOTECA DEL IlE. 811
Et iliie diì chiainay puoydie fuor moti
Po-mia più cìir>l dolili ]mi)lu ni ilcjfìunu,
Quando ebbe dona eia cogliceli! ioni
Penna posteriore sostituì al forte i) furar, ma originarìa-
meiile stava scritto farle. V. si noti, che queste -due terzine
sono forse delle mcn guasto nellii lo/.ioue di Millo l'.dliv. \ol
Invilii ri: qnevn fcd'-..., ni innami ,\lh i'n.v. 1I.1 !ei!
gesi : Mtiiretli Muti ri rirmVr.p-fllll. I'. dopo di ciò leggonsi le pa-
ini'' seguenti: .Vaili; Jco.ìhiìs iìi::tiii;k-: Ci::i.::ii.;\ .yif.rloìiiiii Cchi
et Jitliani de Urbe. ìfiBo.
7002. [ FONDS DE KiSEUVS. )
701. La Divina Commedia di Dante Alighieri.
Muntila rcat co, in foglio gronde, car.iti.Ti jin™»-!:. umili, ili pginc Suo.
secolo jv*, di tiurìna coiiscrvaLÌoue-
Benché sol doini rkd niosenle endice, ch'esco poi- cuo-
tiene la Divina (iomiiicilia di Dante, sia scritto ami im-
presso a lettere d'oro Secolo xiV, pur io credo, tene esa-
nimata la forni ;t ilo' ourailoji , i] pnn leccamento, c la qualità
delle ahhre vùlturi', eli' osso apioii-ien*;.! :A socolu quinUidc-
cimo. 11 Lesto, di' è disjjteLfi a duo colonne, in OL'in l'accie, c
opportuni e convenienti. Essi sono, diversi da quelli, clic si
leggono nel codice segnalo num" Gtìj, dove sono anche nini in
più hrevi. Qui però non si estendono oltre in seconda cantica.
Il Paradiso sembra in vista scritto dal medesimo amanuense,
Sia MANOSCRITTI ITALIANI
mi inslitucnduse-ne un piccolo conli-onto sì conosce su-
dilo dò non esser h'i'o. '■ clic fu impililo :i qcesla ter/.a (.■ari-
li t.i qnalelie ter 1 1 1] i(i dopo; e le perdimene Me*so più nitidi; a
candido ne danno indizio ccilissimo. i\<jii v'Iiu in line sottoscri-
lione alcuna. Non può riporsi il presente codice nel numero
de' pio guasti nella le/ione , ma nuli,. | jij i- ollio ili si ridila re ,
por cui -li studiosi po-:jnno sperarne un qualche frutto dell'
(Mulinarlo in ipie' passi , die (Ialino loc incentivo a tante quis-
lioni. Trascrivo le duo lor/ine. come qui si leggono:
Gir cicche abrancchr so™ ciascuno.
Quanrj'bc (ledo ciò m li oclii imli.
Riprese il teatino misero co ideati.
Che Iman losso come di con foni.
I.a prima bramii' iniiiali: di ciascheduna delle Ire caulielie
è dipinta in miniatura ad oro e colori , e quella della cantica
prima cioè dell' liii'crno rateili udì: il ritrailo del poeta.
(l3. ) 7015. ( FOSDS DE PÉ5FHVE. )
7oa. D Cai v/.o ii io re od i Ti ioidi di Francesco Petrarca.
Contiene questo codice il Caniouicre ed i Trionli di Fran-
cesco l'etrjrca. il titolo sul principio della pi ima pagina è co-
me segue : Li Svasiti Otnzonr et \e nidiate ili M. Francesco Pe-
iranàa. Ed in fino deìCamoniere leggesi così : Finiscono i Sonetti
DELLA BIBLIOTECA DEL RE. Si3
t le Caria,™ e le Ballale e Madriali di M. Francesco Pclrarcho
ni'itu formo ijh iinliitii. Non v'ha sollosrri/aonc alcuna in fini;
de Trionfi. Non si può due, ebe il presente codice abbia qual-
che meiit'' per una ra^a me o per I allea , polche in •■'.'[il.i non
ni] ha nessuno, uè pei- la partii materia:.: ilei la scnLtnra, tu': per
i|!l''ll,t ocH'crìoijrLliii oile.i pn i^iamnnlo, i: limici n o per
quella della lezione, che vie o guasta od alterala da per tutto,
duini che ne In un tempo il po>se-sore cercò (li currcge.eiue
t|U;i li alcune storpiature , ina o nou u ebbe l'agio, o non sep-
pe, o non volle farvi tutte le correzioni, o tutte quelle alni imi
ch'erano lo più necessarie.
7252. [ fONDS ut RÉ SERVE. )
7o3. La Divina ComiiK'.lia ili Dante Alliglii«rì.
Membranaceo, in fucili, rarali-ri [in-.;:., iliu louli . di ]U-iiii^ suo , &cco!o ìit",
< il-? in ^ii! pii^ir-., il.l il..:: itene? conservato.
Condensi pur io questo codice la Divina Commedia. Mon
le cantiche od i capitoli, di' data o ; ut le* cri? ione alcuna , e lui-
lauto in line d'ognuni! tifile li1.' iMUÌ:ili'' li'iiee^i : (.''■)!!;.' i. 'idi .'■
("/n/f .'/e. Pur^atoiio, il l\l l a disti; i/i ì)v.i<lc Aìhirfo.im ili Fimi;,'.
Dea Gralias. Amili. Codice è questo, die meri la molto rispoilr. ,
perche siluramenti! h allo ili buon esemplari:, come parvenu
poter conoscere per lo studio che ce ho fatto in più luoghi,
ftnclie l'amanuense d 'vc lodarsi ; pereii) r.heo per din Iti delia
somma sua diligenza, o ]icr frutto di propria [ostruzione (ciò
eh' è più probabile) trascrissi; il testo così, che non gli si pos-
sono mai fare qui;' rimproveri, ebe d'ordinario si meritano
gli amanuensi di quel secolo per le gravi scorrezioni e sopra
fiA MANOSCR. ITAL. DELLA BIBL. DEL RE.
lutln per h< y.m-pialui'e<lc.'vrr;i . clic in tónti cullici della Divina
Commedia si ri n con tra no. F, henrJife le due terzine del canto
xxxni*. dei)' Inferno, ch'io diedi per saggio della leiionc in
lutti codici della Divina Commedia esistenti inonesta regia
Biblioteca non possano rendere al tutto soddisfatti i lettori
com'essestamio w.rille cH preseiitc- cnrliw, [un' io credo olici
m'iiiTilniniti' yio."ii coiiHnììiirM con ijti ;i 1 r i n' nliliUi. I.eggunsi
Posci.i più l'In' I ili-Ini pulci didimi.-..
Quando ebbe dello ciò cogli ncclii torli
Riprese 1 teschio misero eo denti
Che fuoro allosso come dun cu forti.
I Vestii , i:\si: ([iic.tii h 1 3 ( odici' inanelli de' | >■ i tu i dirci opi-
nali dell' Inferno 1 Termina col iwn noto onitolo: « 0 voi clic
siete dal verace lume» ec. disposto coni' è nel codice segnalo
num- 6no.
FINE.
[NDICE GENERALE
DIVISO IN TRE TAVOLE;
TAVOLA PRIMA,
Dlgrliistì ay Google
TAVOLA DE' NOMI
Digiti; ad B/ Google
OigiiizeO by Google
OigiitieO by Google
OigrUzeO Dy Google
Dlgrlustì by Google
D IgilUeO Si .Cooglc
DlgrtuBtì by Google
Olgilized Google
DlgrtizeO by Google
-ir- Farcirti^ ici.
TAVOLA SECONDA,
Qlgrtusd Google
CaiiÌRlii, h^fN, Ùj2i IÉÉi Coi™, hi,
• :.,ua : Duerno di :..i<'ii.3i i, ih. jj^. CiIiumn.
CaUgo, 3jS.436 Corfu. iig.
Caudogm. O0-. Conica, sii, 5i|8. 845.
Cafnlonia. 3iq. !.. 1 1 1 .. ■. |-: li. . . i.J ■ .
cididi , 43o. è!>3, Éii, osa. ima. 6S3. osa , sb^
ii-i-i», 348. SdO. Gi,4. jm, ■jcl, ju6. jjB. i3i.
F
Ferrini, ioli, 3fHL. 3j_L 34a. 3fi>. Mjl. Francia, rjj. 1_|6, 2J}6. IflL 3t>l>.
'.lo, £■(■':■. ti^_ ;3i. tìi. 321 ino. ^Si 5li 34a. 349. 34rj,
i-iiivira. .i-s Lii. -!iìli L^ii ::Jl ^ h!L 3*». asL
iiti. Vii. .'.'in- «,r, ti.... i^v. iiC. -.S'.. ili. '.js. ili:,. i>,;.
533. 5ao. iCa. iti, 0j35. floO. Boj.
Fir!f (isolodì). ili. 0i!L. <hlt Sìa, 03j, 834. fiSj, Cfil
Fi.cD*e. 97- L^l li iti UH: 0;^]. [122. Ofii. LìL LiSr. liio. lit.i,
■,T.v ;S.i: 110 314. 31:. 344. i^i LLil '^11 l^li '±!h
.vi. ìù. ;.. ak. i-i. 't'ì. t^:- ;'>■ 121 7'V 7:'.
3Rci 3fli. 4i}. 4i8. Aig, Ù11. 4aa, 7_7_7_. 778, 8o4.
ÌM, 1MÌL 03c Gic C4 1 . Oid, C80.
QiginzeO by Google
£ éstfàs. i8i.4Si.iM.
j_ .V± IM^ ijj/
IllrflJlUTa , 1 Mi. nlli, j.ii, llj. ■ i ■ . . I ■. I l- 1 ... '..
Uu. ni 1U. i^V Qtt. :ÌSb, 3^ /|.-', iiS. V.i. il.', ili.. VA',
SV. dA Lti Vi Usi Liiiii ìji, hi >>■.• isi. lìu
680. ufi, j3o. jìs. 211, ^ Sa. Sia SìL lai: ^ fisi: lui.
■ '-h -i M"..>.:.i:.. -.i>, lll
Unni,.,!., i3i i.i. -l.ìi. Vii;. .Vii. Modem. ;3i, 78o,
3q7. Jùo.
>gi(l1H»iiic«ilc),lifiL
.Mi!.. i.l-lli-Miiiliaj, ìjl j3j.
«.U. Slii j;8, i3t, li3g, 683. GjB,
DlgrlusOb/ Cooglc
nane;, SEI 2*Eb ZÌI 7='. J*7< ili 77"
Ss[lIJ. j£V 33i. .ìj... 3^7. Kami. ì',:,.
it!L àói. ÌJii J;,n. j'jia. MC. Ncobou^. iil
il-j. SV Ai^ Sui [Lil, MlH.flTt.
SiB. 533. fin. B35. M3. j^j, rjo.
o
ninnila . 3Sij, 330. 3^ Or. irlo. 3Sr,
l'i, Si-:., in. ■■.<■. lii. ivi^.ii.i. ili -:-■>. ini_
(31. : I-- . -V -Li,. f.r.i, . iV-,1, n-\ W. .-,«1, f-ii ;■]'..
IVr.il. sii, S-f. v^i Nili, jivi. r^n. tJB, 770.
ftAnÉ Wft<>»- Pornu»llo. aflS. ÌM. Qlk, Sfii.
IVi. Sin. [M, fi;n. SSi jiS, jSr
Paupi , Ma Porto-Maone . Gii
l'inceri. ;.yj. Vili ■ ì-... y. 1 7. i'ruvonz* . !tlÌL- 77"'
yfi, -Mi U± Maaà. -n.
tagan.ìSSàìS^ JiS. Ji^ ^iL Sia. ììi Safi,
liciiLk' ili Ltriiiuidu. li,s, 7.6'A hi, itiL- iii, •>■>-, '"■ !i'- 'ili
. Iì.iìii,, tl'll,.!... 7:';i 5J[|, ivi. 3Jmj, I?»" -A.T-i .
RLinoim. Sjj. 381. 38S. 3B,. 388, )8u. 3^. in.
H.nùni.Mrl Ardi '^'ì b-X :•.'>■ ■'»>;.
PodUim ['J_3, ili, 355. & sii 1*
Noma, fi3. i3t. il', jn-j. j 77 !£L <,iri. 'ili
jjn.. Soi, 3oa, 3J3, iii, Jji, CJu, Mj" Llji, tiV Or.'i W.
IWnii.n.
x. 13i, ili. lit
Spjfna. iji, njrj. sfii, ,(,0, iti li
Jl-S. lui, ili, ili!, A±L
ili. il',. ■ì'.'ì. :<:.i, l:,7 :n
ì-:,. >.,, i=L. ^ -,
i-. . ■ |. iin :.. ... ^ ■.,
ùiA 'Jl>, ai, i':
lLìlL Hi- ""'V- ni
'iST, I.,,:,. 7 ■ ■■ ■ . -„■,. -.1. -
;i7; :;lv, il!.- tì± :
7J-. "li". TjOL 777-
Inni», "■rij. "'li 'i, --<■
il, iSb Sik. flj
Lìl i^i ^ ' :-.i:
Di -Hi. mi ffil, 30i. ,i7a.
>3VÌÌ*:'q. j.i'i. [jìij, Vtnt.iL jÌl iìl sii liS. jSi, li
Dlqlliietì Google
TAVOLA DE' NOMI DE' LUOGHI
Dlgrtiiea by Google
TAVOLA TERZA,
Digiiized Dy Google
ClllBISPItUDENZA CANONICA E l\STlTUZIOM Di OUDJM
RELIGIOSI.
DigiiizM by Google
DC,i,nL. :l/lf«a»tr«li vhmli. &0S,5°5. Sau, di Panna e Kiw, ì7a.
DigiiizMBy Google
DigiiizM Dy Google
Digiti; sa Google
OigilizeO Dy Google
DigiiizM &y Google
OLgiiizM &y Google
DigiiizM by Google
Oigitized by Google
DELLE MATE IME.
□ igilized By Google
!}ì l'rivMr. Di f;j[L[iiiali,- Pri-laLi iH- ih,., .A".
lassasi
=j=ir iiiifi
ì=£k gli
Digiti; sO b/ Cooglt
OigrluaO Dy Google
DlgrtizMb/ Google
I i -i;'-. ii i ' r. mrd.-.i-li. I: l ..l..-,l!.l.i I '.d i : Ì-..N : ni ■ :l . .Idi.. -IL:. - Il V- |.di .-.n
tiiit.i .il Din. .li tanio AgoiiiiKi, 311
|-!(„ -i,i„i„. .S.-,!„- %,■!.( .li III .ir-,,. Il,c™„™n!i rlllnrin Ili" ili Fraiii-iii
□ al. Farìantenlo di Pmigi TaonD i Joy, Go
• ™i M.ilii-od.lla) «oleario per Pie- .strili..^ .ioli Al>. Marni, al Po-.eliee.
mdaHtpoli, uamcdel I\e Sino, pn-ajn™care un cri
htnùiakhrsl dilli» ai WiliiiiUaUiina. (Ilio generale. Suo.
r.|.i-.i .ir! panila Rnliii», 700. Aiaiie fld J\f
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TESTI DI LINGUA
PfdoilDa, che il comprendano ne rodici daSCrìtó in qatMO VoloM
aile.Ved!Akrainni.TmotiP. Cii.ipsnslUTMnp.jii. opere varie.
Allibisi Dei le, Divi.u Comuinìii V. Campanella. Tavoli I".
. . p:L i a tini- ni ina 1 ponili . Mi>.
Cicerone Marco Tullio. Lettera ithii n In
diTrojl. 6S, 109.
Conti Giulio (de') Li belli mano. icii.
re. 190. Croniche antiche dell' Itatii. V. Italia.
Reni Paolo. Diicotso sulla liberi! re- Tavola [■.
ih.
Brliavola Antonio. Vila ili Gesù Crislo,
.03.
Cr.p i:lir,ic.^c-.ffjn. l'nnogirkn in loiln
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limili.. Iti Immillili. Stala il: Firei
Trionfi. V. Pctmrca.Ttt'.I'.
i-.ln . m:' Wìzl.'j- l'i-n. !r;i l.ii.vibru. nu.l'^llinìv , i'
nogralo. ìBfl. Volo Marra, il Milione. Suo.
HcdiTrosoPom- Porzio Simona, Trailato sulla ramle
Ma. Siri»™. ViLi.il S. CU Ieri ii « ,1
\la:;,iloMi I-'iiviifii, J.eUcrr. 60,637.
U-nn'lti 'Manin i//o. mio vira. Tuo.
M-ijLiLi. il (Uulinri il CameroDe il
Napoli ta ni prigioni, in Torino
M.
Franti'*». Suw. 311.
^ Ih IliiiN. il Miniar -If I^ rr.^irtHirfi. fi] ji(
TulUioiuiUbrcvilàtltl (empj. luij.
Un-rli ì*i\a (degli], il Ditlanumilu, Villini (iiiwmiii. Sluiit. V. Villani.
■St. Ili, JJfl. T.Y.I-.
Vndii.SloriiidSFiHiiie. jiì.liìi. Vintili», l'Euà*, 117. n<-
Mi si chiederà, e ben ragionevoli»™ te, il perche io abbia qui
posto F elenca tirile sopraddetto opere, e non nel luogo loro più
conwraientn, cioè odia 'l'avola MI"; rispondo. Sindoni i accorto.
I I ] n II I [ n » M, Ilo
fatta questo giunta al volume.
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